E’ con uno spirito diverso dal solito, Lettore, che mi accingo a scrivere questo post; soprattutto nell’intento, in quanto viene scritto nella piena coscienza di non poter avere alcuna pretesa di precisione o di completezza.
Ma questo non tanto perché fornisce una descrizione solo parziale di una strada ferrata; la tratta Lercara Bassa-Bivio Filaga possiederebbe infatti una “dignità propria”, sia per essere stata completata ed essere entrata in esercizio prima che venissero realizzati i suoi completamenti, sia perché, quando essi divennero operativi, il segmento Lercara-Filaga rimase in qualche modo autonomo, a sé stante, potendo servire sia la Filaga-Magazzolo, sia la Filaga-Palazzo Adriano.
La carenza di completezza deriva soprattutto dall’esistenza di uno splendido lavoro che riguarda la linea, edito da “ferrovie Kaos”, e che è da considerare esaustivo a tutti gli effetti. Lo è anche perché considera, interamente, le tratte Lercara-Filaga, Filaga-Magazzolo e Filaga-Palazzo Adriano; ma lo è soprattutto perché tratta nei minimi dettagli tutti gli aspetti, da quello tecnico a quello storico. E’, insomma, un lavoro “inarrivabile”in termini di contenuti tecnici e profondità di trattazione; un lavoro che probabilmente non sarebbe migliorabile se non inserendo delle foto d’epoca, inedite, che possano chiarificare quel poco che rimane non esattamente definito. Non migliorabile da me, comunque.
Di conseguenza, sull’argomento, io non avrei nulla da dire; nulla di nuovo, intendo. Nulla che riguardi la ferrovia, almeno. Vi sarebbero tutte le premesse necessarie a rendere totalmente inutile il mio lavoro: solo 21 km di linea, e già trattati dettagliatamente da chi è molto più esperto di me.
Nonostante questo, però, la ricostruzione di questo tracciato non è risultata frustrante; anzi, si è rivelata ricca di stimoli, tanto più graditi in quanto inaspettati. Sebbene ciò che sia rimasto delle strutture della linea è ben conosciuto, vi sono diversi particolari “occulti”, elementi sopravvissuti e non immediatamente individuabili, ognuno dei quali può costituire una piccola, gratificante, scoperta. Ma non vi è soltanto questo.
Vi è soprattutto che i 21 km che uniscono la stazione di Lercara Bassa a quella di Filaga sono, in certo modo, simbolici relativamente a molti degli argomenti di cui qui si parla, in diversi post.
Uniscono infatti uno dei villaggi minerari siciliani ad uno dei villaggi operai. E lo fanno passando nei pressi della località nella quale sarebbe sorto un borgo rurale, mai costruito, e fermandosi ad una stazione che avrebbe dovuto servire una località nella quale un altro borgo rurale sarebbe sorto più tardi.
Ma soprattutto mi consentono di unire la serie precedente dei post “ferroviari”, relativa alla linea Burgio-Castelvetrano, con il post successivo, sulla “Caltanissetta-Misteci”.
Se infatti le escursioni lungo la Burgio-Castelvetrano mi hanno consentito di verificare cosa la Natura abbia potuto fare alle opere dell’uomo, lungo la Lercara Bassa-Filaga ho potuto constatare cosa l’opera dell’uomo tenti di fare alla Natura.
Riguardo alla “Caltanissetta-Misteci”, invece, il legame riguarda sempre le miniere; ma se volessi sapere, Lettore, a cosa io mi riferisca esattamente, sarai costretto a leggere il relativo post. Sarà chiaro, così, anche il motivo per il quale “Caltanissetta-Misteci” sia scritto tra virgolette.
Ma questo non tanto perché fornisce una descrizione solo parziale di una strada ferrata; la tratta Lercara Bassa-Bivio Filaga possiederebbe infatti una “dignità propria”, sia per essere stata completata ed essere entrata in esercizio prima che venissero realizzati i suoi completamenti, sia perché, quando essi divennero operativi, il segmento Lercara-Filaga rimase in qualche modo autonomo, a sé stante, potendo servire sia la Filaga-Magazzolo, sia la Filaga-Palazzo Adriano.
La carenza di completezza deriva soprattutto dall’esistenza di uno splendido lavoro che riguarda la linea, edito da “ferrovie Kaos”, e che è da considerare esaustivo a tutti gli effetti. Lo è anche perché considera, interamente, le tratte Lercara-Filaga, Filaga-Magazzolo e Filaga-Palazzo Adriano; ma lo è soprattutto perché tratta nei minimi dettagli tutti gli aspetti, da quello tecnico a quello storico. E’, insomma, un lavoro “inarrivabile”in termini di contenuti tecnici e profondità di trattazione; un lavoro che probabilmente non sarebbe migliorabile se non inserendo delle foto d’epoca, inedite, che possano chiarificare quel poco che rimane non esattamente definito. Non migliorabile da me, comunque.
Di conseguenza, sull’argomento, io non avrei nulla da dire; nulla di nuovo, intendo. Nulla che riguardi la ferrovia, almeno. Vi sarebbero tutte le premesse necessarie a rendere totalmente inutile il mio lavoro: solo 21 km di linea, e già trattati dettagliatamente da chi è molto più esperto di me.
Nonostante questo, però, la ricostruzione di questo tracciato non è risultata frustrante; anzi, si è rivelata ricca di stimoli, tanto più graditi in quanto inaspettati. Sebbene ciò che sia rimasto delle strutture della linea è ben conosciuto, vi sono diversi particolari “occulti”, elementi sopravvissuti e non immediatamente individuabili, ognuno dei quali può costituire una piccola, gratificante, scoperta. Ma non vi è soltanto questo.
Vi è soprattutto che i 21 km che uniscono la stazione di Lercara Bassa a quella di Filaga sono, in certo modo, simbolici relativamente a molti degli argomenti di cui qui si parla, in diversi post.
Uniscono infatti uno dei villaggi minerari siciliani ad uno dei villaggi operai. E lo fanno passando nei pressi della località nella quale sarebbe sorto un borgo rurale, mai costruito, e fermandosi ad una stazione che avrebbe dovuto servire una località nella quale un altro borgo rurale sarebbe sorto più tardi.
Ma soprattutto mi consentono di unire la serie precedente dei post “ferroviari”, relativa alla linea Burgio-Castelvetrano, con il post successivo, sulla “Caltanissetta-Misteci”.
Se infatti le escursioni lungo la Burgio-Castelvetrano mi hanno consentito di verificare cosa la Natura abbia potuto fare alle opere dell’uomo, lungo la Lercara Bassa-Filaga ho potuto constatare cosa l’opera dell’uomo tenti di fare alla Natura.
Riguardo alla “Caltanissetta-Misteci”, invece, il legame riguarda sempre le miniere; ma se volessi sapere, Lettore, a cosa io mi riferisca esattamente, sarai costretto a leggere il relativo post. Sarà chiaro, così, anche il motivo per il quale “Caltanissetta-Misteci” sia scritto tra virgolette.
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