sabato 16 maggio 2015

Ricostruzione del tracciato della ferrovia Burgio-Castelvetrano: Parte Sesta: da Santa Ninfa Campagna a Castelvetrano



Fin qui, Lettore, è stato percorso il “prima” ed il “dopo”dell’Ipotetico Ciclista cui accennavo nel post introduttivo; solo il “dopo assoluto” ci attende, d’ora in avanti. Personalmente non avevo mai visitato, nella mia non breve vita, né Partanna, né Castelvetrano. Così come non avevo visitato Santa Ninfa, Burgio o San Carlo. Ma queste località,in seguito alle altre ricostruzioni, erano divenute quasi familiari. E la stazione di Santa Ninfa Campagna, tappa di diverse escursioni “ferroviarie” appaganti, diveniva una presenza quasi rassicurante. Il percorso fin qui seguito collegava non solo due estremi conosciuti, ma anche tanti punti intermedi familiari, visti e rivisti in tante altre diverse occasioni. Come la cantoniera sulla SS118, la stazione della Gulfa, il viadotto adiacente alla SS 624, il ponte sul Belice… singoli fotogrammi appartenenti ad un continuum che era stato ricostruito. Da qui in avanti, invece, l’ignoto.

E’ probabile che tu stia pensando, Lettore, che io sia quanto meno esagerato nelle mie descrizioni; non c’è nulla di “ignoto” in un paio di cittadine siciliane. E’ certamente così; ma l’esaltazione della componente emozionale è in grado di rendere avvincente ciò che altrimenti verrebbe visto solo come una serie di costruzioni fatiscenti nelle quali ci si imbatte percorrendo uno sterrato dal fondo pessimo. E credo sia più gratificante “scoprire” la linea con il primo stato d’animo piuttosto che con il secondo. E questo perché tu ed io, Lettore, sappiamo bene che in fondo non ci sarebbe proprio nulla da scoprire; le cose che vedremo insieme sono state viste e riviste da decine, forse centinaia, di migliaia di persone nel corso di più di mezzo secolo. Quest’ultimo tratto della linea, che ci accingiamo a percorrere, è infatti in realtà il primo, il più antico. Ed il tratto Castelvetrano Partanna è ancora precedente a quello Partanna-Santa Ninfa. Abbiamo percorso la linea in senso inverso nello spazio; e qui lo stiamo facendo anche nel tempo.

Ma in alternativa, se volessi descrivere quest’ultima parte ricorrendo a descrizioni meno enfatiche e pittoresche, ed a sensazioni più usuali, potrei semplicemente chiamare in causa la “curiosità”. Dalla stazione di Santa Ninfa Campagna, il tracciato eseguiva una decisa curva di 90° verso Sud, decorrendo nelle adiacenze della bretella di accesso alla stazione, fino ad attraversare la strada dalla quale essa si dirama




ed in corrispondenza della quale c’era un passaggio a livello, per continuare oltre la strada. Fino al passaggio a livello, a meno di 300 m dalla stazione, non sembrano essere rimaste tracce della strada ferrata. Annegato nell’asfalto della strada, però, si intravede ancora un frammento di rotaia




Ma cosa c’è dopo il passaggio a livello? Cosa si vede, continuando?

Inizialmente, una strada sterrata, usata come accesso ad un’abitazione




questo tratto è addirittura visibile sulle StreetView di GoogleEarth. Poi il fondo peggiora, ed il tracciato passa al di sotto di un viadotto dell’asse stradale che mette in comunicazione la SS 118 con la provinciale Partanna-Gibellina




Poco prima del passaggio sotto il viadotto, il tracciato può essere raggiunto dalla Comunale Santa Ninfa-Partanna; dalla stessa strada si potrebbe anche accedere al tracciato della Santa Ninfa-Salemi la quale, come abbiamo visto qui, curvava anch’essa verso Sud per poi risalire verso Santa Ninfa. Il tratto di strada che separa le due linee è lungo appena 350 metri.

Poco più avanti, si giunge ad una cantoniera




E’ ancora in piedi, ma in cattive condizioni




La cantoniera può essere raggiunta anche da una strada locale, che si dirama sempre dalla Comunale Santa Ninfa-Partanna. La cantoniera, a 1,39 km dalla stazione di Santa Ninfa Campagna, era il casello di un passaggio a livello, come dimostrato dalla presenza del palo di sostegno del segnale, e quindi la strada era esistente ai tempi in cui la ferrovia era attiva.

A meno di quattrocento metri dalla cantoniera, e a 1,86 km dalla stazione, vi è un ponte, percorribile




che può essere raggiunto sempre dalla Comunale Santa Ninfa-Partanna




su di esso vi sono ancora i sassi della massicciata. Qualche metro più avanti vi è un’altra possibilità di accesso al tracciato




Da qui, esso continua come strada di campagna




ma il fondo peggiora progressivamente




A questo però si accompagna un altrettanto progressivo senso di isolamento, un allontanamento da luoghi frequentati; nel contempo, si dirada la presenza di edifici o mezzi di trasporto che forniscano al paesaggio riferimenti temporali precisi




In alcuni tratti, e per alcuni istanti, ci si può illudere di essere ritornati indietro di mezzo secolo. L’unica forma di “viaggio nel tempo” che è possibile permettersi.

Dopo 1200 m circa si passa su un ponte




le cui strutture cominciano a sgretolarsi sotto il peso dei cento anni di età; e dopo ulteriori 150 m si giunge ad un’altra cantoniera, a 3,38 km da Santa Ninfa Campagna




La struttura del fabbricato è stata variata, e l’edificio è utilizzato verosimilmente come costruzione rurale, anche se non abitata continuativamente. Oltre la cantoniera vi sono altri 1400 metri di tracciato




prima che esso venga interrotto dall’abitato di Partanna




quest’ultima parte è usata come strada locale




e ne esistono le immagini sulle StreetView di GE




Oltre il limitare della cittadina nessuna struttura relativa alla linea è sopravvissuta. Una cantoniera avrebbe dovuto trovarsi all’incirca tra piazza Ugo Foscolo e piazza Quasimodo, seguendo il principio dei due chilometri di distanza tra i fabbricati, e la presenza delle costruzioni segnate sulla carta IGM.

Un doppio livello stradale, verosimilmente riconducibile al piazzale, è presente tra via Don Sturzo e via Valle del Belice, nella zona dove si trovava la stazione




Questa era analoga alle altre presenti sulla linea, caratterizzata da modulo 3x3, con magazzino merci




e 5,77 km la separavano da Santa Ninfa Campagna. Poco dopo di essa come per Salaparuta, Gibellina, la Gulfa e Santa Ninfa era presente una cantoniera; ma questa costituiva il casello di un passaggio a livello della SS 188. Oltre di esso il tracciato continuava verso Castelvetrano dirigendosi verso Sud, lungo l’odierna via della Resistenza, deviando progressivamente verso Ovest dopo l’incrocio con la via Pisacane, ed attraversando la SS188 (qui, via San Biagio)




Poco oltre la statale vi è una strada sterrata che ne ricalca il percorso. Questa non coincide esattamente con il tracciato; il rilevato decorreva oltre il margine Est della strada




Un frammento del tracciato può essere percorso poco più avanti




fino ad una cantoniera, a 1,63 km dalla stazione di Partanna. E’ in buone condizioni, abitata da privati e resa inaccessibile da una recinzione




Oltre di essa, frammenti di rilevato sono ancora visibili, o almeno “intuibili” a tratti nelle adiacenze Ovest di una strada intercomunale che connette Partanna a Castelvetrano, e che qui prende il nome di “via Fontana”




talvolta in prossimità della sede stradale, talaltra discosti. Più avanti il tracciato si allontana decisamente dall’asse stradale, descrivendo una curva con convessità a Nord




La strada campestre che può essere seguita ne ricalca il percorso ma non coincide con il tracciato il quale decorreva immediatamente più a Sud, su un rilevato naturale




Sterrato e tracciato tornano ad identificarsi più avanti, dove sono visibili i ruderi di una casa cantoniera




qui, siamo già a 3,63 km dalla stazione di Partanna, due chilometri esatti dalla cantoniera precedente. Proseguendo, lo sterrato ed il tracciato tornano a separarsi con lo stesso criterio: percorso identico, con strada più in basso ed a Nord, linea sopraelevata rispetto alla strada e subito a Sud. I rapporti tra la strada campestre ed il tracciato della linea divengono maggiormente evidenti più avanti, in corrispondenza dei ruderi di un sottovia, alla base del quale la strada giunge




Da questo punto in avanti, strada campestre e tracciato si ricongiungono ancora una volta, rendendo la linea percorribile per circa 1km




un interruzione in corrispondenza di un altro sottovia marca il punto oltre il quale le strutture della linea risultano ancora cancellate




Il tracciato sarebbe risalito verso la strada intercomunale, oltre la quale vi è una cantoniera, in discrete condizioni




Era il casello di un passaggio al livello di quella che attualmente è l’intercomunale, a 5,95 km dalla stazione di Partanna. Dopo la cantoniera, il tracciato prosegue




per circa 600 m fino ad uliveto, in corrispondenza del quale risulta interrotto. Aggirato l’ostacolo ricompare




e può essere agevolmente seguito a piedi, in bicicletta o con una moto da fuoristrada.

Dopo 200 m si incontra una struttura




la cui funzione non sono stato in grado di interpretare.

In questo punto la linea decorreva sul versante Est del vallone del Modione, attraversato dal ponte canale dell’acquedotto




e la struttura, posta a 6,9 km da Partanna, appare in linea con il ponte, ma dalle carte IGM non risulta che la condotta attraversasse la linea




Poco più avanti, a 7,02 km da Partanna, è la stessa linea ad attraversare il fiume




con un viadotto a sette luci, lungo 75 metri, ancora in buone condizioni




Ancora più avanti il tracciato percorre due trincee scavate direttamente nella roccia




Il tratto compreso tra l’acquedotto e la fine della seconda trincea è meraviglioso. Lontano dalle strade, chiuso fra le alture con orizzonti relativamente vicini, vi regna un particolare silenzio, irreale come il paesaggio




All’uscita dalla seconda trincea l’incanto si spezza, ed il paesaggio diviene più usuale, con il Canale di Sicilia che si scorge in lontananza. Qui il tracciato si snodava lungo un altipiano, perfettamente piatto, che contribuisce ad un panorama anch’esso inusuale, anche se meno suggestivo del tratto precedente. La curva verso Ovest che il tracciato avrebbe seguito è stata cancellata da un campo recintato ed alberato




un sentiero alternativo consente di ritornare sul percorso della linea, poco più avanti. Da lì, dopo 250 m, si giunge alla penultima cantoniera prima di Castelvetrano, ormai a 8,2 km da Partanna




su di essa si legge ancora la tabella chilometrica che indica come la stazione di Castelvetrano sia ormai a soli due chilometri di distanza




Sebbene intorno alla cantoniera vi siano diverse strutture in muratura




non vi era alcun passaggio a livello in corrispondenza di essa. Un lungo rettilineo passa al di sotto del viadotto autostradale





al termine del rettilineo, si trova l’ultima cantoniera prima della stazione




questa era il casello di un passaggio a livello, sempre in corrispondenza della strada intercomunale che da Partanna ha affiancato la linea




Dopo il casello, inizia l’ultima curva che avrebbe portato il tracciato ad allinearsi con l’asse longitudinale del piazzale della stazione




ma prima di questo, un muro in continuità con una serie di edifici, ne impediscono l’accesso;al di là del muro si vede la torre dell’acqua




La torre per lo scartamento ridotto, così come la rimessa, si trova in realtà a mezzo chilometro dal fabbricato viaggiatori della stazione; la linea accedeva alla stazione da Est continuando la curva verso Sud fino a trovarsi al limite Est del fascio binari




Da qui, avrebbe proseguito con la Castelvetrano-Porto Empedocle




ma il raccordo tra le due strade ferrate si troverebbe oltre il muro, inaccessibile. Se l’ostacolo non fosse stato presente avrei forse potuto continuare il percorso, e con esso il mo racconto. Il muro, invece interrompe il primo; e così anche il secondo, Lettore, finisce qui.