lunedì 1 aprile 2013

LA VIA DEI BORGHI.13: La quinta fase dei borghi rurali siciliani. BORGO AMERIGO FAZIO


Borgo Fazio:  la violazione di un'altra “ferrea” legge

"Aiutante di campo del Gruppo Battaglioni CC.NN. d'Eritrea, per quanto notevolmente menomato nel fisico in seguito a recente operazione chirurgica, rimaneva al suo posto per evitare di essere rimpatriato. Nonostante le insistenze del suo comandante, perché non prendesse parte all'azione, si portava di propria iniziativa ove maggiormente ferveva la mischia, sprezzando ogni pericolo.
Durante l'aspro e accanito combattimento, fu di magnifico esempio per calma e serenità. Fedele collaboratore a fianco del comandante del gruppo, incitò con l'esempio e la parola le Camicie Nere, finchè, colpito a morte, cadeva eroicamente".
Amerigo Fazio aveva combattuto come sottotenente di complemento durante la Prima Guerra Mondiale. Al ritorno dal fronte si laureò in Giurisprudenza, ma evidentemente dentro di lui nutriva altri intendimenti; e fu proprio il seguire questi ultimi che lo condusse a morire in Etiopia, all’età di quaranta anni, durante la battaglia di passo Uarieu.

La denominazione, così come per gli altri sette borghi ECLS del periodo iniziale, venne ufficialmente attribuita  con Regio Decreto (nr 1972), il 9 dicembre del 1940. Non so dove fosse fissata la lapide dell'ECLS che gli intitola il borgo; probabilmente era, come per Borgo Schirò e Borgo Bonsignore, sull’edificio sede del PNF, ma attualmente non è più visibile.

Fu costruito nel corso dell’anno 1940. Nel febbraio di quell’anno, poco dopo l’inizio dei lavori venne disposto lo spostamento del borgo; la disposizione venne revocata una settimana dopo cosicché l’unico effetto ottenuto dalla disposizione fu quello di procurare un aggravio dei costi per il trasporto del materiale dal vecchio cantiere al nuovo e viceversa.

Borgo Fazio sorge quindi sui terreni individuati originariamente per la sua edificazione. Uno dei proprietari dei terreni non accettò la stima dell’Ente riguardo alla cifra da corrispondere per l’esproprio; la causa civile ebbe termine diciannove anni più tardi


Il borgo si trova in località Guarine, notevolmente isolato, tanto che anche il confine del suo raggio di influenza risulta distante da centri abitati. Tale situazione non sarebbe cambiata neanche in futuro; tre sottoborghi, mai realizzati, erano previsti in corrispondenza del limite del raggio di influenza



Il piano di appoderamento è realizzato in modo tale da evitare raggruppamenti di case coloniche. In questo, Borgo Fazio risulta molto più aderente ai canoni della città rurale di Caracciolo di quanto non lo sia Borgo Bonsignore


Anche qui, le case coloniche non sembrano riconducibili ad alcuno dei progetti predefiniti dall'ECLS



anche se molte sono state modificate; ma le modifiche non sembra debbano avere inciso profondamente sulla pianta, considerato che conservano sul prospetto la lapide ECLS:



La costruzione del borgo fu affidata all’impresa Bonofeder. Analogamente a borgo Bonsignore, sarebbe equivalente ad un borgo di tipo “B” secondo la classificazione ERAS. E non avrebbe soddi-sfatto i criteri della normativa del 1941  per essere definito di tipo “A”, ragione per la quale venne chiesto nel 1949 il completamento del borgo.



Il progetto originario, datato 22 gennaio 1940 fu redatto dall’architetto Luigi Epifanio  


Epifanio non è nativo della provincia di Trapani; nacque a Monreale nel 1898. Egli pur essendo in qualche modo un “giovane progettista” (aveva quaranta anni quando gli venne conferito l’incarico) era già noto negli ambienti accademici e professionali, essendo stato, tra l’altro, assistente di Ernesto Basile. Suo è il progetto del quartiere Littorio, poi Matteotti, a Palermo, al quale seguiranno diversi altri progetti che riguardano la stessa città; ma soprattutto suo è il volume “L’architettura rustica in Sicilia”.

L’impianto del borgo è abbastanza originale. E’ sempre presente una piazza centrale, ma questa è aperta su un lato, lungo il quale si trova la principale via d’ingresso, dalla SP45. La strada d'accesso tangente al borgo a Nord, giunge ad una piazza quadrata, aperta verso Nord. Una seconda strada d’accesso, il cui asse è ortogonale alla prima, mette in comunicazione la piazza sempre con la SP45. Un sistema viario interno consente un ingresso alternativo alla piazza dalla principale strada d’accesso


 
Lungo il margine Sud di questa si sviluppa l’edificio sede delle botteghe artigiane, con relativi alloggi; lo sviluppo dell’edificio segue una linea curva
 

cosicchè il prospetto appare convesso ed è questa caratteristica a fornire l’impatto visivo principale all’ingresso del borgo
 

Alle due estremità dell’edificio vi erano due archi che costituivano gli ingressi alle officine del carradore e del maniscalco


mentre nella parte centrale vi sarebbero state le botteghe del barbiere e del calzolaio. La parte posteriore ed il primo piano della  costruzione sarebbero state adibite ad abitazioni per gli artigiani
 

Lo stesso edificio avrebbe ospitato anche trattoria, rivendita ed abitazione del trattore



Il fabbricato è separato dal successivo da una stradina, parte della viabilità interna


Oltre questa, in corrispondenza dell’angolo Nord-Ovest della piazza si trova la costruzione che riunisce ufficio postale, caserma dei carabinieri e dispensario medico
 

anch’essa a due piani e che si sviluppa con due volumi separati



Più a Sud, sempre lungo il margine Ovest, si trovano gli uffici dell’ECLS



La strada secondaria di accesso è tra questi e la canonica, che con la chiesa costituisce la quinta Sud della piazza


Tra canonica e chiesa vi è un portico ad archi.  La chiesa presenta una cappella sul  lato Est
 
 
Sul prospetto, al di sopra dell’ingresso, era presente una madonna con bambino
 

sorretta da una mensola. Per l’abside venne realizzato un affresco, la cui presenza è rilevabile anche sulle tavole di progetto

 
La prima fu commissionata ad Archimede Campini, mentre per il secondo l’incarico venne affidato ad Alfonso Amorelli.
 
L’unico edificio ad occupare il lato Est della piazza è la sede del PNF, anch’esso su due elevazioni
 

l’accesso al primo piano avveniva con una scalinata esterna, che conduceva ad un balcone con funzione di arengario, soluzione smile a quella adottata per borgo Schirò.  La scuola è oltre la piazza, lungo l’asse viario di accesso, unico edificio che si sviluppa esclusivamente su una sola elevazione

 
Nessuna fontana era prevista in piazza; all’angolo NordEst è presente un pozzo con una copertura a cupola
 

il pozzo sembra fosse preesistente, mentre la copertura venne realizzata in una fase successiva a quella della costruzione

 
L’impianto di approvvigionamento idrico, contrariamente a quanto accade per quasi tutti gli altri borghi di questa fase, non è caratterizzato dalla monumentalità che invece si riscontra, in un modo o nell’altro, altrove. Esso consisteva in opere di presa, condotte, serbatoio e due pozzi
 

Il serbatoio è posto sul fianco Ovest della collinetta che sovrasta il borgo, alimentato da una sorgente distante poche decine di metri

 
Pur essendo a vista, esso consiste in un semplice parallelepipedo in muratura, con apertura nella parte superiore
 
 
Le opere di presa
 
 
 e la canalizzazione verso il serbatoio consistono in cunicoli scavati nella roccia


mentre le condutture che alimentavano l’impianto del borgo erano costituite da normali tubazioni. La portata ricavabile dalla sorgente si rivelò presto insufficiente, tanto che in una comunicazione del 21 novembre 1957, a firma dell'ing. Pasquini si sottolineava la necessità di eseguire la copertura del pozzo ai margini della piazza e di dotarlo di pompa a mano, in attesa dell’allacciamento all’acquedotto consortile di Birgi, in fase avanzata di realizzazione.

L’impianto meno usuale del borgo ne rende difforme l’aspetto in confronto alla maggior parte degli altri borghi del periodo. L’aspetto del borgo visto da lontano non ha mai evocato quello del “paesino di campagna”



L’atmosfera metafisica che ispirava gli altri borghi qui appare meno marcata. Anche qui l’elemento costituito dal’arco è presente, praticamente in tutti gli edifici; ma il risultato d’insieme appare molto diverso da quello di Borgo Schirò o di Borgo Bonsignore. La suggestione del luogo qui si basa su altri elementi, non ultima l’altura con il boschetto posta ad Est, la cui visione, provenendo dalla strada di accesso, non è schermata da alcun edificio.

Forse qui l'aspetto metafisico è fornito dall'immagine che il borgo fornisce, sorgendo, solitario ed isolato, su una landa piatta, sostanzialmente priva di rilievi. E quest'immagine vale ora come allora:



Come si è già detto, il progetto di Epifanio è del 22 gennaio 1940, ma l’elenco dei lavori reca la data del 28 dicembre 1939, con una spesa preventivata di £ 1502320,61. Il progetto fu approvato il 5 marzo, e la concessione dei lavori all’Ente è del 3 giugno. Questa giunse quindi quando i lavori erano già iniziati da tempo; anzi, quando sarebbero dovuti già essere terminati. Infatti la consegna sarebbe dovuta avvenire il 31 maggio, ma venne prorogata fino a dicembre; la costruzione terminò il 16 dicembre del 1940. I lavori furono seguiti dallo stesso Epifanio. Dal verbale di visita e certificato di collaudo, si evince come originariamente Luigi Epifanio avesse previsto la realizzazione di strutture in cemento armato, nonché la realizzazione della muratura in conci di tufo. Nella seduta di approvazione del progetto venne però sollevata un’obiezione, per questioni di costi, relativa ai materiali da utilizzare, raccomandando l’uso di pietrame locale per la muratura in luogo dei conci di tufo, e  la realizzazione  di strutture prive di ferro in luogo di quelle in cemento armato. Ed è proprio quest’ultima raccomandazione a cui mi riferisco come “ferrea” legge nel titolo. La marcata limitazione dell’uso del ferro in quel periodo era infatti la regola, regola che portò tra l’altro all’invenzione dei solai a struttura auto portante senza armatura provvisoria.

Il borgo venne invece costruito con le tecniche previste dal progettista, quindi la  “ferrea” legge venne così violata. In fase di collaudo venne sottolineato come le raccomandazioni non fossero state seguite perché alla data di approvazione del progetto il borgo si trovava già in fase avanzata di realizzazione, e perché comunque non si sarebbe ottenuto alcun risparmio apprezzabile. Infatti, la muratura in pietrame avrebbe richiesto muri di spessore maggiore, e quindi una maggiore quantità di materiale, mentre il ferro da usare per il cemento armato sarebbe già stato in possesso dell’Impresa Bonofeder. Quindi, il non attenersi alle raccomandazioni non avrebbe comportato alcun aggravio di spesa.

In realtà, un costo maggiore vi fu comunque, ma esso venne giustificato invocando la riparazione di “danni forza maggiore”, l’esecuzione di opere di rifinitura e le spese sostenute per lo spostamento del materiale dalla sede originaria a quella di nuova designazione e viceversa. Ovviamente, non è possibile stabilire se questo fu un escamotage per ottenere il pagamento del costo suppletivo facendolo gravare su altre voci di spesa; nondimeno, la richiesta venne ritenuta legittima, per cui il costo finale lievitò a £ 1736539,44. Per qualche motivo, probabilmente connesso con il conferimento al collaudatore di un incarico presso il Genio Civile di Viterbo, il certificato di collaudo venne a trovarsi, per errore, proprio a Viterbo


Nel 1942 fu iniziato, dell’Impresa Filippo Rimpici un’ampliamento, relativo alla realizzazione di un ulteriore corpo di fabbrica a completamento dell’edificio che ospitava trattoria e rivendita, e a dei lavori nel podere dimostrativo. I lavori nel podere dimostrativo consistevano in un fabbricato destinato a pollaio e porcile, in una vasca per la raccolta delle acque di rifiuto e nella copertura del pozzo den podere.  Anche per questa variazione, il direttore dei lavori fu Luigi Epifanio. I lavori furono sospesi quando in Sicilia venne dichiarato lo stato di emergenza. Alla sospensione, l’ampliamento della trattoria era stato praticamente portato a termine; la variazione della pianta è riportata nelle planimetrie successive a quella originale



e perfettamente rilevabile sia nelle foto aeree o satellitari  


I lavori relativi a porcili e pollai si fermarono quando era in corso d’opera la muratura in elevazione, e così rimasero

 
Non esiste invece alcun progetto dell’epoca che prevedesse variazioni con l’aggiunta di unità abitative. Un progetto in tal senso venne redatto dall’ERAS negli anni Cinquanta
 

esso, oltre alle summenzionate unità abitative, comprendeva anche ambulatorio veterinario e mattatoio, molino, magazzino, e lo spostamento della casa sanitaria in un edificio a parte, nonché gli alloggi separati per ostetrica, impiegato comunale e custode del borgo. Ma i relativi lavori non vennero mai nemmeno iniziati. Le abitazioni dei contadini presenti nel raggio di influenza del borgo rimangono disperse sul territorio, proprio come teorizzato da Caracciolo.

Gli edifici, per quanto detto sopra, restano realizzati in muratura portante costituita da conci di tufo, ma con la compresenza di strutture in cemento armato. Queste attualmente sono visibili in corrispondenza di alcuni pilastri, delle finestre, e soprattutto della chiesa
 

anche le capriate del tetto della chiesa sono in cemento armato

 
I solai sono sempre in laterocemento.


Ciò che però risulta particolarmente strano è che la capacità di Epifanio e della Bonofeder nell'aggirare le regole si sia estesa anche alle case coloniche all'interno del raggio di influenza, o almeno ad alcune di esse

la cui muratura risulta infatti realizzata con conci di tufo.

L'uso del calcestruzzo armato è stato reiterato nei successivi interventi di manutenzione, comportando anche un’alterazione estetica, come è evidente ad esempio, nella scuola


La perdita totale dell'aspetto originario del borgo è però stata causata soprattutto dal crollo dei principali edifici.

La tecnica di costruzione utilizzata, sebbene avallata dallo stesso Epifanio, ed approvata al termine dei lavori anche dal collaudatore ing. Di Gregorio, non sembra sia valsa a migliorare la resistenza dei fabbricati agli insulti del tempo.

L’aspetto delle botteghe artigiane e relativi alloggi è stato sconvolto dal crollo degli archi d’ingresso alle officine, mentre la rivendita
 
 
ma soprattutto l’ufficio postale sembrerebbero versare in condizioni migliori, anche se quest’ultimo ha perso il piccolo portico che si trovava all’ingresso
 

Gli uffici dell’ECLS sono andati totalmente distrutti

 
un’intera parete è stata abbattuta probabilmente da un colpo di vento
 

Parte della canonica (sagrestia e studio attiguo) non esiste più

 
La parte superiore della facciata della chiesa, campanile compreso, è crollata. E’ ancora visibile la mensola che sosteneva la madonna di Campini
 

Questo invece è tutto ciò che rimane dell’affresco di Amorelli

 
L’edificio maggiormente danneggiato, insieme agli uffici dell’ECLS, appare quello destinato a sede del PNF. E’ attualmente difficile riconoscere nelle strutture residue quello che doveva essere l’aspetto originario
 

La scuola, insieme all’ampliamento della trattoria, sembrano essere le costruzioni ad aver risentito meno del degrado del tempo




Se per l’ampliamento della trattoria si può invocare una migliore realizzazione, probabilmente le condizioni della scuola sono da attribuire a successivi interventi di manutenzione straordinaria, che ne hanno comunque variato l’architettonica
 
 
Tutto questo disastro sembra essere avvenuto tra il 2006 ed il 2010. In meno di 4 anni sono crollati sede ECLS, sede PNF, facciata della chiesa, cortile della canonica, parte della trattoria
 
 
Fino agli inizi degli anni Settanta l’ufficio postale era rimasto in funzione, ed almeno per un’ulteriore decina d’anni la chiesa aveva officiato.

Attualmente Borgo Fazio è frequentato solo occasionalmente da pastori ed agricoltori della zona, oltrechè dai solito appassionati di soft air gun.

Il borgo non è inserito nel progetto ESA. Il 1 febbraio 1978 è stato consegnato al comune di Trapani insieme agli altri borghi costruiti dall’ECLS/ERAS nel trapanese. Dopo un tentativo di realizzarvi un canile sovramunicipale, nel 2007, in collaborazione con comune di Erice e Provincia, il comune di Trapani dla 2009 lo ha inserito nel piano delle alienazioni. Non si capisce chi mai dovrebbe acquistarlo. All'infuori della scuola e di parte della trattoria/botteghe/rivendita, gli edifici non appaiono recuperabili. L'immobile è catastato, e quindi potrebbe essere usato come terreno edificabile, dopo aver demolito quanto rimane in piedi. Potrebbero venire realizzati edifici diversi in luogo di quelli esistenti, o potrebbero venire ricostruiti gli edifici del Borgo, seguendo progetti analoghi a quelli già formulati per altri borghi ECLS; ma qualunque scelta dovesse essere fatta, il risultato sarà la distruzione di quella che era la realizzazione originaria quando, se si fosse intervenuto qualche anno fa questa avrebbe potuto essere recuperata. Ma la possibilità che Borgo Fazio venga acquistato appare un'ipotesi remota; il destino di gran lunga più probabile sembra quello del progressivo disfacimento fino all'oblio.
 



EDIT dicembre 2016: Nel 2013 si è verificato un crollo a livello della parete Est della trattoria




che l'anno successivo ha finito per interessare l'intera trattoria, ed anche l'ala Est delle botteghe artigiane




Ed è questo il modo, come già sottolineato sopra, in cui Borgo Fazio sta andando incontro al proprio destino