tag:blogger.com,1999:blog-51881160381285389402024-03-18T07:13:50.733+01:00Vox HumanaNon è possibile reprimersi in eternoVox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.comBlogger141125tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-89246945932229755812023-06-01T21:50:00.289+02:002023-08-05T20:51:36.978+02:00Il Mostro di Firenze 9: Postfazione
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<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco</blockquote></i>
</div>
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<div style="text-align: right;"><i>Confucio</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3xXF-vmCR0FWBEWyC-2ATLWxNgfzp5bqsg6uvgwPikZUEWvlkiKfJgmHMEHxCIU5DMXTQVYQIuDN07L7FQ3aWapTzOUQZ9wEklLUJdpyMgZidQfjdCucMHhnRKQEJC2lTckfIJJESZYFV4qT1l5DRkbrK0G-oCEDWrPU_U2Q75VsfdnbLuTUYsXMd/s731/ConfucioVox.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="459" data-original-width="731" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3xXF-vmCR0FWBEWyC-2ATLWxNgfzp5bqsg6uvgwPikZUEWvlkiKfJgmHMEHxCIU5DMXTQVYQIuDN07L7FQ3aWapTzOUQZ9wEklLUJdpyMgZidQfjdCucMHhnRKQEJC2lTckfIJJESZYFV4qT1l5DRkbrK0G-oCEDWrPU_U2Q75VsfdnbLuTUYsXMd/s320/ConfucioVox.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Molti, tra la fatica del fare ed il minor impegno dell'ascoltare, preferiscono la seconda attività alla prima. Anche quando il "fare" sarebbe solo "ragionare"</blockquote></i>
</div>
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<div style="text-align: right;"><i>Vox Humana</i></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Perdonerai la mia pretenziosità nell'accostarmi a Confucio, Lettore, ma é solo una facezia. <br />
Così come é una facezia il titolo del post "Postfazione"; il vocabolo adesso é realmente nell'uso comune, ma ricordo di un articolo su una rivista di informatica di molti anni fa (quando ancora esistevano le riviste) in cui si parlava di "<i>postfazioni che fanno la fortuna di comici di successo</i>". <br />
<br />
Difatti, nello Zanichelli originale non esiste.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilw46ymxUsgmJ-xjNYHLgti_UkQaRukAiV7QOhgObYdQY8W3ieoqiztf7Sfbw0IVyxbDm-g5AAkFKZb0YZG6Qaj2H8xrefeGAhS6tE-IzFZVOYEZarW6pwKVkGvcLaaEH63gMcchtk2OGAWZNNqNMwDbafBZ8rTx9STqGY5LqcODPw9RWRF8FH-jdq/s960/postfazione.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="888" data-original-width="960" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilw46ymxUsgmJ-xjNYHLgti_UkQaRukAiV7QOhgObYdQY8W3ieoqiztf7Sfbw0IVyxbDm-g5AAkFKZb0YZG6Qaj2H8xrefeGAhS6tE-IzFZVOYEZarW6pwKVkGvcLaaEH63gMcchtk2OGAWZNNqNMwDbafBZ8rTx9STqGY5LqcODPw9RWRF8FH-jdq/s320/postfazione.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
E' un neologismo "<i>foggiato su prefazione, con sostituzione del pref. post- a pre-.</i>"; mentre, prima di divenire tale, era solo una spiritosaggine (quando ancora esisteva la lingua italiana)
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<br />
Ma dietro due facezie, si cela un'operazione necessaria.
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<br />
Se infatti, Lettore, hai aperto questa pagina su questo blog, é verosimilmente perchè sei interessato alla vicenda del Mostro di Firenze.
Ma se dovessi essere giunto qui da altre pagine dello stesso blog, o se magari, per mera curiosità, dovessi avere aperto qualche pagina del blog che tratta altri argomenti, é possibile che ti sia reso conto di come uno degli scopi principali che mi sono prefisso sia quello di fornire delle informazioni, che, interessanti o meno che possano essere, siano libere e gratuite per tutti.
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Le due serie sul "Mostro di Firenze", concettualmente, non farebbero eccezione; ma in pratica non contengono alcuna informazione che Tu non
possa ottenere altettanto gratuitamente da altri siti, siano essi blog, forum, canali Youtube o pagine dedicate.
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<br />
L'intento é stato quello, allora, di cercare di fornire argomenti e materiale per ragionare sulla vicenda, piuttosto che mere informazioni; con l'intento che le informazioni date dovessero servire a giungere in autonomia ad una conclusione, senza che la conclusione stessa venisse fornita in forma esplicita.
<br />
<br />
Monitorando gli accessi al blog, mi sono reso conto di come essi siano molti di più di quanto mi aspettassi; non avrei mai supposto che potessero riscuotere un simile successo.
<br />
<br />
D'altra parte, però, mi é capitato di leggere dei commenti che direttamente o indirettamente mi riguardavano, su un forum dedicato, che mi hanno fatto rendere conto di come anche se i post avrebbero avuto successo, io in realtà abbia fallito. Infatti, da essi si dedurrebbe come io non sia stato in grado di esporre efficacemente la logica che sta alla base dei post. Né la logica che abbia condotto alla necessità di tale visione della vicenda, e nemmeno quella che costituirebbe la struttura portante generale, l'ossatura di tutti i processi mentali al termine dei quali si é giunti a certe conclusioni.
<br />
<br />
Pertanto, ho ritenuto di dover tornare sull'argomento al fine di una maggior chiarezza, anche a spese di un'impostazione che ritenevo più consona al mio modo di approcciare i problemi.
<br />
<br />
Comincio a farlo mostrando un estratto dal primo dei post desunti dal forum tematico: non che esso sia più importante degli altri ma, poiché tocca le motivazioni relative alla mia visione della vicenda, mi consente di introdurre l'argomento:
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjboB0Avpg67jyi84unM5dlbL48iYZpMrcnxjVz7Tv4sqj0LHJsGZtM17FZguSnfT0GXeHlSViQrcIqmeDAyfKrpoKSMxZ1qPuinT44_MEI2kTJ_2w3MAOnpZ90vzPO-0wQzcYsOJ0_OUBpvHKMO6Knh2kKn0KDr85ByYYCTfRIj4I87IszJjACTnTq/s991/Non%20capire%20_forum.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="186" data-original-width="991" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjboB0Avpg67jyi84unM5dlbL48iYZpMrcnxjVz7Tv4sqj0LHJsGZtM17FZguSnfT0GXeHlSViQrcIqmeDAyfKrpoKSMxZ1qPuinT44_MEI2kTJ_2w3MAOnpZ90vzPO-0wQzcYsOJ0_OUBpvHKMO6Knh2kKn0KDr85ByYYCTfRIj4I87IszJjACTnTq/s600/Non%20capire%20_forum.jpg" width="600" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Mi rendo conto di come "capire" sia un concetto generico e sfumato, non uguale per tutti e con mille sfaccettature; se mentre per alcuni un concetto può essere persino ovvio, per altri per essere compreso può aver bisogno di essere reso in forma più esplicita ed inequivocabile. Ad esclusivo beneficio dei secondi, provo ad enunciarlo chiaramente. <br /><br />Per essere espliciti ed inequivocabili, qui i motivi per cui "<i>si continui a provare a tirar dentro trame dietrologiche</i>" sono essenzialmente due:
<br />
<br />
<br />
<b>1</b>) non vi é alcuna evidenza <b><i>oggettiva</i></b> che i delitti siano stati commessi da un (solo) assassino seriale. Nemmeno una.
<br /><br />
<b>2</b>) mezzo secolo di indagini, processi, dibattiti libri e forum non hanno condotto ad alcun risultato. Nemmeno ad un'ipotesi univoca.
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<br />
<br />
In simili condizioni, il fatto di cercare spiegazioni alternative é ciò che ci si aspetta. Quello che invece non capirei io é perché mai per alcuni sia un concetto così difficile da capire; ma forse, proprio per questo vale la pena di esaminare un po' più approfonditamente il concetto di "trame dietrologiche", perché é probabile che la difficoltà nel capire si celi proprio dietro a tale concetto, che spesso viene equivocato.
<br />
<br />
Precisamente, ciò che mi riesce in assoluto più difficile da comprendere é come possa essere considerato "dietrologico" il cercare una spiegazione logica agli eventi, mentre non sia "dietrologico" postulare l'esistenza di un assassino seriale con una patologia mentale, quando ogni tentativo di approfondire questa spiegazione ha sempre portato a delle contraddizioni insanabili.
<br />
<br />
Di solito, quando un ragionamento (o presunto tale) porta a situazioni palesemente contraddittorie, una buona idea sarebbe quella di assumere come esso sia errato. Volendo perseverare a tutti i costi nel considerarlo corretto, senza cercare soluzioni logicamente più valide, significa dover introdurre delle condizioni aggiuntive non richieste e non dimostrabili, pur di far salvo l'assunto. Ecco, per me <b><u>questa</u></b> é "dietrologia"; e non la ricerca di un'ipotesi più verosimile di quella logicamente errata.
</div>
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<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>La differenza tra "dietrologia" e "risoluzione di un indovinello regressivo"</b></i>
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ecco, Lettore, la definizione di "dietrologia" che dà il dizionario ZANICHELLI: <br />
<br />
<i>nel linguaggio politico e giornalistico, ricerca di supposte motivazioni nascoste che sarebbero all'origine di un avvenimento</i>
<br />
<br />
Ne discende direttamente che la "dietrologia" si manifesterebbe allorquando una spiegazione venga forzata in una determinata direzione, che non é quella indicata dalla logica, e senza alcuna evidenza (prove dirette o indirette) che sia necessario compiere tale operazione. Quando, insomma, la spiegazione introduca delle incongruenze, o almeno dei passaggi ulteriori, gratuiti, senza evidenza della loro effettiva validità. Forzature finalizzate esclusivamente a dimostrare una tesi preconcetta, ma senza basi oggettive.
<br />
<br />
La "dietrologia" nascerebbe quindi da forzature senza evidenze, non dalla necessità di spiegare ciò che é apparentemente inspiegabile. Una cosa é tessere relazioni improbabili tra eventi la cui spiegazione semplice e probabile é palese, un'altra, ben diversa, é essere <b>costretti</b> ad immaginare l'esistenza di cause occulte che che possano spiegare l'origine di eventi la cui origine palese <b><u>non</u></b> sia.
<br />
<br />
Cerco di spiegarmi meglio esplicitando i concetti precedenti
<br />
<br />
Non essendovi alcuna evidenza oggettiva di ciò, l'ipotesi del "Mostro di Firenze" come assassino seriale, più che un'ipotesi velleitaria diviene addirittura un'assunzione assolutamente arbitraria, gratuita. <br />
Le pretese di una "dimostrazione" in tal senso mostrano <b><b><i>immediatamente</i></b></b> delle incongruenze, qualora si tenti di "mettere in relazione" gli elementi relativi ai tempi dell'azione; scuserai il virgolettato, ma "mettere in relazione" qui si riferisce ad un ragionamento che si contraddice da solo in più punti.
<br />
<br />
Ad esempio, viene invocato, in assenza di movente, una sorta di pulsione, di impulso irrefrenabile che spinga l'ipotetico serial killer ad uccidere senza motivazione razionale. Lo farebbe perché odia le donne, perché deve punirle, perché non può trattenere questo desiderio... affermazioni singolari, considerato che sono riferite a qualcuno che non si sa chi sia. Ma non solo. Soprattutto, e abbastanza stranamente, questo impulso irrefrenabile risulta anche programmabile a piacimento del "Mostro": si può programmare l'insorgenza dell'impulso irrefrenabile in modo che compaia nelle notti di novilunio, meglio se cadono in un prefestivo, o in un giorno antecedente uno sciopero generale. Ed in questa attenta programmazione possono persino venire uccisi due uomini, situazione nella quale riesce difficoltoso vedere come ciò possa "punire la donna"; oppure accade che l'azione, per quanto pianificata, sfugga di mano come a Baccaiano.
<br />
<br />
Quindi, agisce d'impulso o pianifica? E se agisce d'impulso, come mai lo fa nelle notti senza luna? E' un lupo mannaro? E se invece pianifica, come fa a non accorgersi che sta uccidendo due uomini?
<br />
<br />
Insomma, questa storiella dell'azione di impulso, dell'irrefrenabile pulsione, é una medaglia a due facce, di cui venga mostrata una faccia oppure l'altra a secondo di ciò che convenga al mostrologo di turno.
<br />
<br />
Ed il fatto per cui non solo non si é giunti a nulla, ma non é stata mai formulata nemmeno un'ipotesi soddisfacente risiede <b><i>esattamente</i></b> in questo: le incongruenze. Non é verosimile pensare al "mostro" come singolo individuo che improvvisamente agisca in seguito ad un'incoercibile impulso dipendente da una non meglio identificata patologia psichiatrica; ma nemmeno é mai stata formulata alcuna ipotesi che dia delle soluzioni riguardo alla triade classica costituita da occasione, arma e movente, che di solito stanno alla base delle attività omicidiarie di chi pianifica, ed al contempo elimini le incongruenze. <br />
Finora, ogni tentativo di eliminare tutte le incongruenze si é rivelato infruttuoso; alla risoluzione di una parte delle incongruenze ha corrisposto l'accentuarsi di altre. Come nel caso della pulsione contrapposta alla pianificazione.
<br />
<br />
Sinceramente, Lettore, ti sembra logico ritenere che la soluzione del caso possa allora venire dal disquisire sulla marca dell'automobile del Vigilanti?
<br /><br />
Sulla possibile coincidenza tra l'identikit di un tizio visto, per caso, transitare a piedi da quelle parti, chissà perché (magari gli scappava la pipì, ed era sceso dall'auto per questo) ed il volto di qualcuno entrato, in un modo qualunque, nelle indagini? <br /><br />O sui rapporti di parentela acquisiti di Francesco Vinci?
<br /><br />
Qui c'é una mappa della densità di popolazione italiana
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh33mxulfDKrRavmMo5o833_eJ2G5HIWHyoU1bcT9HpZf-tzD_ksyNjS4aK-SDI837kQ77LOlYZpaVU-EHSbKOfuIy3V58QvtVUjPGMN1mWZvWJfJTiPviHa5XePiXkejIQX73NPuabMpMFpTsgdxYY9sIlvRU6FnTiNlMJOQym0RROTtiud9upRTmm/s1261/densit%C3%A02.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1261" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh33mxulfDKrRavmMo5o833_eJ2G5HIWHyoU1bcT9HpZf-tzD_ksyNjS4aK-SDI837kQ77LOlYZpaVU-EHSbKOfuIy3V58QvtVUjPGMN1mWZvWJfJTiPviHa5XePiXkejIQX73NPuabMpMFpTsgdxYY9sIlvRU6FnTiNlMJOQym0RROTtiud9upRTmm/s320/densit%C3%A02.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Le zone del Mugello, della Val di Pesa etc. hanno una densità di popolazione che é tra le più basse d'Italia; non é logico che nel corso di quasi un ventennio le persone che ci vivono si siano in qualche modo incrociate tra loro? Non si sta parlando dei rapporti di conoscenza che si accertano tra due residenti a Roma, uno a Ostia ed un altro a Tor Lupara, separati non solo da una quarantina di chilometri in linea d'aria, analogamente a Baccaiano e Rabatta, ma soprattutto da qualche milione di persone; ma é piuttosto come se si volesse considerare un indizio rilevante il fatto che io, che abito all'ottavo piano di uno stabile, conosca l'inquilino del terzo piano.
<br />
<br />
In altri termini, Lettore, escogitare una teoria zeppa di incongruenze, di contraddizioni e di condizioni estremamente improbabili non rende tale teoria meno "dietrologica", più verosimile, più nobile o più <i>smart</i> solo perché non ha connotazioni politiche o non coinvolge apparati statali. Se é palesemente assurda o contraddittoria é anche più "dietrologica" di un'ipotesi che tiri in ballo organizzazioni politiche o governative. E la seconda teoria é preferibile alla prima se anziché "dietrologica" risulta "dietro" ma soprattutto "logica"
<br />
<br />
Quindi é il forzare l'esistenza di un significato particolare tra eventi che spontaneamente sarebbero probabilisticamente frequenti ad essere "dietrologia"; cercare di portare in primo piano la spiegazione di gran lunga più probabile che possa costituire il nesso tra eventi che evidentemente devono essere legati, ma il cui legame, ad un'analisi superficiale, non appare alterttanto evidente sarebbe, semmai, "davantologia".
<br />
<br />
Nei fatti, poi, si verifica come non sia stato possibile né con la dietro né con la davantologia, trovare una soluzione che rispondesse agli interrogativi senza introdurre ulteriori incongruenze o paradossi, o ipotesi gratuite.
<br />
<br />
L'irrazionalità, insita nella pretesa di voler forzare l'interpretazione di ogni possibile indizio, peraltro irrilevante, per giustificare a tutti i costi un'ipotesi di per sé illogica sarebbe, d'altra parte, legittima, così come lo sono tutte le attività di "ricerca" che pretendono di raggiungere elevati livelli di conoscenza seguendo percorsi irrazionali: c'é chi si diverte con gli UFO, chi con la Macchina di Majorana, chi con la parapsicologia... perché non con il "Mostro di Firenze"? E' sicuramente più divertente e meno intellettualmente oneroso, e quindi in assoluto più gratificante, scrivere centinaia di post su un forum, esporre e contestare, accapigliarsi virtualmente, anziché impegnarsi nel tentare di dipanare quel groviglio inestricabile costituito dalla vicenda "Mostro di Firenze". <br />
<br />Così come é molto più remunerativo scrivere dieci libri e fare cento conferenze che non apportano nulla di nuovo, anziché scrivere un solo libro che proponga una soluzione definitiva, ma realistica, e chiuderla lì. <br />
<br />
Volendo considerare questo aspetto (e cioè il discutere per anni di fatti irrilevanti ai fini della ricerca di una soluzione) come divertente e positivo, diviene di certo assolutamente legittimo il voler accettare solo una verità "di fede", asserire "<i>io, nonostante la logica riduca grandemente le possibilità che la spiegazione sia veramente questa, voglio crederci comunque</i>"; analogamente a come, sempre soltanto per fede, é legittimo rifiutare un'ipotesi logica perché poco divertente o troppo impegnativa. <br />
<br />
<b>Ogni</b> posizione, anche se non equivalente, resterebbe allora sempre e comunque ugualmente legittima. Ed infatti, il (mio) problema qui consisterebbe soltanto nel fatto che un simile atteggiamento non risulta compatibile con l'approccio utilizzato ed i concetti presi in considerazione ed esposti all'interno delle pagine di questo blog; e non solo quelle sul "Mostro di Firenze", ma tutte. Sarebbe un fuori tema. Richiederebbe una <i>forma mentis</i> incompatibile con la mia.
<br />
<br />
Posto che quindi ognuno pensa come gli pare, occorre però almeno convenire su come attribuire "dietrologia" alla razionalità mentre si persevera nella, pur legittima, assoluta fantasia, sia singolare. Ecco, sarebbe qui mia intenzione minimizzare l'aspetto singolare; forse non é possibile dipanare la matassa, ma giungerne al bandolo potrebbe esserlo, anche se, nonostante ciò, il problema nella sua globalità potrebbe permanere irrisolvibile, vista la pluridecennale inconcludenza.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb12SAY-fx2sdSHPaZe21qmLHDwa89qVuVBKw7j4R6g2PbMjxiDmKpY1kBqvf5_9IAvLO-CZe88MtWdDTfimVwSlnJifUghRLdP_DNXEDwia6Hd3z2msOlP-sPm0NjijZWaVmUyvj30mJNShRR3b2R8QLux6Bt9jgSfIi8gvev3_W5nRVVxQsxrpk9/s1024/bandolo-della-matassa.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb12SAY-fx2sdSHPaZe21qmLHDwa89qVuVBKw7j4R6g2PbMjxiDmKpY1kBqvf5_9IAvLO-CZe88MtWdDTfimVwSlnJifUghRLdP_DNXEDwia6Hd3z2msOlP-sPm0NjijZWaVmUyvj30mJNShRR3b2R8QLux6Bt9jgSfIi8gvev3_W5nRVVxQsxrpk9/s320/bandolo-della-matassa.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia, anche minimizzare l'aspetto singolare sarebbe un'impresa di difficile compimento, in quanto la sua realizzazione sarebbe subordinata alla possibilità di trovare una qualche forma di soluzione. <br />
<br />Nondimeno, una categoria di problemi che porta in sé la soluzione esisterebbe, ed é quella degli "indovinelli regressivi"; e questa é, alla fine, l'esatta condizione nella quale risulterebbe applicabile un metodo analogo a quello con il quale vengono risolti gli indovinelli regressivi.
<br /> Nell'indovinello regressivo, l'ipotesi viene sottoposta a chi conduce il gioco, colui che nei post precedenti ho identificato come "narratore", il cui ruolo é proprio quello di evidenziare incongruenze e contraddizioni, se presenti, in modo che chi ha formulato un ipotesi (insostenibile) possa rinunciarvi, e si orienti in un'altra direzione.
<br /> In assenza di un narratore, come nel caso attuale, tale ruolo deve essere svolto in autonomia avvalendosi del ragionamento e della capacità di rilevare da soli le contraddizioni.
<br />
<br />
E' per questo che avevo scelto di affrontare questo problema in questo modo.
<br />
<br />
Ma gli indovinelli regressivi sono un gioco logico; ed in quanto gioco, il loro scopo é costruire una struttura logica astratta seppur coerente, non quello di risolvere situazioni concrete, che trovino corrispondenza in episodi realmente accaduti.
<br />
<br />
La corrispondenza deve essere ricavata per altra via; e l'unica via possibile a distanza di mezzo secolo é quella delle prove circostanziali: coincidenza di luoghi e date riferibili ad eventi diversi ma tra loro concatenati.
<br />
<br />
Poiché i testimoni sono tutti morti, i reperti fisici sono stati raccolti e non é possibile raccoglierne di nuovi, e la documentazione è stata letta e riletta fino alla nausea, questa é <b><i>l'unica</i></b> strada ormai percorribile. Concettualmente, la medesima usata per le indagini storiche. <b><i>Ogni altra</i></b> soluzione, semplicemente non esiste; né le c.d "nuove tecnologie" possono fornire apporti sostanziali. <br />Le stesse prove sul DNA, posto che possano ancora essere eseguite, non portano comunque a nulla; in assenza di indiziati con i quali confrontarlo, a cosa servono? Possono servire ad <b><i>escludere</i></b> qualcuno (ad esempio Pacciani) o a confermare la colpevolezza di altri (ad es.Vanni e Lotti); ma non mai a <b><i>risolvere</i></b> il caso.
<br />
<br />
Un concetto fondamentale che é necessario ribadire ancora é che <b>la ricerca delle prove circostanziali é un passo <i>separato</i> e <i>successivo</i></b> rispetto alla risoluzione dell'indovinello regressivo. Se formulo un'ipotesi <i>a priori</i> e poi la uso come indizio per risolvere l'indovinello regressivo, non avrò fatto altro che adattare i fatti alla mia idea. Avrò manipolato la realtà oggettiva per dimostrare (falsamente) la mia idea soggettiva. E'un comportamento da "Moderna Mostrologia" che é stato stigmatizzato diverse volte nei post della prima serie. E che é una presa in giro.<br />
<br />
Magari non sarà comunque possibile risolvere definitivamente un enigma pluridecennale; ma non prendere in giro nessuno, questo sì, é possibile. E questo ho fatto.<br />
<br />
E per farlo, il metodo seguito é stato questo: <b><i>prima</i></b> si é risolto <i><b>in astratto</b></i> l'indovinello regressivo. <b><i>Solo successivamente</i></b> si é cercata una coincidenza tra la soluzione, astratta, trovata, e le possibili situazioni concrete i cui singoli eventi coincidessero con quelli del "Mostro di Firenze".
<br />
<br />
Quindi, in realtà il percorso sarebbe obbligato; non é che io abbia avuto chissà quale grande idea. E' solo che non ci sono soluzioni alternative. Se una residua possibilità ancora esiste, deve necessariamente poggiare sulle basi di una cartesiana razionalità.
<br />
<br />
Prima di riportare la vicenda sui binari della razionalità, però, sgombriamo il campo da un equicoco (che nasce, in buona fede o meno, dalla volontà di vedere una "dietrologia" ed un "complottismo" in una spiegazione razionale): ciò che verrà detto <b><i>non ha nulla a che fare</i></b> con la c.d. "strategia della tensione".
<br />
<br />
E' qualcosa che qualcuno dei commentatori del summenzionato forum ha ben chiaro, e lo specifica:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ-el7y2pdsfew_qIdGQScefGcNu0lbRVvxbTBQsqsjyJMHYqB7hwDssr8ExqQas2QQuUnIy4-Tw36C1SaaWIXSciTjDNjmZ5BFEROvjlHD0-dB1G6gp_b9nV6T4HFWOw97fPWXmhU3VihOS1Z9qr6_rSn7TZ8zOi-nXJjNmneglnZtqyRsOyaPNxT/s978/distinguo%20forum.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="162" data-original-width="978" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ-el7y2pdsfew_qIdGQScefGcNu0lbRVvxbTBQsqsjyJMHYqB7hwDssr8ExqQas2QQuUnIy4-Tw36C1SaaWIXSciTjDNjmZ5BFEROvjlHD0-dB1G6gp_b9nV6T4HFWOw97fPWXmhU3VihOS1Z9qr6_rSn7TZ8zOi-nXJjNmneglnZtqyRsOyaPNxT/s600/distinguo%20forum.jpg" width="600" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono parole sacrosante...ma a scanso di ogni equivoco, ritengo sia opportuno sviluppare ulteriormente il concetto
<br />
<br />
L'espressione "strategia della tensione" concettualmente si riferisce a una sorta di guerra a bassa intensità bellica ma alta densità politica volta a favorire l'instaurarsi, in un Paese, di un regime dittatoriale, palese o meno. "bassa intensità bellica" significa che frequenza ed entità delle azioni violente sono di gran lunga inferiori agli eventi che si verificano nel corso di una guerra convenzionale, mentre "alta intensità politica" significa che essi sono mirati al conseguimento a risultati di nel campo della politica interna. <br />
<br />Concettualmente, quindi, tutta l'eversione nera così come quella rossa, in Italia così come all'estero, sarebbero "strategia della tensione".
<br />
<br />
Formalmente, però, l'espressione "strategia della tensione" quando riferita alla storia d'Italia viene utilizzata per indicare specificamente una fase dell'eversione nera, che inizia con l'attentato alla Fiera di Milano il 25 aprile del 1969 e termina il 4 agosto del 1974 con la strage dell'Italicus.
<br />
<br />
Modalità ed obiettivi non erano lasciati all'estrosa iniziativa del singolo, ma erano in qualche modo indicati, se non codificati, nell'ambito di incontri nazionali ed internazionali (come il Convegno dell'hotel Parco dei Principi o nell'ambito di iniziative dell'Aginter Presse), con tanto di manuali (come i manuali della stessa Aginter Presse, o il - presunto - manuale U.S. Army Field Manual 30-31B). E lo scopo era quello di mostrare alla cittadinanza l'incapacità degli esponenti politici di governo di garantire la loro stessa sicurezza o quella della cittadinanza; pertanto le azioni dovevano essere dirette contro singole personalità, oppure verso una moltitudine di persone comuni, in tutta Italia.
<br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAhYJZUlEUPmDoOMR2nia79Yjt8llRDdpgReaFwMqAqIu37NQ-PSUV2b3ILU00gNH_85wF_wCMxMz646EO2O3LGDli1XrzBAozEBqO-M0TtDiZ3T-XjUyl_1yedHm1ddOCKAG5hsLJJEAT_jg0VGbHL_lULz1C2dTuHXoY1o4jYMU0cgV2lZPGuDCB/s996/Aginter.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="996" data-original-width="696" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAhYJZUlEUPmDoOMR2nia79Yjt8llRDdpgReaFwMqAqIu37NQ-PSUV2b3ILU00gNH_85wF_wCMxMz646EO2O3LGDli1XrzBAozEBqO-M0TtDiZ3T-XjUyl_1yedHm1ddOCKAG5hsLJJEAT_jg0VGbHL_lULz1C2dTuHXoY1o4jYMU0cgV2lZPGuDCB/s320/Aginter.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel 1974 l'Europeo pubblicò quanto contenuto in alcuni dei manuali e gli argomenti delle "lezioni" che venivano tenute all'Aginter Press. Per quel che riguardava il terrorismo, i concetti espressi erano i seguenti:
<br />
<br />
<br />
<i><b>Terrorismo:</b> l'azione psicologica tende ad ottenere l'adesione della popolazione e a volgerla contro il potere; il terrorismo spacca la resistenza della popolazione, ottiene la sua sottomissione e provoca la rottura tra popolazione e potere.<br />
<br />
Il terrorismo ha per scopo psicologico di colpire l'opinione pubblica e di spingere il potere a indurire la sua politica e ad accettare la guerra. Inoltre si ottiene una presa sulle masse con la creazione di un clima di inquietudine, di insicurezza, di pericolo.</i><br />
<br />
<b>Terrorismo selettivo:</b><i> cerca i demolire l'apparato politico e amministrativo eliminando i quadri di questi organismi. Ha per obiettivo di sciogliere i quadri naturali ( autorità, amministrazione, ecc).</i><br />
<br />
<b>Terrorismo cieco:</b> <i>ha per scopo di screditare il potere, di minare la fiducia del popolo, di disorganizzare le masse per meglio manipolarle.</i><br /><br />
<b>Progressione:</b><br />
<i>- eliminazione di personalità: per colpire l'opinione pubblica;<br />
- eliminazione di quadri importanti: per sconvolgere l'amministrazione;<br />
- eliminazione di piccoli quadri e di elites naturali per spaccare la società;<br />
- minare le infrastrutture per disorganizzare l'economia;<br />
- attentati e sabotaggi generalizzati per provocare la paralisi di una zona.</i><br />
<br />
<br />
<br />
Uccidere dei perfetti sconosciuti nella provincia di Firenze <b><i>non</i></b> avrebbe potuto provocare alcun senso di insicurezza <b><i>diffusa</i></b>, <b><i>nessuna destabilizzazione</i></b>. <br />
Inoltre, i primi due delitti che rientrano nella vicenda "Mostro di Firenze" sono dell'agosto del 1968 e del settembre del 1974, quindi a ridosso ma fuori dai limiti che definiscono il periodo temporale della "strategia della tensione"; gli altri, disperatamente al di là di tale limite.
<br />
<br />
Pertanto, in ciò che é scritto qui la "strategia della tensione" <b><u>non c'entra niente</u></b>. Spero che almeno questo sia chiaro.
<br />
<br />
Prima di passare al processo della risoluzione dell'indovinello regressivo, la vicenda richiederebbe tuttavia un'analisi preventiva
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Analisi preventiva</b></i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ci troviamo di fronte a otto duplici omicidi, tutti diversi tra loro, che avvengono, senza un movente apparente, ad intervalli che variano dai quattro mesi ai sette anni.
<br />
<br />
Per essi, la Moderna Mostrologia postula l'esistenza di non meglio identificate "pulsioni", già menzionate sopra, che non spiegano né le motivazioni, né gli intervalli degli omicidi.
<br />
<br />
Invoca ipotetici depistaggi per cercare di dare una spiegazione al perché ciò che venne mascherato per tredici anni doveva improvvisamente venire scoperto.
<br />
<br />
Crea relazioni fantasiose tra elementi irrilevanti e su ciò crea altrettanto fantasiose ricostruzioni dinamiche.
<br />
<br />
Ipotizza comportamenti irrazionali e sconsiderati da parte di soggetti che hanno un passato discutibile, ma dei quali sono proprio i trascorsi a negarne la verosimiglianza
<br />
<br />
E basa tutto ciò su dati che vengono considerati veri o falsi dipendentemente da quanto siano funzionali alla tesi che vuole dimostrare; se Zuntini asserisce che i colpi del delitto del 1968 vengono esplosi da un'arma vecchia e usurata, Zuntini é un perfetto imbecille. Se De Fazio adopera un software scegliendo parametri arbitrari in una procedura mai validata in alcun modo e ritiene di aver dimostrato con tale modalità fantasiosa e campata in aria che tutte le escissioni provengono dalla stessa mano, merita una <i>standing ovation</i> dal nutrito popolo dei mostrologi.
<br />
<br />
Torniamo un momento alla realtà dei fatti, e cerchiamo invece una spiegazione plausibile e razionale del fenomeno che é stato osservato per quasi un ventennio.
<br />
<br />
Assumiamo, come avviene per la maggior parte delle attività umane, che il fenomeno abbia delle motivazioni, e che tali motivazioni si riflettano nelle azioni, nelle modalità con le quali esse sono state condotte, e nella cadenza temporale. Questa é la maniera usuale, <b><u>normale</u></b>, di darsi delle spiegazioni, non é né complottistica, né dietrologica. <br />Ciò che non é normale, usuale, e che é invece "dietrologico", é pensare che qualcuno massacri delle persone perché nei pressi del luogo in cui si sono appartate vi sia un corso d'acqua, o perché il giorno successivo sia stato indetto uno sciopero generale. <br />
Questo non é in assoluto impossibile, ma é tanto improbabile che occorrerebbe qualche evidenza che sia così. Evidenza che non esiste. Il "ragionamento" é "<i>se io non riesco a capire ciò che succede, allora é qualcosa che non può essere compreso. Che non ha spiegazioni razionali. Quindi invoco Zodiac, o un Mostro ricco bello intelligente ed impotente</i>", che però ha poi le fattezze di Salvatore Vinci, Pietro Pacciani o Giancarlo Lotti. <br />Questa, invece, non sarebbe "dietrologia"... vero?
<br />
<br />
Tentiamo adesso da qui di riportare la vicenda sui binari della razionalità.
<br />
<br />
Cerchiamo innanzitutto di analizzare la questione nei suoi tratti essenziali servendoci degli schemi giallistici più classici per inquadrarla: l'occasione, l'arma ed il movente.
<br />
<br />
L'<b>occasione</b> é chiara: é rappresentata da chiunque sia appartato in un luogo isolato, ed in condizioni di vulnerabilità perché estraniato dall'ambiente circostante. <br />
Possono essere due amanti attempatelli con un bambino, due uomini, un ragazzino ed una ragazzina che amoreggiano, una coppia di campeggiatori, poco importa. E' la situazione che crea l'occasione, non la "vittimologia" (altro concetto "dietrologico", almeno in questo caso). <br />
Gli unici parametri di scelta sono il luogo isolato ed appartato e la possibilità di utilizzare il fattore sorpresa; quando la presenza di tali parametri non é soddisfatta, l'azione può rivelarsi inefficace, come a Baccaiano.
<br />
<br />
L'<b>arma</b> non é stata mai trovata, per quanto sia stata cercata in tutti i modi. E' stata cercata fisicamente. Si é tentato di identificarla con tutti i metodi a disposizione: dall'attento esame dei registri alle prove di poligono. <br />
Nulla sappiamo dell'arma; né quale sia stata la provenienza, né chi la custodisca. <br />
E neanche, con precisione, di che arma si tratti. Quella del primo delitto non viene identificata dal perito balistico. Quella dei delitti successivi viene individuata in una Beretta serie 70 a canna lunga (e questo soprattutto per il numero di colpi esplosi, come illustra esaurientemente Spampinato, ma senza altre evidenze). I tecnici Beretta giurano invece che i bossoli devono essere stati stati esplosi da un'arma a canna corta. <br />
In realtà, l'unica cosa che sappiamo sull'arma é che i reperti balistici <b><u>nelle verifiche eseguite dal 1982 in poi</u></b>, risultano analoghi, all'esame microscopico, per gli otto omicidi; ma per analisi condotte nei periodi antecedenti così <b><u>non</u></b> é.
<br />
<br />
Il <b>movente</b>, all'infuori di qualche ipotesi più realistica ma che non regge al vaglio dei fatti, o di fantasie senza alcun fondamento razionale, non lo abbiamo. Né, così su due piedi, é facile ipotizzarlo. <br />
Perché deve tenere conto della differente tipologia degli omicidi, della cadenza inspiegabile, e dell'operazione di scopertura del delitto di Signa, che viene dopo una difficile e laboriosa operazione di copertura avvenuta ai tempi del delitto, e conclusasi felicemente con l'individuazione di Stefano Mele come colpevole.
<br />
<br />
La domanda da porsi, allora, andrebbe formulata in questi termini: perché ogni tanto (o ogni poco) qualcuno in campagna viene ucciso, e può
accadere che una forma di vilipendio di cadavere (incisioni multiple, scuoiamento del pube, totale escissione di varie strutture anatomiche, asportazione di una mammella) venga operata, e sul luogo si repertino bossoli e proiettili che sembrano provenire dalla stessa arma?
<br />
<br />
E' questa la domanda alla quale trovare una risposta razionale, e la risposta non può trovarsi nella frase che un mentecatto dice ad un'invalida per cercare di scoparsela "<i>quando sei con me il Mostro non c'é</i>"
<br />
<br />
E' a questo punto che entra in gioco la risoluzione dell'indovinello regressivo
</div>
<br />
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<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>L'indovinello regressivo per l'individuazione di un possibile movente</b></i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Innanzitutto, é evidente che avere un'idea anche approssimativa dell'agente, contribuirebbe a restringere il campo nel quale ricercare i possibili moventi. Diverse tipologie di individui possono venire mossi da diverse motivazioni; da un certo punto di vista, sarebbe un'operazione in qualche modo assimilabile al <i>profiling</i>.
<br />
<br />
Sono stati, a più riprese, forniti i particolari che indichino la presenza di più persone sulla scena. Non li ripeterò qui. Si dice che "non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire". <br />
Riprendendo allora per analogia l'espressione (che personalmente detesto) di "analfabeta funzionale", per indicare chi pur avendo gli strumenti per leggere, non trae alcun profitto dalla lettura, il "sordo che non vuol sentire" sarebbe un "sordo funzionale". Poiché ripeto, le informazioni relative agli indizi dai quali si desume che diverse persone devono avere partecipato ai delitti sono già state fornite, non serve ripeterle qui perché se qualche "cieco funzionale", avendole già lette, non dovesse essere riuscito a vederle prima, non sarà certo il reiterarle qui adesso che gli consentirà di vederle ora.
<br />
<br />
Però, Lettore, ci sarebbe qualcosa che mi sentirei di <b><i>aggiungere</i></b> qui: hai mai provato a compiere un'operazione anche lievemente laboriosa di notte in campagna? Anche cambiare la ruota dell'automobile... se hai provato, ti sarai accorto di come la concentrazione necessaria a compiere l'operazione riduca la tua attenzione nei riguardi dell'ambiente circostante. Esattamente come avviene per le vittime del "Mostro". <br />
Al buio, in campagna, specialmente se hai solo una piccola luce, il tuo campo visivo risulta limitato a quanto illuminato dal fascio di luce; gli unici segnali provenienti dall'ambiente che ti circonda, molto più buio, divengono quelli sonori. Ma il tuo udito, concentrato sull'operazione che compi, non é particolarmente attento a ciò che accade intorno a te. <br />
<br />
Di contro, la tua luce, nel buio, ti rende individuabile. Sei vulnerabile, esattamente come le povere vittime del presunto "Mostro".
<br />
<br />
Consideriamo adesso ciò che avvenne a Rabatta. Anche perchè, tra l'altro, é stato pubblicato meno di sei mesi fa, sul blog "<b> Mostro di Firenze – Monster of Florence</b>" un interessante articolo a firma Jacopo Cioni, riguardo alle ferite post-mortem subite da Stefania Pettini, dal titolo "<i>Le punzecchiature di Stefania Pettini</i>" e che mostra come sia improbabile che esse siano state inferte da una singola persona. Costituisce solo un ulteriore, per quanto importante,
indizio che si aggiunge ai molteplici già esistenti che indicherebbero come le azioni omicidiarie siano condotte da più persone; nondimeno resta molto interessante, e val la pena di leggerlo.
<br />
<br />
Ma quand'anche fosse stato un unico Mostro ricco, bello, intelligente e senza cacchio a farlo, considera che non avrebbe potuto impiegare meno di dieci minuti a completare l'operazione. <br /><br />
Avrebbe inoltre dovuto cercare il tralcio di vite, e violare la povera Stefania.
<br /><br />
Avrebbe dovuto trasportarne il corpo.
<br /><br />
Avrebbe dovuto prendere gli abiti, piegarli, e depositarli dove sono stati trovati.
<br /><br />
Svuotare la borsetta di Stefania. <br />
<br />
E tutto questo nella più completa oscurità, e con un campo visivo ristretto alla zona illuminata da uno spot.
<br />
<br />
Prova tu stesso; ma non come avrebbe fatto De Fazio. Prova da solo, di notte, a muoverti su una superficie ampia, con terreno sconnesso, tentando di compiere operazioni complesse con una luce che non ti consente di vedere al di là del tuo naso, e men che meno di avere una visione d'insieme di quello che dovrebbe essere il tuo campo d'azione. <br />Prova ad alzare un braccio mentre la mano tiene un qualunque arnese, indi ad abbassarla e compiere un'azione. Prova, ad esempio, a sollevare un cacciavite, poi abbassare la mano e dare un paio di giri ad una vite, situata in una posizione che devi individuare al buio, per reiterare l'azione su un'altra, diversa vite, e cronometra quanto tempo impieghi... sei, sette secondi? Ecco, adesso moltiplica questo tempo per novantasei... <br />
<br />
Se le tue azioni fossero così complesse, inusuali ed articolate quali quelle del "Mostro" (duplice omicidio, accoltellamento, trasporto di un cadavere, incisioni con il coltello, tralcio di vite, ripiegamento degli abiti, svuotamento ed asportazione della borsetta), impiegheresti meno di un'ora per compierle? Un'ora durante la quale resti sulla scena dell'operazione, ti muovi, in maniera incerta, e la tua luce si muove con te... se questo lo avesse fatto il "Mostro", si sarebbe reso vulnerabile nell'identico modo in cui lo erano state le sue vittime poco prima.<br />
<br />
Va da sé che per poter condurre in sicurezza un'operazione tanto lunga e complessa, dovrebbe allora essere garantito il controllo completo del campo dell'operazione per almeno un'ora dopo il delitto; che eviti che vengano rilevati, anche a distanza, movimento, luci e tutto il resto. E questo, per quanto detto sopra, può essere assicurato solo dalla presenza di più persone. <br />
Accadrà in seguito che tale controllo potrà essere deficitario (Scandicci) o mancherà (Baccaiano) e qui il "Mostro" si allarmerà, telefonando a questo e a quell'altro.
<br />
<br />
Quindi il movente, qualunque esso sia, per diversi motivi deve comunque coinvolgere diverse persone
<br />
<br />
La domanda successiva é: da dove può provenire un simile gruppo di persone? Da cosa queste persone sono accomunate per agire di concerto? Qual é l'essenza di tale associazione? Potremmo cominciare a stilare un lungo elenco che comprende circoli bocciofili, dopolavoro ferroviario, associazioni di fotografia amatoriale etc... insomma, l'esclusione dell'ovvio la lascio a Te, perché fare un elenco dettagliato suonerebbe come un insulto alla Tua intelligenza. Ma alla fine, dopo un'attenta operazione di cernita, resterebbero solo quattro possibilità:
<br />
<br />
1) sette religiose o comunque ad orientamento mistico<br />
2) organizzazioni malavitose<br />
3) organizzazioni terroristiche<br />
4) organizzazioni clandestine "miste", nelle quali delinquenza comune, eversione e apparati statali occulti si mescolano per azioni illegali coperte
<br />
<br />
L'individuazione del gruppo, per inclusione o per esclusione, ci darebbe anche un'indicazioni sul movente, perché i quattro gruppi agiscono con motivazioni e finalità affatto diverse.
<br />
<br />
Ora, i sardi, che pure dovevano avere, se non per altro almeno per il 1968, una conoscenza riguardo a chi fossero i reali responsabili, nonostante ciò non hanno mai parlato, neanche se incarcerati. Chi o cosa temevano? Che sardi e siciliani potessero avere paura di una "setta" mi appare improbabile; non impossibile, ma almeno improbabile. Ma soprattutto mi appare ancor più improbabile che sardi e siciliani abbiano avuto paura di una "setta" per quasi un ventennio.
<br />
<br />
Un'organizzazione malavitosa avrebbe potuto intimorire i sardi fino al punto di soggiogarli; ma perché avrebbe dovuto farlo? E perché gli omicidi con questa cadenza? Di solito le organizzazioni malavitose perseguono finlità utilitaristiche: lucro o vendetta. Non si intravede nulla di ciò, in questa vicenda. Cosa esattamente avrebbe dovuto determinare l'entrata in azione, per otto volte, e con questa tempistica in apparenza senza senso?
<br />
<br />
Le organizzazioni terroristiche, oltre ad avere dei target che hanno un significato politico, tendono a pubblicizzare il loro operato, non a nasconderlo o a mimetizzarlo dietro false apparenze. Un terrorista che uccide qualcuno rivendica l'operazione, non briga affinché venga incolpato lo Stefano Mele di turno.
<br />
<br />
E le organizzazioni che si collocano a cavallo, a metà tra le due, tendono a rendere pubblica l'operazione pià che i suoi effetti. Essi voglio essere visti in azione. Come ci hanno <b>mostrato</b> in maniera estremamente esplicativa "la banda della Uno bianca" o la "banda del Brabante-Vallone".
<br />
<br />
Non resta che l'ultima possibilità, e cioé un'organizzazione molto potente, che non ha fini di lucro, i cui scopi devono rimanere segreti e che non deve assolutamente farsi identificare, che é poi la possibilità che fa gridare allo "scandalo dietrologico" i sostenitori del Mostro ricco, bello, intelligente e senza cacchio; eppure mezzo secolo di storia eversiva, di stragi, e di relative inchieste avrebbero dovuto insegnare a tutti che tali organizzazioni esistono davvero, e sono maledettamente efficaci. Poi, si sa, ognuno ha i suoi tempi per comprendere. Un apparato statale occulto, inoltre, sarebbe stato in grado di depistare ed occultare; cercare un aiuto nelle forze dell'ordine avrebbe avuto ottime possibilità di arenarsi e risolversi in un nulla di fatto.
Sarebbe stato possiibile, per una siffatta organizzazionee, condurre delle operazioni che invece eseguite da una sola persona richiederebbero dei superpoteri.
<br />
<br />
Abbiamo così avuto modo di verificare, ragionandoci su anziché applicando per fede paradigmi venuti fuori dalla testa altrui, come sia plausibile che proprio un'organizzazione che appare configurabile come una sorta di apparato parastatale illegale, di Servizio occulto possa avere, per qualche motivo, eseguito questa serie di omicidi.
<br />
<br />
D'altra parte, proprio un apparato parastatale occulto, avrebbe avuto la potenza necessaria ad intimorire chiunque ed i mezzi per depistare ed inoltre sarebbe stato in grado di sviare l'attività investigativa; cercare un aiuto nelle forze dell'ordine avrebbe avuto ottime possibilità di risultare inefficace.
<br />
<br />
Adesso possiamo passare a riconsiderare la domanda: il movente?
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<br />
Il movente di Signa é chiaramente rintracciabile nelle dichiarazioni, nelle testimonianze nei verbali; e questo é adeguatamente riportato nel relativo post.. Sintetizzando qui, per fare salva la discorsività del ragionamento, il Lo Bianco doveva essere in possesso di qualcosa con il quale intendeva ricattare qualcuno, anzi Qualcuno. Ed il Qualcuno risolvette il problema recuperando ciò che permetteva il ricatto, ed eliminando il Lo Bianco. La gestione locale dell'operazione doveva essere in carico al Cutrona il quale accorgendosi con sgomento che il Lo Bianco la sera prefissata avrebbe inaspettatamente avuto al seguito la Barbara Locci ed il piccolo Natalino, dovette estemporaneamente variare le modalità di intervento interagendo in qualche modo con gli esecutori materiali. Non potè comunque salvare la vita alla Locci, ma potè barattare la vita di Natalino con la colpevolezza di un inconsapevole Stefano Mele. Il tramite tra l'organizzazione e Stefano Mele fu Piero Mucciarini. Una volta risolto il problema, la condanna di Stefano Mele mascherò efficacemente le finalità dell'operazione e la faccenda si chiuse lì.
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<br />
La domanda consequenziale è: in cosa sarebbe consistito il mezzo di ricatto? O, in altri termini, cosa poteva dover essere sottratto al Lo Bianco?
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Anche questo sembra ovvio: poiché si é cercato nel bauletto dell'autovettura, nel borsellino della Locci e nei portadocumenti (come desumibile dai verbali), l'oggetto sarebbe stato un documento o una serie di documenti: lettera, salvacondotto, dichiarazione, verbale... avevo anche accluso un immagine al relativo post indicando come difficilmente avrebbe potuto trattarsi di un pianoforte o di una mucca, ma, evidentemente, l'immagine non era sufficientemente esplicativa.
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Almeno ciò si desume da un commento sul forum dedicato più volte menzionato, e del quale mi permetto di approfittare traendono lo spunto per
rendere l'idea in maniera ancor più esplicativa:
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGvD8r3v65gGzATAoiklGrhISpwH7-9YZ4DFt92jqTm8UQSShou3C2ZJsZNyqL4VcTUJ2fFxTClaBOjVNTYcz8r9HWYlR0homcM9v6gz4vWTa2Oy_oaxWVfRmFZQ5GRF3w_ZSVXTFPKZdgqoPABgwYdoS_DxXAm--zchQmPfcV-Es8bvMpH-ouzNRZ/s932/Documento%20forum.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="61" data-original-width="932" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGvD8r3v65gGzATAoiklGrhISpwH7-9YZ4DFt92jqTm8UQSShou3C2ZJsZNyqL4VcTUJ2fFxTClaBOjVNTYcz8r9HWYlR0homcM9v6gz4vWTa2Oy_oaxWVfRmFZQ5GRF3w_ZSVXTFPKZdgqoPABgwYdoS_DxXAm--zchQmPfcV-Es8bvMpH-ouzNRZ/s600/Documento%20forum.jpg" width="600" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Nel racconto "La lettera rubata" di Edgar Allan Poe
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXl2mK1SOnUgCrPMUEaA5WMzjin7NryNTMWtJRsbMWJ4txFqYSzgxIqb7-lysiNi_G9Ma1_GQvL7_jiXH5ZCQoRP-Sfx1oJS3hMlioqHNKaG3zxiI9RrDv_7XSSqV9dwW4NVkxr_LpvzHCSUb_55DkGKWM7mWIw7l5AuhaOI5vIjinhXPJjXEiQjIO/s1024/Edgar%20allan%20Poe.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="711" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXl2mK1SOnUgCrPMUEaA5WMzjin7NryNTMWtJRsbMWJ4txFqYSzgxIqb7-lysiNi_G9Ma1_GQvL7_jiXH5ZCQoRP-Sfx1oJS3hMlioqHNKaG3zxiI9RrDv_7XSSqV9dwW4NVkxr_LpvzHCSUb_55DkGKWM7mWIw7l5AuhaOI5vIjinhXPJjXEiQjIO/s320/Edgar%20allan%20Poe.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
(citato precedentemente nel post su "Il paradosso della pista sarda") si parla di come il Ministro D. ricattasse qualcuno con una lettera; ma poiché tale lettera non veniva trovata nel corso di perquisizioni condotte nascostamente nel suo appartamento, il ministro, tra l'altro, venne fatto aggredire da finti malviventi allo scopo di verificare se lo portasse sempre con sé.<br />
Se a qualcuno non dovesse interessare raggiungere i livelli culturali necessari per leggere Edgar Allan Poe può fare riferimento alle cronache, piene di fatti che riguardano soggetti che desiderino custodire un oggetto e per paura che venga trafugato lo portino con sé.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRecQ3PY14b8x9h_bsZEdwoCwf25RW-Je4E3FqTP5WgC_acS7Ai0fm1EyTw32bFh6f1vpKjjJvgPgwT8wF5WwSUJ8gooyLFt1INP5TXdhKwAwICO4FxX5u57QvEHSE8eNfF8Akq5lt0LLj0-ZQhXjGh_75jOwWDnGfn275wGnkUJ-f45Ukl7aBk4gP/s1890/cronaca.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1592" data-original-width="1890" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRecQ3PY14b8x9h_bsZEdwoCwf25RW-Je4E3FqTP5WgC_acS7Ai0fm1EyTw32bFh6f1vpKjjJvgPgwT8wF5WwSUJ8gooyLFt1INP5TXdhKwAwICO4FxX5u57QvEHSE8eNfF8Akq5lt0LLj0-ZQhXjGh_75jOwWDnGfn275wGnkUJ-f45Ukl7aBk4gP/s320/cronaca.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Quand'anche si incontrassero difficoltà con le cronache si può far sempre riferimento ai cartoni animati o alle fiabe; vi é una pletora di racconti nei quali al cattivo di turno vengono sottratti, mentre dorme, una chiave o un talismano che porta sempre con sé per timore che gli vengano trafugati. Non darò qui alcun riferimento specifico perché mia madre diede via tutti i libri di fiabe non appena, da bambino, divenni ragazzino.
<br />
<br />
Pertanto, il motivo per il quale il Lo Bianco avrebbe avuto con sé il documento é relativo ad un comportamento estremamente diffuso, e quindi sarebbe stato tanto ovvio da non richiedere nemmeno una discussione, ma lo specifico ugualmente: <i>perché temeva che gli venisse trafugato in sua assenza, ed evidentemente confidava nelle proprie capacità di custodirlo personalmente</i>
<br />
<br />
Rimane il fatto che anche se il Lo Bianco portava i documenti con sé, ritenendosi in grado di custodirli efficacemente, il seguito della storia ci dice che commise un errore di valutazione riguardo alle proprie capacità. O a quelle del Qualcuno. Egli, come il Ministro D. della "lettera rubata", é stato frugato, ma, differentemente dal soggetto del racconto di Poe, ci ha anche rimesso le penne. Probabilmente, se avesse compreso che non solo non sarebbe stato in grado di difendere il documento, ma neppure sé stesso, non si sarebbe nemmeno imbarcato nell'impresa.
<br />
<br />
La domanda successiva diviene: cosa rigurdava la documentazione?
In linea di principio, considerato che il Lo Bianco accenna ad un generico "arricchimento", la documentazione viene trafugata, e lui é deceduto, non ci sarebbe modo di saperlo. Tuttavia un'indicazione possiamo averla dal delitto di Rabatta. Quindi, torniamo un momento sull'argomento.
<br />
<br />
Il delitto di Rabatta venne condotto in maniera teatrale. La teatralità riguardò essenzialmente il vilipendio del cadavere della povera Stefania, ma vi sarebbe un elemento aggiuntivo; gli abiti piegati e lasciati ad una certa distanza, nonché la sottrazione della borsetta.
Ed a tale riguardo mi sento di aggiungere solo un particolare, e lo faccio perché sono stato delibertamente vago e possibilista nel rispondere alla specifica domanda di un Lettore (anzi, era una Lettrice) nell'ambito di un commento, che si trova in calce al post sugli omicidi di Giogoli, Vicchio e Scopeti:
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<br />
<i>Ritrovare delle spiegazioni logiche in ogni dettaglio degli eventi dal 1974 in poi non é materialmente possibile- [...] E' possibile (ma la sto buttando lì) che ambedue le iniziative siano state volte a sottolineare il totale controllo della situazione, in modo da suonare come un messaggio anche più chiaro per chi doveva tacere per sempre su ciò che sapeva.</i>
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<br />
<br />
Ma il motivo per il quale avrei assunto tale atteggiamento ermetico rimane sempre il medesimo: desideravo stimolare un ragionamento nel mio interlocutore, non passare un'informazione frutto di un ragionamento personale.
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<br />
Cerco <i>adesso</i> di essere più esplicito
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<br />
Così come vi sono dei messaggi chiaramente intimidatori, come la testa di maiale o di cavallo lasciata dinanzi l'uscio di casa, vi sono certi crimini che vengono commessi allo scopo di lanciare un messaggio preciso, anche se non immediatamente evidente.
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<br />
Se la vittima del crimine non viene danneggiata, né tantomeno uccisa, il messaggio é di solito diretto alla vittima stessa.
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<br />
Se invece viene commesso un omicidio, e nel corso dell'omicidio vengono eseguite operazioni apparentemente immotivate, va da sé che il messaggio non può essere recepito dalla vittima dell'omicidio, ma deve giocoforza essere diretto ad altri.
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<br />
Per restare in qualche modo in tema, un esempio del primo tipo é costituito dal furto d'auto (una <b>Y10</b>) del quale fu vittima Michele Ristuccia; l'auto fu fatta ritrovare intatta qualche giorno dopo, ma al ritrovamento seguì subito una telefonata intimidatoria "<i>la prossima volta saltate in aria</i>".
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<br />
Un esempio del secondo tipo é costituito dall'omicidio di Aldo Semerari. Qui Il fatto saliente non sta tanto nell'omicidio in sé, e nemmeno nel fatto che sia stata tagliata la testa di Aldo Semerari. Il fatto saliente é che la testa sia stata lasciata sul sedile dell'auto nella quale venne ritrovato il cadavere. <b><i>E' questo</i></b> che contiene la parte più importante del messaggio intimidatorio, non la decapitazione in sé. Il messaggio vero sta nella modalità di presentazione, che lo rende un omicidio profondamente diverso da quello del gruppo di fuoco che passa su una motocicletta, lascia morta a terra la vittima, ed in un istante fugge via.
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<br />
I segnali qui sono comunque assimilabili; ambedue vogliono significare: "<i>abbiamo il completo controllo, la padronanza della situazione, per cui se riteniamo di farlo, entriamo in azione e tu non puoi sfuggirci in alcun modo. Non puoi difenderti</i>".
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<br />
Nel caso di Ristuccia significa "<i>Così come abbiamo preso la tua auto senza alcun problema, nello stesso modo vi installiamo dell'esplosivo all'interno</i>"
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Nel caso di Semerari il messaggio é diretto ad altri e significa "<i>faremo lo stesso senza alcun problema a tutti coloro che si comportano nello stesso modo, perché abbiamo la pià completa libertà di azione</i>"
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Per Stefania Pettini la faccenda appare analoga. Il vilipendio del cadavere equivale alla decapitazione. Ma la piegatura degli abiti e la borsetta asportata e poi fatta ritrovare sono equivalenti alla testa lasciata sul sedile. Vogliono significare: "<i>abbiamo il completo controllo della situazione. Pertanto, stavolta é toccato a loro. Se non vi comporterete come noi ci aspettiamo, la prossima volta toccherà a voi. E non avrete modo di difendervi</i>".
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<br />
La domanda che segue é: a chi erano diretti i segnali? Non certamente alle vittime, che erano decedute. E vista la giovane età ed il lavoro svolto, neanche a qualcuno che fosse legato direttamente a loro: due ragazzini perbene appena ventenni potevano mai avere legami che implicassero un delitto così orrendo?
<br />
<br />
Dobbiamo quindi necessariamente guardare verso i familiari. Cosa che all'epoca fecero anche gli inquirenti ed i giornalisti; ma lo fecero rivolgendosi verso la persona che, avendo dei precedenti, era colui che la logica di allora individuava.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1UJYBFOiWNOyXz0vhsc8yB7gRePPoqKHNKIFGz5y_NDH2jW8ik-0mALpbzVVjwMyR_2w6XxW_dg_FCZvDIg1MffUVs4h9TAbWmAK2AH3jO5QQCtsiQS78CuHbglnNqD0EA6gqoozhZDhcRk1mWgTF7FfV5RBSUySdMZquLQ0IZRnxKvMsrp19SdvQ/s2030/articolo%20pettini.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1877" data-original-width="2030" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1UJYBFOiWNOyXz0vhsc8yB7gRePPoqKHNKIFGz5y_NDH2jW8ik-0mALpbzVVjwMyR_2w6XxW_dg_FCZvDIg1MffUVs4h9TAbWmAK2AH3jO5QQCtsiQS78CuHbglnNqD0EA6gqoozhZDhcRk1mWgTF7FfV5RBSUySdMZquLQ0IZRnxKvMsrp19SdvQ/s320/articolo%20pettini.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ma Vincenzo Gentilcore era beneventano, e gli eventi che gli sporcarono la fedina penale avvennero nel beneventano; ora noi, a distanza di mezzo secolo, sappiamo invece che il fenomeno "Mostro di Firenze" riguardò esclusivamente le valli che circondano Firenze; Benevento é 400 km più a sud. <br />
<br />Dovremmo quindi rivolgerci necessariamente ai genitori della Pettini. Escludendo Bruna Bonini, <b><i>l'unica</i></b> situazione di una certa rilevanza presente in quella famiglia è la militanza nelle fila partigiane di Andrea Pettini: E precisamente nella Brigata "Lanciotto", confluita poi nella Divisione "Arno", formazione comunista; ed il fatto che fosse proprio comunista é, come vedremo, un particolare della massima importanza.
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Anche questa possibilità, e cioè una sorta di vendetta politica, venne successivamente presa in considerazione
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7GYW_p-RMgV_mV6hiZi5v9oNjmWcztbsbFZuX_6XrcRkaNjPs4IfKVnlKhW3NuIo0r6OGlLcDNlxerM2ugcxw4hXTtcpEWLOdG1Rv9BYrRXe54h_XvS-mXrh3WcmAO3cZ1VOFTGi-ZbRAB6972gFsaNv44jzdRKK5GHGUP2ZAZXVBqUoRqwA2gm7s/s1024/Art%20pettini.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="757" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7GYW_p-RMgV_mV6hiZi5v9oNjmWcztbsbFZuX_6XrcRkaNjPs4IfKVnlKhW3NuIo0r6OGlLcDNlxerM2ugcxw4hXTtcpEWLOdG1Rv9BYrRXe54h_XvS-mXrh3WcmAO3cZ1VOFTGi-ZbRAB6972gFsaNv44jzdRKK5GHGUP2ZAZXVBqUoRqwA2gm7s/s320/Art%20pettini.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ma qui, tralasciando l'interpretazione un po' romanzesca che viene data al ritrovamento degli abiti piegati, vale comunque quanto detto a proposito della tipologia dell'organizzazione: un'organizzazione terroristica, politica, ha l'interesse precipuo di rendere esplicite le sue azioni e la motivazione retrostante, non di mascherarle. Ha l'interesse a rivendicarle, non a sottacerle. Eppoi, come potrebbe ricollegarsi ciò al delitto di Signa?<br />
<br />
Quindi la militanza nella Resistenza é <b><i>indubbiamente</i></b> la situazione conosciuta più significativa nella vita della famiglia Pettini, ma che il suo riflesso consista nell'istigare un'ipotetica "vendetta" della parte avversa a trent'anni di distanza, e con tali modalità, é <b>irrealistico</b>. E' <b><i>molto</i></b> più plausibile dedurre che il legame tra Signa e Rabatta sia in relazione al contenuto dei documenti sottratti, riconducibili in qualche modo al passato di Andrea Pettini.
<br />
<br />
Sebbene questo ci fornisca un'indicazione di massima, nulla ci dice su cosa tale documentazione abbia potuto specificamente concernere. E, al momento, riguardo a ciò non abbiamo risposta, né abbiamo modo di averla. Al momento possiamo solo andare avanti.
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<br />
Dopo sette anni, vengono commessi tre delitti nel giro di un anno. Anche qui i delitti sono diversi; ma al termine della serie, compare la "pista sarda".
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Da quel momento in poi, vengono commessi ulteriori tre delitti, con cadenza annuale. Gli ultimi due hanno in comune il tipo di escissione eseguita sul cadavere femminile (sono gli unici due delitti della serie che mostrano una sovrapponibilità delle lesioni); subito dopo il terzo viene inviata una lettera anonima all'ex PM che si era già occupata del caso, e che aveva richiesto di essere sollevata dall'incarico.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7mV9AISzyF7fytgO6qhnISvJiccFp9wsi1T0mTRPuDF4dB4FbPuK7k1LzKse7kZeMYvleb-i74sahOeoxNKmnlVcb14YAeseTtLvtnm-g9hOLMdTFnuRsFRtJrixLY0wBaFt975WPJBWjm9krwiuopmtd-yEPzZt27JvENQhArw7o-s2f6HbEYrme/s1024/lettera.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="669" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7mV9AISzyF7fytgO6qhnISvJiccFp9wsi1T0mTRPuDF4dB4FbPuK7k1LzKse7kZeMYvleb-i74sahOeoxNKmnlVcb14YAeseTtLvtnm-g9hOLMdTFnuRsFRtJrixLY0wBaFt975WPJBWjm9krwiuopmtd-yEPzZt27JvENQhArw7o-s2f6HbEYrme/s320/lettera.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La "Pista sarda" viene aperta dopo il terzo delitto di questa seconda serie, focalizzando l'attenzione degli inquirenti sul delitto del 1968, con il recupero del relativo fascicolo processuale, nel quale si trovano reperti balistici, analoghi a quelli di altri delitti, reperti che tuttavia non avrebbero dovuto trovarsi lì. Subito dopo tale evento, Piero Mucciarini invia una comunicazione scritta a Stefano Mele, che aveva finito di scontare la pena, mostrando di conoscere perfettamente un'informazione coperta dal segreto istruttorio, e tentando di indurlo a rivelare il nome del vero responsabile.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz3-xvFI5smqAmesqC_ghl8Pa4bgQ8OakUwt90l4Uk2XOEt5i3aX399JyT0MA_8pSrZNnrjh2Y2v2wgliSg50LaOMjqBxVjm14natasgYWJV5EGM25SiaZbi6Ot3d9oZ5If9OVlerpuBjqlK36NsqM3KX9HZCPD-LyvxconA0fEEubdYFp9EJc-HQP/s1024/LO%20-%20ZIO%20PIETO%20def.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="893" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz3-xvFI5smqAmesqC_ghl8Pa4bgQ8OakUwt90l4Uk2XOEt5i3aX399JyT0MA_8pSrZNnrjh2Y2v2wgliSg50LaOMjqBxVjm14natasgYWJV5EGM25SiaZbi6Ot3d9oZ5If9OVlerpuBjqlK36NsqM3KX9HZCPD-LyvxconA0fEEubdYFp9EJc-HQP/s320/LO%20-%20ZIO%20PIETO%20def.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Stefano Mele conserva il foglio contenente il messaggio, ma non parla. Da lì in poi seguono gli altri tre omicidi.<br />
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Nel 1985 la serie omicidiaria infine cessa, ma ovviamente anche questa é un'informazione della quale si può divenire consapevoli solo molto tempo dopo, in quanto allora non vi fu alcuna "dichiarazione" al riguardo; la sua conoscenza deriva infatti da una constatazione che é potuta divenire tale in tempi molto più recenti: essendo ormai trascorsi decenni dall'omicidio dell'85, la serie può dirsi terminata.
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<br />
E qui fatalmente termina anche il gioco dell'indovinello regressivo. Qual é la situazione che può venire ricostruita?
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<br />
Il Lo Bianco possedeva della documentazione, relativa ad eventi accaduti durante la Resistenza, con la quale intendeva ricattare qualcuno.
Il Qualcuno si rivolge ad un'organizzazione che sta a cavallo tra malavita e apparato parastatale, ma comunque in grado da un lato di intimorire fino a neutralizzarne le reazioni sia sardi sia siciliani, e dall'altro relativamente protetta da eventuali interventi della giustizia ufficiale; l'organizzazione uccide il Lo Bianco e recupera il documento.
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<br />
Sei anni più tardi, alcune persone che erano comunque a conoscenza dei contenuti della documentazione, pur in assenza di essa si trovano nella condizione di poter rendere qualche forma di testimonianza, di poter raccontare. Il Qualcuno chiede protezione sempre alla medesima organizzazione, la quale commette un omicidio eclatante, impressionante, e questo lancia un monito a coloro che sanno. E di questa faccenda non si parla più.
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<br />
Sette anni dopo, invece della faccenda si deve parlare ancora; deve tornare alla ribalta. Evidentemente, Il Qualcuno, che prima era stato protetto dall'azione dell'organizzazione, ha perso tale protezione e, per qualche ignoto motivo deve ora, invece, venire colpito. E per colpirlo, sempre per qualche ignoto motivo, ci si serve della stessa organizzazione alla quale lui si era precedentemente rivolto per risolvere i propri problemi.
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<br />
Anche stavolta l'organizzazione agisce compiendo degli omicidi; ben tre, prima di riuscire a far riconsiderare il delitto di Signa, creando così un collegamento tra i delitti di Signa e di Rabatta. Una volta ottenuta la riapertura del caso, viene cercata ancora la collaborazione di Piero Mucciarini per indurre a Stefano Mele a rivelare cosa fosse accaduto originariamente, rendendo palesi i reali motivi del duplice omicidio di Signa, fino a quel momento nascosti; ma Stefano Mele non aderisce a tale richiesta. Il Giudice Istruttore comincia ad incriminare i sardi, che in realtà non c'entrano niente, e chi sta organizzando questo continua ad uccidere per scagionare i sardi ed orientare gli inquirenti su un'altra strada.<br />
<br />
Alla fine, dopo il 1985 deve necessariamente accadere un evento, consistente in qualcosa che non può essere inferito da un semplice ragionamento, ma in seguito a cui il continuare le azioni non risulta più né importante né tantomeno necessario.
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Questo é tutto ciò che si può ricavare dalla risoluzione dell'indovinello. Nulla di più.
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<br />
Restano delle grosse zone d'ombra, degli eventi che non hanno una precisa spiegazione logica che possa pervenire dalla risoluzione dell'indovinello, il quale resta però l'unica soluzione possibile per spiegare gli altri fatti.
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<br />
Il primo evento peculiare é la ripresa degli episodi: perché proprio dopo sette anni?
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Il secondo é il sovvertimento dei rapporti tra il Qualcuno e l'organizzazione: perché improvvisamente si rivolta contro il Qualcuno?
<br /><br />
Il terzo é il termine degli omicidi; perché terminano proprio nel 1985?<br />
<br /><br />
Mentre il primo ed il terzo evento devono fare riferimento a qualche informazione che non é in alcun modo desumibile dal ragionamento che ci ha condotto fin qui, per il secondo sarebbe ancora possibile pensarci su.
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<br />
Si potrebbe supporre che, in realtà, sia un'altra l'organizzazione che, su richiesta di Qualcunaltro, decida di colpire il Qualcuno; ma questo non sarebbe congruente con i fatti, perché i reperti balistici sono gli stessi, ed essi, che sia che consistano nel possesso dell'arma, sia in bossoli preventivamente esplosi e poi lasciati sui luoghi, devono comunque essere nella disponibilità di coloro che commettono gli omicidi.
<br />
<br />
Si potrebbe supporre che siano totalmente cambiati i vertici dell'organizzazione; ma allora perché ricorrere ad un metodo tanto truculento, a tale cruenta teatralità, quando queste cose di solito si risolvono con delle comunicazioni anonime alle forze dell'ordine o alla magistratura?
<br />
<br />
In sintesi, tutto ciò che é stato possibile desumere attraverso il metodo per la risoluzione di un indovinello regressivo é che una potente organizzazione, non malavitosa in senso stretto ma che agisce comunque ben al di fuori della legalità, si sia attivata per fornire protezione e copertura a qualcuno che stava subendo un ricatto. A distanza di tredici anni, la medesima organizzazione é stata attivata nuovamente, ma per cercare di far scoprire ciò che aveva coperto tredici anni prima. Tutto sommato, poco più di un'ovvietà, chiaramente visibile nella sequenza dei fatti, se si guarda ad essi con obiettività e scevri da condizionamenti.
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<br />
Ma, come detto sopra, alla fin fine un indovinello regressivo é un gioco, non un modello della realtà. E' pensato per definire una struttura logicamente coerente ma astratta; affinché la struttura astratta possa trovare una corrispondenza concreta nella realtà, é necessario un ulteriore passaggio.
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Tale passaggio é l'individuazione di prove circostanziali
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<span style="font-size: medium;">
<i><b>Prove circostanziali e cronologie</b></i>
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<div style="text-align: justify;">
Giunti a questo punto, entrano in gioco le prove circostanziali. Sappiamo che gli eventi di cui ci stiamo occupando sono molto gravi ed importanti; non si eseguono simili azioni per passatempo.
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<br />
Sappiamo che riguardano la Toscana. Abbiamo delle date. Resta da confrontare la cronologia degli eventi relativi al "Mostro di Firenze" con quella relativa alla Toscana, e trovare le coincidenze; che devono ovviamente riferirsi ad eventi in cui può essere implicata un'organizzazione assimilabile a quella il cui profilo é compatible con quello dedotto dalla risoluzione dell'indovinello.
<br />
<br />
Da un punto di vista teorico, tale attività non presenterebbe grosse difficoltà; sempre sul blog " <b>Mostro di Firenze – Monster of Florence</b>" citato prima sono elencati tutti gli eventi relativi al "Mostro di Firenze" in ordine cronologico, mentre gli eventi rilevanti, in generale, per l'Italia possono trovarsi in una varietà di siti come "<b>Senti le rane che cantano</b>" "<b>strano.net</b>" ,"<b>uonna.it</b>" o la cronologia della "<b>Fondazione Cipriani</b>"
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<br />
Dal punto di vista pratico, l'esecuzione dell'operazione non risulta invece altrettanto agevole a causa del fatto che per quel che riguarda gli eventi italiani, la quantità di quelli elencati, e non applicabili, é enorme; ed anche per quelli relativi al "Mostro di Firenze" avviene la medesima cosa, in quanto nel blog summenzionato sono riportati moltissimi eventi che sono o irrilevanti (ad es. la morte di Antonietta Mele o Consulenza della sensitiva Teresa Stoppioni) o la cui attinenza é solo presunta sulla base di supposizioni (ad es. il delitto di Elisabetta Ciabani).
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<br />
Quindi in pratica, dopo una preventiva cernita, si é reso necessario un lungo e progressivo lavoro di selezione e di integrazione; al termine di esso fui in grado di individuare soltanto due concatenazioni di eventi per le quali coincidessero luoghi e date.
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<br />
La prima iniziava nel 1974 e terminava nel 1985. Qui l'idea era che il servizio cui si fosse rivolto originariamente il Qualcuno potesse essere stato gestito dall'UAR tramite una squadra di "collaboratori esterni". Allo smantellamento dell'UAR nel 1974 avrebbe fatto seguito una reazione da parte di alcuni di essi, tesa forse a dimostrare la loro utilità nella gestione della sicurezza sul territorio (un po' come i forestali stagionali che danno fuoco ai boschi per essere assunti o confermati nell'incarico).
<br />
Lo smantellamento fu opera di Taviani, ed il questore di Firenze dal 1981 al 1985 fu Catalano, uomo di Taviani. Alla sua nomina avrebbe fatto seguito la serie omicidiaria 1981-1985, sempre a scopo dimostrativo, per screditare l'operato del questore e dimostrare la sua totale inadeguatezza a far fronte ad eventi importanti, quali appunto gli omicidi del "Mostro di Firenze"; la serie sarebbe poi cessata con la nomina di un nuovo questore a Firenze.
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<br />
Questa storia mi é sempre sembrata debole per più di un motivo, pertanto sarei stato il primo a considerarla irrealistica; nondimeno, l'ho utilizzata per <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_59.html" target="_blank">la trama di "Coraggioso il mercoledì"</a>. I riferimenti ai fatti non erano espliciti, ma nel mio stile un po' criptico erano comunque stati forniti, con la presenza delle immagini di D'Amato, Taviani e Catalano nel collage all'inizio del post.
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<br />
Inolte questa storiella, oltre a risultare poco verosimile, non avrebbe alcun tipo di riscontro, e la corrispondenza delle date non é affatto precisa (Catalano andò via da Firenze perché fu incaricato a Torino, e la nomina alla questura di Torino avvenne nel maggio del 1985, quindi prima di Scopeti); eppoi, non fornisce alcuna spiegazione dell'incongruenza più grande, e cioè del perché chi si era tanto adoperato per coprire il delitto di Signa, improvvisamente vi avrebbe acceso sopra i riflettori. <br />
A meno di non considerare anche questo una semplice forma di vendetta; ma é difficile pensare che una siffatta vendetta, da parte di fuoriusciti (identificabili) da un apparato istituzionale, per quanto occulto, non avrebbe generato delle reazioni.
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L'altra catena di eventi é più articolata, ed é quella che ho illustrato nei post precedenti; poiché però c'é chi si é lamentato di una scarsa comprensibilità dell'esposizione
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirkraodEKDa0OC_mm0ZTktY07ojYypGUh1cowuGvMX8IR5fkxmhlWu_78avYMXzVbWSopqBX1ouVZ63UJMPaY3r7gZdWLmI29Ccm9O_7zj0okbnhR79no28iKv8TT1_Yxak0qkKDZCV1hdJK0Hbe6Kd-4awn8PlWYnv11YDATS9WO853F2cHQKjxTY/s991/non%20capire%202.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="170" data-original-width="991" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirkraodEKDa0OC_mm0ZTktY07ojYypGUh1cowuGvMX8IR5fkxmhlWu_78avYMXzVbWSopqBX1ouVZ63UJMPaY3r7gZdWLmI29Ccm9O_7zj0okbnhR79no28iKv8TT1_Yxak0qkKDZCV1hdJK0Hbe6Kd-4awn8PlWYnv11YDATS9WO853F2cHQKjxTY/s600/non%20capire%202.jpg" width="600" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
la sintetizzo qui in maniera esplicita con (quasi tutti i) nomi e cognomi, in modo tale da non richiedere alcuno sforzo intellettuale per la comprensione. A gentile richiesta...
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</div>
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<div>
<span style="font-size: medium;">
<u><b>CRONOLOGIA</b></u>
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Per introdurre la nuova storiella parto allora da un frammento di quel post:
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdc_QssJ396lZvic7Oq1lA-znnwNdmMtZRJO6yAV5A9TzJvAFAI8VM2iXSY7QOno175IfUw3FxhF4ffhdAePNUxJ0UYP2piG4SAQTwsfnzWvv1rAUcyJRPk60f5lrheJijgzMNUW7EesuIdBkkD648WBICyeCiDCABJJgpzn-0KibhwqvPJflgRqSU/s993/Montecristo%202.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="85" data-original-width="993" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdc_QssJ396lZvic7Oq1lA-znnwNdmMtZRJO6yAV5A9TzJvAFAI8VM2iXSY7QOno175IfUw3FxhF4ffhdAePNUxJ0UYP2piG4SAQTwsfnzWvv1rAUcyJRPk60f5lrheJijgzMNUW7EesuIdBkkD648WBICyeCiDCABJJgpzn-0KibhwqvPJflgRqSU/s600/Montecristo%202.jpg" width="600" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
devo dire che l'idea dell'"isola di Montecristo" non sarebbe male, sebbene migliorabile. Ma non é male perché anche se vorrebbe essere un nome buttato lì, per spiritosaggine, finisce invece per risultare, letteralmente, una mezza verità, o una verità a metà, almeno per ciò che riguarda il toponimo. Ciò che dobbiamo fare per migliorarla, e poter così introdurre il discorso, é rettificare l'altra metà. Nel senso che possiamo localizzare il luogo, con delle coordinate, ed identificarlo con un nome. <br />
E l'isola di Montecristo ha delle coordinate che constano di due metà, latitudine e longitudine, ed un nome che consta di due metà, per l'appunto "Monte" e "cristo".
<br />
<br />
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Qualcuno, che banalmente é un toscano, viene inviato in un'area di operazioni dove si trova coinvolto in una situazione, in conflitto con Inglesi e Tedeschi, nell'ambito della quale é in gioco una grande quantità di valori, consistenti sia in valuta, sia in titoli, ma soprattutto in lingotti d'oro.
<br />
<br />
Il fatto che tale area sia l'isola di Montecristo, come qualcuno con dichiarate difficoltà di comprensione ha avuto modo di affermare, sarebbe appunto una mezza verità, o più precisamente una verità a metà perché la prima metà del toponimo ("Monte") e la prima metà delle coordinate (latitudine), sono corrette, ma la seconda metà non é "cristo", e la longitudine ci porta sempre sul medesimo parallelo, ma 730 chilometri più ad est.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjwl3-0CF0aiYnroxgQuob6R0UQhQ0ahCHgDhzFqa69az5CwEjW_kOlrjAGqTaOTUtA7GHy9gSk-LMZMKAM-uwEpcJ2qvjFBSdfM7To_FRaPyBnvKejdEs7TRbi29Ux-dqlaNsL9-9BCuSNNegGmw2lIQ6W5bVd8OUaNiiIFE32ZgSjn8umQFQvQa8/s1524/Monte-noncristo.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="881" data-original-width="1524" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjwl3-0CF0aiYnroxgQuob6R0UQhQ0ahCHgDhzFqa69az5CwEjW_kOlrjAGqTaOTUtA7GHy9gSk-LMZMKAM-uwEpcJ2qvjFBSdfM7To_FRaPyBnvKejdEs7TRbi29Ux-dqlaNsL9-9BCuSNNegGmw2lIQ6W5bVd8OUaNiiIFE32ZgSjn8umQFQvQa8/s320/Monte-noncristo.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ciò, Lettore, non é il frutto della mia fantasia; esistono un paio di libri sull'argomento, uno dei quali scritto da Gianfranco Piazzesi.
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Il Qualcuno, <b>che non é affatto un partigiano</b>, <b><i>anzi il contrario</i></b> (almeno per il momento) arriva quindi in "Monte-non cristo" nel luglio del 1942, dove si pone agli ordini del generale Mario Roatta, già capo del SIM; e nella situazione che si viene a creare riesce, con un <i>escamotage</i> (avrebbe utilizzato un treno che trasportava malati affetti da malattia infettiva e molto contagiosi, per impedire le ispezioni), a mettere nel sacco inglesi e tedeschi, e porta in Italia il tesoro dell'isola di "Monte-non cristo".
<br />
<br />
Il tesoro viene suddiviso in più parti, ognuna delle quali custodita in un luogo diverso; uno di essi é la Banca d'Italia. Dopo la fine della guerra, questo tesoro verrà ricomposto e restituito, ma all'atto della restituzione sembrerà mancare qualche chilo d'oro, giusto appena un paio di decine di migliaia.
<br />
<br />
Nel frattempo accade che il Qualcuno, il 15 settembre del 1943, ritorni in Toscana e dopo essere stato a servizio dei tedeschi, si accorga della piega che ha preso la faccenda e passi con i partigiani, e precisamente con i comunisti. Ma questo non é un semplice "salto del fosso", bensì un processo lungo e tormentato durante il quale il Qualcuno fa il doppio gioco mentendo spudoratamente, attività nella quale é molto versato, e che espleta con successo già da quando é giovanissimo. Purtroppo, il "doppio gioco" anche se chiamato così non é affatto un gioco, e molti ci rimettono la pelle.
<br />
Tra di essi vi é anche Silvano Fedi, comandante partigiano <b><i>non</i></b> comunista, ed inviso a questi ultimi.
<br />
Silvano Fedi cadrà in un'imboscata per una delazione; e pare che il delatore sia stato proprio il Qualcuno, ma non é chiaro che parte abbiano avuto i comunisti in questo, che volevano per l'appunto sbarazzarsi di Fedi; fatto sta che chi era con Fedi recava con sé (che strano, chissà perché non li aveva lasciati a casa!) dei documenti, non meglio identificati, che spariscono nell'operazione. <br />
<br />E' però molto improbabile che i documenti di cui ventidue anni più tardi potrebbe essere entrato in possesso il Lo Bianco siano questi; é più probabile che fossero analoghi a quelli di cui parla, nel 1981 un giornalista dell'ANSA, Marcello Coppetti, e che si sarebbero trovati nell'archivio di Ducceschi, poi sparito.
<br />
<br />
E sarebbe sparita anche una documentazione in possesso dello stesso Coppetti, relativa ad un suo studio sulla Massoneria, non più presente tra i documenti che gli furono sequestrati il 28 maggio del 1981 (anche la data, non appare casuale).
<br />Coppetti era certamente una figura poco limpida, e legata in qualche modo ai Servizi; tuttavia, a coloro che tacciano gli altri di complottismo ma che poi fanno dietrologia sulla base di mere coincidenze, farà piacere apprendere che il sequestro dei documenti di Coppetti avvenne da parte di PierLuigi Vigna, coadiuvato da Olinto Dell'Amico.
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<br />
Ma ritorniamo al 1944.
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<br />
Comuque sia il Qualcuno riesce a salvare la pelle, nonostante sia più volte giunto ad un passo dalla fucilazione, ed a rimediare ai problemi creati durante la Resistenza, costruendosi una reputazione.
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<br />
Roatta, nel marzo del 1945, é stato costretto ad evadere per poi fuggire in Spagna, perché condannato come mandante dell'omicidio dei fratelli Rosselli, ma non prima di aver costituito un Servizio segreto occulto ed illegale che sarebbe pertanto risultato parallelo al SIFAR, il servizio successore di quel SIM che egli stesso aveva diretto, nell'attesa di ricevere i crismi dell'ufficialità, almeno nelle sue intenzioni; e ne lascia la direzione ad una figura misteriosa, di nome (anzi, cognome) Hotimsky.
<br />
<br />
Dopo qualche mese di latitanza in Vaticano, Roatta viene accompagnato in Spagna da un ufficiale della RSI, soprannominato dai partigiani "Mantellina" per la sua abitudine a presentarsi agli interrogatori, nel corso dei quali li picchiava a sangue, con una maschera e con il capo coperto da una mantellina, per evitare di essere riconosciuto. Il Mantellina, dopo il trasferimento di Hotimsky in Israele, prenderà la direzione del Servizio creato da Roatta .
<br />
<br />
E l'oro? Be' che questo si volatilizzi non é possibile. Sta di fatto che il Qualcuno comincia a mostrare una disponibilità notevole di denaro, che lui vorrebbe attribuire alle attività di una certa impresa che avrebbe creato, ma che di fatto non esiste e per la quale non ha mai assunto nemmeno un operaio; esiste un'informativa del C.S di Pistoia in proposito, inviata al SIFAR nel settembre del 1950.
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<div style="text-align: justify;">
Il Mantellina, che formalmente sarebbe un geometra ed un ex-maggiore dell'aeroautica della RSI, poi degradato, acquista una tenuta in Toscana dove sembra risiedere per parte dell'anno; non é chiaro dove abbia preso i soldi (c'é chi ne giustifica l'origine dicendo che li abbia guadagnati in Spagna), e come faccia a campare ed a mantenerla, considerato che la tenuta praticamente produce poco o nulla. Si lamenterà, più tardi, di ciò che farebbero certi pastori sardi nella sua tenuta, però di fatto ne dà in parte la gestione a tale Serafino Mele di Busachi, il centro a 8 km da Fondongianus, l'origine dei Mele di Signa.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAnVVjFNG6fUDNzkHX_ynMa3vYEL2OqVjhtDjm2aYU9vf9vQbJidOWaw0OhZVQqrpipa1Rk4ZFBjlpMa4EHCOfq9imoptGDxEnfAzy11_bQ-zYOjWe2qtb_BOMqC6B_jReYKXbM7byiFEH0MZUa5ZDvLXXp0ciyqGmHPdK0dA-54Ow2Oa-t8-fyO80/s1500/Tenuta%20Mantellina.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="576" data-original-width="1500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAnVVjFNG6fUDNzkHX_ynMa3vYEL2OqVjhtDjm2aYU9vf9vQbJidOWaw0OhZVQqrpipa1Rk4ZFBjlpMa4EHCOfq9imoptGDxEnfAzy11_bQ-zYOjWe2qtb_BOMqC6B_jReYKXbM7byiFEH0MZUa5ZDvLXXp0ciyqGmHPdK0dA-54Ow2Oa-t8-fyO80/s320/Tenuta%20Mantellina.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
("Busali" é evidentemente un refuso; non esiste alcun centro abitato che si chiami Busali nell'allora provincia di Cagliari). La tenuta si trova all'estremo Nord della Val d'Elsa, proprio in corrispondenza del limite SudOvest della Val di Pesa; ed all'interno della tenuta avrebbe luogo un fiorente commercio d'oro, nel quale avrebbe parte notevole tale Garufi (la cui esistenza é desumibile anche dai documenti, scampati alla distruzione, dai quali si é appreso del Servizio, ma la cui precisa identità non é mai stata appurata). Comunque stiano le cose, per decenni in Toscana vi sarà un florido mercato sostenuto da artigini orafi; é la materia prima ad essere di dubbia provenienza.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVrmH62IwGtXHp4BtW4_F6-6kgGJPkhNz7fSo4i1Z5Rd1sl1orZBxFlgyQL3F1Klr5OG5rSBvCtCAxsKH1fmR0edtA0GiAcLSNv8sfPG98ZDaKzkecIMbsQdO9UMPMjRta3HP0qBJQ6pkQadihzPypZAXBmhl2iwVi44CR2plz1eCBERVsmW31pyLi/s1566/24ore%20Etruria.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="940" data-original-width="1566" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVrmH62IwGtXHp4BtW4_F6-6kgGJPkhNz7fSo4i1Z5Rd1sl1orZBxFlgyQL3F1Klr5OG5rSBvCtCAxsKH1fmR0edtA0GiAcLSNv8sfPG98ZDaKzkecIMbsQdO9UMPMjRta3HP0qBJQ6pkQadihzPypZAXBmhl2iwVi44CR2plz1eCBERVsmW31pyLi/s320/24ore%20Etruria.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Il Qualcuno, dopo aver preso atto dell'insostenibilità della sua posizione, ostentando una ricchezza che proverrebbe da un'attività imprenditoriale che in realtà non esiste, entra effettivamente in un giro d'affari, e conosce Qualcunaltro. Il Qualcunaltro cerca di tenerlo a debita distanza, mentre il Qualcuno millanta un'intimità che non ha corrispondenza nella realtà; il Qualcuno, inoltre, entra in Massoneria.
<br />
<br />
L'ingresso in Massoneria del Qualcuno non é fine a sé stesso, ma volto a costruire un'organizzazione vasta e ed articolata, che comprenda varie personalità, e che possa garantire al Qualcuno un potere smisurato.
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<br />
Tuttavia, affiliazione e permanenza in Massoneria sarebbero <b><i>assolutamente impossibili</i></b> per il Qualcuno; i suoi trascorsi, infatti, sia per quel che riguarda il furto dell'oro, sia, e soprattutto, per le attività di delazione che hanno condotto alla morte di diverse persone, ed in primo luogo di Silvano Fedi, sarebbero <b><i>del tutto incompatibili</i></b> con i principi di fratellanza e solidarietà che (almeno idealmente) ispirano la plurisecolare attività associativa massonica.
<br />
<br />
E tale aspetto diviene anche più importante <b>proprio nel 1968</b> in quanto, come si legge in uno dei verbali della relativa Commissione Parlamentare d'Inchiesta "<i>...godeva egli stesso di un prestigio internazionale proprio, nell’ambiente massonico. Non solo egli era infatti tramite dei rapporti tra la massoneria italiana e quella argentina, ma già nel 1968 appare accreditato presso il Grande Oriente quale garante di amicizia di una loggia estera, elemento questo che conferma la precocità della carriera massonica...</i>"
<br />
<br />
Ed inoltre, <b>é sempre nel 1968</b> che acquista la sua lussuosa residenza, con dei soldi non riconducibili ad illeciti ma dei quali resta ignota l'origine, e che pertanto non venne mai sottoposta a sequestro. Resta il fatto che nel 1968 il Qualcuno, pur svolgendo solo da poco tempo un'attività relativamente remunerativa, mostrava una disponibilità che gli consentiva di acquistare una villa da 32 vani con parco di tre ettari.
<br />
<br />
E' questo l'assetto nell'estate del 1968, quando tutto ciò potrebbe venire messo in pericolo da chi é venuto in possesso di documenti che comprovino l'attività di doppiogiochista del Qualcuno, e la sua responsabilità nella morte di Fedi. O di testimonianze riguardo all'origine del denaro. O di ambedue. <br />
<br />
Pertanto, affinché il progetto del Qualcuno possa progredire, un tale ostacolo deve <b><u>assolutamente venire rimosso</u></b>.
<br />
<br />
Che il Qualcuno possa quindi chiedere al Servizio di Roatta di dargli una mano é ciò che ci si aspettarebbe; tanto più che proprio con Roatta avrebbe precedentemene condiviso le operazioni che gli consentirono quella disponibilità economica che più tardi sfoggerà. <br />
<br />Roatta, tornato in Italia due anni prima, é però già morto da sei mesi, ed Hotimsky é in Israele; ma a capo del Servizio di Roatta ci sarebbe adesso il Mantellina. Ed il Servizio che lui dirige esegue proprio tutti i lavori più sporchi che i servizi ufficiali non hanno la possibilità di compiere.
<br />
<br />
L'organico del Servizio é un pò come odiernamente é il genere: "fluido". Per cui, oltre agli effettivi vi sono diversi "collaboratori esterni".
<br />
<br />
Per la verità, lo storico Giannuli sarebbe scettico sulla funzione del Servizio relativo ai lavori sporchi; ma su questo c'é almeno una testimonianza precisa, quella di Giovanni Pedroni, medico di fiducia del Mantellina e, di conseguenza, "medico del Servizio".
<br />
<br />
Il Sevizio in qualche modo fornisce al Qualcuno l'aiuto richiesto; e lo fa nella notte tra il 21 ed il 22 agosto del 1968, uccidendo il ricattatore e recuperando la documentazione. Rimosso il potenziale pericolo costituito dal Lo Bianco, l'ascesa del Qualcuno (e probabilmente anche quella del Mantellina, che il primo aprile del 1968 ha trasformato la sua società agricola e di zootecnia in "Azienda agricolo-zootecnica del Tignano") riprende. <br />Ma non "indisturbata", anzi é un'ascesa molto disturbata, soprattutto in Massoneria e disturbata specialmente da tale Fernando Accornero che, resosi conto della caratura del Qualcuno, tenta di bloccarlo in tutti modi, compresa la redazione, nel 1972, di una "tavola d'accusa" nella quale tra l'altro denuncia le malefatte del Qualcuno durante la Resistenza, svelandone i trascorsi
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhauISsPL7lftFzouObeNn7eljQrQJ4L_56P8IBZuP5ZZT5hTmqhJiMxwp7wmb91WyzRlgTbS_ggOTn7uMF0gsaQYQIGkO2xVFHIVvRjIKTpX3F6PJnAs3hzaf6zamWvOX4stHqssFMGdCLGBy0lQOVbJbu_GMgcU1-vYcZuiWAGVLeAarClxvGRMeA/s1476/Accornero%201972.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="784" data-original-width="1476" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhauISsPL7lftFzouObeNn7eljQrQJ4L_56P8IBZuP5ZZT5hTmqhJiMxwp7wmb91WyzRlgTbS_ggOTn7uMF0gsaQYQIGkO2xVFHIVvRjIKTpX3F6PJnAs3hzaf6zamWvOX4stHqssFMGdCLGBy0lQOVbJbu_GMgcU1-vYcZuiWAGVLeAarClxvGRMeA/s320/Accornero%201972.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Reitererà poi le accuse in una lettera del marzo 1973, insieme alla velata minaccia di una prossima verifica di tali trascorsi
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy2BfdKVYnvnhINzaRqjyx47FMvHmwCU3m2rHFSj4sWU39oVZEkKUO1OVcftbBD_LwD_BH0MeftAqEior7FEOMq7xHoRLGbSYj61Y2awpwrvGU7wt3FNoxYAXWYeIpul9Lw07TunL3KjcJzjvmMBcy0h0mAtKsloW1LWE14G9I3X_Y15K4Tj9MIF3f/s1038/Accornero%20marzo%201973.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="818" data-original-width="1038" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy2BfdKVYnvnhINzaRqjyx47FMvHmwCU3m2rHFSj4sWU39oVZEkKUO1OVcftbBD_LwD_BH0MeftAqEior7FEOMq7xHoRLGbSYj61Y2awpwrvGU7wt3FNoxYAXWYeIpul9Lw07TunL3KjcJzjvmMBcy0h0mAtKsloW1LWE14G9I3X_Y15K4Tj9MIF3f/s320/Accornero%20marzo%201973.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ma le conseguenze delle sue accuse deludono le aspettative; se infatti é vero che alla fine del 1974 il Qualcuno viene formalmente rimosso dall'incarico che rivestiva, e la sua struttura smantellata, é altrettanto vero che qualche mese dopo, agli inizi del 1975 gli viene offerta la possibilità di creare una <b>nuova</b> struttura, coperta, ben maggiore, e di cui é l'incontrastato gestore.
<br /> Pare che il Qualcuno abbia potuto conseguire tale brillante risultato, e cioè il completo ribaltamento della propria posizione di inferiorità, ricattando chi stava sopra di lui, cosa che, nei fatti, fece tramite Martino Giuffrida; ma ovviamente se la verifica prima ventilata, relativa al suo passato, avesse avuto esito positvo perché qualcuno dei partigiani che sapeva si fosse deciso a parlare, magari sotto le pressioni di Accornero o di chi per lui, nessuna forma di ricatto avrebbe potuto mai conseguire alcun risultato. Da ricattatore sarebbe stato a sua volta ricattabile, ritornando ad una condizione simile a quella del 1968; e nessun "documento Giuffrida" sarebbe risultato efficace. <br />
Per poter conseguire il risultato desiderato sarebbe allora stato necessario tacitare definitivamente qualunque possibile fonte di informazioni su tale aspetto del suo passato; e ciò sarebbe quindi dovuto avvenire <b><i>prima</i></b> di agire tramite Giuffrida. <br />
<br />L'ostacolo più grande a tale operazione andava allorai preventivamente rimosso, e per perseguire tale scopo, il Qualcuno chiede ancora aiuto al Servizio. Ed il Servizio entra ancora in azione, il 14 settembre del 1974.
<br />
<br />
Considera, Lettore, che probabilmente vi sono diverse persone a conoscenza delle vicende del Qualcuno, ma non si può certo organizzare una strage; che oltretutto sarebbe così tanto eclatante e renderebbe i legami così evidenti da far scattare delle indagini nel senso corretto. Così la strategia adottata per perseguire il fine é quella di un solo evento omicidiario, ma condotto in modo da avere un'impatto emotivo devastante; ciò viene conseguito con una forma particolarmente cruenta ed impressionante di vilipendio del cadavere della vittima femminile. <br />
E' verosimile che l'idea della terribile messa in scena, compreso l'uso di un tralcio di vite, sia stata tratta da una pubblicazione per soli uomini di quel tempo; la ricerca di ispirazioni particolarmente truculente in un certo tipo di pubblicazioni non sarà un episodio isolato nella storia del "Mostro di Firenze". Ed in questo caso, come in seguito, l'idea si dimostrerà adeguata allo scopo che intende conseguire.
<br /><br />Viene così lanciato un terrificante messaggio, un'intimidazione terribile, ma comprensibile solo ai destinatari; esattamente come fanno la mafia o la camorra. Ed in seguito ad essa il Qualcuno può così preparare indisturbato l'operazione dei mesi successivi.
<br />
<br /> Sei masi più tardi, e cioè nel marzo del 1975 (il 22 marzo, per essere precisi) può aver luogo l'intervento di Martino Giuffrida, e così un mese e mezzo più tardi (9 maggio) il Qualcuno ottiene finalmente ciò per cui aveva tanto brigato e, soprattutto, tramato.
<br />
<br />
In cinque anni, dal 1975 al 1980, in seguito a tale operazione, il Qualcuno acquisisce un potere enorme. Oltre a quello economico, guadagna il controllo sui direttori di SISMi e SISDe, ed intreccia e rinsalda rapporti con le organizzazioni mafiose. Il Qualcunaltro vede intollerabilmente ridursi le proprie capacità di manovra; anche lui ha rapporti con la mafia, ma nel frattempo é iniziata la guerra di mafia in Sicilia, al termine della quale i Corleonesi prevalgono sui Palermitani. <br />
<br />
Sia il Qualcuno, sia il Qualcunaltro erano legati ai Palermitani, perdenti; ma mentre il Qualcunaltro cerca semplicemente di uscire da quell'ambito, il Qualcuno. esattamente come era successo durante la Resistenza, passa dall'altra parte, con i Corleonesi. E lo fa fondamentalemnte tramite Pippo Calò, anche lui passato dall'altra parte, e che é inoltre il tramite tra l'eversione nera e la nuova mafia.
<br />
<br />
Nel 1980 avviene la strage di Bologna, in cui il Qualcuno sembra aver avuto la parte di finanziatore, possibilmente sempre con parte dell'oro di cui si era appropriato durante la guerra. Il Qualcunaltro adesso é in posizione di netta inferiorità: niente Servizi Segreti, niente mafia, niente eversione.<br />
<br />
Sembra che tutto ciò che gli sia rimasto per combattere siano le attività lecite, ed il Servizio che fu di Roatta e diretto dal Mantellina. <br />
Già, perché a partire dal 1976 sarebbe proprio il Qualcunaltro a prendere in mano le redini del Servizio e, in un certo modo, a riformarlo. Anzi pare proprio che il Mantellina si attendesse da ciò un'ufficializzazione del suo Servizio, che sarebbe divenuto "l'Anello di congiunzione" tra i servizi fascisti ed i rinnovati servizi repubblicani, concretizzando così quello che era stato il progetto del fondatore.
<br />
<br />
Al Qualcunaltro non resta allora altro da fare che scatenare la magistratura contro il Qualcuno. A stare a sentire il magistrato responsabile dell'azione, essa sarebbe stata innescata esclusivamente dall'aver visto, sull'agenda di Michele Sindona, un indirizzo "<i>che aveva tutta l'aria di essere un recapito particolarmente "coperto"e particolarmente interessante</i>"; e nessuno doveva osare pensare diversamente.<br />
Nell'ambito della Commissione Parlamentare d'Inchiesta che si occupò del problema, venne sollevato il dubbio che il Qualcuno potesse essere stato manovrato, o come si direbbe oggi, "eterodiretto". A tutti piacque questa idea, che venne estesa anche, come possibilità, al Qualcunaltro; si parlò di "doppia piramide", e vennero evocate figure suggestive.; ma non appena ci fu chi ebbe ad ipotizzare che anche i magistrati potessero essere stati "eterodiretti"... apriti cielo! I componenti di sinistra della Commissione gridarono allo scandalo, perché tutti coloro che vincono il concorso in magistratura divengono <i>ipso facto</i> "liberi da ogni peccato e sicuri da ogni turbamento".
<br />
<br />Senza voler nulla togliere allo stupefacente intuito del dott. Turone, in grado di percepire l'aria di un indirizzo su un'agendina,
Mario Pacelli potrà riportare, quasi quarant'anni più tardi, di una (molto più ordinaria e banale, meno affascinante ma più logica) segnalazione anonima, di cui: <i>"l’autore resterà sconosciuto tanto da indurre a ritenere che la denuncia fosse mirata non tanto ad aiutare la giustizia quanto a far venire alla luce i documenti...</i>" <br />
<br />
In seguito alla segnalazione anonima (o se preferisci, Lettore, all'"aria" dell'indirizzo sull'agendina) viene organizzata una gigantesca perquisizione domiciliare a casa del Qualcuno, il 17 marzo del 1981. <br />
<br />
Vengono acquisiti tutti i documenti che smantellano l'apparato del Qualcuno. Ma la problematica dell'oro e del finanziamento della strage di Bologna non viene nemmeno sfiorata; e men che meno quella relativa agli avvenimenti della Resistenza.
<br />
<br />
Il Qualcuno fugge, o meglio, "si trasferisce" in Svizzera, e continua imperterrito in ciò che resta della sua attività. Si cerca allora di attirare l'attenzione della magistratura affinché essa possa focalizzarsi sul passato, fascista prima e doppiogiochista poi, del Qualcuno. <br />
<br />
Ciò viene fatto inviando una lettera anonima, nella quale un sedicente ex partigiano comunista accusa il Qualcuno della morte di Silvano Fedi, nonché di essere causa di quella di Manrico Ducceschi. Si scoprirà poi come il sedicente ex partigiano fosse in realtà il (nome in codice) "Capitano Manfredi", che aveva inviato la lettera anonima scritta insieme ad Umberto Nobili, coivolto inconsapevolmente. Ed il Capitano Manfredi, poco tempo prima, aveva conosciuto proprio il Mantellina, messo in contatto con lui dal generale Abelardo Mei.
<br />
<br />Abbastanza stranamente, la motivazione (o la scusa) per la quale il generale Mei avrebbe messo in contatto il Capitano Manfredi con il Mantellina sarebbe consistita in un bisogno di aiuto di quest'ultimo relativamente ad una vicenda giudiziaria (o "paragiudiziaria", dice il Capitano Manfredi) che avrebbe avuto origine dall'occupazione abusiva di terreni facenti parte della sua tenuta da parte di alcuni sardi
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7izQjyqowdLT9ZCV-bVIXT6KIuECIOSKO3zQVwoZNVG-Hyx6PoNCfU8MJS-mAvWASxbclQeptLv9KWlz1QSqsKKAUy1DvwUTMsrRsU85RLdDdqW9GB_b5TysVECUS4Z9abpekLQOoaaESMvNLALbsHC9I98_yYYDHW1KIvIaBN3L4VBGw5KjLjgVt/s1508/sardi%20al%20Tignano.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="883" data-original-width="1508" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7izQjyqowdLT9ZCV-bVIXT6KIuECIOSKO3zQVwoZNVG-Hyx6PoNCfU8MJS-mAvWASxbclQeptLv9KWlz1QSqsKKAUy1DvwUTMsrRsU85RLdDdqW9GB_b5TysVECUS4Z9abpekLQOoaaESMvNLALbsHC9I98_yYYDHW1KIvIaBN3L4VBGw5KjLjgVt/s320/sardi%20al%20Tignano.jpg" width="320" /></a></div>
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richiesta singolare considerato da un lato chi in realtà fosse il Mantellina, e dall'altro come egli stesso avesse concesso in affitto al Serafino Mele parte dei suoi terreni. Certo, se in passato il Mantellina avesse stretto un rapporto di "collaborazione" con i sardi, ma adesso avesse voluto cambiare la natura del rapporto minacciandoli, il fatto di delegare qualcuno a farlo sarebbe stato compatibile con la sua natura di persona poco limpida e leale... ma probabilmente é solo una strana coincidenza, una scusa, un modo come un altro per agganciare il Capitano Manfredi, nella quale sono io a vedere secondi (o terzi) fini.
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<br />
Ed appare altrettanto singolare che il Capitano Manfredi non ricordi esattamente quando il generale Mei gli abbia presentato il Mantellina
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrliNCS-o5tbNj735vyXqc9zMsV9V-k4g9bLPuJy7ANRs2pwQ-clxBOUPPiLmIKl-27Nqi5Pvf8XfSWsQhC-4oZ-vs4u1pm-rfzZFRF9jSbCRYJGRd8EXEUEPy7gjXyWjZZGvXg-ijnnUpT5_E9D-jCtO71S8MnKao4CfCs4-1gJFB6ot2e8hYwJpK/s1506/Abelardo%20Mei.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="860" data-original-width="1506" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrliNCS-o5tbNj735vyXqc9zMsV9V-k4g9bLPuJy7ANRs2pwQ-clxBOUPPiLmIKl-27Nqi5Pvf8XfSWsQhC-4oZ-vs4u1pm-rfzZFRF9jSbCRYJGRd8EXEUEPy7gjXyWjZZGvXg-ijnnUpT5_E9D-jCtO71S8MnKao4CfCs4-1gJFB6ot2e8hYwJpK/s320/Abelardo%20Mei.jpg" width="320" /></a></div>
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ma avrei potuto aiutarlo io, se fossi stato presente: accadde il 14 settembre del 1980
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Curiosamente, il Capitano Manfredi scrisse anche un'altra lettera anonima che incolpava il Qualcuno dell'omicidio Pecorelli, omicidio per il quale invece alla fine venne processato, tra i mandanti, il Qualcunaltro (anche se, alla fine dei gradi di giudizio, assolto).
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<br />
E sempre singolarmente ( o forse non così singolarmente) i rapporti indiretti tra il Qualcuno e ed il Capitano Manfredi seguono esattamente il medesimo andamento incongruente che osserviamo nel "Mostro di Firenze"; per anni il Capitano Manfredi raccoglie informazioni sul Qualcuno, riempiendo già dal 1972 un dossier che però mantiene segreto, e dei cui contenuti non informa mai i suoi superiori (superiori che però, negli ultimi tempi, erano diretti dal Qualcuno stesso), <b><i>proteggendo</i></b> di fatto il Qualcuno; improvvisamente, poco dopo essere entrato in contatto (anzi, in confidenza) con il Mantellina, cambia rotta e scrive le lettere anonime, <b><i>trasformandosi da protettore in accusatore</i></b>.
<br />
<br />
E ciò nonostante il fatto che il Capitano Manfredi, a suo dire, "cada dal pero" quando apprende dell'esistenza del Mantellina e della sua "funzione" come Servizio occulto: il Servizo occulto del Mantellina era qualcosa di cui non aveva mai nemmeno sentito parlare. I complessi intrecci nei quali entra il Capitano Manfredi sono riportati nelle oltre 50 pagine che lo riguardano nell'ambito della sentenza "Italicus-bis"; in esse si parla anche di Coppetti, dei rapporti con Ignazio Spampinato, etc.
<br />
<br />
Per inciso, in esse si parla pure dell'appartamento di via Sant'Agostino, 3, a Firenze, di proprietà di un inconsapevole marchese Bernardo Lotteringhi Della Stufa (nonché del "cazziatone" che il marchese si prese dal Capitano Manfredi per aver avvertito i carabinieri del ritrovamento) in cui, nel 1993, vennero ritrovate diverse armi, ed anche una scatola di cartucce Winchester calibro 22 LR H
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixbhJ5550loMYYxrqKZxXBohHboOG9HahLe5yRmP40u_eFcv8sPpPsaOw20U2ppYDnFhyHgAYqNqjriRMeVlzO4lkDSu7zrswtzNyH0CtHM0iDozXXxDeyq0QUU-HR21Dm4p0mg-U7dn_dpHcJo3coGP-ujvrZoINHwAIRl6UWoHK9akB4wWfiRjF2/s2886/Elenco%20armi%20Manfredi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="2886" data-original-width="2052" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixbhJ5550loMYYxrqKZxXBohHboOG9HahLe5yRmP40u_eFcv8sPpPsaOw20U2ppYDnFhyHgAYqNqjriRMeVlzO4lkDSu7zrswtzNyH0CtHM0iDozXXxDeyq0QUU-HR21Dm4p0mg-U7dn_dpHcJo3coGP-ujvrZoINHwAIRl6UWoHK9akB4wWfiRjF2/s320/Elenco%20armi%20Manfredi.jpg" /></a></div>
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sulla quale credo sia stata disposta una perizia, della quale però non conosco i risultati. Vero é che ai rapporti tra il Mantellina ed il Capitano Manfredi sarebbe stato dato inizio dal generale Mei solo nel 1980, ben dopo il delitto del 1974; ma é anche vero che parte delle armi contenute in quel ripostiglio erano protette da fogli di giornale del 1953, quindi l'arsenale doveva risalire ad un periodo precedente. Forse al Capitano Manfredi erano state affidate le armi relativamente di recente, ma l'origine dell'arsenale sarebbe stata addirittura precedente al delitto del 1968. <br />
<br />
Ciò vuol dire che il Capitano Manfredi sarebbe stato coivolto direttamente nella vicenda del "Mostro di Firenze"? Assolutamente no! Tra l'altro, egli, in seguito al ritrovamento, si preoccupò di redigere uno schema (che gli verrà sequestrato durante una perquisizione domiciliare) nel quale considerava quali fossero le possibilità che venisse incriminato, ed in tali possibilità non considera eventi anteriori al 1987.
Poiché però alcuni dei giornali che avvolgevano le armi risalivano a quarant'anni prima, é ragionevole pensare che esse gli fossero state affidate, più di recente, da qualcun altro. E nell'eventualità in cui il lotto di produzione delle cartucce fosse stato il medesimo di quelle usate dal "Mostro", conoscere l'identità di questo qualcun altro sarebbe stato interessante.
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<br />
Comunque sia, ritornando alla sequenza cronologica, la lettera anonima, basata sulle informazioni acquisite dal Coppetti, viene spedita il 14 aprile del 1981; ma non ha l'esito sperato. A questo punto, l'unica possibilità per focalizzare l'attenzione della magistratura sul passato del Qualcuno risiede nel delitto di Signa.
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<br />
Nel fascicolo processuale vengono inseriti dei reperti balistici analoghi a quelli degli altri omicidi, quindi si sarebbe commesso un omicidio eclatante, con caratteristiche tali da impressionare opinione pubblica ed inquirenti, si sarebbe inviata un'altra segnalazione anonima, e quando gli inquirenti avessero interrogato Stefano Mele, quest'ultimo sarebbe stato preavvertito per fargli dire la verità. E questa volta, avendo già scontata la pena, sarebbe stato creduto, e da lì si sarebbe indagato in una direzione diversa.
<br />
<br />
Il 6 giugno del 1981 un <i>commando</i> aggredisce ed uccide una coppia a Scandicci; per destare particolare impressione la ragazza subisce lo scuoiamento della regione pubica. All'operazione assiste però un testimone, un guardone della zona. Ovviamente non sarebbe stato in grado di identificare nessuno, ma se avesse detto che l'operazione era stata compiuta da una squadretta di persone, sarebbero stato chiaro come le finalità dell'omicidio dovessero essere predeterminate, e diverse da ciò che si sarebbe voluto far sembrare. Sarebbe divenuto palese, insomma, come esso fosse stato commesso con un secondo fine, per indirizzare gli inquirenti verso una pista precisa. <br /><br />
E' chiaro che il consentire la permanenza di un testimone, anche nascosto ed a distanza, all'interno dell'area dell'operazione sia indicativo di una carenza del controllo sull'area stessa, e quindi non depone a favore delle capacità di chi abbia organizzato l'operazione. E' comunque improbabile che tra gli organizzatori vi fosse il Mantellina in prima persona, se non per altro, almeno perché impegnato personalmente ed intensamente nell'affare Cirillo. Sta di fatto, però, che il risultato non é pienamente soddisfacente, e può sortire degli effetti imprevisti.<br />
<br />
L'operazione viene allora sospesa, e dopo quattro mesi di detenzione del guardone, che tuttavia, tra minacce e rassicurazioni si guarda bene dal riferire quanto ha visto, viene commesso un altro omicidio, il 22 ottobre del 1981.
<br />
La mutilazione operata sul cadavere femminile, verosimilmente eseguita da persona differente da quella che aveva eseguito lo scuoiamento quattro mesi prima, risulta assolutamente difforme dalla precedente, con un'escissione in profondità e l'asportazione di diverse strutture anatomiche; ma l'importante é destare impressione per attrarre l'attenzione, e soprattutto lasciare sul luogo i reperti balistici, cosa alla quale peraltro consegue anche la scarcerazione del guardone.
<br />
<br />
Fatto questo, viene inviato un ritaglio di giornale riguardante il processo a Stefano Mele, con sottolineato "Calibro 22" nel testo, ed un'annotazione a mano che invita a riguardare il fascicolo. Il ritaglio viene ricevuto da un sottoufficiale a Borgognissanti, il quale, nonostante la pletora di segnalazioni anonime che pervenivano, rimane colpito dal linguaggio usato nell'annotazione, e lo consegna al suo comandante il quale gli ordina di parlarne al Giudice Istruttore. <br />
<br />La faccenda non ha alcun seguito, ed allora, successivamente, al Giudice Istruttore viene <b>mostrato</b> il ritaglio di giornale
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJvr_zrmDexfxUmwmKKc7R71-IIVQvDnsHbDDl7JY5UKLrFLwRqfnPsW1DRFx84JuClxn7cAXoyzF61WQoJEmMFcRHbazexalAc_JwFMwJ99v9SnHmD9dkkHOFwoTOycKp7T_RPfq22VC6UFk0GNhbJ-YRV4TMR_MP0mujVcHJG4QufJG3Cd97qHgK/s1024/biglietto%20%20Spezi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="678" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJvr_zrmDexfxUmwmKKc7R71-IIVQvDnsHbDDl7JY5UKLrFLwRqfnPsW1DRFx84JuClxn7cAXoyzF61WQoJEmMFcRHbazexalAc_JwFMwJ99v9SnHmD9dkkHOFwoTOycKp7T_RPfq22VC6UFk0GNhbJ-YRV4TMR_MP0mujVcHJG4QufJG3Cd97qHgK/s320/biglietto%20%20Spezi.jpg" /></a></div>
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ma anche così non accade nulla.
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Nel frattempo, il Mantellina viene a mancare; é così verosimile che il Servizio che dirigeva viva un periodo di incertezze. Ciononostante, per ciò che riguarda le indagini sul "Mostro", viene reiterato il suggerimento anonimo, stavolta come "Cittadino Amico"; ma accade anche che il 18 giugno del 1982 Roberto Calvi venga trovato impiccato sotto un ponte a Londra (qui, "impiccato" é il participio passato di un verbo non riflessivo, ma passivo). Questo sembra configurare la possibilità di fuga del Qualcuno, e così ci si attiva rapidamente per cercare di imprimere una spinta propulsiva al piano, per far fronte a ciò che appare come una vera e propria emergenza. <br />
<br />Probabilmente la fretta, e la temporanea incertezza che regna negli ambienti del servizio a causa della scomparsa del Mantellina danno luogo, il 19 giugno 1982, ad un'operazione confusionaria e disorganizzata, condotta lungo la Provinciale del Virginio, nei pressi di Baccaiano. L'operazione, pianificata e attuata in meno di ventiquattro ore, risulta fallimentare sul piano pratico ma comunque efficace su quello finalistico; essa infatti, insieme ad un'ulteriore segnalazione anonima indirizzata alla PM, sblocca la situazione, ed il fascicolo Mele viene recuperato.
<br />
<br />
Viene disposta ed eseguita, tra il 20 ed il 25 luglio 1982, un'<b><i>estemporanea perizia informale</i></b> che mostra come i reperti balistici del fascicolo abbiano la stessa provenienza di quelli trovati sui luoghi dei delitti del "Mostro di Firenze", e le indagini vengono riaperte; d'altra parte, Piero Mucciarini viene quindi (ri)agganciato perché si prodighi ancora una volta affinché Stefano Mele confessi. Ma stavolta, Stefano Mele dovrebbe confessare la verità.
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<br />
Così, il 25 agosto del 1982 Piero Mucciarini fa pervenire a Stefano Mele un biglietto scritto
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjubrmpyiWXjsb-YKM4fNZ55vGljnRgSZKTpGAfLWuy_PuTdbrlMhHtAPmtk2CoehgIX3pq82iYnFbcJxunnuBciDOgP1J1JUdOtNIvJLnGbgtFPFMXsiq-GbsPAUdCiB1W5O61sejK8mXocqwtD08Htf9FPJdwgTSV0k8kqVKjOG7VYl0y3M_KU37P/s1024/LO%20-%20ZIO%20PIETO%20def.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="893" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjubrmpyiWXjsb-YKM4fNZ55vGljnRgSZKTpGAfLWuy_PuTdbrlMhHtAPmtk2CoehgIX3pq82iYnFbcJxunnuBciDOgP1J1JUdOtNIvJLnGbgtFPFMXsiq-GbsPAUdCiB1W5O61sejK8mXocqwtD08Htf9FPJdwgTSV0k8kqVKjOG7VYl0y3M_KU37P/s320/LO%20-%20ZIO%20PIETO%20def.jpg" width="320" /></a></div>
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ma quest'ultimo si limita a ripiegarlo e riporlo nel portafogli. A Stefano Mele, che ha scontato ormai la pena ed ha perso così la sua povera vita, di riaprire un processo che gli darebbe solo ulteriori scocciature e nessun vantaggio non importa nulla; così come non gli interessa farsi imbonire ancora una volta da suo cognato. Probabilmente, tra i ricordi più vividi e più negativi del suo passato vi sono le angherie subite, gamba rotta compresa. Così, semplicemente, incolpa Francesco Vinci, che é quello che lo ha trattato peggio di tutti, il maggior responsabile delle angherie, quello che gli ha rotto la gamba, e verso il quale nutre, comprensibilmente, un odio mai sopito.
<br />
<br />
Nel frattempo, il 13 settembre del 1982, il Qualcuno tenta <i>realmente</i> una fuga, ma viene arrestato.
<br />
<br />
Sempre nel settembre del 1982 a Francesco Vinci, che, già in galera, ed in seguito alle accuse di Stefano Mele, era stato raggiunto dal mandato di cattura relativo all'omicidio del 1968, saltano i nervi, ed inizia uno sciopero della fame, in seguito al quale viene ricoverato. L'operazione é così nuovamente in stallo; ed inoltre c'é Vinci in carcere in condizioni psicologiche precarie, il che rappresenta sempre un rischio.
<br />
<br />
Il 10 agosto del 1983, il Qualcuno evade e fugge; e lo fa davvero, anche se si sa bene dove si trovi. Non resta allora che uccidere qualche altro, e ne fanno le spese, il 9 settembre, due turisti tedeschi, ambedue uomini, a Giogoli.
<br />
<br />
Vi é da dire che in seguito a tale evento si cerca di rintracciare il Cutrona, ed é disposta una perquisizione domiciliare. Ma con ogni probabilità il Cutrona sarebbe fuori dal giro ormai da ben più di un decennio; cosa mai si potrebbe trovare a casa sua di relativo agli eventi recenti?
<br />
<br />
Il 16 gennaio 1984 viene ritrovato addosso a Stefano Mele il messaggio proveniente da Mucciarini, scritto nell'agosto del 1982, ed in seguito a ciò il Giudice Istruttore, contro ogni logica, anziché scarcerare il Vinci, incarcera anche Giovanni Mele e Piero Mucciarini. A questo punto, la d.ssa Della Monica chiede di essere sollevata dall'incarico. Ci sarebbe da chiedersi se l'illogico comportamento del Giudice IstruttoreI sia dettato da ottusa cocciutaggine o da deliberata malafede, ma questo renderebbe eccessivamante vasto il discorso.
<br />
<br />
A questo punto, Lettore, seguendo la cronologia degli eventi, giungiamo al 21 gennaio 1984, data nella quale si presenterebbe l'unica occasione in cui potrei mostrarmi incredibilmente "dietrologo": in tale data si verifica infatti il "delitto Benedetti-Riggio"
<br />
<br />
Ciò perché il <b>delitto Benedetti-Riggio</b>, venne commesso ai danni di una coppia di cui la vittima maschile era palermitana (come il Lo Bianco), che si era appartata all'interno di una vettura di segmento medio-alto per l'epoca, acquistata usata (come la Giulietta del Lo Bianco), che venne uccisa solo a colpi di arma da fuoco (come accadde al Lo Bianco ed alla Locci), i cui cadaveri non vennero estratti dall'auto (come accadde a Signa) ed i cui effetti personali vennero frugati, lasciando i soldi nel borsellino della vittima femminile (come a Signa). Si parlò di furto ai danni del Riggio, persona notoriamente indigente, che però quella sera avrebbe avuto, secondo non meglio identificate testimonianze, 150000 £ nel portafogli, addirittura raddoppiate (300000£) in un articolo del 2023 su "Il Quotidiano Nazionale".
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV_4L0Pj2sVLZz2nc8ilwrKmZTzLZU1-d3xmucjO8yaOI9Qx9yThd-866gSejkcd6LFBe7snq6TpiX6jsZHeb9gy8kLqGLF6aJ90giPwO22cCuNgxptlS2GXAqDtdPbfn695AfnlHFWH2nEQWrfFM6hZzCoIj3eARTWGZ3qm_Yw2QdMiWGEtO13Dmu/s2242/Benedetti%20Rigggio%20collage.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1190" data-original-width="2242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV_4L0Pj2sVLZz2nc8ilwrKmZTzLZU1-d3xmucjO8yaOI9Qx9yThd-866gSejkcd6LFBe7snq6TpiX6jsZHeb9gy8kLqGLF6aJ90giPwO22cCuNgxptlS2GXAqDtdPbfn695AfnlHFWH2nEQWrfFM6hZzCoIj3eARTWGZ3qm_Yw2QdMiWGEtO13Dmu/s320/Benedetti%20Rigggio%20collage.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L'unica differenza rilevante</i> rispetto all'omicidio di Signa, oltre all'assenza di un bambino in compagniadella coppia, risiederebbe nei bossoli; peraltro di una marca, Lapua, estremamente rara all'epoca dei fatti.
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<br />
Se si volesse vedere a tutti i costi un messaggio agli inquirenti in questo, sarebbe chiaro: "<i>dovete concentrarvi sul delitto in sé, non sull'arma. L'identità dell'arma non ha alcuna importanza, é la tipologia del delitto ad essere importante</i>"
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<br />
Personalmente, mi appare improbabile che il delitto possa avere realmente costituito un messaggio agli inquirenti; per quanto esso possa apparire inusuale, vi sarebbero spiegazioni alternative più valide.
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<br />
<b>1)</b> si potrebbe essere trattato di una <i>vendetta con scambio di persona</i>: la vendetta sarebbe stata diretta contro il precedente possessore dell'autovettura, ed il portafoglio potrebbe essere stato preso per verificare l'identità del guidatore (é, ad esempio, il figlio dell'intestatario?), considerato che Riggio era indigente, e non é provato che il portafogli contenesse 150000 £ (o addirittura le 300000 £ de "Il Quotidiano Nazionale), e che i soldi nella borsetta di lei vengono lasciati anche se la borsetta viene estratta dalla vettura. I vetri potevano essere appannati, e ciò avrebbe reso più probabile lo scambio di persona
<br />
<br />
<b>2)</b> avrebbe potuto essere una <i>vendetta senza scambio di persona</i>. ponendo che Riggio possedesse davvero, quella sera, 150000 £ o addiritturra 300000 £, non giustificate dalla sua indigenza; magari avrebbe potuto averli sottratti a qualcun altro, di un certo ambiente, e questo sarebbe andato a riprenderseli (o avrebbe mandato qualcuno a farlo)
<br />
<br />
La spiegazione "simil-mostrologica", con l'esecuzione un delitto uguale a Signa, compresa l'asportazione del portafogli (elemento per cercare di far concentrare gli inquirenti sulla vittima maschile), ma con reperti balistici chiaramente diversi, mi sembra la meno probabile, anche se l'idea sarebbe suggestiva.
<br />
<br />
Ciò che in assoluto trovo poco plausibile é il fatto che il "Mostro" abbia individuato la tipologia del personaggio che potesse risultare evocativo, ed abbia colpito con un riferimento preciso alla "vittimologia"; anche se ciò spiegherebbe il perché abbia colpito in una sera di cattivo tempo. Non avendo una cadenza obbligata ("<i>devo compiere un omicidio alla settimana</i>"), il "Mostro" non avrebbe avuto alcun motivo per non rimandare l'omicidio, viste le condizioni meteo; ma considerato che proprio quella sera si erano casualmente verificate <i>altre</i> condizioni, ben più importanti al fine di far risultare altamente suggestivo l'omicidio (quando la coppia si sarebbe appartata nuovamente all'interno della vettura del padre di Paolo Riggio?), colpì comunque.
<br />
<br />
D'altra parte, volendo permanere nel contesto del fantasioso mondo mostrologico nel quale si muove un "Mostro" che adopera un simbolismo da <i>adventure game</i> su PC degli anni 90, scegliendo le lettere da ritagliare in ragione di come esse possano simboleggiare l'acqua, o facendo telefonate anonime che alludono a fumetti porno, occorre considerare come il delitto Benedetti-Riggio conterrebbe un messaggio che andrebbe ben oltre le semplici allusioni.
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<br />
Ma, ripeto, é un inciso; un episodio al quale io non intendo annettere significati particolari.
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<br />
Pertanto, procediamo.
<br />
<br />
Adesso, il Qualcuno é latitante in Sudamerica, ed in galera ci sono almeno due persone che qualcosa sanno, e potrebbero parlare. Viene organizzato un altro delitto, ma stavolta "ben fatto", con le coltellate, le mutilazioni e tutto quanto... tutto in regola, insomma; e magari stavolta traendo <i>realmente</i> ispirazione, per incrementare ulteriormente l'impatto emotivo, da un fumetto pornografico. Il duplice omicidio viene commesso il 29 luglio del 1984; tuttavia, bisogna aspettare almeno tre mesi perché esso dia parzialmente i suoi frutti; e ad ottobre Vinci, Mele e Mucciarini vengono scarcerati.
<br />
<br />
A questo punto, il Giudice Istruttore rivolge le sue attenzioni verso l'ultimo sardo rimasto, Salvatore Vinci. Non ha né testimonianze né biglietti scritti, così si limita ad una stretta sorveglianza, e ad un tentativo di incriminazione del Salvatore Vinci per l'omicidio della prima moglie. <br />
<br />
L'operazione continua ad essere in stallo. Qualunque tentativo fatto non consente di uscire dall'<i>impasse</i> della "pista sarda"; e la sola persona coinvolta nelle indagini e che sembrava in grado di sbloccare la situazione si é tirata indietro. L'unica possibilità di procedere sembra essere un ulteriore duplice omicidio, commesso tra il 6 e l'8 settembre del 1985, alla piazzola degli Scopeti, in seguito al quale viene inviata a Silvia della Monica una busta contenente un lembo cutaneo appartenente alla vittima femminile. Il frammento escisso non é accompagnato da alcuna lettera contenente un messaggio esplicito; ma, analogamente a quanto accade per i vestiti piegati a Rabatta (o alla testa di Semerari sul sedile, se vogliamo) risulta assolutamente intelligibile alla destinataria, che dichiarerà, nel corso degli anni, di avere capito.
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<br />
E precisamente, la PM, ora come allora, dimostra di aver capito <b><i>almeno</i></b> tre cose della vicenda:
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<br />
<b>1)</b> gli assassini sono più d'uno<br />
<br />
<b>2)</b> i sardi non c'entrano nulla se non come persone a conoscenza dei fatti<br />
<br />
<b>3)</b> la missiva con il lembo cutaneo ha il preciso scopo di sollecitarla a rientrare nelle indagini.<br />
<br />
<br />
Abbastanza abilmente, fa subito sapere come un suo rientro nelle indagini sia assolutamente da escludere. Nelle settimane successive riceve comunque un paio di ulteriori sollecitazioni (telefonata anonima, cartuccia nella casa di campagna), ma nulla riesce a farla recedere dal suo proposito.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdLWVq9GOzY_kpktxRglKZLlg-hD6kWqy5aga6G1FmMI9o1K1W0ztq7CuxoI-1O88_VuGWiSRE4_LNWjUkdgsQ54JNhFvcZfTamaI_QlS7BUjpvj7Lwo_-07tEsL5xJifwgvjN_80zfNTx3jY9T380J2KAyruehjGQm78EECyB3ZAlNIY6VUqND05C/s1240/della%20monica.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1240" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdLWVq9GOzY_kpktxRglKZLlg-hD6kWqy5aga6G1FmMI9o1K1W0ztq7CuxoI-1O88_VuGWiSRE4_LNWjUkdgsQ54JNhFvcZfTamaI_QlS7BUjpvj7Lwo_-07tEsL5xJifwgvjN_80zfNTx3jY9T380J2KAyruehjGQm78EECyB3ZAlNIY6VUqND05C/s320/della%20monica.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
In questa stagnazione, costellata di eventi che riguardano le indagini su Salvatore Vinci, si giunge all'estate del 1986, quando, il 16 luglio Francesco Falbo, ufficiale della Guardia di Finanza, viene inviato in Svizzera a recuperare il c.d. "Documento Bologna"
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKdmOHNocFn2HnI6Wp_cpfZpou5AJ3o54fLQzsxoCvGgsLeKV48qGnCVRZfh5_JP6wKfYXLKdSN-rwHkKWVyamoF3GzZTw4ecKEAouxvStETlI_F7PGMRohJ7kjDcUPod7uE2DkQIXXA3smm-X3WinqY2fs7KmjJK8Q4Axaug3bVW2rd1rZdDMXDmD/s1024/Documento%20Bologna.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="555" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKdmOHNocFn2HnI6Wp_cpfZpou5AJ3o54fLQzsxoCvGgsLeKV48qGnCVRZfh5_JP6wKfYXLKdSN-rwHkKWVyamoF3GzZTw4ecKEAouxvStETlI_F7PGMRohJ7kjDcUPod7uE2DkQIXXA3smm-X3WinqY2fs7KmjJK8Q4Axaug3bVW2rd1rZdDMXDmD/s320/Documento%20Bologna.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che contiene quelle che saranno considerate le prove del finanziamento da parte del Qualcuno della strage di Bologna. L'intricata storia del "Documento Bologna", da cosa origini, del perché sia stato recuperato in Svizzera, della sua relazione con il "Pollaio Alloia"
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilnHeenNwNi7SZj5soTSZzSgkQ1jLu0raRC3xD3RSvg1L-yT0rNFoTekKlpu3RmXNPVp0GmxZlaKgJKG8xR-7z3o7uwXklD5LvfopdqW0IRLg67-7Ax6pd5FYuRiIgftO21oyxUsRrgNp8YCl3p3J-_4NFZ_mIiOibYf656zF1WG3Wd1RVFm7Nwqbj/s808/Pollaio%20Alloia.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="808" data-original-width="706" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilnHeenNwNi7SZj5soTSZzSgkQ1jLu0raRC3xD3RSvg1L-yT0rNFoTekKlpu3RmXNPVp0GmxZlaKgJKG8xR-7z3o7uwXklD5LvfopdqW0IRLg67-7Ax6pd5FYuRiIgftO21oyxUsRrgNp8YCl3p3J-_4NFZ_mIiOibYf656zF1WG3Wd1RVFm7Nwqbj/s320/Pollaio%20Alloia.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
e di tutti gli eventi successivi al suo ritrovamento non riguardano più la vicenda "Mostro di Firenze", anche se più avanti un'eccezione verrà fatta per il c.d. "Documrnto artigli". Così come non riguardano più il Servizio che si sarebbe "prodigato" per giungere ad un risultato che invece é inaspettatamente pervenuto attraverso tutt'altro canale.
<br />
<br />
Oltre ad otto duplici omicidi, però, rimangono delle sequele. Una di esse é la persecuzione verso Salvatore Vinci che, dopo esse stato imputato per omicidio e processato, viene incriminato per molestie sessuali. Salvatore Vinci deve necessariamente sapere qualcosa della vicenda, ma ha sempre mantenuto nervi saldi, e non ha mai parlato. Viene allora <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_9.html" target="_blank">premiato facendolo sparire</a>, e consentendogli di passare in santa pace gli ultimi anni della sua vita.
<br />
<br />
Ma più in generale, chi, all'oscuro della reale essenza della vicenda, ha il compito di indagare, continua a farlo; senza, tra l'altro, avere la consapevolezza che non accadranno più omicidi. Pertanto, l'opera perenne di depistaggio non può cessare; esiste sempre la possibilità che un investigatore, anche per caso, si imbatta in qualche elemento che possa svelare la vera essenza del "Mostro di Firenze".<br />
E tra queste attività vi sono anche quelle del SISDe; ed anche il Servizio occulto appartente al Qualcunaltro continua a sorvegliare.
<br />
<br />
E forse é proprio nell'ambito di tale sorveglianza da ricercare l'origine del tentativo di installazione di una linea ISDN all'interno dell'ufficio del GIDES, evento che merita comunque una breve disamina.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>La linea ISDN</b></i>
</span></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir5Q9i4Qu3ARM1CdLYgE6PT5Fd-h8-4YaG3HuCf2BsJ5r19S2_-j_jJ4-vmYvyFOqLRC2kxxds5ZdFNXb_X3mAmPT9WXoEN_A_2fEyGGvozFw4P2B78tbxQZTt_hpYEj6kxFiUeRo7GzhAmwwQ5XDziIzadVbMByEOZ_q_HYOxGMlrJb7V7qT13tkV/s995/ISDNforum.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="349" data-original-width="995" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEir5Q9i4Qu3ARM1CdLYgE6PT5Fd-h8-4YaG3HuCf2BsJ5r19S2_-j_jJ4-vmYvyFOqLRC2kxxds5ZdFNXb_X3mAmPT9WXoEN_A_2fEyGGvozFw4P2B78tbxQZTt_hpYEj6kxFiUeRo7GzhAmwwQ5XDziIzadVbMByEOZ_q_HYOxGMlrJb7V7qT13tkV/s600/ISDNforum.jpg" width="600" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcuTBf86rK3Eeu86SpI6iiJCOtYA7wr3ioWvg5g3TI5NC_mg_5O_dx0aLYc1B3PCmSPAIQ6364KRIK0rFk9jvsEwajTvMDmppcqdJMe2v3ujkw43YyhuT6WFiPX7OD6OivOgJd1gReDUEWxsuPIp3pUT68DmWB3HRlrYapy8qFjmD_a9gQCv2kFQ50/s979/ISDNforum2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="104" data-original-width="979" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcuTBf86rK3Eeu86SpI6iiJCOtYA7wr3ioWvg5g3TI5NC_mg_5O_dx0aLYc1B3PCmSPAIQ6364KRIK0rFk9jvsEwajTvMDmppcqdJMe2v3ujkw43YyhuT6WFiPX7OD6OivOgJd1gReDUEWxsuPIp3pUT68DmWB3HRlrYapy8qFjmD_a9gQCv2kFQ50/s600/ISDNforum2.jpg" width="600" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cerchiamo di immaginare cosa avrebbero visto coloro che lavoravano al GIDES se una borchia ISDN fosse stata installata a loro insaputa. Rientrando in ufficio avrebbero visto una scatola di circa venti centimetri di lato, appesa al muro, collegata alla linea di alimentazione, con delle lucine rosse e verdi, più una scatoletta più piccola interposta tra essa ed i telefoni.
<br />
<br />
Questa è un'immagine della borchia, con una penna ed una moneta da 1 Euro per dare un'idea delle dimensioni
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<div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyUo5pfTkM7TsBaj6kOmhm-8S8zR0HnQPrI6BffXPeqde_FTssiaOW3ggAbxLdkzdVG3L8UnTQ7PdVV5Kogaw3zMZOozu4TDvXD2B9nhzLPF5myy_ooBCEzSwn-7qwnE5R3eFTHJpi29G_0O69LwoqbHIAyWRbbWgRhrzx8bfIEaaNI8wD33AVlOPeYr4/s988/borchia.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="988" data-original-width="950" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyUo5pfTkM7TsBaj6kOmhm-8S8zR0HnQPrI6BffXPeqde_FTssiaOW3ggAbxLdkzdVG3L8UnTQ7PdVV5Kogaw3zMZOozu4TDvXD2B9nhzLPF5myy_ooBCEzSwn-7qwnE5R3eFTHJpi29G_0O69LwoqbHIAyWRbbWgRhrzx8bfIEaaNI8wD33AVlOPeYr4/s320/borchia.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mi rendo conto che, non essendo a Paperopoli, nessuno si sarebbe stupito; in posti diversi da Paperopoli é normale rientrare una mattina in ufficio e trovare una roba simile appesa al muro. <br />
E' poi possibile che nel caso di improvvisa interruzione dell'alimentazione, i telefoni smettessero di funzionare. Tutto ciò, avrebbe attirato l'attenzione, ma solo a Paperopoli; a Firenze, nessuno mai si sarebbe insospettito.
<br />
<br />Ciò invece che é accaduto qui, é stata una regolare installazione. Un primo livello di accertamenti <i>(sono normali tecnici Telecom? Sì, sono tecnici CITE, che opera per conto di Telecom</i>) non ha mostrato nulla di irregolare. Anche il secondo livello (<i>E' stata fatta regolare richiesta di installazione? Sì, é stata fatta</i>), ha evidenziato che é tutto regolare. E così il terzo livello (<i>l'installazione é stata chiesta tramite canali usuali? Sì, per telefono come previsto dalle procedure, in attesa della formalizzazione per iscritto</i>). E' solo al quarto livello (<i>E' avvenuta la formalizzazione per iscritto? No, mai</i>) che é venuta fuori la magagna. Da cui si deduce che i servizi segreti di Paperopoli non siano poi così stupidi; é solo che gli é andata buca. Ma non hanno comunque lasciato tracce.
<br />
<br />
Ma, dopo tutto, é plausibile che un Servizio segreto, per quanto occulto, adoperi proprio il telefono come mezzo per le sue operazioni, che siano quelle di far installare una linea ISDN o anche, semplicemente di assumere informazioni sulle strutture dalle quali dipende il funzionamento di quel telefono che sta usando?
<br />
<br />
Un esempio può venire dalle dichiarazioni di Ezio Bonalumi, responsabile della centrale telefonica di via Mantegna, operativa dal 1971 e di cui il Mantellina si serviva, e contenute nell‘informativa del ROS di Milano del 10.9.2002. Queste sono le modalità con le quali Bonalume venne in contatto con il Mantellina:
<br />
<span style="font-family: courier new;"><br />
Tra il 1974 e il 1977, tenete però presente che sono passati venticinque anni e che quindi, la mia memoria potrebbe trarmi in inganno, ricevetti una telefonata da persona che si qualificò come utente e si presentò con il nome che mi avete detto.<br />
Costui mi stupì, in quanto si dimostrò a conoscenza di particolari inerenti sia la mia persona, sia la centrale di cui ero responsabile. <br />
Scopo della telefonata era di conoscere ulteriori particolari che io,ovviamente, mi rifiutai di fornire, e chiusi seccamente la conversazione.<br />
Ricordo che rimasi stupito anche del fatto che non si trattasse di un utente della centrale Sempione, almeno così ricordo.<br />
Preciso che sapeva anche quanti figli avevo<br />
<br />
[...]
<br />
<br />...al telefono, aveva menzionato anche i nomi dei miei superiori ed ebbi l'impressione che avesse una piantina della centrale Sempione, anzi ne sono certo in quanto, telefonicamente, mi disse dove erano dislocate le apparecchiature ed il mio ufficio.
</span> <br />
<br />
Quindi, parrebbe proprio che i Servizi segreti occulti italiani si muovano con le stesse modalità di quelli ufficiali di Paperopoli...
<br />
<br />
Come già accennato, il Mantellina muore improvvisamente nel novembre del 1981, il giorno dopo una cena con il Capitano Manfredi. Al di là delle supposizioni di omicidio, poco interessanti qui, é illogico pensare che tutto l'organico del Servizio, "fluido" per quanto possa essere, si dissolva nel nulla. Così come é illogico pensare che non ci sia stato chi sia subentrato al Mantellina.
<br />
<br />
Il Mantellina sosteneva (millantava?) di poter in qualche modo controllare le linee telefoniche, soprattutto di interromperne le funzionalità. In realtà. il controllo sarebbe avvenuto principalmente attraverso sua cognata, Luciana Maria Piras, che lavorò in Telecom fino al 1988. E che era comunque in grado di conoscere le procedure. La Piras sembra fosse (stata?) l'amante del Mantellina, ma non possiamo escludere che sia rimasta in qualche modo legata al Servizio anche nel periodo successivo alla sua morte, o al proprio pensionamento.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Francesco Narducci</b></i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel post precedente, Lettore, che avrebbe dovuto esse l'ultimo, prima di parlare brevemente della falsicabilità dell'ipotesi esposta qui, mostravo un collage che ti ripropongo:
</div>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0IhiEYndnABpwNRpuLFllQ7xZN588Lv53FKLRVCQ7aleyowujoFIENkvYH5sxgaBK3fWFnZCRntPTNKp_y1xHBc0iMYRcoj5wYNdWTYrWae_fd-46s6EJIP-rmj4Y3qjfpkrJynqcW--P8aFPiHiFKyMGQjoaR0hpdxTD58kIiSTPkATOX07-ST6wEUw/s1132/narducci%20collage.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="847" data-original-width="1132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0IhiEYndnABpwNRpuLFllQ7xZN588Lv53FKLRVCQ7aleyowujoFIENkvYH5sxgaBK3fWFnZCRntPTNKp_y1xHBc0iMYRcoj5wYNdWTYrWae_fd-46s6EJIP-rmj4Y3qjfpkrJynqcW--P8aFPiHiFKyMGQjoaR0hpdxTD58kIiSTPkATOX07-ST6wEUw/s320/narducci%20collage.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L'immagine era solo mostrata, senza alcun commento esplicativo, in quanto il suo inserimento voleva essere un riferimento, tanto implicito quanto velato, alla miriade di associazioni che possono essere costruite sulla base di mere coincidenze, rendendo tali associazioni delle prove indiziarie di notevole peso. L'aspetto più divertente é che sia proprio chi trasforma tali inconsistenti associazioni in presunte "prove" a tacciare gli altri di dietrologia; la mia intenzione era così quella di fornire un ulteriore spunto per tale genere di attività. Ed é per questo, per amor di completezza, che intendo spendere qui qualche parola in proposito trasformando la velata allusione in un concetto esplicito.<br />
<br />
Nonostante questo, però, il risultato si rivelerà sempre meno dietrologico di certe teorie.
<br />
<br />
Il collage, come chiunque può vedere, fornisce la possibilità di un confronto immediato tra alcune immagini fotografiche di Francesco Narducci ed un identikit (anzi, un <i>photo-fit</i>) realizzato sulla base della testimonianza di tale Giovanni de Uras che avrebbe visto l'individuo, oggetto del <i>photo-fit</i>, il 6 settembre 1985 a Scopeti.
<br />
<br />
Ammetterai, Lettore, che la somiglianza é stupefacente. Taglio degli occhi e forma delle sopracciglia si ritrovano identici nella foto in alto a destra. L'attaccatura dei capelli é quella delle foto a sinistra. Naso e bocca sono sorprendentemente simili nell'immagine in basso a destra.
<br />
<br />
Ovviamente, certe inquadrature rendono più aderenti alla ricostruzione certi particolari, altre inquadrature possono enfatizzarne altri; ma la cosa davvero sorprendente, e comune a tutte le fotografie, é la forte somiglianza con la ricostruzione. Ed é sorprendente perchè spesso, negli identikit, vengono scelti correttamente forma, proprorzioni e tipologia dei vari componenti, ma é il risultato d'insieme a soffrirne. Sebbene la forma degli occhi, del naso, della bocca, del viso siano simili a quelli dell'individuo che si intenderebbe identificare, il risultato d'insieme non espone quella identificazione di espressioni e di proporzioni che la nostra mente interpreta come "somiglianza".
<br />
<br />
Qui, invece, il risultato sembrerebbe inequivocabile.
<br />
<br />
Anche la descrizione che il testimone fa del soggetto sarebbe aderente al Narducci: alto circa 1,80m, capelli castano rossicci... solo l'aggettivo "robusto" potrebbe rappresentare una dissonanza. <br />Diverse persone usano l'aggettivo "robusto" (anche) per descrivere qualcunbo in evidente sovrappeso. Ma "robusto", propriamente, vorrebbe significare "<i>forte, vigoroso, gagliardo nel fisico</i>"; ed é quindi un aggettivo che si adatterebbe alla perfezione alla descrizione di una persona dalla corporatura atletica quale il Narducci era.
<br />
<br />
Il 7 settembre, il Narducci avrebbe richiesto all'ambasciata americana a Firenze un visto per l'ingresso negli Stati Uniti, che non gli viene concesso.
<br />
<br />
Sembrerebbe (il condizionale é d'obbligo, perché vi é una notevole incertezza sull'esatto significato delle relative trascrizioni) che l'auto del Narducci abbia potuto transitare nei giorni successivi (8-9 settembre) attraverso uno degli svincoli autostradali di Firenze.
<br />
<br />
Il Narducci riuscirà comunque a recarsi negli Stati Uniti a fine settembre, trasferta dalla quale rientrerà i primi di ottobre (in modo da essere a casa il giorno 4, onomastico sia suo sia della moglie), per morire qualche giorno dopo.
<br />
<br />
E su tale morte, un blog monotematico sul "Mostro di Firenze" avanza diverse ipotesi:
<br />
<br />
1) disgrazia
<br />
<br />
2) suicidio per motivi personali
<br />
<br />
3) suicidio per motivi in qualche modo correlati alla vicenda del "Mostro di Firenze" (rimorso, paura, o istigazione dei familiari)
<br />
<br />
4) omicidio per motivi che nulla hanno a che vedere con il "Mostro di Firenze"
<br />
<br />
5) omicidio compiuto da altri componenti del "Mostro di Firenze" per paura che egli parlasse
<br />
<br />
6) omicidio compiuto da qualcuno che sapeva di un suo ruolo attivo nelle vicende del "Mostro di Firenze", ma voleva evitare che la sua famiglia venisse coinvolta
<br />
<br />
A me sembra, Lettore, che riguardo alle possibilità che Narducci sia stato ucciso o istigato al suicidio venga tralasciata, nemmeno menzionata, la causa più semplice di tutte.
<br />
<br />
Ammettiamo per un momento che Francesco Narducci fosse, semplicemente, una brava persona.
<br />
<br />
Magari massone, ma una brava persona.
<br />
<br />
Magari poco innamorato della moglie, ma una brava persona.
<br />
<br />
Un professionista dedito al suo lavoro, ed appassionato alle attività sportive; magari un po' narcisista... ma chi non lo é?
<br />
<br />
Ammettiamo per un momento anche che quanto Ti sia stato prospettato sopra riguardo al "Mostro di Firenze" sia tutto vero.
<br />
<br />
Allora, Francesco Narducci sarebbe potuto venire a conoscenza, attraverso canali direttamente correlati alla sua appartenenza alla Massoneria, del ruolo del Qualcuno, prima come parte attiva, e poi come soggetto passivo, nelle vicende del "Mostro di Firenze". <br />
<br />
Ammettiamo allora che in quanto "brava persona" possa essere rimasto impressionato, ed abbia deciso di condurre personalmente delle indagini, proprio nell'imminenza del delitto degli Scopeti. Che sia riuscito a scoprire qualcosa, ed, impaurito, abbia tentato, senza successo, una fuga negli USA. Che sia riuscito ad espatriare dopo qualche settimana, giusto per tentare di appianare la faccenda a distanza, al sicuro. Che, ricevute delle rassicurazioni, sia rientrato; e sia stato, comunque, eliminato.
<br />
<br />
Sarebbe una spiegazione semplice e lineare dei fatti; spiegazione che comprenderebbe anche l'atteggiamento e le dichiarazioni che l'avvocato della famiglia, Fabio Dean, rilascerà diciassette anni dopo.
<br />
<br />
Infatti, l'avvocato Fabio Dean non era, come sostiene Paolo Franceschetti, <i>il figlio</i> dell'avvocato del Qualcuno. Era <b><i>proprio</i></b> l'avvocato del Qualcuno; quello che, il 14 ottobre del 1987, mentre il Qualcuno soggiornava nelle carceri svizzere, ne trattava la detenzione ai domiciliari con Umberto Pierantoni. Ed i termini della trattativa finivano all'interno del "Documento artigli", indirizzato ad Amintore Fanfani.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_bDitJKCaNikhjCa7mcvIb26iVXJY9QDT9PvBF0df6wcvKbzeLPHTbkTLzutcE903bQ1r81OB9U1LZyCs51YD6JrxQqZ0jeaIsV2BP0VmBoHMpTlQc8wL8D2_eXCeeHxfcXrHe96KTGLFLDn-2YD_hW1HOb1rklXKvF3jD1Ze6hAkfALXYkKkNjOHuDY/s2122/artigli.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1199" data-original-width="2122" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_bDitJKCaNikhjCa7mcvIb26iVXJY9QDT9PvBF0df6wcvKbzeLPHTbkTLzutcE903bQ1r81OB9U1LZyCs51YD6JrxQqZ0jeaIsV2BP0VmBoHMpTlQc8wL8D2_eXCeeHxfcXrHe96KTGLFLDn-2YD_hW1HOb1rklXKvF3jD1Ze6hAkfALXYkKkNjOHuDY/s320/artigli.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Certo, quanto descritto sopra potrebbe essere, più semplicemente, spiegato da una banale coincidenza, e da altre, molto più plausibili situazioni.
<br />
<br />
La banale coincidenza sarebbe la somiglianza del risultato del <i>photo-fit</i>, che in realtà avrebbe voluto ritrarre tutt'altra persona, con le fotografie del Narducci. D'altra parte, il Narducci potrebbe in effetti aver tentato una fuga a causa di avvenimenti che poi lo avrebbero portato a morte, ma che nulla avrebbero avuto a che fare con il "Mostro di Firenze". Ed infine, il fatto che degli affiliati alla Massoneria, come da una parte era il Qualcuno, e dall'altra la famiglia Narducci, si rivolgano ad un avvocato massone, come era Fabio Dean, é ciò che ci si aspetterebbe. La casualità della coincidenza tra <i>photo-fit</i> ed immagini di Narducci avrebbe quindi creato un'apparente connessione senza corrispondenza con la realtà, che nei fatti non esisterebbe.
<br />
<br />
Certo, il fatto che Francesco Narducci possa essere stato eliminato semplicemente perché era venuto a conoscenza di importanti informazioni riguardanti il "Mostro di Firenze" rimarrebbe un'idea semplice e lineare, ma così semplice e così lineare che non può mai piacere a mostrologi ed appassionati.
<br />
<br />
Figurati, Lettore, che non piace neanche a me; che, come avevo detto in premessa, l'ho illustrata solo per completezza.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Le fallacie</b></i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ribadisco ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno (ma proprio dalla scrittura di questa serie ho imparato come sia più che mai valido il principio <i>repetita iuvant</i>) che prove dirette di questa storia non ne esistono, ne mai se ne potranno trovare. Se l'esistenza del Servizio che il Mantellina dirigeva é venuta fuori <b><i>assolutamente per caso</i></b> dopo <b><u>cinquanta anni</u></b> dalla sua creazione, é pensabile, che tutto ad un tratto vengano fuori, come un coniglio dal cappello del prestigiatore, le prove documentali di questa storiella?
<br />
<br />
Possiamo affidarci <b><i>solo</i></b> ed unicamente a quelle circostanziali, che qui Ti ho illustrato con date e nomi, preso atto del fatto che il tentativo di fornire delle indicazioni e stimolare una ricerca autonoma nei Lettori é da considerarsi miseramente fallito.
<br />
<br />
E come, esplicitamente, già affermato nelle due serie sul "Mostro di Firenze", le uniche possibilità di verifica riguardano la validità delle prove circostanziali, ovvero l'esistenza documentabile di una fallacia in esse.
<br />
<br />
Le possibili fallacie di questa storia sono essenzialmente due:
<br />
<br />
<b>1)</b> le modalità con le quali i partigiani dell'area mugellana sarebbero venuti a conoscenza dei fatti che riguardavano il Qualcuno
<br />
<br />
<b>2)</b> la natura dei rapporti tra il Qualcuno ed il Qualcunaltro
<br />
<br />
Riguardo al <b>punto 1)</b>, le difficoltà nascono innanzitutto da una constatazione: le attività partigiane durante la Resistenza erano compartimentate. I gruppi partigiani agivano separatamente per ogni provincia. L'area di operazione del Qualcuno, così come quella di Silvano Fedi o di Manrico Ducceschi, era il pistoiese. Andrea Pettini si muoveva essenzialmente in un'area del Mugello posta 50 chilometri più ad Est; come é possibile che avesse a che vedere con i fatti "scabrosi" che riguardavano il Qualcuno?
<br />
<br />
Questo problema é in realtà minore di quanto non sembri.
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<br />
Mentre una stretta compartimentazione era vigente per i gruppi di altro orientamento politico, i comunisti avevano invece contatti su aree molto più vaste. Ed i contatti che il Qualcuno aveva con le formazioni antifasciste riguardavano soprattutto esponenti comunisti (ad esempio Corsini)<br />
<br />
Parte delle formazioni partigiane che si riunirono nel Mugello a formare la Brigata "Lanciotto" erano comuniste, in particolare il gruppo di Giulio Bruschi. In pratica, nella "Lanciotto" convivevano comunisti, anarchici, ex fascisti, democristiani, etc.
<br />
<br />
Se la delazione riguardo all'agguato di Silvano Fedi avvenne da parte del Qualcuno per una sorta di accordo con i comunisti, e non per l'accordo diretto con i nazisti, qualcuno dei comunisti nella "Lanciotto" poteva saperlo. Andrea Pettini era, per l'appunto comunista. Quindi, anche se apparentemente i gruppi partigiani che operavano <i>intra</i> provincia erano coordinati, ma non vi sono grosse evidenze documentali di contatti inter provincia, un contatto sostanziale potrebbe essere avvenuto non tra i pistoiesi ed i mugellani, ma tra il Qualcuno i ed i comunisti, e poi risaputo o diffuso all'interno dei gruppi esclusivamente comunisti. Questo può spiegare gli eventi fiorentini riferiti ad un soggetto pistoiese.
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<br />
Inoltre, elemento ben più importante, un'informativa della Questura di Pistoia asserisce che il Qualcuno si sia associato con i partigiani comunisti della "Bruno Buozzi",
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb4PkgSyJpo0ds6oCt3HAvfkwHmkJB6-LhfNSOuPPEYqtceWDWzBNXRI3mJDsXuPf8AaUl7QX5QuT2qA49PIVTWh3tmqFf8cS568akKmB4ZYzHhByVsAWkNFS5eGiA8TwzXtHrw1OpP22NLeZGr19-B9yGoJ0g1rBuirDTFprdseL2CTJNJPPDQSNQ/s1286/Bruno%20Buozzi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="920" data-original-width="1286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb4PkgSyJpo0ds6oCt3HAvfkwHmkJB6-LhfNSOuPPEYqtceWDWzBNXRI3mJDsXuPf8AaUl7QX5QuT2qA49PIVTWh3tmqFf8cS568akKmB4ZYzHhByVsAWkNFS5eGiA8TwzXtHrw1OpP22NLeZGr19-B9yGoJ0g1rBuirDTFprdseL2CTJNJPPDQSNQ/s320/Bruno%20Buozzi.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDWS06dvOTtIe4JcHjTHaKqoAstCcdWfN9uBty4D650VpmMMUAENZUpIuWoOhnX-OeiDJK8vPAYhlmhRmCTRivNuBwQRNu6bHdB0A00hYx-9ENfi04GY7VAmCcBJaPpg9ftFAU6HBBbz3vCt8UpHq5zqQw0ruOWDuXOmmBu6Kdk2jovZStki1-No2k/s1368/Bruno%20Buozzi2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="730" data-original-width="1368" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDWS06dvOTtIe4JcHjTHaKqoAstCcdWfN9uBty4D650VpmMMUAENZUpIuWoOhnX-OeiDJK8vPAYhlmhRmCTRivNuBwQRNu6bHdB0A00hYx-9ENfi04GY7VAmCcBJaPpg9ftFAU6HBBbz3vCt8UpHq5zqQw0ruOWDuXOmmBu6Kdk2jovZStki1-No2k/s320/Bruno%20Buozzi2.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
che era una Brigata inquadrata nella Divisione Arno, nata dal confluire di quattro Brigate, la "Fanciullacci", la "Caiani", la "Sinigaglia" e la "Lanciotto"; la "Lanciotto" era quella nella quale era arruolato Andrea Pettini. C'é un errore nel citare la XI Zona e Vincenzo Nardi in quanto Nardi era comandante della XII zona, mentre il comandante dell'XI era, per l'appunto, Manrico Ducceschi.
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Tra i documenti sequestrati a Coppetti vi era la fotocopia di una pubblicazione "La Brigata Bozzi"
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSYq5-0hwjhFhPZ2GlcAotXlYCoEoZicfLKWpBd2YjFD3yRnbDMciDS_clqIksdT3d1ItyncL8qoK_msIE4sgtO53PzgHHtqldPh96kCZqdlKNZuFEdexaKlFDLidSmz-IkafIWBNZ5tSXnrxiPfo_hzYX9A3ciGEeKPyL69ga5lG33Ulezjjncu86/s896/Coppetti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="896" data-original-width="694" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSYq5-0hwjhFhPZ2GlcAotXlYCoEoZicfLKWpBd2YjFD3yRnbDMciDS_clqIksdT3d1ItyncL8qoK_msIE4sgtO53PzgHHtqldPh96kCZqdlKNZuFEdexaKlFDLidSmz-IkafIWBNZ5tSXnrxiPfo_hzYX9A3ciGEeKPyL69ga5lG33Ulezjjncu86/s320/Coppetti.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
che quindi si sarebbe riferita alla "Gino Bozzi", e non alla "Bruno Buozzi"; ma la Brigata "Gino Bozzi" si spostò precocemente sull'appennino emiliano, ritornando nel pistoiese alla fine dell'estate del 1944. Quindi, appare assolutamente improbabile che il Qualcuno avesse fatto parte della "Gino Bozzi", mentre é di gran lunga più probabile che si tratti realmente della "Bruno Buozzi"; e se così é, é certamentevenuto a contatto con Pettini ed i suoi compagni.
<br />
<br />
Pertanto, non solo é possibile che Andrea Pettini, insieme ad altri, fosse a conoscenza dei trascorsi del Qualcuno, ma é anche <i><b>abbastanza verosimile</b></i>.
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Veniamo adesso al <b>punto 2)</b>, e cioè la natura dei rapporti tra il Qualcuno ed il Qualcunaltro. L'argomento é già stato affrontato nel post precedente, l'<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-8-epilogo.html" target="_blank">Epilogo</a>, ma merita anch'esso di essere ripreso.
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<br />
E lo merita perché questo appare come il maggior punto debole di tutta la costruzione, l'elemento in grado di falsificare l'ipotesi. <br />
<br />
Infatti puoi trovare scritto un po' dappertutto, Lettore, come i rapporti tra il Qualcuno ed il Qualcunaltro fossero, tutto sommato, buoni; anzi, molto migliori e più stretti di ciò che si volesse far credere. Sebbene il Qualcuno ebbe a dichiarare come lui avesse la sua, di organizzazione, il Qualcunaltro avesse il Servizio occulto protagonista del presente post, ed un Terzo avesse un'altra organizzazione clandestina, da più parti venne indicato come i rapporti tra il Qualcuno ed il Qualcunaltro fossero di natura molto più intima, ed il Qualcunaltro si ponesse gerarchicamente al di sopra del Qualcuno. <br />
Persino la vedova di Roberto Calvi ebbe a dire ciò.
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<br />
A questo punto, Lettore, la presente costruzione crollerebbe. Perché mai il Qualcunaltro avrebbe dovuto smantellare una struttura di cui lui stesso usufruiva? Che addirittura comandava? E d'altra parte furono proprio il Qualcunaltro ed il Terzo ad affidare, nei fatti, al Qualcuno i Servizi Segreti nel 1978...
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<br />
Bene, ma allora se fosse così, e ci si rifiutasse di credere alle capacità divinatorie dei magistrati Turone e Colombo, chi avrebbe fornito loro la segnalazione anonima che diede inizio alla loro azione contro il Qualcuno? Chi avrebbe potuto ideare un progetto così ardito e proditorio mettendosi sia contro il Qualcuno sia contro il Qualcunaltro? Chi ne avrebbe tratto beneficio facendola franca?
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<br />
Be' Lettore, io una simile figura non riesco a vederla. Non mi viene in mente nessuno che dopo aver eliminato il Qualcuno e danneggiato il Qualcunaltro abbia regnato incontrastato. Non ne ho notizia.
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Se tu, Lettore, guardi con attenzione a tutti i riferimenti, gli esempi, che vengono portati a supporto da chi sostiene l'esistenza di un forte legame tra il Qualcuno ed il Qualcunaltro, noterai come siano tutti relativi a situazioni ed avvenimenti <b><u>anteriori al 1980</u></b>.
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<br />
Il fatto che il Qualcuno ed il Qualcunaltro si conoscessero da lunga pezza é un fatto noto. E probabilmente si conoscevano anche da prima di quanto il Qualcunaltro sostenesse. Il Qualcuno ha sempre millantato una stretta conoscenza con il Qualcunaltro, ma quanto in effetti fosse stretta non è dato di sapere. Dicono che il Qualcuno, che tra le sue fila annoverava uno dei più famosi imitatori italiani e cioè Alighiero Noschese, ne sfruttasse le capacità artistiche facendolo parlare al telefono con chi voleva abbindolare, il quale sentiva dall'altra parte del filo l'inconfondibile voce del Qualcunaltro. Non so quanto ciò sia vero; ma resta il fatto che il Qualcuno voleva farsi credere più intimo con il Qualcunaltro di quanto non fosse in realtà.
<br />
<br />
Il Qualcunaltro si é sempre comportato nella maniera esattamente opposta. Ha sempre sostenuto di aver conosciuto il Qualcuno all'inaugurazione di uno stabilimento, nel 1960; e di ciò viene sempre mostrata, anche su Wikipedia, una foto che li ritrarrebbe insieme durante quell'evento.</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-FBy6uojQ-k_kz20dvvUUYJSdmigRI_dHPal7JiuGxuqG0GwTx6f65DcXIxFLNTBL6-tikwoMV2_5pOKd2oVzS24BtT1OL7zGVc_mDFrXFIs6L4MxVPCQ9wOTRXEZlGB5ACHxZfj67wPFZAKKQYweUQfmkYwr7XAvIWqP50U6LfXlQrV9fVrvYeV7/s1024/Fiera%20Campionaria1959.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="764" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-FBy6uojQ-k_kz20dvvUUYJSdmigRI_dHPal7JiuGxuqG0GwTx6f65DcXIxFLNTBL6-tikwoMV2_5pOKd2oVzS24BtT1OL7zGVc_mDFrXFIs6L4MxVPCQ9wOTRXEZlGB5ACHxZfj67wPFZAKKQYweUQfmkYwr7XAvIWqP50U6LfXlQrV9fVrvYeV7/s320/Fiera%20Campionaria1959.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
In realtà il Qualcunaltro non é mai andato <b><i>all'inaugurazione</i></b> dello stabilimento, ma alla posa della prima pietra. Dell'evento esiste un filmato, ed il Qualcuno ed il Qualcunaltro sono chiaramente abbigliati in modo differente rispetto alla foto di Wikipedia.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGRe5rRRU-M_NjdqLB-TQPsVaOyJ6TF3u6wWGWxHYR2TPZSEUuO4S0-pQE3szt01zyO3YEciJO6ECPJmS2ziPO_obuHeMvVxea6-7hLPqReTPsso38DDj-FXNVyP82_3MkG_6kDi2W3bkmY7754r1g6Yoz7vjNumz4bVW84pviUHi-p83DxmeysPeS/s1024/permaflex1960.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="777" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGRe5rRRU-M_NjdqLB-TQPsVaOyJ6TF3u6wWGWxHYR2TPZSEUuO4S0-pQE3szt01zyO3YEciJO6ECPJmS2ziPO_obuHeMvVxea6-7hLPqReTPsso38DDj-FXNVyP82_3MkG_6kDi2W3bkmY7754r1g6Yoz7vjNumz4bVW84pviUHi-p83DxmeysPeS/s320/permaflex1960.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La foto che viene spacciata come partecipazione all'inaugurazione risalirebbe all'anno precedente, ripresa alla Fiera Campionaria; alle spalle del gruppo si vedono le insegne degli stand.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfJCNJ4uuAUiJgrSCQi-IjWBN7RFWZug9wgoz3C1N1Sj79ufnBvYznXuyqByyjB1tcC0uG3VIaO7-DKnlvCucu1SVyz6KKrqAwMk9nAiqSpQ25MSwdQBeUKNIs_8sc6hNFdcFQpvONwSHfMs1IS0oGJbbC3xyzOZoU_Wm07P_pE4mzn31LDcdEHmYA4fk/s1024/Fiera%20Campionaria1959stand.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="764" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfJCNJ4uuAUiJgrSCQi-IjWBN7RFWZug9wgoz3C1N1Sj79ufnBvYznXuyqByyjB1tcC0uG3VIaO7-DKnlvCucu1SVyz6KKrqAwMk9nAiqSpQ25MSwdQBeUKNIs_8sc6hNFdcFQpvONwSHfMs1IS0oGJbbC3xyzOZoU_Wm07P_pE4mzn31LDcdEHmYA4fk/s320/Fiera%20Campionaria1959stand.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi il Qualcuno ed il Qualcunaltro si conoscevano da prima.
<br />
<br />
La differenza con la quale i tre (il Qualcuno, il Qualcunaltro ed il Terzo) descrivevano i loro rapporti viene efficacemente esposta nel corso di un'intervista fittizia che Michele Santoro fece ai tre nel corso di una trasmissione RAI del 7 giugno del 2018. L'intervista era fittizia nel senso che i tre intervistati, ormai tutti deceduti, venivano impersonati da attori. Il Qualcuno era interpretato da Andrea Tidona, il Qualcunaltro da Remo Girone ed il Terzo da Diego Verdegiglio. L'oggetto dell'intervista fittizia riguarda diversi aspetti, ma più particolarmente i risvolti del sequestro Moro, oltre che i rapporti dei tre con l'ambiente politico nazionale ed internazionale; ma il modo in cui esprimono i reciproci rapporti pare costituire un'efficace riproduzione anche di tale aspetto della realtà.
<br />
<br />
Ed a proposito di realtà, é opportuno ribadire ancora una volta come essa sia grandemente variata nel 1980, vero e proprio spartiacque in questa vicenda; e ciò sarà successivamente affermato da una sentenza giudiziaria, emessa ormai venti anni orsono. <br />
<br />In particolare, la sentenza si riferirebbe alle collusioni tra il Qualcunaltro e la mafia siciliana, considerate assodate fino al 1980. Da quella data in poi, il Qualcunaltro si sarebbe distaccato da Cosa Nostra, in quanto non avrebbe stretto ulteriori legami con la mafia vincente rappresentata dai Corleonesi. <br />
Cosa che invece avrebbe fatto il Qualcuno, che avrebbe utilizzato tali agganci anche per tenere i contatti con l'eversione nera. E poiché avrebbe avuto anche il controllo dei Servizi Segreti e del potere finanziario, si sarebbe creata una tale disparità di forze con il Qualcunaltro, da farlo passare, nella migliore delle ipotesi, in subordine. Nella famigerata "doppia piramide", il Qualcunaltro non avrebbe potuto occupare che il vertice di quella inferiore.
<br />
Non avrebbe potuto contrapporre nulla ad un blocco costituito da mafia, eversione nera, servizi segreti ed egemonia economica. In realtà non avrebbe avuto scelta.<br />
<br />
L'unico appoggio che avrebbe avuto, oltre quello strettamente politico (e come tale suscettibile di cambiamenti tramite l'eversione) sarebbe stato proprio il Servizio del Mantellina, sul quale il Qualcuno non aveva guadagnato il controllo, nonché qualche "fedelissimo" o che almeno appare tale, come il Capitano Manfredi, che in questa vicenda alla fine si schiera palesemente, se non dichiaratamente, contro il Qualcuno.
<br />
<br />
Sulle caratteristiche possedute dal Servizio ci sarebbe molto da dire; come accade in tutte queste vicende, "Mostro di Firenze" compresa, meno si sa, e più si ha da dire.
<br />
<br />
Lo storico Giannuli distinguerebbe quattro "edizioni" del Servizio; ma la suddivisione non apporta degli elementi funzionali di rilievo alla storia del "Mostro di Firenze". Probabilmente, per riassumere le caratteristiche salienti del Servizio ed il ruolo in vicende come questa, un riferimento più adatto sarebbe costituito dalla deposizione del colonnello Massimo Giraudo resa il 9 giugno del 2021 a Bologna.
<br />
<br />
Forse, l'ultima perplessità che potrebbe sorgere riguarderebbe il comportamento del Mantellina, che, alla fine, si sarebbe occupato dell'organizzazione di azioni volte a danneggiare il Qualcuno; per il quale, invece, in un periodo precedente, avrebbe eseguito dei compiti peculiari e di primaria importanza, e per i quali probabilmente sarà stato lautamente ricompensato.
<br />
<br />
Occorre considerare che di azioni aggressive, compiute dal Servizio e dirette immediatamente verso il Qualcuno, non se ne sarebbero mai verificate; anche l'invio della comunicazione anonima prima dell'inizio della seconda serie omicidiaria venne delegata al Capitano Manfredi, che di certo poco prima era entrato in contatto diretto con il Mantellina, ma senza che quest'ultimo si impegnasse in prima persona.
<br />
<br />
Ed inoltre, il Servizio avrebbe comunque dovuto rispondere al Qualcunaltro operando secondo le direttive fornite, e non avrebbe potuto scegliere, in assoluta autonomia, quali iniziative intraprendere o meno sulla base di conoscenze personali.
<br />
<br />
Ed infine, difficilmente il Mantellina avrà avuto parte attiva nell'organizzazione dell'evento di Scandicci, essendo impegnato in una faccenda ben più grossa, e scomparirà poco dopo quello di Calenzano; quindi, il ruolo centrale che potrebbe aver avuto nell'organizzazione degli omicidi del 1969 e del 1974 non sembra poter essere stato reiterato dal 1981 in poi. Il ruolo del Mantellina in prima persona appare comunque limitato, in questa vicenda; sembrerebbe che egli abbia costuito un aggancio, un tramite, e non che si sia (pre)occupato di esercitare uno strettissimo controllo sulle operazioni.<br />
<br />
In altri termini, e per quel che riguarda strettamente l'argomento "Mostro di Firenze", il Mantellina avrebbe rivestito un ruolo attivo, se non diretto, solo nei delitti di Signa e Rabatta, ma non nei successivi.<br />
Pertanto, non vi sarebbe alcuna contraddizione o alcun atteggiamento inconsueto nel ribaltamento dei rapporti tra il Qualcuno ed il Servizio.<br />
<br />
Detto questo, avrei definitivamente terminato. Ovviamente, quanto ho raccontato sopra non vuol dire affatto che non potebbero esistere delle altre sequenze di fatti, collegati tra loro, che presentino una coincidenza di luoghi e date; vuol dire solo che sarei stato <b><u>io</u></b> a non essere in grado di trovarle. E non vuol dire nemmeno che non potrebbero esistere delle spiegazioni alternative; vuol dire solo che per esse non ho trovato alcun supporto in termini di prove circostanziali. Ma quello che importa é illustrare il metodo. E se dovessi supporre altri meccanismi senza le relative prove circostanziali (cioè, inventarli di sana pianta) allora sì sarei un "dietrologo". Oppure sarei un "mostrologo".
<br />
<br />
In chiusura, Lettore, consentimi una riflessione. L'intelligenza é la capacità di fare esperienze mentali; e l'apertura mentale é allora il presupposto indispensabile affinché tali esperienze possano venire compiute. Quindi l'apertura mentale é una caratteristica imprescindibile delle persone intelligenti.
Pertanto, non posso che chiudere con Eraclito di Efeso, esattamente come per il <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-8-epilogo.html">post precedente</a>
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYIl0LPfKYuJllDWWYyhO4mW3NammwKXgsGeRXpHYWMHCHADxeF1PwGQ6svkzhuakkHTsvM-YwhWvXENS3IMdGEgadCBbYKuZSEH6aIfYHZQDZ7Uug4qC0pKTVkIhd8aU09PBnccAmmCzA4UVp9tzdRFcKU_5EfcG0Yjj90lB1GScsei2atOdPlo2z_90/s1024/end2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="766" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYIl0LPfKYuJllDWWYyhO4mW3NammwKXgsGeRXpHYWMHCHADxeF1PwGQ6svkzhuakkHTsvM-YwhWvXENS3IMdGEgadCBbYKuZSEH6aIfYHZQDZ7Uug4qC0pKTVkIhd8aU09PBnccAmmCzA4UVp9tzdRFcKU_5EfcG0Yjj90lB1GScsei2atOdPlo2z_90/s320/end2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Eraclito di Efeso</i></div>
<br />
<br /></div></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com27tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-89738901751241267972022-09-25T07:43:00.026+02:002023-06-15T10:49:01.504+02:00Il Mostro di Firenze 8: Epilogo<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>There are a terrible lot of lies going around the world and the worst of it is half of them are true.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Winston Churchill</i></div>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSKWnR_P0rthEjkGhw5di9oH_Fc1KQvb3rh65oI_4fcxvcEalCGPeMBaBROO-mAoGA6nGYdfb-mhZYPnPh_ZP4n2ITr20hpWNgJpDa3FEzT8-fzkxojmIyXLsFSyzHcMVK8fz6flQPXopiPyngtPxfKqUTeLPP_zodLXZOqyPjPQoxHI9nZ3VEfrL1/s1024/intro.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="682" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSKWnR_P0rthEjkGhw5di9oH_Fc1KQvb3rh65oI_4fcxvcEalCGPeMBaBROO-mAoGA6nGYdfb-mhZYPnPh_ZP4n2ITr20hpWNgJpDa3FEzT8-fzkxojmIyXLsFSyzHcMVK8fz6flQPXopiPyngtPxfKqUTeLPP_zodLXZOqyPjPQoxHI9nZ3VEfrL1/s320/intro.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dopo il 1985 (mi verrebbe di dire, Lettore, in un bel giorno di inizio estate del 1986, ma non desidero assumere posizioni così definite) la magistratura (ri)entra in possesso di un documento, anzi due, relativi al finanziamento di quell'operazione a cui si faceva cenno <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-5-la-tormentata.html" target="_blank">qui</a>
<br />
<br />
Il documento non riguarda gli eventi relativi alla Resistenza, e non riguarda nemmeno esattamente l'evento risalente al 1941 alla Seconda Guerra Mondiale, quanto piuttosto il possibile impiego dei proventi di allora come fonte di finanziamento per l'operazione attuata qualche tempo prima che il Qualcuno venisse attaccato; e d'altra parte doveva essere quella la motivazione diretta per la quale si era reso necessario, o almeno opportuno, fare luce sulle motivazioni del delitto di Signa.
<br />
<br />
Una volta che la magistratura si trovava in possesso di un documento che riguardava direttamente l'operazione, la necessità di rimestare ancora nel torbido di Signa, e conseguentemente l'esistenza stessa del "Mostro", veniva meno; l'uso che la magistatura avrebbe poi fatto del documento é tutt'altra faccenda.
<br />
<br />
Da una parte, la cessazione dell'esistenza del "Mostro" non significa che automaticamente cessi anche il clamore mediatico che ha suscitato nell'arco di ben diciassette anni.<br />
<br />
D'altra parte, non essendo chiaro il rapporto che intercorre tra eventi ed omicidi, men che meno può essere immediatamente chiaro che il "Mostro" abbia smesso di colpire; all'infuori di previsioni come quelle dell'applicazione delle equazioni di Lotka-Volterra, non é possibile prevedere nulla al riguardo.
<br />
<br />
Occorre considerare infatti che tra l'omicidio del 1974 e quello dell'81 trascorsero ben sette anni; senza aver contezza delle motivazioni di un così lungo intervallo non vi é modo di capire come la serie omicidiaria sia effettivamente cessata, anziché solo temporaneamente sospesa.
<br />
<br />
Anche qui, si determinano allora due esigenze contrapposte.
<br />
<br />
Da un lato, le indagini continuano comunque, e ciò dà inizio alla saga del "Mostro di Firenze" successiva agli omicidi, sia in senso investigativo, sia in senso giudiziario, come pure in senso mediatico e speculativo.
<br />
<br />
Dall'altro, se a chi aveva organizzato e gestito le operazioni dal 1981 in avanti, tutto ciò poteva anche andare bene, doveva comunque venire garantito l'occultamento delle modalità con le quali era stata condotta tale lunga operazione, ovvero della reale essenza del "Mostro".
<br />
<br />
In sintesi, da un lato vi era la necessità di perseverare con le indagini, dall'altro la necessità che essere non giungessero mai alla reale conclusione
<br />
<br />
L'obiettivo comune rappresentato dalla congiunzione delle due diverse necessità non può che essere perseguito in unico modo: un perenne depistaggio, che mantenendo attive le indagini ne impedisca tuttavia la progressione verso la verità.
<br />
<br />
E per perseguire tale fine si punta sull'immagine di un "Mostro" costituita da un killer unico, solitario ed invincibile; la ricerca di un tale fantomatico personaggio si risolve fatalmente in uno spreco afinalistico delle risorse, in un dimenarsi inutilmente senza giungere in alcun luogo. Gli investigatori si trovano così proiettati in un labirinto con mille diramazioni, costretti a percorrere un corridoio lungo cui si trovano mille porte, ognuna delle quali si apre su un altro corridoio con mille porte... e così via.
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<br />
Certo, é sempre possibile che ad un tratto venga aperta la porta corretta e ci si trovi inconsapevolmente a percorrere il corridoio che alla fine condurrebbe alla stanza giusta; in questo caso occorre un intervento più incisivo che distolga decisamente dalla direzione vera, per riportare all'interno del labirinto. E probabilmente questa la luce nella quale guardare alcuni degli atteggiamenti ostruzionistici patiti da Giuttari, il quale magari, senza rendersene conto si sarà avvicinato pericolosamente a qualche propaggine della verità; anche se personalmente ritengo che la maggior parte delle persecuzioni nelle quali Giuttari si sarebbe trovato coivolto, come perseguito o come persecutore, nasca principalmente da questioni personali (vedi ad esempio la <i>querelle</i>, mai sopita, tra Giuttari e Ubaldo Nannucci).
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Con questo Lettore non voglio dire che si sarebbero compiuti ulteriori delitti (quelli che i Mostrologi chiamano "delitti collaterali") solo per depistare; sarebbe stato assurdo che si giungesse a tanto. Intendo dire solo che si sono inquinati gli indizi e le prove relativi a reati che avevano un'altra origine solo per poter far entrare in qualche modo nelle indagini eventi che nulla avevano a che vedere con le motivazioni degli otto duplici omicidi. O che si siano prese delle iniziative, meno illegali, ma che contribuissero a deviare i sospetti su quella che era stata la reale consistenza del "Mostro di Firenze".
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Nell'ambito di tali iniziative rientrerebbe ad esempio il romanzo "Coniglio il Martedì" di Aurelio Mattei, di cui si é fatto cenno nel <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-7-gli-ultimi.html" target="_blank">precedente post</a> come "lavoro scritto in autonomia", intendendo con tale espressione come la sua stesura fosse apparentemente svincolata dalle attivià del SISDe."Coniglio il martedì", edito da Sperling & Kupfer, che, nonostante il basso volume di vendita, avrebbe meritato addirittura una ristampa, appare un tentativo (ben riuscito, a mio avviso) di ricondurre tutti i dati di cronaca relativi al "Mostro di Firenze" ad un ipotesi plausibile di killer solitario; ma non é per niente chiaro in cosa i contenuti del romanzo si ispirino al rapporto/perizia di Francesco Bruno, che tratta la vicenda in modo assolutamente diverso.
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Il libro é stato considerato una sorta di "segnale in codice", e anche qui non é chiaro cosa avrebbe dovuto segnalare o a chi; l'unico "messaggio" veramente interessante lanciato dal romanzo é la dedica, al prof. Franco Ferracuti ed al colonnello Alberto Mario Corsi. Nei ringraziamenti invece non viene fatta alcuna menzione del prof. Bruno, sulla base del lavoro del quale si vorrebbe che il romanzo sia stato ideato, e che quindi sarebbe stato il primo a meritare un ringraziamento. Ma un aspetto che mi apparirebbe alquanto inusuale é costituito da una domanda che l'avvocato Vieri Adriani si pone nel contesto di un documento datato 16 luglio 2017 e reperibile sul suo sito professionale :
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<i>Chi era l’altro destinatario della dedica di apertura, il Colonnello Alberto Mario Corsi?</i>
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Mi appare improbabile che egli davvero non sappia quale vicenda possa costituire un legame tra i due nominativi, Ferracuti e Corsi; ma qualora così dovesse essere, non ho alcuna difficoltà nel fornirgli il relativo suggerimento: é il sequestro Moro. <br />
Ed é proprio questo che rende interessante la dedica.
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Il libro di Mattei é comunque stato pubblicato il 1 gennaio 1993, esattamente tredici giorni prima dell'arresto di Pietro Pacciani.
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Pietro Pacciani. come qualche altro indagato, o anche condannato in via definitiva, potrebbe realmente essere stato coinvolto nelle operazioni, ingaggiato per far parte di una squadretta in qualche episodio. Anche se da un lato trovo poco verosimile che lui o altri possano essere stati messi a parte di un simile segreto; dall'altra, vista le approssimazioni di certe azioni, non sarebbe da escludere del tutto. Sinceramente, Pacciani che perde la testa ed accoltella il Bonini o prende a colpi di forcone il Bruni ce lo vedo, che spari a sangue freddo a qualcuno ce lo vedo un po' meno. Lo vedrei bene, invece, a preparare accuratamente la lettera da spedire a Silvia della Monica, senza lasciar tracce.
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<br />
Queste restano comunque impressioni strettamente personali, senza alcun riscontro oggettivo; i fatti sono che l'anno successivo, nel 1994. avrà inizio il processo di primo grado a Pacciani, e poi i compagni di merende, e poi tutti i libri di Giuttari, di tutti i mostrologi, e Calamandrei, Narducci, Vigilanti, il "rosso del Mugello"... siamo giunti ai nostri giorni, Lettore, ma tutto ciò, dal mio punto di vista assume un ruolo poco rilevante nella vicenda in sé.
Pertanto, per quel che mi riguarda saremmo giunti all'epilogo di questa serie; al momento di tirare le somme. Per quel che invece riguarda Te é il momento dei bilanci, con gli inevitabili giudizi che ciò implica.
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<br />
E, vista la distanza siderale tra ciò che si trova scritto qui, e tutto ciò che é stato scritto in cinquant'anni, il Tuo giudizio non potrà che essere dicotomico:
o ritieni di aver letto un dozzinale romanzetto di fantapolitica, e per giunta mal scritto, o pensi che ciò che si trova scritto qui ti avvicini alla verità più di ogni altra storia che ti sia stata raccontata.
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Ma prima che Tu decida per la prima soluzione e chiuda definitivamente questa pagina, Ti prego di concedermi ancora qualche minuto del Tuo tempo, invitandoTi a leggere le righe qui sotto; non ho intenzioni di dire nulla di particolarmente profondo, anzi, esprimerò dei concetti ovvi; i quali però, a volte non sempre sono anche immediatamente evidenti.
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E ciò perché la differenza tra l'evidente e l'ovvio é sempre ovvia ma non sempre evidente; quindi a volte evidenziare alcuni aspetti resta necessario. Ovviamente
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<b>Complottismo e Servizi Segreti</b>
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Come già accennato <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-il-paradosso-della.html" target="_blank">in un post precedente</a>, De Lutiis é stato un grande, sebbene di parte, studioso dei servizi segreti, ed aveva intenzione di scrivere "L'elogio alla dietrologia"; non riusci a dare corpo ai suoi intendimenti solo perché giunse la Signora in Nero ad impedirglielo.
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D'altra parte, Mario Caligiuri (Presidente della Società Italiana di Intelligence e Direttore Master in Intelligence dell’Università della Calabria - confesso la mia ignoranza nel non conoscere l'esistenza di attività accademiche di tal guisa) nel paragrafo "<i>Complotti all’italiana</i>" del suo saggio "INTELLIGENCE E COMPLOTTI" elencherebbe diversi eventi relativi a presunti complotti, risoltisi sempre in un nulla di fatto, giudiziale e pratico.
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Da un certo punto di vista, i due, De Lutiis e Caligiuri, personificherebbero le due possibili visioni di ciò che Tu, Lettore, stai terminando di leggere qui. Caligiuri rappresenterebbe tutti coloro che vedrebbero qui il dozzinale racconto di fantapolitica, mentre De Lutiis coloro che vi intravedono una verità, almeno possible. Chi ha ragione?
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E non mi riferisco a queste quattro inutili righe che ho scritto io, bensì riguardo ai presunti complotti che coinvolgerebbero i Servizi; quale posizione é più ragionevole? Quella di De Lutiis o quella di Caligiuri?
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Partiamo da una considerazione lapalissiana, di una banalità ed ovvietà estreme: I Servizi Segreti sono segreti. Se fosse così facile avere notizie certe e precise sulle attività dei Servizi Segreti, che Servizi "Segreti" sarebbero? Sapere tutto sui servizi segreti é un concetto ossimorico. Un larghissimo margine di incertezza al riguardo é perciò ciò che ci si aspetta; se fosse così semplice stabilire con un'inchiesta (giornalistica, investigativa, giudiziaria, parlamentare) se dietro determinati eventi vi siano i Servizi Segreti, ciò significherebbe semplicemente che i Servizi non sono in grado di mantenere "segreto" alcunché, cioè che non sanno svolgere il lavoro per il quale esistono. Un modo come un altro per dire che il concetto espresso da Caligiuri non sembrerebbe frutto di riflessioni poi così profonde; e quindi se i Sevizi sanno effettivamente svolgere il loro lavoro, chi non sia altettanto efficace nel farlo sarebbe proprio Caligiuri.<br />
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Oltretutto, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">come abbiamo visto qui</a>, certi "lavoretti", seppur resi necessari dalla situazione contingente, non sarebbero né ammessi né giustificati dalla legge italiana; per cui, essi andrebbero eseguiti nascostamente (verrebbe da dire "in gran segreto"), affidandoli a soggetti che non facciano parte dell'apparato dello Stato. E spesso, "lavoretti" di tale natura vengono "subappaltati" ad altri soggetti, il cui rapporto con il mandante originario diviene indiretto. E' questo meccanismo ad aver generato commistioni e collusioni del "Servizi" con cellule eversive, di destra o di sinistra, bande criminali o associazioni di stampo mafioso. Sia le cronache, sia gli archivi parlamentari sono pieni di documentazioni relative ad inchieste giornalistiche o, per l'appunto, parlamentari che riguardano vicende del genere.
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Abbastanza ovviamente, nessuna documentazione al riguardo può esistere. L'Ufficio Affari Riservati, diretto sostanzialmente anche se non sempre formalmente da Federico Umberto D'Amato, era maestro in questa totale assenza di documenti di qualsivoglia tipo relativi a qualunque cosa non fosse poco meno che legale. Ed anche alle attività legali veniva dedicato poco lavoro d'archivio, almeno di quello ufficiale, tanto che dopo la morte di D'Amato si sperava di trovare nascosti a casa sua chissà quali tesori documentali; per la verità, qualcosa si trovò, ma non a casa sua...
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Pertanto, nel caso dei Servizi ricercare prove documentali é spesso impossibile; restano solo le testimonianze e le prove circostanziali; che poi alla fine, sono prove indirette. Per una strana combinazione, proprio come nel caso del "Mostro di Firenze".
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<b>Prove dirette ed indirette</b>
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In generale sono prove dirette quelle che non richiedono alcuna inferenza per giungere alla conclusione riguardo ad un evento. Le prove indirette invece richiedono un passaggio intermedio che stabilisca un collegamento logico tra la prova e l'evento; l'effettiva validità di tale collegamento, ovvero la validità della logica che lo genera, viene stabilita dal giudice in sede processuale. Ed é appunto questo il "verdetto" che il giudice pronuncia: stabilisce, in buona sostanza, che il legame tra prova indiretta ed evento provi come "vero" il rapporto tra chi viene giudicato e l'evento.
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Vi sono molte situazioni in cui le prove dirette non sono disponibili. O non lo sono più, come nel caso degli accertamenti non ripetibili. Va da sé che più aumenta il tempo trascorso tra l'evento e le indagini, più aumenta la probabilità che le prove dirette si rendano indisponibili; ciò avviene spesso per una forma di deterioramento biologico (ad esempio il DNA si degrada o i testimoni muoiono), o fisico (certe prove documentali vanno perdute), che fa venir meno gli elementi di prova.
E' pertanto molto probabile che delle indagini intraprese a distanza di anni dagli eventi debbano contare più su prove circostanziali che su prove dirette.
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<b>Prove ed indagini</b>
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Se Lettore provi a fare una semplice ricerca su Google scrivendo nel <i>textbox</i> del motore di ricerca "<i>Verità storica e verità processuale</i>", troverai più di 150 riferimenti, dei quali più di un decimo sono costituiti da letteratura specializzata (articoli su riviste di settore, tesi di laurea, etc.). Se invece provi con "<i>Indagine storica e indagine giudiziaria</i>" il risultato é deludente; non trovi praticamente nulla che tratti comparativamente analogie e differenze nel modo di condurre un'indagine storiografica ed un'indagine giudiziaria. Si trova qualche traccia di trattazione <i>a latere</i> degli argomenti principali nel classico "<b>Il giudice e lo storico</b>" di Calamandrei, del 1939, o nel più recente, scritto settanta anni più tardi del precedente, "VERITÀ STORICA E VERITÀ PROCESSUALE.LO STORICO DIVENTA PERITO" di Rosoni. Quest'ultimo, tra l'altro, porta ad esempio il crimine di guerra perpetrato a Sant'Anna di Stazzema, che in fondo avrebbe un'attinenza, sebbene indiretta, con il raccontino che starei per concludere.
Ma l'interesse dell'argomento non sta qui.
L'interesse dell'argomento starebbe nelle differenze metodologiche tra l'indagine giudiziaria e quella storica, che alla fine si traducono in differenti tipologie di risultati; ma ciò, Lettore, é più che accettabile, perché la differenza di risultati rispecchia la differenza di finalità
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Alla fin fine, Lettore, le prove servono a portare a conclusione le indagini, al termine delle quali si troverà la Verità. E come scritto <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">qui</a> non potrà comunque essere una verità matematica, indiscutibilmente vera; potrà solo essere una verità scientifica, passibile di falsificazione, o un verdetto, una verità giudiziale, indiscutibile ma non indiscutibilmente vera.
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I delitti che appartengono al presente, e vengono riportati in cronaca, necessitano senza dubbio di indagini che puntino a rilevare l'identità di ogni individuo, a qualunque titolo, coinvolto, per poterlo rinviare a giudizio comminandogli le pene previste qualora riconosciuto colpevole. E' un'attività sulla quale si basa la "giustizia" di ogni Paese, ed il fatto che la "giustizia" venga amministrata in tal modo é pressoché inevitabile; non esiste altro modo conosciuto di garantire l'esistenza e la continuità temporale di uno Stato di diritto.
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Invece, gli eventi criminosi già passati alla Storia richiedono un'indagine "storica", che é per sua natura differente, nei metodi e nei risultati, da un indagine giudiziaria; il virgolettato dell'aggettivo "storica" vuole sottolineare come i post da me scritti non abbiano comunque la pretesa di definirsi "indagine storica" (non ho né la veste né le capacità per condurre una tale indagine), ma ci si riferisca solo ai metodi utilizzabili ed ai risultati ottenibili.
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Se, ad esempio, volessimo condurre, come peraltro é stato fatto più volte, un'indagine storica relativa all'eccidio delle Fosse Ardeatine, eseguire ricerche sulle singole vittime o sui singoli responsabili avrebbe un senso; ma voler identificare chi esattamente tra tutti gli ufficiali e sottoufficiali tedeschi che spararono, abbia ucciso ogni singola persona e con quanti colpi, e dove l'abbia colpita, sarebbe invece un'attività priva di senso.
Cercare di determinare, a distanza di 72 anni chi abbia sparato a chi é uno sforzo illogico, improduttivo ed inutile; cercare di capire come si svolsero i fatti, e chi abbia avuto ruoli e responsabilità nella varie tappe dello svolgimento della vicenda resta invece l'unica strada percorribile, ed in grado, potenzialmente di far giungere al risultato richiesto. Ma soprattutto, le conclusioni così ottenute sarebbero le uniche valide per poter trarre, da esse, un insegnamento da consegnare ai posteri.
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<b>Indagini investigative e storiche</b>
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Esprimendo sinteticamente i concetti suesposti, l'indagine investigativa é una ricerca accurata che ha come scopo quello di individuare ciò che si cerca in un certo ambito (ad esempio l'assassino tra i sospettati).
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L'indagine storica invece vuole cercare la verità senza sapere a priori quale essa possa essere; ed in pratica, anche la risoluzione degli indovinelli regressivi é basata su tale principio.
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Tra le prove raccolte nelle indagini investigative, e che poi hanno un peso in sede giudiziale, non é detto che debbano necessariamente prevalere le prove dirette; sebbene sia opinione comune che la prova diretta sia la più importante per giungere al risultato, spesso non é così.
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<br />
L'importanza prevalente é che le prove indirette, circostanziali comprese, siano costituite da indizi "gravi, precisi e concordanti", che consentano di inferire i fatti "al di là di ogni ragionevole dubbio"; anche se purtroppo quanto il dubbio possa essere considerato "ragionevole" resta sempre il frutto di una valutazione soggettiva.
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<br />
Nelle indagini storiche le prove dirette sono, tradizionalmente, pressoché esclusivamente documentali, mentre le prove indirette sono di solito circostanziali. Nel corso dell'Età Moderna, però, il concetto di "fonte storiografica" ha subito un progressivo ampliamento, e con esso anche la considerazione delle prove che da tali fonti derivano.
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<br />
Nel caso particolare di indagini sull'operato dei servizi segreti di solito le prove dirette possono essere testimoniali o documentali (ambedue rare), quelle indirette sono circostanziali. Le indagini storiche conducibili su tale operato risentono fortemente del contesto; sono raramente documentali (i pochi documenti sfuggiti alla distruzione) e pressoché esclusivamente circostanziali.
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<b>Indagini investigatine sul “Mostro di Firenze”</b>
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Tutte le attività degli inquirenti riguardo ai delitti del Mostro di Firenze avrebbero dovuto presentare un prima fase rappresentata dalle indagini, e poi una fase investigativa, una volta individuati i sospettati. E' ciò che é accaduto nel delitto di Signa quando, dopo delle indagini che individuarono Stefano Mele, Carmelo Cutrona e Francesco Vinci come principali sospettati, avendone escluso molti altri, si passo alle investigazioni (perquisizioni, guanto di paraffina, interrogatori, etc.).
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<br />
Per i delitti successivi, però la condizione relativa alla vicenda del MdF si é rivelata molto simile a quella di indagini su Servizi Segreti: poche prove documentali e prove <b>prevalentemente circostanziali</b>, sia in fase investigativa, sia in fase storica.
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<br />
Ciò ha alla fine condotto alla situazione che conosciamo, e cioè a conclusioni palesemente insoddisfacenti come risultato di investigazioni condotte su indagati individuati da altettanto insoddisfacenti indagini. Questo é stato attribuito, dalla Moderna Mostrologia, ad una sorta di superiorità psicofisica del "Mostro di Firenze", mitizzato come un individuo dalle capacità straordinarie, concetto abbastanza dissonante con le relative figure quando vi si voglia dare corpo riferendolo praticamente a Salvatore Vinci, Pietro Pacciani o Giancarlo Lotti. A prescindere dai nomi, converrai con me come l'immaginario collettivo abbia difficoltà nel vedere un superuomo in un pastore sardo o un anziano contadino toscano un po' depravati, o in un grassone disoccupato alcoolista e con un QI ridotto. La Moderna Mostrologia continua pertanto ad investigare su tali personaggi senza cavare un ragno dal buco, ma ricavando comunque vantaggi di altra natura.
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L'Autorità Giudiziaria ha ritenuto di poter risolvere il problema optando per un "Mostro di Firenze" da intendersi come un'entità, ma di composizione eterogenea sia <b><i>nelle</i></b> azioni (più persone componenti l'entità), sia <b><i>tra le</i></b> azioni (persone diverse che in tempi diversi costituiscono l'entità), rimandando ad ipotetici "mandanti" le motivazioni che avrebbero spinto tale entità (e quindi le varie persone) ad agire in tal modo.
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Se ci pensi, Lettore, quest'ultima sarebbe una soluzione non troppo dissimile da ciò che ti viene proposto qui: delle squadre d'azione, composte da persone ormai non più identificabili con precisione, inviate da "mandanti".
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La differenza sostanziale starebbe nelle motivazioni dei mandanti, consistenti in interessi esoterici che si sarebbero concretizzati in ipotetici riti a base di "feticci"; ma soprattutto nella possibilità pratica di individuazione di tali mandanti.
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Sta di fatto che gli elementi di prova raccolti nel caso del "Mostro di Firenze" hanno fatto il loro tempo e non hanno portato a niente; non essendo accaduto più nulla di rilevante da trentasette anni a questa parte, pestare ancora l'acqua nel mortaio non sarebbe producente. Eccetto che per coloro, beninteso, che continuano a vendere libri, abbonamenti a canali, a blog, o semplicemente fa crescere i propri "followers", attività anch'essa abbastanza redditizia. Ma ovviamente ognuno é insindacabilmente libero di dare il proprio denaro a chi vuole.
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<b>Le prove nelle indagini investigative sul “Mostro di Firenze”</b>
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Prove dirette, documentali o meno, sul MdF non sembrano esserne mai esistite; l'unica eccezione sarebbe costituita dalle confessioni e dalle testimonianze dirette del reo confesso di turno. Stefano Mele che accusa Francesco Vinci, Giancarlo Lotti che accusa Vanni e Paccian, Fernando Pucci che, affinchè la costruzione si regga in piedi, deve essere considerato testimone e non complice. Ma molte chiacchere e mai un elemento tangibile:la pistola, un coltello, i "feticci"... mai. La motivazione, in pratica, per la quale Silvia Della Monica decise di lasciare l'indagine.
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Escludendo queste, le imputazioni, ed anche i processi successivamente eseguiti, sono state basate su prove circostanziali.
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Pertanto, cercare <b><i>ora</i></b> prove dirette o documentali che non sono mai state rilevate <b><i>prima</i></b>, per individuare singoli esecutori, sarebbe una pretesa assurda.
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L'unica possibilità di trattare la questione adesso, resta quella di continuare a basarsi su prove circostanziali.<br />
Perché però, esse siano, per l'appunto, "probanti", devono essere "gravi, precise e concordanti". Proviamo a guardare insieme, Lettore, a questo aspetto degli elementi di prova che sono stati disponibili lungo questi lunghi anni; solo dopo aver eseguito una tale valutazione, potrai come liquidare questa serie di post "a ragion veduta".
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<b>Le prove documentali</b>
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Le prove documentali sono sempre state poche, ed inoltre alcune sono addirittura andate perse; un esempio é costituito da ciò che giunse a Borgo Ognissanti relativo all'omicidio di Signa (ritaglio di giornale, lettere anonime). E certamente negare che esse siano mai esistite può costituire una giustificazione per chi avrebbe dovuto custodirle e non lo ha fatto, ma non migliora certo la situazione relativa alle indagini. Anzi.
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Su come esse siano poi state adoperate anche quando erano disponibili, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-6-lo-zio-pieto.html" target="_blank">la vicenda del biglietto dello "Zio Pieto"</a> é emblematica.
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Altrettanto emblematica é quella del biglietto che il giudice Tricomi rilasciò a Mario Spezi. Il biglietto non fu "esibito" da Spezi, ma venne rinvenuto nel corso della perquisizione che gli agenti eseguirono presso il suo domicilio in data 25 febbraio 2006 (Rapporto GIDES 133/05 del 2 marzo 2005); quindi, pensare ad un "falso" sarebbe, solo per questo, irragionevole. Ma a parte il fatto che nel verbale di perquisizione il suo rinvenimento non é nemmeno riportato, i contenuti di esso avrebbero contribuito a stabilire una diversa sequenza temporale degli eventi, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">come descritto qui</a>, che avrebbe consentito di attribuire un diverso significato agli eventi stessi; invece, si é sbrigativamente e comodamente continuato ad attribuire all'evento di Baccaiano l'invio di qualunque missiva anonima, ignorando totalmente i contenuti del documento.
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<b>Le prove circostanziali</b>
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Avendo trattato con la massima negligenza le prove documentali, sia in termini inferenziali, sia di mera conservazione, si é preferito far ricorso prevalente alle prove circostanziali.
Qual è l'effettiva validità delle prove circostanziali nel caso del "Mostro di Firenze"? Costituiscono indizi "gravi precisi e concordanti" sui quali si possa fare affidamento?
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Prendiamo ad esempio delle frasi riferite da testimoni.
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La moderna Mostrologia prende in considerazione: "<i>Quando sei con me il Mostro non c'é</i>".
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Ma anche la polizia giudiziaria non scherza "<i>se non c'è errore non ci può essere rischio</i>", oppure "<i>Uno che una volta ha avuto una grandissima delusione</i>".
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Se Tu, Lettore, dovessi avere qualche attimo di amnesia, ti traduco in "mostrologese" le frasi riportate sopra.
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La prima significa "<i>Giancarlo Lotti ha confessato di essere il Mostro di Firenze</i>"<br />
La seconda significa "<i>Salvatore Vinci ha confessato di essere il Mostro di Firenze</i>"<br />
La terza significa "<i>Francesco Vinci ha affermato che Salvatore Vinci é il Mostro di Firenze</i>"<br />
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Forse, la "precisione" e la "concordanza" dei "gravi" indizi raccolti sono ancora più evidenti dalle testimonianze.
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la teste SIMONCINI Laura, in atti generalizzata, percorrendo in autovettura la parallela e sottostante via del Vingone, ha potuto distinguere sotto i fari un individuo scendere,proveniente verosimilmente dalla zona del delitto, un uomo dall'età di 40-45 anni,dall'altezza di mt. 1,70, indossante una maglietta celeste con delle strisce rosso orizzontali, pantaloni scuri, capelli folti, lisci e tirati indietro.
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Un'altra descrizione molto attendibile di un uomo sospetto avente una statura di mt. 1,65-1,70 circa, dai capelli scuri, con pantaloni chiari e con maglietta fino al petto chiara e dopo astrisce scure, è stata fatta al Giudice Istruttore il 6.1.1983 da due testi: MANETTI Bruno eFALTERI Carlo Alberto, entrambi in atti generalizzati. Essi, infatti, verso le ore 22,30-22,45 del 19.6.1982, in concomitanza con l'ora del duplice delitto MAINARDI MIGLIORINI
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Il rapporto Torrisi individua in queste testimonianze delle prove circostanziale della colpvolezza di Salvatore Vinci; riguardo a Giogoli, la testimonianza in realtà direbbe che un uomo tra i 40 ed 50 anni con una maglietta si trovava da quelle parti la notte dell'omicidio di Giogoli. Che poi, il fatto che quell'uomo, considerato tutti gli uomini di quell'età con una maglietta che esistono, fosse proprio Salvatore Vinci resta un'idea di Nunziato Torrisi.
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Per quel che riguarda Baccaiano, vale lo stesso ragionamento. <br />
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Qui di "concordante" c'é solo la maglietta a strisce. Non so quanto indossare una maglietta a strisce possa ritenersi "grave", ma di sicuro due testimonianze diverse in occasione di due delitti diversi, che parlano di magliette a strisce sarebbero "concordanti". Ma se dovessimo attribuire a ciò anche gravità e precisione, tutto quello che sembrerebbe potersi dedurre con sicurezza é che per sparare a qualcuno con una calibro 22 LR ma senza accoltellarlo, sia assolutamente necessario indossare una maglietta a strisce.
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Ed i reperti fisici? Consideriamo ad esempio la faccenda del Norzetam
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Il ritrovamento tra scarti e rifiuti presnti in una piazzola ai bordi della strada
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY1wIPFUuPbzL6gAkmXoJoguwie3OimGlDa0MILDtkNDOBOj8rn8ugSszmmclSxvgYDrBE99xMDNSsUf28DY3UIetSEhsUnEy7V-LtHnFk46DwgRnzzpiZkyi1HcJsp2mbcfTJHaANNa3ZZDYpTGFM9Rtc8XNZUbE8GWG4m4TX8qbufreV6YOhuRot/s1024/piazzola.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="612" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY1wIPFUuPbzL6gAkmXoJoguwie3OimGlDa0MILDtkNDOBOj8rn8ugSszmmclSxvgYDrBE99xMDNSsUf28DY3UIetSEhsUnEy7V-LtHnFk46DwgRnzzpiZkyi1HcJsp2mbcfTJHaANNa3ZZDYpTGFM9Rtc8XNZUbE8GWG4m4TX8qbufreV6YOhuRot/s320/piazzola.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
di una confezione di un farmaco che in quel periodo sarà stato prescritto a migliaia di persone, con le motivazioni più svariate, e non come terapia di consolidata efficacia in una condizione patologica precisa (cioè con una diagnosi precisa) ad un sospettato, la cui relazione né di luogo (non vi é alcuna evidenza che lo collochi sul luogo del delitto) né di tempo (non vi é alcuna evidenza che la bustina sia stata getta lì proprio quella sera) può definirsi insizio "grave, preciso e concordante"?
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Eppure Lettore, in seguito al ritrovamento sono state intraprese prolungate ricerche
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqLryfmzsKPcMdTmw5Ai6e-VVcMei-k4BqV5c7sTH9Vo6tEFoZfn6b6FooLgAOW1m-Szb0zTrl0s4v1SwlITG9SC_CE0FjUtkVOFTOo7P-AMVhEnsA7QbVuC7tHN5K22hVOqDAUAy6hCz0LLQEF2jKeQ4jQMqHJPfGXXGOTrp08NCZCBGvcpAfJ2vg/s1024/norzetam.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="717" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqLryfmzsKPcMdTmw5Ai6e-VVcMei-k4BqV5c7sTH9Vo6tEFoZfn6b6FooLgAOW1m-Szb0zTrl0s4v1SwlITG9SC_CE0FjUtkVOFTOo7P-AMVhEnsA7QbVuC7tHN5K22hVOqDAUAy6hCz0LLQEF2jKeQ4jQMqHJPfGXXGOTrp08NCZCBGvcpAfJ2vg/s320/norzetam.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
e scritte centinaia di pagine mostrologiche. Un ingente impiego di risorse per inseguire il nulla.<br />
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Questa Lettore costituisce una breve ma significativa panoramica di come siano state utilizzate le prove documentali, e del "peso" e della "qualità" delle prove circostanziali, intese come coincidenza di fatti e di date, sulle quali si é fatto affidamento.
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<br />
L'unica conclusione a cui si può giungere da tutto ciò é che, a distanza di oltre cinquanta anni dal primo omicidio, per ciò che riguarda il "Mostro di Firenze", la fase investigativa e quella delle prove dirette possono dirsi superate. Conoscere nome e cognome di ognuno degli attori coinvolti nella vicenda ormai non é più pensabile; ricostruire l'evoluzione di una vicenda mai spiegata é l'unica possibilità che rimane.
<br />
<br />
Ma anche la ricerca dei "mandanti" non é che sia stata né più logica, né più fruttuosa. Ad essere sinceri, un rinvio a giudizio ci fu; fu quello di Francesco Calamandrei, che però, stando alla testimonianza della moglie, nasceva proprio come "Mostro di Firenze" insieme a Pierluigi Vigna; il viraggio da esecutore a mandante avvenne dopo.
<br />
<br />
Una volta sinteticamente riassunta la tipologia di prove disponibili, la loro validità e di conseguenza la verosimiglianza di ogni ricostruzione su di esse basate, é possibile fare una comparazione con gli indizi e le circostanze che ti sono stati illustrati nei post precedenti, e le possibili ricostruzioni che ne discendono
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<br />
A questo punto,terminate le riflessioni, é davvero giunto il momento di eseguire quei bilanci a cui avevo accennato all'inizio del post. E poi scegliere.
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<span style="font-size: medium;">
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<b>Quale profilo si ricava dalle prove circostanziali sul “Mostro di Firenze”</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Alla fin fine, ha cosa avrebbero condotto cinquanta anni di indagini?<br />
Ad individuare essenzialmente, di volta in volta, Spalletti, i Vinci, i "cognati"; ma nessuno di essi é stato mai rinviato a giudizio perché il "Mostro" li ha sempre scagionati prima. Anche nel caso di Stefano Mele, reo confesso, di fatto il "Mostro" lo avrebbe scagionato dopo una dozzina d'anni.
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<br />
Alla verità processuale che i delitti sono stati compiuti da una squadretta, diversa in tempi diversi, alla composizione della quale avrebbero partecipato nel corso del tempo Stefano Mele (condannato in via definitiva e mai riabilitato), Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Pietro Pacciani, ma la cui composizione per altri delitti sarebbe ignota. <br />
Ed uno dei componenti della squadretta sarebbe stato assolto in appello mentre continuava ad essere indicato come colpevole da chi veniva condannato.
<br />
<br />
Le squadrette avrebbero avuto poi uno o più mandanti, i quali sarebbero stati spinti da motivazioni "esoteriche", ma senza essere mai stati identificati. Chi é stato rinviato a giudizio é stato assolto. <br />
Ed assumere un movente esoterico che parta da qualcuno di cui nemmeno si conosce l'identità é una forma di ragionamento circolare: perché verrebbero commissionati i delitti? Perché vi é un movente esoterico alla base. Sì, ma da cosa si desumerebbe che vi sia un movente esoterico? Dal fatto che siano stati commissionati i delitti. </div><div style="text-align: justify;">Poi si cerca di mimetizzare la circolarità del ragionamento introducendo una serie di passaggi intermedi che rendano meno apparente l'autoreferenzialità delle affermazioni.
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<br />
Quale sarebbe il risultato finale? Ci sono delle squadrette composte da ignoti insieme a Pacciani e compagni (di merende), inviate da mandanti altrettanto ignoti per motivi esoterici pressoché sconosciuti, ad uccidere delle persone con intervalli variabili dai tre mesi ai sette anni.
<br />
<br />
E' una soluzione al problema che lascia fuori la maggiore parte dei colpevoli, e che l'ambulante che vende frutta e verdura al mercatino itinerante che mi trovo sotto casa il mercoledì avrebbe trovato senza la necessità di tutte queste indagini e tutti questi processi
<br />
<br />
La Moderna Mostrologia, dal canto suo, ha rimediato a queste macroscopiche carenze, che identificherebbero solo qualche (improbabile) componente della squadrette e non identificherebbero i mandanti, con l'immagine del mostro alto "ricco, bello e intelligente, ciononostante anche lui privo del suo cacchio", ma senza avere idea di chi un tale superuomo impotente possa essere; soluzione alla quale, peraltro, il predetto ambulante sarebbe giunto ancor prima. Gli sarebbe bastato ascoltare Elio e le Storie Tese.
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<br />
Quando però poi si passa dalla raffigurazione all'identificazione, i nomi che vengono fuori sono quelli di Stefano Mele, Pietro Pacciani, Salvatore Vinci o Giancarlo Lotti; i quali, come é evidente, incarnano tutti alla perfezione l'ideale del Mostro alto, colto ed intelligente, in grado di beffare gli inquirenti.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPXVsmXcLiR6mzGf_JrDqL8YIOkoaQA3PsPK6FHFiNaabhVCowfdS0hCGMIu7yavPd7NjVAgx6uucLulzut5dz2eAbGGmM8rbGhnd4NoSy3MdjTeGSKMJGya8lh7FfAKud7EZTtK7WsoSXAjwgxnHa_OupbrJJeaRA_RigATJ6X6_z1PV4bqKlCfr/s1024/nudo%20e%20senza%20cacchio2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPXVsmXcLiR6mzGf_JrDqL8YIOkoaQA3PsPK6FHFiNaabhVCowfdS0hCGMIu7yavPd7NjVAgx6uucLulzut5dz2eAbGGmM8rbGhnd4NoSy3MdjTeGSKMJGya8lh7FfAKud7EZTtK7WsoSXAjwgxnHa_OupbrJJeaRA_RigATJ6X6_z1PV4bqKlCfr/s320/nudo%20e%20senza%20cacchio2.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Però, Lettore, se ci pensi bene, la prima soluzione, e cioè squadrette e mandanti, non sarebbe, in grandi linee, troppo dissimile da quella che ti é stata proposta in queste pagine; ma qui, la differenza sostanziale starebbe nel profilo dei mandanti.
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<br />
In pratica, gli investigatori e la magistratura hanno condotto lunghe indagini giudiziarie dalle quali è emerso non tanto <b><i>volutamente</i></b>, quanto piuttosto <b><i>inevitabilmente</i></b>, un quadro generale che prevede che delle squadrette di persone abbiano compiuto negli anni, dei delitti commissionati da altri con precise finalità. Tale quadro generale non é stato intenzionalmente ricercato, ad arte, ma é stato invece un inconsapevole sottoprodotto delle indagini, uno scenario la cui genesi é avvenuta spontaneamente guardando il quadro generale degli indizi e degli eventi a distanza di tempo.
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<br />
D'altra parte, la soluzione che Ti viene offerta qui, in termini generali, sarebbe assolutamente analoga.
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<br />
Ciò che cambiano sono i personaggi e le finalità.
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<br />
Per la versione ufficiale, infatti, le squadrette sarebbero state composte da un'accozzaglia di individui eterogenei, che che avrebbero compreso essenzialmente degli alcoolizzati, degli ignoranti un po' depravati, e solo qualcuno, il cui coinvolgimento d'altronde non é mai stato provato, con capacità di azione un po' più spiccate.<br />
Gli organizzatori (o, se vogliamo, i mandanti), dal canto loro, sarebbero rimasti sconosciuti, e le loro dogmatiche "esoteriche motivazioni" solo postulate, senza uno straccio di indizio. E tutto ciò nonostante decenni di indagini.
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<br />
Al contrario, nella soluzione che Ti é stata proposta qui, le squadrette sarebbero state formate arruolando individui ormai non più rintracciabili, ma scelti tra persone più efficienti (anche se non necessariamente addestrate allo scopo), reclutate magari tra la delinquenza che orbitava intorno agli apparati statali i quali, un po' per funzione ed un po' per convenienza, hanno sempre agito nell'ombra e rimestato nel torbido.<br />
Gli organizzatori, invece, sarebbero ancora identificabili sulla base di prove circostanziali, fatte di luoghi e di date, e la cui finalità risulterebbe invece, a distanza di decenni, ormai chiara.
<br />
<br />
Così, secondo la versione ufficiale, il fior fiore dell'investigazione, ufficiale ed ufficiosa, palese ed occulta, manifesta e segreta, dell'Italia, non sarebbe stata in grado di trovare i mandanti (o gli organizzatori) di tale, assolutamente inusuale, operazione; in altri termini, tali mandanti avrebbero organizzato delle operazioni senza precedenti, terribili e truculente, con motivazioni futili e bislacche, avvalendosi di un branco di idioti, e nonostante ciò sarebbero rimasti impuniti, comodamente a casa loro, mai individuati. Un non meglio identificato gruppo di esaltati, spinto da motivazioni "esoteriche" (ma quali?!?) si sarebbe servito di un'armata Brancaleone per tenere in scacco l'intero apparato investigativo italiano, facendola sempre franca.
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<br />
Secondo la versione proposta qui, invece, le operazioni sarebbero state intenzionalmente terribili e truculente, e senza precedenti, per una scelta deliberata. mentre identità e motivazioni degli organizzatori verrebbero comunque delineate dalla collimazione di date, fatti ed eventi. E se tali organizzatori non sono stati individuati come tali dall'apparato investigativo ufficioso ed ufficale italiano, é proprio perché erano i componenti dell'apparato ufficioso ad essere responsabili delle operazioni, nonchè degli intralci posti alle attività investigative degli apparati ufficiali.
<br />
<br />
Ora, Lettore, in tutta sincerità: quale delle due spiegazioni ti appare più plausibile? Quale più verosimile in rapporto ai fatti? In quale direzione Ti orienta il semplice buonsenso?
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<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Quale profilo si ricava dalla ricostruzione basata sul pensiero laterale</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Quello che pretende di voler fare la Moderna Mostrologia sul Mostro di Firenze é un'investigazione per provare la colpevolezza di Salvatore Vinci, di Giancarlo Lotti, di Giampiero Vigilanti, di Joseph Bevilacqua o, peggio ancora, del Mostro alto ricco bello e intelligente che non si sa chi sia, ed al quale si spera di dare un nome frugando ancora negli atti. Abbiamo già brevemente analizzato la validità di una tale pretesa.
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<br />
Ciò si contrappone al fine che invece vorrebbe perseguire, ad esempio, Carlo Palego, e cioè quello di portare a termine una ben più sensata indagine storica, volta a conseguire la conoscenza di una verità inizialmente sconosciuta, e non a provare un'ipotesi precostituita; anche se tale verità sarebbe già, a grandi linee, profilata.
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<br />
Questa che leggi qui é invece solo la risoluzione di un indovinello, che ha le stesse finalità dell'indagine storica, ma minori pretese. Tuttavia, anche la risoluzione di un indovinello regressivo costituisce, in fin dei conti un'indagine e non un'investigazione; ed infatti, la soluzione trovata alla fine non era stata, in alcun modo, preventivata all'inizio. Neanche supposta.
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<br />
Ma l'aspetto che marca una differenza sostanziale con le metodiche investigative o di indagine non é solo questo; é quello per cui alla risoluzione dell'indovinello conseguirebbe il delinearsi di una figura definita, inizialmente ignota, ma che progressivamente assumerebbe un'identità precisa, fino a giungere ad un nome ed un cognome. Che quindi possono essere cercati. Allora chi dovresti cercare, Lettore? Quale caratteristiche deve possedere il personaggio che costituisce l'attore principale, il protagonista che costituisce la risloluzione dell'indovinello?
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<br />
Ovvero, il Qualcuno da cui questa orribile vicenda avrebbe tratto origine?
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<br />
<br />
In grandi linee, dovrebbe trattarsi di Qualcuno nato in Toscana, o che almeno ha eletto la Toscana a sua residenza stabile; perché il fenomeno "Mostro di Firenze" non é mai uscito dai confini regionali (con l'eccezione di qualche "puntatina" in Umbria, peraltro di attinenza molto dubbia con la vicenda)
<br />
<br />
Qualcuno nato non più tardi del secondo decennio del secolo scorso; se fosse nato più avanti, sarebbe stato troppo giovane durante la Seconda Guerra Mondiale.
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<br />
Qualcuno che in guerra abbia trovato l'occasione di venire in possesso di tanto denaro.
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<br />
Qualcuno entrato in contatto stretto con chi poi sarebbe stato coinvolto, in qualche modo, nei servizi segreti occulti
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<br />
Qualcuno che si sarebbe reso protagonista di crimini o tradimenti, o quantomeno di episodi discutibili durante la Resistenza.
<br />
<br />
Qualcuno che avrebbe progettato qualcosa di importante a metà degli anni Sessanta del secolo scorso.
<br />
<br />
Qualcuno che avrebbe vissuto una fase cruciale nella realizzazione del suo progetto tra il 1974 ed il 1975
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<br />
Qualcuno che avrebbe subito un tracollo nel 1981, e per mano della Magistratura
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<br />
Qualcuno riguardo al quale qualcosa di importanza fondamentale sarebbe entrato in possesso della magistratura nel 1986.
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<br />
Adesso puoi decidere se continuare a leggere i racconti sul Mostro alto bello ricco ed intelligente, o magari cercare il Qualcuno.
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<br />
E se decidi di cercare il Qualcuno, in realtà Lettore: non é che avresti chissà quali possibilità di scelta
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<br />
Ma se nonostante ciò Tu ti trovassi indeciso tra diverse possibilità si potrebbe comunque aggiungere qualche altro dettaglio, al quale peraltro avrei già comunque accennato nel corso di questa serie di post; questo restringerebbe ulteriormente il campo di ricerca.
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<br />
<br />
Ad esempio, che il Qualcuno dovette rivolgersi al servizio occulto a titolo personale, in quanto aveva conosciuto durante la guerra una persona che ne sarebbe stata tra gli organizzatori.
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Che la persona alla quale rivolgersi non poteva essere quella che il Qualcuno aveva conosciuto, e che avrebbe dato un contributo fondamentale alla creazione del servizio occulto, perché questa sarebbe morta all'inizio del 1968, ma deve essere stato un "successore"
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<br />
Che il "successore" a cui dovette rivolgersi nel 1974 (e forse anche nel 1968) si sarebbe trovato, almeno nel periodo estivo, anch'esso in Toscana
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<br />
Che tale successore si avvaleva della collaborazione di una persona praticamente compaesana dei Mele, e con i quali, oltre alle origini, condivideva anche il cognome.
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Che tale successore sarebbe deceduto dopo il secondo dei delitti del 1981, e dopo essere stata a cena con un'altro personaggio, che in questa storia compare più di una volta ed in circostanze diverse.
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Che detto successore, e comunque il servizio che dirigeva, aveva agganci e competenze che gli avrebbero consentito di mandare in "black out" qualunque rete telefonica (a suo dire, anche l'intera rete nazionale).
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<br />
<br />
Sono riuscito a darti un'idea più precisa, adesso, Lettore? Bene, se adesso hai un quadro generale della situazione, cerchiamo insieme di arricchirlo di coincidenze di date ed eventi che possano costituire una connessione tra le vicende del Qualcuno e quella del "Mostro di Firenze".
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<br />
<br />
Come ad esempio il fatto che meno di due mesi prima del delitto di Mosciano di Scandicci ai magistrati era giunta una lettera anonima che denunciava i crimini di guerra del Qualcuno, come se ciò fosse l'ultimo tentativo "incruento" prima di eseguire il delitto che avrebbe creato il "Mostro di Firenze"
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<br />
O il fatto che meno di quarantotto ore prima dell'omicidio di Baccaiano era accaduto un evento che aveva potuto allarmare chi si stesse "occupando" del Qualcuno, spingendolo ad agire immediatamente; e ciò spieghrebbe l'approssimazione e la fretta nel compiere il delitto di Baccaiano
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<br />
O ancora il fatto che all'epoca del delitto di Mosciano di Scandicci, il servizio occulto era impegnato in un'operazione ben più grande, il che può spiegare l'organizzazione approssimativa, compresa la carente sorveglianza dell'area dell'operazione, e che consentì ad Enzo Spalletti di trovarsi in zona senza venire immediatamente rilevato.
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<br />
E se vuoi Lettore possiamo continuare la nostra ricerca di coincidenze nei fatti, come ad esempio il "black out" telefonico che si verificò dopo l'omicidio di Baccaiano, "specialità della casa" per il servizio occulto.
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Probabilmente la stessa specialità che porterà al tentativo di installazione di una linea ISDN al GIDES nel novembre del 2003.
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Ed ancora potremmo parlare di coincidenze che riguardano le persone
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Ad esempio, riguardo al fatto che chi inviò al lettera anonima sui crimini di guerra del Qualcuno, era la stessa persona che si trovò a cena con il direttore del servizio occulto la sera prima che morisse.
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Che poi era la medesima persona che aveva in uso un appartamento all'interno del quale vennero rinvenute delle armi e delle munizioni, compresa una scatola di Winchester 22 L.R con la "H" stampligliata sul fondello.
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Che poi continua ad essere sempre la stessa persona alla quale un perito rivelava un segreto d'ufficio relativo al famoso, grave, evento del 1980, il quale a sua volta é il medesimo perito che "scoprì" l'identità tra i reperti balistici di Rabatta e Scandicci.
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<br />
Oppure il fatto che un appartenente al servizio occulto, tra il 1984 ed 1985 abbia partecipato al depistaggio sostenendo la tesi del serial killer unico con un paio di interviste sui giornali, e, segnatamente, sul Corriere della Sera.
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<br />
<br />
Ma adesso, Lettore, mi fermo; anche perché, se sei giunto fin qui, saresti comunque un appassionato, ed all'appassionato certe cose piace scoprirle da solo, e non è mia intenzione privarTi del piacere di una tale ricerca.
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Se dovessero piacerTi, ad esempio, i puzzle, e Ti vendessero un puzzle già perfettamente composto ed incollato, lo compreresti?
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Quindi, puoi cercare Tu stesso gli ulteriori particolari, le coincidenze di dati e fatti che rendano sempre più nitidi i contorni della vicenda; come quando in una fotografia perfettamente a fuoco anche i piccoli particolari siano visibili, e sia proprio questo a determinare la chiarezza dell'immagine.
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Se dovesse poi esserti piaciuta la storiella, ma non sei sufficientemente appassionato al caso da impegnarti in ricerche di alcun tipo, potresti voler <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2023/06/il-mostro-di-firenze-9-postfazione.html">leggere la postfazione</a>.
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Se invece non condividi questa analisi, se questo tipo di ricerca ti annoia, se nonostante tutto ti affascina di più la "verità mostrologica" del mostro alto, bello ricco intelligente pastore, colto, che si prende gioco degli inquirenti, sa riparare le automobili, perché sono vecchie nonostante lui le cambi spesso, ha il piede 44, si orienta con le stelle, sa leggere la mano, fa colazione con pane e nutella e stravede per una donna chiamata Lisa, se il tuo bilancio, insomma, ti avesse condotto alla decisione di permanere sulle solite posizioni e preferisci eseguire ricerche in questo senso, l'unico spunto che sono in grado di fornirti come stimolo ad ulteriori ricerche è questo:
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlfCsBdGxz7xWbJrWHL7-cadY1DCu8fPfHklahp4NCXhVuqwzcBkgAUM7M-E5lvqlRji3bOfpZ9XfT4QGoqY8JkRQtWArfGYTccnNVWq8R8AZ9Ds-TpwN9Tr5_5mxDqfH6gfHgFlI2Co4f7DgD3MsU-KarC5ntqJU8rCDcz2ITHKoSS2IRpdVpxTNV/s1132/narducci%20collage.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="847" data-original-width="1132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlfCsBdGxz7xWbJrWHL7-cadY1DCu8fPfHklahp4NCXhVuqwzcBkgAUM7M-E5lvqlRji3bOfpZ9XfT4QGoqY8JkRQtWArfGYTccnNVWq8R8AZ9Ds-TpwN9Tr5_5mxDqfH6gfHgFlI2Co4f7DgD3MsU-KarC5ntqJU8rCDcz2ITHKoSS2IRpdVpxTNV/s320/narducci%20collage.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
A prescindere dalle Tue valutazioni soggettive, però, ci sarebbe però un dato oggettivo ed innegabile.
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Nel caso di ciò che hai letto in questa serie di post, il problema della verità non sta nelle vicende del MdF, che sono state descritte per quello che sono, dove "quello che sono" può magari essere diverso, come interpetazione, da quello prospettato per decenni, come nel caso delle segnalazioni anonime per il fascicolo di Signa, ma che comunque poggiano su prove documentali, indirette ma definite.
<br />
<br />
E neanche sta nelle vicende relative al Qualcuno, delle quali esistono prove documentali dirette.
<br />
<br />
L' unico problema starebbe nel rapporto tra le due vicende, che si basa essenzialmente su due punti: il motivo dell'omicidio di Signa, ed il motivo per il quale la protezione che si era tenacemente perseguita riguardo al delitto di Signa viene improvvisamente annullata per perseguire il fine esattamente opposto. Bada bene Lettore che ambedue i punti sono comunque fatti sostenuti da prove documentali; é la <u><b>motivazione</b></u> di ciò a richiedere un'inferenza per passare dalla prova circostanziale al nesso causale.
<br />
<br />
E' questa connessione a costituire il punto di debolezza del raccontino, ma anche il suo punto di forza. <br />
<br />Difatti, essa sarebbe falsificabile. Né quanto descritto a proposito del MdF, né quanto descritto a proposito del Qualcuno é falsicifabile, perché ambedue le descrizioni costituiscono una cronistoria oggettiva; può piacere o non piacere, ma non può essere cambiato. E' il <i><b>rapporto</b></i> tra le due vicende ad essere soltanto circostanziale; ma é anche questo ad essere passibile di falsificazione. <br />
<br />
E proprio questo eleva il raccontino al rango di "verità scientifica", contrapposta alla "verità di fede" dei mostrologi.
</div>
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<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Validita' e falsificazione</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Entriamo un po' più nel merito di tale questione.
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<br />
Gli aspetti falsificabili coinciderebbero quindi, in pratica, con le maggiori incongruenze di questa storia, con i fatti che, nella vicenda, pur apparendo paradossali, non hanno mai avuto spiegazione; mentre qui, adesso, la troverebbero.
<br />
<br />
Ed essi sarebbero identificabili principalmente in due situazioni:
<br />
<br />
1) il perché un gruppo, peraltro eterogeneo, di immigrati abbia preferito finire ripetutamente ed a turno in galera pur di non rivelare cosa sia successo la notte tra il 20 ed il 21 agosto del 1968
<br />
<br />
2) il perché, dopo essersi data tanta pena per nascondere l'accaduto, tra il 1981 ed il 1982 i responsabili di tutto ciò abbiano improvvisamente deciso di sortire l'effetto opposto, vanificando gli sforzi compiuti in tredici anni.
<br />
<br />
L'aspetto 1) da un certo punto di vista sarebbe risolto; leggendo i rapporti di PG, il fatto che i responsabili dell'evento di quella notte stessero cercando qualcosa appare indubitabile. <br />
Ciò che potrebbe essere dubbio, e che é stato ricavato in gran parte dall'omicidio avvenuto sei anni più tardi, sarebbe la natura di quel qualcosa, qui identificato in una sorta di documentazione relativa a fatti risalenti alla Resistenza. <br />
Questo é senza dubbio plausibile, ma costituirebbe senz'altro un aspetto falsificabile, e quindi perfettamente funzionale alla conferma o alla negazione dell'ipotesi; però, purtroppo, falsificabile ormai non lo é più. Tutti gli attori di quella vicenda sono morti, e non é possibile trovare documenti al riguardo che, per definizione, sarebbero proprio quelli fatti sparire.<br />
Probabilmente, l'ultima possibilità di falsificazione (o di valutazione) venne offerta dal <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-6-lo-zio-pieto.html" target="_blank">biglietto dello "Zio Pieto"</a>. Se anziché interrogare fino allo sfinimento Piero Mucciarini sui significati che egli voleva dare al messaggio, si fosse semplicemente preso per un orecchio e gli fosse stato detto (magari a suon di sganassoni, come non si ebbe scrupolo a fare con il povero Stefano Mele): "<i>Adesso tu mi spieghi come fai a conoscere un fatto coperto dal segreto istruttorio</i>" probabilmente oggi ne sapremmo di più; e si sarebbe potuto tenere al gabbio Mucciarini anche se il "Mostro" avesse sterminato l'intera popolazione della Germania, altro che due tedeschi. Ma ciò non é stato fatto, e questa possibilità é ormai persa per sempre.
<br />
<br />
Riguardo all'aspetto 2), essa forse sarebbe falsificabile ancora oggi; anche se in realtà non sarebbe falsificabile tanto la condizione in sé, quanto l'identità di chi volle attaccare il Qualcuno.
<br />
<br />
L'identità del Qualcunaltro.
<br />
<br />
Allora alla fin fine, la falsificazione si ridurrebbe alla ricerca dell'esistenza di una prova che mostri come il responsabile vero dell'attacco al Qualcuno <u><b>non</b></u> sia il Qualcunaltro. O all'inesistenza di qualsiasi indizio che il responsabile sia in effetti il Qualcunaltro.
<br />
<br />
Bene, Lettore, a questo propostito avrei due notizie da darti;: una buona e l'altra cattiva. Ti darò prima la cattiva notizia
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>La cattiva notizia</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
La cattiva notizia é che leggere fin qui non ti sarebbe servito a nulla, perché in realtà non ci sarebbe bisogno di cercare nulla, in quanto l'aspetto 2) risulterebbe <b><i>già</i></b> falso; la versione ufficiale della vicenda che vide il Qualcuno attaccato dalla magistrature esclude che il Qualcunaltro possa entrarci in alcun modo. I magistrati sarebbero giunti al Qualcuno seguendo tutt'altra strada; e questa strada é stato in qualche modo descritta.
<br />
<br />
Ed in effetti, il Qualcuno continuerà ad avere parole di elogio per il Qualcunaltro anche dopo aver subito gli attacchi; per cui, in teoria, non lo considererebbe resposabile di ciò che gli é accaduto
<br />
<br />
Durante gli sviluppi della vicenda, ci fu chi avanzò legittimi sospetti sul fatto che la vicenda in sé potesse sottendere qualcosa, ancora nascosto, più a monte
<br />Chi si chiese se coloro che apparivano come i protagonisti di tutto ciò che veniva divulgato, sia in un senso (il Qualcuno ed accoliti) sia nell'altro (i magistrati), dotati della massima libertà decisionale, del più libero arbitrio, non fossero a loro volta diretti da livelli (ed interessi) superiori: "Chi manovra il manovratore?"
<br />Quando tale interrogativo fu riferito al Qualcuno, tutti si trovarono d'accordo; e ci fu chi volle vedere nel Qualcunaltro il manovratore del manovratore. </div><div style="text-align: justify;">Ma non appena qualcuno osò insinuare che lo stesso interrogativo avrebbe potuto porsi per l'operato dei magistrati, vi fu una levata di scudi. </div><div style="text-align: justify;">Sempre per il principio che il magistrato, dal solo fatto di aver vinto un concorso, verrebbe tramutato nella persona migliore del mondo.
<br />
<br />
In altri termini, il Qualcunaltro sarebbe potuto essere stato il manovratore del Qualcuno, ma non dei magistrati.
<br />
<br />
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>La buona notizia</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
La buona notizia, Lettore, é che puoi continuare a leggere, in quanto tale pretesa appare inverosimile; é analoga a quella per la quale il Maresciallo Fiori si sarebbe ricordato di Signa. E ogni posizione ufficiale, analogamente a quanto accaduto per Signa ed il Maresciallo Fiori, non può e non deve essere intaccata.
<br />
<br />
Una capacità di indagine della magistratura che si presenti in questa forma e con queste modalità è una panzana così difficile da bersi che chi ha strombazzato su tali capacità non ha fatto, nel caso specifico, tutta questa gran figura. La pretesa che ciò si <i><b>debba</b></i> credere, però nasce proprio dal concetto stesso di "autonomia": se qualcuno ha parlato e la magistratura si é mossa, l'autonomia va a farsi benedire.
<br />C'é chi ha manovrato il manovratore, ma se il manovratore/manovrato é un magistrato, ventilare una tale ipotesi equivale ad un'eresia.
<br />
<br />
Però, Lettore, noi come sempre guardiamo ai fatti. I sospetti sul Qualcuno nascerebbero da qualche evidenza per cui egli avrebbe avuto in passato, rapporti di qualche natura con una certo Personaggio, divenuto poi imputato. Un Tizio, correo del Personaggio, avrebbe "in più di un'occasione" effettuato delle chiamate telefoniche al Qualcuno, e si sarebbe spostato per incontrarlo in due occasioni.
<br />
<br />
Da tali elementi, i valenti magistrati sono stati in grado di dedurre non solo come il Qualcuno fosse coinvolto neglia affari del Personaggio, ed anche in una serie di altri affari (faccenda peraltro risaputa), ma anche presso quale indirizzo egli tenesse certa documentazione, e di preciso dove essa fosse ubicata.<br />Dai contenuti della documentazione si sarebbe poi potuto evincere come anche alcuni componenti in posizione verticistica delle FdO incaricate delle operazioni di polizia giudiziaria fossero coinvolti; così l'operazione di sequestro avvenne in segreto.
<br />Improvvisamente e con un "blitz".<br />
E per poter fare questo, si decise di tenere i suddetti vertici all'oscuro riguardo all'operazione; ma tale decisione, per forza di cose, fu presa <i><b>prima</b></i> che la documentazione che ne dimostravasse il coinvolgimento fosse ritrovata, e <i><b>sempre prima</b></i> che l'operazione avesse inizio i suddetti vertici cercarono di fermarla. Una manifestazione di veggenza collettiva al cui confronto quella del prof. Bruno impallidisce.
<br />
<br />
E' come se io, Lettore, leggendo la targa della Tua automobile potessi sapere dove si trovi la rimessa nella quale la parcheggi, il nome del proprietario dell'autorimessa, e l'automobile che egli possiede. E' lapalissiano che qualcuno abbia parlato, e fornito informazioni dettagliate su cosa, come e dove si dovesse trovare.
<br />
<br />
Entriamo un po' più nel dettaglio di questo aspetto della faccenda.<br />
<br />Inizialmente, il Qualcuno entra nell'indagine perché i magistrati trovano al Tizio un biglietto ferroviario. Interrogato ripetutamente, alla fine il Tizio dice che era andato in treno (mah...) a trovare il Qualcuno.
Nel frattempo, tra la miriade di documenti sequestrati all'imputato, c'é anche un'agendina con degli indirizzi ( se si sta parlando di un Personaggio che aveva contatti con migliaia di individui in varie parti del mondo, ed a vario titolo, il fatto che avesse almeno un'agendina non sorprende), e nella miriade di indirizzi della miriade di agendine che il Personaggio avrà certamente posseduto, vi erano anche alcuni indirizzi del Qualcuno. Ma vediamo cosa dice a proposito di essi uno dei magistrati che indagava sul Personaggio:
<br />
<br />
<i>Tra gli indirizzi</i> [...] <i>contenuti nell’agendina</i> [...] <i>ce n’era uno che</i> [...] <i>aveva tutta l’aria di essere un recapito particolarmente «coperto» e particolarmente interessante.</i>
<br />
<br />
Lettore, confesso i miei limiti intellettuali nell'ammettere di non riuscire ad immaginare, nemmeno lontanamente, come un indirizzo possa avere un'"aria" di qualche tipo. Per fortuna, corre in soccorso del mio insufficiente intelletto un saggista (fra le centinaia che hanno scritto sull'argomento) che scrive:
<br />
<br />
<i>A indurre il magistrato a disporre la perquisizione</i> [...] <i>è stata una denuncia anonima: l’autore resterà sconosciuto tanto da indurre a ritenere che
la denuncia fosse mirata non tanto ad aiutare la giustizia quanto a far venire alla luce i documenti</i> [...] <i>che sono tali da provocare un autentico terremoto nella vita politica italiana.</i>
<br />
<br />
Ecco, Lettore, già questo lo comprendo meglio, é un concetto più alla mia portata; ma ciò fa inevitabilmente sorgere un altro interrogativo: quale poteva essere la fonte dalla quale partiva la denuncia anonima, la "testa dell'acqua"?
<br />
<br />
<b>Chi é?</b>
<br />
<br />
E la prima risposta che viene in mente, la più banale, é: é chi ha l'interesse, le capacità e l'opportunità per farlo. In fondo, Lettore, se ci pensi é l'equivalente di "il movente, l'arma e l'occasione" per un omicidio. Ovvero chi sia individuato da indizi "gravi, precisi e concordanti".
<br />
<br />
In linea strettamente teorica, così come é stato per l'identità del Qualcuno, non dovrebbero sussistere delle grosse incertezze; anzi, l'individuazione sarebbe univoca, una scelta obbligata. In pratica, il Qualcunaltro.
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Qualcuno e Qualcunaltro</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Vediamo insieme perché.
<br />
<br />
Con il decreto del 31 gennaio 1978 vennero poste le basi di ciò che condurrà, di fatto, il Qualcuno a prendere il controllo dei Servizi; sarebbero rimasti esclusi da tale controllo solo i servizi occulti e non ufficiali, relativamente autonomi e meno subordinati ai vertici.
<br />
<br />
Quindi, se un servizio avesse avuto la possibilità di agire contro il Qualcuno, questo non sarebbe potuto essere che un servizio occulto, perché i Servizi "ufficiali" erano, al momento, sotto il suo controllo; inoltre un'operazione come quella del "Mostro" avrebbe <b><i>necessariamente</i></b> dovuto avvalersi di un servizio occulto
<br />
<br />
D'altra parte, tale servizio occulto, altrettanto necessariamente, avrebbe dovuto essere quello a cui il Qualcuno originariamente si rivolse, in quanto a conoscenza della storia di Signa, ed in possesso dell'arma del 1974, qualunque cosa si voglia intendere con "arma", <i>ghost gun</i> compresa.
<br />
<br />
Quindi, il servizio occulto non può che essere quello nato per mano della persona che il Qualcuno aveva conosciuto durante la guerra, e deceduta all'inizio del 1968, al quale il Qualcuno originariamente si rivolse; e vi sono diverse testimonianze che indicano inequivocabilmente come all'epoca dell'inizio dell'azione contro il Qualcuno, tale servizio fosse già sotto il controllo del Qualcunaltro. Anzi, forse all'epoca era l'<b><i>unico</i></b> servizio al quale egli avrebbe potuto rivolgersi con sicurezza.
<br />
<br />
In sintesi, non solo il Qualcunaltro avrebbe avuto la possibilità di farlo, ma <b>solo</b> il Qualcunaltro la avrebbe avuta.
<br />
<br />
Tutto ciò però perderebbe di valità nel caso in cui si dimostrasse per altre vie che il Qualcunaltro, in realtà, non abbia mai attaccato il Qualcuno, né ne avesse mai avuto intenzione e neppure vantaggio nel farlo. Ciò falsificherebbe comunque l'ipotesi.
<br />
<br />
Vediamo un momento come tale possibilità venga considerata.
<br />
<br />
C'é chi asserisce che il Qualcuno venisse ricattato non per i crimini di guerra commessi durante la Resistenza nei confronti dei partigiani, ma per aver tradito i fascisti alleandosi con i partigiani; cosa che lo avrebbe messo in una difficile posizione nel dopoguerra, quando si sarebbe trovato ad aver a che fare con ex fascisti riciclati, negli anni Settanta-Ottanta. Anche questo sarebbe possibile, ma é contraddetto dai documenti. Le accuse riportate nei documenti dei primissimi anni Settanta, così come la lettera anonima del 1981, dicono l'opposto.
<br />
<br />
Così come abbiamo visto che c'é chi sostiene che il Qualcunaltro fosse in realtà il manovratore del Qualcuno, che gli interessi fossero congiunti, che il Qualcuno non ha mai parlato male del Qualcunaltro, anche dopo aver subito gli attacchi... vero. E' anche possibile che ciò si sia svolto come un'operazione chirurgica, mirata a smantellare solo parte dell'organizzazione del Qualcuno, a far nuotare nella melma solo alcuni degli "amici" del Qualcuno... é possibile, ma é contraddetto dagli eventi successivi. Ciò può essere stato consistente solo fino ad un certo punto del rapporto tra i due.
<br />
<br />
Ciò che non si deve perdere di vista é che, come già accennato prima, il 1980 rappresenta per il Qualcunaltro uno spartiacque. E questo fece una differenza notevole sia nei rapporti, sia negli atteggiamenti. Verso il Qualcuno, ma non solo. Non principalmente.
<br />
<br />
In realtà, é nello stile del Qualcuno non portare attacchi diretti, far buon viso a cattivo gioco, ostentare sempre una sicurezza che discenderebbe da una sorta di onestà, intellettuale e non... così come é nello stile del Qualcunaltro avere l'atteggiamento opposto.
<br />
<br />
Tuttavia, anche nel periodo precedente al 1980 sia i rapporti, sia gli atteggiamenti furono estremamente ambigui, incerti, indeterminati, sempre e comunque mascherati ed insinceri.
<br />
<br />
Ma questa sarebbe una faccenda risaputa.
<br />
<br />
Nel 2018 un giornalista pubblicò una falsa intervista del Qualcuno, del Qualcunaltro e di un Terzo, che funzionava come una specie di confronto indiretto; l'intervista era "falsa" non nel senso che si voleva spacciare per vera, ma era una sorta di simulazione, un video nel quale il Qualcuno, il Qualcunaltro ed il Terzo venivano impersonati da attori. Ed i dialoghi miravano proprio a mostrare come il Qualcunaltro opponesse al Qualcuno un atteggiamento scostante, a fronte delle dimostrazioni di comunanza di intenti esibite dal Qualcuno. E lo stesso distacco ostentava il Terzo, pur essendo quel Terzo che al Qualcuno aveva in pratica consegnato i Servizi dopo il 1978.
<br />
<br />
Il giornalista con questo voleva semplicemente esprimere l'ambiguità dei rapporti tra i tre personaggi, il cui atteggiamento contrastava con la realtà fattuale.
<br />
<br />
Quindi non é dagli atteggiamenti reciproci, dall'esteriorità, dalle poszioni ufficiali che si può tentare di capire quali fossero i reali rapporti tra il Qualcuno ed il Qualcunaltro; e soprattutto come fossero cambiati. Il Qualcunaltro ha sempre tenuto a distanza il Qualcuno, almeno formalmente, sia prima sia dopo il 1980; quindi é solo alle vicende che in qualche modo li accomunano che si può fare riferimento, e non certo alle posizioni ed alle dichiarazioni ufficiali.
<br />
<br />
Vuoi una dimostrazione, Lettore? Allora chiediamoci: quando sarebbero iniziati i rapporti tra il Qualcuno ed il Qualcunaltro? O meglio, a quando farebbe data la loro conoscenza, il loro primo incontro? Negli anni Sessanta, dice il Qualcunaltro; in occasione di un'inaugurazione. Ma ciò che sarebbe avvenuto sarebbe stato poco più che un contatto visivo, un incontro occasionale per il Qualcunaltro che avrebbe rivisto una seconda volta il Qualcuno solo a distanza di anni, ed addirittura in un'altra nazione.<br />
Il Qualcuno, dal canto suo, dichiarava una ben più grande intimità, rapporti molto più stretti.
<br />
<br />
E allora, Lettore, allora come stavano veramente le cose? Era il Qualcuno che millantava, o il Qualcunaltro che si schermiva?
<br />
<br />
Quindi se Tu, Lettore, volessi farti un'opinione personale, più veritiera e che prescinda dalle dichiarazioni discordanti, non ti resta che cercare un'evidenza diretta di ciò di cui sto parlando, cimentandoti personalmente in una ricerca sul Web che possa darTi il piacere della scoperta autonoma.
<br />
<br />
Si trovano in Rete numerose fotografie che ritraggono insieme il Qualcuno ed il Qualcunaltro, ma in realtà molte di esse sono elaborazioni diverse di una stessa immagine, o visualizzata in modo speculare, o tagliata... ma alla fin fine le differenti immagini disponibili si riducono a tre.
<br />
<br />
Dove sia stata ripresa una di esse é facile da arguire dalla <i>mise</i> dei due ("cravatta nera"); sarebbe stata l'occasione nella quale il Qualcunaltro avrebbe incontrato per la seconda volta, nella sua vita, il Qualcuno, all'estero.
<br />
<br />
L'altra foto sarebbe stata scattata proprio in occasione dell'inaugurazione che avrebbe segnato il loro primo incontro; e proprio così recita la didascalia della foto presente, tra l'altro, su WIkipedia.
Wikipedia per la verità costituisce fonte inattendibile. Potrebbe essere una vera enciclopedia digitale, ma purtroppo qualunque idiota può scriverci o cancellare quanto scritto da altri, purché sia "wikipediano"; tipico caso nel quale l'appellativo vorrebbe sostituire il cervello.
<br />
<br />
Tuttavia, nel caso specifico, vi sono altre fonti che confermano la didascalia di WIkipedia; si tratterebbe proprio della foto dell'inaugurazione dello stabilimento, quindi del 1965, nel corso della quale il Qualcunaltro sarebbe, per la prima volta, venuto a contatto con il Qualcuno.
<br />
<br />
E la terza? Ritrae il Qualcuno ed il Qualcunaltro in compagnia di un alto prelato. Gli abiti sono differenti da quelli dell'altra foto. A quale evento si riferisce?
<br />
<br />
Ad essere sinceri, non esistono solo tre foto; vi sarebbe anche uno spezzone di filmato, una manciata di secondi, ripreso nel 1960 durante la posa della prima pietra dello stabilimento che verrà inaugurato nel 1965, e nel quale si vedono, per qualche istante, sia il Qualcuno sia Qualcunaltro. Vestiti come nella foto con il prelato. E si vede anche il prelato.
<br />
<br />
Quindi, il Qualcuno ed il Qualcunaltro si concoscevano già da prima dell'inaugurazione; ma non solo. Mi dice infatti mi dice un uccellino (anche più di uno) che la foto di Wikipedia in realtà sarebbe stata ripresa alla Fiera Campionaria di Milano del 1959. L'anno precedente all'inaugurazione. Ed in effetti, nella foto di Wikipedia, si intravedono le insegne degli stand sullo sfondo.
<br />
<br />
Quella delle immagini e del filmato é una ricerca che Tu stesso puoi fare sul Web, senza credermi per fede. Così come non c'é da credere per fede a ciò che il Qualcunaltro ha sempre detto.
<br />
<br />
Se poi ciò dovesse costituire la premessa per ulteriori sviluppi, o per integrazioni di ipotesi già formulate, come quella di Carlo Palego, sarò lieto di aver fornito un contributo.
<br />
<br />
E qualora, anche riconoscendo una certa verosimiglianza alla storia qui raccontata, dovessi comunque trovare difficoltoso o eccessivamente faticoso, come a qualcuno é accaduto, impegnarti in autonomia su ulteriori elaborazioni rigurado alla vicenda o condurre personalmente le relative ricerche, puoi sempre, come già segnalato sopra, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2023/06/il-mostro-di-firenze-9-postfazione.html">ricorrere alla postfazione</a>. E' stata scritta per questo.
<br />
<br />
Ma se invece, nonostante tutto, il Tuo bilancio Ti avesse comunque condotto alla conclusione che il mio raccontino sia una sciocchezza ed avessi deciso di permanere sulle solite posizioni che la Verità Mostrologica ti prospetta, spero di averti comunque fornito uno spunto anche per ricerche in tal senso con le immagini di Narducci nel collage soprastante. Potrai orientare le tue ricerche in quel senso, se vorrai.
<br />
<br />
Qualunque sia la tua decisione...Buon divertimento!
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLDh-EuZY-SceLtStHwqASckWs1bAHK9hI8Fpx190MbWNcr6SnN984fRc6rbhpIsZmGsbXnVscMkcpQzTPKKjjNOr7ADV-RrjG754LSHW0sihK2zibHZSJVzVGNlXdj_o_wAzvFcIQ3YEO_vCOAgzrvqoQOYP80JL8CU_QLA7DvNUOMeRQCbjbC_IU/s1024/_0_DxO_DxO.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="680" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLDh-EuZY-SceLtStHwqASckWs1bAHK9hI8Fpx190MbWNcr6SnN984fRc6rbhpIsZmGsbXnVscMkcpQzTPKKjjNOr7ADV-RrjG754LSHW0sihK2zibHZSJVzVGNlXdj_o_wAzvFcIQ3YEO_vCOAgzrvqoQOYP80JL8CU_QLA7DvNUOMeRQCbjbC_IU/s320/_0_DxO_DxO.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Eraclito di Efeso</i></div>
<br />
<br />
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-86407763318314958182022-09-13T06:07:00.016+02:002023-06-27T06:53:27.110+02:00Il Mostro di Firenze 7: gli ultimi omicidi: Giogoli, Vicchio, Scopeti<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Non c’è modo migliore per non essere creduti che dire la verità.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Sveva Casati Modignani</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbG44iSa8JWIowZfdEX9oQ_O10jFPFz74OygHPZwpn9jU5AOqL6Ek-_h24S2oYbDH8ds70msEdgEY_Qy0Zh1y9_7uCbYYj7gPn1nyw5UHTM7CZ1mCLiUNf19kr5IWwIqIogW5RLeFf0fyAhgYJKuiXq522hhTNu2uMSUocV3kMcFeJSTCOaNcJVmCF/s1024/bugie.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="535" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbG44iSa8JWIowZfdEX9oQ_O10jFPFz74OygHPZwpn9jU5AOqL6Ek-_h24S2oYbDH8ds70msEdgEY_Qy0Zh1y9_7uCbYYj7gPn1nyw5UHTM7CZ1mCLiUNf19kr5IWwIqIogW5RLeFf0fyAhgYJKuiXq522hhTNu2uMSUocV3kMcFeJSTCOaNcJVmCF/s320/bugie.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nell'<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-6-lo-zio-pieto.html" target="_blank">ultimo post</a>. Lettore, concludevo con l'affermazione che Francesco Vinci, in seguito alle accuse di Stefano Mele, sarebbe ritornato in gattabuia.<br />
<br />
Questa é un'imprecisione, perché ad essere precisi, Francesco Vinci in gattabuia lo era già; dal 15 agosto, denunciato dalla moglie per maltrattamenti. Così semplicemente, venne raggiunto lì dal mandato di cattura.</div><div style="text-align: justify;"><br />
Ma non subito.
<br />
<br />
In effetti, Lettore, l'arresto di Francesco Vinci non é automatico, dopo il primo interrogatorio di Stefano Mele.
<br />
<br />
Stefano Mele già istruito, ha anche ricevuto il <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-6-lo-zio-pieto.html" target="_blank">biglietto dallo "Zio Pieto"</a>; ma si guarda bene dal seguirne le direttive, accusando invece Francesco Vinci
<br />
<br />
In seguito a ciò, vengono esperite indagini, che in realtà non conferiscono apporti sostanziali; non più sostanziali di ciò che era già risaputo.<br />
Ma Stefano Mele continua ad accusare risolutamente Francesco Vinci; considerata la situazione al momento, é ovvio che Stefano Mele debba venire creduto, e Francesco Vinci incriminato.
<br />
<br />
Vengono comunque interrogati i fratelli di Francesco Vinci, ed il nipote, Antonio, figlio di Salvatore (il "Carlo" di Mario Spezi); ed anche Silvano Vargiu.
<br />
<br />
Alla fine, nel settembre del 1982, si torna ad interrogare Stefano Mele. Egli é sempre più diffidente e sospettoso; non si fida degli inquirenti, tanto da chiedere al P.M. una dichiarazione scritta nella quale si assicuri come egli non potrà essere sottoposto ad nuovo processo per il medesimo reato.
<br />
<br />
Vinta così la sua ritrosìa, rassicurato dell'immunità egli ribadisce le sue accuse contro Francesco Vinci; solo dopo due mesi di ulteriori indagini, verrà emesso il mandato di cattura per il Vinci.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-H1w1uf-tGiAuJr08hZSp1OqobIqZAcSa0VK53cs94ucTlY4sySgWj1wofXYxGCKfDwqB4la_HZTFNJIQlinQz9GB0yS3z-C5pD6zkrnTQQdn24LVLRkwjw-_6haisGbB3sxXH6jszyZqPVreNxIyk4y8-N72j9YIOhzUY2adBCcimd7RejL3kf4r/s1024/Francesco%20Vinci.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="756" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-H1w1uf-tGiAuJr08hZSp1OqobIqZAcSa0VK53cs94ucTlY4sySgWj1wofXYxGCKfDwqB4la_HZTFNJIQlinQz9GB0yS3z-C5pD6zkrnTQQdn24LVLRkwjw-_6haisGbB3sxXH6jszyZqPVreNxIyk4y8-N72j9YIOhzUY2adBCcimd7RejL3kf4r/s320/Francesco%20Vinci.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tra le motivazioni, vi sarebbe anche quella per cui il Mele avrebbe reiterato le accuse anche dopo l'espiazione della pena, quando non avrebbe più avuto interesse a farlo.
<br />
<br />
Tuttavia, ciò che vede chi vuole far riaprire la questione collegata al caso di Signa é invece solo un nuovo stallo.
<br />
<br />
Per la verità, la situazione non sarebbe statica. Francesco Vinci continua a proclamarsi innocente, e querela Stefano Mele. Vengono esperite ancora indagini, e disposta una perizia psichiatrica su Francesco Vinci.
<br />
<br />
Nell'aprile dell'83, poi, si verifica un avvicendamento nell'istruzione del processo (da Vincenzo Tricomi a Mario Rotella), ed il nuovo Giudice Istruttore sembra voler vederci chiaro e non trascurare niente. Quindi a nuovo Giudice Istruttore corrispondono nuove indagini. Ma non dissimili dalle vecchie.
<br />
<br />
Così, Rotella, interroga ancora una volta Francesco Vinci. Poi toglie l'incarico della perizia psichiatrica disposta dal suo predecessore, che sembrava tirare troppo per le lunghe, e la affida ad altri consulenti.
<br />
<br />
Affida anche una nuova perizia balistica ad Arcese e Iadevito. Si ribadiscono qui, Lettore, due concetti fondamentali, se mai ve ne fosse ancora bisogno:
<br />
<br />
<b>1)</b> i bossoli ed i proiettili relativi al delitto del 1968 sono <i>sempre quelli ritrovati nel 1982</i>, e non esiste alcuna documentazione fotografica realizzata nel 1968. In altri termini, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_76.html" target="_blank">non vi é alcun modo di essere certi che i reperti ritrovati nel 1982 siano realmente quelli che vennero repertati nel 1968</a>
<br />
<br />
<b>2)</b> poiché la balistica terminale di bossoli e proiettili segue strade diverse, l'esame può accertare l'identità dell'arma <b>tra bossoli</b> e <b>tra proiettili</b>, ma <b>non tra bossoli e proiettili</b>; non vi é modo di accertare che sia i bossoli, sia i proiettili, siano stati esplosi con la medesima arma, e men che meno che un dato bossolo ed un dato proiettile fossero parte, in origine, della medesima cartuccia
<br />
<br />
Così Arcese ed Iadevito non potranno che confermare la provenienza da un'unica arma dei bossoli e dei proiettili <i><b>a loro consegnati</b></i>.
<br />
<br />
Insomma vengono ripetute tutte le iniziative già intraprese, ed il risultato delle quali era già conosciuto.
<br />
<br />
Fondamentalmente, la perizia Arcese-Iadevito conferma agli inquirenti il legame tra Signa ed i successivi delitti del "Mostro di Firenze", e ciò, per il "Mostro", é una buona cosa.
<br />
<br />
Però, si insiste su un incolpevole Francesco Vinci; ma ciò per il "Mostro" <i><b>non</b></i> è una buona cosa.
E ciò che non é buono, richiede di essere rimediato. Tale rimedio viene posto il 9 settembre 1983 in un campo lungo la via di Giogoli; ne fanno le spese due ragazzi tedeschi: Wilhelm Friedrich Horst Meyer e Uwe Jens Rüsch.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Giogoli</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Wilhelm Friedrich Horst Meyer e Uwe Jens Rüsch vengono uccisi all'interno di un furgone camperizzato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNSz1h5TZHflE6lwzxb_JqDXvRbYm4A0D_75-Ucd7Ae5NWbUBTAmxeln5gAhFZ_N2IYGOC29GOQLxbU-aH4Xc4fPyidG9PSwCKAdu-v74A2x1RqbF6AASguQZkQcUC8t0hkt1-ps05813PLbbXjBYI1goQz2-8OO2yTHzKgljtg-NsK7oyqb1arH_5/s1024/VW%20T1..jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="717" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNSz1h5TZHflE6lwzxb_JqDXvRbYm4A0D_75-Ucd7Ae5NWbUBTAmxeln5gAhFZ_N2IYGOC29GOQLxbU-aH4Xc4fPyidG9PSwCKAdu-v74A2x1RqbF6AASguQZkQcUC8t0hkt1-ps05813PLbbXjBYI1goQz2-8OO2yTHzKgljtg-NsK7oyqb1arH_5/s320/VW%20T1..jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
sono due turisti, ambedue di sesso maschile, provenienti dalla Germania
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8P9yLxC0FSy0l0ZOo-DfsTiZWvJUvwPKbt9zPZXD57TdTGXLKzJO9rvWi_4VWNEdYmnTdxLopRiD8_aBy9a224tvi4l5v8-fmE3unD4ratCeYoSIAIFL_CcxzK6k9yNedZ6kBNslD5yoteoexlk4SQLsF500ZXMRZb3KFxqC0vvBdxAq8EsEQ7OM4/s1024/tedeschi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="661" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8P9yLxC0FSy0l0ZOo-DfsTiZWvJUvwPKbt9zPZXD57TdTGXLKzJO9rvWi_4VWNEdYmnTdxLopRiD8_aBy9a224tvi4l5v8-fmE3unD4ratCeYoSIAIFL_CcxzK6k9yNedZ6kBNslD5yoteoexlk4SQLsF500ZXMRZb3KFxqC0vvBdxAq8EsEQ7OM4/s320/tedeschi.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Non é mai stato del tutto chiaro se fossero omosessuali o meno, ma questo, alla fin fine, non é che abbia tutta questa importanza.
<br />
<br />
Non ne ha per il "Mostro", al quale interessa solo lasciare sul luogo di un delitto "di coppia" (qualunque cosa si intenda con tale espressione) un nuovo set di bossoli e proiettili da far paragonare ai precedenti.
<br />
<br />
Non interessa nemmeno ad inquirenti, giornalisti e mostrologi, che a fronte della palese difformità dell'atto rispetto a <b><u>tutti</u></b> i precedenti delitti, che colpisce con l'impatto un gancio di Mike Tyson, guardano solo all'identità dei reperti balistici, senza nemmeno chiedersi il significato di tale macroscopica anomalia.
<br />
<br />
In pratica, Lettore, non si cerca una speigazione razionale per motivare un evento assolutamente anomalo, quanto piuttosto un scusa qualunque per poter continuare la saga del "Mostro di Firenze".
<br />
<br />
Una delle scuse più frequentemente adoperate sarebbe: il "Mostro di Firenze" si é sbagliato, scambiando i due per una coppia uomo-donna, a motivo dei capelli lunghi di uno dei due. Errore poco credibile per qualcuno così attento come il "Mostro di Firenze", e che adopererebbe la sua particolare attenzione anche nel colpire <b><i>prima</i></b> che inizi il rapporto sessuale, scelta che avrebbe le motivazioni psicologiche più fantasiose, ma che implicherebbe comunque una precisa osservazione delle vittime.
<br />
<br />
Poiché, per i suddetti motivi, la scusa regge poco, l'alternativa considerata é stata quella della punizione ai due omosessuali. Ma se il simbolismo della punizione é poi l'arma bianca, non si capisce come mai non venga usata sui ragazzi. "<b>Ma perché sono due uomini!</b>" esclama inviperito un esercito di Mostrologi come se fosse una cosa ovvia; ma allora, se l'oggetto della "punizione" é la donna, perché mai va in giro ad ammazzare due uomini?
<br />
<br />
L'unica evidenza che apparirebbe ovvia é invece il fatto che Il "Mostro" sia stato costretto a lanciare un segnale che faccia comprendere come la strada intrapresa sia errata.<br />
E' evidente non solo per me, ma anche per il PM, Silvia della Monica, la quale sembra recepire perfettamente il segnale:
<br />
<br />
"<i>Non riuscimmo a stabilire... io parlo con la consapevolezza del momento... se ci fosse stata una volontà di intervenire per risolvere la posizione di Vinci, e questo avesse determinato un errore, o se era una serialità già programmata e irrefrenabile, per cui le cose fossero andate in questo modo</i>"
<br />
<br />
"<i>Guardi, se non ricordo male... il delitto poteva essere un errore, ma poteva anche essere qualcosa che avveniva in seguito all'arresto del... di Vinci, il primo dei fratelli Vinci, Francesco. Francesco Vinci era la "pista sarda". </i>"
<br />
<br />
"<i> Mentre Vinci era detenuto per questo reato </i>[maltrattamenti] <i>avvenne l'altro omicidio, quello dei due tedeschi. Resta sempre da chiedersi, facendo sempre naturalmente una ricostruzione storica della vicenda... io non... non ricordo più con esattezza le carte, non le conosco nemmeno tutte, perché poi fu costruita la squadra investigativa antimostro, ci sono state altre tecniche d'indagine...ma, facendo, così, un ritorno al passato, c'é... ci sarebbe da chiedersi, e in via semplicemente storica, se quell'omicidio fosse stato commesso per liberare un soggetto che era detenuto, o per un errore, come appariva...</i>"
<br />
<br />
Purtroppo la medesima ricettività non é mostrata dal GI, che in pratica dice:</div><div style="text-align: justify;">"<i>Va bene, sono state ammazzate due persone, e lasciato il "set" di bossoli e proiettili sul posto, ma in realtà, Francesco Vinci sarebbe attualmente accusato solo del delitto del 1968, non di altri. Se ne sono accaduti altri, non é stato lui. E se non é stato lui, ma la pistola é stata la stessa, ciò vuol dire soltanto che la pistola é passata di mano, ovvero che il "Mostro di Firenze" sta facendo il furbo per scagionare il Vinci. Tanto più che stavolta sono due uomini. Quindi, niente da fare: il Vinci rimane in gattabuia</i>".</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> Rotella non lo dice esattamente in questi termini, quanto piuttosto in quest'altro modo:
<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
non è possibile una immediata risposta all'istanza di escarcerazione presentata dai difensori. Essa è logicamente fondata su una premessa erronea, ancorata al tipo d'autore, e al presupposto chela pistola non possa aver cambiato mano dopo il 1968 e fino all'arresto di Francesco Vinci. In questo senso non vien meno neppure il primo motivo del mandato a suo carico
</span> <br />
<br />
ma il concetto é il medesimo. Pertanto, l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Francesco Vinci viene rigettata
<br />
<br />
Qui comincia ad essere difficile distinguere chi non capisce da chi finga di non capire. La differente interpretazione di Rotella e della Della Monica potrebbe rispecchiare una semplice difformità di vedute, oppure una precisa volontà da parte del GI.
<br />
<br />
A ben rifletterci, Mario Rotella e Silvia Della Monica attribuiscono lo stesso significato al delitto di Giogoli: scagionare Vinci. Ma, mentre la Della Monica ritiene che ciò avvenga da parte dei veri assassini (da notare che Silvia Della Monica, nelle interviste, parla del "Mostro" al plurale), Rotella ritiene che avvenga da parte di "complici" del Vinci, il quale rimarrebbe il vero assassino del 1968.
<br />
<br />
Pertanto, Rotella cerca tali ipotetici complici di Francesco Vinci principalmente nel suo ambito familiare, compreso il nipote Antonio (che poi darà origine all'ipotesi "Carlo" di Spezi), figlio di Salvatore.
<br />
<br />
In questa fase, che l'omicidio dei tedeschi possa ricevere una diversa considerazione, derivante da interpretazioni discordanti, é ciò che ci si aspetta. Così, il "Mostro" non può aspettarsi che alla morte dei due ragazzi consegua immediatamente la scarcerazione di Francesco Vinci, ed il viraggio delle indagini verso la giusta direzione. Però, con ogni probabilità, che ciò dia inizio ad una nuova fase, la cui conclusione sia quella del cambiamento di rotta delle indagini, questo sì, se lo aspetta.
<br />
<br />
Ed in effetti la nuova fase comincia; e inizialmente sembrerebbe andare nella direzione giusta; occorre considerare infatti che Francesco Vinci é comunque accusato da chi era <b><i>sicuramente</i></b> presente sulla scena del delitto del 1969, e cioè Stefano Mele.
<br />
<br />
La tappa obbligata deve quindi essere necessariamente quella di interrogare ancora Stefano Mele; il quale, il 16 gennaio del 1984, dopo un'intera giornata di interrogatorio ed un confronto con Francesco Vinci, fa finalmente il nome del colpevole: "Virgilio".
<br />
<br />
Ma non viene creduto.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'arresto di Giovanni Mele e Piero Mucciarini (ancora sullo ZIO PIETO)</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Non mi é mai stato chiaro, Lettore, perché si sia sempre esclusa a priori la colpevolezza di Carmelo Cutrona; e questo nonostante sia stato tra gli ultimi a farsi vedere a casa Mele, nonostante avesse la positività del guanto di paraffina, nonostante non esistessero fotografie né dati precisi su di lui, nonostante sia misteriosamente sparito dalla scena... trovo solo un riferimento su un blog specializzato che indica una data, 11 settembre 1983, nella quale si sarebbe eseguita una perquisizione domiciliare nell'abitazione di Carmelo Cutrona. Ma di tale perquisizione sembrerebbe non esservi traccia presso nessun altra fonte di documentazione; né la sentenza Rotella ne fa la benché minima menzione. Inoltre, la data di tale presunta pequisizione domiciliare sarebbe antecedente al nuovo interrogatorio, di Stefano Mele, nel quale egli rivela finalmente il nome.
Quindi: perché Carmelo Cutrona non può "per definizione" essere colpevole? E' miopia o malafede? Non saprei, al riguardo, come interpretare nemmeno quanto riportato nella sentenza Rotella
<br /><br />
<span style="font-family: courier new;">
La nuova accusa di Mele contro Cutrona, nel gennaio 1984, non metteva, né mette tuttora conto di essere presa in considerazione. È palese che se ha accusato Vinci, sinché ha potuto, e cioè quando ha trovato credito, prima presso i suoi stessi difensori, poi presso i compagni di detenzione (Vargiu Silvano, il Conticelli, Murgia
Giuseppe — v. retro), infine presso i nuovi inquisitori, lo ha fatto per una ragione emotiva fortissima.<br />
<br />
<b>[...]</b><br />
<br />
il suo astio per lui poteva essere sopito, ma mai spento. La ripresa delle indagini lo aveva rinfocolato, aggiungendo, come si è visto, la paura di subire
ulteriori conseguenze.<br />
<br />
<b>[...]</b><br />
<br />
..dovendo rinunciare ad accusarlo, riprendeva corpo la paura dell'inquisizione, che obiettivamente non avrebbe più avuto ragion d'essere, essendo stato rassicurato, sin per iscritto, dagl'inquirenti. E, per evitarla, provava a ripetere le accuse, secondo quello che stimava fosse l'indirizzo di chi indagava.
</span> <br />
<br />
In buona sostanza, Rotella qui dice che Stefano Mele accusava Vinci per vendetta; anche essendo emerso nel corso degli indagini e degli interrogatori, come Vinci non potesse essere colpevole, Stefano Mele, avndo ottenuto la rassicurazione di non poter più essere inquisito, perseverava nelle accuse verso chi, oltetutto, riteneva fosse anche il bersaglio degli inquirenti.
<br />
<br />
Bene, ma se così é, ciò vorrebbe che costretto a ritrattare, avrebbe fatto il nome del vero colpevole, e cioè Cutrona.
<br />
<br />
E questo in effetti avviene, il 16 gennaio, cosa che avrebbe condotto il "Mostro" ad un passo dalla fase finale, e cioè la riapertura delle indagini nella direzione corretta; ma tale risultato viene inopinatamente vanificato da un imprevisto: Rotella non gli crede.
<br />
<br />
Il 20 settembre é deceduta Antonietta Mele, e da allora Giovanni Mele e Piero Mucciarini convivono; anche Stefano si trova nello stesso stabile, insieme aalla sorella Maria.
<br />
<br />
Rotella, intenzionato a perseverare a qualunque costo (ma non a sue spese) sulla "Pista sarda", dispone una perquisizione personale e domiciliare che porta al rinvenimento del famigerato biglietto dello "Zio Pieto".
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWBX3Bc0BJi987nxkeEeMbUQMwf-zoe4rqQAk_FyfXl64tM3CiZT2KOvkxKJok6Wl_VRLqjxGd9F4TF7pSHvQSeuBHoVR--UpmZl6kewTw3O4Tl5C32fMYtQjZ_R0s7vjB5o21LHLUAmu-TBYk35kIovF7cEMaDPbluUH2OzaIvaUGAupcgFygVGCZ/s1024/LO%20-%20ZIO%20PIETO%20def.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWBX3Bc0BJi987nxkeEeMbUQMwf-zoe4rqQAk_FyfXl64tM3CiZT2KOvkxKJok6Wl_VRLqjxGd9F4TF7pSHvQSeuBHoVR--UpmZl6kewTw3O4Tl5C32fMYtQjZ_R0s7vjB5o21LHLUAmu-TBYk35kIovF7cEMaDPbluUH2OzaIvaUGAupcgFygVGCZ/s320/LO%20-%20ZIO%20PIETO%20def.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Abbiamo già visto nel <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-6-lo-zio-pieto.html" target="_blank">post precedente</a> come l'esistenza di tale biglietto rivestisse un'importanza capitale nella conduzone delle indagini, ed invece la sua esistenza, all'epoca della redazione di esso, e cioè un anno e mezzo prima, non sia stata nemmeno considerata. Ma ciò avveniva sotto la "gestione Tricomi"
<br />
<br />
Per la verità, il giudice Rotella rileva perfettamente una tale macroscopica anomalia, e lo scrive pure in sentenza:</div><div style="text-align: justify;"><br />
<span style="font-family: courier new;">
Maria Mele sosteneva, di fronte alle
prospettazioni del p.m., di non aver alcun interesse alla revisione del processo in favore del fratello. Il suo sgomento, allorché il vecchio padre Palmerio aveva indicato quale correo di Stefano al p.m. (v. retro) F. Vinci, il diniego di firma del verbale d'ispezione, la resistenza acché i magistrati interpellassero anche sua sorella Antonietta, allora in effetti gravemente ammalata, prima interpretati come sintomi di paura, appaiono, ora (gennaio 1984) che le accuse contro il Vinci sono
svanite, in luce sospetta.<br />
Le intercettazioni telefoniche sulla sua utenza, subito dopo l'inizio delle indagini, attestano infine(v. r. 4.6), in quell'agosto 1982, un lavorio di Giovanni Mele, al quale Maria faceva da spalla, intorno a quello che avrebbero dovuto dire agl'inquirenti, a parte altri congiunti (Teresa), Stefano e Natalino.<br />
Dalle telefonate si apprende che Giovanni aveva lasciato qualcosa per iscritto a Stefano e chiamato il nipote per istruzioni e ragguagli. E quest'ultimo, che nel 1968 aveva accusato del delitto suo marito Piero Mucciarini, era stato già chiamato dalla zia Antonietta per telefono, la sera stessa in cui aveva subito, stando a letto, l'escussione dei magistrati, interrotta su parere del medico presente.<br />
Infine, all'evidenza, nessun effetto aveva sortito l'impegno preso con il p.m., da tutti i suoi fratelli, di spinger Mele a dir la verità, per ottenere la revisione del processo (v. r 4.6 e 4.7. e capi II e III, per tutto quanto).
</span> <br />
<br />
Questo non stupisce perché sarebbe ovvio per qualunque investigatore che se una persona moribonda, subito dopo il colloquio con i magistrati, si affretta a convocare il nipote, e questo nipote farà da tramite per lìinvio di una direttiva che dal marito della moribonda giunge a colui che al momento é il fulcro delle indagini, ciò che occorrerebbe fare é cominciare a controllare, subito e in maniera inapparente, il marito della moribonda, per vedere con chi, a sua volta ha contatti, anziché arrestarlo due anni più tardi.<br />
<br />
Ciò che invece stupisce é l'interpretazione che ne dà, e le azioni che intraprende al riguardo.
<br />
<br />
Occorre considerare che Stefano Mele é stanco, scocciato, impaurito e diffidente, e pertanto tenta di essere "accondiscendente" verso ogni ipotesi che gli appaia come gradita agli inquirenti, risparmiandogli complicazioni. Quindi usa quei pochi indizi disponibili come strumenti per giungere allo scopo, e cioè essere lasciato in pace. </div><div style="text-align: justify;"><br />
Il biglietto dello "Zio Pieto" non può fare eccezione. Da un lato, gli é stato trovato nel portafogli, dove lo tiene da un anno e mezzo, senza mai farne parola nel corso dei precedenti interrogatori; e questo potebbe generare sospetti, mettendolo ancora una volta in difficoltà. Dall'altro, il biglietto si riferisce certamente al delitto del 1968, e contiene due riferimenti personali altrettanto certi: l'emissario ("Lo- Zio Pieto") ed il redattore/latore (Giovanni Mele). Considerato che le accuse rivolte verso Francesco Vinci sono ormai divenute poco credibili, e quelle a Carmelo Cutrona non hanno mai riscosso il gradimento degli inquirenti, quale potrebbe mai essere la via rimasta per chiudere la faccenda? Quale migliore occasione per trarsi d'impaccio?
<br />
<br />
E per il giudice Rotella, quale miglior occasione per continuare sulla "Pista sarda"?
<br />
<br />
Tutti d'accordo, quindi. Giovanni Mele e Piero Mucciarini sono quelli che rimangono, e ciò va bene per Rotella; Stefano Mele, d'altra parte, non ha più scrupoli verso chi si é adoperato per convincerlo ad incolparsi anzichè aiutarlo a scagionarsi. Condizione rilevata dallo stesso Rotella </div><div style="text-align: justify;"><br />
<span style="font-family: courier new;">
"...il problema della validità intrinseca delle dichiarazioni di Stefano Mele. Vale a dire che ne poneva indirettamente in luce motivi di dissenso e di disamoramento per la sua famiglia."
<br />
<br />
"Mele, che si era sentito rifiutato dalla famiglia, scaricava su di essa il suo rancore."<br />
<br />
</span> <br />
e vi é addirittura un riferimento documentale, e cioè il biglietto.
<br />
<br />
Essenzialmente sulla base di una dichiarazione di Rosalia Barranca riguardo a qualcosa che le era stato detto <b>probabilmente</b> da Giovanni Mele al processo Mele, nonché della testimonianza di una sorta di "amante" di Giovanni Mele, la cui sanità mentale appare dubbia, il giudice Rotella fa spiccare mandato di arresto per Giovanni Mele e Piero Mucciarini.
<br />
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik9hd5JWogWmkkbOpqQJBETJ5fZp4jitsZONOZnMbl_EOD1UWTx_AXOQn65LGU1VNUI7gDSOfRy5SHPWIxpNnIixItKtlBPOCZVKMBfEcqV6ulV08uMwH-w37WyShFf3LtJMlnTiH3G3gTf59aBEvzMCJJ027Ir_bHTbYWIXBxp8deKW1jNNRB5chz/s1024/cognati.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="922" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik9hd5JWogWmkkbOpqQJBETJ5fZp4jitsZONOZnMbl_EOD1UWTx_AXOQn65LGU1VNUI7gDSOfRy5SHPWIxpNnIixItKtlBPOCZVKMBfEcqV6ulV08uMwH-w37WyShFf3LtJMlnTiH3G3gTf59aBEvzMCJJ027Ir_bHTbYWIXBxp8deKW1jNNRB5chz/s320/cognati.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E' a questo punto che Silvia Della Monica richiede di essere sollevata dall'incarico, ritenendo ormai <i>basate sul nulla</i> le iniziative di Rotella. Ed é qualcosa che ha sempre detto e rimarcato nel corso di diverse interviste:
<br />
<br />
"<i>Io leggevo... le notizie sui giornali rientrando dagli Stati Uniti, leggemmo... che... di questi arresti, ed io trassi la conclusione... insomma, mah, forse é stata ritrovata la pistola! Io,eh... fu allora che io chiesi al Procuratore di esonerarmi dalle indagini. Lo dico per la prima volta, é passato tanto tempo... che vorrei che.. fosse chiaro che la necessità di non portare all'attenzione dell'opinione pubblica una diversità di vedute era più che evidente. Soltanto che non condividevo; ed era abbastanza difficile poter portare avanti qualcosa come pubblico ministero se non lo condividi. Se io e Piero Vigna fossimo stati convinti della pista sarda, non avremmo avuto esitazioni a lanciarci sulla stessa, ma ripeto, gli elementi di prova, anche a carattere indiziario, per l'emissione di misure cautelari per reati così gravi, che diventavano seriali... eh, dovevano essere elementi seri, ecco!</i>"
<br />
<br />
"<i>... l'avevo lasciata, d'intesa con il Procuratore della Repubblica, dopo l'omicidio dei due tedeschi... perché, era un periodo in cui io mi occupavo moltissimo di criminalità arganizzata, avevamo un processo che toccava non soltanto Firenze e la Toscana, ma anche la Sicilia, quindi collaboravamo con Giovanni Falcone, e gli Stati Uniti, e spesso eravamo, in rogatoria, negli Stati Uniti. Quando... io ero all'estero, insieme ad altri colleghi, per queste rogatorie... molto importanti... noi disarticolammo una parte della famiglia di Porta Nuova, da Firenze, fu una grande acquisizione arrestammo Tommaso Spadaro ed altri per un grandissimo traffico di droga...in aereo io ricorsdo che leggevamo con i colleghi i giornali italiani, e apprendemmo dell'arresto dei due cognati, quelli che venivano definiti "i due cognati", credo che fosse un fratello di Stefano Mele, per quello che io ricordo... e Piero Mucciarini. E siccome erano personaggi su cui stavamo indagando, prima che io partissi per gli Stati Uniti... Piero Vigna tra l'altro era impegnato in altre indagini... può immaginare... Piero, é sempre stato preso, soprattutto d storie di terrorismo... e... sicuramente pensammo che era stata ritrovata l'arma del delitto. Lo dico... l'ho detto a distanza di tempo perché l'importante era comunque avere l'unitarietà di un ufficio giudiziario. Rientrata, e appreso che l'arma del delitto non c'era, non trovavo giustificato, onestamente...questo arresto, per cu dissi al Procuratore della Repubblica dell'epoca, guarda io non me la sento di continuare, ti metterei in difficoltà l'ufficio. Un pubblico ministero che non é convinto della tesi dell'accusa non può assolutamente sostenerla.</i>"
<br />
<br />
Ma, soprattutto, SIlvia Della Monica aveva comunque intuito che ciò che stava dietro l'omidio del 1968 fosse da ricercare in un'altra direzione:
<br />
<br />
" <i>Nonono, non lo dò per certo che fosse opera dei sardi perché in realtà poi noi non potemmo più investigare, sotto questo profilo... perché, con l'uscita di... di Francesco Vinci dalla scena, e poi... fu necessario anche cercare di ampliare il raggio delle... che già era abbastanza ampio ed in quel momento si era focalizzato su Francesco Vinci, non lo dò assolutamente per certo</i>"
<br />
<br />
Comunque fosse, per quel che riguarda gli scopi dell'operazione, la situazione pare essersi assestata su una posizione estremamente negativa
<br />
<br />
Stefano Mele alla fine ha parlato, ma non é stato dato alcun seguito alla cosa nel senso da lui indicato.<br />
<br />
Il GI é più che mai incaponito sulla pista sarda<br />
<br />
La PM, che era quella più propensa a cambiare direzione, ha mollato.<br />
<br />
In galera, oltre a Francesco Vinci che qualcosa, comunque, sa, ora vi é anche Piero Mucciarini, che sa molto più di Francesco Vinci.
<br />
<br />
In pratica, oltre al fatto che le indagini stanno ormai puntando nella direzione opposta, vi é anche il pericolo che il "Mostro" venga, in qualche modo, smascherato.
<br />
<br />
Obiettivamente, le perplessità non assalivano solo Silvia della Monica. Quando la PM chiede di lasciare l'incarico, il suo ruolo, in attesa della nomina di un altro sostituto procuratore, viene assunto dal titolare dell'ufficio della procura. Enzo Fileno Carabba, e anch'egli é convinto dell'innocenza dei tre che al momento sono in galera. Ed anche la stampa ne é convinta.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9UsQgGo-RxObchros5lit3T3K1WJnAbXjnWEHNOhOCRvkOvVvMJqBbBNdxHh-mmwkFLUkNkHWg1f0uqln-1uZJKqJ_-V91ku2TiY9Lt1YDWNipXSLgjlg_Xsyo1sWOXvV8owqXN-Md-AIXcsPu5H1BES8lXdow3oDZdI2JFsgj-IR8WgbapC-dAN0/s1024/cognati2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="828" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9UsQgGo-RxObchros5lit3T3K1WJnAbXjnWEHNOhOCRvkOvVvMJqBbBNdxHh-mmwkFLUkNkHWg1f0uqln-1uZJKqJ_-V91ku2TiY9Lt1YDWNipXSLgjlg_Xsyo1sWOXvV8owqXN-Md-AIXcsPu5H1BES8lXdow3oDZdI2JFsgj-IR8WgbapC-dAN0/s320/cognati2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Solo il GI sembra non vedere l'evidenza, non recedendo dai suoi propositi, e l'11 maggio del 1984 organizza un confronto tra Stefano Mele ed i due cognati. Abbastanza ovviamente, nessuna novità viene fuori da ciò.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Vicchio</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Al "Mostro" non rimane allora che colpire ancora; e lo fa il 29 luglio 1984, uccidendo Pia Rontini e Claudio Stefanacci.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs1A9sRbozM-rNBjqDTCOoM1gFX0rpexaNNZnAVDEhrXIOb0Y06njDj8fmhVMODSO-zYdlSS3bkVi8G1jXwUeUOtki0Bo1WO1CctWBWb1IErfN71g7tc069LHndXjTmTWkCkmB5ygt3RFIBLkQp1AadTGWvqm5bwqBchuIofIBk97dMlLrLdFggDD5/s1024/RontiniStefanacci.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="763" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs1A9sRbozM-rNBjqDTCOoM1gFX0rpexaNNZnAVDEhrXIOb0Y06njDj8fmhVMODSO-zYdlSS3bkVi8G1jXwUeUOtki0Bo1WO1CctWBWb1IErfN71g7tc069LHndXjTmTWkCkmB5ygt3RFIBLkQp1AadTGWvqm5bwqBchuIofIBk97dMlLrLdFggDD5/s320/RontiniStefanacci.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ed eseguendo un delitto "esemplare", che colpisca l'opinione pubblica; non é un semplice omicidio a colpi di pistola di due turisti tedeschi.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinH2hlZIoNK2uvp2yZ74GQ9KJTmzPqeXemfmN4kXcfa4sqLiMXYSOLjl59dhModXDxhygARZC1irQj1x0iGb0noLjeubZRk1xL36lfbVPLfuEw6nwnOuVN_ik0gpBOt_qNX59ikdUrkHA2ZAFdEXU8OYyJieHOikbkD_R7EG6jNso8jKX53y1WZOdZ/s1024/Vicchio.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="769" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinH2hlZIoNK2uvp2yZ74GQ9KJTmzPqeXemfmN4kXcfa4sqLiMXYSOLjl59dhModXDxhygARZC1irQj1x0iGb0noLjeubZRk1xL36lfbVPLfuEw6nwnOuVN_ik0gpBOt_qNX59ikdUrkHA2ZAFdEXU8OYyJieHOikbkD_R7EG6jNso8jKX53y1WZOdZ/s320/Vicchio.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Vi é l'omicidio di una coppia di fidanzatini, giovanissimi, com mutilazioni ben più evidenti delle precedenti: oltre allo scuoiamento della regione pubica, anche la mammella sinistra viene asportata.<br />
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Sul particolare della mammella asporata, che qui sembra essere una <i>new entry</i>, desidererei aprire un inciso. E' una breve digressione per esprimere nulla di più che un parere personale; ma perché qui compare anche una delle innumerevoli incongruene interpretative, che da un lato vorrebbero attribuire a questa particolare azione il significato di una non meglio identificata "evoluzione" (ma evoluzione di cosa, specificatamente? Di una patologia psichiatrica? E quale, esattamente? Quale sarebbe la diagnosi? Di un progetto? Di una mentalità? Di una strategia? <b>Che cosa</b>, precisamente, avrebbe subito un'evoluzione?); dall'altro, però, riterrebbero che essa sia riconducibile alla lettura di un fumetto pornografico.
<br />
<br />
Il fatto di voler ricercare nella causa di comportamenti omicidiari con vilipendio del cadavere, presunti traumi infantili, e poi equiparare a questi ultimi l'influenza della trama di un fumetto porno si inserirebbe perfettamente nel filone che vede il mostro come un uomo che ha fatto il pastore ma facendolo ha conseguito un diploma di scuola superiore, che ha un'auto vecchia che però cambia spesso, che é un ex carabiniere ma ha una lunga storia criminale con periodi trascorsi in istituti o in carceri, che fa un lavoro da artigiano ma ha a che fare con autopsie di piccoli animali, che ha denunce per piccoli reati contro la persona ma non ne ha mai commessi, che non é sposato ma ha una moglie e dei figli, e così via
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<br />
E' un'incongruenza macroscopica. Il fatto che qualcuno mosso da pulsioni psicologiche, qualunque esse siano, possa essere condizionato o cambiare
le sue modalità di azione sulla base di un fumetto é concettualmente assurdo. Che il fumetto tragga ispirazione dalle vicende reali é un conto, specialmente se, dichiaratamente, si chiama "Attualità gialla"
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJqKtJeenkrev4rB6JeWKaOMS6xgcRIs4L0BX1Xo_Jc_OZe-ehgo7Oy-Ag1Bp4HzITHpGBO6ZyFX9gqsi769j7y6bNlpxWkPlRnYDoN3mlIyQVUrPX_Y14djXTWv86M7nfn45N5PjmGYt0IFBWX_rSu37O33udHp2KUedtIpujhrcEcpZxCFavKvfK/s1024/attualit%C3%A0%20gialla.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="744" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJqKtJeenkrev4rB6JeWKaOMS6xgcRIs4L0BX1Xo_Jc_OZe-ehgo7Oy-Ag1Bp4HzITHpGBO6ZyFX9gqsi769j7y6bNlpxWkPlRnYDoN3mlIyQVUrPX_Y14djXTWv86M7nfn45N5PjmGYt0IFBWX_rSu37O33udHp2KUedtIpujhrcEcpZxCFavKvfK/s320/attualit%C3%A0%20gialla.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ma che le vicende reali traggano ispirazione da un fumetto é un altro.
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Diverso é invece il concetto di quella che é una "rappresentazione", una finzione, una messa in scena, una storia. Che chi desidera porre in essere artatamente una rappresentazione che impressioni chi vi assiste, sia che si tratti del ristretto gruppo di lettori di una pubblicazione discutibile o dell'intera opinione pubblica italiana, attinga a qualunque fonte, anche la più popolare, le idee per incrementare al massimo l'impatto sul proprio target é proprio ciò che ci si aspetta. Ed infatti, anche "Coniglio il Martedì" avrà preso qualche spunto dal fumetto, come ad esempio la Renault 5 di una delle coppie (che nella realtà non é mai stata l'auto di alcuna delle vittime), l'Alfa Romeo del "mostro", o la possibilità, ventilata nel fumetto, che il "mostro" mangiasse le parti asportate (come si verifica, per l'appunto, nel romanzo)
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<br />
Così, se gli esecutori degli ultimi due omicidi dovessero aver tratto qualche forma di ispirazione dal fumetto, é verosimile che anche il cognome "Farini" gli sia rimasto impresso; chi ha commesso l'omicidio di Vicchio così come ha mutuato le modalità delle mutilazioni può anche avere tratto il cognome dal fumetto, considerato che deve averlo letto (lettura che pare aver interessato molti più appassionati del genere di quanto non si crederebbe).
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<br />
E, d'altra parte, ciò non costituirebbe una novità per il "Mostro di Firenze". Se chi avesse avuto intenzione di ingigantire la teatralità del suo operato avesse tratto ispirazione dalla pseudo-letteratura costituita dai fumetti pornografici, non avrebbe fatto altro che reiterare ciò che era già avvenuto ai tempi del delitto di Rabatta. Su "Il Giornale d'Italia" comparve, il 17 settembre del 1974, un articolo a firma Alfredo Scanzani, dal titolo "<i>Il "rito" copiato da una porno-rivista?</i>", citava la descrizione, in una rivista "per soli uomini", di un delitto con caratteristiche simili a quello Pettini-Gentilcore, compresa l'uso di un tralcio di vite nel contesto delle violenze subite dalla donna. Ma nessuno sembra ricordarsene più; se ne ricordò <i>De Gothia</i>, anche se non riuscì a procurarsi la rivista.Bisogna sottolineare, per amor di precisione, che le informazioni non (più) verificabili avrebbero anche potuto essere false; ma se dicessi che Alfredo Scanzani era un Massone, entrerei francamente nel campo della dietrologia.<br />
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Detto ciò, consideriamo il fatto che, almeno <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-5-la-tormentata.html" target="_blank">per il delitto di Baccaiano, abbiamo degli indizi "gravi precisi e concordanti" del fatto che chi ha eseguito l'omicidio, o qualcuno ad esso strettamente connesso, abbia assistito alle operazioni di scoccorso della "Misericordia"</a>. Non abbiamo modo di sapere se ciò facesse parte della prassi, se sia accaduto solo a Baccaiano per verificare l'esito di un'operazione andata male, o se proprio per questa ragione sia divenuta prassi dopo Baccaiano.
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<br />
Se chi ha compiuto l'operazione a Vicchio avesso voluto assistere in incognito ai rilievi delle forze dell'ordine, mescolandosi alla folla dei curiosi, per farlo avrebbe evidentemente dovuto attendere che i cadaveri venissero scoperti, e che successivamente qualcuno si radunasse nei pressi della scena del crimine, come fu per Baccaiano.
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<br />
Fatto ciò, e volendo andar via, il fatto di voler minimizzare la possibiltà di essere intercettati, anche per un semplice controllo dei documenti (che avrebbe comunque lasciato una traccia) é comprensibile. Non so quante unità fossero allora a disposizione del nucleo radiomobile della Compagnia di Borgo San Lorenzo, se ne siano state coinvolte altre, etc. ; ma é ovvio (anche da come andarono i fatti) che da un lato vi debba essere stata una convergenza verso l'area del duplice omicidio, mentre dall'altra qualche unità si sarà dovuta mantenere a disposizione per eventuali emergenze, altri interventi. Se l'intenzione di chi aveva commesso il crimine fosse stata quella di allontanarsi in direzione Dicomano, il fatto di dirottare l'unità radiomobile in direzione opposta é un'idea abbastanza razionale. Pur essendo il re dei "dietrologi", non riesco a vedere alcun significato recondito nella telefonata, nessuna "sfida agli inquirenti"; solo un comportamento razionale, e persino ovvio.
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<br />
Se, in generale, passiamo in rassegna l'atteggiamento adottato da reali serial killer che abbiano voluto sfidare che dava loro la caccia, ci rendiamo conto di come esso sia palese, mai mascherato dietro comportamenti difficili da interpretare, che lascino adito a dubbi. Le stesse lettere inviate da Zodiac, sebbene criptate, avevano provenienza e significato chiari ed inequivocabili; la criptazione dei contenuti faceva parte della sfida. In altri termini, la comunicazione é funzionale alla sfida; quindi quest'ultima non consiste mai nel dover indovinare da chi la comunicazione provenga, o in cosa la sfida debba consistere.
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<br />
Una telefonata con possibile riferimento al fumetto, che alluda ai contenuti di esso, così come il lembo di cute di mammella inviato senza una parola, sono difficili da riportare ad una figura di serial killer; un esempio per meglio comprendere cosa io intenda può essere rappresentato dalla differenza che intercorre nei messaggi di accompagnamento del lembo cutaneo di Nadine Mauriot inviato a Silvia Dalla Monica, ed il frammento di rene di Catherine Eddowes che pervenne a George Lusk da parte di Jack the Ripper: nullo nel primo caso, esplicito nel secondo. Sempre di un frammento di parte anatomica si tratta, ma le modalità di comunicazione sono diverse, così come diverso é il messaggio lanciato, comunque perfettamente intelligibile anche nel primo caso, tanto che Silvia della Monica non ebbe difficoltà ad interpretarlo; perché a differenti modalità di comunicazioni si riferiscono messaggi diversi, a cui devono evidentemente corrispondere finalità diverse
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<br />
Chiuso l'inciso, ritorniamo alla storia.
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Nel frattempo, il Procuratore capo di Firenze Enzo Fileno Carabba é passato a miglior vita, ma é stato nominato il sostituto Carlo Bellitto. Senza dubbio il delitto colpisce. E Carlo Bellitto richiede l'istituzione della SAM.
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<br />
Qui, anche Pier Lugi Vigna diviene sostituto procuratore, nell'ambito dell'istituzione della SAM
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<br />
Il giudice Rotella, sorretto da granitica cocciutagine (o dalla deliberata intenzione di evitare di prendere la giusta direzione), rigetta l'istanza di scarcerazione per Mele e Mucciarini:</div><div style="text-align: justify;"> <br />
<span style="font-family: courier new;">
La libertà dei congiunti del Mele è perciò troppo importante perchè questo giudice ne disponga senza aver avuto il tempo di riflettere, di fare riscontri, di proseguire le indagini. Non si è riuscito a far prima perchè una pistola ha sparato più velocemente del pensiero
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<br />
Ma forse, l'impari confronto, più che alla velocità di sparo della pistola, é dovuto alla esasperante lentezza del pensiero.
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<br />
Una coincidenza degna di nota é che tale rigetto avviene la mattina del 18 agosto 1984, mentre la sera precedente, 17 agosto 1984, Lorenzo Allegranti, in vacanza a Rimini, riceve una telefonata di minaccia. </div><div style="text-align: justify;">Molti (Paolo Canessa compreso), non trovando nessuna logica in questo accanimento su Lorenzo Allegranti a distanza di oltre due anni dal delitto di Baccaiano, riterranno tale telefonata uno scherzo fatto all'autista, sebbene di pessimo gusto; ed é certamente possibile che lo sia. </div><div style="text-align: justify;">Ma é altrettanto possibile che il "Mostro", considerata la validità, ormai palese,delle sue fonti di informazione, avendo appreso di come Rotella sia in procinto di decidere per la scarcerazione, abbia ritenuto di lanciare l'ennesimo messaggio: "sono qui e telefono; quindi, chi é in galera non può essere il Mostro". </div><div style="text-align: justify;">Vista così, una logica vi sarebbe eccome.
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<br />
L'iniziativa intrapresa, a questo punto, da Rotella, é quella di considerare "la pagina tralasciata" percorrendo l'unica ramificazione della "pista sarda" ancora non battuta: Salvatore Vinci.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhsH3WCWuvPLTDcbdscG0AgMxBjDO7bQSDXdw5vpSwe3xOf8ff3_KPMdwpBB6E9ccRoAqrk2prRSAm8Z5nld4NKiUo1Qk4ikVbMh7n2THCCTPSx5jilWPQ4sTFIZ44SO24Ha6WRozY1Wm4Kdwp0NAeIYZjpZjEJft0uIxNQ9-YumCyG1StUK2R_JUO/s1024/Salvatore%20Vinci.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="835" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhsH3WCWuvPLTDcbdscG0AgMxBjDO7bQSDXdw5vpSwe3xOf8ff3_KPMdwpBB6E9ccRoAqrk2prRSAm8Z5nld4NKiUo1Qk4ikVbMh7n2THCCTPSx5jilWPQ4sTFIZ44SO24Ha6WRozY1Wm4Kdwp0NAeIYZjpZjEJft0uIxNQ9-YumCyG1StUK2R_JUO/s320/Salvatore%20Vinci.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Stefano Mele aveva fatto un accenno a Salvatore Vinci nel gennaio del 1984; era l'unico che mancava, dopodiché rimanevano solo vecchi, donne e bambini, le categorie che tradizionalmente tutti cercano di salvaguardare in ogni circostanza tragica. Anzi, nemmeno "vecchi" poiché Palmerio Mele é deceduto l'anno precedente; e sempreché vogliamo ostinarci a considerare ancora "giovani" Giovanni Mele e Piero Mucciarini, ormai sessantenni.
<br />
<br />
Ma quelle a Salvatore Vinci furono allusioni, non accuse dirette. Il colonnello Torrisi redigerà al riguardo un rapporto la cui lettura avrebbe dovuto essere vietata ai minori di anni 18 (o, per una mera questione di decenza, vietata <i>tout court</i>); viene da pensare che sia stata l'occasione della sua vita per dare sfogo alle sue più intime ed inconfessabili pulsioni. Ma ciò che dà ancor più da pensare é che Torrisi era colonello dei Carabinieri; e vedremo più avanti cosa ciò possa significare.
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<br />
Con Francesco Vinci fu facile. Fu facile arrestarlo, per motivi che non avevano a che fare con i delitti del Mostro; fu facile incolparlo poi di quelli, in virtù delle accuse dirette di Stefano Mele.
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<br />
Per Salvatore non era altrettanto semplice: mancavano ambedue i presupposti. Così, in attesa di crearli, si iniziò un attività di pedinamento e di intercettazioni telefoniche, mentre ci si preparava un'accusa di omicidio a danno della prima moglie, Barbarina Steri. <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_9.html" target="_blank">Qui, Lettore, troverai, se vuoi, una breve disamina del'inconsistenza dell'ipotesi accusatoria</a> al riguardo.
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<br />
Ma in tutto ciò cosa poteva mai fare il "Mostro"? Soltanto cercare l'appoggio (sembra un'espressione ridicola, ma in fondo é così) dell'unica persona che in questa vicenda sembrava aver mostrato di possedere i cosiddetti "attributi", pur essendo femminuccia: Silvia Della Monica.
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<br />
Silvia Della Monica aveva tirato, tre anni prima, un colpo basso alla squadretta di Baccaiano, facendoli preoccupare seriamente riguardo al fatto che Mainardi avesse parlato.
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<br />
Silvia Della Monica aveva perfettamente intuito il significato dell'omicidio di Giogoli.
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<br />
Silvia Della Monica si era tirata indietro, in maniera ferma, ma molto elegante e nel pieno rispetto delle istituzioni che rappresentava, quando la mancata condivisione della sua linea di pensiero ostacolava le indagini e teneva in carcere degli innocenti.
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<br />
Ma, soprattutto, Silvia Della Monica non era affatto convinta che il delitto del 1968 fosse stato compiuto dai "sardi"
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<br />
"<i> Nonono, non lo dò per certo che fosse opera dei sardi perché in realtà poi noi non potemmo più investigare, sotto questo profilo... perché, con l'uscita di... di Francesco Vinci dalla scena, e poi... fu necessario anche cercare di ampliare il raggio delle... che già era abbastanza ampio ed in quel momento si era focalizzato su Francesco Vinci, non lo dò assolutamente per certo</i>"
<br />
<br />
A questo punto, un aiuto al "Mostro" poteva venire solo da lì; occorreva soltanto sollecitarla, e farla rientrare, volente o nolente, nelle indagini.
</div>
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<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Scopeti</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Però il "Mostro" che certamente apprezza Silvia Della Monica ma che, in qualche modo, si sente tatticamente superiore (o, Lettore, se vogliamo dirlo con un espressione meno ricercata, si sente più furbo di lei), per ottenere questo, non poteva certo mandarle una letterina, come si fa con Babbo Natale o Gesù Bambino, chiedendole di esaudire il suo desiderio.
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<br />
Certo, l'intenzione di mandare una letterina c'era, ma prima occorreva preparare il terreno; ed il terreno era precisamente quello di una piazzola di via degli Scopeti
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3Z4wqcXtPULrGnQF78gIPfdXzqvoVCWsXoFJcPiYqC3bL6GXQVexwLUhrrczUamTZHcRMJTPLjK2VwnL-zdbO-DxZyrkJ4dOxMNS0P9P8MsuLbV8k3DMI2c6pnl6IQ-7NDvoDOPLxfvpcdNSRkcnnWDD_oTsNRkXzDq2S9WqAz9M8WLV9aqslEAUv/s1024/Scopeti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="691" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3Z4wqcXtPULrGnQF78gIPfdXzqvoVCWsXoFJcPiYqC3bL6GXQVexwLUhrrczUamTZHcRMJTPLjK2VwnL-zdbO-DxZyrkJ4dOxMNS0P9P8MsuLbV8k3DMI2c6pnl6IQ-7NDvoDOPLxfvpcdNSRkcnnWDD_oTsNRkXzDq2S9WqAz9M8WLV9aqslEAUv/s320/Scopeti.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre la preparazione di esso consisteva nella presenza dei cadaveri di Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOomtgt20dVTmvpo1r_Chqn-I4_YFgmMgQLxHtRMpIw-tL9cJ619UPFPr4D2uDqNO8E2502OX4gkyGshLjgBW6M67fI9gtcQfXzPtKgOhzxI4bxfVVyXwVZ3YKd0W7-DqPF35rLl73Jq0eQVzuggWeuGRRPpbfxiGVPmwf_KtA8CGTAkbsCGzFIa0U/s1024/Scopeti2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="579" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOomtgt20dVTmvpo1r_Chqn-I4_YFgmMgQLxHtRMpIw-tL9cJ619UPFPr4D2uDqNO8E2502OX4gkyGshLjgBW6M67fI9gtcQfXzPtKgOhzxI4bxfVVyXwVZ3YKd0W7-DqPF35rLl73Jq0eQVzuggWeuGRRPpbfxiGVPmwf_KtA8CGTAkbsCGzFIa0U/s320/Scopeti2.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
che proprio in quella piazzola avevano incautamente deciso di piantare la loro tenda.
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Anche qui il "Mostro" pasticcia abbastanza, non quanto a Baccaiano, ma quasi; ma ciò non ha importanza in quanto occorre un delitto di forte impatto emozionale, affinché il "richiamo" sia abbastanza incisvo; e l'impatto emozionale é assicurato dalle mutilazioni inferte alla povera Nadine: vello pubico e mammella sinistra.
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<br />
Eseguito il delitto degli Scopeti, manda alla d.ssa Della Monica la lettera con un lembo cutaneo della mammella di Nadine Mauriot, e le fa anche una telefonata anonima
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTUIwKADpnvKK-YM2857xL_YAzWRj-KXRYGUFyGxDJ9pTrojduipVltVE9YoByJ9fErpXBruobJLHLDwHNs6cZtoonaoHarh32spn2e1HJCfM5HvBG-PhdzdCW1DnXWhmmWvOfdY22KEWqIuAPiJY_rrHoaeWwVlYL-cWfmY21XzSGNyaKbE_L3VQx/s1024/della%20monica.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="846" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTUIwKADpnvKK-YM2857xL_YAzWRj-KXRYGUFyGxDJ9pTrojduipVltVE9YoByJ9fErpXBruobJLHLDwHNs6cZtoonaoHarh32spn2e1HJCfM5HvBG-PhdzdCW1DnXWhmmWvOfdY22KEWqIuAPiJY_rrHoaeWwVlYL-cWfmY21XzSGNyaKbE_L3VQx/s320/della%20monica.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Silvia Della Monica, per sua espressa dichiarazione, comprende perfettamente come il "Mostro" stia cercando di tirarla nuovamente dentro
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<br />
"<i>Quando... mi arrivò, la lettera... eh be', quella sembrò quasi un richiamo... alle indagini che erano state da me lasciate; cosa che non poteva sfuggire naturalmente a chi, essendo interessato alle stesse come autore del fatto, voleva in qualche maniera rimettersi in attenzione</i>"
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<br />
ma essendo in realtà forse meno furba, ma di sicuro più intelligente del "Mostro", dice a Vigna che non vuole più saperne nulla di questa storia.
<br />
<br />
"<i>...Piero Vigna era convintissimo che io avessi fatto parte... molti... della mia opinione che il mostro avrebbe potuto farci trovare i cadaveri attraverso un invito... tipo la lettera, contenente magari un macabro reperto... e quindi voleva un po' sorvegliare i miei amici, le persone con cui ero venuta in contatto... era un periodo un po' complesso. Io dissi: va bene. Però, non... dopo questo, che sicuramente mi induce ancora di più ad allontanarmi dalla... dalle indagini, che peraltro, ripeto, avevo già lasciato, io non voglio sapere più niente di questa vicenda</i>".
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'entrata in scena del SISDe</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel 1984, subito dopo la richiesta di istituzione della SAM, il SISDe fa il suo ingresso nella vicenda.
<br />
<br />
Apparentemente, l'attività consiste nella redazione di elaborati da parte di singole persone, e nell'emissione di note informative.<br />
Ma la valenza di tali iniziative appare, nella migliore delle ipotesi, nulla. Ai fini dell'indagine, almeno.
<br />
<br />
Gli eleborati ufficialmente commissionati sarebbero dovuti al prof. Francesco Bruno, ed alla sig.ra Teresa Lucchesi; più tardi, a mostro già scomparso, ve ne sarà un terzo, per così dire, "spontaneo" dovuto ad un altro consulente, che si sarebbe ispirato a quanto scritto dal prof. Bruno.
<br />
<br />
Il lavoro di Bruno, neuropsichiatra, criminologo, consisterebbe in tre elaborati diversi di cui il primo sarebbe stato chiesto direttamente da Vincenzo Parisi, l'allora direttore del SISDe, ma non si é mai trovato, il secondo sarebbe poi stato "riadattato" a perizia per il processo Pacciani, la quale costituirebbe il terzo. Di esso (come sembrerebbe, dei precedenti), vi sono alcuni capitoli "riservati" e non divulgabili
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0arcgk5sfCDGo_W3sEJWtPuP2nSorsymME8QYAC5BVq1Enq3_v6NDBIbcmL8W7_IJluQAeJLlWR2MBfOCq95BfSQu1F4gYtgbE-2mgKMok1PRSW0RUvMzkD4AO5QRuqnZ_1-H40xQgmAAQNWaWq-yK_wKELm4S0qUxYhPX1hR6TKUQRwc0m6QKZmP/s1024/profBruno1.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="604" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0arcgk5sfCDGo_W3sEJWtPuP2nSorsymME8QYAC5BVq1Enq3_v6NDBIbcmL8W7_IJluQAeJLlWR2MBfOCq95BfSQu1F4gYtgbE-2mgKMok1PRSW0RUvMzkD4AO5QRuqnZ_1-H40xQgmAAQNWaWq-yK_wKELm4S0qUxYhPX1hR6TKUQRwc0m6QKZmP/s320/profBruno1.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
leggendoli, tuttavia, non sono chiari i motivi della riservatezza. In particolare, il capitolo 7.2 appare un ibrido, nei concetti, tra un <i>adventure game</i> degli anni '80 , e l'interpretazione delle centurie di Nostradamus
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxGAfCfX9PcnU1KqVHiXoFAKgvcrFfTd0EGBFQCPCxqZUsS5jTp8uBqQTkY_7jumwcoxno-MlHhg--ifH4mNHtsHzOKYXWZSXpidreba5LXmXjr6pP0EiGd4kP-w0DDQl8BjCSDTUquogLVDzdzzK9oiVS3zF9Txu431R19vnI9ehw1Kkh_cOZ1e4g/s1024/profBruno2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="759" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxGAfCfX9PcnU1KqVHiXoFAKgvcrFfTd0EGBFQCPCxqZUsS5jTp8uBqQTkY_7jumwcoxno-MlHhg--ifH4mNHtsHzOKYXWZSXpidreba5LXmXjr6pP0EiGd4kP-w0DDQl8BjCSDTUquogLVDzdzzK9oiVS3zF9Txu431R19vnI9ehw1Kkh_cOZ1e4g/s320/profBruno2.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La sig.ra Teresa Lucchesi, firmataria dell'altro elaborato, sarebbe un'impiegata del SISDe con diploma di Istituto Tecnico Commerciale; interrogata in data 16 novembre 2001 ha dichiarato di aver elaborato il rapporto su richiesta del Capo centro del 1985, e avvalendosi di articoli di stampa sull'argomento, mentre il riferimento all'esoterismo nasce da valutazione strettamente personali. Sempre lo stesso giorno, però sarebbe stata interrogata anche Simonetta Costanzo, moglie di Francesco Bruno, la quale sarebbe la reale autrice dello "studio", uno stralcio del quale sarebbe apparso due settimane prima sul Corriere della Sera.
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Il lavoro scritto in autonomia, o presunto tale, sarebbe il libro di Aurelio Mattei "Coniglio il martedì", edito da Sperling&Kupfer, che, nonostante il basso volume di vendita, meriterà comunque addirittura una ristampa.
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Poiché però il volume sarà pubblicato nel 1993, la sua menzione qui sarebbe cronologicamente fuori luogo, così ne parleremo nel prossimo, conclusivo post. Ma andiamo avanti.
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Le note informative emanate dal SISDe forniscono, nell'arco di tre anni, quattro diversi nominativi come possibili "Mostri di Firenze"; essi sono forniti separatamente nell'arco di questi tre anni, ed ognuno di essi sarebbe da intendersi come possibile "Killer unico"; non c'é bisogno di dire come essi facciano riferimento a persone che praticamente non entreranno mai nelle indagini.
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Qual é la possibile interpretazone di ciò, Lettore?
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Forse la prima che viene in mente a chi ha a che fare con le varie incarnazioni della Pubblica Ammnistrazione, é che sia stato, semplicemente un modo per prendere i classici due piccioni con una fava: dimenarsi, mostrando una certa attività istituzionale, e favorire degli amici pagandoli per delle consulenze. </div><div style="text-align: justify;">Commissionare perizie, studi di fattibilità, consulenze su argomenti che non verranno mai presi in considerazione, elargire borse di studio, etc.. é un classico; chiunque abbia avuto a che fare con la PA lo sa bene; un'attività dispendiosa che non verrà mai fatta rientrare in alcuna "spending review", con buona pace dei Cottarelli di turno. </div><div style="text-align: justify;">Ma potremmo rifarci a Celestino Massucco quando, traducendo Orazio, fa salire addirittura a <b>tre</b> il numero dei piccioni da prendere sempre con la stessa fava; perché oltre a mostrare di svolgere un lavoro, e far avere qualche prebenda agli amici, si consegue un fine ben più elevato: il depistaggio. Ed anche in una maniera elegante ed inapparente.
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<br />
Infatti, un Servizio di riferimento quale il SISDe, dall'alto della sua autorevolezza, sta di fatto fornendo degli orientamenti che vanno verso il killer solitario, e sta fornendo delle motivazioni che stanno a metà tra la psicopatologia e l'esoterismo, volgendo in realtà le azioni investigative verso direzioni errate. Contribuisce efficacemente in tal modo alla dispersione del flusso delle indagini in mille rivoli.
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<br />
Questo, Lettore, é al contempo confortante e sconfortante.
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E' confortante perché, alla fin fine, mostra che il SISDe il suo mestiere, più o meno, lo sa fare; in che mani saremmo se il nostro servizio di intelligence interno basasse veramente la propria attività su relazioni messe insieme da un perito tecnico commerciale sulla base dei ritagli di giornale, o sulle consulenze di chi afferma che inviare lettere ad un PM che fa "Della Monica" di cognome significa fare riferimento ad una suora?!?
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<br />
E' però sconfortante nel constatare a cosa le abilità del servizio siano finalizzate; in che mani siamo se il nostro servizio di intelligence depista invece di fornire almeno validi spunti di investigazione, se non vere e sostanziali informazioni, come dovrebbe essere?
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<br />
Eppoi, come si concilierebbe questo con il resto?
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L'interpretazione di questa ben strana ed improduttiva ingerenza sarebbe in realtà abbastanza lineare. Ma per illustrarlo mi trovo nella necessità di eseguire una piccola, ma noiosa, digressione
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Addirittura già nell'Italia pre unitaria vi era una divisione di fatto tra servizi segreti che si occupavano degli affari esteri e quelli che si occupavano di quelli interni, tra servizi che considerassero le minacce provenienti da Stati stranieri, e quelle all'interno dello stato stesso, tra servizi con funzione di difesa militare, e quelli con fuzione di difesa civile. Questa divisione che nascava da esigenze diverse, e dal diverso modo di affrontarle ebbe risvolti diversi, con numerosi addentellati fra le due tipologie di servizio, divise in sezioni a volte numerose e spesso poste a cavallo delle due posizioni.
<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">Abbiamo visto qui</a> come durante il periodo fascista a fianco di un servizio segreto militare esistesse una polizia politica le cui funzioni ispettive erano svolte dall'OVRA, e di come molti dirigenti dell'OVRA siano poi transitati nei servizi repubblicani.
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<br />
Durante il periodo monarchico/fascista non vi erano solo SIM e OVRA, ma diversi altri servizi di intelligence; tuttavia, giusto per rendere chiaro il concetto, possiamo ricorrere ad un'estrema semplificazione. Questa, bada bene, Lettore, é un'"<i>oversimplification</i>", una semplicazione tanto spinta da rendere formalmete errati i concetti che esprime. E' solo per illustrare proprio <u><b>questo</b></u> concetto, e consentirci di progredire nel discorso.
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<br />
Nell'Italia repubblicana é dopo il 1948 che la diversificazione tra le due esigenze, esterna ed interna, militare e civile, diviene molto più distinta.
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Tale assetto più definito può essere concretizzato nell'evoluzione dei due servizi,
che si può sintetizzare nel dualismo
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SIM <b>→</b> SIFAR <b>→</b> SID
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<br />
e
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<br />
OVRA <b>→</b> UAR <b>→</b> IGAT
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<br />
Il Servizio Militare avrebbe dovuto avere a che fare con l'estero e gli Affari Riservati con la sicurezza interna.
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<br />
E sempre per motivi storici, alla fine il dualismo si rispecchia anche negli aspetti operativi dei due gruppi di servizi, con il servizio militare gestito e svolto dall'Arma dei carabinieri, e quello civile dalla Polizia
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<br />
Nel 1977, ambedue i nuclei vengono sottoposti al controllo del medesimo organo centrale, parlamentare, il CESIS, mentre i servizi militare e civile assumono le denominazioni di SISMi e SISDe; qui, il SISDe avrebbe il compito precipuo di garantire l'integrità del regime democratico esattamente come l'OVRA doveva garantire quello del regime fascista. <br />
Il dualismo era palese anche dalla dipendenza da due diversi ministeri: Difesa e Interni; anche se per la verità, qui si verificò una situazione considerata anomala (anomalia che avrebbe una certa attinenza con la vicenda con cui stiamo avendo a che fare) che consistette nel porre sempre un militare anche alla direzione del SISDe, cioè il Servizio Segreto civile.<br />
<br />
Comunque sia, il procedere verso l'<i>oversimplification</i>, comporta l'estensione del concetto ad ogni forma di concretizzazione di esso, in ogni passaggio burocratico e gestionale; e ciò si sintetizzerebbe nelle due "equazioni":</div><div style="text-align: justify;"><br />
<br />
<b>Ministero della Difesa = Servizi Segreti Militari = Carabinieri = Tribunale = Giudice Istruttore</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br />
Ministero degli Interni = Servizi Segreti Civili = Polizia = Procura = Pubblico Ministero </b></div><div style="text-align: justify;"><b><br />
</b><br />
La comparsa del SISDe tra gli attori segna quindi l'ingresso dell'altra branca dei Servizi nell'operazione
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<br />
Ma da cosa deriverebbe tale sopravvenuta necessità? Come abbiamo visto prima, fino al 1984 l'indagine é stata saldamente in mano alla prima catena operativa, quella militare, tanto che la Silvia Della Monica si é vista costretta a mollare; se quindi é vero che finora non si é giunti a nulla nell'individuazione delle motivazioni dell'evento di Signa, é altrettanto vero che a nulla si é giunti riguardo ai colpevoli dei delitti più recenti.
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<br />
L'istituzione della SAM, però, varia gli equilibri, e rende concreto il rischio che si possa giungere alla verità relativamente non tanto alle motivazioni del delitto di Signa, ma alla reale modalità della loro esecuzione e quindi alla consistenza dell'entità "Mostro di Firenze".
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<br />
E' necessario allora alzare delle protezioni nel caso in cui la nuova sezione investigativa arrivi, in qualche modo, pericolosamente vicino alla reale essenza del "Mostro". E poiché in questo genere di depistaggi dovrebbero essere più versati i Servizi civili, essi si attivano
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<br />
Ma <b><i>soprattutto</i></b> occorre tenere presente un concetto fondamentale. "SISDe" sarebbe l'acronimo di " Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica". Il SISDe, in accordo con quanto riportato nel testo della legge istitutiva (801 del 24 ottebre 1977, articolo 6), avrebbe come scopo precipuo quello di assolvere "<i>a tutti i compiti informativi e di sicurezza per la difesa dello Stato democratico e delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo fondamento contro chiunque vi attenti e contro ogni forma di eversione.</i>". In altri termini, esattamente gli stessi scopi dell'OVRA, con l'unica e ovvia differenza che mentre il SISDe avrebbe operato una difesa "dello Stato democratico e delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo fondamento", l'OVRA avrebbe difeso lo Stato fascista nei riguardi delle attività antifasciste e "antinazionali". Ogni regime, dittatoriale o democratico che fosse, difende se stesso dicendo di difendere lo Stato, in quanto in qual momento esso impersona lo Stato.
<br />
<br />
Se le indagini relative al "Mostro di Firenze" avessero messo in evidenza e portato all'attenzione dell'opinione pubblica una situazione nella quale apparati "parastatali" avessero commesso gravi reati per perseguire i loro fini, ciò avrebbe potuto compromettere la pubblica sicurezza tramite una destabilizzazione sociale e politica. In una tale situazione, l'intervento del SISDe per scongiurare una tale possibilità é <i>d'obbligo</i>. Fa parte, semplicemente, dei suoi compiti istituzionali.
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<br />
Inoltre, vi sarebbe un particolare da non trascurare. La persona che rimase a capo del Servizio occulto fino alla morte, avvenuta nel novembre del 1981, ed a cui ci si riferisce <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-5-la-tormentata.html" target="_blank">qui</a> come "testa del Mostro", era rintracciabile ad un numero telefonico di Roma (3270958), che era un numero del SISDe.
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<br />
Resterebbe da chiedersi, Lettore, perché proprio nel 1984... be', é proprio nel 1984 che il SISDe ritorna nel pieno controllo del Qualcunaltro; e si fa fatica ad intravedere una semplice coincidenza nel fatto che, non appena ciò accade, immediatamente ci si attivi in tal senso, chiedendo al prof. Bruno di redigere una relazione.
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<br />
Per la verità, nel contempo anche il Servizio che sta conducenzo le operazioni, anch'esso sotto il controllo del Qualcunaltro, pare essersi attivato, anche se maniera molto meno apparente; e questa sarebbe un'altra coincidenza.
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<br />
Forse sarà quest'ultimo aspetto al quale Giuttari, più tardi, giungerà involontariamente ed inconsapevolmente molto vicino, e che ne determinerà le vicissitudini, fatte di false promozioni e veri trasferimenti; una sorta di "mobbing polizesco", nel quale però, Lettore, non possiamo addentrarci. Ciò tuttavia avverrà molto più tardi, quando ormai il "Mostro" avrà cessato di esistere da un pezzo.
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Perché il "Mostro", di fatto, qualche tempo dopo il delitto degli Scopeti, semplicemente, sparisce.
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<br />
Ma il motivo di ciò dobbiamo vederlo nel <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-8-epilogo.html" target="_blank">prossimo post</a>.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUiorjKsrDmg2jtYmOdT5e-9MF9sMEqHp8JYl211RRIuRhjO8Fs7qSbaz_gLdnpM8BUAaAqfxmSGowdH4YDJbU497hn6xNj-iyXHb9RAbWcO1tCvvb1exMbAv3M6U_qUW05cZ4nyjWHkthw9CbgCKLzIwpslHoP86GPg0J-einL8kx_fQoVHBBkdYA/s1024/another%20end.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUiorjKsrDmg2jtYmOdT5e-9MF9sMEqHp8JYl211RRIuRhjO8Fs7qSbaz_gLdnpM8BUAaAqfxmSGowdH4YDJbU497hn6xNj-iyXHb9RAbWcO1tCvvb1exMbAv3M6U_qUW05cZ4nyjWHkthw9CbgCKLzIwpslHoP86GPg0J-einL8kx_fQoVHBBkdYA/s320/another%20end.jpg" width="320" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-2730664892833280852022-09-03T11:12:00.014+02:002023-06-08T16:50:11.657+02:00Il Mostro di Firenze 6: " LO - ZIO PIETO"<br />
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<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote> Cynicism is merely the art of seeing things as they are instead of as they ought to be.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Oscar Wilde</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrSFkFtJMC1noJWL4WEZNSD9MIH-7kggegQnMMxiYJ2cZOchST4V1CSDaFWZrVzxYCdeG5NlsL2mGyhnm30D9jJ_EoGRleuEGrcFpOkFQTpTgMQfkRF4PJq2-UVUtIHxpjfYrOFS2ewMruyfxcClchligCqER4uYrTWfZL1gbuNqRhe5F9LuWICUc7/s1024/LO%20-%20ZIO%20PIETO.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="893" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrSFkFtJMC1noJWL4WEZNSD9MIH-7kggegQnMMxiYJ2cZOchST4V1CSDaFWZrVzxYCdeG5NlsL2mGyhnm30D9jJ_EoGRleuEGrcFpOkFQTpTgMQfkRF4PJq2-UVUtIHxpjfYrOFS2ewMruyfxcClchligCqER4uYrTWfZL1gbuNqRhe5F9LuWICUc7/s320/LO%20-%20ZIO%20PIETO.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono certo, Lettore, di non aver alcun bisogno di specificare, prima di inizare qualunque tipo di analisi, come l'mmagine soprastante sia un <i>fake</i>, una riproduzione basata sulla descrizione del famigerato biglietto dello "Zio Pieto"; ma lo faccio ugualmente per non dare adito ad eventuali polemiche.
<br />
<br />
Se ho voluto inserire tale immagine, é perché il biglietto rappresenterebbe una pietra miliare nella vicenda del "Mostro di Firenze", una traccia che, se seguita in maniera appropriata e per tempo, avrebbe forse potuto condurre lungo piste ben tracciate, anzichè lungo quelle che si perdono nella sabbia; evitando così la morte di sei persone.
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<br />
A proposito di "cinismo", invece, un aneddoto narra che Platone, un giorno, vedendo Diogene lavare della verdura recuperata tra i rifiuti per mangiarla, gli avesse detto: "<i>Se tu servissi alla corte di Dionisio, non avresti bisogno di lavare la verdura</i>". Diogene gli avrebbe risposto: "<i>Se tu lavassi la verdura, non avresti bisogno di servire alla corte di Dionisio</i>".
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoyJ9Vm7bZjivyDKkQ11yofdoFqKwWrLjrcGyTW7wt6XG9G3O7iOMw2sIdB8mL3vyywvXcLHxhYV6q5ewCUObkSI0DEaTiKpUGyG7WSooaTIui7OuxBVEFz4JilWHXr_jbavHk26JmFUBdoe3p42i79XdEaFgs_mXf0TXgHjwAWlrzFmBD-uz5MnPr/s1024/Diogene%20platone.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="881" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoyJ9Vm7bZjivyDKkQ11yofdoFqKwWrLjrcGyTW7wt6XG9G3O7iOMw2sIdB8mL3vyywvXcLHxhYV6q5ewCUObkSI0DEaTiKpUGyG7WSooaTIui7OuxBVEFz4JilWHXr_jbavHk26JmFUBdoe3p42i79XdEaFgs_mXf0TXgHjwAWlrzFmBD-uz5MnPr/s320/Diogene%20platone.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ad essere sincero, Lettore, non ho mai capito come Diogene potesse servire alla corte di Dionisio, considerato che non dovrebbe mai essere stato in Sicilia, ma ciò ha poca importanza; ciò che realmente importa é il ribaltamento del punto di vista, che l'aneddoto mostra chiaramente, il cui principio é assimilabile ad una forma di "pensiero laterale"
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<br />
Così, prima di analizzare la questione successiva, riassumiamo sinteticamente il percorso, innescato dal "pensiero laterale" seguendo il quale saremmo giunti qui.
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Vediamo innanzitutto quali sono gli elementi inusuali ed incongruenti, che hanno dovuto trovare una spiegazione plausibile.
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<br />
Il delitto di Signa venne eseguito per recuperare "qualcosa" che fosse in possesso del Lo Bianco, e che probabilmente, gli avrebbe consentito di arricchirsi; almeno nelle sue intenzioni.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnhE95ANCeDYGHnfi65ovIABSDZK9AEy2XIJII-c9NrwcbrEgG7kPl2maDy0WKY8EEyWcfrV6XIlIG3urcsX-pCOc7oDomnGIrsdGpb5wtvBTNYMZVlU8HjIirrP1TrAMh6uNsN-hvy3_gJLbANVgmH7Z3uMDYiKPx2zdLF_kw5p-Q5q4FN1zmc3Rn/s1024/Lo%20Bianco-Locci.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="804" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnhE95ANCeDYGHnfi65ovIABSDZK9AEy2XIJII-c9NrwcbrEgG7kPl2maDy0WKY8EEyWcfrV6XIlIG3urcsX-pCOc7oDomnGIrsdGpb5wtvBTNYMZVlU8HjIirrP1TrAMh6uNsN-hvy3_gJLbANVgmH7Z3uMDYiKPx2zdLF_kw5p-Q5q4FN1zmc3Rn/s320/Lo%20Bianco-Locci.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
In seguito al delitto, ci si adoperò attivamente per nasconderne sia le motivazioni, sia gli esecutori.
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<br />
Il delitto di Rabatta sarebbe venuto sei anni più tardi, non ha alcuna analogia con il delitto di Signa, ma é caratterizzato da un plateale vilipendio del cadavere della vittima femminile
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnKzW-EqoYEGA7Frfm4r7xdqMXiXmRLeFe9TbzYlDL3q_ByngU5beFPDf2bJNvUISx4fYv5J1Ckalk4NSXK2eYnIb4Tiyov8jMNwB2kmBSpFXOQmmiCmZNODEdrnyumUZHmjhZyp4kz5h-OZu1YiymcjmsosQ2Pb1uyzfKkAHqRpV0cEGnrNcHVPb8/s1024/rabatta_1974.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="595" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnKzW-EqoYEGA7Frfm4r7xdqMXiXmRLeFe9TbzYlDL3q_ByngU5beFPDf2bJNvUISx4fYv5J1Ckalk4NSXK2eYnIb4Tiyov8jMNwB2kmBSpFXOQmmiCmZNODEdrnyumUZHmjhZyp4kz5h-OZu1YiymcjmsosQ2Pb1uyzfKkAHqRpV0cEGnrNcHVPb8/s320/rabatta_1974.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La vittima femminile del delitto di Rabatta era figlia di un ex partigiano toscano, la famiglia della vittima maschile proveniva da tutt'altra parte d'Italia.
<br />
<br />
La connessione tra i due delitti viene stabilita otto anni dopo il delitto di Rabatta, e con modalità quanto meno sospette ed equivoche.
<br />
<br />
Le prove che suffragherebbero tale connessione sarebbero artefatte, o, almeno, non sono mai state prese le precauzioni necessarie ad evitare la loro manipolazione.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWvTY4wc-WlQ0AVy6wJuk5ddGLtQ8kdEEa8cHzoCYew3RZY77L3jbKhCmoCJUw8qvbtaPOb05ANinQ3FSWkRGOFSyeOHr4jwkbO7F8fKIWJyVswBarbH2CR-8zRbK7SD_LewM5W94VaRFrAJILd9EC6jhEiPdfYzpMo1Agms6JgpkrI98lptYvuNsG/s1024/bossoli2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="767" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWvTY4wc-WlQ0AVy6wJuk5ddGLtQ8kdEEa8cHzoCYew3RZY77L3jbKhCmoCJUw8qvbtaPOb05ANinQ3FSWkRGOFSyeOHr4jwkbO7F8fKIWJyVswBarbH2CR-8zRbK7SD_LewM5W94VaRFrAJILd9EC6jhEiPdfYzpMo1Agms6JgpkrI98lptYvuNsG/s320/bossoli2.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
La "scoperta" della connessione tra il delitto di Signa e gli altri attribuiti al c.d. "Mostro di Firenze" conseguentemente "scopre" anche il fatto che il supposto autore di esso non possa essere colpevole; e questo, implicitamente annulla la copertura che era stata costruita per evitare che venisse individuato il vero autore del duplice omicidio.
<br />
<br />
Quest'ultima implicazione é il fatto, in assoluto, più importante, perché denota una sorta di "cambio di modalità di gestione" dell'intera vicenda: <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-5-la-tormentata.html" target="_blank">prima ci si adopera per coprire l'autore del delitto di Signa, poi invece si intraprendono iniziative volte a farlo scoprire</a>.
<br />
<br />
Ciò ha condotto a delinare la seguente successione di eventi:
<br />
<br />
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Qualcuno, da militare, assume un atteggiamento opportunistico in diverse circostanze strettamente attinenti con eventi bellici
<br />
<br />
Nelle fasi iniziali del conflitto, in una di tali circostanze egli riesce ad appropriarsi di molto denaro.
<br />
<br />
Sempre in tali circostanze, intreccia stretti rapporti con persone che, nell'Italia repubblicana, contribuiranno alla creazione di particolari branche dei Servizi Segreti.
<br />
<br />
Successivamente, durante la Resistenza, assume un atteggiamento ambiguo, facendo il doppio gioco ma macchiandosi di crimini dai quali, alla fine, riesce ad essere scagionato.
<br />
<br />
A metà degli anni Sessanta del ventesimo secolo, dà inizio ad un ambizioso progetto.
<br />
<br />
Alla fine degli anni Sessanta, subisce un ricatto, relativo al suo passato, al quale pone fine con l'eliminazione fisica del ricattatore, e per far ciò chiede aiuto, a titolo personale, al Servizio creato dalle persone conosciute durante la guerra.
<br />
<br />
A metà degli anni Settanta inizia la realizzazione pratica del progetto delineato precedentemente, ma si trova nuovamente in pericolo per gli eventi accaduti durante la Resistenza; risolve il problema rivolgendosi nuovamente al Servizio, che con un omicidio "esemplare" tacita chiunque avesse in mente di frapporsi tra il Qualcuno ed i suoi obiettivi.
<br />
<br />
All'inizio degli anni Ottanta, Qualcunaltro, che d'altra parte ha il controllo formale del Servizio al quale il Qualcuno si rivolgeva a titolo personale, organizza una vasta operazione finalizzata a demolire ciò che il Qualcuno aveva costruito, ed agisce attraverso la magistratura.
<br />
<br />
La magistratura in effetti sortisce l'effetto voluto, ma non viene preso in considerazione l'aspetto relativo all'arricchimento del Qualcuno avvenuto all'inizio della Seconda Guerra Mondiale.
<br />
<br />
Per orientare la magistratura verso l'apertura un filone di indagine anche in quella direzione, vi sarebbe l'opportunità di riaprire il caso del delitto del 1968, facendo venire alla luce ciò che era stato coperto.
<br />
<br />
Per conseguire tale fine si dà inizio ad un piano che prevede l'inserimento nel fascicolo del delitto di Signa di reperti analoghi a quelli dell'arma di Rabatta, l'esecuzione di un delitto "impressionante" con quell'arma, ed una segnalazione anonima agli inquirenti che possa collegare i due delitti con quello di Signa, e far riaprire le indagini su quest'ultimo; in particolare, si vuole indurre il capro espiatorio di allora a riportare gli inquirenti sulle tracce del vero colpevole
<br />
<br />
La messa in pratica del piano incontra qualche difficoltà, cosicché devono venire compiuti tre duplici delitti anziché il solo pianificato
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhYo_1l3v7x1yP-bYioOJ7bfEf-Tm7PejWloF8zy6FBP4kqFq1f5D6efXPc2ieqg832pQeZ5cDGLlSLnwCYvMGaCOt3k7xT-0LuJfybpEqMk39I2qC_K-Ln1M-4vWDUHHfVHilAFhGcDHbWB0LvgmZhdLJFyejpGbIW1jJpyDxpsHWnZ1czku1YB_3/s1024/3delitti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="197" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhYo_1l3v7x1yP-bYioOJ7bfEf-Tm7PejWloF8zy6FBP4kqFq1f5D6efXPc2ieqg832pQeZ5cDGLlSLnwCYvMGaCOt3k7xT-0LuJfybpEqMk39I2qC_K-Ln1M-4vWDUHHfVHilAFhGcDHbWB0LvgmZhdLJFyejpGbIW1jJpyDxpsHWnZ1czku1YB_3/s320/3delitti.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
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<div style="text-align: justify;">
e devono essere inviate diverse comunicazioni anonime
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis5vE6U63VJgUi26gyVYejiw9yVhA4KYZ6NC0jwY3Es9MvnBXTbpQysxCjVwMpNqBxHcR2kqJdNNrJSy5mMhKxGMsMCjklE6n_3JMKhUt8tVONYTzjxiDD5_CUxE1DhtJMq2Sup0Yn_iR3-dkmWCvgcBSBxdigNZEYaiMyowAPheajYPp2VGZNy2oW/s1024/ritaglio2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="863" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis5vE6U63VJgUi26gyVYejiw9yVhA4KYZ6NC0jwY3Es9MvnBXTbpQysxCjVwMpNqBxHcR2kqJdNNrJSy5mMhKxGMsMCjklE6n_3JMKhUt8tVONYTzjxiDD5_CUxE1DhtJMq2Sup0Yn_iR3-dkmWCvgcBSBxdigNZEYaiMyowAPheajYPp2VGZNy2oW/s320/ritaglio2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma alla fine, gli inquirenti riaprono il caso, e giungono al capro espiatorio che ha, nel frattempo, espiato la pena.
<br />
<br />
Siamo giunti così, Lettore, nella seconda metà del mese di luglio del 1982, nella quale il Giudice Istruttore dell'epoca, Vincenzo Tricomi, dopo aver recuperato, sulla base di suggerimenti esterni, il fascicolo di Stefano Mele, si accorge con piacevole stupore che esso contiene i reperti balistici relativi al delitto Lo Bianco-Locci, dispone una perizia balistica informale, la quale evidenzia come bossoli e proiettili contenuti nel fascicolo presentino gli stessi segni, relativi alla balistica interna, di quelli rilevabili sui reperti raccolti sulle scene dei delitti di Rabatta, Scandicci Calenzano e Baccaiano.
<br />
<br />
Come abbiamo visto nel <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-5-la-tormentata.html" target="_blank">post precedente</a>, tale "scoperta" viene tenuta assolutamente riservata sia per quanto riguarda le modalità con le quali sarebbe avvenuta, sia per quanto riguarda i contenuti stessi di essa e le sue implicazioni.
E', secondo il codice di procedura penale dei tempi, coperta da segreto istruttorio.<br />
<br />
Del perché possano esse state nascoste le reali modalità con le quali si sia arrivati a tale "scoperta" si é già abbondantemente discusso in diversi post precedenti.
<br />
<br />
Ciò che importa qui é il fatto che si sia tenuta nascosta la "scoperta" in sé, e le sue implicazioni, aspetto che viene specificamente menzionato più volte nella sentenza Rotella dando ad esso particolare risalto:
<br />
<br />
Pertanto, in questa fase della vicenda la situazione é questa:
<br />
<br />
Gli inquirenti sanno che i reperti nel fascicolo di Signa sono analoghi a quelli dei delitti attribuiti al c.d. "Mostro di Firenze", e lo sanno da una <i><b>perizia balistica informale disposta estemporaneamente</b></i> dal giudice Tricomi.
<br />
<br />
Gli inquirenti sanno che, nella migliore delle ipotesi, Stefano Mele non é il solo responsabile del delitto Lo Bianco-Locci (nella peggiore non ne é responsable affatto) e pertanto devono cercare (anche) qualche altro responsabile.
<br />
<br />
Gli inquirenti, nella loro ricerca, devono operare senza rivelare ciò di cui sono venuti a conoscenza.
<br />
<br />
Come gestiscono tale situazione?
<br />
<br />
- Dispongono un nuovo interrogatorio per Stefano Mele, dicendo a lui, <i><b>e solo a lui</b></i>, che sono emerse evidenze per le quali l'arma che lui avrebbe usato é stata usata anche per altri delitti
<br />
<br />
- Dispongono interrogatori per i familiari di Stefano Mele, ventilando loro la possibilità di revisione del processo, ma senza fornire motivazioni al riguardo, e tenendo segreto da cosa realmente tale possibilità origini.
<br />
<br />
- Dispongono interrogatori per altri soggetti potenzialmente coinvolti, e cioè i familiari del Lo Bianco ed i fratelli Vinci
<br />
<br />
- Dispongono l'intercettazione delle utenze telefoniche di Francesco Vinci, e di Giovanni, Maria, Teresa ed Antonietta Mele
<br />
<br />
La considerazione che, in questa fase hanno, in particolare, per Piero Mucciarini é di minore importanza, e limitata al 1968; e tale limite permarrà immutato anche quando Piero Mucciarrini verrà incriminato. (Rotella scrive: "<i>Fuori di ciò, nessun elemento collega Piero Mucciarini ai delitti dal 1974 in poi. Né gli è stato mai
contestato. Il mandato di cattura, ovviamente, non ne fa cenno. L'indagine, nei suoi confronti, ha
avuto per oggetto meramente il duplice omicidio del 1968,...</i>")
<br />
<br />
Da tale fase delle indagini emergono essenzialmente elementi psicologici, riscontrabili in coloro che stanno rientrando nelle indagini; vengono invece trascurati quei pochi elementi obiettivi, i fatti, che potrebbero utilmente venire estratti dagli interrogatori e dalle intercettazioni.
<br />
<br />
Tutte le persone coinvolte in questa vicenda, e soprattutto i familiari del Mele, sono stanche e diffidenti. Sono stanche di aver a che fare con personaggi che con minacce li hanno coinvolti in una situazione assurda, che si é rivelata disastrosa per diverse famiglie; sono diffidenti verso chi avrebbe dovuto proteggerli da ciò, ed invece ha sbattuto in galera per anni un povero cretino innocente, e lasciato a loro l'onere di occuparsi del di lui figlio.
<br />
<br />
Con la scarcerazione di Stefano Mele, e la sua definitiva collocazione alla Casa San Giuseppe, hanno finalmente raggiunto un equilibrio, che vedono improvvisamente alterarsi di nuovo; perché mai dovrebbero "collaborare"? Che vantaggi porterebbe ormai una revisione del processo? Perché dovrebbero imbarcarsi in una nuova avventura che non promette nulla di buono, ma che di sicuro sarà ancora destabilizzante, per un gruppo familiare già duramente e lungamente colpito?
<br />
<br />
Una condizione simile, anche se in misura minore, é quella in cui si trovano i familiari di Antonio Lo Bianco; collaboreranno per dovere, considerato che, inoltre, una revisione del processo non interesserebbe neanche un loro familiare.
<br />
<br />
Lo stesso dicasi per i Vinci, che hanno i loro interessi, che addirittura potrebbero essere in conflitto con un atteggiamento collaborativo, e che allora si trovarono coinvolti per situazioni che nulla avevano a che vedere con rapporti di parentela.
<br />
<br />
Perché il piano funzioni, Stefano Mele deve però fare il nome della persona dalla quale si possa risalire agli eventi che possano ampliare i limiti nei quali sono attualmente ricomprese le indagini sul Qualcuno, facendovi rientrare anche gli eventi del periodo bellico. Ma Stefano Mele non ha alcun interesse a fare questo.
<br />
<br />
Stefano Mele é anziano, provato e stanco; sembra cominciare ad avere anche qualche segno iniziale di demenza che, in aggiunta al suo quoziente intellettivo già basso, non aiuta. La revisione del processo, inoltre, non gli darebbe alcun vantaggio sostanziale; a meno che non dovesse essere considerato del tutto innocente (eventualità estremamente remota), cosa che gli darebbe diritto ad un risarcimento, una revisione si risolverebbe solo in un "surplus" di scocciature. Probabilmente, l'unico possibile vantaggio che vede dall'evolversi di questa nuova situazione é l'opportinità di vendicarsi dei soprusi subìti da Francesco Vinci; quindi, si proclama innocente ed accusa Francesco Vinci
<br />
<br />
Qui, Lettore, siamo ancora al 27 luglio 1982; Stefano Mele é stato avvisato dagli inquirenti dela nuova situazione, ma non ancora contattato da nessuno dei familiari.
<br />
<br />
E' necessaria un'induzione per farlo parlare, un "aiutino" in tal senso, che non sarebbe poi impresa così difficile; se qualcuno é stato in grado di convincerlo a dire bugie per incolpare se stesso, allo stesso qualcuno dovrebbe venire molto più facile convincerlo a dire la verità per scagionare se stesso. Seppur senza rimediare al danno fatto.
<br />
<br />
Così, Lettore, accade qualcosa di cui nessuno sembra accorgersi, e che a sua volta genererà qualcos'altro di cui nessuno sembra accorgersi, se non dopo due anni.
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>La logica dell'illogico</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Ciò di cui nessuno sembra accorgersi é che il 16 agosto del 1982, Antonietta Mele, sorella di Stefano e moglie di Piero Mucciarini, già gravemente malata di cancro, tanto che morirà appena 38 giorni dopo, viene interrogata dagli inquirenti. All'interrogatorio presenzia il medico della testimone, per assicurarsi che si rimanga entro i limiti imposti dallo stato di salute della paziente. Il medico, ad un certo punto, si vedrà costretto ad interrompere l'interrogatorio; ma, nonostante ciò, si legge testualmente nella sentenza Rotella
</div>
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
Quella stessa sera, appena andati via i magistrati, Antonietta Mele Mucciarini telefona a casa della sorella Maria, alla quale fa capo il nipote Natalino e, avutolo a telefono, lo invita a scendere a casa sua appena terminata la cena
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Antonietta, che riusciva appena a parlare, sollecita quindi una visita di Natalino, con urgenza (dopo cena); chi avrebbe dovuto parlare con Natalino, quella sera? Come mai tale comportamento non allerta gli inquirenti?
<br />
<br />
Rotella più tardi interpreterà ciò come la paura di Antonietta Mele che Natalino possa coinvolgere suo marito, Piero Mucciarini; e basta.
<br />
<br />
Sta di fatto che subito dopo, Giovanni Mele, sentito dagli inquirenti, si mostrerà
</div>
<span style="font-family: courier new;">
<br />
...assai cauto, ed il riferimento alle preoccupazioni del Mucciarini non allarma.
</span>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Subito dopo, però
</div>
<br />
<span style="font-family: courier new;">
...si propone di far incontrare padre e figlio, per combinare una versione comune intorno al 1968, senza riuscirci, tant'è che lascia un biglietto d'appunti al fratello, che riguarda anche le dichiarazioni di Natalino.
</span>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Giovanni fa visita a suo fratello Stefano il 25 agosto 1982, e a quella data risale il biglietto.
<br />
<br />
Dieci giorni dopo
</div>
<br />
<span style="font-family: courier new;">
"Maria,parlando con la sorella Teresa — ore 12,25 — dice che Giovanni è stato a parlare con Stefano, che Stefano è stato sentito dai magistrati ma non ha detto niente, che forse Stefano ha paura per loro congiunti, che Giovanni gli ha lascialo tutto scritto e che proverà a scrivergli ancora
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il "tutto scritto" che avrebbe lasciato Giovanni sarebbe il famigerato "biglietto dello zio Pieto", riguardo al quale Rotella afferma tre concetti fondamentali:
<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
<b>-</b> Il biglietto sarà sequestrato solo nel gennaio 1984
<br />
<br />
<b>-</b> Non ha nulla a che fare con i Vinci
<br />
<br />
...e, come si vedrà,indirizza Stefano Mele, in conformità ad un inquinamento subito da Natalino nel 1969, contro Pietro Locci fratello dell'uccisa Barbara.
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
I tre concetti sarebbero fondamentali per "capire perché non si é capito".
<br />
<br />
Infatti, se il biglietto fosse stato preso in considerazione quando venne scritto, le indagini avrebbero potuto prendere una piega diversa; non si sarebbe potuto prendere comunque il "Mostro di Firenze", ma si sarebbero potuti evitare altri omicidi. E questa, Lettore,è una deduzione che <b><u>prescinde</u></b> da chi o cosa realmente sia il c.d. "Mostro di Firenze", e quali motivazioni abbia avuto tale entità per agire in tal modo.
<br />
<br />
Per ciò che concerne il secondo concetto, il fatto che il contenuto del biglietto non abbia nulla a che fare con i Vinci sarebbe ciò che ci si aspetta; perché i Vinci c'entrano poco con questo aspetto della vicenda.
<br />
<br />
Infine, il fatto che poi il messaggio indirizzi Stefano Mele verso Pietro Locci é un assurdo logico. Così come é assurdo che non sia stato rilevato qualcosa di assolutamente fondamentale, che può evincersi dai contenuti
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>"LO - ZIO PIETO" ed il suo biglietto</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Partiamo dall'evento che costituisce la genesi del biglietto: la telefonata di Antonietta Mele che, pur essendo malata terminale, si attiva per convocare Natalino. Natalino quindi va a casa della zia, ed interloquisce con qualcuno. Se la zia ha persino difficoltà a rispondere alle domande, qual é conclusione più logica, Lettore?
<br />
<br />
Che Antonietta Mele debba parlare a Natalino di Pietro Locci, che non é più neanche parente dei Mele, o che sia Piero Mucciarini a parlare con Natalino? Piero Mucciarini, per qualche motivo che non potrà mai essere chiarito fino in fondo, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-castelletti-di.html" target="_blank">fece da tramite tra Stefano Mele e chi voleva indurlo ad autoaccusarsi; ci sarebbero delle precise tracce sui verbali, di ciò</a>. Quindi, per qualche motivo, Piero Mucciarini era in contatto, interpretando una parte attiva, con chi commise il delitto del 1968.
<br />
<br />
Se adesso si rende necessaria una nuova opera di mediazione, come potrebbe mai venirre coinvolta una persona <i>diversa</i> da Piero Mucciarini? Quale sarebbe l'alternativa che avrebbe chi vuole indurre Stefano Mele a riaprire un capitolo che egli ormai considerava chiuso?
<br />
<br />
Quindi, Lettore, adoperiamo, prima che la logica, un po' di buonsenso; ed il buonsenso ci dice che lo "zio Pieto" non può che essere Piero Mucciarini.
<br />
<br />
Ma il buonsenso ci dice anche un'altra cosa; e questo é l'evento consequenziale di cui nessuno sembra accorgersi. Gli attori coinvolti nell'episodio specifico del biglietto sarebbero Piero Mucciarini, Natalino Mele, Giovanni Mele e Stefano Mele. Non so che grado di istruzione abbia Natale Mele, ma quello degli altri non va oltre le scuole elementari (Stefano Mele mi pare avesse la terza elementare). Un livello di istruzione già abbastanza basso, ridotto ulteriormente dall'assenza di pratica culturale, considerato che si sta parlando di persone che facevano lavori manuali e pure umili.
</div>
<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKUl376Cef38KIS4LpW9asnmBhFqH8tDJqcrrBZ0b0MLKLwNXlj0yL8nNFdV6-A62_rIVcAiFrgflBIIIKswWc7sGTKF5b-hILuiBVsaR7DH8r1-oXt4sbyCXjkQ3KDm_Ro0KveySmRSq6dHTu1mZqSo5iVl148axCJuYH_Svxn1jCRSApKoSf2IWz/s1024/catena.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="338" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKUl376Cef38KIS4LpW9asnmBhFqH8tDJqcrrBZ0b0MLKLwNXlj0yL8nNFdV6-A62_rIVcAiFrgflBIIIKswWc7sGTKF5b-hILuiBVsaR7DH8r1-oXt4sbyCXjkQ3KDm_Ro0KveySmRSq6dHTu1mZqSo5iVl148axCJuYH_Svxn1jCRSApKoSf2IWz/s320/catena.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi, cercare significati reconditi nel biglietto, come fece il giudice Rotella, é assurdo. Le frasi vanno lette per ciò che sono; nel biglietto dello "zio Pieto" si può leggere soltanto... ciò che é scritto nel biglietto dello "zio Pieto"! E basta.
<br />
<br />
La prima frase dice:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR9F6zMhX6uAhNK6Rg_O1_975ucEcux8jPrYZGi-NEd46pBDXLmfeGNIBbXd5CN6-4BW4jrYhB1_mWJy_MVSy_VVXuf_syg1eRxb95bAL1Z-GPGoHnZebE5Xr90QogiOjYhowi8tUL0gTXrEuZuQ0H_X3IO81vBZXJx5BeZvEGIrAnrZlK7Pi1pd_U/s1024/LO%20-%20ZIO%20PIETO%201.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="669" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR9F6zMhX6uAhNK6Rg_O1_975ucEcux8jPrYZGi-NEd46pBDXLmfeGNIBbXd5CN6-4BW4jrYhB1_mWJy_MVSy_VVXuf_syg1eRxb95bAL1Z-GPGoHnZebE5Xr90QogiOjYhowi8tUL0gTXrEuZuQ0H_X3IO81vBZXJx5BeZvEGIrAnrZlK7Pi1pd_U/s320/LO%20-%20ZIO%20PIETO%201.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
qui, volere considerare il termine "<b>riferimento</b>" come "Istituzione di una relazione o di un rapporto, di una connessione, tra due o più fatti, situazioni o enti concreti o astratti" (<i>in riferimento alla Vs. comunicazione del...</i>) é un'assurdità. "<b>riferimento</b>" é da intendersi come "<i>azione di riferire</i>". Vuol dire semplicemente "<i>Natale mi ha riferito che lo Zio Pieto ha detto</i>"; in pratica, lo zio Pieto ti manda questo messaggio tramite Natale. La frase é come se fosse "l'oggetto" della comunicazione.<br />
<br />
La seconda frase dice:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVhFR23WFLjqxDW04oadrBMpUx_5XqNoYPulmPBezYWFH6TpMwts7483puhohxNCEPlpsUcQeKYmvk182Jxq2YrWWY_l4LAWT3iqANZniJDYnuMoiecaEK5F_whyKKecudaez1kYyAu13mbMk_vM1sj1BLN9Jhhm-pG4WwT2i8MQ6cvqloA73CJKKM/s1024/LO%20-%20ZIO%20PIETO%202.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="706" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVhFR23WFLjqxDW04oadrBMpUx_5XqNoYPulmPBezYWFH6TpMwts7483puhohxNCEPlpsUcQeKYmvk182Jxq2YrWWY_l4LAWT3iqANZniJDYnuMoiecaEK5F_whyKKecudaez1kYyAu13mbMk_vM1sj1BLN9Jhhm-pG4WwT2i8MQ6cvqloA73CJKKM/s320/LO%20-%20ZIO%20PIETO%202.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
cioè é un'esortazione a fare il nome
<br />
<br />
La terza frase dice
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHtdZQ5HQtlbar4v5jiJWRlHhV92SoxhTniVtm9XEruf-kckNGCam5rLOTsKkewARtFdAyQvfxg6bZd64F-1ICFk3RTDphzdlOkdVv0XM8OuOTAcvKt-_S1sIzwjOq7OoeROVRrWGhIYxV_oAAcuUEXZYY-p_Zi4QRUNdvgTeq7S1svcmRKOKekGjs/s1024/LO%20-%20ZIO%20PIETO%203.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="706" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHtdZQ5HQtlbar4v5jiJWRlHhV92SoxhTniVtm9XEruf-kckNGCam5rLOTsKkewARtFdAyQvfxg6bZd64F-1ICFk3RTDphzdlOkdVv0XM8OuOTAcvKt-_S1sIzwjOq7OoeROVRrWGhIYxV_oAAcuUEXZYY-p_Zi4QRUNdvgTeq7S1svcmRKOKekGjs/s320/LO%20-%20ZIO%20PIETO%203.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ecco Lettore, questa é la frase più interessante di tutte. Il nome deve essere conforme alle risultanze dell'esame balistico; ma di <b><u>quale</u></b> esame balistico si sta parlando?
<br />
<br />
Escludiamo, per quanto detto sopra, che con "esame ballistico" si intenda riferirso al <b><i>numero</i></b> dei colpi, come Giovanni Mele ebbe a dire, e Rotella fece proprio. Io capisco che Piero Mucciarini sia toscano, nato e vissuto nella regione d'Italia culla della lingua italiana e che diede i natali a Dante Alighieri; ma pretendere che Piero Mucciarini e Giovanni Mele ricorrano ad una simile perifrasi per indicare semplicemente il numero dei colpi, mi pare un'eccessiva forzatura interpretativa. Un esame balistico é un esame balistico, non una conta dei colpi. Se nel biglietto si fa riferimento ad un "esame ballistico", si sta parlando di un esame balistico; disquisire su altri sigificati é inutile e fuorviante.
<br />
<br />
Ciò che invece sarebbe stato importante chiedersi é: a <b><i>quale</i></b> esame balistico ci si riferisce qui?
<br />
<br />
Non può essere quello originario di Zuntini, del 1968, di quattordici anni prima; cosa dovrebbe risultare di diverso dopo quattordici anni? Nessuna informazione riguardo al nome da fare vi é mai stata contenuta.
<br />
<br />
Non può essere quello di Castiglione e Spampinato ai quali l'icarico sarebbe stato conferito più di un mese dopo (30 settembre 1982), né tantomeno quello di Arcese e Iadevito, che sarebbe stato eseguito nel 1983, un anno prima del ritrovamento del biglietto, ma un anno <b><i>dopo</i></b> la sua scrittura; riferirsi, nell'agosto 1982, alla perizia Castiglione e Spampinato, consegnata nell'ottobre del 1982, o a quella Arcese-Iadevito redatta nel 1983 sarebbe stato parapsicologia.
<br />
<br />
L'unico esame balistico eseguito tra le due perizie (Zuntini 1968, e Castiglione-Spampinato, ottobre 1982 redatta dopo la scrittura del biglietto), e che é in grado di dare la possibilità, a Stefano Mele, di parlare, ribaltando il concetto che lo ha visto colpevole, <b>é la perizia informale disposta da Tricomi</b>, e la cui esistenza, per esplicita e reiterata dichiarazione di Rotella, era stata <b>tenuta segreta</b>.
<br />
<br />
Allora la domanda é: <br />
<br /><b><i>cone faceva "</i>LO ZIO PIETO<i>" ad essere a conoscenza dell'esistenza di un esame balistico tenuto segreto e del quale non avrebbe potuto sapere nulla? Come poteva essere entrato in possesso di un'informazione coperta dal segreto istruttorio?</i></b>
<br />
<br />
In altri termini: gli inquirenti controllano le utenze telefoniche, registrano il fatto che una malata terminale, subito dopo essere stata interrogata, convoca un'altra persona con urgenza, ma non si curano di cercare di capire il perché.
</div>
<br />
<span style="font-family: courier new;">
Antonietta Mele abita con la famiglia in una casa vicina a quella di Maria e Palmerio Mele a Scandicci.<br />
È gravemente ammalata di cancro e morirà poco più di un mese dopo (20 settembre 1982). Il medico ne consente l'escussione estemporanea, che sarà confermata qualche giorno dopo. La donna risponde stando a letto.<br /><br />
[...]<br /><br />
L'escussione di Antonietta Mele viene interrotta dal medico, per non affaticarla ulteriormente.<br />
Quella stessa sera, appena andati via i magistrati, Antonietta Mele Mucciarini telefona a casa della sorella Maria, alla quale fa capo il nipote Natalino e, avutolo a telefono, lo invita a scendere a casasua appena terminata la cena
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sempre dalle intercettazioni, si evince che, in seguito a tale evento, viene organizzato un incontro tra Stefano (che non si trova esattamente a Ronco all'Adige) e Giovanni Mele, con il preciso scopo di far avere un promemoria a Stefano Mele
</div>
<br />
<span style="font-family: courier new;">
Giovanni fa visita a suo fratello Stefano il 25 agosto 1982, e a quella data risale il biglietto (la data della visita è fatta preannunciare dalla sorella Maria, al sacerdote che dirige la casa per ex-detenuti di Ronco all'Adige, cfr.: tel. del 20.8.1982, ore 19.53, tra Giovanni e Maria; Maria avverte il sacerdote con la telefonata del 21.8.1982, ore 10,26, perché Stefano in quel periodo non è esattamente a Ronco, ma in una località nei pressi; Giovanni prende conto della fissazione dell'appuntanento, come si desume da successiva telefonata; Maria rintraccia il nipote Natalino e gli comunica il proposito dello zio Giovanni di volergli parlare e di volerlo condurre da suo padre, Stefano - 21,11 del 25.8; alle 14,37 del 28 agosto, Giovanni riesce a contattare per telefono il nipote, e lo prega di andare a casa per discorsi urgenti in relazione al fatto che suo padre gli vuol parlare e così pure il monsignore; finalmente il 29.8.1982, Maria,
parlando con la sorella Teresa — ore 12,25 — dice che Giovanni è stato a parlare con Stefano, che Stefano è stato sentito dai magistrati ma non ha detto niente, che forse Stefano ha paura per loro congiunti, che Giovanni gli ha lascialo tutto scritto e che proverà a scrivergli ancora).
</span> <br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma nessuno si cura di verificare cosa vi sia scritto.
</div>
<br />
<span style="font-family: courier new;">
Il biglietto sarà sequestrato solo nel gennaio 1984. Non ha nulla a che fare con i Vinci e, come si vedrà, indirizza Stefano Mele, in conformità ad un inquinamento subito da Natalino nel 1969, contro Pietro Locci fratello dell'uccisa Barbara.
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cambia il Giudice Istruttore, che ritrova casualmente il promemoria nel corso della perquisizone.
<br />
<br />
Il promemoria fa riferimento ad un'informazione precisa che, al momento della redazione di esso, era stata tenuta nascosta a chi aveva redatto il promemoria stesso
<br />
<br />
Per essere pià sintetici ed espliciti:
<br />
<br />
il 20 luglio 1982. viene recuperato il fascicolo
<br />
<br />
nella settimana tra il 20 ed il 27 luglio 1982 viene eseguita la perizia informale sui reperti presenti nel fascicolo
<br />
<br />
il 27 luglio 1982 viene comunicata a Stefano Mele la possibilità della revisione del processo, e la necessità di ascoltarlo come testimone.
<br />
<br />
il 16 agosto 1982 viene comunicata allo "Zio-Pieto" ed agli altri familiari di Stefano Mele l'eventualità della revisione del processo, ma senza rivelarne il motivo (e cioè l'identità dei reperti balistici desunta dalla perizia informale), perché coperto da segreto istruttorio
<br />
<br />
tra il 16 ed il 25 agosto 1982 lo "Zio-Pieto" scrive il biglietto facendo riferimento all'"esame ballistico dei colpi sparati"
<br />
<br />
il 25 agosto del 1982 Giovanni Mele consegna al fratello Stefano il biglietto dello "Zio-Pieto" contenente il riferimento all'"esame ballistico dei colpi sparati"
<br />
<br />
L'unico "Esame ballistico dei colpi sparati" eseguito tra il recupero del fascicolo e la consegna del biglietto dello "Zio-Pieto" é la perizia informale eseguita, su disposizione di Tricomi, tra il 20 ed il 27 luglio, e coperta da segreto istruttorio
<br />
<br /><br />
<b>QUINDI </b>
<br />
<br /><br />
alla data del 25 agosto 1982 lo "Zio-Pieto" era a conoscenza di un'informazione (l'esistenza di un '"esame ballistico") che non avrebbe potuto conoscere, perché coperta da segreto istruttorio
<br />
<br />
Avrebbe dovuto essere subito chiaro che doveva necessariamente esistere una terza parte, una fonte di informazione esterna in grado di metterlo a conoscenza dell'esistenza di una perizia sulla base della quale si sarebbe potuta rivedere la verità processuale.
<br />
<br />
<b>CHI ERA</b>, questa terza parte?
<br />
<br />
Ecco, Lettore, era questa la domanda che avrebbero dovuto farsi gli inquirenti e che non si fecero mai; e non se la fece neanche Rotella.
<br />
<br />
Se gli inquirenti si fossero soffermati un attimo su questa riflessione, la "Pista sarda" non sarebbe mai nata; ed invece il fatto di accettare acriticamente (anche qui per superficialità) una spiegazione assurda, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-7-gli-ultimi.html" target="_blank">non ha evitato ulterori sei vittime</a>.
<br />
<br />
Vero é che Stefano Mele, che era abbastanza scocciato ed era divenuto anche abbastanza diffidente, non si fece incantare dal bigliettino; semplicemente lo piegò e lo conservò nel portafogli, senza mai dire nulla a nessuno. Si guardò bene dal seguirne le direttive.
<br />
<br />
Ma é anche vero che dalle intercettazioni era arguibile come vi fosse un certo "lavorìo" al riguardo, tanto che fu proprio dalle intercettazioni che fu possibile desumere le date esatte degli eventi connessi alla redazione del biglietto.
<br />
<br />
Comunque sia, Lettore, Stefano Mele, che ormai ricordava male quasi tutto, evidentemente ricordava ancora Francesco Vinci nel letto di casa sua, e quello fu il nome che fece. Così <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-7-gli-ultimi.html" target="_blank">Francesco Vinci tornò in gattabuia</a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6PhKAXS1EWkxpf3hv-nqAW0yqclZ_dLwHGsRp-1RKH3C77DZcYSQj8VCrij4l22y0_Wn-u1CDsTtITnIROKMHF6Haql-QAnY3RXH4QqimIyBJZBUSnmaYgXp3aRO4SUbOYKRnonwmMWAojU4gHS2PiZuf-LdY65ElasmhG8PJmsl2F-AGgcyrzMbt/s1024/end.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="685" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6PhKAXS1EWkxpf3hv-nqAW0yqclZ_dLwHGsRp-1RKH3C77DZcYSQj8VCrij4l22y0_Wn-u1CDsTtITnIROKMHF6Haql-QAnY3RXH4QqimIyBJZBUSnmaYgXp3aRO4SUbOYKRnonwmMWAojU4gHS2PiZuf-LdY65ElasmhG8PJmsl2F-AGgcyrzMbt/s320/end.jpg" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-84937161490884352762022-08-30T18:45:00.006+02:002022-11-17T07:28:47.704+01:00Il Mostro di Firenze 5: La tormentata genesi del paradosso della "pista sarda"<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Politics is almost as exciting as war, and quite as dangerous. In war you can only be killed once, but in politics many times</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Winston Churchill</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii_lAJ4K8cNULm-WlFQHoDNwB4vo4U7mDkx3dqbwwJJcKL-HHaJQAEN-QGjC0tfD6P6k4SKH6iPNmMihBhb8urR6vTAxMfOmd7WiUWT8UXBSw38vj8WX7SWDgRsXR5r5-uRKvj9PijlAU_0bJhlYa1qb_JjMX26er93r1InxdchkNkIleKrgaNH4Eo/s1024/Craxi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="686" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii_lAJ4K8cNULm-WlFQHoDNwB4vo4U7mDkx3dqbwwJJcKL-HHaJQAEN-QGjC0tfD6P6k4SKH6iPNmMihBhb8urR6vTAxMfOmd7WiUWT8UXBSw38vj8WX7SWDgRsXR5r5-uRKvj9PijlAU_0bJhlYa1qb_JjMX26er93r1InxdchkNkIleKrgaNH4Eo/s320/Craxi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alla fine del 1980, il Qualcuno aveva ormai consolidato la sua posizione.
<br />
<br />
La costruzione, progettata negli anni Sessanta, e le cui fondamenta erano state gettate a metà degli anni Settanta, dopo appena cinque anni svettava come un grattacielo.
<br />
<br />
Il suo potere si era enormemente accresciuto , sia in termini politici, sia in termini finanziari. O, in altri termini, Lettore, stava rompendo abbastanza le scatole.
<br />
<br />
Per quel che riguarda il potere finanziario, c'era chi se ne faceva una ragione. Le faccende nel mondo finanziario vanno così: c'é chi vince e c'é chi perde. Ma soprattutto perché chi vince, vince, mentre chi perde fa perdere altri. C'é infatti una categoria "cuscinetto", che ammortizza i traumi a cui sarebbe sottoposto chi perde. La categoria é costituita in massima parte da piccoli azionisti e risparmiatori. Oggigiorno, tale meccanismo é stato addirittura formalizzato ed istituzionalizzato: si chiama "<i>bail-in</i>". Allora, il <i>bail-in</i> non esisteva, ma nei fatti le cose andavano uguale uguale. Se poi la protezione fornita dallo strato cuscinetto si rivelava francamente insufficiente, si ricorreva ai buoni, vecchi, drastici metodi: pallottole, impiccagioni, defenestrazioni... per lo più mascherati da suicidi.
<br />
<br />
Per il potere politico, Lettore, le cose non vanno così. Non c'é alcuno strato cuscinetto, nessun airbag. Chi ha il potere politico a certi livelli, non é abituato a perderlo senza far nulla; anche perché, se non ha un surrogato (ad esempio un notevole potere finaniario), non avrebbe con cosa sostituirlo. Esce di scena.
<br />
<br />
Così, Qualcunaltro ad un tratto decide di averne abbastanza. Perché il Qualcunaltro decide ciò proprio nel 1980? <br />
Be' Lettore, qui entreremmo nel campo della "dietrologia avanzata". Ci vogliono una laurea magistrale in Dietrologia, un Dottorato di Ricerca ed almeno un Master per poter avanzare delle ipotesi su questo. Qualcosa di disperatamente al di là della mia portata. Però, a livello di "discorso da bar" posso anche provarci; purché Tu mi prometta di considerare ciò che sto per dirti per ciò che é, e cioè un discorso da bar, e tralasciarlo quindi nel prosieguo.
<br />
<br />
Pare ("<i>e dico, pare...</i>", come direbbe Crozza) che il 1980 rappresenti un anno cruciale per il Qualcunaltro, uno spartiacque, un confine oltre il quale ciò che prima era tollerabile, non lo sarebbe divenuto più per tutti gli anni a venire. Nel 1980 il Qualcunaltro decideva di saltare il fosso. E proprio nel 1980 si era verificato un episodio molto grave, e come tale divenuto intollerabile.
<br />
<br />
Sarà stato questo? Sarà stato altro? <i>Quién sabe...</i> sta di fatto che all'inizio del 1981 comincia un'operazione diretta contro il Qualcuno condotta servendosi della più classica delle armi pesanti: la magistratura.
<br />
<br />
E l'operazione vale a smantellare in poche settimane la costruzione che il Qualcuno aveva realizzato in anni.
<br />
<br />
Lo smantellamento riguarda soprattutto il potere politico, meno quello finanziario; e occorre dire che, forse per questo o forse per altro, il Qualcuno incassa tale attacco meravigliosamente bene: semplicemente si rende irreperibile e, dalla sua posizione un po' in disparte, continua ad esercitare il suo potere finanziario, evitando solo di far troppo rumore. Una faccia di bronzo ammirevole.
<br />
<br />
La magistratura però nella sua azione non ha nemmeno sfiorato gli eventi, risalenti alla Resistenza, in cui il Qualcuno é coinvolto; quelli che avrebbero reso necessari gli omicidi di Signa per un verso e di Rabatta per un altro, per intenderci.
<br />
<br />
Ed il Qualcunaltro non é per niente soddisfatto di ciò. Ma non perché il Qualcunaltro voglia accanirsi contro il Qualcuno; una tale animosità é lontana anni luce dalla sua mente. Il Qualcunaltro bada solo alla sostanza; per lui i "fatti personali" praticamente non esistono.
<br />
<br />
Come mentalità, il Qualcuno ed il Qualcunaltro si pongono agli antipodi.
<br />
<br />
Il Qualcuno ha sempre stampato sul volto un sorrisetto affabile, che rende più evidente quando parla in maniera rassicurante; il Qualcunaltro ha un'espressione neutra, al più segnata da un sorrisetto ironico, che diviene sarcastico se occorre.
<br />
<br />
Il Qualcuno afferma di conoscere bene anche chi in realtà non conosce affatto; il Qualcunaltro afferma di non conoscere affatto anche chi in realtà conosce bene.
<br />
<br />
Il Qualcuno ama farsi vedere in giro, e presenziare ad ogni sorta di eventi; il Qualcunaltro presenzia quando é suo dovere istituzionale, e preferisce, se può, restare rintanato nel suo studio.
<br />
<br />
Il Qualcuno usa la sua rete per costruire il suo potere, il Qualcunaltro usa il suo potere per costruire la sua rete.
<br />
<br />
Il Qualcuno adopera il potere politico per ottenere il potere finanziario; al Qualcunaltro interessa solo il potere politico, e quello finanziario é, semmai, un'inevitabile conseguenza.
<br />
<br />
Il Qualcuno progetta un sovvertimento del potere politico per dominare incontrastato sul mondo finanziario; per il Qualcunaltro il potere finanziario é semmai funzionale al mantenimento dello <i>status quo</i>, che é l'essenza stessa del suo mondo.
<br />
<br />
Quindi, Lettore, una volta che il Qualcunaltro ha ridotto grandemente il potere politico del Qualcuno, non avrebbe alcun motivo di accanirsi. Non sarebbe nel suo stile. Non avrebbe alcun interesse sostanziale nel riesumare il passato del Qualcuno, né alcuna animosità nel farlo. Semplicemente, non gli interesserebbe.
<br />
<br />
Però, però... c'é un però. Ed il però consiste nel fatto che il Qualcuno, tramite le azioni compiute durante la guerra, pare sia riuscito ad appropriarsi di tanto denaro. Ma proprio <b>tanto tanto</b>. E, soprattutto, in una forma che non ha risentito affatto delle svalutazioni dovute al tempo trascorso ed all'inflazione. A distanza di una quarantina d'anni, e con un dopoguerra di mezzo, ciò che il Qualcuno ha acquisito non ha perso minimamente valore. Anzi.
<br />
<br />
Ma anche qui, il Qualcunaltro, per i motivi elencati prima, non interverebbe. Se la cosa lo disturba, non é tanto per la questione economica in sé, alla quale il Qualcunaltro dà poco peso, quanto perché proprio il denaro acquisito quaranta anni prima potrebbe essere stato utilizzato per finanziare l'evento collegato al'episodio molto grave ed intollerabile, del 1980, menzionato sopra.
<br />
<br />
E questo avrebbe implicazioni politiche notevolissime, e quindi deve essere acclarato; e quale metodo sarebbe migliore che farlo acclarare alla magistratura?
<br />
<br />
Ma, come specificato prima, la magistratura semplicemente sta ignorando totalmente questo aspetto e le sue implicazioni; mentre sarebbe più che opportuno che si aprisse un altro "filone d'indagine".
<br />
<br />
Vedi Lettore, quando si parla di "filone d'indagine", l'espressione é più che appropriata. Rende l'idea. In italiano, "filone" significherebbe "<i>giacitura di roccia eruttiva</i>"; da cui, ad esempio, "filone d'oro". Una sorta di giacimento che può essere sfruttato, scavando e ricavando, scavando e ricavando... una miniera. E c'é chi ne guadagna.
<br />
<br />
E qaundo si apre un "filone d'indagine", la magistrature scava e ricava, scava e ricava...una miniera. E c'é chi ne guadagna.
<br />
<br />
Qualche anno fa ebbi per un certo tempo un collaboratore (che, per inciso era anche della stessa "parrocchia" del Qualcuno, ma non con le medesime finalità né ovviamente ai medesimi livelli - questo aspetto é solo una curiosità) che possedeva un dono particolare, per il quale riceveva la mia ammirazione.<br />
Capitava a volte di venire a contatto con qualche facinoroso, per cui la situazione rischiava di degenerare.<br />
Anche quando non si giungeva a conseguenze estreme, il contatto con lo scalmanato risultava fastidioso, creando un'atmosfera negativa per il resto della giornata.
Quando lui lavorava con me, non si giungeva mai a certi estremi; nel giro di qualche minuto la situazione tornava perfettamente sotto controllo, e rientrava nei limiti.
<br />
<br />
Quando lo scalmanato di turno andava finalmente per la sua strada, lui diceva: "<i>E' solo gente ignorante, smarrita; vanno instradati...</i>" e mentre lo diceva teneva le mani parallele muovendole avanti e indietro... era fisicamente piccolino e paffutello; mi sembra di vederlo ancora mentre, muovendo le manine con quel gesto caratteristico, dice "<i>vanno instradati...</i>"
<br />
<br />
Ecco, la magistratura andava "instradata" verso l'apertura del nuovo filone di indagine; ma come?
<br />
<br />
Analizziamo, Lettore, quali fossero le possibilità
<br />
<br />
Fornire una documentazione, magari inviata in forma anonima (un'altra versione del "Ciitadino Amico"), non era più possibile in quanto la documentazione era stata resa indisponibile nel 1968.
<br />
<br />
Lanciare delle accuse, altrettanto anonime, si sarebbe risolto in un nulla di fatto; a più riprese tali tentativi erano stati fatto nei primissimi anni Settanta, ma erano rimasti lettera morta. E' per questo che i "filoni di indagine" sono importanti: all'interno di essi, qualunque indizio (persino quell'assurdità del proiettile nell'orto di Pacciani) diviene importantissimo, ma al di fuori di quelli, devono esistere prove solidissime perché una possibilità venga considerata.<br /><br />
Purtuttavia, Lettore, occorre sottolineare come <b>tale strada venne comunque tentata</b>, inviando una dettagliata lettera anonima ai magistrati che indagavano sul summenzionato grave episodio dell'anno precedente; e ciò avvenne subito prima dell'inizio della serie omicidiaria e cioé nell'aprile del 1981. Sembra costituire l'<i>extrema ratio</i>, l'ultimo tentativo eseguito prima di dover dare inizio all'operazione che condurrà ad un'impressionante (ed inaspettata) serie di delitti; ma, come d'altra parte prevedibile, non sortì gli effetti sperati.
<br />
<br />
Utilizzare dei testimoni non era una strada percorribile: chi avrebbe dovuto testimoniare? Chiedere ai componenti delle squadrette di recarsi presso un Commissariato dicendo: "<i>Buongiorno, abbiamo fatto fuori quattro persone perché era un favore che Qualcuno ci aveva chiesto, ma poi ci siamo resi conto che era 'na brutta cosa</i>" era una soluzione chiaramente improponibile.
<br />
<br />
Così come improponibile sarebbe stato cercare di recuperare gli ex partigiani, dopo averli terrorizzati nel 1974; inoltre, vi é da dire, l'episodio sul quale il Qualcunaltro desidererebbe far luce fa sì parte della Seconda Guerra Mondiale, ma non proprio della Resistenza. Pertanto, anche nell'inverosimile ipotesi in cui si fosse potuto ripescarli, difficilmente degli ex partigiani in Toscana avrebbero potuto fornire un supporto sostanziale al riguardo .
<br />
<br />
I sardi? Dopo averli resi complici di un duplice omicidio ed avere rovinato due famiglie? E chi avrebbe rischiato di farsi incriminare solo per fare un piacere a Qualcunaltro? I sardi erano usciti con le ossa rotte da questa vicenda; con quale faccia si poteva ritornare da loro chiedendo che rischiassero ancoa una volta la galera? E per cosa poi?
<br />
<br />
Per la verità, qualcuno che la galera non l'avrebbe rischiata c'era; e non l'avrebbe rischiata per il semplice motivo che se l'era già fatta.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs7fTbdm4CnHHxF07NaGS_-I-ok5V4ChFIlu-Vfas-cxaeyXjO6rIyqgDVMmUyXi89OKJqRV7jnXKzysGVAy53c2YMT_PGqTSMe-Z1Uz8olOY0wjBbcytDnI-66i73llI5TjWal9UoJM68cwhXCzZ94yzlxx9eduy6eDJnJeJIBqLJjUFIHnZaCkiF/s1024/Stefano%20Mele.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="821" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs7fTbdm4CnHHxF07NaGS_-I-ok5V4ChFIlu-Vfas-cxaeyXjO6rIyqgDVMmUyXi89OKJqRV7jnXKzysGVAy53c2YMT_PGqTSMe-Z1Uz8olOY0wjBbcytDnI-66i73llI5TjWal9UoJM68cwhXCzZ94yzlxx9eduy6eDJnJeJIBqLJjUFIHnZaCkiF/s320/Stefano%20Mele.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Stefano Mele era stato appena scarcerato, trasferito alla Casa San Giuseppe di Ronco dell'Adige il 6 Aprile 1981, così, una volta finito di scontare la pena (anzi, per essere precisi, "<b>doppo SCONTATA LA PENA</b>") avrebbe potuto dire qualcosa sull'andamento dei fatti di quella notte a Signa. Sarebbe stato necessario solo dirigerlo; e per questo servivano un motivo ed un mediatore. Tenendo conto del fatto che il mediatore sarebbe già stato disponibile, questa si configurava come una possibilità concreta; poi, da cosa nasce cosa...anzi, da cosa nasce "Mostro".
</div>
<br />
<br />
<br />
<div><span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Da cosa nasce "Mostro"</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Però, occorre pianificare accuratamente i passi da fare.
<br />
<br />
Una fortunata coincidenza (non saprei esattamente per chi sarebbe "fortunata", ma si dice così) vuole che il Qualcunaltro abbia il controllo di quel Servizio a cui il Qualcuno si era rivolto nel 1968 e nel 1974 per le operazioni "sporche"; almeno, così ebbe a dichiarare il Qualcuno (e non solo lui). Non é possibile dire che ne abbia il controllo "istituzionale" perché formalmente un simile servizio non può aver nulla a che fare, ufficialmente, con le istituzioni, anzi non potrebbe nemmeno esistere; possiamo dire che ne abbia il controllo "gestionale".<br />
<br />
Quindi, il Qualcunaltro avrebbe già il braccio armato; e mai espressione sarebbe stata più calzante, considerato che il Servizio aveva l'arma (per reale o fittizia che fosse) di Rabatta; per la verità, come tutte le persone, il Qualchealtro avrebbe almeno due braccia, e tutte e due armate, ma qui la scelta é obbligata. E per semplicità, per uniformarci alla semantica tipica dell'ambiente in cui ci stiamo muovendo, da qui in avanti ci riferiremo all'appendice di tale braccio, quell'appendice che si occuperà della faccenda da qui in avanti, con l'appellativo appunto di "Mostro"
<br />
<br />
Allora, i passi da fare sarebbero:
<br />
<br />
<br />
1) inserire nel fascicolo processuale di Stefano Mele dei reperti ottenuti con l'arma usata a Rabatta<br />
<br />
2) commettere con la stessa arma un delitto eclatante, che gli inquirenti non possano mai prendere sottogamba<br />
<br />
3) inviare una comunicazione anonima agli inquirenti per indirizzarli al fascicolo di Stefano Mele<br />
<br />
4) indurre Stefano Mele a parlare (di "Virgilio", ché non avrebbe avuto altro da poter dire) e far così riaprire il caso<br />
<br />
<br />
<br />
e poi, come detto prima, da cosa nasce cosa. Aperto il filone d'indagine, ogni accusa, anche indiretta, ogni indizio, acquisterebbe ben altra valenza.
<br />
<br />
Chi potrebbe andarci di mezzo, altre due vittime? Poca cosa in confronto a ciò che sembrava aver organizzato il Qualcuno; e non mi riferisco al 1968 o al 1974...
<br />
<br />
Sostituiti i reperti nel fascicolo, l'operazione può cominciare; oltre l'uccisione di una coppia, come per i precedenti omicidi, si dovrebbe eseguire anche qualche atto che possa impressionare, cosicché il delitto non venga trascurato e ci se ne occupi attivamente, senza trascurare ogni possibile indizio, segnalazioni anonime comprese.
<br />
<br />
E così finalmente, nella notte tra il 6 ed il 7 giugno del 1981, e cioè due mesi dopo l'invio dell'infruttuosa lettera anonima, le vittime hanno un nome ed un cognome: Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE5noNwWScHTuQ8hX-mjsvTwGefYaz1BXLWAfqVZAP0w0cv6VglDPncMYXG1HDKMXU2osplOl81Dw_M_BVdCcH8OmpCgjaOeBJiJsjNhMFAK5JINcYuYsUkSFkoAWIc6q5p26jvFBDQH9dcOYFBlTxM9pZoGbl16p99ylBe7c65VfZQ_uEtD5xdpvD/s1024/DeNuccioFoggi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="682" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE5noNwWScHTuQ8hX-mjsvTwGefYaz1BXLWAfqVZAP0w0cv6VglDPncMYXG1HDKMXU2osplOl81Dw_M_BVdCcH8OmpCgjaOeBJiJsjNhMFAK5JINcYuYsUkSFkoAWIc6q5p26jvFBDQH9dcOYFBlTxM9pZoGbl16p99ylBe7c65VfZQ_uEtD5xdpvD/s320/DeNuccioFoggi.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E la povera Carmela viene scuoiata a livello della regione pubica, per destare impressione.
<br />
<br />
Ma si verifica un imprevisto. Ed anche l'imprevisto ha un nome ed un cognome: si chiama Enzo Spalletti
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcnN0Lfr8skfD2a6aUilJCmDjsUaL-rqCokqp97JFnAfxYyo2UK2gzwkQRq5Ri0K5jB_CjL3VL03y6ROCnYApxhoxqnRjoBEY-SnZm67Rk9yJCH001BPWi6WBAQZOBQNfaUTMDHBjqSOle0tmDsqXXG18u66Ax2rNum5vegDh92w6XqPFssKzRI2mY/s1024/Spalletti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="700" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcnN0Lfr8skfD2a6aUilJCmDjsUaL-rqCokqp97JFnAfxYyo2UK2gzwkQRq5Ri0K5jB_CjL3VL03y6ROCnYApxhoxqnRjoBEY-SnZm67Rk9yJCH001BPWi6WBAQZOBQNfaUTMDHBjqSOle0tmDsqXXG18u66Ax2rNum5vegDh92w6XqPFssKzRI2mY/s320/Spalletti.jpg" /></a></div>
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<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Enzo Spalletti</b>
</i>
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Enzo Spalletti era un guardone. Non Ti racconterò per la milionesima volta, Lettore, la storia di Enzo Spalletti perché sarebbe un inutile spreco di tempo; se ho esordito con l'espressione "era un guardone" é stato solo per sottolineare un aspetto peculiare del "testimone" di quella notte: era una persona abituata a veder gli altri senza essere visto. La sua presenza, il più delle volte, era inapparente.
<br />
<br />
Quella notte, le cose non dovettero andare in maniera diversa: Enzo Spalletti vide chi commetteva il duplice omicidio, ma chi commetteva il duplice omicidio non vide Enzo Spalletti: così non fosse stato, Enzo Spalletti sarebbe stato ritrovato un paio di giorni più tardi, impiccato, a una ventina di chilometri dal luogo dell'omicidio.
<br />
<br />
Ma, Lettore, ragioniamo un momento: cosa può mai aver visto di così importante un guardone, nascosto ad una certa distanza, nel buio pesto della notte? Potrebbe mai aver riconosciuto qualcuno? L'ipotesi é semplicemente inverosimile. E quand'anche avesse riconosciuto un Mostro alto, atletico, bello, ricco e intelligente, perché non denunciarlo? Pensaci bene, Lettore: se la situazione fosse stata questa, in quale caso Enzo Spalletti sarebbe stato più al sicuro? Tacendo, rimanendo in galera e lasciando la sua famiglia fuori in balìa di chiunque, o facendo arrestare il Mostro cosicché questo restasse chiuso in galera, e lui fuori, al sicuro, con la sua famiglia?
<br />
<br />
Quindi, che Enzo Spalletti avesse visto e riconosciuto un Mostro alto, bello, ricco e intelligente ed abbia taciuto non é una pretesa inverosimile; é solo un'idea stupida. E d'altra parte, se avesse visto qualcuno commettere l'omicidio, ma senza aver tratto alcuna informazione in grado di identificarlo, perché non dirlo? Cosa avrebbe avuto da temere? Il fatto che l'omicidio dovesse essere stato commesso da qualcuno, chiunque fosse, é lapalissiano; in che modo il semplice fatto di dirlo avrebbe potuto danneggiare l'autore?
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<br />
Enzo Spalletti può solo aver visto "qualcosa" di indistinto, ma questo "qualcosa", per indistinto che fosse, doveva avere un significato preciso. E qual é l'unica possibilità che ciò che aveva veduto avesse un significato compromettente? L'aver visto in azione <b>una squadra</b>, coordinata, di persone. Come fosse stata un'operazione militare. In questo caso, anche se Spalletti non avesse riconosciuto nessuno, il solo fatto di aver visto in azione una squadra organizzata sarebbe stata un'informazione estremamente importante.
<br />
<br />
Perché in questo caso, Lettore, l'intera operazione sarebbe fallita. Se si fosse venuto a sapere che una squadra aveva agito per ottenere questo risultato, il fatto che dietro il duplice delitto di Mosciano di Scandicci ci fosse una manovra, un secondo fine, sarebbe stato evidente. Pertanto, la magistratura più che venire "instradata" verso l'omicidio di Signa per arrivare al Qualcuno, sarebbe stata "insospettita" al riguardo, magari finendo per instradare sé stessa lungo un'indagine volta a determinare chi stesse tramando qualcosa e perché.
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<br />
Purtroppo (per il "Mostro") é solo in seguito all'arresto di Enzo Spalletti che il "Mostro" viene a conoscenza del fatto che la sua squadretta in azione é stata vista; così l'intera operazione deve venire sospesa per far fronte all'imprevisto ed ovviare all'inconveniente.
<br />
<br />
Nell'immediato é facile: per evitare che Enzo Spalletti parli, insomma per mettere una toppa al buco, il provvedmento adottato consiste nel buon, vecchio, collaudato metodo della minaccia sui figli.
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<br />
<b>Intervista a Carla Agnoletti su Paese Sera del 17 giugno 1981, due giorni dopo l'arresto:</b>
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- Perchè questa versione contraddittoria di suo marito?<br />
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<i>- Forse Enzo ha paura che qualcuno faccia del male a me o ai nostri figli.</i>
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Probabilmente é per questo che Spalletti, non appena viene arrestato, chiede a sua moglie, tramite il suo difensore, di lasciare la loro casa e rifugiarsi dai genitori
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<br />
Perché Enzo Spalletti, dal canto suo, deve trovarsi fortemente disorientato. Comprende bene che se ha visto più persone muoversi sul luogo del delitto e commettere un'azione tanto turpe, la minaccia relativa ai figli é assolutamente reale; probabilmente non comprende però il perché di un'azione così surreale, ciò che appare, a tutti gli effetti, come un'operazione militare solo per uccidere due ragazzi. E poi scuoiare lei (perché Enzo Spalletti riuscì ad intravedere anche questo, come é desumibile dalla tesimonianza di Carla Agnoletti:
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibNI6839qVHmLwl2CTXDxu4h8szLkDOI_LmK9283yLs9Q958ki9HvSZZr54t24cXjNgMR14JM82rkACl0tkEhtiNao4Yu1SPPLowI_3r88lJV40n1oMFTtiqXA5x8dPpGZmOFA5aCIgHavSrCloNueLPcbpJJ7SQNf3vZ1VHU01IOWeCd5yZWf2-0C/s1024/Agnoletti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="156" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibNI6839qVHmLwl2CTXDxu4h8szLkDOI_LmK9283yLs9Q958ki9HvSZZr54t24cXjNgMR14JM82rkACl0tkEhtiNao4Yu1SPPLowI_3r88lJV40n1oMFTtiqXA5x8dPpGZmOFA5aCIgHavSrCloNueLPcbpJJ7SQNf3vZ1VHU01IOWeCd5yZWf2-0C/s320/Agnoletti.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Forse, ad un certo punto magari pensa di poter avere protezione dalle istituzioni. Non comprendendo il significato di ciò che ha visto, avrebbe intenzione di segnalarlo; ma lo fa a modo suo. Nel corso di un nuovo interrogatorio dichiara: “<i>Io non ho nessun complice. Voi mi volete arrestare mentre sono innocente. Attenzione che non vada a finire così“; ed inoltre “Voi lo sapete che io non sono l’assassino, ma mi tenete in galera perchè state proteggendo qualcun altro</i>“. <br />
L'unico effetto che ottiene é una reazione dura da parte dei Sostituti Procuratori della Repubblica Silvia Della Monica ed Adolfo Izzo, i quali anziché considerare con interesse delle affermazioni tanto singolari, reagiscono bruscamente, e con fare accusatorio. A questo punto, com'é logico che accada, Spalletti,avendo compreso di non poter trovare alcun aiuto in quella direzione, si ritrae: “<i>Niente, niente, dicevo così, tanto per dire qualcosa… L’ho detto per rabbia perché sono innocente</i>“.
<br />
<br />
Dato che il modo di porsi di Spalletti è chiaramente risultato poco gradito agli inquirenti, egli si si rende conto di come quella non sia una strada percorribile; é solo, schiacciato tra un'organizzazione la cui natura non comprende, un "Mostro" che minaccia la sua famiglia, e le istituzioni, che sembano prendere le parti più del "Mostro" che le sue. Alla fine, si chiude in un mutismo assoluto.
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<br />
Riprenderà l'argomento durante il processo ai Compagni di merende. Contattato da un collaboratore dell'avvocato Filastò, gli avrebbe detto: "<i>Non hanno capito nulla, sono fuori strada, è una vergogna!</i>". E poi: "<i>Ma se dietro a tutto quest'affare ci fosse qualcheduno grosso eh? Oppure qualche poliziotto di quelli con le palle grosse... Non è ne la prima ne l'ultima volta. Nessuno ci pensa?</i>" Pertanto, pare che lo stesso Spalletti, alla fine, ne avesse ricavato l'impressione di una faccenda in cui, sebbene a titolo assolutamente ufficioso, fosse implicato qualcuno delle istituzioni, anche senza riuscire a capire di cosa, esattamente, si trattasse.
<br />
<br />
Intanto, però, gli eventi sembrano essere giunti in un vicolo cieco. L'emergenza é stata risolta, ma l'operazione é in stallo. Spalletti rimane in silenzio, ma in galera, senza prospettive. Non si intravedono soluzioni all'orizzonte. <br />
Quanto resisterà Enzo Spalletti in carcere? Non può stare lì indefinitamente; ed in effetti, la moglie ed il fratello cercano di far qualcosa per sbloccare la situazione. Questo qualcosa, inevitabilmente, deve passare per una testimonianza sincera e non reticente; cosa che, evidentemente, al "Mostro" non conviene. Il "Mostro", allora, con un equilibrato atteggiamento tra la rassicurazione e la minaccia, ferma le iniziative legali della famiglia Spalletti, promettendo di far qualcosa per scagionare il congiunto.
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<br />
Ed il qualcosa in effetti avviene, nella notte tra il 22 ed il 23 ottobre; stavolta ne fanno le spese Stefano Baldi e Susanna Cambi, a Calenzano
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKHhCfRYr17yfo-hxfsbiarLwJb7uXJ5BNLP35wXiZKjC8zAQvjaNMD_YU-qveeeVnYX4tpWDeUWmFfuKhCjWN8Ke_7QOD6a2m_FPnR8wKT9DPfTfCo-Ibvm6cKMuwjFT6tMVHlo599HvcWCDQ-TgHVCvSeRh-HSM19Q3Pcpst9V9H6l8cQSeME7-7/s1024/SusannaStefano.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="763" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKHhCfRYr17yfo-hxfsbiarLwJb7uXJ5BNLP35wXiZKjC8zAQvjaNMD_YU-qveeeVnYX4tpWDeUWmFfuKhCjWN8Ke_7QOD6a2m_FPnR8wKT9DPfTfCo-Ibvm6cKMuwjFT6tMVHlo599HvcWCDQ-TgHVCvSeRh-HSM19Q3Pcpst9V9H6l8cQSeME7-7/s320/SusannaStefano.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La squadretta sembra essere stata istruita sommariamente sul da farsi. Tutto appare molto approssimativo. I bossoli reperiti sul posto sono sette. La mutilazione operata sul corpo della bella Susanna é molto diversa da quella subita da Carmela De Nuccio. In realtà, poco importa che sia uguale o diversa; l'autore dello scempio ha fatto ciò che, in linea generale, gli era stato detto di fare, e cioè escindere delle parti genitali, e lo ha fatto come gli é venuto. Senza alcuna pretesa di farla somigliare a quella dell'omicidio precedente. Sarebbe un dettaglio, un inutile perfezionismo , perché alla fin fine, in un modo o nell'altro, accade ciò che doveva accadere: altri due ragazzi morti, e Spalletti scarcerato.
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<br />
Ma, sopratutto, l'operazione può riprendere.
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<br />
Si verifica però un'altro imprevisto.
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<br />
Tu, Lettore, come ti figureresti un "mostro"? Io in molti modi; ma in questa specifica circostanza tendo a figurarmelo come l'Idra di Lerna. In pratica, un serpente, anche se con molte teste.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8ZXiDwq8ZncZE2JaRdPHGqJKDyb1bm7irmSkiHcPVt78Ofq2Bcms09t51RR1v8gVJ7a6HBtOTyVVqzCISZims5SERK4jfsXrENL3k9UU4SOENODzsAPxIoU6Lf3zrCpGY7RKwhkU802UUYbtB6G83_lr13yqOBt1vDrWAY_OExzkU6D1OFiUwRA25/s1024/Idra.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="353" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8ZXiDwq8ZncZE2JaRdPHGqJKDyb1bm7irmSkiHcPVt78Ofq2Bcms09t51RR1v8gVJ7a6HBtOTyVVqzCISZims5SERK4jfsXrENL3k9UU4SOENODzsAPxIoU6Lf3zrCpGY7RKwhkU802UUYbtB6G83_lr13yqOBt1vDrWAY_OExzkU6D1OFiUwRA25/s320/Idra.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ma perché proprio l'Idra di Lerna? Perché Lettore, se ricordi, le teste dell'Idra di Lerna avevano la prerogativa di poter ricrescere se mozzate; ed una era immortale. Ciò ben si adatta alla figura del "Mostro", in cui la testa immortale sarebbe rappresentata dal Qualcunaltro. Ma subito dopo Calenzano, il problema si pone per le altre teste, una particolare; infatti, essa muore. Per la precisione, a passare a miglior vita sarebbe la "testa" impersonata da quel direttore, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-castelletti-di.html" target="_blank">menzionato qui</a>, il cui <i>factotum</i> faceva "Mele" di cognome.
<br />
<br />
Perché morirebbe una delle teste del "Mostro"? Apparentemente per cause naturali; poiché però la sera prima di sentirsi male e poi morire, la "testa" era stata a cena con un tipino di quelli che... "ti raccomando!", c'é chi sospetta che la morte poi così naturale non sia stata. Questo perché non é ben chiaro neanche da che parte stesse il tipino; a volta sembra con il Qualcuno, a volte contro il Qualcuno, a volte dalla parte del Qualchealtro... non si é mai capito bene. Quello che si é capito é che é stato coinvolto, sempre da comprimario e mai da protagonista, in diversi episodi torbidi che hanno funestato la storia della nostra repubblica; e tra questi, in particolare, anche quello, cui si é più volte accennato, accaduto nel 1980, e che potrebbe configurarsi come l'origine della necssità di riaccendere le luci sul passato del Qualcuno.
<br />
<br />
D'altra parte, però, la "testa del Mostro", a sua volta, non é che fosse uno sprovveduto; certo, per impersonare la "testa del Mostro" non avrebbe mai potuto esserlo. Così, si continua ad oscillare tra la versione ufficale della morte naturale e quella meno ufficiale di una morte meno naturale. Qui però, al riguardo, mi fermo; se, Lettore, cominciamo a correre dietro a tutti gli intrighi ed a percorrere ogni diramazione della trama, rischiamo di non arrivare più dove ci prefiggiamo. Pertanto, evitiamo di complicare una faccenda già abbastanza complicata di suo, e consideriamo soltanto quegli aspetti degli eventi che hanno stretta attinenza con ciò di cui ci stiamo occupando. E l'evento "scarno" é il fatto che il Servizio perde improvvisamente il suo amato direttore operativo.
<br />
<br />
Abbastanza prevedibilmente, ciò non può che risolversi in una condizione di confusione organizzativa per il "Mostro", almeno fino alla ricrescita di una nuova "testa"; tanto più nel caso specifico, nel quale le imprese del "Mostro" sarebbero, in un certo senso "subappaltate".
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<br />
Nondimeno, essendo venuta meno, almeno apparentemente, la necessità di ammazzare altre persone, il piano può continuare. Gli eventi così seguirebbero, da questo punto in poi, la sequenza cronlogica <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">descritta qui</a>.
</div>
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<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Ancora sulle segnalazioni, anonime o meno che siano</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
In <a href="Mostro Firenze 1: https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">questo post</a> sottolineavo le differenze tra i diversi tipi di verità, considerando in particolar modo una "verità di fede" equivalente alle verità processuali
<br />
<br />
Nella vicenda del c.d "Mostro di Firenze" compare una contraddizione insanabile in coloro che se ne occupano. Da un lato, molte persone, affette da una forma inguaribile di "manicheismo giudiziario" spulciano atti e documenti con accettazione acritica dei loro contenuti, rigettando tutto ciò che può essere in contraddizione con essi. Dall'altro, però continuano ad occuparsi della faccenda proprio perché insoddisfatti dalla "verità processuale"-
<br />
<br />
In effetti, Lettore, consideriamo il caso di un ragazzo che a diciotto o diciannove anno consegua il diploma di maturità; si iscriva in giurisprudenza, e dopo cinque anni prenda il diploma di laurea magistrale. Finisca il tirocinio post laurea, indi vinca un concorso in Magistratura. Ecco, si dà il caso che una persona come tante altre, improvvisamente, per aver vinto un concorso divenga incorrutttibile ed infallibile nel determinare quale sia la "verità" ; sulla infallibilità, e le sue conseguenze, può essere illuminante la vicenda di Filippo Pappalardi, il padre dei piccoli Francesco e Salvatore, tenuto due anni in carcere con l'imputazione di averli uccisi; o, dico io, con la scusa di averli uccisi, scusa che Emilio Marzano e Antonino Lupo hanno usato per tenerlo in galera.
<br />
<br />
Sebbene Emilio Marzano e Antonino Lupo, essendo magistrati, dovessero essere infallibili, la loro infallibità ha dovuto fare i conti con l'evidenza. Il lato triste della faccenda é che quando non c'é evidenza schiacciante l'infallibilità resta. La superficialità dell'uomo medio privilegia sempre la forma rispetto alla sostanza fin quando la sostanza diviene di un'evidenza così macroscopica che nulla e nessuno riesce a far restare in piedi la forma. Nessuno sembra aver imparato la lezione; nemmeno quella dei poveri bambini di Gravina di Puglia, che ce l'hanno impartita sulla loro pelle.
<br />
<br />
Per le testimonianze é lo stesso. Una testimonianza é una testimonianza. Può essere vera e può essere falsa, dipendentemente da quale sia l'aderenza ai fatti che vorrebbe riportare; ma, un a volta resa, la sua veridicità non é suscettibile di cambiamento in alcun modo. Mi spiego meglio. Io posso fare delle affermazioni riguardo ad un evento. Queste possono rispecchiare in qualche modo dei fatti, per quanto valutati in maniera soggettiva (testimonianza vera), o non rispecchiarli affatto, perché inventati di sana pianta o in parte (testimonianza falsa). Se la testimonianza sia vera o falsa, lo sarà a prescindere dalla forma in cui viene resa. Se gli stessi contenuti, falsi, vengono scritti su un verbale ed un sottoufficiale di Polizia Giudiziaria vi appone la propria firma, essi non diverrano magicamente veri solo per questo.
<br />
<br />
Sto riferendomi ancora alla storia del "Maresciallo Fiori", che é l'unica versione "ufficale" della vicenda; il Maresciallo Fiori si sarebbe ricordato dell'evento di Signa , e ne avrebbe parlato con Olinto dell'Amico, che si sarebbe poi attivato.
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<br />
Bisogna chiedersi: come e perché é l'unica versione ufficale?
<br />
<br />
Il come, fondamentalmente, é che lo dice il Giudice Rotella. Ma vi sono delle circostanze nelle quali <b><i>persino l' affermazione di un giudice</i></b>, per quanto egli sia infallibile, non é sufficiente per essere verità assoluta; in tali casi, un supporto, altrettanto formale, é spesso in grado di legittimarne la veridicità .
<br />
<br />
E nel nostro caso il supporto formale é costituito dalla dichiarazione del Maresciallo Fiori resa nel novembre del 1986. Poiché é scritta su un modulo che, nell'intestazione in alto a sinistra, reca scritto "<i>Art. 357 Cod. proc. pen.</i>" , e nei fatti consiste nell'applicazione degli articoli 348 e 351 del cpp, la storia diviene "vera". Che poi, essa potrebbe anche essere parzialmente vera, anzi, lo sarà di certo, ma non può essere l'unica verità.
<br />
<br />
Allora, la domanda sarebbe, piuttosto: perché il giudice Rotella ha la necessità di supportare le sue affermazioni con la dichiarazione formale del Maresciallo Fiori? Perché, in fin dei conti, l'affermazione di Rotella acquista valore formale, <b><i>ma solo formale</i></b>, se supportata da un documento "ufficiale", quale la dichiarazione a verbale di Fiori, che a sua volta non prova nulla. Rotella sostituisce una dichiarazione sua, che potrebbe non corrispondere a verità, con la dichiarazione di Fiori, che potrebbe non corrispondere a verità.
<br />
<br />
Quale sarebbe la necessità del ricorso a tale contorta procedura? In altri termini, perché questa <b>deve necessariamente</b> essere la versione ufficiale?
<br />
<br />
Da quanto lo stesso Rotella scrive nella sua sentenza, le necessità in realtà sarebbero state due, ben distinte; e si evincono perfettamentamente da quanto egli scrive nella sua sentenza:
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<span style="font-family: courier new;">
Il G.I. dell'epoca, avvertito, disponeva il recupero del fascicolo processuale. Intorno al 20 di luglio del 1982 esso si trovava sul suo tavolo. Allegati al fascicolo erano, per fortuita e inspiegabile combinazione, i bossoli e i proiettili rinvenuti dopo il duplice omicidio. Disposta comparazione, già a livello informale si accertava l'identità dell'arma adoperata nel 1968 e nel 1982.<br />
Il giudice avvertiva il p.m.. La notizia veniva tenuta segreta per necessità imprescindibili delle indagini, che avrebbero poi condotto all'incriminazione di Francesco Vinci.<br />
Scagionato quest'ultimo dalle sopravvenienze nel 1984, la riservatezza del 1982 avrebbe suscitato non poche diffidenze, mai sopite, nei mass-media e perciò nell'opinione pubblica, con seguito di anonimi consiglieri che hanno ritenuto d'indirizzare le indagini nei confronti di taluno degli stessi membri delle stesse forze di P.G.<br />
Nel 1983 tutti coloro che, tra i carabinieri del gruppo di Firenze, avevano contribuito alla scoperta del precedente sono stati escussi e taluni, nuovamente, negli anni successivi. Da ultimo, in questo 1989, si è ritornati incidentalmente sull'argomento, in rapporto ad atti rinvenuti nel fascicolo del Nucleo Operativo della Compagnia di Prato (cfr: fascicolo 'Parretti' in vol. 7K), ed alla possibilità, <b>smentita in maniera assoluta</b> dagli accertamenti, che la notizia del precedente del 1968 fosse stata ottenuta diversamente, per esempio attraverso una confidenza.<br />
Analogamente <b>non ha nessun fondamento</b> che sia pervenuto al G.I. dell'epoca (1982) un anonimo, nel quale fosse menzionato in relazione agli omicidi delle coppie, il precedente di Signa.
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<div style="text-align: justify;">
Le necessità sarebbero quindi sia quella di tenere nascosto il legame tra Signa del "Mostro" per questione relative alle indagini, sia la necessità di abbattere certe "diffidenze, mai sopite, nei mass-media e perciò nell'opinione pubblica, con seguito di anonimi consiglieri che hanno ritenuto d'indirizzare le indagini nei confronti di taluno degli stessi membri dellestesse forze di P.G"
<br />
<br />
Le "necessità" delle indagini avrebbero tenuto nascosto l'origine della pista sarda per l'inciminazione di Vinci. E la polemica inizia nel 1982 ed ha un culmine nel novembre dello stesso anno. Quando il Vinci é già stato arrestato, per cui la prima "necessità" verrebbe a cadere.
<br />
<br />
Le "necessità" verso l'opinione pubblica, invece, emergono evidentemente ben più tardi, e restano in piedi, in pratica, fino ai giorni nostri. Rotella parla di escussione nel 1983 e negli anni successivi, ma siamo andati molto più in là degli "anni successivi".
La testimonuanza di Fiori è del 1986, ma a Piattelli verranno richieste informazioni anche in tempi ben più recenti. Dichiara il luogotente Fattorini in un'intervista:<br />
<br />
"<i>Io ho la certezza... perché ho la certezza... perché anche recentemente ho parlato... mi sono incontrato con l'appuntato Piattelli... mi disse che era stato cercato non sa lui neanche da chi...dico:ma come mai... eh, perché volevano sapere se effettivamente la notizia l'avevamo... l'aveva data il maresciallo Fiori. il Maresciallo Francesco Fiori che purtroppo é morto. [...]. Poi, della lettera anonima, noi allora non si seppe nulla. Io l'ho saputo poi dai giornali, ma dopo l'85 però si é saputo di questa lettera anonima... [..] però quello che mi diceva lui é che loro non si ricordavano della pistola</i>"
<br />
<br />
Il video, di Flanz Vinci, é stato pubblicato nell'aprile 2021; l'intervista sarà stata raccolta prima; quanto, prima? Anche se fosse stata raccolta dieci (!) anni prima, significherebbe che ancora nel secondo decennio del ventunesimo secolo l'appuntato Piattelli veniva interrogato "non sa lui neanche da chi" sulla vicenda, che quindi é ben lontana dall'essere stata risolta con la dichiarazione a verbale del Maresciallo Fiori
<br />
<br />
Se la faccenda fosse stata:<br />
<br />
1) effettivamente subordinata solo alle necessitò delle indagini nel 1982<br />
2) chiara o almeno inequivocabilmente chiarificata
<br />
<br />
non ci sarebbe stata ragione di trascinarla per così tanto tempo. Evidentemente non é né l'uno né l'altra
<br />
<br />
Il problema sta nel fatto che vi sono <b><u>altri</u></b> testimoni che dicono che le cose non sono andate così. E vi sono anche evidenze.
<br />
<br />
Gli altri testimoni sono <b><i>almeno</i></b> il carabiniere intervistato da <i>Davide Rossi</i> e che afferma di aver <b><u>visto personalmente</u></b> il ritaglio di giornale, ed il giudice Tricomi, che riferisce anche lui di aver visto il ritaglio di giornale.
<br />
<br />
Inoltre, il giudice Tricomi parla di un "sottufficale" dei carabinieri nel suo libro, e menziona il "Maresciallo Fiore" nel biglietto di Spezi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaQoNgtobvfD8GSi6QDbTZaCT8-KirTiUA_HUXbZ1A1vs8gvOiC7BJhXEDTUqLF3o7kZOdcRDg-3o4Q_J7ZwVjD_O8aiqtXqxcSKw6k9gwdbAdSQkgZgv_z5I8XmAf5iG08cAIuedDoNDEz2Zqu2AuvNb7jrtf5p6olDIj2q2qHKXXfne9xIALZAzA/s1024/biglietto%20Spezi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="678" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaQoNgtobvfD8GSi6QDbTZaCT8-KirTiUA_HUXbZ1A1vs8gvOiC7BJhXEDTUqLF3o7kZOdcRDg-3o4Q_J7ZwVjD_O8aiqtXqxcSKw6k9gwdbAdSQkgZgv_z5I8XmAf5iG08cAIuedDoNDEz2Zqu2AuvNb7jrtf5p6olDIj2q2qHKXXfne9xIALZAzA/s320/biglietto%20Spezi.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e sempre un sottufficiale é incaricato di recuperare il fascicolo processuale di Stefano Mele a Perugia
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX_zC_6EzLz01xiU-BVoLIzJDRL7PwvHm64OQEI5oS9cMKPJrFkPBpzS4JseaUX8w4r_aPcd--ghrIelFvgy0JOUZxoYE6iJOP7CsTihN2sbUMyPD1cLGQQ_ZDVILXa4w70vh6bF2ikh9mmIvXK047TWJ2ET_-xOVW5ZrFZkMb7coq4jmusi7cDHtN/s1024/Richiesta%20Tricomi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="576" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX_zC_6EzLz01xiU-BVoLIzJDRL7PwvHm64OQEI5oS9cMKPJrFkPBpzS4JseaUX8w4r_aPcd--ghrIelFvgy0JOUZxoYE6iJOP7CsTihN2sbUMyPD1cLGQQ_ZDVILXa4w70vh6bF2ikh9mmIvXK047TWJ2ET_-xOVW5ZrFZkMb7coq4jmusi7cDHtN/s320/Richiesta%20Tricomi.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre non parla <b><i>mai</i></b> di Olinto dell'Amico, che in quanto colonnello sarebbe ufficiale e non sottufficiale.
<br />
<br />
Le evidenze sono poi la richiesta al "Cittadino Amico", pubblicata su "La Nazione" del 20 luglio 1982, che tutti hanno potuto leggere
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj_zurEtapM3iTlVnxv5rlazoVf5RHDNalopSJ3WuZTMUQixBmv-9yWbgZb16ujSDmHiS45dsG-kX87_vQMbMlgtTV2_XFupDIlgKZySazJK0DL_B2Zi16hsOY4x9cRFu6CJ77WnjYiwwTzAhqE8nYYYHTxrXptaTsTuDBhcrpWSAOj5xivVpjr8bZ/s1024/cittadino%20amico%20giornale.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="718" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj_zurEtapM3iTlVnxv5rlazoVf5RHDNalopSJ3WuZTMUQixBmv-9yWbgZb16ujSDmHiS45dsG-kX87_vQMbMlgtTV2_XFupDIlgKZySazJK0DL_B2Zi16hsOY4x9cRFu6CJ77WnjYiwwTzAhqE8nYYYHTxrXptaTsTuDBhcrpWSAOj5xivVpjr8bZ/s320/cittadino%20amico%20giornale.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e la richiesta di SIlvia Della Monica di rientrare in possesso della lettera anonima che le sarebbe stata spedita
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOFfQ1X_qq0bpt6_KhcV0NrzowCP9bjX-pEeIYG-XqjeeRG6ziwkwSLDHwKbDPx5eCIZuRJRXQlbS3AuixhOgMCXAT7Chr_SI2hLl0LKLpf7Ah27eycWPA176aXog_5Ib7NpjG1mAkwI2hS6plHTQ_2R0TLZXe_RgpzAlObu-InPKCBLvAuKkdBxiy/s1024/Della%20Monica.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="674" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOFfQ1X_qq0bpt6_KhcV0NrzowCP9bjX-pEeIYG-XqjeeRG6ziwkwSLDHwKbDPx5eCIZuRJRXQlbS3AuixhOgMCXAT7Chr_SI2hLl0LKLpf7Ah27eycWPA176aXog_5Ib7NpjG1mAkwI2hS6plHTQ_2R0TLZXe_RgpzAlObu-InPKCBLvAuKkdBxiy/s320/Della%20Monica.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
richiesta che sicuramente non prova che la lettera anonima sia realmente esistita, ma altrettanto sicuramente prova che alla Della Monica l'esistenza di una lettera anonima era stata comunque riportata.
<br />
<br />
Quindi, all'infuori del verbale relativo alla dichiarazione di Francesco Fiori (che, già in quiescenza, venne <b>convocato</b> e <b>rispose a domande specifiche</b> quattro anni e mezzo dopo Baccaiano) non vi sarebbe alcuna evidenza del coinvolgimento di Olinto dell'Amico. Ma allora, perché Olinto dell'Amico compare come un fungo, qui? Mah, Lettore, io fossi in Te rigirerei la domanda a Carlo Palego che forse una risposta ce l'ha...
<br />
<br />
Comunque sia, sempre seguendo <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">questo post</a>, considerando tutte le versioni come verità parziali, pertanto tutte vere ma riferentesi ad eventi accaduti in tempi diversi, il primo atto <i><b>deve necessariamente</b></i> essere stato l'invio del ritaglio di giornale a Borgo Ognissanti, con l'appunto, sul fascicolo processuale di Stefano Mele scritto a penna e la sottolineatura Calibro 22, presumibimente tra la fine del 1981 e l'inizio del 1982.
<br />
<br />
Come detto più volte, <i>Davide Rossi</i> ha raccolto la testimonianza del carabiniere <b>che ricevette il ritaglio</b>, e fu inviato dal suo superiore ad avvertire Tricomi, ma il racconto dell'intervistato si ferma in questo punto, ed egli, dopo ciò, del ritaglio non sentì mai più parlare; così sono stato costretto a dare libero sfogo alla mia fantasia per immaginare il possibile prosieguo degli eventi. Che mi sono figurato in questo modo:
<br />
<br />
I carabinieri inviati chiedono di essere ricevuti da Tricomi; nella sua stanza entra uno dei due.
<br />
<br />
Tricomi sta attendendo ai casi suoi, e solleva appena lo sguardo.
</div>
<br />
<br />
<span style="color: red;"><i>- Dottore...?</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- Sì, cosa c'é?</i></span> <br />
<br /><span style="color: red;"><i>- E' arrivato un ritaglio di giornale con una segnalazione interessante, ed abbiamo pensato di doverla informare...</i>"</span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- Avete fatto bene.</i></span> <br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tricomi abbassa nuovamente lo sguardo e torna ad attendere ai casi suoi; il carabiniere esce dalla stanza. Fuori, ad attenderlo, é rimasto il suo collega
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS7bb_HcQUnflXsEg2QdL51WwG34B4m9nM-NHSUjSh4p1MmoKE2zNieQwGM_bX1GvMu5oQk83d59AogQuzVJaVTHtHkPIECorHFaF9egXUT8wzqWWkP1zcUmQd0OExSVHOW6j4DOYDSknZtrehAyMacz--U-cvo99Bxq2eaDlKJwJL0ojdm0JcC4i3/s1024/vign_1a.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="581" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS7bb_HcQUnflXsEg2QdL51WwG34B4m9nM-NHSUjSh4p1MmoKE2zNieQwGM_bX1GvMu5oQk83d59AogQuzVJaVTHtHkPIECorHFaF9egXUT8wzqWWkP1zcUmQd0OExSVHOW6j4DOYDSknZtrehAyMacz--U-cvo99Bxq2eaDlKJwJL0ojdm0JcC4i3/s320/vign_1a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non vorrei ritornare sulla possibilità dell'esistenza di un "Maresciallo Fiore" ed un "Maresciallo Fiori"; per semplificarci la vita, assumiamo che chi parla del "Maresciallo Fiore" intenda sempre e comunque riferirsi, sbagliando, al "Maresciallo Fiori". Così, passa un po' di tempo, e della faccenda si parla con il Maresciallo Fiori, il quale, consultandosi con l'appuntato Piattelli, sembra ricordare qualcosa
</div>
<br />
<br />
<span style="color: red;"><i>- Il riferimento sembra essere quello del delitto di Signa... io non c'ero... ma non é stato nel 1964?</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- No, era il 1968</i></span> <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>- Sei sicuro?</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- Sicurissimo no, ma non ricordo niente nel 1964; che io mi ricordi, fu nel 1968.</i></span> <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>- Allora la cosa avrebbe un fondamento?</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- Probabilmente sì; si dovrebbe indagare. L'anonimo che ha inviato il ritaglio suggerisce di verificare il fascicolo del processo che si tenne a Perugia. Converebbe mostrarlo al Giudice Istruttore</i></span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
I due tornano da Tricomi, stavolta con il ritaglio di giornale; ed é il Maresciallo Fiori ad entrare nella stanza
</div>
<br />
<br />
<span style="color: red;"><i>- Dottore...? Si ricorda che qualche tempo fa le era stato detto che era arrivato un ritaglio di giornale?</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- Certo, ricordo benissimo</i></span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
in realtà Tricomi non ricorda nulla, anche perché sta arrovellandosi su di un'importantissimo problema, che lo prende particolarmente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEACnWR0TXr9TdRllYF1qCLi5jc5cNhHGYrndc0TOALGORWGk-CYKR6iw1_Tc03NJpUIeNLHmYEplhrq0wqvQHaH2VnHcNhdps-TXDcQUzfPZQXLehvIeqW2k5puNMaC-NmJ-vo9AnhmDaIrRw-xNlDTyDXsRpebr74EWrq3zwiuhJC8RRtIUp9WwY/s1024/vign_2a.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="492" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEACnWR0TXr9TdRllYF1qCLi5jc5cNhHGYrndc0TOALGORWGk-CYKR6iw1_Tc03NJpUIeNLHmYEplhrq0wqvQHaH2VnHcNhdps-TXDcQUzfPZQXLehvIeqW2k5puNMaC-NmJ-vo9AnhmDaIrRw-xNlDTyDXsRpebr74EWrq3zwiuhJC8RRtIUp9WwY/s320/vign_2a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="color: red;"><i>- Bene, le abbiamo portato il ritaglio...</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- Avete fatto bene
</i></span> <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>- Ecco, siccome ci sembra di ricordare che il riferimento sia reale, desideravo chiederle: é possibile richiedere la trasmissione del fascicolo?</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>- Si, certo, é possibile</i></span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
risponde Tricomi, indi abbassa lo sguardo e torna ad occuparsi del problema del piccione. Fiori esce dalla stanza
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEq9neiWG_RrdKQs0B8Eu6_IUY0iaEWIk4mL8vLhR5f1eatz4Z70lWbNBC1KamkxKNP4J0O20yNvYbk75YjRRip_xSpv5NzEEOaMg4s8oAn6ssimyvVXD8UcDV8nDG3h8fFtkkyQnWL23w5iQdqEiLwH6yYHqa9IIGRo6jHemtRyNLgJOIpfEV_iMU/s1024/vign_1b.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="581" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEq9neiWG_RrdKQs0B8Eu6_IUY0iaEWIk4mL8vLhR5f1eatz4Z70lWbNBC1KamkxKNP4J0O20yNvYbk75YjRRip_xSpv5NzEEOaMg4s8oAn6ssimyvVXD8UcDV8nDG3h8fFtkkyQnWL23w5iQdqEiLwH6yYHqa9IIGRo6jHemtRyNLgJOIpfEV_iMU/s320/vign_1b.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente l'errore fu quello di informare il Tricomi anziché Adolfo Izzo o Silvia Della Monica, in Procura. A questo punto, il ritaglio viene riportato dov'era, e finisce da qualche parte insieme alla miriade di segnalazioni anonime di quel periodo; non si troverà mai più.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Un intervento della massima urgenza</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il "Mostro" scalpita: é mai possibile che non accada nulla? Si é usciti dallo stallo di Spalletti, si é inviato il ritaglio di giornale... e poi? Perché questi stupidi ignavi non si attivano?
<br />
<br />
Così, il "Mostro" resta a guardare con ansia aspettante, cercando di risolvere i problemi di disorganizzazione interna lasciati dalla precoce dipartita della sua "testa", in attesa che ne cresca una nuova. E poiché la crescita una nuova "testa" non può certo avvenire per nomina ufficiale né tantomeno per concorso, il fatto che nell'attesa nell'ambito del Servizio stesso continui a regnare un po' di disorganizzazione é ciò che ci si aspetta.
<br />
<br />
Ciò che invece non ci si aspetterebbe é che, in queste condizioni di scarsa organizzazione, anzi, <b><i>nonostante</i></b> essa, il "Mostro", ad un tratto, senta il bisogno di attivarsi urgentemente.
<br />
<br />
Che sia un'urgenza, lo si capisce dalla "qualità" della squadretta messa in campo; una squadretta di sprovveduti mandata in giro, la notte tra il 19 ed il 20 giugno 1982, ad ammazzare qualcuno, chiunque purché sia. E' possibile che sia composta da sole due persone, e neanche dotate di arma bianca; ma che, comunque, devono portare a casa un risultato.
<br />
<br />
Che siano degli sprovveduti, lo si capisce dalla "qualità" del risultato sul campo. Vedi, Lettore, ci sono aspetti della Moderna Mostrologia che, per quanto mi sforzi, proprio non riesco a capire. Uno di questi é la pretesa che il "Mostro" avrebbe mostrato (altrimenti che Mostro sarebbe?) abilità e freddezza durante il delitto di Baccaiano.
<br />
<br />
Consideriamo i seguenti elementi:
<br />
<br /><br />
1) non é <b><i>mai</i></b> accaduto che il "Mostro" ricaricasse l'arma; e non lo fa neanche a Baccaiano. Il "Mostro" utilizza <b><i>sempre e solo</i></b> le munizoni con le quali ha <b><i>preventivamente</i></b> caricato l'arma<br /><br />
2) Paolo Mainardi é rimasto vivo<br /><br />
3) il "Mostro" <b><u>non</u></b> voleva che Paolo Mainardi rimanesse in vita; altrimenti, accortosi di ciò, non si sarebbe preoccupato di telefonare ripetutamente all'Allegranti<br /><br />
4) il "Mostro" ha sparato ai fari dell'automobile<br /><br />
<br />
<br /><br />
<b>ERGO</b>
<br />
<br /><br />
il "Mostro" ha <b><u>sprecato</u></b> le munizioni che aveva a disposizione sparando ai fari dell'auto anziché al Mainardi; per poi preoccuparsi terribilmente e telefonare all'Allegranti
<br />
<br />
<b>E questo sarebbe qualcuno "freddo e abile"?!? Questo é poco più di un deficiente!</b>
<br />
<br />
Pertanto i primi sprovveduti resisi disponibili vengono mandati alla ventura; e la ventura li conduce ad incrociare i destini di Paolo Mainardi e Antonella Migliorini. Probabilmente la vedono come un'occasione, ed improvvisano.
<br />
<br />
Io, dal canto mio, non voglio improvvisare dinamiche; ma il risultato finale dell'improvvisazione lo conosciamo bene.
<br />
<br />
<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">Qui</a> e <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_8.html" target="_blank">qui</a> ho sottolineato alcuni dettagli dai quali é possibile evincere degli aspetti salienti relativi al delitto Baccaiano; in particolare, é inequivocabile come il primo colpo esploso sia stato quello sul parabrezza (il che significa che chi sparava doveva essersi nascosto tra gli arbusti ai margini del corso d'acqua), e che i ragazzi presentassero ecchimosi in varie parti del corpo, come da trazione della cute. E' verosimile che essi siano comparsi in seguito al posizionamento dei ragazzi sul sedile posteriore; spero con tutto il cuore che Antonella Migliorini fosse almeno <i>in limine vitae</i> quando ciò si verificò, mentre per Paolo Mainardi sappiamo con certezza che non é così.
<br />
<br />
E con certezza sappiamo anche che chi aveva in mano la pistola sparò ai fari, e probabilmente lo fece prima di sparare ancora a Paolo Mainardi; altrimenti, se avesse avuto ancora un numero sufficiente di colpi, anziché lasciarlo in vita, lo avrebbe finito.
<br />
<br />
Anche solo questa considerazione sarebbe sufficiente per farci capire che accozzaglia di inetti e sprovveduti si sia dovuto mettere insieme, in fretta e furia, quella sera.
<br />
<br />
Inetti e sprovveduti che, dopo un'azione condotta in maniera ridicola, sono costretti a scappare via, indi si danno una ripulita alla bell'e meglio, e tornano sul luogo dell'omicidio mischiandosi ai curiosi per, direbbe la buonanima di Enzo Jannacci, "vedere di nascosto l'effetto che fa".
<br />
<br />
Abbastanza curiosamente, cosa vede la squadretta di sprovveduti? Vede giungere un'altra squadretta di sprovveduti su un'ambulanza. Evidentemente, é la loro serata (degli sprovveduti, intendo).
<br />
<br />
Infatti, dall'ambulanza scendono due ragazzini impauriti, ed uno più grandicello, ma impaurito anch'esso; sono così confusi da aprire con il piede di porco una portiera chiusa con la sicura, quando l'altra é invece aperta ed ha anche il vetro rotto.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Soccorritore più che autista</b>
</i>
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
L'unico un po' più scafato sembra essere l'autista che, contravvenendo a qualsiasi regola, procedura o protocollo che lo vorrebbe a guidare o a preparare la lettiga per i soccorritori, prende in mano la situazione, entra in auto, ed avvisa gli altri, che neanche si accorgono di ciò che sta accadendo, che Paolo é ancora vivo.
<br />
<br />
Ed é proprio da questo particolare, Lettore, che possiamo desumere, con scarso margine d'errore, che la squadretta fosse ritornata sul luogo del delitto. Vediamone insieme la motivazione
<br />
<br />
Diamo innazitutto una rapida scorsa alla recente normativa che regola gli intereventi di soccorso, ed in particolare le definizioni che sono di nostro interesse qui
<br />
<br />
Un'ambulanza senza né medici né inferimieri é definita <b><i>Mezzo Sanitario di Base (MSB) per trasferimento</i> non <i>protetto</i></b>. Attualmente, per un paziente in condizioni cliniche come quelle di Paolo Mainardi, il trasporto (primario o secondario) <b><u>non</u></b> protetto non sarebbe legalmente possibile. Negli anni Ottanta questo aspetto era era diverso; ma i principi sono in qualche modo rimasti simili.
<br />
<br />
Nel 2019 é stato redatto in Disegno di Legge n.1127, che ha regolamentato la formazione e le mansioni dell'autista soccorritore; per sostituire queste:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiufwN9VYYSNgZsZciwOB4suc3sKpLnp8CDx8ST7Ozze-8EdQqwKCjvNQ61unnTv5zHlF3Zc9Alvnz5m-DCb9eBV8IFf2bHaN1YOOXOFECxUUO82qKHj9p-QtcMf-T2niYhwiUBP601Fs-1DFkxUDI_v6V-NnVCA1W1bNB4cReZgKTs84XEAhrD2Rdz/s1024/compiti%20autista.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="599" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiufwN9VYYSNgZsZciwOB4suc3sKpLnp8CDx8ST7Ozze-8EdQqwKCjvNQ61unnTv5zHlF3Zc9Alvnz5m-DCb9eBV8IFf2bHaN1YOOXOFECxUUO82qKHj9p-QtcMf-T2niYhwiUBP601Fs-1DFkxUDI_v6V-NnVCA1W1bNB4cReZgKTs84XEAhrD2Rdz/s320/compiti%20autista.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che erano le "Competenze Tecniche" di un Autista Soccorritore dal 1992, anno di istituzione del Servizio "118" con la riforma "De Lorenzo". E prima dell'istituzione del servizio non vi era una codifica precisa delle "Competenze tecniche". La necessità di istituire un servizio di emergenza, infatti, divenne palese nel 1980 ( data che qui sembra ricorrente, non trovi, Lettore? Ma proprio in questo caso, sarebbe una coincidenza ma non una casualità...), ma la prima "incarnazione", pre-De Lorenzo, del "118" si realizzò nel 1990.
<br />
<br />
Prima di allora, sebbene codificate solo a livello locale, le mansioni dell'autista-soccorrittore erano comunque essenzialmente analoghe a quelle riportate sopra; il punto che ci interessa sarebbe il 3) "Collabora attivamente nella gestione del soccorso secondo le indicazioni del team leader sanitario".<br />
<br />
Ma nel caso specifico della Croce d'Oro di Montespertoli, in cosa sarebbe consistita tale collaborazione attiva? Ce lo spiega Silvano Gargalini nel corso della testimonianza resa al processo ai c.d. Compagni di Merende: "<i>Ognuno ci sta il nostro compito... Quando si arriva sul luogo dell'incidente, l'autista deve scendere, e preparare quello che serve, tipo lettiga attrezzature, eccetera..</i>" Anche Marco Martini dice "<i>Allegranti era... credo sia stato a preparare la lettiga per caricare...</i>" Però, proprio quella sera la lettiga, la preparò invece Paolo Ciappi "<i>Quando sono arrivato io... perché io ho sistemato la lettiga, prima..</i>"
<br />
<br />
Pertanto, se i fatti si fossero svolti come previsto dalla normativa, se Paolo Mainardi avesse davvero potuto sussurrare qualcosa a qualcuno prima di spirare, avrebbe potuto farlo all'interno dell'automobile, ad un soccorritore che lo estraeva dall'abitacolo.<br />
Avrebbe potuto farlo in ambulanza, sempre ad un soccorritore, durante il trasferimento. <br />
Avrebbe potuto farlo ad un infermiere dell'ospedale di Empoli, mentre veniva condotto in terapia intensiva. <br />
Avrebbe potuto farlo ad un medico di reparto.<br />
<br />
<b><u>Non mai</u></b> avrebbe inveco potuto farlo all'Allegranti. L'Allegranti, infatti, in condizioni usuali sarebbe stato impegnato nel guidare il mezzo di soccorso durante il trasferimento, e nel preparare la lettiga sul posto; quindi, l'Allegranti, in teoria, sarebbe stata, tra i membri dell'equipaggio, <b><i>l'ultima</i></b> persona in grado di raccogliere ciò che eventualmete avrebbe bisbigliato il Mainardi prima di spirare.
<br />
<br />
Il fatto che l'Allegranti si sia trovato nella necessità di attivarsi <i><b>al posto</b></i> dell'equipaggio e venire <b><i>per primo</i></b> a contatto con Paolo Mainardi é una peculiarità dovuta alla situazione contingente, un'anomalia procedurale di cui poteva essere a conoscenza <b><i>solo</i></b> chi avesse assistito alle operazioni di soccorso.
<br />
<br />
D'altra parte, se il "Mostro" (che, come é ormai evidente da decenni, aveva degli "agganci" nel mondo istituzionale) avesse appreso direttamente, dai suoi "ganci", come in realtà si fossero svolti gli eventi relativi al soccorso, sarebbe venuto anche a sapere che il fatto che il Mainardi avesse detto qualcosa fosse solo un trucco.
<br />
<br />
Quindi, se il "Mostro" telefona <b>proprio all'Allegranti</b>, é estremamente verosimile che abbia assistito a ciò che accadeva; non avrebbe avuto modo di venire a conoscenza altrimenti del fatto che proprio l'ultima persona in grado di raccogliere la testimonianza di un moribondo, quella sera sarebbe stata invece la prima ad intervenire. Certo, potrebbe anche scelto a caso a chi telefonare; non si può esserne sicuri che fosse in grado di ragionare, visto come ha condotto l'azione. Ma la spiegazione di gran lunga più verosimile resta quella che abbia visto in loco lo svolgimento dell'azione di soccorso.
<br />
<br />
Allora, il "Mostro" ha improvvisamente ravvisato la necessità di un'azione, anche approssimativa ed affidata a degli sprovveduti. Ci sarebbe allora da chiedersi: ma perché, improvvisamente, tutta questa fretta? Cosa avrebbe spinto il "Mostro" a far scendere in campo dei perfetti imbecilli? <br />
La domanda, Lettore, non avrebbe una risposta certa ed immediata. Potrei dirTi che, nelle quarantott'ore precedenti il delitto di Baccaiano, sarebbe accaduto un evento molto, molto grave, che potrebbe avere configurato il pericolo che il Qualcuno si dileguasse, o facesse sparire della documentazione rilevante, con serie ripercussioni sull'esito dell'intera operazione; e che ciò abbia fatto saltare i nervi a qualcuno del "Mostro". Che un tale evento si sia verificato é certo; ciò che non posso assicurarTi con altettanta certezza é il legame con il duplice omicidio a Baccaiano.
<br />
<br />
Comunque sia, il prosieguo della vicenda resta storia nota; la dottoressa Della Monica dice che Paolo Mainardi ha parlato, e ciò scatena le minacce all'Allegranti.
<br />
<br />
A dare retta ai Mostrologi ciò scatenerebbe anche la pista sarda, perché sarebbe qui che il "Mostro" invierebbe una comunicazione anonima. Ma a dar retta al giudice Tricomi così non é, perché il "Mostro" avrebbe già, precedentemente, inviato il ritaglio di giornale; é solo che tutti avevano minimizzato la segnalazione. <br />
Nello stesso modo in cui, d'altra parte, la Procura minimizza le denunce di minacce dell'Allegranti.
<br />
<br />
Ma la Procura, così come d'altra parte Tricomi, non sembra minimizzare più nulla alla luce dei recenti accadimenti. Sia Vincenzo Tricomi, sia Adolfo Izzo e Silvia Della Monica cominciano ad indagare a 360°; nessun indizio viene tralasciato. Considerano i delitti similari, in Italia e all'estero, commessi dal 1970 al 1981. Censiscono i pazienti psichiatrici. Acquisiscono le copie delle prescrizioni di Norzetam, un farmaco di cui una confezione vuota é stata trovata nella piazzola di Baccaiano; quest'ultimo sforzo investigativo, Lettore, costituisce da un lato una divertente nota di folklore, ma dall'altro é un indice significativo della qualità delle indagini che vennero condotte, e della maniera in cui vennero impiegate le risorse.
<br />
<br />
Censiscono anche le Beretta 22 LR serie 70, ma solo quelle prodotte o cedute dal 1974 in poi.
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<br />
Si interessano aalla sparizione di una Beretta da un'armeria di Borgo San Lorenzo
<br />
<br />
Il "Mostro" riprende a scalpitare. Tutto, sebbene con qualche intoppo, é andato secondo i piani, ma nessuna indagine su Signa viene ripresa; al "Mostro" non resta che riattivarsi nella veste di "Cittadino Amico".
<br />
<br />
Sul "Cittadino Amico" si sa poco. Il carabiniere intervistato da <i>Davide Rossi</i> dice "<i>Di certo, quel ritaglio di giornale non era firmato né 'il Cittadino Amico', né altro. Quel 'Cittadino Amico' deve essere relativo a qualcos'altro che non so</i>". Ciò non stupisce, se consideriamo che il ritaglio deve essere arrivato settimane se non mesi prima il delitto di Baccaiano. Ma possiamo invece farci un'idea di quando deve essere arrivata la segnalazione firmata dal "Cittadino Amico"?
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<br />
Certo che possiamo farcela, ed anche abbastanza precisa.
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<br />
Tutte le indagini disposte dalla Procura con le disposizioni del 3 luglio 1982, si fermano, a ritroso, all'anno 1974, con l'eccezione del censimento di delitti con caratteristiche simili, che comunque non va oltre il 1970; qualunque tipo di evento risalente al 1968 é assolutamente escluso. E ancora il 14 luglio 1982 viene pubblicato su "La Nazione" un articolo a firma Mario Spezi riguardante la sparizione della Beretta di Borgo San Lorenzo; la pistola benché prodotta nel 1967, risultava essere stata consegnata al distributore solo nel 1969, quindi sempre <u><b>dopo</b></u> il delitto di Signa. Se gli inquirenti, oltre a censire solo le armi prodotte o cedute dal 1974 in avanti, si stavano interessando ad una pistola sparita <u><b>dopo</b></u> l'evento di Signa, é chiaro che il delitto Lo Bianco-Locci era ancora al di fuori del loro orizzonte.
<br />
<br />
Il 17 luglio, Vincenzo Tricomi chiedeva alla Cancelleria della Corte d'Assise d'Appello del Tribunale di Perugia il fascicolo del processo a Stefano Mele. E ciò segna l'ingresso del delitto di Signa nell'indagine.
<br />
<br />
Quindi, la segnalazione del "Cittadino Amico" deve essere giunta tra i due eventi, e cioè tra il 15 ed il 16 luglio 1982.
<br />
<br />
Possiamo supporre che, una volta giunta la segnalazione del "Cittadino Amico", ci si sia attivati per recuperare il precedente ritaglio di giornale, che alla luce di ciò assumeva ben altra importanza; ma non si sia più trovato. Personalmente Lettore, il trafiletto che i Carabinieri fecero pubblicare il 20 luglio mi suona come un malcelato tentativo di recuperare ciò che avevano irresponsabilmete perso. Questo é il trafiletto che venne pubblicato, e che puoi leggere Tu stesso
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizgvM-MnVdM4um9ofzrFIPRfhBsoczG5YuRmn_4F0rCKVmnpfn5iTSYaiSb15TfMLV5POkEWxGkBELFLgnSA1_Az1wK3mrziCXSkYaD4I9CPOa2N4fQV__bR21r2VV2EwGcGVl6h6FqEWeSlQKXkHOKHLD05GxWxY0Qj7SaBJYAYv12UpRmiYlSWnY/s1024/cittadinoamico.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="554" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizgvM-MnVdM4um9ofzrFIPRfhBsoczG5YuRmn_4F0rCKVmnpfn5iTSYaiSb15TfMLV5POkEWxGkBELFLgnSA1_Az1wK3mrziCXSkYaD4I9CPOa2N4fQV__bR21r2VV2EwGcGVl6h6FqEWeSlQKXkHOKHLD05GxWxY0Qj7SaBJYAYv12UpRmiYlSWnY/s320/cittadinoamico.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Io, dal canto mio vi leggo, tra le righe
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMT2ZfVDwitM9x8nE21lBCZETBuZ5dI8SnyDJmdKyHfijI2UBLulJ_jRnaljo1toTyb_2fIkrAyNpXE7F2rWe5tPVgz1HOXE6oOLhE1A5yEuuzoz7iCdJoQLoi0fqODrvu583xV1GyOPXv5xdf3OAfuXTfp__LZwHzrqASmX97ysYlCl1PZywczu2H/s1024/cittadinoamicofake.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="554" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMT2ZfVDwitM9x8nE21lBCZETBuZ5dI8SnyDJmdKyHfijI2UBLulJ_jRnaljo1toTyb_2fIkrAyNpXE7F2rWe5tPVgz1HOXE6oOLhE1A5yEuuzoz7iCdJoQLoi0fqODrvu583xV1GyOPXv5xdf3OAfuXTfp__LZwHzrqASmX97ysYlCl1PZywczu2H/s320/cittadinoamicofake.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Il "Mostro" ovviamente si guarda bene dal telefonare; però, per sicurezza, spedisce un'altra comunicazione il cui destinatario sarebbe, stavolta, specificamente individuato in Silvia Della Monica. Purtroppo, l'indirizzo al quale spedisce é sempre la caserma di Borgo Ognissanti.
<br />
<br />
Tuttavia Tricomi, in seguito alla segnalazone del "Cittadino Amico", ha deciso di accantonare momentaneamente la problematica relativa ai piccioni, e dedicarsi alle indagini. Così, si attiva per ciò che riguarda il fascicolo processuale di Stefano Mele, ed i relativi reperti.
<br />
<br />
Recuperato finalmente il fascicolo, esso viene aperto e... miracolo! Bossoli e proiettili calibro 22, ma <i><b>di quel</b></i> calibro 22 sottolineato nel ritaglio di giornale andato perduto, sono, "casualmente", proprio lì, spillati in una semplice bustina di plastica!
<br />
<br />
"<i>Ma che c..o!</i>", avrà pensato il Tricomi, "<i>ho praticamente risolto il caso, alla faccia della Silvia! Anzi, neppure le faccio avere la lettera anonima, così per sicurezza</i>". Quando c'é di mezzo Silvia Della Monica tutti preferiscono sentirsi sicuri; sarà per la presa per i fondelli che aveva organizzato a Baccaiano, con il Mainardi rimasto in vita? Insomma, non si fidano.
<br />
<br />
Che le cose al riguardo siano realmente andate così o meno, avrebbe poca importanza; ciò che importa é che dispone l'esecuzione di una <b>perizia informale</b>, comparativa, tra i reperti ritrovati, per dirla con il giudice Rotella, "<i>per fortuita e inspiegabile combinazione</i>", ed i successivi delitti attribuiti al "Mostro di Firenze".
<br />
<br />
Importa al "Mostro" che può, finalmente, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-6-lo-zio-pieto.html" target="_blank">passare alla fase successiva</a>, e cioè convincere Stefano Mele a parlare; ma importa anche a noi, che possiamo così <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/09/il-mostro-di-firenze-6-lo-zio-pieto.html" target="_blank">proseguire nel raccontino</a>.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI75j7GRCoMs_xHX91bDm6aNVvlp3b9CaACmJSPdS90NZj-QR9_MG8kKDaDG341nnumA1KiyjfZRXpAnm0RJpXBy52y17wYltkNEdLJy--cjU20Ll-oVwrK74F9zA6D1-VDG5cgHIVCFNNcjON19dk4kBcwXhVdN1rxCLeOQAuevwSdHVPTiFg04_s/s1024/end.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI75j7GRCoMs_xHX91bDm6aNVvlp3b9CaACmJSPdS90NZj-QR9_MG8kKDaDG341nnumA1KiyjfZRXpAnm0RJpXBy52y17wYltkNEdLJy--cjU20Ll-oVwrK74F9zA6D1-VDG5cgHIVCFNNcjON19dk4kBcwXhVdN1rxCLeOQAuevwSdHVPTiFg04_s/s320/end.jpg" width="320" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-28033135250014837262022-08-21T21:34:00.026+02:002023-06-09T07:23:14.705+02:00Il Mostro di Firenze 4: il paradosso della "pista sarda"<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Soudain une lueur se fit dans mon esprit ; ces seuls indices me firent entrevoir la vérité ; j’avais découvert la loi du chiffre</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Axel Lidenbrock</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJQYDHvTVBqZJaEe5WlKkTvznabflRqt9LMMoFe0X7tHclYPvmm4VKg345cKkg6wOEhWKtr9i_BdEjvjj3aXB73t6NoSN6bqe1XYJpOIluXtWY5ejlq-3iIsj1Rvxq-_u4cUSG12azJq8MboiytTX-bi3pyMgJZNbP0wmDsb4e26jkTnlZeoon5SB9/s1024/crypto.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="683" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJQYDHvTVBqZJaEe5WlKkTvznabflRqt9LMMoFe0X7tHclYPvmm4VKg345cKkg6wOEhWKtr9i_BdEjvjj3aXB73t6NoSN6bqe1XYJpOIluXtWY5ejlq-3iIsj1Rvxq-_u4cUSG12azJq8MboiytTX-bi3pyMgJZNbP0wmDsb4e26jkTnlZeoon5SB9/s320/crypto.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
L'ultimo post, quello sul delitto di Rabatta, si chiudeva con un riferimento al 1981, e conseguentemente agli accadimenti relativi alla vicenda "Mostro di Firenze" di quell'anno, completo di link al presente post.
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<br />
Probabilmente, Lettore, starai pensando che ci sia un errore nel link, perché l'apertura della cosiddetta pista sarda avviene nel 1982, e segue tre delitti fondamentali nella storia del "Mostro di Firenze"; quindi non sarebbe rispettata la sequenza degli avvenimenti, la loro cronologia.
<br />
<br />
Se stai pensando ciò, hai perfettamente ragione, <b>crono</b><i>logicamente</i> parlando; ma <i><b>logicamente</b></i> parlando non é esattamente così.
<br />
<br />
Come abbiamo introdotto <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_24.html" target="_blank">qui</a> , e ribadito nei precedenti post di questa serie, stiamo cercando di vedere la vicenda del "Mostro di Firenze" come fosse un indovinello regressivo, e ne cerchiamo la soluzione logica attraverso il c.d. "pensiero laterale".
<br />
<br />
Uno dei "punti d'attacco", dei migliori appigli per poter applicare il "pensiero laterale" sarebbero le incongruenze ed i paradossi, che costituiscono degli accessi privilegiati, vere e proprie porte di ingresso al ragionamento che dovrebbe consentire di risolvere l'indovinello.
<br />
<br />
Ora, gli eventi che condussero all'apertura della cosiddetta "pista sarda", antecedenti ad essa, costituitscono insieme forse la maggior incongruenza, il paradosso più grande dell'intera vicenda. Pertanto, per procedere nel nostro tentativo di risoluzione dell'indovinello regressivo, dobbiamo cercare di sfruttare questo accesso.
<br />
<br />
Il paradosso della pista sarda ha inoltre un'importanza fondamentale nella nostra storia anche per un altro motivo: la sua <b>validazione</b>.<br />
<br />
Infatti, la soluzione del paradosso é uno dei pochi aspetti rimasti, in questa storia, ad essere falsificabile. Pertanto, se la risoluzione del paradosso che troveremo qui verrà dimostrata falsa, l'intero paradigma crollerà come un castello di carte esposto ad una corrente d'aria; se invece essa dovesse risultare verificata... ma procediamo con ordine.
<br />
<br />
Per potere valutare e tentare di spiegare il paradosso della pista sarda, occorre innanzitutto vederlo come tale, rilevarne la presenza, cioè, rendersi conto di come alcuni eventi sembrino in effetti contraddittori e paradossalmente incongruenti.
<br />
<br />
L'interpretazione di tali eventi non é però univoca; così come non univoca é l'interpretazione dei fatti desumibili dalla documentazione e dalle testimonianze.
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Ancora complottisti vs. creduloni</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per entrare nel merito della questione dobbiamo riprendere i concetti esposti <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">in questo post</a>, rivolgendo nuovamente la nostra attenzione alla differenza tra "complottisti" e "creduloni".
<br />
<br />
Il primo capitolo del saggio "<b>Poteri Occulti</b>" di Stefania Limiti é intitolato "<i>Complotti</i>". In esso, tra l'altro, l'autrice cita come nelle intenzioni di Giuseppe De Lutiis, valente (anche se un po' di parte) giornalista e storico , che aveva fatto della storia sui Servizi Segreti la sua specializzazione, vi fosse la scrittura di ciò che lei chiama "libretto polemico", che si sarebbe intitolato "<i><b>Elogio alla dietrologia</b></i>". Bisogna ammettere come non risulti inequivocabile, dal capitolo summenzionato, quali precise differenze intercorrano tra "complottismo" e "dietrologia", se non che "complottismo" avrebbe una connotazione senz'altro più negativa di "dietrologia"
<br />
<br />
E proprio perché di solito, il termine "complottista" viene usato con connotazione negativa, con velato sarcasmo per alludere a chi crede che dietro vicende tutto sommato chiare, si celino chissà quali meccanismi occulti, ho voluto usare un termine dichiaratamente spregiativo, "credulone" appunto, per indicare colui che esibisce un comportamento esattamente opposto; non riesce ad immaginare alcun meccanismo come possibile causa a monte, di vicende per le quali sia palese come le spiegazioni fornite siano poco chiare.
<br />
<br />
Il buonsenso vorrebbe che nella vita di tutti giorni si assumesse un comportamento giusto ed equilibrato tra le due posizioni, fidandosi senza fare troppe storie quando non ci sarebbe motivo di essere sospettosi, ed essendo invece molto cauti nel caso in cui la situazione non sembri limpida; che é poi ciò che sostenevo in quel post.
<br />
<br />
Ma in questa sede Lettore, abbiamo la necessità di abolire ogni connotazione negativa dai due aggettivi, e compiere una scelta dicotomica: o stiamo con i creduloni, oppure con i complottisti.
<br />
<br />
E ciò qui accade perché in realtà la storia del "Mostro di Firenze" avrebbe una spiegazione ufficiale; ma tale spiegazione non soddisfa chi é ancora alla ricerca di una spiegazione diversa, più soddisfacente.
<br />
<br />
Pertanto, chi non é soddisfatto ritiene "credulone" chi si ferma alla spiegazione ufficiale; mentre chi si é fermato alla spiegazione ufficiale, non può che ritenere "complottista" chi sia ancora alla ricerca di spiegazioni alternative.
<br />
<br />
Per il gruppo dei "creduloni", il paradosso della pista sarda, semplicemente, non esiste. Non c'é nessun paradosso.<br />
La pista sarda si é aperta perché il Maresciallo Fiori si é ricordato di come il delitto di Signa avesse caratteristiche "Mostruose". <br />
L'arma usata é effettivamente la stessa.<br />
I colpevoli sono Stefano Mele ed i "compagni di merende".<br />
Una volta che sono state, in un modo o nell'altro, esperite delle indagini, e ci sono dei colpevoli passati in giudicato ed in via definitiva (tra l'altro, anche morti, ormai), il problema del passaggio dell'arma diviene un fatto di folklore, una curiosità alla quale si giunge attraverso la memoria prodigiosa del Maresciallo Fiori, ma che non configura alcun paradosso perché si rivela irrilevante sul piano pratico. <br />
<br />
Ci sono degli omicidi, ci sono dei colpevoli, e c'é anche un'arma. Che materialmente nessuno mai é riuscito a trovare; ma ciò non cambia la sostanza dei fatti. Perché nella sostanza quell'arma spara e lascia bossoli e proiettili. E' una semiautomatica marca Beretta, serie 70, a canna lunga
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLMPFKo1WPXb7zyCkG2eqqQj3E5Oa1hEH_8o4I8rwPm8OoqPQ6SRlQwD2kpRR1udMOwjH2DcorDPK6bCBOSumjdhqsHrBrg9KMjX6i8lUAfvQjQzGLcGbcu1fdnRKddb2EcCNTwz2EmcIGEFRh2ijKBbdyV_v04n53kny69w6971RCOtE4o1DckZDw/s1196/Beretta%2070_DxO.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="838" data-original-width="1196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLMPFKo1WPXb7zyCkG2eqqQj3E5Oa1hEH_8o4I8rwPm8OoqPQ6SRlQwD2kpRR1udMOwjH2DcorDPK6bCBOSumjdhqsHrBrg9KMjX6i8lUAfvQjQzGLcGbcu1fdnRKddb2EcCNTwz2EmcIGEFRh2ijKBbdyV_v04n53kny69w6971RCOtE4o1DckZDw/s320/Beretta%2070_DxO.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Era impugnata da qualcuno dei compagni di merende, così come prima fu impugnata da Stefano Mele. <br />
<br />Chi l'ha impugnata, chiunque fosse, ha sparato e con quella ha ucciso, qualunque motivo avesse.
<br />
<br />
Perché darsi tanta pena?
<br />
<br />
Se quindi, Lettore, tu ti annoveri nel gruppo dei "creduloni" anche il solo fatto di aver letto fin qui le stupidaggini che scrivo io, é stato un'imperdonabile perdita di tempo.
<br />
<br />
Ma se Tu, Lettore, sei come me tra i "complottisti", il problema della pistola devi portelo; ed al termine di esso, vedrai comparire il paradosso
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>La pistola del “Mostro di Firenze”</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Ammettiamo che Tu insieme ad altri tre amici vi rechiate a cena in un noto ristorantino chic della città, in cui il proprietario, dotato di una vasta cantina, si intrattenga spesso con gli ospiti; tra i Tuoi amici c'é un "Degustatore Ufficiale di Vino", uno di quei sommelier in grado di individuare, degustandolo, il tipo di vino e stabilirne caratteristiche e produzione.
<br />
<br />
All'atto delle ordinazioni, prendete tutti e quattro un calice dello stesso vino rosso, alla spina, di cui il cameriere vi ha decantato le qualità, ma senza dirvi nulla sull'esatta produzione.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiswkMQ2KaQO2jpgSlC4Xllc00XfIj1PKJki7S5bPPQN6H4s9ssKORjVweRz5DaObqNQm5H7k_TQPsM4I3K4DEu-Xa0GQzgIN9oZwwyJANI-qcXwDKL7cT6AvN68CGx3C3XE-2DUTYQ2YiCKj1JbeyaTkKE4Hqo6ZT-nccL78HC6oirTvryM6kuWUDG/s1024/calici.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiswkMQ2KaQO2jpgSlC4Xllc00XfIj1PKJki7S5bPPQN6H4s9ssKORjVweRz5DaObqNQm5H7k_TQPsM4I3K4DEu-Xa0GQzgIN9oZwwyJANI-qcXwDKL7cT6AvN68CGx3C3XE-2DUTYQ2YiCKj1JbeyaTkKE4Hqo6ZT-nccL78HC6oirTvryM6kuWUDG/s320/calici.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
All'arrivo dei quattro i calici, il vostro amico sommelier certificato li saggia tutti e quattro; riguardo al contenuto di due di essi é in grado di dirvi che si tratta di un Brunello Ritalevo di tre anni, mentre per gli altri due vi dice che si tratta di un rosso locale, un prodotto di qualità appena discreta ma nulla di più, ma per il quale non é possibile risalire né ad una denominazione enologica precisa, né ad un periodo di invecchiamento.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgitCiNRes5hckoj9LqNwcbQtk1Q6glEXz_ZQHD8TRbhm03lKNQS1PMSUCk2fMDYwtYYnuA-ZnWi76SBkU299JRXYpAVE8XyuNoo9VSiL1xnTXS8WqX9Z8F5cqrDZZdQqXm4Iuw4SdSLjmiQjShuyBrQiUHnf50jLz5TZurpt6th2CTIrti-o6i7a/s1024/sommelier2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="719" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgitCiNRes5hckoj9LqNwcbQtk1Q6glEXz_ZQHD8TRbhm03lKNQS1PMSUCk2fMDYwtYYnuA-ZnWi76SBkU299JRXYpAVE8XyuNoo9VSiL1xnTXS8WqX9Z8F5cqrDZZdQqXm4Iuw4SdSLjmiQjShuyBrQiUHnf50jLz5TZurpt6th2CTIrti-o6i7a/s320/sommelier2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alla fine della cena, il proprietario si avvicina al tavolo, e voi gli fate le vostre rimostranze per avervi dato due tipi diversi di vino, spacciandoli per il medesimo; e come ciò sia poco corretto.
<br />
<br />
"<i>Ma quando mai!</i>" vi dice il proprietario. "<i>Tutti e quattro i calici sono stati spillati dalla stessa botte! Una botte di Brunello Ritalevo del 2019...</i>". Bene Lettore; Tu cosa crederesti? Che il tuo amico, come Degustatore Certificato non valga nulla, o che il proprietario ti stia prendendo per i fondelli?
<br />
<br />
Perché la situazione della pistola é esattamente questa: lo stesso esperto (Degustatore Ufficiale di Armi) valuta i bossoli del 1968 e quelli del 1974; dei secondi dice "<i>sono stati esplosi da una Beretta serie 70</i>", dei primi "<i>sono stati esplosi da una vecchia calibro 22 non identificabile</i>"; mentre il "proprietario", tramite una serie di comunicazioni indirette ed anonime, dice "<i>ma provengono dalla stessa pistola!</i>" Cosa vorrebbe il normale buonsenso?
<br />
<br />
Che sia l'esperto a sbagliare, oppure chi invia le comunicazioni anonime a tentare di imbrogliare?
<br />
<br />
Ma vi é di più. Molto di più.
<br />
<br />
I test condotti in diversi ambiti e che coinvolgono giudizi, pareri, consulenze, perizie o qualsiasi altra forma di analisi condotta da esseri umani, e nei quali le valutazioni di chi analizza siano almeno in parte soggettive, sono tutti "<i>biased</i>", cioè affetti da una mancanza di obiettività, un possibile vizio che il "parere" dell'essere umano inevitabilmente introduce.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0AkvDDd-9IvGccMaddx7KmZN2qFyfy8mYj44RBSkuwZPZKRT1JAeNdPMEGQ1seHiems93RYUnaDSLiODcTac7Z0mJVFnZjyEARpiR3oZ63DqS6p8_TDKXvy6jlTfHsd_gGh_76X12UVu-2H5T6HS0cmIkMnkiTHrBK7C_pxnkdtQVW9JNLBRwocVm/s1024/bias.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="558" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0AkvDDd-9IvGccMaddx7KmZN2qFyfy8mYj44RBSkuwZPZKRT1JAeNdPMEGQ1seHiems93RYUnaDSLiODcTac7Z0mJVFnZjyEARpiR3oZ63DqS6p8_TDKXvy6jlTfHsd_gGh_76X12UVu-2H5T6HS0cmIkMnkiTHrBK7C_pxnkdtQVW9JNLBRwocVm/s320/bias.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questa alterazione da cui é affetto ogni giudizio soggettivo può avere diverse cause; può essere dato un giudizio non obiettivo per malafede, perché inconsciamente si é portati a valorizzare un aspetto a scapito di un altro, perché si é semplicemente ingannati dal modo stesso in cui funziona il Sistema Nervoso Centrale degli umani... celebre é l'esperimento della dimostrazione della fallacia delle valutazioni soggettive, che consiste nell'immergere le due mani una in una bacinella con acqua molto calda, l'altra molto fredda; se le due mani vengono successivamente ambedue immerse nella stessa
bacinella contenente acqua tiepida, la mano precedentemente immersa in acqua calda percepirà l'acqua tiepida come "fredda", mentre l'altra mano la percepirà come "calda".
<br />
<br />
Questo esperimento rivela solo uno dei molteplici aspetti responsabili della fallacia delle valutazioni soggettive; altri aspetti, oltre alla senzazione fisica, coinvolgono gli aspetti psicologici della percezione, portando il giudizio dell'umano, anche in buona fede, verso ciò che egli <b><i>si aspetta</i></b> di rilevare.
<br />
<br />
La necessità di minimizzare gli aspetti soggettivi ha condotto ad usare, in diversi ambiti (medico, merceologico, etc) le valutazioni "in cieco", nelle quali gli esseri umani coinvolti non siano consapevoli di ciò che stanno giudicando.
<br />
<br />
Nella sperimentazione farmacologica, in cui i gruppi di umani coinvolti sono diversi, ed in diverse fasi (medici, infermieri, pazienti, analisti di dati), si possono avere sperimentazioni in singolo, in doppio, in triplo cieco, dipendentemente da quali gruppi siano ignari di ciò con cui stanno trattando. Le sperimentazioni ritenute valide, al riguardo, sono almeno "in doppio cieco", controllate con placebo, nelle quali né gli sperimentatori, né i pazienti sanno
chi assume cosa durante la sperimentazione; solo a sperimentazione ultimata si viene a conoscenza di cosa sia stato somministrato ad ogli singola persona.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrGCVLKK6xp6PGuznmp72QL2G5rCu0fqVcMrHS94IQhSg8UVBOSZZzAibyEfEpCsGrS32PPIdzcEY9hQ0PPpGj_S2oj2xOUpaK8MIk0fRgAF9HMuSxzqsHQBjrwhEa7LLc3zUjSjMOkLX0cTDDD4im7Xs7M5GEQIHPB-9txS13CiFpOL2hkQ1OrU9N/s1024/doppio%20cieco.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1016" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrGCVLKK6xp6PGuznmp72QL2G5rCu0fqVcMrHS94IQhSg8UVBOSZZzAibyEfEpCsGrS32PPIdzcEY9hQ0PPpGj_S2oj2xOUpaK8MIk0fRgAF9HMuSxzqsHQBjrwhEa7LLc3zUjSjMOkLX0cTDDD4im7Xs7M5GEQIHPB-9txS13CiFpOL2hkQ1OrU9N/s320/doppio%20cieco.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In ambito merceologico, più spesso i test sono a "singolo cieco"; é il consumatore a non sapere cosa stia valutando. <br />Ad esempio, una stessa persona assaggia due prodotti alimentari analoghi di marche diverse, ma senza sapere quale sia dell'una e quale dell'altra; cosicché il suo giudizio non possa essere influenzato dall'inconscia opinione che una marca sia intrinsecamente migliore dell'altra. L'importante qui é che il valutatore sia il medesimo, annullando la differenza che può essere introdotta dalla soggettività <i>inter</i>-valutatore, ma che non sappia cosa stia valutando, annullando la soggettività <i>intra</i>-valutatore.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7zb-p_V45DganWwEMoxqwbZ7OXNamh3LwS4AzDdGuR4IdFFUVxq3QGdiSLN_LlJExroZ32Tdd5HAtuvj3WB0jEB5zjfLJyYK1B672nnAIMN-JL2sNMIGUSVmi8ZNGsyp88Q0vIgMCqFLSP3fy1mRyH5UA40ZqsysXpxpehN1IetmDJe0lF_v7t5C1/s1024/singolo%20cieco3.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7zb-p_V45DganWwEMoxqwbZ7OXNamh3LwS4AzDdGuR4IdFFUVxq3QGdiSLN_LlJExroZ32Tdd5HAtuvj3WB0jEB5zjfLJyYK1B672nnAIMN-JL2sNMIGUSVmi8ZNGsyp88Q0vIgMCqFLSP3fy1mRyH5UA40ZqsysXpxpehN1IetmDJe0lF_v7t5C1/s320/singolo%20cieco3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alla fine, la validità, dal punto di vista scientifico, di ogni test "in cieco" é pertanto considerata superiore a quella in cui si sa bene cosa si stia tentando di giudicare; il problema sta nel fatto che a volte condurre i test in cieco é praticamente difficoltoso
<br />
<br />
Per quel che riguarda l'arma del "Mostro di Firenze" si realizzò spontaneamente un test in singolo cieco tra i reperti del delitto di Signa e quello di Rabatta. Infatti, chi eseguì le valutazioni era la stessa persona (per cui viene annullata la soggettività <i>inter</i>-valutatore), e cioè Innocenzo Zuntini; ma Zuntini non aveva idea di stare intrinsecamente valutando se i reperti fossero stati esplosi dalla stessa arma o meno (annullando la soggettività <i>intra</i>-valutatore), in quanto nel 1974 non era (ancora) nota alcuna relazione tra i due delitti.
<br />
<br />
Si é fortuitamente verificata una condizione assolutamente particolare in questo genere di valutazioni; il caso aveva voluto dare una possbilità in più a chi investigava per poter formulare delle ipotesi alternative.
<br />
<br />
Ed invece cosa hanno fatto gli investigatori e gli esponenti della "Moderma Mostrologia"? Invece di cogliere l'opportunità che era stata loro fornita per giudicare meglio i fatti, sono partiti da un'ipotesi precostituita, un dogma, per giudicare il perito!
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<br />
<b>UNA GENIALATA!!!</b>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz06QZUlngTx3WaIn1qXs_6Ng_2bTHzGEVS13DcXYqydt76uOEBWmP3grvu3HPfMhSPN9xrKz_06wYX7V_stbNS5Q3s6W4lJ_r8GkqzG1_ebX5yLZJm6ChWXccOZqMJ-x24Fg1RjFPAG_4R2_Q89s3JUlzbjdI37qWwmFNKi7NJ7P47gOT3rqbxmr7/s1024/genialata.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="747" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz06QZUlngTx3WaIn1qXs_6Ng_2bTHzGEVS13DcXYqydt76uOEBWmP3grvu3HPfMhSPN9xrKz_06wYX7V_stbNS5Q3s6W4lJ_r8GkqzG1_ebX5yLZJm6ChWXccOZqMJ-x24Fg1RjFPAG_4R2_Q89s3JUlzbjdI37qWwmFNKi7NJ7P47gOT3rqbxmr7/s320/genialata.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Detto ciò, Lettore, non mi ripeterò al riguardo; in <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_76.html" target="_blank">questo post</a> puoi trovare l'analisi comparativa delle due perizie, condotte <b>di fatto</b> da Zuntini in singolo cieco (che così eliminano la soggettività <i>inter</i>-valutatore) nonché le differenze oggettive nella descrizione di quello che dovrebbe essere <b><i>lo stesso</i></b> reperto. Se Tu dovessi essere troppo pigro per leggere tutto nei dettagli, c'é un <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_76.html#fatti" target="_blank">link all'interno del post</a> che Ti consente di saltare direttamente alle conclusioni. <br />
Se Tu, Lettore, dovessi essere tanto pigro da non voler leggere neanche la versione "accorciata" del post, l'unico consiglio che mi sento di darTi é di non continuare a leggere neanche il presente post, o i successivi; sarebbe solo una perdita di tempo, tempo sottratto alla proficua visione di qualche canale YouTube di Mostrologia Moderna.
<br />
<br />
Stabilito quindi che i reperti balistici del 1968 siano diversi da quegli degli altri delitti del "Mostro di Firenze", e che quindi debbano essere stati sostituiti o inseriti artatamente nel fascicolo, entriamo un po' più nel merito riguardo al significato intrinseco di tali reperti. Mi riferisco in particolare al calibro delle cartucce ed al tipo di arma usati.
<br />
<br />
Come é mia abitudine, giusto per annoiarTi un po', Lettore, parto da molto lontano, parlando innazitutto del c.d. "potere di arresto" di un'arma.
<br />
<br />
Cosa sarebbe il "potere di arresto"? Se parli con qualunque perito balistico, Ti sentirai dire che il "potere di arresto" é un parametro inesistente, non quantificabile, e quindi un'invenzione senza alcuna rigorosa base scientifica.
<br />
<br />
E' indubbiamente così, ma cerchiamo di vedere di che si tratti, almeno concettualmente.
<br />
<br />
Ammettiamo Lettore che tu abbia un'arma in mano, ed a una certa distanza, abbastanza lontano perché non sia possibile interagire direttamente, il tuo antagonista si stia muovendo. Può muoversi verso di te, perché la sua intenzione sarebbe quella di attaccarti, o può muoversi nella direzione opposta perché vuole fuggire, o ancora in qualunque altra direzione perché, ad esempio, la sua intenzione sarebbe quella di aggredire una terza persona. Il tuo obiettivo é quello di fermare la sua azione. In questa fase non ti interessa ucciderlo, e probabilmente avresti anche dei motivi per <b><i>non</i></b> ucciderlo; ma
l'obiettivo prioritario é, comunque, fermarlo.
<br />
<br />
Poiché é ad una certa distanza e si muove, non puoi pensare di mirare con precisione a parti vitali; devi solo, rapidamente, dirigere la canna dell'arma verso il "bersaglio grosso", e premere il grilletto.
<br />
Si fermerà, il tuo antagonista?
<br />
<br />
Se fortuitamente, viene colpito (dovrei dire "attinto", che, come dice Romano Schiavi, fa molto "in", ma mi sentirei perito o Mostrologo, quindi parlerò normale) in una parte vitale, certamente sì. Ma se viene colpito, ad esempio, ad un'estremità?
<br />
<br />
Questo dipende dal danno che il proiettile é in grado di provocare che, in ultima analisi, dipende dalla quantità di energia cinetica che viene ceduta al bersaglio. Quest'ultima a sua volta dipende dalla differenza tra l'energia cinetica iniziale e finale del proiettile, e l'energia cinetica iniziale dipende dalla massa e dalla velocità del proiettile. Armi di calibro maggiore esplodono proiettili con maggiore energia cinetica; se poi il proiettile ha degli accorgimenti che ne favoriscono l'arresto all'interno del bersaglio (anche i famosi "tagli a croce" sulle ogive), in pratica tutta l'energia
cinetica verrà ceduta.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJlz2s9WROUsLZ3Og8WoXBBgOYlbsa1_7xCB4D8LNZ7Q3_lDTKvVpKK4pqHyldpQZPGw75j45oldyS9hrLWs6Bq7iKe5Eg66f_khef-c_djwqtNApvYxcUHco0PORQzyQbf3jKrkrg0y-oeDrhmaaLr7FwhCA5UCghsc6teXibJqgmXqGN7EI-ozHE/s1024/espansivo.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="864" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJlz2s9WROUsLZ3Og8WoXBBgOYlbsa1_7xCB4D8LNZ7Q3_lDTKvVpKK4pqHyldpQZPGw75j45oldyS9hrLWs6Bq7iKe5Eg66f_khef-c_djwqtNApvYxcUHco0PORQzyQbf3jKrkrg0y-oeDrhmaaLr7FwhCA5UCghsc6teXibJqgmXqGN7EI-ozHE/s320/espansivo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Una maggior cessione di energia cinetica si traduce in danno tessutale maggiore, un danno tessutale maggiore in una maggiore possibilità di shock, e lo shock ferma comunque l'antagonista, anche se nessun "organo vitale" sarebbe stato direttamente danneggiato.
<br />
<br />
In pratica, se colpisci ad un polso il tuo antagonista con una calibro .500 Smith and Wesson Magnum
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjafbLuuiwO4ZFvpRGsE6f-MSdUraxN7D94CDjXWKuPtY6HyWNktfZM5O3A-0WT6njVGvO6fu7rTIQEmwiPMZYtPiS1LZutuReXg3XRXqI_x79FnSQpR6X7Cc59dG_Y0JEHFVbu-zaek0TFm5-zhzZrTPK8biKZdXURbcgqJNFi43XH7pVRBK5ZeVSv/s1024/smith-wesson-500.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="666" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjafbLuuiwO4ZFvpRGsE6f-MSdUraxN7D94CDjXWKuPtY6HyWNktfZM5O3A-0WT6njVGvO6fu7rTIQEmwiPMZYtPiS1LZutuReXg3XRXqI_x79FnSQpR6X7Cc59dG_Y0JEHFVbu-zaek0TFm5-zhzZrTPK8biKZdXURbcgqJNFi43XH7pVRBK5ZeVSv/s320/smith-wesson-500.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
(posto che ciò possa essere fatto - è un calibro che non potrebbe essere utilizzato), egli cadrà comunque a terra; se invece lo colpisci con un'arma di piccolo calibro, continuerà a muoversi. Ciò é <b><i>esattamente</i></b> ciò che successe a Scopeti con Michel Kravreichvili.
<br />
<br />
Pertanto, per un "Mostro" che <i><b>da solo</b></i> dovesse fronteggiare due persone, per quanto si avvalga del fattore sorpresa (dovrei dire anche "ed una di esse sia una donna", ma Giogoli mi contraddirebbe), la scelta di una Calibro 22 sarebbe poco oculata; tanto poco oculata che in effetti, in più di un'occasione ha fallito (Rabatta, Baccaiano, Scopeti).
<br />
<br />
Eppure, Lettore, vi sono dei casi in cui dei professionisti hanno adottato, come equipaggiamento standard, una semiautomatica calibro 22.
<br />
<br />
Gli agenti dell' Office of Strategic Services, ad esempio, avevano in dotazione una High Standard HDM/S
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvk6j1IO8H41ACwsRHAZ4lwEGD1tGzlvDJzvck1pf7bfUp1R_arHfZEEpqjcHtntWhpJncZ0xW_TINVaOg7X8LkwaP_Z3eSsGFkO0pgQTlYGxpEjF4W-u2MGzfa1TEiSNoObjNNRZvcwR5cAO759LqaqQkXUNPJ3HWTfS6-oIW5-RIxXHrrxihXXfE/s1024/hdms1.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="572" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvk6j1IO8H41ACwsRHAZ4lwEGD1tGzlvDJzvck1pf7bfUp1R_arHfZEEpqjcHtntWhpJncZ0xW_TINVaOg7X8LkwaP_Z3eSsGFkO0pgQTlYGxpEjF4W-u2MGzfa1TEiSNoObjNNRZvcwR5cAO759LqaqQkXUNPJ3HWTfS6-oIW5-RIxXHrrxihXXfE/s320/hdms1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e gli agenti del Mossad che eseguivano il servizio di sorveglianza antiterrorismo sugli aerei di linea, usavano una Beretta 71
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEHHlw0mFMC8hGzqnLeksPeWbV4xvqZZ4HQ4wDX7DAbg83PiNLVuouZ6S9mGqB65OE_3qtPrg2fP5uFjq2MO7JlayXJAC43WVNvvB46J4QsHJBQOiiP1gFQkIfrdAGoBywZ_YS6MJf_jWUyUGlLiSMS2hccanRo00498_MycBMzhVeBwM1F9y5QzTM/s1024/Beretta71.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="432" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEHHlw0mFMC8hGzqnLeksPeWbV4xvqZZ4HQ4wDX7DAbg83PiNLVuouZ6S9mGqB65OE_3qtPrg2fP5uFjq2MO7JlayXJAC43WVNvvB46J4QsHJBQOiiP1gFQkIfrdAGoBywZ_YS6MJf_jWUyUGlLiSMS2hccanRo00498_MycBMzhVeBwM1F9y5QzTM/s320/Beretta71.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per inciso, la High Standard "Citation" che usa il medesimo percussore della HDM/S, é quella testata da Romano Schiavi, e la cui impronta é straordinariamente simile a quella delle Beretta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIfgbNr2FCXRUXYa3mOOLhtJXD0GB5uR_XwYDe72zCALPmDaGtxWnpPuY4G7XyN0T3Na0qscd7JwViXmUYRn1c0VrjdJ0Efu3wyTy7s5eEOZV6EfywZ2_Voe5fGiI36VmnRd9Dcyc2p8GFrWX7iVojvxp5K0uAKzy7df7nquknU3Cfb7RVVnplhsXA/s1024/hammer.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="792" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIfgbNr2FCXRUXYa3mOOLhtJXD0GB5uR_XwYDe72zCALPmDaGtxWnpPuY4G7XyN0T3Na0qscd7JwViXmUYRn1c0VrjdJ0Efu3wyTy7s5eEOZV6EfywZ2_Voe5fGiI36VmnRd9Dcyc2p8GFrWX7iVojvxp5K0uAKzy7df7nquknU3Cfb7RVVnplhsXA/s320/hammer.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma procediamo
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<br />
Se parli con qualcuno di tali professionisti (cioè gli "agenti segreti") del concetto di "potere d'arresto" ti sentirai dire che il potere d'arresto non risiede nell'arma bensì in chi la adopera; una calibro 22 in mano ad un professionista, ed in ben determinate condizioni, ha lo stesso potere di arresto di qualunuqe altra pistola. Perché ben difficilmente, comunque, l'antagonista rimane vivo.
<br />
<br />
Ma, escludendo i casi in cui sia un professionista preparato ad adoperarla, perché equipaggiarsi con una semiautomatica 22 anziché con un'altra arma?
<br />
<br />
Quali sono i vantaggi?
<br />
<br />
Innanzitutto, la portabilità, intesa sia come dimensioni, sia come peso. Una semiautomatica 22, corredata di accessori (intesi come secondo serbatoio e silenziatore) pesa meno ed occupa meno spazio di un'arma di calibro maggiore.
Anche quando silenziata, come <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-castelletti-di.html" target="_blank">abbiamo visto qui</a>, il rumore di una 22 LR resta notevole, ma ad esempio l'High Standard HDM/S, in dotazione agli agenti OSS era dotata di un silenziatore a doppia camera, di cui la seconda camera veniva riempita di liquido o schiuma da barba; tale accorgimento era in grado di ridurre drasticamente il livello di pressione sonora, fino a soli 20 dB.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6FsoicfxUn1G9N7rcKE05nHZGjqrRMSSVyADhKqRS2SjC5kly7cpm85d9Ig7NqESd9cZQufJSJEo2O99GcbdZToomOlSgtCIxbOwgq2g278HgcMVFy6v5BjxFb0GWGlkNXmIL-jbuYQUiTAJ7P5OW70vPcDdCvc-IkFPrqMzMS_cR4PTz_8MEj20A/s1024/doppia%20camera.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="352" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6FsoicfxUn1G9N7rcKE05nHZGjqrRMSSVyADhKqRS2SjC5kly7cpm85d9Ig7NqESd9cZQufJSJEo2O99GcbdZToomOlSgtCIxbOwgq2g278HgcMVFy6v5BjxFb0GWGlkNXmIL-jbuYQUiTAJ7P5OW70vPcDdCvc-IkFPrqMzMS_cR4PTz_8MEj20A/s320/doppia%20camera.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La Beretta 71 aveva il pulsante di sgancio del serbatoio posto a sinistra in prossimità del pollice, cosicchè il rilascio del serbatoio vuoto e la sostituzione con uno pieno era un'operazione rapidissima.
<br />
<br />
Quindi, nel caso di una semiautomatica 22 LR, la ridotta efficacia del minor calibro fornirebbe comunque una contropartita in altri aspetti, e cioè portabilità, possibilità di occultamento (dell'arma e del rumore), e rapidità nella ricarica.
<br />
<br />
L'uso di silenziatore lascia dei residui sui proiettili; tuttavia <i><b>mai</b></i> nulla di ciò é stato rilevato nei delitti del "Mostro di Firenze".
<br />
<br />
Il "Mostro" non ha <b><i>mai</i></b> ricaricato l'arma, nemmeno quando sarebbe stato necessario, come a Baccaiano o a Scopeti.
<br />
<br />
Il "Mostro" si portava dietro un'arma bianca che di certo non era un temperino e che quindi, in aggiunta all'arma, avrebbe costituito un peso ed un ingombro non indifferenti, durante l'azione.
<br />
<br />
In pratica, il "Mostro" <b>non ha mai sfruttato</b> alcuna delle caratteristiche che renderebbero convenienti l'uso di una calibro 22, rinunciando ai vantaggi di un maggior "potere d'arresto".
<br />
<br />
Ma allora, perché la calibro 22?
<br />
<br />
Nel suo articolo "<i><b>Which Handgun Should You Use for a Murder?</b></i>", Matthew Bayan asserisce che, in via precauzionale, per commettere un crimine <u><b>un revolver</b></u> sarebbe da preferire ad una semiautomatica, per il semplice fatto che il revolver non rilascia bossoli in giro. Per un crimine che richieda azioni da condurre su un'area relativamente ampia ove il potenziale bersaglio possa trovarsi anche ad una certa distanza, la scelta dovrebbe ricadere almeno su
una 357 o una 44 Magnum. <br />
Ma nel caso specifico di un omicidio da eseguire sparando a distanza ravvicinata, questa scelta non sarebbe la migliore. Se la maggior potenza non serve, un revolver di calibro maggiore avrebbe un rinculo maggiore ed un inferiore numero di colpi nel tamburo; una semiautomatica inoltre, una 9mm o una 45, avrebbe anche lo svantaggio di lasciare i bossoli (o di dover fare qualcosa per evitare di lasciarli), fornendo così degli indizi perché i segni lasciati sui bossoli rendono l'arma identificabile in maniera univoca, etc, etc... insomma, tutte le cose che sappiamo.
<br />
<br />
Che poi sono esattamente le stesse che rendono non cedibile, in nessun caso, l'arma usata per un omicidio; figuriamoci per quattordici.
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Il "Mostro" usa una "ghost gun"?</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Ed infatti, il "Mostro" non cede la sua arma. La tiene ben nascosta. Tanto bene che tutti i tentativi di rintracciarla, condotti lungo mezzo secolo, non hanno portato a nulla.
<br />
<br />
Negli Stati Uniti, dove le armi vengono vendute a chiunque, appassionati, Mostri, Mostrologi e tutti gli altri, vi é una polemica riguardo alle "ghost guns".
<br />
<br />
Infatti, esistono comunque dei registri di vendita, con la matricola dell'arma, che consentirebbero di risalire all'identità dell'acquirente; <b><i>persino ai Mostri</i></b> vengono chiesti i documenti. E vi sono delle persone a cui l'acquisto di armi non è (più) consentito. Ma sul Web si possono acquistare alcuni kit, composti da parti staccate, che consentono di assemblare delle armi senza matricola
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVinQHTpi4pt0XKUzr6eMbK0lb0W37IpXh5Z0R10w4TcTrqryMYX0TG1NK6PXodcjuJU5RVP1wiv8HXvLlfNhvmzv_VEeKESSTGt6SpaBO8Coa0bmtONT3zfFckGJHE5dwunNPuoX4BoRQSmoB12MtCIsBL9sIRx8M0hm5Hmntn_jekZJMenT3rYFA/s1024/ghost%20gun%20kit.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="845" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVinQHTpi4pt0XKUzr6eMbK0lb0W37IpXh5Z0R10w4TcTrqryMYX0TG1NK6PXodcjuJU5RVP1wiv8HXvLlfNhvmzv_VEeKESSTGt6SpaBO8Coa0bmtONT3zfFckGJHE5dwunNPuoX4BoRQSmoB12MtCIsBL9sIRx8M0hm5Hmntn_jekZJMenT3rYFA/s320/ghost%20gun%20kit.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
alcune parti possono essere realizzate con stampanti 3D. Inoltre, vi sarebbe un vuoto normativo che consente anche a colui il quale l'acquisto di armi é stato precluso, di comprare comunque il kit, anche se successivamente al 24 agosto 2022 dovrebbero divenire operanti delle restrizioni legali che colmino tale vuoto restringendo le possibilità di libera vendita.
<br />
<br />
Ecco che molti si possono trovare a possedere un'arma che non é rintracciabile attraverso i registri; esattamente come la Beretta del "Mostro di Firenze".
<br />
<br />
Ovviamente, ciò non elimina tutti i problemi, compreso quello della cessione dell'arma, perché l'arma può essere sempre rilevata nel corso di una perquisizione, di un controllo casuale, o in maniera del tutto fortuita; e dalle prove di poligono si può sempre verificare come sia stata proprio quell'arma a sparare. In questo caso, il possessore dell'arma si troverebbe ancor di più nei guai; in assenza di riferimenti di produzione (matricola, registro, etc.) chi ha l'arma in mano é automaticamente l'autore del crimine; a che servirebbe dire "l'ho acquistata/rubata/trovata" se non é possibile in alcun modo provare che sia esistito un precedente proprietario? E' solo la prova di poligono che fa fede.
<br />
<br />
Ma in cosa consiste, esattamente 'sta prova di poligono? Se si vuole verificare se un'arma sia quella usata per commettere un crimine, vengono esplosi dei colpi di prova, con cartucce degli stessi marca e tipo dei bossoli repertati sul luogo, e si paragonano i segni lasciati sui bossoli, prima dal percussore, e poi, se si tratta di arma semiautomaica, da estrattore ed espulsore,ed infine i segni accessori.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJtgx1rjEA-deJ52dgV8uGD0GpwYG4mH0hkmUAJAtV3cFI6uQcH3gcXrcL3dDEDSFpuIGa343CaV8eDPDIoG9eSnOsPUPReBHIbb3R-QlkIEc_m43CYpDBCItdyqa_TLHP4s12SLfcoZWwjaqELz4gey5UL1LogeWcn2y_p4gP35g-zlAIQzhqkSYh/s1024/bossoli.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="362" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJtgx1rjEA-deJ52dgV8uGD0GpwYG4mH0hkmUAJAtV3cFI6uQcH3gcXrcL3dDEDSFpuIGa343CaV8eDPDIoG9eSnOsPUPReBHIbb3R-QlkIEc_m43CYpDBCItdyqa_TLHP4s12SLfcoZWwjaqELz4gey5UL1LogeWcn2y_p4gP35g-zlAIQzhqkSYh/s320/bossoli.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se i segni sono almeno paragonabili, si effettuano le verifiche sulle microstriature dei proiettili (sparando, ad es. contro gelatina balistica)
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEei9ULsZm8WcthNDW_XkNoGgJXE2TZNJKMPs37K6H7x0tw5s6XVE4EycA1yCNUOz40Ww_21IrNnDpl1Od-P_1c_6FRla0kbMw1hG7fQFVvhyBu_tIDTdQQ0ApKck4V10l4nPJeqxul-EWmeZQDglbpT9qXCRi4Y8Tu710bSjp0Cs7b_biA_aHvLBr/s1024/gelatina.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEei9ULsZm8WcthNDW_XkNoGgJXE2TZNJKMPs37K6H7x0tw5s6XVE4EycA1yCNUOz40Ww_21IrNnDpl1Od-P_1c_6FRla0kbMw1hG7fQFVvhyBu_tIDTdQQ0ApKck4V10l4nPJeqxul-EWmeZQDglbpT9qXCRi4Y8Tu710bSjp0Cs7b_biA_aHvLBr/s320/gelatina.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma se i segni sui bossoli non sono compatibili, l'arma viene subito scartata.
<br />
<br />
Detto ciò, riprendiamo l'articolo di Matthew Bayan. In conclusione, l'Autore asserisce che per un omicidio da eseguire a distanza ravvicinata, che non richiede elevato "potere d'arresto", é opportuno l'uso di un <b><u>revolver calibro 22</u></b>.
<br />
<br />
Perché é più facile da portare, ha meno rinculo, non si inceppa e non lascia bossoli sul luogo.
<br />
<br />
Questo consentirebbe di "costruire" un altro genere di "ghost gun", che risolve anche i problemi precedenti, e cioè quelli relativi all'identificabilità tramite le prove di poligono.
<br />
<br />
Ci si procura, anche per vie assolutamente legali, una Beretta serie 70, magari a canna corta
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgWHc784h5ksBcLGaChg-QE0XiVE1rSqJsMwEBT8qOwAYSTauZu0_i7_UbyGZUbbP5BZxrfn4_Tjb59ig__HazLyK0Nb7ip6d1wqz93LycCclRInXf7VbDpzQWbS_owOJe9ToAtI8IuDsi2f9jr1ML7dc95mVn-GaJl0h9vL0REfL1lLpJ6GFlyXIP/s960/giornale%20tecnici%20beretta.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgWHc784h5ksBcLGaChg-QE0XiVE1rSqJsMwEBT8qOwAYSTauZu0_i7_UbyGZUbbP5BZxrfn4_Tjb59ig__HazLyK0Nb7ip6d1wqz93LycCclRInXf7VbDpzQWbS_owOJe9ToAtI8IuDsi2f9jr1ML7dc95mVn-GaJl0h9vL0REfL1lLpJ6GFlyXIP/s320/giornale%20tecnici%20beretta.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
si esplodono diverse scatole di colpi (al poligono, in campagna, in terreno privato), si raccattano i bossoli e si conservano. La Beretta può poi venire distrutta, o se ne può alterare (ad esempio limandoli un po') il percussore e l'estrattore (<i>come, ad esempio, per la Beretta ritrovata nell'agosto del 2016 lungo il corso dell'Ensa</i>), cosicché non esista più alcuna arma che lasci quegli stessi identici segni sui bossoli.
<br />
<br />
Si prende quindi un revolver calibro 22 LR, che può anch'esso venire acquisito legalmente, avendo cura che abbia la rigatura della canna consista in sei righe destrorse, come ad esempio questo
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0YadgEVe5kkaDm-QAOZxRCFWN9Qjlx1WJtNVjtPUIKZJgtyY_AvMoCeP7ykAYyoxj_ypxDARECyccJ9FB4ZDaYd2pkYWuGt_AnhGnHeQolezozsAheWglntXh382z39FPm3CwdjmdIUp8yg0_d5I_GkKDquITXGzhoNq528VR2_3nFHGt0_VZ-U6s/s1024/sentinel.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="758" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0YadgEVe5kkaDm-QAOZxRCFWN9Qjlx1WJtNVjtPUIKZJgtyY_AvMoCeP7ykAYyoxj_ypxDARECyccJ9FB4ZDaYd2pkYWuGt_AnhGnHeQolezozsAheWglntXh382z39FPm3CwdjmdIUp8yg0_d5I_GkKDquITXGzhoNq528VR2_3nFHGt0_VZ-U6s/s320/sentinel.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per i delitti viene usato il revolver, poi i bossoli dei proiettili esplosi con la Beretta vengono lasciati sul posto.
<br />
<br />
La conservazione della Beretta leggermente alterata, posto che non sia stata distrutta, non pone problemi insormontabili; alle prove di poligono, l'arma lascerà ormai dei segni diversi da quelli rilevabili sui bossoli.
<br />
<br />
La conservazione dei bossoli non pone alcun problema; il fatto di conservare i bossoli per ricaricarli ed usarli nuovamente é prassi comune. Non può destare alcun sospetto
<br />
<br />
La conservazione del revolver non pone alcun problema, in quanto quella che si cerca é una semiautomatica; anche se nel corso di un controllo casuale dovesse venire rilevata l'arma, a <b><i>nessuno mai</i></b> verrebbe in mentre di eseguire prove di poligono su di essa.
<br />
<br />
La conservazione dei bossoli e dell'arma insieme non richiede pone alcun problema; a <b><i>nessuno mai</i></b> verrebbe in mente di verificare se i bossoli detenuti insieme all'arma siano in effetti stati precedentemente usati con il revolver o meno; e quand'anche fossero diversi, nulla vieta di raccattare dei bossoli al poligono per riempirli se chi ha sparato li cede.
<br />
<br />
La cessione dell'arma non é un problema; non vi é traccia del fatto che sia stata usata per delitti, in quanto essi sono stati commessi con una semiautomatica.
<br />
<br />
Il numero dei colpi che possono essere ospitati in un tamburo di alcune calibro 22 é uguale a quello con il quale può essere riempito il caricatore della Beretta.
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm369FIlmMdl4_PHe7JH9BP6iuM-5KAntijWGPUF5UPCM0AUDRhmgFsitXwqWRn_Kzf9WW_PI8NfvGH5bWohot4xZWbhpgX-HHw5faU363Tf5tGAEJZjaH_3Mq20bl_WBpMgXFWY_iZTkNSX9ZoZfiOObmcvaaLC43IImeYZG61ZQpepkvkIktXQsi/s1024/10colpi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="911" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm369FIlmMdl4_PHe7JH9BP6iuM-5KAntijWGPUF5UPCM0AUDRhmgFsitXwqWRn_Kzf9WW_PI8NfvGH5bWohot4xZWbhpgX-HHw5faU363Tf5tGAEJZjaH_3Mq20bl_WBpMgXFWY_iZTkNSX9ZoZfiOObmcvaaLC43IImeYZG61ZQpepkvkIktXQsi/s320/10colpi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Volendo compiere la stessa operazione con un calibro più grande, il numero dei colpi sarebbe inferiore
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYscDtguozDdPIibOz4u0ZtzrFblXHPjCNU4yVAgqDZy8J5f7wj5qGNzpRvgLtr5i1SCSPfzQgSHDh8P1BhLZXlZIq6sxalKyQhegtn3IZvgltoHpzC54T5cYbqQWasLwuzAMF4c2yPkyaiMnHstvUVWJWx1FXYRDk0T0slQgGqm_SYZlum3k9cldX/s1024/5colpi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="684" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYscDtguozDdPIibOz4u0ZtzrFblXHPjCNU4yVAgqDZy8J5f7wj5qGNzpRvgLtr5i1SCSPfzQgSHDh8P1BhLZXlZIq6sxalKyQhegtn3IZvgltoHpzC54T5cYbqQWasLwuzAMF4c2yPkyaiMnHstvUVWJWx1FXYRDk0T0slQgGqm_SYZlum3k9cldX/s320/5colpi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L'unico problema dato dall'uso del revolver sarebbe la difficoltà estrema nel ricaricare se dovesse servire; ed il "Mostro" non ricarica mai, neppure quando servirebbe. Ma, all'infuori di ciò, e della necessità di dover usare una calibro 22, si ottenuta una "ghost gun" ben più perfetta di quelle americane.
<br />
<br />
Quindi, chi arriva sul luogo delitto può benissimo sparare con il revolver, spargere i bossoli della Beretta ad operazioni avvenute, ed andare via.
<br />
<br />
Nessuna Beretta con quelle caratteristiche si troverà mai (che é ciò che si verifica)
<br />
<br />
Spargere dei bossoli successivamente può determinare degli errori sia nella posizione, con difficoltà a ricostruire le dinamiche, sia nel numero (che é ciò che si verifica)
<br />
<br />
Non é possibile ricaricare velocemente l'arma una volta esauriti i colpi (che é ciò che si verifica).
<br />
<br />
Poiché i bossoli vennero esplosi tutti in un'unica soluzione, in una singola sequenza, non é possibile rilevare su di essi segni di maggior usura anche in eventi che distano anni nel tempo (che é ciò che si verifica)
<br />
<br />
Inoltre, l'arma, oltre a poter essere tranquillamente portata in giro, può rimanere a disposizione di un'organizzazione nel corso di anni, essere adoperata da diverse persone, ed essere usata per differenti operazioni, cambiando semplicemente i bossoli da lasciare sul posto, così da apparire come un'arma diversa. Una "ghost gun" per operazioni speciali estremamente versatile e di lunga durata, nel tempo e nello spazio. Il cui utilizzo mostra esattamente <b><u>tutte</u></b> le caratteristiche (arma non identificabile, non ricaricaribile e per la quale la posizione in cui vengono repertati i bossoli non può corrispondere a quella di chi spara, assenza di usura tra i reperti anche per delitti avvenuti a distanza di anni) che si ritrovano nell'arma del "Mostro di Firenze".<br /></div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>La scoperta dell'identità dell'arma</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente, Lettore, non ho la benchè minima prova che le cose siano davvero andate così. Sebbene tale ipotesi spieghi tutto ciò che é stato osservato, non c'è alcuna Legge di Natura che vieti che il "Mostro" abbia usato realmente una Beretta per gli omicidi, che sia riuscito a sottrarla a qualunque tentativo di individuazione, che l'abbia usata esclusivamente per gli omicidi, che stupidamente non abbia mai portato con sé alcun serbatoio suppletivo, e che abbia raccolto da terra qualche bossolo ogni tanto, prendendo a calci gli altri, solo per confondere le idee.
<br />
<br />
Ciò che però é inequivocabile é che l'arma di Signa non può essere la medesima dei successivi omicidi. E questo rende <b><i>inevitabile</i></b> l'insorgenza del paradosso; verso il quale proseguiamo ulteriorimente.
<br />
<br />
Poniamoci innanzitutto una domanda estremamente banale: da cosa nasce il "problema" dell'identità dell'arma?
<br />
<br />
Nasce dal fatto che ad un tratto, magicamente, si é stabilito che si dovessero ricercare delle analogie nell'arma usata per il delitto di Castelletti di Signa (che fino a quel momento non aveva nulla a che fare con il "Mostro di Firenze"), ed i delitti del cosiddetto "Mostro di Firenze".
<br />
<br />
Sì, ma questa magìa come sarebbe avvenuta?
<br />
<br />
Ed é proprio qui che interviene prepotentemente la necessità della scelta dicotomica: stare con i "creduloni" o stare con i "complottisti".
<br />
<br />
Infatti, nei delitto dall'81 in poi si pongono le basi per avviare le indagini verso una direzione che costituirà la cosiddetta "pista sarda".
<br />
<br />
La versione ufficiale dei fatti, come quella riportata da Rotella, ti dirà invece che non ci sono basi da porre, o eventi scatenanti; il maresciallo Fiori, folgorato sulla via di Damasco, stabilirà che, tra tutti i delitti a danno di coppie commessi da quando egli si é arruolato nei carabinieri fino al 1982, proprio quello di Castelletti di Signa venne commesso con un'arma identica a quella che verrà usata dal Mostro di Firenze. Come abbiamo visto prima, é <b><i>impossibile</i></b> ricavare qualunque identità nei reperti paragonando la perizia Zuntini del 1968, con le successive riguardanti i reperti raccolti sulla scena dei delitti del "Mostro di Firenze"; ma il Maresciallo Fiori, <u><b>pur non avendo mai visto i reperti</b></u>, é comunque dotato di un cervello al confronto del quale tutte le <i>data farm</i> di Google messe insieme impallidiscono, cosicché vi sia miracolosamente contenuta anche questa informazione. Ma credere a questo sarebbe "creduloneria".
<br />
<br />
D'altra, parte, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">in questo post</a> sono elencate le informazioni in ordine logicamente cronologico, appunto, che mostrano come l'operazione per fare entrare nelle indagini anche il delitto di Castelletti di Signa abbia avuto inizio nel 1981. Ma credere a questo sarebbe"complottismo".
<br />
<br />
Perché vedi, Lettore, tutta la Mostrologia Moderna ti dice che non é così, che anche se il Maresciallo Fiori non c'entra niente, nemmeno il 1981 c'entra niente; che fu il delitto di Baccaiano a scatenare la pista sarda e quindi si sta parlando del 1982... ecco, Lettore, é proprio qui che dobbiamo decidere da che parte stare.
<br />
<br />
Non possiamo tenere un piede in due staffe. Anche perché, rigirare i fatti e le testimonianze in maniera funzionale alla nostra idea non può portare a nulla; e mezzo secolo di discutere su tale nulla l'hanno ampiamente comprovato.
<br />
<br />
Un famoso "gioco di illusionismo" con le carte, che però impressiona soltanto i bambini, si esegue sbirciando la carta che sta in cima al mazzo, e poi dando l'illusione a chi si presta al gioco, che egli "scelga" la carta sulla base di domande mirate.
<br />
Le "scelte" che il giocatore compie sono interpretate in positivo o in negativo dipendentemente da cosa convenga a chi conduce il gioco. Se la carta che si trova in cima al mazzo, e che il giocatore "sceglierà" dovesse essere, poniamo, l'otto di quadri, gli si chiederà inizialmente di operare una scelta tra semi rossi o semi neri. Se il giocatore sceglie i semi rossi gli si dirà "<i>Bene, hai scelto i semi rossi. Adesso scegli: cuori o quadri?</i>"<br />
Se invece sceglie i semi neri gli si dirà: "<i>Bene, togliamo i neri, e restano...? I rossi! Tra i rossi cosa scegli? Cuori o quadri?</i>" <br />
E continuando su questa linea si porta il giocatore a "scegliere" la carta che sta in cima al mazzo.
<br />
<br />
L'interpertazione dei dati disponibili sul "Mostro di Firenze" funziona esattamente allo stesso modo. Se un dato coincide con la propria ipotesi, é valido.
<br />
<br />
Se non coincide, é falso, e quindi l'opposto deve necessariamente essere valido. Siamo giunti all'assurdo per cui i dati non servono a provare la validità delle ipotesi, ma sono le ipotesi a provare la validità dei dati.
<br />
<br />
Se Zuntini rileva i segni dei bossoli espulsi dalla "pistola del Mostro di Firenze" nel 1974, é un genio. Se lo stesso Zuntini non rileva i segni su bossoli che dovrebbero essere stati espulsi dalla stessa pistola nel 1968. non é la pistola ad essere diversa, ma Zuntini ad essere un inetto. Solo nel 1968, però.
<br />
Perché i bossoli appaiono diversi da ciò che é funzionale alla nostra idea. Zuntini riesce a darsi una preparazione da perito solo tra il 1968 ed il 1974, ma gli anni trascorsi dalla sua nascita al 1968 li avrebbe trascorsi a pettinare le bambole.
<br />
<br />
Per gli eventi che condussero alla pista sarda, é uguale. Gli eventi sono riassunti, ed ordinati in ordine cronologico in <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">questo post</a>. Ed anche qui dobbiamo decidere da che parte stare.
<br />
<br />
In sintesi, Lettore,<br />
<b>O</b> tu accetti incondizionatamente come verità assoluta le versioni ufficiale; allora, i reperti del fascicolo Mele vebbero ritrovati solo ed esclusivamente in conseguenza della memoria sovrumana del Maresciallo Fiori, e l'arma usata a Signa é quella del "Mostro di Firenze" <br />
<br />
<b>OPPURE</b> ti avvali delle testimonianze, e queste dicono che arrivarono delle comunicazioni anonime ad indirizzare gli inquirenti, ed esse giunsero già nel 1981.<br />
<br />
Se fai "un po' ed un po'" a secondo di come ti conviene, non sei intellettualmente onesto; e questo non può portare a nessun risultato positivo. Il Maestro Nariyoshi Miyagi (che nella finzione cinematografica, vorrebbe alludere alla discendenza da Chojun Miyagi, l'inventore dello stile Goju Ryu) nel film "Karate Kid", dice; "<i>Quando cammini su strada, se cammini su destra va bene. Se cammini su sinistra, va bene. Se cammini nel mezzo, prima o poi rimani schiacciato come grappolo d'uva</i>"
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-dNH9eLLV6UAFfDQnrJ-VZfj7FWmtlvKI8lSUEofjFbxIzsk29gNHoMCaoUayeOFcKMNBg22Lsy44F5R6i1bBdEq3EKJCL3wYbHYMEbPrR09bTdNGXr2hXQoPhRKaWYod5COAw7v54cR-YsC5yKE2fRHCKTMdGHdTniWNrocvLKy3vFSWdYYq3kfE/s1024/Miyagi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-dNH9eLLV6UAFfDQnrJ-VZfj7FWmtlvKI8lSUEofjFbxIzsk29gNHoMCaoUayeOFcKMNBg22Lsy44F5R6i1bBdEq3EKJCL3wYbHYMEbPrR09bTdNGXr2hXQoPhRKaWYod5COAw7v54cR-YsC5yKE2fRHCKTMdGHdTniWNrocvLKy3vFSWdYYq3kfE/s320/Miyagi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vogliamo "camminare su destra"? Attenerci scrupolosamente alle testimonianze? Allora la segnalazione relativa al fascicolo Mele giunse nel 1981, perché questo dice Tricomi in più di un'occasione ed é questo ciò a cui dobbiamo fare riferimento, anche se siamo "complottisti".
<br />
<br />
Vogliamo "camminare su sinistra"? Non far parte dei "complottisti" e rientrare nel gruppo dei "creduloni"? Allora la versione che dobbiamo adottare é che nel 1982 fu la memoria prodigiosa del Maresciallo Fiori ad aprire la pista sarda, e nessun altra cosa.
<br />
<br />
Ma considerare Zuntini, Tricomi e tutti gli altri dei geni o dei malati di demenza senile a secondo di ciò che ci conviene é intellettualmente disonesto. Anzi, é una porcheria immonda. E' il tipico atteggiamento di chi vuole imbrogliare il prossimo, non certo di chi ricerca una possibile verità
<br />
<br />
Quindi, se vogliamo far parte dei "creduloni" possiamo già chiudere tutto qui, perché esiste la soluzione bell'e pronta: il "Mostro di Firenze" é costituito da tre o quattro persone. Le tre persone "certe" sono Stefano Mele per il delitto del 1968, e Giancarlo Lotti e Mario Vanni per i delitti dall'82 in poi. Il quarto, in forse, é Pietro Pacciani. Gli altri delitti sono avvenuti così, spontaneamente. E' inutile scrivere libri, girare video, discutere... inutile.
<br />
<br />
Se invece saltiamo il fosso e passiamo dalla parte dei "complottisti" dobbiamo usare i dati per ciò che sono, e non chiamare in aiuto i "creduloni" quando la faccenda non ci conviene. Ed i dati dicono che il processo che portò alla "pista sarda" iniziò nel 1981, <i><b>dopo Calenzano</b></i>. Punto.
<br />
<br />
Ma ritorniamo all'incongruenza
<br />
<br />
Da premettere, Lettore, che é solo la versione della memoria prodigiosa del Maresciallo Fiori che eliminerebbe l'incongruenza; per <b><i>qualunque altra versione</i></b> l'incongruenza rimane operante, e <b><u>deve</u></b> venire spiegata.
<br />
<br />
L'incongruenza resta inevitabilmente operante sia che si pensi al Cittadino Amico, sia alle lettere anonime alla Della Monica, sia al ritaglio di giornale, sia a tutte queste cose insieme. E resta operante sia che la segnalazione sia stata un "depistaggio" sia che sia stata un "impistaggio", sia che i bossoli siano stati sostituiti, sia che restino gli originali, sia che l'arma possa essere uguale o diversa... non cambia nulla. E' irrilevante.
<br />
<br />
Adesso, Lettore, la vedi l'incongruenza? Ti é apparso il paradosso? Non ancora? Forse perché, come Edgar Allan Poe faceva dire ad Auguste Dupin, é così macroscopica che nessuno si accorge della sua esistenza; analogamente a quanto egli nota ne "<i>La lettera rubata</i>", é come se Tu, Lettore, ti trovassi davanti ad una gigantesca scritta in 3D, con singole lettere tanto grandi da riuscire benissimo a vederle, ma senza renderti conto di quale sia la parola che esse compongono.
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<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkY_JqzLCX-29eEHyv0hbvN6xrREf9bTfrKI-oUILa7huAvxAsuHbzG2zv-h7JdCrJaYb1hJp0O70CkjyxQxvVf67QJBFHJrZj7kcsYjXJD25Z6MyRI6jllZPVkT09ikzsNHfmTM8eph9XvNIt7_SGNCeZpvD5IDkZoqB9AaOPxLuPTqYifwYPe5K2/s1024/_ahollywood.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="438" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkY_JqzLCX-29eEHyv0hbvN6xrREf9bTfrKI-oUILa7huAvxAsuHbzG2zv-h7JdCrJaYb1hJp0O70CkjyxQxvVf67QJBFHJrZj7kcsYjXJD25Z6MyRI6jllZPVkT09ikzsNHfmTM8eph9XvNIt7_SGNCeZpvD5IDkZoqB9AaOPxLuPTqYifwYPe5K2/s320/_ahollywood.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi, nel caso Tu non riesca ancora a vederla, cerco di mostrartela io.
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<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'assurdità più grande</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
E' evidente per tutti (complottisti ed anche creduloni) che la faccenda del 1968, comunque siano andate le cose, non fu limpida. Il duplice omicidio seguì una serie di dinamiche contorte, prima delle quali il "rilascio" di Natalino Mele a casa del De Felice
<br />
<br />
Stefano Mele, prima di essere imputato dell'omicidio, venne interrogato una decina di volte. Vennero interrogati i suoi familiari. Vennero interrogati i Vinci. Stefano Mele fu sottoposto a perizia psichiatrica. Vi fu una sentenza di Corte d'Assise d'Appello che confermò la condanna di Stefano Mele. Nel gruppo dei sardi, qualcuno doveva necessriamente sapere come andarono le cose quella notte, ma per qualche misterioso motivo, non parlò mai.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYL0dd5_WH8dj-e2US1O0WA8Vxxf72vTRiJ3PTzOfC0v-rpB_33YAPS09hSOKFT_G20khYZYkqskDH0mx9ajZK427LIbZZvM_YJrNGxD-fB1NQ3kF3ZEKRPgcUgD-QC4xqEPpjew9YtOzA96GQ0Eaq4HUEB_VNpxr4ULugzJyDE7C4u2rFgQj0N2il/s1024/collage.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="628" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYL0dd5_WH8dj-e2US1O0WA8Vxxf72vTRiJ3PTzOfC0v-rpB_33YAPS09hSOKFT_G20khYZYkqskDH0mx9ajZK427LIbZZvM_YJrNGxD-fB1NQ3kF3ZEKRPgcUgD-QC4xqEPpjew9YtOzA96GQ0Eaq4HUEB_VNpxr4ULugzJyDE7C4u2rFgQj0N2il/s320/collage.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
In <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-castelletti-di.html" target="_blank">questo post</a> ti avrei fornito una spiegazione di quei "misteri", ma Tu, Lettore, tralascia, al momento la mia spiegazione, e guarda solo ai fatti inequivocabili: la colpevolezza di Stefano Mele fu un risultato difficile, cui si giunse attraverso un percorso tribolato, ma che, alla fine, riuscì. Stefano Mele venne condannato in via definitiva e nessuno più cercò un'alternativa. Ciò che accadde quella notte era ormai definitivamente protetto, suggellato da una sentenza giudiziaria; l'omicidio, le sue cause erano nascoste per sempre e di conseguenza l'esecutore salvo per sempre.
<br />
<br />
Assodato che, comunque stiano le cose, il fatto che debba esistere una relazione, <b>una qualunque</b> relazione, tra il 1968 ed i delitti successivi é un'evidenza, sono solo due gli aspetti rilevanti (per i "complottisti", almeno) al riguardo:
<br />
<br />
1) nel 1968 si cercò in maniera più o meno lineare di incolpare del delitto Stefano Mele, e, bene o male, vi si riuscì <b><i>nascondendo</i></b> di conseguenza il legame tra il 1968 ed i delitti successivi
<br />
<br />
2) dal 1981 in poi, questo legame venne <i><b>enfatizzato</b></i>, e tutta l'indagine si basò su questo.
<br />
<br />
Il che vuol dire che gli sforzi che vennero fatti per incolpare Stefano Mele (nascondendo il vero assassino) nel 1968 e negli anni successivi, vennero <b><u>vanificati in un sol colpo</u></b>.
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Perché chi era colpevole diventa improvvisamente innocente?</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi, proprio quando Stefano Mele aveva finito di scontare la pena (oppure Lettore, dovrei più propriamente dire "<b>doppo SCONTATA LA PENA</b>"? Ma di ciò parleremo più avanti) chi aveva tanto penato per ottenere il risultato... getta tutto alle ortiche?!?
<br />
<br />
E perché poi?!? E' questa la domanda da porsi, che costituisce l'essenza stessa del paradosso
<br />
<br />
I Mostrologi che si tengono miracolosamente in equilibrio tra complottismo e creduloneria, ti diranno: "<i>Be', per ciò che successe a Baccaiano; dopo Baccaiano é emersa la necessità di un depistaggio...</i>" bene Lettore, ma <b><i>da cosa esattamente</i></b> sarebbe emersa tale necessità?
<br />
<br />
Ma soprattutto, <b><i>in che cosa esattamente</i></b>, il far entrare <b><u>Signa</u></b> nell'indagine avrebbe rimediato a quanto successe a Baccaiano? <b><i>In quale modo</i></b> scoprire Signa avrebbe potuto porre riparo all'errore di Baccaiano?
<br />
<br />
Perché, Lettore, ammettiamo pure che logiche mostruose prevedano che se qualcuno spara ai fari di un automobile, il proprietario dell'automobile muoia. Poi, il "Mostro", dopo aver sparato ai fari, e constatato come Paolo Mainardi fosse rimasto vivo. si renda conto di come per ammazzare qualcuno sia necessario sparare alla sua testa e non ai fari della sua automobile, e <b>quindi sparare ai fari sia stato un errore</b>; come può, un tale errore, essere rimediato segnalando che Signa é stato un errore giudiziario?
<br />
<br />
I creduloni, o i complottisti a metà (quelli del gioco di prestigio puerile, che seguendo Miyagi camminano al centro della strada) dicono: é stato un depistaggio. E tutti gli altri plaudono a tale acuta intuizione.
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQdnoENhOuU1W8bA63oJ5_1L4rJ8Yn6mr3fR68DeijhCOX3-3DqDyUJsfJA1C2ZMKu5r0BCgIUtCUsFq2UaVn1aqrQasXhdaJzDWmyPx4vexTfJc5A7isC_El8a8fJhdTyPKh1_EFIMSf3gx8G5fn6grZyUdc_mroXEOMY2djMDyRgwUR1L5J8PxTJ/s1024/plaudire.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="627" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQdnoENhOuU1W8bA63oJ5_1L4rJ8Yn6mr3fR68DeijhCOX3-3DqDyUJsfJA1C2ZMKu5r0BCgIUtCUsFq2UaVn1aqrQasXhdaJzDWmyPx4vexTfJc5A7isC_El8a8fJhdTyPKh1_EFIMSf3gx8G5fn6grZyUdc_mroXEOMY2djMDyRgwUR1L5J8PxTJ/s320/plaudire.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma cosa vorrebbe dire, esattamente, "depistaggio"? Come funzionerebbe?
<br />
<br />
Ammettiamo, Lettore, che io stia vagando in automobile tra le strade cdi una regione che non conosco, e senza navigatore. La mia intenzione é quella di giungere ad una cittadina che si chiama "Verità". Domando qualche informazione in giro, e vengo indirizzato verso una provinciale, assolutamente deserta. Dopo un certo numero di chilometri giungo ad un bivio, che ha un'indicazione: "Verità".<br />
Il problema é che mezz'ora prima é passato di lì un tale che non vuole che io giunga alla Verità, un autentico Mostro, ed ha posto l'indicazione in corrispondenza della branca sbagliata del bivio. Mi ha indirizzato su una pista sbagliata. Una vera e propria pista, un tratturo, che dopo qualche chilometro si perde nei campi.
<br />
"Che Mostro!" penso tra me e me; ma cosa posso fare? Tornare indietro ed imboccare l'altro ramo del bivio, la branca corretta. Ho perso del tempo, ma alla fine sarò comunque giunto alla Verità.
<br />
<br />
Se la "pista sarda" é un depistaggio, tornati indietro ed imboccando la branca corretta del bivio si sarebbe giunti alla verità. Un depistaggio serve per mascherare la pista corretta; se il depistaggio giunge dopo Baccaiano, Baccaiano avrebbe quindi dovuto indicare la pista corretta. Per capire questo non é nemmeno necessario scomodare la logica; basta il normale buonsenso. <br />
Posto che la "pista sarda" é un depistaggio, quale sarebbe allora la "pista corretta" che Baccaiano indicherebbe? Eh, Lettore, questo non l'ha mai detto nessun mostrologo. Cosa si stava per scoprire a Baccaiano, che venne bloccato dalla "pista sarda"? Boh... e chi lo sa?
<br />
<br />
Tutti i più grandi mostrologi di fama mondiale si limitano a dire: "<i>E' un depistaggio per Baccaiano</i>"; senza andare avanti nel ragionamento, frase che da sola é soltanto un'affermazione di una superficialità impressionante, da far rabbrividire.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhFkATMBTvttH8KYZm9YDxCcS3SPJAd4kL7rKEwPIbmd1ofHsprKk_LV0i-v5UIO3wcneywkcFqQ2XtSOF5K5iWoyXjzsZgaQufWKKeEtlYnN69fwA1fDcSy3djmCG7dmdvKI_TwGgp1185zjz65dHKydgd6-MijENKVFQucv6bNbKzDVhAelQaOoa/s1024/superficialit%C3%A0.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="889" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhFkATMBTvttH8KYZm9YDxCcS3SPJAd4kL7rKEwPIbmd1ofHsprKk_LV0i-v5UIO3wcneywkcFqQ2XtSOF5K5iWoyXjzsZgaQufWKKeEtlYnN69fwA1fDcSy3djmCG7dmdvKI_TwGgp1185zjz65dHKydgd6-MijENKVFQucv6bNbKzDVhAelQaOoa/s320/superficialit%C3%A0.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
E la supeficialità é una delle cause principali dei mali del mondo; ma questo é un altro discorso, quindi andiamo avanti.
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<br />
Se non si individua esattamente quale sia la logica che, dopo Baccaiano, renderebbe necessario gettare Signa alle ortiche, quale sia il vantaggio che logicamente avrebbe il Mostro nel distruggere in un attimo ciò che era stato costruito in quattordici anni, il "depistaggio" non ha alcun senso logico.
<br />
<br />
Per i creduloni ciò non costituisce un problema.<br />
Se per essi, il "Mostro" é qualcuno alto, bello ed intelligente, che però, ogni tanto, anziché uscire la sera per farsi una birra con gli amici, esce da solo ed una volta uccide una coppia di amanti, un'altra volta due uomini, altre volte dei fidanzati ma una volta scuoia il pube, un'altra asporta, interamente la vulva, un'altra ancora infila un tralcio di vite in vagina dopo una serie di coltellate, un'altra volta ancora non asporta proprio niente, un paio di volte pratica una mastectomia superficiale... tutta roba diversa, con l'unica costante dei bossoli; che però una volta sono dove dovrebbero essere, ma in numero minore, un'altra si trovano tutti raggruppati in corrispondenza di una ruota, un'altra ancora sono in un fascicolo processuale... be' accettando come "normale" un ragionamento caotico che non ha nulla di sensato, una tale assenza totale di logica, si può anche accettare la "pista sarda" come depistaggio di Baccaiano.
<br />
<br />
Ma i complottisti a metà? Coloro per i quali i Mostro alto bello ed intelligente sa sempre quello che fa? <b><i>Da cosa, esattamente</i></b>, avrebbe stornato l'attenzione con il depistaggio? Cosa <b><i>esattamente</i></b> avrebbe evitato rendendo noto che Signa era un falso?!? Come spiegano tutto ciò?
<br />
<br />
<b><i>Qualunque cosa</i></b> abbia potuto sussurrare il Mainardi all'Allegranti prima di entrare in coma, come avrebbe potuto essere rimediato dal fare notare, per vero o falso che fosse, che l'arma di Signa e quella del "Mostro di Firenze" sarebbe stata la medesima?
<br />
<br />
Perché, vedi Lettore, affermare che "la scoperta dell'identità dell'arma fu un passo necessario dopo Baccaiano" ma non dare alcuna spiegazione logica di ciò, rimane un'affermazione che non significa niente; <b><i>in quale modo</i></b> tale segnalazione avrebbe risolto il problema? Se gli investigatori fossero stati "sulla pista giusta" e l'apertura della "pista sarda" fosse stato un depistaggio per stornarli da ciò che stava per portarli alla verità, sarebbe bastato tornare "sulla pista giusta" per risolvere il caso, no? E' banale!
<br />
<br />
E difatti, <i>Davide Rossi</i>, che é persona intelligente, non sostiene affatto che sia stato un "depistaggio", ma sostiene che il "Mostro" abbia voluto "intestarsi il delitto". Ciò, però, sebbene aggiri l'assurdità del voler considerare "depistaggio" l'apertura della pista sarda, non risolve il problema. Se il "Mostro" aveva tanta voglia di "intestarsi il delitto", perché darsi tanta pena per far incolpare Stefano Mele, e gettare tutto alle ortiche quattordici anni dopo?
<br />
<br />
E' ovvio Lettore che da qualunque parte venga riguardata la cosa, appare come un nonsenso. Occorre dare un senso a queste azioni. E per trovarvi un senso, é innanzitutto necessario riguardare, ancora una volta, la cronologia riportata in <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">questo post</a>.
<br />
<br />
Ma ciò serve solo a prendere atto del fatto che il processo che esitò nella "pista sarda" dovette iniziare nel 1981; preso atto di ciò, l'incongruenza rimane.
<br />
<br />
Che sia un impistaggio o un depistaggio sarebbe irrilevante; l'unico dato certo é la sussitenza della relazione. <br />
<br />
L'altro dato certo é il sovvertimento di quanto ottenuto a Signa, da colpevole passato in giudicato, quindi con una verità giudiziaria, a ricerca di un nuovo colpevole; ed anche di quanto ottenuto a Rabatta, dove, terminata la missione, le indagini si sono arenate. Senza un colpevole, senza neanche un sospetto. Tutto muore lì
<br />
<br />
Ma ciò che <b><i>nei fatti</i></b> accade, é che ad un tratto si ha un <i><b>sovvertimento della situazione</b></i>. Per tredici anni, i due delitti commessi dal "Mostro di Firenze" sono stati coperti, il primo facendo dichiarare colpevole Stefano Mele, ed il secondo eseguendo un crimine così difforme dal primo da cancellare, in apparenza, qualunque relazione con il primo. Per tredici anni é andata bene così. Improvvisamente, le stesse persone che hanno commesso i primi due delitti decidono deliberatamente di riaccendere i riflettori su questioni morte e sepolte, di sottolineare la relazione: insomma di <b><i>sollevare il problema</i></b>. E senza che, apparentemente, ve ne fosse alcuna necessità
<br />
<br />
Guardiamo ai fatti: cosa si ottiene, in realtà? <b><u>La riapertura del caso</u></b>.
E' questa la realtà fattuale, Lettore; noi possiamo immaginare qualunque cosa e fare le ipotesi più strane; ma ciò che si ottiene é la <i><b>riapertura di un caso chiuso definitivamente</b></i> e con un colpevole; un caso che <b><i>non avrebbe avuto motivo</i></b> di essere riaperto. Pertanto, la cosa importante é stabilire <i>quale possa essere tale motivo</i>, e ciò può venire dalle implicazioni della riapertura. Poiché il colpevole era fittizio, e di conseguenza il vero colpevole era
"protetto", <b><u>l'implicazione più immediata della riapertura é la <i>riduzione di protezione</i> sul vero colpevole</u></b>.
<br />
<br />
Ed é questo l'unico effetto sostanziale sul quale possiamo ragionevolmente focalizzare la nostra attenzione. Non ne esistono altri.
</div>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>SINTESI FINALE</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Forse sono stato troppo prolisso. Cerco di sintetizzare al massimo il concetto. </div><div style="text-align: justify;"><br />
<br />
a) Il Signor X, a Signa, uccide una coppia <b>→</b> il Signor X può venire indagato <b>→</b> il Signor X <b>inizialmente é in pericolo</b></div><div style="text-align: justify;"><b> </b><br />
b) del delitto viene definitivamente incolpato Stefano Mele <b>→</b> il Signor X non verrà indagato <b>→</b> il Signor X <b><i>non</i> é più in pericolo</b></div><div style="text-align: justify;"><b> </b><br />
c) a Rabatta viene uccisa un altra coppia <b>→</b> nessuno sa che il Signor X potrebbe essere implicato <b>→</b> il Signor X <b>resta al sicuro</b> <br /></div><div style="text-align: justify;"><br />
d) nessuno mette in relazione Signa e Rabatta <b>→</b> il Signor X <b>continua a non essere in pericolo</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
e) sette anni dopo vengono uccise tre coppie <b>→</b> qualcuno mette in relazione questi omicidi con Signa <b>→</b> Stefano Mele é innocente <b>→</b> il Signor X <b>adesso si trova nuovamente in pericolo</b></div><div style="text-align: justify;"><b> </b>
<br />
<br />
Quindi, la domanda diviene: <b><u>perché mai un colpevole che é stato protetto per quattordici anni vede improvvisamente ridursi tale protezione?</u></b>
<br />
<br />
Bene, Lettore, se i Mostrologi di fama mondiale non danno una risposta a tale interrogativo, non ci resta che uscire dal gregge ed <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-5-la-tormentata.html" target="_blank">andare a cercarcela da soli</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIKwoY4YhZvYFSUoKj_xPGKoPJ6qOGsxB0Zy2mzTW3OFLXiA4DnhK8IircjeBrDRXB4zrknCFe6VOVOyzQ-Nr-9pXRllkkHawVO4csQOFEuDUfqQfYilC3VoQTB3Y_ufjPdhxR3xBtiBGLSS80Pgo3PVQcLGbc7bPTRE2yoodEizdjnHNEGOuH9vOn/s1024/pecorend.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIKwoY4YhZvYFSUoKj_xPGKoPJ6qOGsxB0Zy2mzTW3OFLXiA4DnhK8IircjeBrDRXB4zrknCFe6VOVOyzQ-Nr-9pXRllkkHawVO4csQOFEuDUfqQfYilC3VoQTB3Y_ufjPdhxR3xBtiBGLSS80Pgo3PVQcLGbc7bPTRE2yoodEizdjnHNEGOuH9vOn/s320/pecorend.jpg" width="320" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-73492600235104239752022-08-16T17:14:00.021+02:002023-06-27T06:58:42.054+02:00Il Mostro di Firenze 3: le Fontanine di Rabatta<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>tu non morirai. Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà morire</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>2 Samuele 12</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDe5m88Z_46x1lgJc6xvOQ5qGUtiIymhQ8eco58m937tvuBRqGV7QN8WD7ic-19dksTvgPbt8dLuCDmQ0sT01pxe_oQ_ElTfCPXoz7-CwcqX1AqKzGLQNiUYEXsgH07G2Xd64dLioYUYwgrE_pVMF1bEEyQ1mi308ArtQyptob_wbsQeOOpvV53PLX/s1024/vudu.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="661" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDe5m88Z_46x1lgJc6xvOQ5qGUtiIymhQ8eco58m937tvuBRqGV7QN8WD7ic-19dksTvgPbt8dLuCDmQ0sT01pxe_oQ_ElTfCPXoz7-CwcqX1AqKzGLQNiUYEXsgH07G2Xd64dLioYUYwgrE_pVMF1bEEyQ1mi308ArtQyptob_wbsQeOOpvV53PLX/s320/vudu.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alle ore 7,45 del 15 settembre 1974 si presentano alla stazione carabinieri di San Lorenzo, due (quasi) consuoceri, Andrea Pettini e Vincenzo Gentilcore.
<br />
<br />
Sono in apprensione per i loro figli, fidanzati, usciti insieme la sera prima e non più rientrati.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjfTCZwplr9gjEoNDhP21bd6SzA2DXGHeFLQy8HCPmPUhogQm04hYF7IXx4kXZDjmVkWb9PTHGlTqeU9X-F8VuKFOjp-TKPV_Qi032P_0Q55oPGXoxa-MeI3sV8RX9JC8v_gNetToKGUqJMisoZCCd_MRIt4aYNv8688-8WSZB8u0AJRwV1PN-aaGZ/s1024/fidanzati.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="625" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjfTCZwplr9gjEoNDhP21bd6SzA2DXGHeFLQy8HCPmPUhogQm04hYF7IXx4kXZDjmVkWb9PTHGlTqeU9X-F8VuKFOjp-TKPV_Qi032P_0Q55oPGXoxa-MeI3sV8RX9JC8v_gNetToKGUqJMisoZCCd_MRIt4aYNv8688-8WSZB8u0AJRwV1PN-aaGZ/s320/fidanzati.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Saranno costretti ad ascoltare la notizia più dolorosa, in assoluto, che un padre possa ricevere.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUei5Oc6dCYD1pIzd4l17sT0JGz2GxBleVw3AqW7qdyxMlj3CHFPVYwXYMICvFpzYekXwIbTMf26Zc8ENVBpdkq17KzbGTbcAvWx62qxoNqa8xwEUf3GyqDe4Su-yBQUMEoKVqNh0AHWvlfvxPYG5O1A6Y4ubFtTWC-y1TdPQMyjRArK4naAUEFiEQ/s1024/giornale.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="985" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUei5Oc6dCYD1pIzd4l17sT0JGz2GxBleVw3AqW7qdyxMlj3CHFPVYwXYMICvFpzYekXwIbTMf26Zc8ENVBpdkq17KzbGTbcAvWx62qxoNqa8xwEUf3GyqDe4Su-yBQUMEoKVqNh0AHWvlfvxPYG5O1A6Y4ubFtTWC-y1TdPQMyjRArK4naAUEFiEQ/s320/giornale.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
I loro figli, praticamente due ragazzini, sono stati uccisi in un modo barbaro
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpSAdOsDAEBJWkNxfkOkpvv5Ky32mdrcavYCm7UeR4yt8HjqVMhP5csGqWUgUPH0qzgT0UoCma2Pe3K0MIC1Mk4fGSMW5_kKPfyzBAD_4G4bzbgi3HKk3Y9QcHT30ws-x5H5JY7tSR0dhBaT3ytvP0CtZwpLuHvFiw26qzA3h1qjPr-UAgM5hzp9Tt/s1029/pasq.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1029" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpSAdOsDAEBJWkNxfkOkpvv5Ky32mdrcavYCm7UeR4yt8HjqVMhP5csGqWUgUPH0qzgT0UoCma2Pe3K0MIC1Mk4fGSMW5_kKPfyzBAD_4G4bzbgi3HKk3Y9QcHT30ws-x5H5JY7tSR0dhBaT3ytvP0CtZwpLuHvFiw26qzA3h1qjPr-UAgM5hzp9Tt/s320/pasq.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed inoltre, sul corpo della figlia di Andrea Pettini, poco più che una bambina, é stato compiuto uno scempio tale da provocare un malore, venti anni più tardi al processo Pacciani, di un giovane carabiniere alla vista delle foto. La povera ragazza é stata finita a coltellate; solo dopo la morte verranno le verranno inflitte altre 96 ferite superficiali ed infisso un tralcio di vite nella vulva.
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhNU3imoEIQB8YG6AeOPvzkDSX9amij0RYZmZIw1QpPZXGhnhT905U7q94ilAouWcOU0GvG2hO93vbFa0OHK6lG3Uy9BhAlC6Os8d3eXeWc2IV8b9g1xQS4X78ddFPv3j9su5EyvtHlEGu5qab2Pa8W9v85_jaSx8yFx91n_sruWc4E9rQesBbl5_E/s1024/Pettini.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhNU3imoEIQB8YG6AeOPvzkDSX9amij0RYZmZIw1QpPZXGhnhT905U7q94ilAouWcOU0GvG2hO93vbFa0OHK6lG3Uy9BhAlC6Os8d3eXeWc2IV8b9g1xQS4X78ddFPv3j9su5EyvtHlEGu5qab2Pa8W9v85_jaSx8yFx91n_sruWc4E9rQesBbl5_E/s320/Pettini.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non é dato di sapere se la consapevolezza del fatto che le ferite siano state inflitte <i>post mortem</i>, e che quindi la sua bambina non abbia sentito dolore, abbia potuto rendere meno intenso il dolore che avrebbe sentito il padre per il resto dei suoi giorni; sta di fatto che da quel momento, Andrea Pettini non comparirà più, né renderà testimonianze. Non si trovano sue immagini, in giro.<br />
<br />
E questo, Lettore, sarebbe l'esordio del Mostro di Firenze, l'episodio che lo ha catapultato sulla scena. Ma perché sarebbe l'esordio quando esisteva già <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-castelletti-di.html" target="_blank">Signa</a>?
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'Ipotetico Investigatore</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nella serie di post relativi alla ricostruzione della ferrovia Palermo-San Carlo-Burgio avevo introtto la figura dell' <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/06/ricostruzione-del-tracciato-della_30.html" target="_blank">Ipotetico Ciclista</a>, un immaginario cicloappassionato fuoristradista che avrebbe tentato di percorrere il tracciato ferroviario su una <i>mountain bike</i>.<br />
<br />
Prendo allora a prestito da me stesso la sciocca idea dell'Ipotetico Ciclista e la "riciclo" (la scelta della forma verbale non é casuale - fa parte della sciocchezza) qui, generando un altrettanto Ipotetico Investigatore, che però, Lettore, avrà vita breve, e poche righe più sotto sarà già scomparso.<br />
<br />
Ammettiamo, Lettore, che nell'autunno inoltrato del 1974 vi sia un Ipotetico Investigatore che abbia avuto il compito (per incarico, per scelta personale, per altro) di ricercare, nell'ambito dell'azione investigativa sul delitto di Rabatta, eventuali analogie tra tale delitto ed altri delitti a danno di coppie, avvenuti nei dieci anni precedenti.
<br />
<br />
Ammettiamo, sempre in via del tutto ipotetica, che sull'altrettanto ipotetico tavolo dell'Ipotetico Investigatore si trovino già una serie di fascicoli, all'interno dei quali siano presenti rapporti giudiziari, verbali, interrogatori, perizie balistiche ed autopsie, oltre ad eventuali istruttorie relativi al delitto di pertinenza; e ammettiamo altresì che tra tali fascicoli sia presente, ovviamente, anche quello relativo al delitto di Signa.<br />
Confrontando i fascicoli dell'omicidio di Signa e di Rabatta, cosa vedrebbe l'Ipotetico Investigatore?
<br />
<br />
Nel caso di Signa, una coppia di amanti non più giovanissimi, con il bambino di lei in automobile, uccisi a colpi di calibro 22 esplosi da, diceva il perito, una vecchia pistola da tiro a segno usurata e non identificabile dall'impronta del percussore. Ed il salvataggio del figlio della donna, con un marito reo confesso che, dopo delle, seppur discutibili, sommarie indagini, starebbe ancora scontando la pena.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguUGzwRyE0rkLX89USeHLBZc2N2XnLLvCwZB3vpDkjOQHwdVrajkJT0xv9A0KIlkVRFeYpSSGuT9ZYWl0SaLmG3O34DQbPGIYgZL6M48UAueivReRzfo_2PEK9sCDcF7kJzIO2lovwnJtsbKJBb9881w7qgd3EhnAs2fr9Bi_BwIYr0B6AFhy3PDGG/s1431/Signa.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1431" data-original-width="1016" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguUGzwRyE0rkLX89USeHLBZc2N2XnLLvCwZB3vpDkjOQHwdVrajkJT0xv9A0KIlkVRFeYpSSGuT9ZYWl0SaLmG3O34DQbPGIYgZL6M48UAueivReRzfo_2PEK9sCDcF7kJzIO2lovwnJtsbKJBb9881w7qgd3EhnAs2fr9Bi_BwIYr0B6AFhy3PDGG/s320/Signa.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
A Rabatta invece, due fidanzatini poco più che adolescenti assaliti a colpi di una calibro 22 in ottime condizioni di manutenzione e che, <b><i>dice il medesimo perito</i></b>, sarebbe stata indubbiamente identificabile in una Beretta serie 70, poi finiti a coltellate. Al termine dell'azione omicidiaria, un orribile accanimento sul corpo della ragazzina; e senza sospettati né tantomeno colpevoli di una tale efferatezza.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTTZP_msPKk0F1WvINgvxGjOgqjprqvf1eFD0_r5iupNHk2w6ztlDsXtRD34XL8TJ7yz7u_fCx02f7h9qELB3irHq1zqCoLHnf8-Is8GBAsjurwqt9XJuLm813RavKZXcgnBhx0sF0iGtCu1Fe5sE0FniNXGf2KOztUBjzhYGUfOqRcjaQ0mWw75s7/s1944/Rabatta.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1944" data-original-width="1016" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTTZP_msPKk0F1WvINgvxGjOgqjprqvf1eFD0_r5iupNHk2w6ztlDsXtRD34XL8TJ7yz7u_fCx02f7h9qELB3irHq1zqCoLHnf8-Is8GBAsjurwqt9XJuLm813RavKZXcgnBhx0sF0iGtCu1Fe5sE0FniNXGf2KOztUBjzhYGUfOqRcjaQ0mWw75s7/s320/Rabatta.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se l'Ipotetico Investigatore avesse dovuto trovare delle analogie tra i diversi delitti dei diversi fascicoli, confrontando questi due, ed avvalendosi del comune buonsenso, a che conclusioni sarebbe potuto giungere? A quella di un unico "Mostro" che li avesse commessi ambedue? Tu, Lettore, in tutta sincerità, cosa avresti mai pensato?<br />
<br />
Avresti supposto anche lontanamente un legame tra un apparente delitto d'onore, passato in giudicato, e commesso con una vecchia pistola che il marito di lei aveva recuperato chissà dove, salvando poi suo figlio, ed un altro delitto compiuto a sei anni di distanza, a danno di una coppia di fidanzatini, e con un ricorso massiccio all'arma bianca, senza colpevole e senza alcun apparente motivo?
<br />
<br />
Come si potrebbe mai pensare che vi sia un'analogia tra i due delitti? Gli unici elementi comuni sono la marca delle cartucce usate, peraltro molto comuni, ed il perito, cosa che per delitti commessi nella stessa area geografica é frequente; e nient'altro. Nessun essere che faccia ragionamenti sensati mai avrebbe potuto stabilire una relazione tra i due eventi.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>IL SENNO DEL POI</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Eppure Lettore, noi sappiamo che esiste un nesso tra i due eventi. Lo sappiamo per vie assolutamente diverse dalle analogie, dai paragoni tra i due delitti, ma, a distanza di mezzo secolo, lo sappiamo. Così come sappiamo che il fatto che le perizie balistiche siano state redatte dal medesimo perito dipende dal fatto che ambedue i delitti siano avvenuti in provincia di Firenze, e che neanche questo sia casuale, ma in relazione ad un nesso preciso; e lo sappiamo perché conosciamo la storia del "Mostro di Firenze" fino al 1985. Poiché infatti l'entità "Mostro di Firenze" sembrerebbe aver colpito esclusivamente in quell'area geografica, era probabile che le perizie balistiche di quel periodo e nella zona della procura di Firenze vedessero Innocenzo Zuntini come incaricato.<br />
<br />
Ma l'Ipotetico Investigatore, nell'autunno del 1974, non avrebbe avuto modo di avere tali informazioni; per lui, il delitto di Signa e quello di Rabatta sarebbero stati totalmente diversi, ed il fatto che fossero stati ambedue eseguiti in provincia di Firenze, o in Toscana, se é per questo, sarebbe stata solo una mera coincidenza.<br />
<br />
Allora, se è evidente che i delitti non presentano la benché minima analogia, ma sappiamo come ciononostante essi siano in relazione, il loro legame deve essere cercato in altro modo; non nelle analogie tra le vittime, nel <i>modus operandi</i>, nell'arma usata, ma in tutt'altra direzione. Una direzione <b><i>evidentemente</i> <u>non</u></b> indicata da alcun elemento presente negli omicidi in sè, non desumibile in alcun modo dalla dinamica dei delitti o dalla tipologia delle vittime, non ricompresa nelle relazioni di perizie balistiche o autoptiche. <br />
<br />
Non può esserci alcun legame diretto tra Barbara Locci e Pasquale Gentilcore; così come non vi é alcun nesso logico tra l''uccidere una coppia di amanti coinvolgendo il marito e salvando un bimbo, e l’ammazzare due poveri fidanzatini che cercavano solo la loro intimità ed infierendo orribilmente sul cadavere di lei.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVZogvQF0iusRcpq__zGqPXkAbrC2x6ED3ta4WOOv26R2SLdcgTL8CKLn6IqLdh1kmlV_XkSw3i6buECX1_EqX-DqFw04GpgHGeGGqIgG1mp-EdgHmhw_zmZNdHV-Ua8y0V60Tekb6rjFmlAwkuHBeMI9T0O95zwCKxPdtVkEZ5HKdsv3W4qtlf6Ar/s1246/delitti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1246" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVZogvQF0iusRcpq__zGqPXkAbrC2x6ED3ta4WOOv26R2SLdcgTL8CKLn6IqLdh1kmlV_XkSw3i6buECX1_EqX-DqFw04GpgHGeGGqIgG1mp-EdgHmhw_zmZNdHV-Ua8y0V60Tekb6rjFmlAwkuHBeMI9T0O95zwCKxPdtVkEZ5HKdsv3W4qtlf6Ar/s320/delitti.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Comprendere come il legame tra i due eventi debba necessariamente stare da tutt'altra parte è una possibilità alla portata di qualunque intelletto. La difficoltà risiederebbe piuttosto nell’individuare <i><b>in cosa</b></i> possa consistere tale legame; ed é qui che torna in gioco il "Pensiero laterale". Favorito inoltre, dall'avere acquisito, a distanza di tempo, alcuni vantaggi, consistenti in quegli elementi suppletivi dei quali l'Ipotetico Investigatore, nell'autunno del 1974 non sarebbe stato a conoscenza, e che, ancora una volta, riassumo così:
<br />
<br />
1) c'é un legame tra i due delitti<br /> <br />
2) questo legame é in qualche modo correlato all'area regionale (cosa che ai tempi poteva essere riguardato come una coincidenza, ma dopo otto duplici omicidi etichettati da un unico "Mostro di Firenze", e tutti avvenuti nel fiorentino é praticamente una certezza)<br /> <br />
3) questo legame <b><u>non</u></b> é correlabile al delitto in sè<br /> <br />
<br />
<br />
Purtroppo, per proseguire nel gioco dell'"indovinello regressivo" potremo solo contare sui pochi ulteriori dati in nostro possesso, i quali, oltre che nei tre punti elencati sopra, constano in qualche scarna informazione relativa a familiari, amicizie ed attività lavorative e soprattutto nella constatazione di come la povera Stefania Pettini sia stata maltrattata <b><i>come nessun altra</i></b> della serie omicidiaria del "Mostro di Firenze".<br />
<br />
Ma tali dati, per quanto esigui, appaiono comunque in grado di comunicarci qualcosa. Innanzitutto notiamo che: <br />
<br />
<b>SE</b><br />
<br />
siamo certi, tramite le informazioni che giungeranno successivamente, che vi debba essere una relazione tra Signa e Rabatta, e<br />
<br />
<b>SE</b><br />
<br />
siamo certi, tramite l'analisi dei dati presenti nei fascicoli, che la relazione non può essere attinente ai delitti in sé<br />
<br />
<b>ALLORA</b><br />
<br />
la relazione non può nemmeno riguardare direttamente le vittime in sé, perché i due ragazzi, all'epoca del delitto di Signa, avevano 12 e 13 anni.
<br />
<br />
<br />
Ed ancora, continuando<br />
<br />
<b>SE</b> <br />
<br />
quanto eseguito su Stefania é stato eseguito proprio per destare particolare impressione, e <br />
<br />
<b>SE</b><br />
<br />
la povera Stefania non può costituire una relazione tra Signa e la sua morte<br />
<br />
<b>ALLORA</b><br />
<br />
la relazione deve riguardare qualcuno che dovesse inevitabilmente rimanere particolarmente impressionato da ciò che é stato fatto su Stefania.<br />
<br />
Quindi, la nostra attenzione deve necessariamente spostarsi sui familiari, e cioè persone di età maggiore, e sulle quali le modalità di vilipendio del cadavere avrebbero il massimo dell'impatto emotivo. E ciò tanto più che non abbiamo a disposizione altre informazioni; non sono emerse altre presenze di individui più avanti negli anni verso i quali una simile azione avrebbe potuto essere rivolta.<br />
<br />
A prescindere dall'effettiva esecuzione di un tale tipo di ragionamento, e soprattutto dall'effettiva possibilità di formularlo per la mancanza, nel 1974, delle informazioni indispensabili per fare ciò, gli inquirenti presero comunque in considerazione la possibilità che potesse trattarsi di una vendetta o di altri moventi di cui in qualche modo il destinatario sarebbe stato un familiare. <br />
<br />
Così inizialmente si focalizzò l'attenzione sul padre di Pasquale, Vincenzo, in quanto pregiudicato. Vincenzo Gentilcore era stato condannato per omicidio preterintenzionale; ma venne, alla fine, escluso qualunque tipo di relazione tra il reato da lui commesso e quello di cui il figlio e la fidanzata erano stati vittima.<br />
<br />
Noi, Lettore, potremmo a maggior ragione escludere che l'obiettivo di chi uccise i ragazzi sia stata la famiglia Gentilcore per due motivi:<br />
<br />
a) la famiglia Gentilcore era di origini beneventane, e fu proprio nel luogo di origine che avvenne l'episodio per cui Vincenzo Gentilcore subì la condanna; mentre noi sappiamo come i delitti del c.d. "Mostro di Firenze" siano una manifestazione strettamente locoregionale; si riferiscono a qualcosa operante in Toscana, non in Campania. In altri termini, considerare Vincenzo Gentilcore il reale obiettivo del delitto sarebbe in contrasto con il punto 2) di prima. <br />
<br />
b) appare più logico e probabile come il vilipendio di cadavere eseguito con teatrale crudeltà <b><i>proprio sulla ragazza</i></b> fosse un messaggio diretto alla famiglia della ragazza piuttosto che a quella del ragazzo<br />
<br />
Seguendo tale logica non ci resta che considerare la famiglia di Stefania. Stefania Pettini era figlia unica; la sua famiglia, escludendo lei, si riduceva ai soli due genitori.<br />
<br />
La madre, Bruna Bonini, si occupava solo della conduzione della casa; questo almeno fin dopo la morte di Stefania, quando il marito non fu più nelle condizioni di poter lavorare, ed il mantenimento della coppia rimase sulle spalle della signora Bruna. <br />
<br />
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgwyw81fHpFpF5eKNDZ8g_1IFoDkaj6IHx6oNDF322YrPCtj6wtmR6qH6xIxpmvlXFHtdJsoR11rwQNHUT_frjIMc0Y4qvPFZ6Kdi1YfjBrhvofVdo7cEfsrMPKVDkinK48JAVJJQEATeTmAL4P1GUwSy6d8jEGU-8vn_TaXVocwifofXm-dSPiBAZ/s1024/Bruna%20Bonini.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="773" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgwyw81fHpFpF5eKNDZ8g_1IFoDkaj6IHx6oNDF322YrPCtj6wtmR6qH6xIxpmvlXFHtdJsoR11rwQNHUT_frjIMc0Y4qvPFZ6Kdi1YfjBrhvofVdo7cEfsrMPKVDkinK48JAVJJQEATeTmAL4P1GUwSy6d8jEGU-8vn_TaXVocwifofXm-dSPiBAZ/s320/Bruna%20Bonini.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E' estremamente improbabile che qualcuno avesse voluto indirizzare un messaggio così terribile ad una persona pacata e schiva, che tendeva a rimanere in secondo piano, come Bruna Bonini; se, con le informazioni che abbiamo a disposizione, il nostro "pensiero laterale" può effettivamente condurci lungo un percorso fino ad un luogo definito, é solo Andrea Pettini che possiamo trovare, alla fine del percorso, in tale luogo. Ma chi era Andrea Pettini?
</div>
<br />
<br />
<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>ANDREA PETTINI</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Era un manovale alcolista, ex partigiano. Stefania nel suo diario lo definisce "<i>fissato, ebete e grullo, causa vino</i>"
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd5TJ-EAHuL8Q_AfAgBlaLW3-HLIu8wbyWaf2aqpl3T0B3xJpTeEEkAudKPuuRcgNBqulgl0c8ZWsQEGR6Rmnoim-CnoADN3Js61He8oVeuDbnYVDl5iSlPQO8fhWd8rtK9Yv4TUDy5Ue0L-g2bWGhdGj1me6YYU3NZlCoMoLIdgHZx2zrZSWFmyPC/s1024/alcol.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="681" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd5TJ-EAHuL8Q_AfAgBlaLW3-HLIu8wbyWaf2aqpl3T0B3xJpTeEEkAudKPuuRcgNBqulgl0c8ZWsQEGR6Rmnoim-CnoADN3Js61He8oVeuDbnYVDl5iSlPQO8fhWd8rtK9Yv4TUDy5Ue0L-g2bWGhdGj1me6YYU3NZlCoMoLIdgHZx2zrZSWFmyPC/s320/alcol.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non sono credente, Lettore, ma ogni qualvolta leggo giudizi così duri su una persona, non posso fare a meno di ripensare ad una frase che Ronny Cammareri (Nicolas Cage) pronuncia nel film "<b>Stregata dalla luna</b>": "<i>Solo il Padreterno può puntare il dito</i>"; ma per Stefania, se lei “puntava il dito”, evidentemente il padre era un cattivo padre. Ma quand'anche così fosse, ciò non vuol dire che fosse inevitabilmente anche una cattiva persona.<br />
<br />
Comunque sia, se un manovale alcolizzato merita di aver inflitto un dolore tanto grande, dovrebbe necessariamente esistere un qualche precedente di un'enormità tale che difficilmente sarebbe sfuggito agli inquirenti. E' anche possibile che la sua abitudine all'alcool lo portasse a parlare troppo, a dire ciò che non avrebbe dovuto; ma da qui a massacrargli la figlia ce ne corre.
<br />
<br />
Ma allora, perché mettere a segno un colpo tanto crudele su un manovale alcolizzato? Forse è qui che dobbiamo ampliare il nostro punto di vista e non considerare Andrea Pettini tanto per ciò che era, quanto piuttosto per ciò che era stato.
Mi riferisco al passato da partigiano, sul quale, in più occasioni, si é dibattuto riguardo alla possibilità che costituisse il movente del delitto; se nella vita di Andrea Pettini, oltre l’alcool e la Resistenza, non c'é altro, la relazione con la militanza partigiana é certamente plausibile, ma escluderei la possibilità con la quale é sempre stata interpretata, e cioè che possa essersi trattato di un delitto squisitamente politico. <br />
<br />
Un delitto politico portato a termine con simili modalità non avrebbe precedenti; non si é mai visto. Quale sarebbe il significato di tale crudeltà? Perché lasciare questo indelebile marchio a fuoco nel cuore dei genitori? Non é questo l'effetto che si ricerca in un omicidio politico.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9-Mo-8LsGPVigE7KYUSRqi7tGJCVRMHgmW4HIzYB0tbMePDCCws2mnCjzIMcO_PN8mvWGTeHMeOxBpDMKdx7652C3pvgAzriaXgX9gJJJ990tetTELmSivyqGuCWQ8D2vzlA1ZytOLEDu-QaQxK7RCLRqOO0-CSnoDvMs_3auTKgkLu3UloWndkux/s1200/guido-rossa.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="780" data-original-width="1200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9-Mo-8LsGPVigE7KYUSRqi7tGJCVRMHgmW4HIzYB0tbMePDCCws2mnCjzIMcO_PN8mvWGTeHMeOxBpDMKdx7652C3pvgAzriaXgX9gJJJ990tetTELmSivyqGuCWQ8D2vzlA1ZytOLEDu-QaQxK7RCLRqOO0-CSnoDvMs_3auTKgkLu3UloWndkux/s320/guido-rossa.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ciò che interessa nell'azione cruenta per motivi politici é la rivendicazione; che qui non c'é mai stata. Il delitto politico vuole coinvolgere in qualche modo parte della collettività, parte che deve in qualche modo vedere la vittima come simbolo della società (come, ad esempio, nel caso di Aldo Moro o di Marco Biagi); un delitto commesso con tali modalità appare invece più come una sorta di messaggio privato, diretto a ben determinate persone, più che un'azione genericamente diretta contro la società ed i suoi simboli. La collettività non si spiega una tale efferatezza; il destinatario del messaggio, invece, sa bene di cosa si stia parlando.
<br />
<br />
Inoltre, considerato che l'omicidio di Rabatta é certamente collegato con quello di Signa, in che modo potrebbe mai entrarci la politica? Ma, <b><u>soprattutto</u></b>, perché dopo <b><i>sei anni</i></b>? Se l'azione viene condotta <b><i>adesso</i></b>, é <b><i>adesso</i></b> che ne é emersa la necessità, così come a Signa emerse in quel momento. Per cui, se il passato da ex partigiano di Andrea Pettini costituisce l'unico "appiglio" che abbiamo, non é certo in senso di appartenenza politica che esso va guardato.<br />
<br />
L'omicidio di Signa non ha avuto affatto tali aspetti cruenti e crudeli; per cui se dobbiamo fare un collegamento tra i due eventi, sarebbe logico ricollegare ciò che é successo a Rabatta con ciò che invece <b><u>non</u></b> successe a Signa<br />
<br />
Se allora vogliamo considerare questo aspetto, e cioè la militanza partigiana, della vita di Andrea Pettini, Lettore, e creare un legame tra esso e la ricostruzione che abbiamo fatto del delitto di Signa, ritengo esista una sola possibilità per ipotizzare un nesso tra i due eventi: considerare come movente anche qui, come a Signa, <b><i>un fattore esterno</i></b>. <br />
<br />
Un altro ricatto, dunque? E' possibile, ma certamente non probabile che si tratti proprio di “ricatto”; e ciò soprattutto in quanto, comunque sia, stavolta <b>la minaccia <i>più terribile</i>, quella dell'uccisione dei figli</b>, sarebbe stata effettivamente messa in pratica; e nel modo peggiore possibile. Nessun evento, nessun accordo, contrariamente a quanto accadde per Natalino, sarebbe intervenuto a salvare la vita alla povera Stefania. Ed il fatto che l'esecuzione sia stata esemplare sarebbe desumibile anche dalla palese teatralità di essa.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW4mnEQY2akpHGofb89EhRXdrK1no3v9BwjZNYA2BIUUe9KpQTzOUJpzXLBBSqhFDI6UcySniz7ZBaqh1q0kAPJ2gIuS8pjN6QMzrMu263rgvo36xkO9e9Ga9khhMiUOpw4pK6mPRFYAB7V0TrGk73Zk-_0QDrEf-Xx5q-vlH-Ee2Mrq2rhcrL7uRT/s1022/natalino_stefania.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="476" data-original-width="1022" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW4mnEQY2akpHGofb89EhRXdrK1no3v9BwjZNYA2BIUUe9KpQTzOUJpzXLBBSqhFDI6UcySniz7ZBaqh1q0kAPJ2gIuS8pjN6QMzrMu263rgvo36xkO9e9Ga9khhMiUOpw4pK6mPRFYAB7V0TrGk73Zk-_0QDrEf-Xx5q-vlH-Ee2Mrq2rhcrL7uRT/s320/natalino_stefania.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
E la cosa che rende meno probabile il ricatto é proprio l'attuazione della minaccia.
Infatti, un'ulteriore riflessione su questo aspetto non può che condurre ad una conclusione: il messaggio non era diretto ad Andrea Pettini. Andrea Pettini é solo una vittima; e basta.<br />
<br />
Ciò perché ogni minaccia esplica i suoi effetti solo fin quando <b><u>non</u></b> viene attuata. Se Tu, Lettore, tieni qualcuno sotto la minaccia di una pistola hai su di lui un potere; ma non appena premi il grilletto, il tuo potere istantaneamente svanisce. Chi tenevi sotto tiro sarà anche morto; ma tu non potrai più chiedere nulla. Nulla da chiedere, nulla da ottenere.<br />
<br />
E, morta Stefania, Andrea Pettini non avrebbe avuto più nulla da perdere; la cosa più cara che aveva al mondo, l'aveva già persa, e nella maniera più orribile in cui potesse accadere. Non avrebbe dovuto avere remore a parlare, almeno per vendicarsi; perché Lettore, il fatto che chi viva una cosa del genere cerchi "giustizia" é un concetto presente solo nell'ipocrita perbenismo dei media. <br />
<br />
Quindi, il fatto che Andrea Pettini non parli rappresenterebbe un'anomalia, così come un'anomalia sarebbe rappresentata dal fatto di aver attuato la minaccia. L'unica spiegazione plausibile é che l'attuazione della minaccia su Andrea Pettini, e con modalità così crudeli, rappresenti una minaccia, ancora da attuare, <b><i>per altri</i></b>. <br />
<br />
Se é alla sua vita da ex-partigiano che dobbiamo rifarci, ed a ciò che può aver visto o appreso allora, agli eventi di cui é stato protagonista e testimone, in questo non sarà stato solo; altri, ormai ex, partigiani sapranno ciò che lui sa, e saranno stati coprotagonisti di tutti gli eventi vissuti insieme, nonché <b><i>testimoni</i></b> di essi. Ma come testimoni, dopo una tale dimostrazione di ferocia, di certo saranno stati tacitati per sempre.
<br />
<br />
Ogni operazione sulla coppia, e sulla ragazza in particolare, venne condotta, evidentemente, ad arte in modo da causare il maggior impatto possibile; ed é plausibile che gli esecutori abbiano "tratto ispirazione" da una pubblicazione per soli uomini, un giornaletto porno che descriveva un delitto condotto con modalità molto simili, compresa l'uso del tralcio di vite. Allora "Il Giornale d'Italia" titolò "<i>il "rito" copiato da una porno-rivista?</i>"; ma adesso nessuno sembra ricordare più la vicenda, eccetto che De Gothia. Il quale tentò pure di procurarsi la pubblicazione, ma senza successo. Nondimeno, una simile "fonte d'ispirazione" verrà probabilmente usata ancora dal "Mostro di Firenze", come vedremo più tardi. <br />
<br />Ma comunque sia nata l'idea, l'effetto sarebbe risultato comunque efficace nell'ingenerare una grandissima impressione, tanto che solo dall'autopsia si sarebbe appreso che i due erano stati vittima di colpi di arma da fuoco prima che di arma bianca. Così, i reperti dei bossoli sul luogo del delitto furono tardivi, ed il perito incaricato della ricostruzione dinamica, che per coincidenza era il medesimo che effettuò la perizia balistica di Signa, ebbe grosse difficoltà ad effettuarla. Non ebbe però, la benché minima difficoltà ad identificare l'arma che aveva esploso i colpi; l'impronta del percussore era infatti tipica di quello appartenente ad una Beretta Serie 70. Non così facile era stato invece per Signa, dove nonostante le prove di poligono condotte su trentacinque tipi di pistola diversa, l'impronta del percussore era rimasta non identificabile.<br />
<br />
Di quale tipo di evento potrebbe essere stato testimone Andrea Pettini? La Toscana (così come peraltro l’Emilia-Romagna) é stata una regione attraversata dalla “Linea Gotica”, e nella quale la presenza partigiana, e gli scontri con i nazisti e/o i fascisti che li appoggiavano, furono particolarmente numerosi e particolarmente cruenti.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbkFJOAI2FsXDosW_xJJcZAtbDPBOb4DNPPAqCkflgV0FxCTRkcOeKCpPqR6WlO999tEDV0arXrCRG09oA9-vvfl6VmRErN0mcbGjHqnLwBVSCdsexh96NGPwqaaHDVyMW20y9PK4cKuCl1Vr-Crvdd1nf8WjKlDPTimC_h1H7MSFqZ8yQZ0x-aKwz/s1024/mappa3.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="894" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbkFJOAI2FsXDosW_xJJcZAtbDPBOb4DNPPAqCkflgV0FxCTRkcOeKCpPqR6WlO999tEDV0arXrCRG09oA9-vvfl6VmRErN0mcbGjHqnLwBVSCdsexh96NGPwqaaHDVyMW20y9PK4cKuCl1Vr-Crvdd1nf8WjKlDPTimC_h1H7MSFqZ8yQZ0x-aKwz/s320/mappa3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Soprattutto frequenti e cruenti furono le rappresaglie, che avvennero sia da parte degli uni, sia degli altri, ma che nel caso delle ritorsioni naziste furono spesso più pesanti; veri e propri crimini di guerra vi furono da ambedue le parti, ma, abbastanza ovviamente, le valutazioni si avvalgono di due pesi e due misure.
<br />
<br />
E poiché “peso e misura” di ciò che venne fatto dai nazifascisti é sempre stato considerato, per ovvi motivi, ben più grave, solo le azioni di quella parte sono state considerate “crimini di guerra”. Gli esempi sarebbero innumerevoli; potremmo citare il tristemente celebre episodio di Campo di Marte, del 12 marzo del 1944, che seguì l’uccisione di fascisti avvenuta dopo l’occupazione di Vicchio da parte dei partigiani, sei giorni prima.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNWyhngNzICLWW6WE1ZAHy76w-MDzajeG2Yp_ra2Jhyj7-rED3juEv-BIfxEJV4zqc4a-V7YT7zU35IQvqv4CM8MtAKqLh-s02IlVS5VpNrNx6T_nKGf2k-2CO7AURK2CWEX6wTslt9vYgrx7IpbajUTsKn3YK9HcgduLgDUVhHIMdBD9Ux_zthYP3/s1024/campo%20di%20marte.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="789" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNWyhngNzICLWW6WE1ZAHy76w-MDzajeG2Yp_ra2Jhyj7-rED3juEv-BIfxEJV4zqc4a-V7YT7zU35IQvqv4CM8MtAKqLh-s02IlVS5VpNrNx6T_nKGf2k-2CO7AURK2CWEX6wTslt9vYgrx7IpbajUTsKn3YK9HcgduLgDUVhHIMdBD9Ux_zthYP3/s320/campo%20di%20marte.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E proprio di Vicchio era Andrea Pettini. E per rimanere nell’area ci sarebbe ad esempio l’ episodio di Ponte a Vicchio e strada Padulivo-Vicchio.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi02aCa19TY6BbPW6y5HPYnG9MjGdC2obx60niPS54BSzV4HgPaG2-ZXHepRpKDJLZKmKdXbd-PhUytDqKvYHCxogKc2fe3p-wDo41Q8irAi3ROtiB60ojUAMtFcOyf6QoDXRFo6PSUNUMC4Y9tW4Tgs9TBEO8nCudSXfL8NNeEXQc1j_znETi_jlAc/s1024/Cappella-con-ponte.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="543" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi02aCa19TY6BbPW6y5HPYnG9MjGdC2obx60niPS54BSzV4HgPaG2-ZXHepRpKDJLZKmKdXbd-PhUytDqKvYHCxogKc2fe3p-wDo41Q8irAi3ROtiB60ojUAMtFcOyf6QoDXRFo6PSUNUMC4Y9tW4Tgs9TBEO8nCudSXfL8NNeEXQc1j_znETi_jlAc/s320/Cappella-con-ponte.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Chi dovesse avere partecipato a qualcuno di questi episodi (o anche ad altri, in altre regioni o addirittura in altre nazioni) non sarebbe mai stato “presentabile” se avesse tentato di riciclarsi, se fosse poi passato nelle file della Resistenza, se avesse voluto spacciarsi per “non troppo fascista”; in pratica, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">la sua presenza, a qualunque titolo, negli ambienti istituzionali non sarebbe mai stata tollerata</a>. E chi, in tali condizioni, avesse tentato di costruirsi una carriera avrebbe avuto sempre una spada di Damocle pendente sul capo, costituita da chi avrebbe potuto rivelare il suo passato.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrMdxPJfhKof-1q9vJmo5joOLblhf0_QhjHi-x7wcL3ZCjIzAr5x9G0dfiIrAQkkG0_9unGfK0ccV7G8-lcutKECB4qy3LiM97Sqnuu7tvp9YMs4cqSKdaja-A2rucKVk8VA6He-tbt5eSniykndHioMlEu_UW9C5d73AYo9wLJQz26ekIR0WTOlhY/s1024/crimini2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="557" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrMdxPJfhKof-1q9vJmo5joOLblhf0_QhjHi-x7wcL3ZCjIzAr5x9G0dfiIrAQkkG0_9unGfK0ccV7G8-lcutKECB4qy3LiM97Sqnuu7tvp9YMs4cqSKdaja-A2rucKVk8VA6He-tbt5eSniykndHioMlEu_UW9C5d73AYo9wLJQz26ekIR0WTOlhY/s320/crimini2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se vogliamo ricollegare tutto questo a ciò che accadde a Signa, la conclusione più plausibile a cui possiamo giungere é che stiamo avendo a che fare con eventi avvenuti durante la Resistenza, in Toscana e magari anche altrove, consistenti in episodi forse etichettabili come crimini di guerra, ma di sicuro da tenere ben nascosti. La divulgazione di essi sarebbe “compromettente” nel senso più letterale del termine, nel senso che sarebbe in grado di compromettere dei piani, su larga scala, che Qualcuno sta realizzando. Riguardo a tali eventi, i documenti che avrebbero comprovato il ruolo attivo di Qualcuno in essi, sarebbero stati recuperati nel 1968, mentre nel 1974 qualcosa sarebbe tornato a galla, e doveva assolutamente essere tacitata.
<br />
<br />
Se quindi dobbiamo dare un valore agli aspetti inusuali, un valore tale da consentirci una ricostruzione logica, tale ricostruzione ci porta ad ipotizzare che Andrea Pettini sapesse qualcosa riguardo a Qualcuno e che questo qualcosa non fosse saputo solo da lui, ma anche da altre persone, in contatto con lui, e nella stessa area locoregionale. Suoi compagni durante la Resistenza. Andrea Pettini, che forse aveva parlato troppo o semplicemente promesso di farlo, avrebbe allora fatto le spese dell'attuazione della minaccia, mentre l'avvertimento sarebbe arrivato agli altri, per i quali la minaccia sarebbe rimasta operante.
Chi vive un evento del genere vuole vendetta; ma la sua vendetta probabilmente si sarebbe dovuta scontrare contro il silenzio degli altri, ormai timorosi di una reazione da parte del "Mostro" che si sarebbe rivalso sui loro figli. E che così erano stati definitivamente tacitati.<br />
<br />
Così, Andrea Pettini si consumerò nell'alcool ancora per un quarto di secolo (morirà ventitrè anni più tardi), mentre la moglie sgobberà in silenzio; ambedue con un dolore nel cuore che non potrà trovare sollievo, mai.
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8e7CvmhRi9kY19ytPN8gtgzLLS8OaU9wkiPM-DLRdzvv7ddzxWKm_hH0Xhp91pgD2WLUq_Ggh_L4HX74GHgZzCOLXW_dpmJIvvS_R5-4VakY94OqtqdEUl1bgiq1VUa7MO_um7E9_ND1a1M9BSJxrbZdXIEcIIty_2fGHAhlWmMzt84rfRcgQEEHc/s1024/_alav.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="725" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8e7CvmhRi9kY19ytPN8gtgzLLS8OaU9wkiPM-DLRdzvv7ddzxWKm_hH0Xhp91pgD2WLUq_Ggh_L4HX74GHgZzCOLXW_dpmJIvvS_R5-4VakY94OqtqdEUl1bgiq1VUa7MO_um7E9_ND1a1M9BSJxrbZdXIEcIIty_2fGHAhlWmMzt84rfRcgQEEHc/s320/_alav.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Forse, l’unico tentativo di esternare qualcosa da parte di Bruna Bonini, può essere visto in ciò che dichiarò riguardo al processo Pacciani, affermando di non credere che in quel modo venisse fatta giustizia. Perché l’assassino non poteva aver fatto tutto da sé. <br />
<br />
Abbiamo costruito un <i>framework</i> coerente con i dati a nostra disposizione, che non presenta incongruenze e che offre una spiegazione plausibile e logicamente accettabile di tutti gli aspetti inspiegabili di questa vicenda: il perché dell'omicidio di Signa, la salvezza di Natalino, le (apparentemente) illogiche modalità con le quali il bimbo venne "consegnato" al De Felice, cosa abbia spinto i sardi a tacere e Stefano Mele ad autoaccusarsi, il perché siano trascorsi tanti anni tra Signa e Rabatta, perché l'omicidio di Rabatta sia stato così diverso dagli altri....
<br />
<br />
Fin qui, Lettore, é stato in qualche modo lineare; ma é adesso che viene la parte più <i>tricky</i> ed al contempo più inquietante<br />
<br />Volendo sintetizzare in maniera organica la successione dei fatti
dall'inizio, potremmo ipotizzare che Qualcuno abbia eseguito delle
operazioni al limite (o comprendenti) dei crimini di guerra durante la
Seconda Guerra Mondiale; sia poi passato nelle fila della Resistenza
nascondendo il suo passato. Un falso "<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">partigiano bianco</a>", insomma. Nel
periodo della guerra avrebbe inoltre stretto rapporti con qualcuno che
nel dopoguerra sarebbe stato in grado di garantire "servizi" a certi
apparati dello Stato.<br />
<br />
Il Qualcuno avrebbe cominciato nella seconda metà degli anni Sessanta la realizzazione di un progetto estremamente importante riguardante un piano su vasta scala, ma qualche documento, di cui il Lo Bianco era entrato in possesso, lo avrebbe messo in pericolo. Il Qualcuno si sarebbe rivolto allora a chi aveva conosciuto durante la guerra, o ad un suo diretto successore, per recuperarlo, avvalendosi, a titolo personale, dati i precedenti, dell'organizzazione del "servizio".<br />
<br />
Il problema si sarebbe però ripresentato sei anni dopo, e stavolta non in forma di documento da recuperare, ma di possibilità di testimonianze dirette. Ci si sarebbe rivolti allora allo stesso "servizio" la cui squadra però, non potendo fare una strage, avrebbe tacitato tutti con un'azione esemplare.<br />
<br />
Ciò vorrebbe dire che anche il 1974 avrebbe rappresentato una data o un periodo cruciale per il Qualcuno, sicuramente per lo sviluppo del suo progetto; ma forse non solo per questo.<br />
<br />
Perché potrei anche aggiungere, Lettore, come il Qualcuno fosse stato già accusato <i>coram populo</i>, tre anni prima, di qualcosa di simile; ma le accuse ("<i>era stato condannato a morte per collaborazionismo e per spietate attivita’ antipartigiane</i>") non erano state puntualmente documentate; pertanto, il Qualcuno, semplicemente, potè permettersi di ignorarle senza conseguenze. <br />
<br /> Nel 1974 la situazione sembra essere diversa, sia perché probabilmente stavolta le accuse sarebbero documentabili, tramite testimoni; sia e soprattutto perché, come già accennato, il 1974 rappresenterebbe una pietra miliare, un anno cruciale per il Qualcuno, un anno nel quale si sta preparando qualcosa, per dirla con Lucio Dalla, “<i>di importante, di unico e di grande</i>”.
Qualcosa che avrà uno sviluppo progressivo ed apparentemente inarrestabile. <br />
<br />
<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-il-paradosso-della.html" target="_blank">Fino al 1981</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVSU20fbgh3spK8V23hMR-LH6g7Hdc2gPwn7eBCdY3_cf-ExaLdFDTZd9GgX8Q-e37ViHAlZ9ApmCI0ft2qd3L38WqHb-Q7av-BoY0PaIG0NzSdk4nCFoHNT4rOlQ8f2yw6aYw_7ep8pIVXEQiYESYH3Xy_QqSDAYLL6kfAtDVfPH7SHOVahndlJL5/s1024/lapidend_.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="674" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVSU20fbgh3spK8V23hMR-LH6g7Hdc2gPwn7eBCdY3_cf-ExaLdFDTZd9GgX8Q-e37ViHAlZ9ApmCI0ft2qd3L38WqHb-Q7av-BoY0PaIG0NzSdk4nCFoHNT4rOlQ8f2yw6aYw_7ep8pIVXEQiYESYH3Xy_QqSDAYLL6kfAtDVfPH7SHOVahndlJL5/s320/lapidend_.jpg" /></a></div>
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-4005179292102749742022-08-07T10:25:00.013+02:002023-06-23T13:53:43.616+02:00Il Mostro di Firenze 2: Castelletti di Signa<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote> "Anything you want me for, sir?"<br />
"As a matter of fact there is," said M. He frowned at Bond. <br />
"But it's really got nothing to do with the Service. Almost a personal matter. Thought you might give me a hand."<br />
"Of course, sir," </blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Ian Fleming</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkyrcwPQbD3OK6AwbACZVZU6lNG28J0LCHFP47M7rofecGxclArEn6p3U282lw1ld8NDdverdE5iC3TQZodPHE0aVFzOvNPTlXtrSOoVqlpkwSdAcGr6DtM2M8JEKGHjYRCGNCCDMQQENL7FHF1WB3QrSy8T4gACcSBVaG1xvAabEIedoX7_JZqO18/s1024/Night%20Squad.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkyrcwPQbD3OK6AwbACZVZU6lNG28J0LCHFP47M7rofecGxclArEn6p3U282lw1ld8NDdverdE5iC3TQZodPHE0aVFzOvNPTlXtrSOoVqlpkwSdAcGr6DtM2M8JEKGHjYRCGNCCDMQQENL7FHF1WB3QrSy8T4gACcSBVaG1xvAabEIedoX7_JZqO18/s320/Night%20Squad.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">precedente post, introduttivo</a>, é stato brevemente descritto un possibile metodo di risoluzione dell'enigma, nonché una situazione generale, relativa al secondo dopoguerra .
<br />
<br />
Per quel che riguarda quest'ultima, qualche elemento di essa può essere riconosciuto nel microcosmo costituito da Lastra a SIgna, in provincia di Firenze.
<br />
<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyaRYekMo7pchXbKFfPoN0KW3Ds4780Pyv85UVdCK1fC75WdRmt4HOVlTnPLdJ8YGJqBbFaQkg_bdFDbKB2nBPtXKhlWKT9wTWyDfF9qBkx0ImB42wsfnma40ibllxGkmEPZRP9x8eSQEgXpZ7N5UneaF3X6A5GieBh2MVwa0nBdvoVn4zWfL69qR/s800/panorama.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="551" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyaRYekMo7pchXbKFfPoN0KW3Ds4780Pyv85UVdCK1fC75WdRmt4HOVlTnPLdJ8YGJqBbFaQkg_bdFDbKB2nBPtXKhlWKT9wTWyDfF9qBkx0ImB42wsfnma40ibllxGkmEPZRP9x8eSQEgXpZ7N5UneaF3X6A5GieBh2MVwa0nBdvoVn4zWfL69qR/s320/panorama.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La caduta del fascismo da un lato aveva consentito di riscrivere le leggi sulle <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi5-una-visione.html" target="_blank">"migrazioni interne", che il regime tentava di limitare</a>, mentre dall'altro <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2015/03/la-via-dei-borghi36-la-settima-fase-dei.html" target="_blank">aveva penalizzato profondamente l'agricoltura</a>; così era frequente che diverse persone si spostassero, ormai, dalle regioni a prevalente economia agricola, a quelle più economicamicamente evolute del Centro-Nord, per impiegarsi come operai. Alcuni riuscivano anche ad evolversi ulteriormente creando una piccola impresa. Poiché le regioni a prevalente economia agricola erano, per forza di cose, anche quelle in cui la "mafia rurale" (intendendo con il termine "mafia" la delinquenza organizzata, ma ognuna con le regole proprie della regione di appartenenza) era più rappresentata, insieme agli individui migrarono anche le rispettive mentalità; ma questo aspetto, contrariamente a quanto sia stato più volte prospettato, riveste un aspetto molto marginale in questa storia. Come cercherò di illustrarTi, Lettore, sarebbero più gli accadimenti locali che non quelli siculi o sardi che l'avrebbero diretta.
<br />
<br />
A Lastra a Signa erano così presenti diversi gruppi provenienti da altre regioni. In particolare, nel caso che ci interessa, vi erano due gruppi di sardi, di cui uno, i Vinci, proveniente da Villacidro, mentre l'altro, i Mele, da Fondongianus. Ambedue i centri abitati allora, si trovavano in provincia di Cagliari; attualmente, Villacidro fa parte della "Provincia Sud Sardegna", mentre Fondongianus é in provincia di Oristano. In particolare, Fondongianus é un minuscolo comune, il cui centro abitato sorse su quello che era il "Forum Traiani" (essenzialmente, un centro di mercato con stabilimento termale), mentre il comune più popoloso e più vicino, nel quale il cognome "Mele" é molto rappresentato sarebbe Busachi, posto poco più di otto chilomentri a NordEst di Fondongianus.
<br />
<br />
Vi era anche un gruppo di siciliani, abbastanza eterogeneo ma meglio strutturato dal punto di vista lavorativo. I siciliani provenivano dal palermitano; i loro cognomi, Casamento, Barranca, Cutrona, Lo Bianco, denotano tutti la provenienza dalla Sicilia, ed in particolare dalla provincia di Palermo. Per la verità, vi sarebbe un cognome non tipico del palermitano, essendo notevolmente presente anche nel catanese, ed é "Cutrona"; ma proprio di Carmelo
Cutrona sappiamo che era originario di Marineo, in provincia di Palermo. La stranezza é però che é anche l'unica cosa che sappiamo di esso; non é disponibile alcun riferimento anagrafico preciso, né alcuna fotografia, nonostante esso sia stato chiamato in causa nella vicenda direttamente all'epoca dei fatti di Signa, ed anche quattordici anni dopo; un'altra stranezza, forse ancora maggiore, é che esso sia stato noto a Stefano Mele con uno pseudonimo, "Virgilio".
<br />
<br />
Così come con uno pseudonimo, "Enrico", era noto un altro siciliano, Antonio Lo Bianco, operaio, tre figli. Di "Enrico" si sa che le condizioni economiche "<i>non sono molto più agiate di quelle dei Mele, che vivono in condizioni precarie</i>" (sentenza Rotella, par. 1.5); ma nonostante questo, "Enrico" compra un'automobile che paga con trattenute sullo stipendio; é evidente che per campare la famiglia deve avere qualche altra entrata.Infatti la moglie, Rosalia Barranca, nella testimonianza resa il 24 agosto del 1968, oltre che confermare la rateizzazione per l'acquisto dell'automobile, affermerà come egli non le abbia mai fatto mancare niente.
<br />
<br />
Già Lettore, il fatto che siano presenti due conterranei, noti con uno pseudonimo a qualcuno dei sardi di cui uno non si é mai saputo che faccia avesse, mentre l'altro sembra ostentare un benessere che la sua posizione economica non consentirebbe, costituirebbe una stranezza che non potrebbe essere resa congruente ricorrendo a spiegazioni immediate ed usuali.
<br />
<br />
L'individuazione di incongruenze e stranezze, se si vuole "giocare" all'indovinello regressivo, costituisce una fase fondamentale del gioco.
<br />
<br />
Uno dei metodi pratici per applicare agli indovinelli regressivi il pensiero laterale é infatti quello di iniziare a considerare ciò che appare come un'incongruenza o una stranezza, e cercare di risolverla; trovata una possibile spiegazione logica, si sviluppa il concetto che sta alla base della spiegazione, fino a ricostruire, se ci si imbatte in paradossi o contraddizioni, l'intera storia.
<br />
<br />
Quando si "gioca" con un indovinello regressivo, un indubbio vantaggio é costitutito dalla presenza del conduttore del gioco, che ho chiamato "narratore", al quale può essere chiesto di confermare la validità di un'ipotesi o supposizione prima di sviluppare l'intera storia, scartandola se egli dovesse negare tale validità.
<br />
<br />
In assenza della possibilità di tali verifiche in corso d'opera, cercherò di sostituire le conferme del "narratore" con riscontri nelle testimonianze o nei fatti, evitando il più possibile di introdurre forzatamente ipotesi arbitrarie e poco verosimili solo per cercare di dare alla mia tesi una forza che in realtà altrimenti non avrebbe.
<br />
<br />
Tratterò quindi l'enigma di Signa come fosse un "indovinello regressivo" facendo uso del "pensiero laterale". Non ripeterò ancora cosa si intenda per "indovinello regressivo" e "pensiero laterale". Qualora tu non sapessi, e desiderassi saperlo, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_24.html" target="_blank">puoi sempre leggerlo qui</a>; se la cosa non ti interessa affatto, puoi continuare a leggere.
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<br /><div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>IL MOVENTE</b>
</i>
</span></div>
Ma la "stranezza" che adopererò per fare il mio ingresso nel gioco non sarà quella relativa ai due siciliani; applicherò invece il "pensiero laterale" ad un'altra incongruenza: perché Natalino venne accompagnato fino a casa De Felice, ad oltre due chilometri di distanza, e non alla casa più vicina, a meno di duecento metri?
<br />
<br />
Per la verità, avrei già compiuto tale operazione su questo apparentemente inspiegabile evento, e lo avrei sempre fatto <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_24.html" target="_blank">qui</a>, dove é anche riportato come si giunga alla conclusione; pertanto, non reitererò l'intero ragionamento, e salterò direttamente alle conclusioni, che poi sono di una banalità disarmante: chi commise il delitto di Signa aveva la necessità di permanere qualche tempo sul luogo del delitto. Non voleva nascondere il delitto, ritardare la scoperta dei cadaveri, o eseguire chissà quali manipolazioni; aveva solo bisogno di quell'oretta in più che il ritardo nella segnalazione di Natalino gli avrebbe garantito.
<br />
<br />
Quindi la domanda diviene: a cosa avrebbe potuto servirgli questo ritardo, cosa aveva da fare in questo intervallo di tempo?
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<br />
Se fosse stato un "Mostro di Firenze", gli sarebbe servito per eseguire delle "escissioni" in modo da procurarsi dei "feticci"; ma la realtà dei fatti ci mostra che così non é.
<br />
<br />
Per stabilire quello che é (in luogo di ciò che non é) avremmo diversi approcci al problema, ne ho scelto uno che mi appare il più semplice e lineare; per esso dobbiamo sottolineare l'esistenza di un'altra incrongruenza, un altro piccolo problema, che nessuno, abbastanza stranamente, ha mai evidenziato, ma che appare connesso con il precedente.
<br />
<br />
Quando Barbara Locci ed Antonio Lo Bianco si appartarono per avere un rapporto sessuale, scesero dall'automobile e cambiarono di posto; in particolare, Antonio Lo Bianco si sedette sul sedile passeggero, e reclinò il sedile. Ciò venne testimoniato anche nel corso di due interrogatori diversi dallo stesso Natalino.
<br />
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<b><i>21 aprile 1969 Interrogatorio di Natalino Mele</i></b>
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</div>
<span style="font-family: courier new;">
Vide che la mamma scese dalla macchina e cambiò posto con lo “Zio” che si mise a sedere e tirò
giù il sedile.
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<div style="text-align: justify;">
Senza voler entrare in particolari morbosi che attengono alla sfera sessuale (cosa che in questa vicenda é stato fatto oltre misura, portando Nunziato Torrisi a scrivere qualcosa che somiglia di più ad un romanzetto pornografico che ad un rapporto di polizia giudiziaria) siamo però costretti a prendere atto del fatto che, per motivi strettamente "tecnici", dipendenti dall'anatomia umana, un rapporto sessuale condotto in quella posizione prevede necessariamente che l'uomo resti con le gambe pressoché unite, per consentire alla donna di stargli sopra con le gambe divaricate
<br />
<br />
Anche il Mele, che pur essendo materialmente incapace di essere l'assassino doveva trovarsi sul luogo, affermò di aver visto sua moglie portarsi sopra il Lo Bianco.
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<b><i>23 Agosto 1968 Interrogatorio di Stefano Mele</i></b>
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</div>
<span style="font-family: courier new;">
mia moglie era in atteggiamento intimo con Enrico; preciso: Enrico era sdraiato sul sedile anteriore destro, che aveva la spalliera abbassata e mia moglie si trovava sopra di lui
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<div style="text-align: justify;">
E persino nella "simulazione" riportata nel rapporto Matassino Stefano Mele chiede ai carabinieri che impersonavno le vittime di assumere tale posizione
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<br />
<b><i>Rapporto giudiziario Matassino</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Senza alcuna esitazione il Mele chiede che venga abbassato il sedile anteriore destro e vi fa sdraiare il primo uomo, quindi invita il secondo a sdraiarsi sul corpo del primo.
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<br />
<div style="text-align: justify;">
D'altra parte, anche i carabinieri che giunsero sul posto trovarono, effettivamente, il Lo Bianco in quella posizione, con le gambe leggermente divaricate proprio perché aveva i piedi molto vicini, uniti; e di ciò esiste persino la documentazione fotografica.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE4gEsyMSiGviGcXaiGKxDHMlxY0G6cB4BOVB49KMQey0UAtoCds5HvT1-oXpmqS4wjbINBOnJkvb2VSO_P9dPCzF6u0UKKzcGih6-_t6FeV6d-6FyyeU8GFoGbvZ_hRjHxcZ20Rn5ON_riX3mbRnqZgAKb7HZ1d_eVGO4HLwqzAELPkYFG74QuViD/s1024/Lo%20Bianco%201.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiE4gEsyMSiGviGcXaiGKxDHMlxY0G6cB4BOVB49KMQey0UAtoCds5HvT1-oXpmqS4wjbINBOnJkvb2VSO_P9dPCzF6u0UKKzcGih6-_t6FeV6d-6FyyeU8GFoGbvZ_hRjHxcZ20Rn5ON_riX3mbRnqZgAKb7HZ1d_eVGO4HLwqzAELPkYFG74QuViD/s320/Lo%20Bianco%201.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Eppure, Lettore, sempre il Mele ha riferito nella maggior parte degli interrogatori cui é stato sottoposto é che la scarpa sinistra si sfilò dal piede del Lo Bianco nel corso dell'azione necessaria per portare l'arto da una posizione abdotta, posto praticamente in corrispondenza dei pedali dell'auto, a quella in cui sarebbe stato trovato.
<br />
<br />
<b><i>24 Agosto 1968 Interrogatorio Stefano Mele</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
indi egli sistemò il corpo dell’uomo mettendogli a posto i pantaloni e la gamba sinistra, dalla quale si sfilò la scarpa che andò a finire vicino allo sportello sinistro.
</span> <br />
<br />
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<br />
<div style="text-align: justify;">
il che vuol dire che c'é stato un intervallo di tempo dopo l'omicidio, in cui il Lo Bianco si sarebbe trovato con le gambe divaricate, non unite, e queste sarebbero state successivamente ricomposte nella posizione a gambe unite, in cui venne trovato dai carabinieri.
<br />
<br />
<b><i>Rapporto giudiziario Matassino</i>
</b></div>
<span style="font-family: courier new;">
Inizia quindi l’opera di ricomposizione dei due corpi. Rimessa quindi la donna quasi seduta, le aggiusta appena le vesti, afferma anche di averle tirato su le mutandine, quindi richiude lo sportello, aggira la macchina ed arrivato all’altezza dello sportello anteriore destro lo apre e poichè la gamba dell’uomo, quella sinistra, si trova nello spazio riservato per chi guida, al di sotto della gamba della donna, tira con forza l’arto che nell’effettuare il passaggio si libera della scarpa che finisce verso lo sportello sinistro.
</span> <br />
<br />
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Il Mele riporta questo particolare, e cioè dello spostamento della gamba del Lo Bianco con conseguente sfilamento della scarpa, innumerevoli volte; in alcune confessioni é stato lui a farlo
<br />
<br />
<b><i>12 giugno 1985 Interrogatorio Stefano Mele</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Mentre metto a posto le gambe di Lo Bianco, si avvicina anche Piero.
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<div style="text-align: justify;">
in altre é stato Francesco Vinci mentre lui si limitava a guardare...
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<br />
<b><i>17 Marzo 1970 deposizioni processo Stefano Mele</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Quando il Vinci tirò la gamba dell’uomo per aggiustarla, io vidi che gli cadde una scarpa
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma questo evento é una costante.
<br />
<br />
Così come é una costante l'episodio dell'azionamento dell'indicatore di direzione
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<br />
<b><i>Rapporto giudiziario Matassino</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Il Mele apre lo sportello anteriore sinistro della macchina, allunga la mano destra verso il corpo della moglie e poggia quella sinistra sul cruscotto, così facendo però urta la leva della freccia di direzione, che automaticamente si accende. Il Mele a questo punto vedendo la luce esclama: “ANCHE LA NOTTE E’ CAPITATO COSI. HO MESSO LA MANO SU QUESTO POSTO E SI E’ ACCESA LA LUCE.”.
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
lo ha sempre detto
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<br />
<b><i>23 Agosto 1968 Interrogatorio di Stefano Mele</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Dopo avere aperto lo sportello, nel poggiare la mano sul volante ebbi a toccare qualche cosa perché si accese una luce che poi rimase accesa.
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e questo ha un riscontro nel fatto che esso in effetti venne trovato lampeggiante.
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<br />
<b><i>Rapporto giudiziario Matassino</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
-la freccia destra dell’autovettura è in funzione
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Che significato possono avere tali azioni? Perché il Lo Bianco, o meglio il suo cadavere, si trovò ad un tratto con le gambe divaricate?
<br />
<br />
Il vano portaoggetti sulla plancia della Giulietta aveva uno sportellino di grandi dimensioni ed angolato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-2fcK3snoq2nNNRNgXwP_585MteRTAuGJVpHMGEBTdDpPaYC9lCsJABMIi5C0C9J4luwayq5IQ63ucCy4ir7Pzwfq2RyuIE-eULIaiv2NQ-wkIKoKjgYqIv6O68j82ou7pEjp9oCxMrgXJiMS4wyRl40Njf11WDoL4iHH2LXXE1DYxHwmDD3bg1Ws/s1024/bauletto.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="695" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-2fcK3snoq2nNNRNgXwP_585MteRTAuGJVpHMGEBTdDpPaYC9lCsJABMIi5C0C9J4luwayq5IQ63ucCy4ir7Pzwfq2RyuIE-eULIaiv2NQ-wkIKoKjgYqIv6O68j82ou7pEjp9oCxMrgXJiMS4wyRl40Njf11WDoL4iHH2LXXE1DYxHwmDD3bg1Ws/s320/bauletto.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
era pertanto disagevole ispezionarlo a fondo se le ginocchia di chi sedeva dul sedile passeggero fossero state vicine alla plancia
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh98UbNhEYNHVMhEDNsEbo8HKiT70q3lPE6kwNcbLnOir9i5nF4Z5DeRUtzujmGbSme_BSwKsRTSNJgjsPBTLH4VXlwotryadqLoSNwICM2e5FwfT2XzSxsOSU82IUrI5sEvas6qofc9FcLbapzXowwZYjzo6nBCjdbQjmR8gvIju9wkAq_y0IqUMYX/s1024/Lo%20Bianco%202.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="728" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh98UbNhEYNHVMhEDNsEbo8HKiT70q3lPE6kwNcbLnOir9i5nF4Z5DeRUtzujmGbSme_BSwKsRTSNJgjsPBTLH4VXlwotryadqLoSNwICM2e5FwfT2XzSxsOSU82IUrI5sEvas6qofc9FcLbapzXowwZYjzo6nBCjdbQjmR8gvIju9wkAq_y0IqUMYX/s320/Lo%20Bianco%202.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anche chi si fosse trovato seduto avrebbe dovuto allargare le gambe per accedervi con facilità. E, tra l'altro, che qualcuno vi frugasse dentro lo dice anche Natalino (che lo identifica con Piero Mucciarini) nell'interrogatorio del 23 aprile 1969.
<br />
<br />
<b><i>Natalino Mele Interrogatorio 23 aprile 1969</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Il bambino aggiunge di ricordare che la mamma aveva messo i denari, anzi il borsellino, sotto il sedile della macchina e che lo zio Pietro frugò nel cassetto del cruscotto e andò via.
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sempre il maresciallo Ferrero riporta come si sia dovuto identificare il Lo Bianco da un certificato di "situazione di famiglia" ritrovato nel cruscotto, in quanto il Lo Bianco sembrava privo di documenti
<br />
<br />
<b><i>Verbale Maresciallo Ferrero 25 agosto 1968</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
- infine il cadavere veniva identificato da una "situazione di famiglia", rilasciata dal comune di Lastra a Signa intestata a LO BIANCO Antonio rinvenuta nel cruscotto
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
i documenti, a quanto dichiarerà successivamente il maresciallo Funari, verranno trovati sul cadavere della Locci, e consistevano in una carta d'identità, che si trovava in un portatessera insieme ad una fotografia ed un calendarietto con le donnine, come quelli che una volta regalavano i barbieri.
<br />
<br />
<b><i>20 marzo 1970 Deposizione Maresciallo Funari </i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
viene esibita altresì un porta patente con patente intestata a LO Bianco una carta d’identità intestata allo stesso, la foto di un militare in tuta mimetica e un calendarietto omaggio di un barbiere con foto di donne in abiti succinti.
<br />
<br />
Detti documenti si trovavano indosso al cadavere e non nel borsellino della Locci.
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo rende chiaro cosa si doveva fare nell'oretta di tempo che gli esecutori del crimine si erano ritagliati inviando Natalino dal De Felice: dovevano frugare l'automobile ed i cadaveri. A pensarci bene, Lettore, non é che fosse così difficile; anche questa é un'azione banale, e comune a molti omicidi.
<br />
<br />
Allora la domanda successiva, quella vera, é: cosa cercavano?
Togliamo subito di mezzo l'idea che cercassero "soldi". Sempre nella deposizione del maresciallo Funari si legge
<br />
<br />
<b><i>20 marzo 1970 Deposizione Maresciallo Funari</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Si da atto che si tratta di un borsellino con un pettinino e un fazzolettino, oltre al denaro che è stato restituito al Mele che ha rilasciato ricevuta per L 24.625,"
</span> <br />
<br />
<br />
ma, cosa più importante di tutti, nel seguito si dice
<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
"Il M.llo Funari esibisce una polizza di assicurazione sulla vita di Barbara Locci stipulata il 30.12.61 e per la durata di a. 19 m. 6, <b>beneficiario il marito</b>"
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ora, Lettore, ti riporto quanto dice l'articolo 1922 del Codice Civile<br />
<br />
<b><i>La designazione del beneficiario, anche se irrevocabile, non ha effetto qualora il beneficiario attenti alla vita dell'assicurato</i></b>
<br />
<br />
ne discende come assicurazione non paghi il beneficiario se questi uccide l'assicurato; il che, tra l'altro, é un principio di buon senso prima ancora che legale.
<br />
<br />
Per cui, se erano dei soldi che si cercavano, uccidere Barbara Locci e far riconoscere Stefano Mele come responsabile, sarebbe stata un'idiozia imperdonabile, proprio <b><u>l'ultima delle cose da fare</u></b>. Togliamo di mezzo questa cretinata dei soldi; se Barbara Locci é stata uccisa, e Stefano Mele incolpato, ciò significa che ciò che era in ballo doveva essere ben più importante dei soldi. Come <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_59.html" target="_blank">già sottolineato qui</a>, l'omicidio e la successiva confessione di Stefano Mele avvennero non <b><i>per</i></b> interessi economici, ma <b><i>nonostante</i></b> gli interessi economici
<br />
<br />
Detto ciò, cosa cercava chi ha ucciso i due? Qualcosa che deve essere cercato addosso a delle persone, in una borsetta, nel vano portaoggetti di una plancia, nelle tasche delle portiere, cosa può essere? Un bazooka, un pianoforte a coda, una mucca...
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDL_KvPzRSWrQBy4G0E27hoO90DTQxGb96g4ZKeLC6ogfI47ghKuGcM_sxFmxIbbrfC1Qp_Zv6gLNZNyBFydKffHBMQEjYo0RmmSlIIfDQy4Puk4qd5HNEpa_ylmBG1d5kLutktVPqRYrelGGESJsJ_JnxiGURdZJziMjhp42_4J5Ls0hISorpo95E/s1024/borsellino.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDL_KvPzRSWrQBy4G0E27hoO90DTQxGb96g4ZKeLC6ogfI47ghKuGcM_sxFmxIbbrfC1Qp_Zv6gLNZNyBFydKffHBMQEjYo0RmmSlIIfDQy4Puk4qd5HNEpa_ylmBG1d5kLutktVPqRYrelGGESJsJ_JnxiGURdZJziMjhp42_4J5Ls0hISorpo95E/s320/borsellino.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
be', anche qui é banale: deve essere un documento.
<br />
<br />
Chi poteva essere il possessore del documento? Continua ad essere banale: a prescindere da ogni altra considerazione, se lo si cerca all'interno dell'automobile del Lo Bianco, il documento non poteva che essere nelle mani del Lo Bianco.
<br />
<br />
Ecco Lettore, si inizia a delineare non solo una situazione che di "misterioso" comincia ad avere ben poco, ma anche un movente, che finora era mancato.
<br />
<br />
Nondimeno, permangono ancora numerose zone d'ombra. Che cosa poteva contenere di così importante quel documento, da autorizzare il barbaro assassinio di due persone? E non si sarebbe potuto recuperare in altro modo, risparmiando la Locci? E come mai di questo si autoaccusa Stefano Mele? E perché gli altri, che pur <b><i>devono</i></b> essere coinvolti, tacciono e taceranno per sempre?
<br />
<br />
Anche queste domande hanno una risposta, e trovarla é più semplice di ciò che ci si aspetta; purché si continui a mantenere la posizione "laterale" che abbiamo assunto nei nostri ragionamenti, anzichè incaponirci, tanto testardamente quanto stupidamente, nella convinzione che la vittima designata fosse la Locci, e che il Lo Bianco fosse un poveretto che passava di là... già, ma chi poteva essere in realtà il Lo Bianco?
<br />
<br /><div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'OBIETTIVO</b>
</i>
</span></div>
Se hai letto <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">la parte introduttiva</a>, Lettore, in cui si parla dei fiduciari o degli informatori dei Servizi, ti ricorderai come sia gli informatori dell'OVRA, sia i loro tardi successori sui libri paga di SISDe e SISMi erano identificati da uno pseudonimo, e percepivano delle cifre per il loro lavoro (lo potremmo chiamare "onorario"?).
<br />
<br />
Anche il Lo Bianco é noto, almeno al Mele, con uno pseudonimo, "Enrico", ed anche lui percepisce, evidentemente, delle cifre "extra", che gli consentono di andare in giro con la Giulietta pur avendo tre figli da mantenere.
<br />
<br />
Aldo Giannuli, in "<b>Come funzionano i servizi segreti</b>" (Ponte alle Grazie, 2009) scrive: "<i>L'operatore del servizio deve evitare di farsi notare: non cercare di essere al centro della conversazione, non essere troppo brillante, ma saper intervenire al momento opportuno, perché anche uno troppo taciturno attira l'attenzione</i>".<br />
"Enrico" invece assume il comportamento esattamente opposto; sembra avere la maturità di un dodicenne esibizionista, che gioca a fare l'agente speciale d'azione. E lo fa maggiormente con chi, per piccolezza mentale, é più incline a farsi impressionare dalle sue "imprese". Così si presenta con uno pseudonimo a Stefano Mele, e gli dice di "praticare la boxe" (fosse stato adesso, gli avrebbe detto Krav Maga).
<br />
<br />
<b><i>23 agosto 1968 Interrogatorio Stefano Mele</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Io risposi: come faccio senza nulla in mano? Sapendo che Enrico aveva praticato la boxe.
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mostra una pistola alla moglie ed alla cognata solo per esibirla
<br />
<br />
<b><i>10 novembre 1982 Testimonianza Rosalia Barranca</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
mio marito LO BIANCO Antonio, ucciso il giorno 22.8.1968, in Signa, prese un fagotto, non ricordo da dove, dal quale tirò fuori una pistola, mi sembrava a tamburo, con la canna lunga. Io, alla vista della pistola, brontolai mio marito in quanto avevo paura. Mio marito mi disse subito che non era sua ma gli era stata data dal suo amico Pietro Burgio, allora abitante, in Lastra a Signa, calzolaio. Ricordo che mio marito mi disse “sei una fifona”. In quel frangente arrivò mia sorella COLOMBO Grazia, alla quale mio marito disse: “Guarda Grazia, tua sorella ha paura, è una gran fifona”
</span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cerca di attaccare briga con Francesco Vinci già la prima volta che lo incontra a casa dei Mele.
<br />
<br />
<b><i>18 Marzo 1970 Testimonianza Francesco Vinci</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Vedendo il Lo Bianco a casa del Mele gli chiesi cosa vi facesse ed egli disse che era stato invitato per delle riparazioni al tetto e poi scherzosamente aggiunse, non temere che non te la levo la tua ragazza.
</span> <br />
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<div style="text-align: justify;">
Si pavoneggia in giro con la Giulietta. E porta a conoscenza di Stefano Mele anche lo pseudonimo di un altro, "Virgilio", che con ogni probabilità (visto che non vi sono altri personaggi simili) é stato quello ad introdurlo in questo ambiente (ricordi, Lettore, l'accenno alla rete di sub-fiduciari del <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">post precedente</a>?) , nonché a rendersi conto successivamente di quanto miope fosse stata tale scelta, di quale errore madornale avesse commesso. Perché anche "Virgilio" compra automobili, e probabilmente ha anche lui qualche altra entrata; ma lui molto più avvedutamente, evita di mettersi eccessivamente in luce, e dichiara che si tratta di un regalo del padre.
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<b><i>26 agosto 1968 Confronto Mele-Cutrona</i></b>
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<span style="font-family: courier new;">
Io ti ho detto che mi aveva fatto male la testa e dovevo andare all’agenzia
per fare le volture. Sì, è vero che ti parlai della macchina che mi aveva comprato
mio padre.
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<div style="text-align: justify;">
Stefano Mele, che dal canto suo ha anche lui, costituzionalmente, un cervello da bambino, continua ad identificare i due come "Enrico" e "Virgilio" senza nemmeno aver capito bene il perché.
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Ma fin qui non sarebbe successo nulla di particolarmente irreparabile, se non la possibilità di "Enrico"di essere allontanato con gran calcio nel sedere, magari da "Virgilio" stesso. L'irreparabile avviene quando "Enrico" ritiene di poter fare il salto di qualità, facendo sapere ai suoi referenti di possedere informazioni importanti relative a qualcuno che ha pianificato e sta preparando qualcosa di grosso, e di pretendere del denaro in cambio del silenzio.
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<br />
Probabilmente ti starai chiedendo, Lettore: ma c'é un minimo di evidenza di ciò? Si, in realtà ci sarebbe, anche se non é qualcosa che ne dia sicurezza assoluta; ma é abbastanza verosimile, anzi, la cosa più verosimile. E questo qualcosa é il racconto della moglie del Lo Bianco, Rosalia Barranca, nel contesto della testimonianza resa il 10 novembre 1982
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<b><i>10 novembre 1982 Testimonianza di Rosalia Barranca</i></b>
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Ora che mi trovo in questi Uffici, voglio riferire, un episodio che si verificò due giorni prima che venisse ucciso mio marito. Lo stesso infatti, quella sera, verso l’ora di cena, mi disse: “Ti piacerebbe avere una bella casa e io una bella macchina, il giorno a dormire e la sera a stare fuori?” Al chè io lo minacciai, dicendo che io sarei andata dal Maresciallo a raccontargli che lui andava a fare il magnaccio e lo avrei lasciato. Lui rispose: “Basta, basta non ti dico più nulla” Io aggiunsi che lo volevo a letto con me la notte e che il giorno doveva andare a lavorare onestamente. Lui mi rispose “va bene”.
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Vedi Lettore, se sei venuto in possesso di un documento di importanza vitale, e pensi di poter farci tanti soldi da "<i>avere una bella casa e io una bella macchina, il giorno a dormire e la sera a stare fuori</i>", cioè, sistemarti per la vita, questo può essere riassunto in una sola parola: <u><b>ricatto</b></u>. E se un ricatto ti sistema per la vita, significa che stai ricattando qualcuno di veramente importante; un Qualcuno, che però se si trova in quella posizione, deve essere un Qualcuno che non va tanto per il sottile; non c'é andato in passato (e se hai un documento da usare come arma di ricatto é proprio per questo) e non vi andrà neanche per il futuro.
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<br />
Se poi questo Qualcuno dovesse avuto rapporti diretti con chi poi avrebbe formato e gestito uno dei servizi "Segreto agli stessi Servizi" ed adoperato per le azioni più sporche, quelle con il "doppio zero" davanti, al servizio dei Servizi (scusa, lettore, il gioco di parole) ufficiali, stai in pratica richiedendo a gran voce di essere ammazzato
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<br />
A voler essere pignoli, il diretto interlocutore, l'aggancio stretto del nostro Qualcuno con i servizi occulti sarebbe già passato a miglior vita, per cause naturali, qualche mese prima dei fatti di Signa; ma chi ha raccolto il suo testimone é necessariamente rimasto sensibile a certi rapporti. Egli sarebbe inoltre specializzato nel far apparire tali operazioni come "incidenti". Potrei aggiungere che avrebbe una tenuta non troppo distante da lì, con un <i>factotum</i> che di cognome fa Mele, e che é nato a Busachi, ma questa potrebbe essere una coincidenza. Pertanto, Lettore, considera questa mia ultima affermazione come una "nota di colore", e andiamo avanti.
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Con ogni probabilità, il “<i>Basta, basta non ti dico più nulla</i>” con il quale il Lo Bianco avrebbe ribattuto alla moglie (che dimostrava di essere ben più saggia e matura di lui) voleva solo essere un modo di tagliar corto, e non di recedere dai suoi propositi; che verosimilmente aveva gà messo in atto.
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<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'AZIONE</b>
</i>
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Anche il Qualcuno si è evidentemente già attivato. Chi é alla direzione del servizio occulto magari avrebbe preferito un incidente stradale, ma forse ciò avrebbe potuto impedire il recupero del documento. Questa é un'illazione; ma, comunque stiano le cose, il contatto in zona non può che essere Virgilio.
<br />
<br />
Se guardiamo ai fatti, Lettore, Virgilio, una volta appreso quale sarebbe stato il giorno dell'operazione, si rivela abbastanza diligente anche nel prendere tutte le precauzioni per limitare al minimo i danni. Avendo subodorato la possibilità che la Locci avesse iniziato una relazione con "Enrico", supposizione verosimile se non altro perché la iniziava con chiunque, e quindi decidessero di vedersi, cerca in qualche modo di non fare incontrare i due la sera per la quale é stato pianificato l'omicidio.
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<br />
Coinvolge, giocoforza, qualcuno, creando un "malessere" di Stefano Mele. Barbara era stata fatta sposare con Stefano Mele fondamentalmente per accudirlo; a maggior ragione avrebbe dovuto farlo se stava male. <br />
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Nel primissimo pomeriggio "Virgilio" incontra "Enrico" a casa Mele; si sincera che in effetti Stefano stia male, e va via.
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<b><i>23 Agosto 1968 Interrogatorio di Stefano Mele</i></b>
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Verso le ore 15:30 dello stesso giorno venne a casa mia a tale Lo Bianco Antonio a me noto come Enrico e mentre questi si trovava nella mia abitazione giunse anche tale Cutrona Carmelo a me noto con il nome di Virgilio. Costoro si incontrarono. Però verso le ore 16:30 il Lo Bianco se ne andò e dopo circa un’ora se ne andò anche il Virgilio. Mia moglie Barbara nell’orario in cui avvennero le visite era presente in casa.
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<b>L'IMPREVISTO</b>
</i>
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<div style="text-align: justify;">
Purtroppo, però, qualche ora dopo avviene un imprevisto: uno stupido diverbio, generato dall'immaturità di Antonio Lo Bianco, esita in una scommessa tra i due.
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<b><i>18 Agosto 1982 Testimonianza di Rosa Lo Bianco</i></b>
</div>
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Lo stesso giorno dell’omicidio nel bar “La Posta” di Lastra a Signa ci fu una certa discussione tra mio fratello ed il Vinci, la quale ebbe fine con una scommessa,mio fratello disse al Vinci, che non lo riteneva capace, che sarebbe uscito con Barbara e che l’avrebbe posseduta. Difatti la sera stessa andarono prima al cinema e poi si appartarono nel luogo dell’omicidio
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<div style="text-align: justify;">
che implica la necesssità che Antonio Lo Bianco e Barbara Locci escano insieme.
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<b><i>23 Agosto 1968 Interrogatorio di Stefano Mele</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Poco dopo mia moglie scese per strada ed io rimasi a osservare alla finestra, quando essa ritornò in casa mi fece presente che sarebbe andata a fare una passeggiata con Enrico a bordo dellasua macchina. Avrebbe portato seco anche nostro figlio. Anzi mi precisò che il bambino era in strada a giocare con altri coetanei ed era già salito sulla vettura enon voleva discendere.
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<div style="text-align: justify;">
Virgilio a casa Mele si rende conto di non poter evitare che i due escano insieme; forse Stefano Mele, non comprendendo bene cosa dovesse recitare, non era stato abbastanza convincente. O forse Barbara, come molte badanti, accudisce in casa, dove "accudire" é da intendersi anche dal punto di vista sessuale, ma i suoi svaghi sessuali li cerca fuori; e lo farà anche quella sera, essendosi resa conto che il malessere di Stefano Mele non sia poi così grave.
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Comunque sia, Virgilio al momento non può far altro che prenderne atto; il suo malessere ed il suo stato confusionale sono così evidenti che persino Stefano Mele se ne rende conto
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<b><i>Sentenza Rotella</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Quanto al Cutrona, che sarebbe andato in casa sua quel pomeriggio, incontrandovi il rivale 'Enrico',
gli attribuisce (a cagione dell'incontro con il rivale) un turbamento grave, che avrebbe mascherato
simulando di 'star male' per il caldo, e di aver detto che sarebbe tornato a fargli visita la sera stessa.
Ma non lo aveva più fatto.
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<div style="text-align: justify;">
Non é chiaro, dalle dichiarazioni confusionarie e contraddittorie del Mele se "Virgilio" sia davvero tornato a casa sua o meno quella sera; Stefano Mele lo ripete più volte, sia nella perizia psichiatrica
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<b><i>5 febbraio 1969 Perizia psichiatrica Stefano Mele</i></b>
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<span style="font-family: courier new;">
La sera verso le 21 la moglie gli comunicò di essersi accordata col Lo Bianco per andare al cinema e, dopo aver preso la borsetta con i soldi, uscì col figlio. Non molto tempo dopo sarebbe tornato il Cutrona il quale, venuto a sapere che la Locci era uscita con il Lo Bianco...
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<div style="text-align: justify;">
sia ancora durante il confronto diretto con Virgilio
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<b><i>26 agosto 1968 Confronto Mele-Cutrona</i></b>
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<span style="font-family: courier new;">
Mele: A che ora sei ripassato la sera?<br />
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Cutrona: Io non sono ripassato. Tu sei ubriaco. Io quando sono tornato sono andato a Lastra Signa con mio zio. Poi sono andato al cinema, poi al bar e poi a casa.
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<div style="text-align: justify;">
ma comunque sia, Virgilio si ritrova nella necessità di un cambiamento estemporaneo del piano.
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Possiamo anche supporre, se vogliamo, che il Lo Bianco avesse già invitato Barbara nel corso della prima visita in casa Mele, e che abbia fatto il gradasso (come era solito fare??) con il Vinci al bar già con una "mezza sicurezza" (non sapeva se sarebbe riuscito a possedere la Locci, ma almeno sapeva già che sarebbero usciti)
<br />
<br />
Sia che "Virgilio" sia davvero ritornato a casa Mele, sia che non l'abbia fatto, é comunque indubbio come dopo le 21:00 risulti chiaro che non solo i due sono usciti insieme, ma abbiano anche portato con loro il bambino.; anche se Virgilio ha magari iniziato a porre in atto le contromisure già nel pomeriggio.
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<i>
<b>L'UNICA POSSIBILE ALTERNATIVA</b>
</i>
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<div style="text-align: justify;">
Al Qualcuno che ci sia più o meno un bambino coinvolto non gliene potrebbe fregare di meno, e così a chi entrerà in azione; l'unica cosa che "Virgilio" riesce a fare é allora quella di barattare la salvezza di Natalino per l'autoaccusa di Stefano Mele. Il delitto così passerà per delitto d'onore, senza sollevare alcun polverone, e Stefano Mele verrà accudito in carcere, considerato che la sua "badante" dovrà sparire; ciò darà alla famiglia Mele il vantaggio di lasciare in vita Natalino e di non dover occuparsi di Stefano, ed al Qualcuno di stare tranquillo riguardo all'esito delle indagini che inevitabilmente verranno svolte. Posto che Barbara morirà comunque, é la soluzione meno svantaggiosa perr chi resta.
<br />
<br />
Per tentare di ottenere un tale accordo cerca la collaborazione di Piero Mucciarini, che accondiscende; a chi gestisce l'operazione la salvezza del bambino verrà posta come condizione imprescindibile per rendere plausibile Stefano Mele come autore del delitto: quale padre ucciderebbe il suo bambino a causa della moglie fedifraga? Se poi dovrà confessare, il fatto di aver voluto eliminare un testimone è un'iniziativa assurda, se il "testimone" é suo figlio. Così, della salvezza del bambino si fa carico, facendo anche da mediatore, Piero Mucciarini, che tale ruolo avrebbe ancora svolto in futuro.
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<b><i>18 marzo 1970 Deposizione del Maresciallo Ferrero al processo Mele</i></b>
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<span style="font-family: courier new;">
alla confessione si giunse attraverso l’opera di persuasione fatta da un cognato del Mele, Piero Mucciarini
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<div style="text-align: justify;">
Il fatto che un argomento convincente per il baratto possa essere consistito nell'argomentazione per cui se fosse stato ucciso Natalino, far credere che l'autore dell'omicidio fosse stato Stefano Mele sarebbe davvero stato difficile, lo accennerà anche lo stesso Mele, il 6 settembre del 1982:
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<b><i>Sentenza Rotella</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Fornisce il suo alibi, accusa indirettamente Francesco Vinci, attraverso il racconto del figlio a lui, la notte dopo il delitto, e spiega perché non avrebbe ucciso anche Natalino. In un primo momento afferma: "se era stato ammazzato il bambino io ero ancora dentro. Ci sarebbe stata un'aggravante". Allora, il p.m. gli chiede che attinenza la cosa abbia con il Vinci e Mele corregge il tiro: risparmiandolo, l'assassino faceva cadere i sospetti su suo padre.
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<div style="text-align: justify;">
E d'altra parte, che a Stefano Mele, e non solo a lui, fosse prospettato che se non avesse accettato, il primo a farne le spese sarebbe stato proprio Natalino può evincersi anche da altre testimonianze
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<b><i>26 Agosto 1982 Interrogatorio di Piero Mucciarini</i></b>
</div>
<span style="font-family: courier new;">
Interrogato sul giorno in cui partecipò all’interrogatorio di suo cognato Stefano Mele il Mucciarini dichiara: “Li nella caserma scambiai poi qualche discorso in privato con lo Stefano e lo invitavo ancora a dire la verità e lui se ne usci con questa frase “mi ammazzano il figlio”. Chi? gli chiesi e lui rimase zitto.
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<div style="text-align: justify;">
Anche se a volte Mele incolpa di ciò il Vinci:
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<b><i>Sentenza Rotella</i></b>
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<span style="font-family: courier new;">
Il giorno 22 agosto, dopo essere stato
interrogato ed aver passato tutta la giornata in caserma, sono stato rilasciato e con il bambino tornai a casa… quella sera stessa il bambino, prima di addormentarsi, mi disse che ad uccidere la madre ed a portarlo in braccio dopo era stato il Vinci Francesco… che… aveva minacciato di uccidere sia lui che me se avesse parlato…
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<div style="text-align: justify;">
né potrebbe essere altrimenti. Se Stefano Mele ha ricevuto minacce di tale consistenza, ed incolpa qualcuno del delitto, é chiaro che non può che riferire le minacce a quel qualcuno.
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<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'ACCORDO</b>
</i>
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
La salvezza di Natalino é quindi una carta che può essere giocata su ambedue i tavoli, più importante del denaro, e più importante della vita di Stefano Mele da uomo libero; conviene agli esecutori per conto del Qualcuno, e "conviene" anche ai clan familiari, posto che non avrebbero modo di opporsi.
<br />
<br /> Tutti gli altri soggetti coinvolti, o che in qualche modo sanno, sono consapevoli di come l'organizzazione che si trovavano di fronte da un lato non ha scrupoli, e dall'altro ha anche, in qualche modo, l'appoggio delle istituzioni.<br />
Erano loro malgrado divenuti conniventi, se non complici; trovandosi nelle condizioni o di poter venire uccisi da un lato, o condannati dall'altro, tacere a qualunque costo rimane l'unica possibilità ragionevole.
<br />
<br />
Così, i "basisti" dell'operazione seguono i tre fin quando non si appartano, indi chi deve chi deve eseguire materialmente la missione entra in azione.<br />
<br /> Per portarla a termine viene usata un'arma di recupero, una vecchia semiautomatica da tiro a segno, un'arma come quella che un poveraccio come Stefano Mele avrebbe potuto, forse, procurarsi. Una comunque verosimile per il personaggio; se fosse stata utilizzata una Colt Python sarebbe stato davvero difficile attribuirne il possesso a Stefano Mele; l'unico accorgimento particolare adottato é l'utilizzo di cartucce "Superspeed", il cui uso in una vecchia arma semiautomatica da tiro a segno provocherà il rigonfiamento nei bossoli che il perito balistico poi descriverà nei dettagli. <br />
<br />
Chi esegue materialmente l'azione di fuoco é però un professionista; anche la vecchia pistola da tiro a segno, nelle sue mani é micidiale; così mentre qualcuno apre all'improvviso la portiera posteriore dove Natalino dorme, il professionista fa il suo lavoro. Poiché da una pistola si può risalire all'assassino, l'arma viene distrutta; non che da essa si fosse potuto individuare il professionista, certo, ma si sarebbe potuto arguire come il colpevole <b><u>non</u></b> fosse Stefano Mele.
<br />
<br />
Il fatto che Natalino venga verosimilmente estratto ancora dormiente dall'automobile si può desumere non tanto da ciò che racconta, quanto da ciò che <b><i>non</i></b> racconta. Non é materialmente possibile che Natalino non si sia svegliato di soprassalto, gridando, al primo colpo, perché il livello di pressione sonora (Sound Pressure Level, SPL) di un singolo colpo di 22 LR supera la soglia del dolore, ed a maggior ragione ciò avviene se i colpi vengono esplosi in uno spazio estremamente ristretto (come può essere l'abitacolo di un'automobile) o all'imboccatura di esso. Anche l'uso di un silenziatore, di cui Stefano Mele parlerà il 7 settembre del 1982 nell'interrogatorio subìto a Borgo Ognissanti sparando in un ambiente minuscolo, non aggira tale problema. Questa
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-X0F2MbU3TdXCD5ydJya1M7hnK-L7onUzIfU9laSibyaB9-vpof-PET83Anpbx4TTn5iPgPkeuQRGyBsaTg0ATK5x8tSqBncYsf2ZuM4FgpLXqHsNIZXF36AXlaWfrHzzeikFVHx-ThUCAnfHZO0bQ9e_4_KL-Dz1cooQO7BD00SBwNsW4gv0VCIo/s1024/Tabella_.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="832" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-X0F2MbU3TdXCD5ydJya1M7hnK-L7onUzIfU9laSibyaB9-vpof-PET83Anpbx4TTn5iPgPkeuQRGyBsaTg0ATK5x8tSqBncYsf2ZuM4FgpLXqHsNIZXF36AXlaWfrHzzeikFVHx-ThUCAnfHZO0bQ9e_4_KL-Dz1cooQO7BD00SBwNsW4gv0VCIo/s320/Tabella_.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
é una tabella compilata da un'azienda produttrice di silenziatori per armi da fuoco. L'intensità di sparo di un calibro 22 LR silenziato é indicato come non inferiore a 113 dB, SPL superiore a quello di un avvisatore acustico per auto (trombe) e di un concerto rock dal vivo. Hai un idea, Lettore, di come potrebbero udirsi rumori di una tale intensità all'interno di un abitacolo?
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<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'AZIONE</b>
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<div style="text-align: justify;">
Pertanto, subito prima che qualcuno iniziasse l'azione di fuoco, Natalino <b><i>deve necessariamente</i></b> essere stato estratto dall'abitacolo da qualche altro; poi, come accade a tutti i bimbi richiamati improvvisamente alla veglia dal sonno profondo, impiega decine di secondi a riconnettersi con l'ambiente. E svegliato improvvisamente, al buio, sentendo comunque un gran rumore ma vedendosi attorniato da persone che in parte conosce ed in parte non conosce, che rimanga assolutamente confuso (per la vita) é ciò che ci si aspetta.
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<br />
Stefano Mele viene messo a parte di ciò che stava accadendo la notte stessa, ma senza capire bene cosa gli si stesse chiedendo, quale sarebbero stati il suo ruolo ed il suo destino; viene portato sul posto, vede "la sua signora morta" ma Natalino vivo, e gli viene spiegato che anche Natalino aveva corso il rischio di morire. E che lo avrebbe corso ancora. Probabilmente gli fu viene anche sparare un colpo di pistola per renderlo positivo al guanto di paraffina.
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<br />
Così, al mattino, non si rivela sorpreso di apprendere che la moglie é stata uccisa, e che il bambino é in salvo; lo sa già.
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<b><i>Rapporto giudiziario Matassino</i></b>
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<span style="font-family: courier new;">
Si comunica al Mele che la moglie, unitamente all’amico “Enrico”, identificato poi per Lo Bianco Antonio, è stata uccisa durante la notte, in località “Castelletti” di Signa, mentre trovavasi a convegno amoroso. La reazione dell’uomo è relativa e poco genuina, non si preoccupa di sapere come è successo, bensì immediatamente precisa che lui per tutta la notte non si è mosso da casa
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<br />
Chiede infine notizie del figlio, ma con tale fare che lascia chiaramente intendere che ne conosce di già le sorti.
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<div style="text-align: justify;">
Con ogni probabilità, Stefano Mele ne già conosce le sorti perché é stato proprio lui ad estrarre Natalino Mele dall'auto, ed accompagnarlo dal De Felice. Questo, da un lato gli avrebbe dato la certezza di essere stato coinvolto davvero per salvare Natalino; e dall'altro gli avrà consentito di sapere come si siano effettivamente svolti i fatti quella notte, tanto da descriverli poi ai Carabinieri neii particolari, compresi quelli relativi alla scarpa del Lo Bianco o all'indicatore di direzione.
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<br />
Ciò che invece non ha ancora pienamente realizzato, é cosa lo attenda in futuro.
E' mancato il tempo materiale per far entrare nella sua testa cosa, esattamente, avrebbe dovuto fare, e perché. E' per questo che Piero Mucciarini avrebbe avuto parecchio da fare nei giorni successivi
<br />
<br />
Pertanto, all'inizio, Stefano si proclama innocente, come in effetti era. Accusa un po' chi lo aveva sottoposto ad angherie e soprusi, e cioè i Vinci, un po' chi sapeva essere realmente tra gli organizzatori del crimine, e cioè "Virgilio". Ma alla fine l'opera di convincimento di Piero Mucciarini dà i suoi frutti.
</div>
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<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>NATO E MORTO SENZA AVERE MAI VISSUTO</b>
</i>
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
Senza ormai più nessuno che lo avrebbe accudito, Stefano Mele avrebbe avuto chi gli faceva da mangiare in carcere.
Avrebbe trascorso il resto della sua vita sempre con la convinzione di essere stato incastrato, ma di aver almeno salvato la vita di Natalino.
Vedi Lettore, ogni tanto nascono individui destinati ad una vita grama, senza possibilità di riscatto. Che vengono sfruttati da bambini, poi da adulti, poi finiscono in carcere (magari é una liberazione), e muoiono soli e dimenticati. Il povero Stefano Mele é uno di essi.
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<br />
Ed i suoi familiari, i suoi vicini si dovettero piegare allo strapotere di Qualcuno, che non avrebbe esitato a stritolare chiunque si potesse frapporre tra sé ed i propri interessi. Schiacciati tra uno Stato istituzionale che minacciava di incriminarli, ed uno Stato occulto che minacciava di ucciderli, l'unica cosa che desideravano era quella di staccarsi da questa triste vicenda.
<br />
<br />
Alla fine della quale, il Qualcuno lascia due morti, un orfano, due gruppi familiari distrutti, ed una serie di poveracci resi, contro la loro volontà, complici di un potere più grande di loro. Mentre "Virgilio", invece, sparisce, e nessuno saprà mai che faccia avesse.
<br />
<br />
Ecco, Lettore, ogni fatto, ogni testimonianza contraddittoria, ogni apparente incongruenza, ogni "mistero" si é dissolto; resta solo un interrogativo: ma cosa poteva mai contenere di così importante quel documento da giustificare un simile disastro?
<br />
<br />
Per avere una traccia di ciò, il mondo dovrà attendere sei anni, e cioè l'omicidio delle Fontanine di Rabatta.
A Te, invece, Lettore, basterà attendere solo il <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-le-fontanine-di.html" target="_blank">relativo post</a>. Sempreché Tu voglia leggerlo, beninteso.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUMrecpcJBUoreHZF44tBNmb0g2mI-dmBb7SBhPqUpt2uPkBhlkdbhA_t04C2kUXqwh8hXqJF6CjoO3i0M7ixkcRTUJBRrL4c7W_hA7byOuAjx5Gr6f40L92w2QcDfX9uymqplDp8GHm9Rx3o0xhnnmc25akdrR9mnVNTdo6x55XcXbhNYoPQBlmw/s1024/end1.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="591" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUMrecpcJBUoreHZF44tBNmb0g2mI-dmBb7SBhPqUpt2uPkBhlkdbhA_t04C2kUXqwh8hXqJF6CjoO3i0M7ixkcRTUJBRrL4c7W_hA7byOuAjx5Gr6f40L92w2QcDfX9uymqplDp8GHm9Rx3o0xhnnmc25akdrR9mnVNTdo6x55XcXbhNYoPQBlmw/s320/end1.jpg" width="320" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-67140862931530244852022-08-06T07:31:00.026+02:002023-06-15T10:44:53.759+02:00Il Mostro di Firenze 1: Prologo<br />
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<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>it is not true that we select only such facts as confirm the theory and, as it were, repeat it ; the method of science is rather to look out for facts which may refute the theory.</blockquote></i>
</div>
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<div style="text-align: right;"><i>Karl Popper</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiade7DEqkqoHkRh4EmeSfG_uQC_aHrj9nZc2JBf6He-aM0bdV5Dis1iMJmiCIAAGVVCBSlnSOmOlT1ITkpN_9qTmVTnjKlle_Nw8HYEX3WC1VGqFFbNIE5ZoSvHV0mGAnsATxSbX-_iH8QAVCSb4whAYuL3H9f6kyfYyfqoay456Uv52o2A6a1G1-y/s1024/Popper.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="605" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiade7DEqkqoHkRh4EmeSfG_uQC_aHrj9nZc2JBf6He-aM0bdV5Dis1iMJmiCIAAGVVCBSlnSOmOlT1ITkpN_9qTmVTnjKlle_Nw8HYEX3WC1VGqFFbNIE5ZoSvHV0mGAnsATxSbX-_iH8QAVCSb4whAYuL3H9f6kyfYyfqoay456Uv52o2A6a1G1-y/s320/Popper.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Bene, Lettore, avevo affermato che non avrei più scritto nulla sul "Mostro di Firenze", ed invece sto dando inizio ad una nuova serie.
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<br />
Potrei dirTi, parafrasando lievemente James Russell Lowell che solo i cretini non cambiano mai idea, ma Tu potresti ribattere come io sia la prova vivente che a volte anche i cretini cambiano idea, quindi lasciamo perdere questa argomentazione.<br />
<br />
La vera motivazione é che, anche senza scrivere più nulla, avevo pensato di affrontare il problema "Mostro di Firenze" come fosse un "indovinello regressivo", ma di farlo proprio come si fa di solito con gli indovinelli regressivi, e cioè in forma di gioco.
<br />
<br />
Ed avevo cominciato a "giocare" nei commenti in calce ai video di uno youtuber, Carlo Palego, che avevo scelto essenzialmente per due motivi.
<br />
<br />
Il primo é che Carlo Palego mi appare come una persona educata e perbene, e non animata da fini di lucro; non una condizione frequentissima nella "Moderna Mostrologia"
<br />
<br />
Il secondo é che Carlo Palego ha un'idea della vicenda che per certi versi può accostarsi alla mia, e per altri se ne discosta; quindi sarebbe stato più facile iniziare il "gioco" sulle analogie, argomentando poi sulle differenze.
<br />
<br />
Ed in effetti, iniziare non é stato difficile; é continuare che si é rivelato quasi impossibile. Forse si sarebbe potuto giocare in sessioni <i>LIVE</i> di YouTube; ma certamente non avvalendosi dei commenti, che non consentono un'interlocuzione in tempo reale, ed una dialettica efficace e tempesiva.
</div>
<br />
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<br />
<div> <span style="font-size: medium;">
<i>
<b>FALSIFICABILITA' DELLE TEORIE SUL MOSTRO DI FIRENZE</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Il gioco che ho tentato sul canale di Carlo Palego é però servito a sviluppare anche il concetto di "falsificabilità" applicato alle teorie sul Mostro di Firenze; avevo già accennato <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">qui</a> all'importanza della falsificabilità nella ricerca della verità scientifica, ma riprendo l'argomento un po' più in dettaglio.
<br />
<br />
Se vogliamo tentare un approccio al Mostro di Firenze "con i metodi della scienza", per dirla come Massimo Polidoro, dobbiamo fare i conti con il "principio di falsicabilità".
<br />
<br />
Una teoria scientifica, per essere considerata tale secondo un principio epistemologico formulato da Karl Popper nei primi anni Trenta del XX secolo, ed ampiamente condiviso, deve essere falsificabile, cioè deve esistere qualche forma di verifica che possa dimostrarne la non veridicità; altrimenti é un dogma: occorre accettarlo per fede. L'accettazione di una teoria scientifica come "vera" invece, si fonda proprio sulla base della sua falsificabilità: se essa <b><i>può</i></b> essere dimostrata falsa, ma <b><u>ancora</u></b> ciò non é avvenuto, si assume che sia vera.
<br />
<br />
Alcuni scambi di battute tra me e Carlo Palego, in calce ad uno dei suoi video, chiarificheranno ciò che voglio dire, anche se riferiti ad aspetti molto settoriali della vicenda (mi perdonerà, spero, il buon Carlo se prendo a prestito una parte, piccola ma esplicativa, dei nostri dialoghi)
<br />
<br />
Il primo riguarda un'eventuale manipolazione (<i>staging</i>) della scena del crimine di Signa. In rosso Carlo Palego, in blu io
</div>
<br />
<span style="color: red;">Noi sappiamo come è stata trovata la scena del crimine, cioè post staging. Per capire cosa non si doveva far vedere, che avrebbe cozzato con la tesi Mele unico colpevole ed è stato quindi occultato/manipolato, dovremmo avere una pur vaga idea di come andarono veramente le cose quella notte</span> <br /><br />
<span style="color: blue;"><i>Carlo, questo, nella pratica, é una sorta di ragionamento circolare:
<br />
<br />
Non puoi sapere come andarono le cose perché per saperlo dovresti sapere se ci fu staging.
<br />
<br />
Non puoi sapere se ci fu staging perché per saperlo dovresti sapere come andarono le cose.</i>
</span> <br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ecco, un ragionamento circolare é un ragionamento che non può essere falsificato. E' autoreferenziante, cosicché trova la sua verifica in sé stesso. Non può costituire quindi un'argomentazione sulla quale si regga una verità scientifica.
<br />
<br />
Consideriamo un altro scambio di battute
<br />
<br />
Avevo affermato che la decisione che Barbara Locci ed Antonio Lo Bianco sarebbero usciti insieme la sera fu presa lo stesso pomeriggio; ed ho citato una serie di testimonianze che indicherebbero ciò
</div>
<br />
<br />
<span style="color: red;">però come puoi dire con certezza che la Locci non sapeva ancora se sarebbe uscita con l’Antonio quella sera?</span> <br />
<br />
<span style="color: blue;"><i>Perché, tu puoi dire con certezza il contrario?</i></span> <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In linea di principio, la mia avrebbe costituito un'affermazione falsificabile.<br />
Non ho modo di dire con "assoluta certezza" se la mia deduzione che discenda dalle testimonianze sia vera; ma in realtà non ne avrei bisogno. Se si trova una testimonianza, o qualunque altra evidenza, che non sia così, allora la mia deduzione viene falsificata. <i>Fino a quel momento</i>, però, poiché resta la più plausibile, andrebbe assunta come vera. Non devo essere io a provare la veridicità della mia affermazione assolutamente verosimile, o in altri termini, la falsificazione non può consistere nel fatto che essa sia "granitica" ; semmai, deve essere <i>smentita da qualcos'altro</i> che così falsifichi l'ipotesi.
<br />In pratica, la confutazione, e la falsificazione dell'ipotesi, non possono poggiare su un'argomentazione come "Perché, tu puoi dire con certezza il contrario?", ma devono avvalersi di una motivazione del tipo "Ecco qui delle testimonianze che negherebbero tale possibilità".
<br />
<br />
Questa questione é quella che ormai affligge ogni teoria sul Mostro di Firenze: a distanza di oltre mezzo secolo dal primo evento, é estremamente improbabile che possa emergere qualcosa che consenta la falsificabilità di una teoria corrente piuttosto che di un'altra, considerato che esse sono tutte dogmatiche; i reperti fisici validi non esistono più (e forse non sono mai esistiti), mentre le testimonianze non sono suscettibili di cambiamento in quanto, in pratica, tutti i soggetti coinvolti, con l'eccezione di Natalino Mele, sono deceduti.
<br />Tutte le teorie pertanto essendo non falsificabili, sono equivalenti; solo Natalino Mele potrebbe fare la differenza, se volesse. Ma non lo vuole. Così come non lo vogliono tutti i "mostrologi" che organizzano convegni e vendono libri. Che, propinando teorie non falsificabili, "dimostrano" inequivocabilmente come la loro sia vera. Tutte teorie vere, dunque. Giancarlo Lotti e Pierluigi Vigna sarebbero sullo stesso piano; ed in buona compagnia, insieme a Pietro Pacciani, Francesco Narducci, Giampiero Vigilanti, un ex carabiniere, un pastore...
<br />
<br />
Ma anche se qualche mostrologo impazzito volesse escogitare una teoria scientifica, da dove potrebbe venire qualche novità in grado di fare la differenza, e renderla falsificabile? Forse solo dal "rosso del Mugello", prima che sia troppo tardi anche per quello; ma verrebbe da pensare che proprio perché la cosa potrebbe fare la differenza é stato negato l'accesso agli atti; e, seguendo Andreotti, che di intrighi se ne intendeva, "a pensar male si commette peccato, ma a volte ci si azzecca". Anche l'avvocato Vieri Adriani ha fatto suo un tale principio.
<br />
<br />
Ed é per questo che ho cambiato approccio; imparare a memoria ogni virgola delle testimonianze, come hanno fatto gli altri, non sarebbe servito a nulla; i contenuti di perizie, i verbali o rapporti, resteranno sempre uguali e sé stessi sia che vengano letti mille volte, sia un milione di volte. Continuare a pestare l'acqua nel mortaio non serve; se non puoi cambiare i dati, l'unica strada che rimane é cambiare la metodologia con la quale li elabori. Ne discende che l'unica cosa che potrebbe servire é una teoria che non introduca alcuna ipotesi arbitraria, alcun ragionamento circolare, cosicché in qualche modo la teoria possa risultare falsificabile. Ma una tale teoria non può venire fuori da un approccio, per così dire, "tradizionale", non lo può più; mezzo secolo di tentativi in tal senso hanno abbondantemente dimostrato come insistere sull'uso della metodica tradizionale non porti ad alcuna conclusione.
<br />
<br />
Ma devo ammetere che anche cambiando metodica neanche a me, Lettore, é riuscito di non introdurre ipotesi arbitrarie. Però, Lettore, la mia teoria identifica anche "qualcuno" al quale si potrebbe dare un nome ed un cognome, e potrebbe ancora esser possibile verificare se le ipotesi arbitrarie si applichino al quel qualcuno o meno. Se non fosse verificato che al qualcuno identificabile alla fine della storia siano applicabili le ipotesi arbitrarie, la teoria ne verrebbe falsificata. Pertanto, il fatto che la mia ipotesi identifichi qualcuno in qualche modo la renderebbe falsificabile.
<br />
<br />
E' per questo che ho deciso di impersonare uno dei pochi cretini esistenti che cambiano opinione, ed iniziare questa serie sul "Mostro di Frenze"; ma dovrò giocare da solo.
<br />
<br />
In altri termini, mi proporrò da solo l'indovinello regressivo e cercherò di risolverlo mentre Tu, Lettore, potrai, se lo vorrai, esercitare solo l'azione che il tuo ruolo prevede: leggere. Senza interattività.
<br />
<br />
Però qualora Tu stia realmente considerando la possilità di voler imbarcarti nell'impresa della lettura delle stupidaggini che io scrivo, mi é d'obbligo darti preventivamente una notizia che suonerà probabilmente come un <i>caveat</i>: il Mostro di Firenze non esiste. E' un'illusione.
<br />
<br />
Sia che tu, come la maggior parte dei "Mostrologi" declama a gran voce, ritenga che il "Mostro di Firenze" sia un'entità singola e dotata di superpoteri, sia che tu lo ritenga un'entità plurima composta da più persone, esso, inteso come entità costante nel tempo per intenti e composizione, non avrebbe akcuna corrispondenza nella realtà.
<br />
<br />
Così, se una tale idea non dovesse piacerti. se Tu dovessi essere uno di coloro che vogliono sentire o vedere scritto che il Mostro é (stato) un uomo alto, atletico, che ha fatto il pastore ma facendolo ha conseguito un diploma di scuola superiore, che ha un'auto vecchia che però cambia spesso, che con essa copre delle distanze inimmaginabili, che é un ex carabiniere ma ha una lunga storia criminale con periodi trascorsi in istituti o in carceri, che fa un lavoro da artigiano ma ha a che fare con autopsie di piccoli animali, che ha denunce per piccoli reati contro la persona ma non ne ha mai commessi, che non é sposato ma ha una moglie e dei figli, che ha volontariamente smesso di uccidere nel 1985 ma continua a farlo fin quando non viene arrestato, che sceglie la tipologia delle vittime e forse anche le vittime in particolare ma colpisce quando si presenta l'occasione (scusa se ho fatto confusione, ma ho tentato di sintetizzare i profili stilati dall'FBI, da Santandrea e da qualche altro), allora puoi semplicemente chiudere questa pagina Web, ed aprirne un'altra, qualunque, di mostrologia.
<br />
<br />
Se invece dovessi avere la curiosità di leggere una possibile spiegazione di come mai, in cinquant'anni, non si sia trovato ciò che non é mai stato cercato, puoi continuare a leggere le idiozie che scrivo io; alla fine, forse Ti indicherò anch'io delle caratteristiche di Qualcuno da identificare, ma non sarà affatto né come pensi, né ciò che pensi; la soluzione aprirà una porta su un secondo mistero, molto più "sgradevole" del primo. Ma se Tu dovessi avere la voglia di toglierti questa curiosità. non ti resta che continuare.
<br />
<br />
Potresti obiettare che la prima delle idiozie l'avrei già scritta: il fatto che non venga trovato ciò che non viene cercato. Forse più che un'idiozia sarebbe una banalità, un concetto lapalissiano; ma, se sei giunto fin qui, vedremo insieme come le cose non stiano esattamente in questo modo.
<br />
<br />
E' sicuramente possibile trovare ciò che non viene cercato; a tale situazione é stato dato il nome di "serendipità", ma non ha attinenza con la faccenda in questione, e voglio evitare di divagare.
<br />
<br />
D'altra parte accade raramente di non trovare ciò che viene cercato, se la ricerca avviene con impegno, dedizione e seguendo una metodologia corretta. Di solito, quando ciò avviene, é perché l'oggetto della ricerca non esiste. Che poi é ciò che io ho scritto sopra.
<br />
<br />
Infatti, come abbiamo visto, sono state condotte, in mezzo secolo, migliaia di ricerche, che hanno condotto a migliaia di teorie, ognuna delle quali viene falsificata dall'esistenza delle altre e pertanto, nessuna delle conclusioni può dirsi veramente tale; mentre l'applicazione pratica di ciò é quella che si estrinseca nella sintesi dei profili criminologici che ho espresso sopra: un guazzabuglio di affermazioni contraddittorie.
<br />
<br />
Bisogna prendere atto però, di come sedici persone siano state barbaramente uccise, e da almeno una ventina d'anni, diverse persone campino lucrando su ciò; quindi, se non esiste il "Mostro di Firenze" come entità, se é un'illusione , esiste certamente "il fenomeno Mostro di Firenze" che un'illusione non é, avendo generato cadaveri e denaro.
<br />
<br />
L'illusione, Lettore, é, in psichiatria una distorsione <b><i>dell'interpretazione</i></b> di afferenze sensoriali corrette, contrapposta all'allucinazione, dove invece ad essere alterata é la <i><b>percezione</b></i> sensoriale stessa. Se io ho una vertigine, per cui ad un tratto vedo muovere l'ambiente circostante da sinistra a destra, ho un'allucinazione. Se mi trovo su un battello che comincia a muoversi verso sinistra, e vedo l'ambiente circostante muoversi verso destra, é un'llusione. Nel primo caso é il mio apparato sensoriale a soffrire di un"guasto", trasmettendo delle sensazioni che non hanno alcuna corrispondenza con ciò che accade nel mondo esterno al mio cervello, mentre nel secondo i miei occhi mi trasmettono esattamente ciò che si vede riguardo a ciò che sta realmente accadendo, ma sarebbe la mia mente ad interpretare il segnale in maniera erronea. L'allucinazione é un fenomeno soggettivo. mentre l'illusione é un fenomeno oggettivo; di conseguenza, se un gruppo di persone si trovano nello stesso luogo e nello stesso tempo, un'allucinazione potrà interessare un singolo ( o alcuni di loro - é documentata l'esistenza di "allucinazioni collettive"), l'illusione invece interessa tutti.
<br />
<br />
Ed i fenomeni che creano un'illusione, Lettore, vanno indagati come l'illusionismo.
L'illusione pertanto resta comunque conseguenza di un fenomeno "oggettivo" che può essere finalizzato alla creazione di un''illusione (come nell'illusionismo) o meno (come nel caso del battello). Comunque sia, trovandoci nelle condizioni di dover interpretare la percezione che deriva da un'illusione, l'approccio da usare deve essere diverso da quello usuale.
Come ebbe a dimostrare James Randi (in qualche modo, una delle radici del CICAP, deceduto nel 2022)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaVPZPpDWcQIlGKsT4Um8LfawiXyuzq0-K9cGAVsRteL5Moe3k5gGizq4C9Wiqfkgh3H2HAAJaUodyLgdaTMa0ktPvcraBTfZPJ_6j1OKia4YcuIv3grT3mMaaVOBPsSNrXgTVT2R75Svu0k5zMvcmSKiMbWlIT4bZ8kW6Ulqlkw94xz_aUCNQu9DD/s1024/Randi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="535" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaVPZPpDWcQIlGKsT4Um8LfawiXyuzq0-K9cGAVsRteL5Moe3k5gGizq4C9Wiqfkgh3H2HAAJaUodyLgdaTMa0ktPvcraBTfZPJ_6j1OKia4YcuIv3grT3mMaaVOBPsSNrXgTVT2R75Svu0k5zMvcmSKiMbWlIT4bZ8kW6Ulqlkw94xz_aUCNQu9DD/s320/Randi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
nell'ambito del c.d. "Alpha Project" dell'università di Washington, indagare l'illusionismo con gli stessi metodi con cui si eseguono indagini scientifiche é una strada che facilmente porta all'insuccesso; forse é per questo che il "Mostro di Firenze" di Polidoro indagato con "i metodi della scienza" si é risolto in una serie come tante altre.
<br />
<br />
Un modo per trattare le situazioni in cui siano operanti le illusioni può essere quello di far uso del c.d. "pensiero laterale" che poi é il metodo di risoluzione degli "indovinelli regressivi".
<br />
<br />
Avrei già <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_24.html" target="_blank">accennato in precedenza</a>, Lettore, ai concetti di "pensiero laterale" ed "indovinello regressivo", pertanto non tornerò qui sull'argomento; potrai leggerli nel <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_24.html" target="_blank">relativo post</a>, se lo riterrai.
<br />
<br />
Da qui, semplicemente, inizieremo a percorrere insieme la strada del pensiero laterale; e vedremo insieme dove essa ci condurrà.
</div>
<br />
<br />
<div><span style="font-size: medium;">
<b>Post Scriptum 8 giugno 2023:</b>
</span> </div><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>A distanza di quasi un anno dalla scrittura del presente post, però, ho dovuto prendere atto di come la condizione del Lettore che accede a queste pagine non sia dicotomica:</i> <b>o</b> <i>desidera veder descritto il "Mostro di Firenze" come alto, bello e con superpoteri,</i> <b>oppure</b> <i>preferisce giungere ad una conclusione alternativa attraverso un processo logico costituito dal "pensiero laterale", e nel quale sia parte attiva. <br />
<br />Vi é una schiera di Lettori, (purtroppo?) ben nutrita, che preferirebbe la seconda soluzione, ma da ottenere con le modalità della prima.<br />
Desidera veder raccontata una storia alternativa al Mostro alto, ricco, bello ed intelligente, ma non intende sobbarcarsi l'onere del ragionamento. <br /><br />
C'é chi vuole leggere una storia diversa, ma senza essere particolarmente interessati a come a tale storia si arrivi, e perché. <br />
<br />Così, mi somo visto costretto a scrivere un </i><a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2023/06/il-mostro-di-firenze-9-postfazione.html">ulteriore post</a><i>, rivolto esplicitamente a coloro che non hanno voglia di eseguire personalmente ricerche o verifiche, che non intendono impegnare il loro tempo e la loro mente nel produrre autonomamente un ragionamento articolato, che conduca alla conclusioni per logica deduzione. <br />
<br />Se Tu dovessi riconoscerti in quest'ultima tipologia di Lettori, puoi sempre saltare alle</i><a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2023/06/il-mostro-di-firenze-9-postfazione.html"> conclusioni</a><i>, ma che dovrai accettare per fede.</i>
<br />
<br />
</div>
<div><span style="font-size: medium;">
<i>
<b>SITUAZIONI INCONGRUENTI VS. SITUAZIONI INUSUALI</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Il principio su cui ogni "indovinello regressivo" si basa (che é poi un principio che condivide con l'illusionismo) é quello che una situazione appaia strana, incomprensibile, misteriosa o enigmatica non perché lo sia in assoluto, ma perché é l'antefatto ad esserlo.
Nell'indovinello regressivo l'antefatto viene tenuto nascosto, in quanto starebbe proprio in quello l'oggetto da indovinare, e per figurarsi il quale occorre uscire dagli schemi delle situazioni usuali, ed usare il pensiero laterale per entrare in quelli delle situazioni inusuali.
In fondo, la stessa cosa avviene nell'illusionismo, ove però si spera che gli spettatori non riescano, anche usando il pensiero laterale, a figurarsi quale sia realmente l'antefatto, e cioè la preparazione che sta dietro all'illusione del gioco.
<br />
<br />
L'analogia tra la vicenda del "Mostro di Firenze" e gli "indovinelli regressivi" sta nel fatto che nel caso del "Mostro di Firenze" una serie di eventi per fortuna poco frequenti (omicidi) ma usuali nel loro genere, divengono inusuali per la presenza nel loro contesto di singole situazioni difficilmente spiegabili, di incongruenze logiche. Forse, nell'ambito del singolo omicidio, trovare una spiegazione che renda congruenti le incongruenze non é impossibile; é stato fatto tante volte. Il problema sembra risiedere nel fatto che una spiegazione plausibile e dirimente per il singolo omicidio sembra accentuare le difficoltà nello spiegare i rimanenti; in altri termini, segurndo un modo dire abbastanza comune, "la coperta é corta".
<br />
<br />
La difficoltà allora, e la necessità di ricorrere al pensiero laterale, sta nell'immaginare un preambolo, una radice del tutto, che possa rendere coerenti tutti gli eventi omicidiari della vicenda, e risolva tutte le incongruenze in essa presenti. E nel caso del "Mostro di Firenze" le incongruenze ed i fatti apparentemente inspiegabili sembrano davvero tanti. Ne accennerò alcuni di seguito; i punti non toccati qui verrano menzionati più avanti, quando, come in ogni indovinello regressivo che si rispetti, troveranno una possibile soluzione nella soluzione dell'indovinello stesso
<br />
<br />
Come ebbi a (di)mostrare <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_56.html" target="_blank">qui</a>, esiste un legame praticamente certo tra l'omicidio di Signa, ed il resto della "saga" del "Mostro di Firenze", ma il legame é sempre stato difficile da definire. L'omicidio di Signa ha un reo confesso, ma tanti aspetti considerati "inspiegabili". Il primo é proprio il fatto che mentre il reo confesso era in galera prima, ed in una casa per ex detenuti a Ronco dell'Adige poi, il cosiddetto "Mostro" continuava a colpire; pertanto, o il reo confesso era innocente, o esiste più di una persona che abbia impersonato il "mostro".
<br />
<br />
Con ogni probabilità ambedue i concetti sono veri (cioè, il reo confesso é in realtà innocente, ma chi uccise a Castelletti di Signa é comunque persona diversa da chi eseguè gli omicidi successivi), ma assumere ciò non é sufficiente a risolvere l'enigma.
<br />
<br />
Infatti, l'enigma del delitto di Signa continua ad avere dei risvolti che lo rendono tale; vi sono degli altri fatti apparentemente "inspiegabili" che non sono comunque risolti assumendo valida l'idea delle persone diverse.
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<br />
Il primo è il fatto che l'assassino avrebbe lasciato in vita un testimone, per quanto poco più che infante, e per di più accompagnandolo ad una casa lungo una strada impervia percorrendo più di due chilometri, quando invece avrebbe potuto lasciarlo presso un'altra casa a cento metri.
<br />
<br />
Il secondo é il movente dell'assassino: <b><i>qualunque</i></b> movente escogitato appare logicamente assurdo
<br />
<br />
Il terzo é il fatto che il "reo confesso" si sarebbe creato un "alibi", simulando una malattia al lavoro.
<br />
<br />
Il quarto é che é evidente dalle testimonianze indirette (ed anche da quelle dirette, del piccolo testimone) che la notte del delitto erano presenti sulla scena più persone, ed almeno alcune di queste avrebbero fatto parte del nucleo familiare del reo confesso, abbondantemente indagate, ma mai provate colpevoli o corree.
<br />
<br />
Il quinto é che, pur nell'evidenza di una sua innocenza (se non per altro, per incapacità ed assenza di movente) il reo confesso descrisse una serie di particolari che dimostravano inequivocabilmente la sua presenza sulla scena del crimine al momento del delitto, o almeno nelle immediate vicinanze temporali di esso.
<br />
<br />
Il sesto é che pur essendo evidente come l'intero gruppo familiare, nonché il gruppo "parallelo" (i Vinci) sospettato, dovesse conoscere i dettagli di ciò che successe quella notte, non abbia mai parlato, anche se posto in regime di carcerazione.
<br />
<br />
Il settimo é il fatto che l'arma usata per il delitto non si sia mai trovata.
<br />
<br />
Ma queste non sono le uniche incongruenze che emergono dall'intera vicenda; né queste sono limitate al solo evento di Castelletti di Signa.
<br />
<br />
Una delle maggiori incongruenze di questa storia é costituita dalla successione dell'azione omicidiaria.
<br />
<br />
Il primo duplice omicidio avviene nel 1968, e consiste nell'uccisione di due persone, due amanti non più giovanissimi (e ciò é ancor più vero se riferito al 1968, quando l'età media era molto minore di quella di adesso), a colpi di arma da fuoco.
<br />
<br />
Il secondo sei anni più tardi, e consiste nell'uccisione di una coppia di ragazzini, nella cui azione omicidiaria il ruolo principale é svolto dall'uso dell'arma bianca (sarà solo in sede autoptica che ci si accorgerà del fatto che i due vennero inizialmente aggrediti a colpi di pistola). L'arma bianca viene usata non solo per finire la vittima femminile (l'autopsia dimostra come furono le coltellate ad uccidere Stefania Pettini), ma anche per ricercare un effetto scenico eclatante, ulteriormente amplificato dall'introduzione di un tralcio di vite nella vagina della povera piccola. Il fatto che si tratti di un effetto scenico é corroborato dalla constatazione che in realtà non vi fu "penetrazione"; l'inserimento del tralcio di vite non andò oltre la vulva.
<br />
<br />
Il terzo avviene dopo altri <b>sette</b> anni, e l'arma bianca, come nel precedente, viene usata sia come arma vera e propria, sia come strumento di vilipendio di cadavere; ma tale vilipendio ha caratteristiche <i>totalmente differenti</i>, che non presentano alcun punto di contatto con l'omicidio precedente.
<br />
<br />
Non solo; ma la serie omicidiaria da qui in poi ha carattersitiche <b><i>assolutamente</i></b> difformi dalle precedenti.
Si hanno infatti quattro omicidi nel volgere di un anno e mezzo, nei quali:
<br />
<br />
- nel primo viene eseguito uno scuoiamento della regione pubica
<br />
<br />
- nel secondo l'asportazione della vulva, con escissione, fino in profondità, dell'intera parte anatomica
<br />
<br />
- nel terzo l'arma bianca non viene usata, nemmeno per finire le vittime di cui una rimane in vita
<br />
<br />
- nel quarto non solo l'arma bianca non viene usata, ma vengono uccisi addirittura due uomini<br />
<br />
Gli omicidi successivi, gli ultimi due, verranno commessi con "cadenza annuale", e caratterizzate dalla stessa forma di vilipendio di cadavere (asportazione di pube e mammella della vittima femminile ) a carico di coppie, ma di cui solo la prima é costituita da una coppietta appartata in auto; il secondo omicidio é a danno di una coppia che faceva campeggio libero, e di cui la vittima maschile verrà uccisa a coltellate.
<br />
<br />
Sono otto duplici omicidi tutti diversi tra loro, in cui l'unico punto di contatto é il reperto degli stessi bossoli sul luogo del delitto. <b>L'unico punto di contatto é costituito dal postulato dell'esistenza stessa del "Mostro di Firenze".</b>
<br />
<br />
Si é tentato di spacciare questa incoerente ed inusuale cronologia per "evoluzione" dell'opera di un maniaco psicopatico; ma riconoscere una reale "evoluzione" in questo guazzabuglio di eventi differenti risulta davvero difficile. Ciò ha condotto alcuni a lasciar perdere l'idea che possa essersi trattato di una forma di malattia mentale, e ci si é rivolti verso esecutori più razionali. Ma perché qualcuno dotato di mente normalmente funzionante dovrebbe mettersi a fare 'ste cose? Questo é uno degli innumerevoli esempi in cui la coperta risulta corta.
<br />
<br />
Un ulteriore atteggiamento inspiegabile sarebbe ravvisabile nel comportamento dei sardi tra il 1982 ed il 1984, quando, alla riapertura delle indagini, sarà ancora una volta chiaro che qualcosa (anche più di qualcosa) essi debbano sapere, ma resterà oscuro il motivo per il quale non parlano. Ed il fatto che qualcosa debbano sapere viene fuori non solo dalle dichiarazioni e dalle intercettazioni telefoniche, ma anche dall'esistenza del famoso biglietto dello "Zio Pieto", al quale il giudice Rotella, dopo aver chiesto delucidazioni a chi lo aveva scritto, diede un'intepretazione personale, arbitraria. Invece, come vedremo a tempo debito, l'interpretazione del biglietto dello "Zio Pieto" é chiara ed inequivocabile, persino ovvia.
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Le spiegazioni che sono state date, inoltre, difettano ampiamente nel cercare di spiegare gli innumerevoli indizi che indicano come chi abbia compiuto queste azione fosse in grado, in qualche modo, di tenere conto delle iniziative degli inquiremti, ad avesse accesso ai luoghi nei quali si amministra la giustizia.
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Così, non resta che l'uso del pensiero laterale per cercare di rendere congruenti le incongruenze, risolvere gli enigmi, e svelare i misteri; a questo dovrebbe conseguire necessariamente la demistificazione della vicenda, che proprio come negli indovinelli regressivi, difficilmente ammetterebbe più di una soluzione.
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La presenza di un conduttore, il "narratore", nel gioco del'indovinello regressivo presenta però il vantaggio della verifica in tempo reale, passo dopo passo, delle ipotesi formulate; é sempre possibile fare al conduttore del gioco una domanda sulla fondatezza di una congettura, anche quando essa faccia riferimento all'antefatto, la ricostruzione del quale rappresenta la soluzione dell'indovinello.
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Qui invece, Lettore, siamo costretti ad introdurre anticipatamente alcuni concetti generici attinenti alla situazione che costituisce l'antefatto; e questo perché tali concetti non a tutti sono noti, ed esprimerli "in corsa" potrebbe rendere poco comprensibile e poco efficace l'esposizione.
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Mi é quindi apparso imprescindibile il premetterli. Ovviamente questa non é, né potrebbe mai esserlo, la strada che ho seguito io, che ho trattato la vicenda esattamente come un indovinello regressivo; ma, come già detto sopra, riproporre la ricerca della soluzione in maniera interattiva non mi é stato possibile.
Da qui, pertanto, la necessità di introdurre anzitempo alcuni concetti
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<div><span style="font-size: medium;">
<b><i>PREAMBOLO/PREMESSA/PREFAZIONE PRE</i>quellochevuoiTu</b>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Nei romanzi di Ian Fleming, James Bond (la cui figura é ispirata a Duško Popov, agente dell'MI6 deceduto nel 1981, anche se Giannuli vi vede la figura di Porfirio Rubirosa)
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDlHGfzQAfTHUKwgpEyKD5olZPoQ2M8Lxh5xvew4YD3REP1-_bWJGYoKHy8VmOJP0hqSAIBZa5MBsRUefdMDTNryIlJEHaiCz-1LB0CXrCfmiu96GbZTwA_K9-X6wD-fM_RYe1ZeBejc0Q86oHBgeQg1cll5qu_IO22E3VRGf7mxfs30GlZ3r2VTdQ/s1024/007.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="760" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDlHGfzQAfTHUKwgpEyKD5olZPoQ2M8Lxh5xvew4YD3REP1-_bWJGYoKHy8VmOJP0hqSAIBZa5MBsRUefdMDTNryIlJEHaiCz-1LB0CXrCfmiu96GbZTwA_K9-X6wD-fM_RYe1ZeBejc0Q86oHBgeQg1cll5qu_IO22E3VRGf7mxfs30GlZ3r2VTdQ/s320/007.jpg" width="320" /></a></div>
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ha come nome in codice la sigla"007", dove il doppio zero iniziale indicherebbe quegli agenti cui é stata data "licenza di uccidere", cioè che nel corso delle loro missioni, nell'ambito dei doveri istituzionali, sono autorizzati, se richiesto, a compiere degli omicidi.
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Anche l'Italia, come tutte le nazioni, ha i propri servizi di <i>intelligence</i>; ma nell'Italia repubblicana non é ammesso ufficialmente che gli agenti possano eseguire degli omicidi (al di fuori, ovviamente, di scontri a fuoco o di situazioni in cui, minacciati, debbano reagire). Ma ciò non vuol dire che non sia mai accaduto; e le stragi operate nel corso della c.d "strategia della tensione" lo dimostrano ampiamente. L'impossibilità di operare istituzionalmente in tal senso fece sì che i Servizi, allo scopo di portare a compimento certe operazioni, si avvalessero di esecutori materiali, reclutati tra le organizzazioni politiche estremiste o la malavita organizzata. Una tale forma di "collaborazione" non può che nascere da stretti contatti tra le organizzazioni, quella statale e quella clandestina, condizione che essendo illegale e posta in essere per fini illeciti ha prodotto il concetto di "servizi segreti deviati", che, cioè, non perseguissero fini ed interessi dello Stato, dal quale dipendevano.
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Tuttavia, al di là di tali situazioni, molte delle quali ben conosciute in quanto oggetto di procedimenti giudiziari ed inchieste parlamentari, esistono degli altri aspetti, mai emersi chiaramente, ma spesso solo intravisti, per cui altre organizzazioni, segrete allo stesso Stato, sono state create ed hanno vissuto nella clandestinità proprio per aggirare le limitazioni istituzionali quando non addirittura l'impossibilità di ottenere una "Licenza di uccidere". Tali organizzazioni parallele, la cui esistenza ha notevolmente contribuito, insieme alle sirtuazioni sopra citate, alla creazione del concetto di "servizio deviato", hanno affiancato servizi le cui azioni già erano, di per sé, sconosciute come tipologia allo Stato (come ad esempio le "squadrette" dell'Ufficio Affari Riservati), o vivevano ed agivano nella più totale clandestinità, e la scoperta della loro esistenza é avvenuta in maniera del tutto casuale (come fu per il cosiddetto "Noto Servizio" o "Anello", ambedue denominazioni giornalistiche per designare una squadra "fluida" che in realtà non aveva un nome, né componenti fissi).
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Simili squadre condividevano (condividono ancor oggi?) un denominatore comune, che é quello di non possedere riferimenti, né lasciare tracce di tipo documentale. L'esistenza del "Noto Servizio", ad esempio, venne "scoperta" per caso da Aldo Giannuli in quanto egli venne in possesso di un fascicolo, rinvenuto nel 1996, che con ogni probabilità sarebbe dovuto andare distrutto, ed in maniera assolutamente casuale scampò alla distruzione. Ma per un solo fascicolo salvatosi miracolosamente, migliaia ne sono stati distrutti; così, alla fine, gran parte delle scarne informazioni che abbiamo su tali attività provengono da testimonianze da parte di collaboratori di giustizia che spesso parlano "per sentito dire", senza alcuna garanzia sull'affidabilità delle fonti, oppure da inquisiti appartenenti all'apparato statale i quali, un pò mostrando reticenza ed un po' trincerandosi dietro il "Segreto di Stato", si sono espressi con allusioni più che con vere testimonianze, lasciando tale situazioni in un ambito fumoso, nei quali i contorni di personaggi ed azioni si distinguono appena.
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A ciò, in Italia si aggiunse anche una condizione affatto peculiare, derivante dal fatto che lo Stato Italiano visse prima una monarchia, poi una dittatura avallata dal regime monarchico vigente, ed infine una forma di guerra civile, condotta con l'appoggio determinante di stati esteri, al termine della quale il popolo italiano, lo stesso popolo italiano che aveva inneggiato alla monarchia ed alla dittatura, visse la "Liberazione" rovesciando il regime e "liberandosi" quindi da sé stesso. Quindi così come prima della "Liberazione" due anime (gli assenzienti ed i dissidenti) dovevano convivere, la medesima situazione a parti invertite si é ripropose dopo tale liberazione; e ciò perché, eliminati gli esponenti "indifendibili" del precedente regime, gli altri dovettero adeguarsi per continuare a vivere, dissenzienti ma indisturbati, nel regime repubblicano.
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A ciò si aggiunse un'ulteriore complicazione. In generale, ogni servizio di <i>intelligence</i> ha dei target prioritari. In teoria, il servizio dovrebbe contribuire a difendere la nazione tutta, in pace ed in guerra, da qualsivoglia condizione che possa mettere in pericolo lo Stato ed il suo governo. Ma, nella pratica, vi sono stati sempre dei pericoli percepiti come maggiori, degli obiettivi principali per colpire i quali i servizi di intelligence sono strutturati; vengono resi funzionali innanzitutto alla lotta contro tali pericoli, per colpire più efficacemente il target. Questa condizione non é solo italiana. Ad esempio, in tempi di Guerra Fredda la CIA aveva guadagnato competenze straordinarie nel progettare e realizzare qualunque azione finalizzata ad introdursi o infiltrarsi nei paesi dell'URSS. All'infuori di ciò, e dell'organizzazione di qualche "golpe", praticamente non si faceva altro. Alla dissoluzione dell'URSS, venuta meno l'esigenza di avere una gran quantità di personale abilissimo nel saper fare questo, ma <i><b>solo</b></i> questo, conseguì fatalmente un ridimensionamento notevole dell'Agenzia. Cambiato il target, l'Agenzia doveva essere rinnovata; così alcuni vennero mandati via, mentre altri furono costretti a riciclarsi, acquisendo nuove capacità.
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In Italia invece, il riciclaggio dovette avvenire con modalità affatto diverse; cosa che in realtà non sorprende, considerata l'evidente differenza negli accadimenti. In particolare. poiché il cambiamento di target avvenne per motivi interni (la liberazione) e non esterni come nel caso della CIA (l'autoeliminazione del nemico), e poiché in tale processo di cambiamento era comunque implicato il mantenimento, a parti invertite, del dualismo assenziente/dissenziente, il processo fu ben più complesso. E la complessità venne accentuata dall'esistenza, direttamente discendente dal concetto di "Liberazione da sé stessi", di una forma di paradosso insanabile: chi era il "patriota"? L'assenziente o il dissenziente? L'oppressore o il liberatore? Chi aveva difeso l'Italia, e contro chi? Ma, soprattutto, <i><b>quale</b></i> Italia?
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Il paradosso fu risolto da coloro che costituivano la struttura portante della "Liberazione": gli americani. Mentre durante il Fascismo il criterio che consentiva di individuare il nemico era chiaro, così non era nella nebulosa situazione che si era venuta a determinare con la Liberazione; così, per trovare la strada nella nebbia, il nuovo nemico degli italiani lo indicarono gli stessi americani: il Comunismo. Tanto più che era il loro stesso nemico.
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Però mentre teorizzare sul nemico é facile, mettere in pratica le indicazioni si rivelò più complesso. Vediamo, in grandi linee, il perché.
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Individuare i nemici del regime fascista era immediato: gli antifascisti. Questo é un concetto semplicissimo da comprendere: se io sono io, e qualcuno é anti-me, quel qualcuno é mio nemico. Ed il regime fascista aveva risolto questo problema creando, nell'ambito delle "leggi fascistissime" la Polizia Politica (che, con titanico sforzo di fantasia aveva chiamato PolPol), e quindi l'ispettorato che l'avrebbe controllata, l'OVRA (che, anche ricorrendo ad un titanico sforzo di fantasia non é mai stato chiaro cosa volesse dire di preciso). L'OVRA si affiancava così ad un Servizio Segreto militare ufficiale, già esistente il SIM, la cui genesi affondava le sue radici nel 1900.
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L'OVRA nel corso degli anni avrebbe creato un metodo di lavoro sostenuto da una fitta rete di informatori; e metodo ed informatori vennero trasferiti integralmente (o quasi) alla Repubblica di Salò.
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Gli informatori, o meglio alcuni di essi stavano su un "libro paga", venivano cioè retribuiti; dopo la Liberazione, però, venne chiesto di rendere pubblici i loro nomi. Così, venne pubblicato come "supplemento ordinario" alla Gazzetta Ufficale nr 145 del 2 luglio 1946 un elenco di 622 nomi che avevano "avuto rapporti con l'OVRA" (elenco peraltro criticato perché ritenuto troppo parziale); come é possibile vedere
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ3YWtNcGlngBvzqHRtASwVjT4MsnCvEXkevXhcJUQv9R1Wscogjb42FGNVVTTCxVExHltPursuNRrKAIuU72fx1b9skpOGwLdMo5jRPbPH5rIDyYlmV_kTUTQ84K5RFJAftmb6SVy9p86iH6QSrrA1cxyjDTBa7TvuPIAnHqfPNMHq9coKaeQmScg/s1024/elenco%20OVRA.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="420" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ3YWtNcGlngBvzqHRtASwVjT4MsnCvEXkevXhcJUQv9R1Wscogjb42FGNVVTTCxVExHltPursuNRrKAIuU72fx1b9skpOGwLdMo5jRPbPH5rIDyYlmV_kTUTQ84K5RFJAftmb6SVy9p86iH6QSrrA1cxyjDTBa7TvuPIAnHqfPNMHq9coKaeQmScg/s320/elenco%20OVRA.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
gran parte dei nomi sono identificati anche da uno pseudonimo, o alias, o soprannome (oggi si direbbe "nickname", ma la sostanza non cambia) e dal lavoro svolto. Lo pseudonimo serviva essenzialmente per individuarli all'interno dei documenti, ma senza identificarli; ciò avveniva anche nell'ambito dei libri paga, ed esattamente lo stesso sarebbe continuato ad avvenire nell'Italia republicana. Qui, ad esempio:
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0UR2E_IvceUbKZcYIW5_tBqRp2ceMwBILjZmE8kk9dyyOr-Tayom2zIQRSC8azbo_r8KogRaijWyY2sjiMUenKoE9usBXGwJY-_lH4cuQjrYHcTDvd-kH7g1WVgEgUEQMRlRCe8Prbz8_ypeBxm1mwsgZlZrC9g_uFYmdzykVFpVdWS_15js-BmSP/s976/confidenti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="882" data-original-width="976" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0UR2E_IvceUbKZcYIW5_tBqRp2ceMwBILjZmE8kk9dyyOr-Tayom2zIQRSC8azbo_r8KogRaijWyY2sjiMUenKoE9usBXGwJY-_lH4cuQjrYHcTDvd-kH7g1WVgEgUEQMRlRCe8Prbz8_ypeBxm1mwsgZlZrC9g_uFYmdzykVFpVdWS_15js-BmSP/s320/confidenti.jpg" width="320" /></a></div>
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vi é un elenco, per così dire, "ufficiale" di fiduciari indicati da uno pseudonimo, con le cifre corrisposte.
I nominativi riportati in questi elenco sono, come é possibile vedere, fiduciari delle Forze dell'Ordine; i fiduciari dei Servizi sarebbero in numero minore (L'U.A.R tra il 1948 ed il 1974, anno del suo scioglimento, ne contava circa 130); ma esisteva una rete, ben più vasta, di Sub-fiduciari, reclutati dai fiduciari stessi. Ciò di fatto rende la rete molto più ampia di quanto non desumibile da documenti.
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Una volta liberata l'Italia, istituita la Repubblica, disciolta l'OVRA e mantunuto il servizio del vecchio regime, e cioè il SIM (nonché una Divisione affari generali e riservati del Ministero dell'Interno), si pose il problema di come continuare a far funzionare questi apparati.
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Chi infatti veniva chiamato a rivestire posizioni di rilievo, anticipando quella che sarebbe divenuta prassi comune nell'Italia Repubblicana, veniva scelto in base a criteri che poco avevano a che vedere con le competenze.
Nel caso del SIM, poi, essendo un Servizio Militare, era gestito fondamentalmente da militari, i quali forse avranno anche saputo fare la guerra (cosa della quale non sarei tanto sicuro), ma poco sapevano di intelligence (cosa della quale invece sarei molto più sicuro).
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Così, per fare il lavoro fu necessario rivolgersi a coloro che il lavoro lo sapevano già fare, e cioè chi aveva lavorato nell'OVRA.
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Tale scelta di "continuità" per così dire, non fu infrequente nel secondo dopoguerra, in quasi tutti gli Enti deputati ad attività e servizi istituzionali; in fondo, fu ciò che successe con ECLS ed ERAS, la cui <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2015/03/la-via-dei-borghi36-la-settima-fase-dei.html" target="_blank">storia puoi leggere nei post sui borghi rurali</a>. Ma qui, a causa della peculiarità del tipo di servizio implicato, la questione non fu altrettanto lineare; una cosa é occuparsi di agricoltura, ed un'altra di politica.
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Così, personaggi e metodi dell'OVRA transitarono integralmente nei Servizi repubblicani, continuando ad avvalersi di quei fiduciari i cui nomi, per fortuna, non comparivano nella G.U. del 2 luglio 1946.
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Non appena molti esponenti ex-OVRA ebbero popolato i nuovi servizi, portandosi dietro la loro rete, e gli americani ebbero indicato il nuovo nemico da combattere (cioè, i comunisti, cosa che i fascisti facevano già da prima senza la necessità di suggerimenti) si venne a creare una ben strana situazione: i "liberatori" del popolo oppresso dai nemici della democrazia, e cioè i fascisti, e che li avevano combattuti a fianco dei comunisti, indicavano adesso proprio i comunisti come nemici della democrazia, e non rimaneva quindi che chiamare i fascisti a combatterli. Una ben strana "liberazione".
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Come risolvere il dilemma? Sempre, seguendo i dettami dell'italico costume, avvalendosi di quel mirabile strumento nell'uso del quale gli italiani sono maestri: il compromesso.
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Così, avrebbero avuto accesso ai posti di comando (e sottocomando) nei Servizi coloro che erano sì stati fascisti, ma non troppo; i troppo fascisti sarebbero stati lasciati fuori, da questo e consequenzialmente anche da altro. Ovviamente non esistevano parametri rigorosi per distinguere chi fosse "troppo" fascista da chi invece lo fosse "poco"; ognuno raccontava la sua storia. E veniva creduto sulla parola; fin quando, almeno, non fosse intervenuto qualcun altro a smentirlo.
Cioè, il criterio era "poco fascista, fascista pentito o addirittura quasi comunista, fino a prova contraria"; invece "comunista a tutti gli effetti" certamento no, considerato che il Comunismo era il nemico.
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Ma cosa avrebbe potuto definire inequivocabilmente un "quasi comunista", un "Liberatore non comunista"? Evidentemente, un partigiano non comunista, un "partigiano bianco". Essere "partigiano bianco ex-fascista" era perfetto per questo ruolo, una garanzia; ancor meglio "partigiano bianco ex OVRA", anche se questa era merce molto difficile da reperire. Ma, d'altra parte, "essere ex OVRA" era qualcosa funzionale a far parte solo dei Servizi; a che servivano le competenze dell'OVRA se si aveva in mente di fare altro? Ma se questo "altro" da fare significava scalare il potere, l'essere "partigiano bianco" o almeno "fascista pentito" era imprescindibile.
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Ma occorre considerare che chi aveva rivestito posizioni di rilievo al tempo del regime fascista, di tipo politico, economico, burocratico, anche se non aveva competenza da OVRA, ne aveva altre che sarebbero risultate altrettanto indispensabili in altri campi. Per altre scalate. Cioè, la condizione di competenze acquisite, con i relativi agganci, applicabile agli ex OVRA per i Servizi, si applicava anche ad altri "ex" in altri campi; come, per l'appunto, nell'<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2015/03/la-via-dei-borghi36-la-settima-fase-dei.html" target="_blank">esempio portato prima degli Enti per la gestione delle riforme agrarie</a>
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Così, i portoni e le parte dei palazzi del potere tornarono a rivedere le stesse facce che avevano visto nei decenni precedenti, solo che al di sotto della faccia anziché una camicia nera, si potevano vedere camicie di qualsiasi altro colore; l'importante era che non fossero rosse. Certo, se si fosse scoperto che un fascista pentito, partigiano bianco, quasi comunista fosse stato in realtà un criminale di guerra nazifascista, il sedicente quasi comunista si sarebbe trovato a degustare quelli che eufemisticamente si chiamano "cavoli amari"; ciò infatti sarebbe stato considerato intollerabile da tutto l'<i>establishment</i>, americani in primis.
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Questo pertanto, era il panorama generale della condizione istituzionale nel periodo del tardo, secondo dopoguerra. Né più né meno che il periodo nel quale avvenne il <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-castelletti-di.html" target="_blank">delitto di Castelletti di Signa</a>.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSz3YpC_FMeJBc64J19zgu6zQj70HkhOkwo3U1_lsCa0sjPNGIxjHL3NGcNMegCaXWWuhNAq8O6-yp7aUR0EZWiA7coySthtly-xvrJktjvnoiTVf-hBxauR3-3c8NVF-gDEfJndWnhf_3lGQjFruANNLdzcnTRg72xWMbUo9Wz-vaMG8yj-bKOtv5/s1024/castelletti.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="562" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSz3YpC_FMeJBc64J19zgu6zQj70HkhOkwo3U1_lsCa0sjPNGIxjHL3NGcNMegCaXWWuhNAq8O6-yp7aUR0EZWiA7coySthtly-xvrJktjvnoiTVf-hBxauR3-3c8NVF-gDEfJndWnhf_3lGQjFruANNLdzcnTRg72xWMbUo9Wz-vaMG8yj-bKOtv5/s320/castelletti.jpg" width="320" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-42396643228342087092022-07-24T11:53:00.009+02:002022-10-30T17:59:35.758+01:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: POST Post Scriptum<br />
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<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Once upon a time a man painted half his car white and the other half black.
His friends asked him why he did such a strange thing. He replied: ‘Because it
is such fun, whenever I have an accident, to hear the witnesses in court
contradict each other.’
</blockquote></i>
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<div style="text-align: right;"><i>Edward De Bono</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-Mw_R5FnQFqgFIDOmxfwu9xyY2Mc1AuBhbk4TOYH1Lp8u3rA5tXBREzc9OWJ_I9BGTy-H2muwaqCglTTkKIB-re9EOLiTLE07HXCzqeZnyHvhsXB1usBYJgZytEFC1iWVJ3IPBb_ZujAU0R26y6YR6bPulQ6kPBEk7N0skiSiK-aWDlauPb_21htk/s1024/newintro.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="488" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-Mw_R5FnQFqgFIDOmxfwu9xyY2Mc1AuBhbk4TOYH1Lp8u3rA5tXBREzc9OWJ_I9BGTy-H2muwaqCglTTkKIB-re9EOLiTLE07HXCzqeZnyHvhsXB1usBYJgZytEFC1iWVJ3IPBb_ZujAU0R26y6YR6bPulQ6kPBEk7N0skiSiK-aWDlauPb_21htk/s320/newintro.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Raramente, Lettore, mi accade di salire su un traghetto. L'ultima volta é accaduto circa due mesi fa. Il traghetto era fermo in banchina, ed io stavo seduto sul ponte, guardando in direzione della diga foranea, che si trovava proprio di fronte a me, ad una distanza di meno di un chilometro. Improvvisamente, la diga foranea cominciò a spostarsi verso destra. Era chiaramente un'illusione; in realtà il traghetto aveva iniziato a muoversi verso sinistra, e lo aveva fatto senza il benché minimo incremento di vibrazioni o di rumore. Nessuna alterazione era percepibile con i sensi, all'infuori dell'apparente spostamento della diga. <br />
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Realizzare come stessero effettivamente le cose fu questione di una frazione di secondo; ma in quella frazione di secondo, l'illusione di movimento della diga fu tanto realistica da farla sembrare reale.
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Questa "illusione", ed il concetto che essa sottende, portò la mia mente ad alcune riflessioni riguardo all'illusionismo in generale e, per analogia con ciò che avevo appena vissuto, ed in particolare il numero che l'illusionista David Copperfield (al secolo David Seth Kotkin) condusse nel 1983, e che consisteva nella sparizione della Statua della Libertà, al centro della baia di Manhattan.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTIBc4X8wFDDa-fG1-lvMu44wiI-5zWsW1dYI-awHMWIKIWUWf-gfKqIbp0HKIgh7locKu0wlv1FmSdzaCntm3vM2WLVdm1DUDjzdCduyk2Qjf2i81qoRgE9a-6SGFMPp_NnL7R3RxyHt0R4Oqak2aYA_GR5UY7naaUmO6S2FbXEHWGxTKUTV-IZ94/s1024/copperfield.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTIBc4X8wFDDa-fG1-lvMu44wiI-5zWsW1dYI-awHMWIKIWUWf-gfKqIbp0HKIgh7locKu0wlv1FmSdzaCntm3vM2WLVdm1DUDjzdCduyk2Qjf2i81qoRgE9a-6SGFMPp_NnL7R3RxyHt0R4Oqak2aYA_GR5UY7naaUmO6S2FbXEHWGxTKUTV-IZ94/s320/copperfield.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Prima che Claudia Schiffer svelasse al mondo il trucco sul quale il numero era basato, e cioè l'insensibile rotazione della piattaforma sulla quale si trovavano gli spettatori e gli strumenti da ripresa, avevo cercato di immaginare in cosa, in effetti, potesse consistere il trucco. Ero giunto a pensare ad un qualche sistema ottico interposto tra l'osservatore e l'oggetto, che deviasse i raggi luminosi facendo sì che gli spettatori stessero in
realtà guardando da un'altra parte; ma mi trovai a dover scartare questa possibilità, data la complessità tecnica, insormontabile, della sua realizzazione. Era impossibile.
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Certo, era impossibile come l'avevo pensato io; ma il principio, in teoria, era corretto: lo spettatore, quando non vedeva la Statua, stava in realtà guardando in un'altra direzione. Ma nella pratica cercavo di trovare una soluzione a questo problema che era materialmente inattuabile. David Copperfield, avrei scoperto dopo, invece aveva trovato una soluzione ben più semplice, quasi banale, per ottenere lo stesso effetto. E qui sta la differenza tra il ragionamento di una persona comune, e quello di un professionista dell'illusionismo.
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<br />
Perché mai non presi in considerazione ciò che era ovvio e banale, impantanandomi invece nella ricerca di una soluzione impossibile? Dove stava l'elemento psicologico che sfrutta l'illusionista, per cui le spiegazioni di ciò che vediamo sono di realizzazione tanto complessa da essere impossibili, cosicché ciò che vediamo rasenta la "magìa"?
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<br />
Nel caso specifico, tutto dipendeva dall'assunto per il quale era l'oggetto della sparizione che avrebbe dovuto subire qualche forma di manipolazione, non mai l'osservatore. Fu questo a condurmi dal ragionamento teorico corretto (l'osservatore guarda in un'altra direzione e non vede la Statua) a quello pratico impossibile (poiché l'osservatore non si é spostato, e la Statua non può essere stata spostata, il trucco deve stare nel mezzo). <br />
L'inganno sta nell'assumere che quel "poiché l'osservatore non si é spostato" sia certo e verificato; e dove é scritto che l'osservatore non si sia spostato?
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<br />
Questo approccio inusuale alla valutazione degli elementi che compongono un problema, diverso dal pensiero lineare che caratterizza il ragionamento logico tradizionale, é attualmente identificato dall'espressione "pensiero laterale".
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L'espressione "lateral thinking" fu coniata da Edward de Bono, e portata all'attenzione dei lettori nel 1967 con il libro "The use of lateral thinking"; ma fu nel 1985 che raggiunse il grosso pubblico con il libro "Six thinking hats".
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKCCewBYvlKzwSJCv94guGxkiK-Y_yh-mS05jdf1hayblE41GfqFIV3bJXB3vjizfxIQD_XvOQxfIxIKC7ZV3RXnRcbxcogm6Nv-DgWygyBP_TeA9fuWDd_HUf93jg6dfqQL3SFT5LS-elDbSU97OJBcE56cz3I1lumks8NOoJ_Ke2iHSvHVORLJo3/s1024/STHs.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="647" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKCCewBYvlKzwSJCv94guGxkiK-Y_yh-mS05jdf1hayblE41GfqFIV3bJXB3vjizfxIQD_XvOQxfIxIKC7ZV3RXnRcbxcogm6Nv-DgWygyBP_TeA9fuWDd_HUf93jg6dfqQL3SFT5LS-elDbSU97OJBcE56cz3I1lumks8NOoJ_Ke2iHSvHVORLJo3/s320/STHs.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ed era proprio il 1985, o giù di lì, quando era in voga in Italia (e probabilmente anche altrove) una sorta di gioco di società, condotto da un "narratore", che consisteva nel narrare una breve storiella costituita da un prologo ed un epilogo. I giocatori, attraverso domande mirate al narratore, dovevano riuscire a dedurre quale fosse l'antefatto dal quale la storiella aveva avuto origine.
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<br />
Molto più frequentemente, la storiella trattava di un tale che, passando nei pressi di un ristorante, vede pubblicizzata la possibilità di mangiare carne di albatros e per questo, entra nel ristorante e la ordina. L'epilogo era il suicidio del tale all'uscita del ristorante: perché il tizio si era suicidato dopo aver mangiato carne di albatros?
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Dalle mie parti girava un'altra storiella, di gran lunga migliore a mio parere, che vedeva un professore universitario di Medicina, in una città imprecisata, amputare il braccio di un cadavere "fresco" appena giunto in sala settoria; il reperto veniva quindi avvolto in panno, inserito in una valigetta termica, e consegnato ad una persona di fiducia del professore. Questo era il prologo. La persona di fiducia saliva in automobile, e si recava in un'altra, lontana, città. Bussava alla porta di una casa e mostrava, a chi gli aveva aperto, il contenuto della valigetta. Chi aveva aperto la porta si limitava ad annuire in silenzio, ed il messo andava via. Dopo aver ripetuto, con altre sei persone, la medesima procedura, ritornava in istituto dove il braccio veniva riposto insieme al cadavere da cui era stato prelevato.
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<br />
Il "narratore", ruolo che ho svolto parecchie volte, non poneva alcuna limitazione alla natura o alla forma delle domande, ove si escludessero domande dirette riguardo alla soluzione (come ad esempio: "Qual é la soluzione?")
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Questo tipo di enigma ha più di recente assunto la denominazione di "indovinello regressivo", e la sua soluzione prevede un uso preponderante del "pensiero laterale".
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L'impressione che ricavavano i giocatori all'inizio del gioce era che un breve episodio descritto in maniera così vaga avrebbe potuto essere provocato da una miriade di circostanze diversissime; ed anche il narratore, almeno le prime volte in cui svolgeva tale ruolo, temeva di potersi trovare in difficoltà, qualora fosse venuta fuori una soluzione inaspettata, diversa da quella codificata. Procedendo nel gioco, però, ci si accorgeva di come le ipotesi, alla fine, fossero invariabilmente costrette a convergere verso quell'unica soluzione. Ogni possibile diversa ipotesi finiva, prima o poi, per scontrarsi contro la logica; o almeno, contro la totale assenza di motivazioni che la sorreggessero.
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<br />
Riguardo al "Mostro di Firenze", posti di fronte all'evidenza che qualunque tipo di indagine condotta con metodi investigativi tradizionali, in più di mezzo secolo non é stata in grado di cavare un ragno dal buco, forse sarebbe ora di cominciare ad usare metodi alternativi; tanto più che il mezzo secolo trascorso rende sempre più difficile usare i metodi tradizionali e sempre più aleatori i risultati raggiungibili: i reperti si sono deteriorati, molte prove sono andate persi, i testimoni sono deceduti... quindi si continua a pestare l'acqua nel mortaio, leggendo e rileggendo sempre i medesimi rapporti, <i>che rimangono identici a loro stessi</i>. Va da sé che se non puoi cambiare gli elementi che hai a disposizione, di fronte al fallimento non ti resta che cambiare il modo di valutarli.
<br />
<br />
Quindi, la vicenda "Mostro di Firenze" può essere vista come una particolare forma di "indovinello regressivo", di cui Signa costituisca il Prologo, e la serie omicidiaria da Rabatta in poi l'Epilogo. L'antefatto da trovare sarebbe la motivazione dell'evento di Signa, che poi, per ovvi motivi, coinciderebbe con l'origine del "Mostro".
<br />
<br />
Purtroppo, nel caso del MdF manca il "narratore", al quale poter chiedere una verifica delle ipotesi fatte; ma una soluzione, sebbene lunga e tediosa, può venire dal seguire il "cammino" generato dalle diverse ipotesi che riguardano la singola domanda, con modalità analoghe a quelle usate negli algoritmi informatici di "ricerca ad albero". Quando durante il cammino si incespica in una incongruenza, o nell'assenza di motivazioni plausibili di
una condizione o azione, l'ipotesi costituita dalle diramazioni e dal ramo che le ha generate andrebbe abbandonata.
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<br />
E nel caso del "mostro di Firenze" ve ne sono parecchie. Prendiamo in considerazione le prime due elencate su una pagina Web di "fanpage" che la pagina definisce "misteri irrisolti".
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4kOKJu0khaltPpTw1Y8pQKpv6zTlLH0Cl6QJXkZeLDJqS2McQINHDCRoRPWtoaW1OJi682Y2UEwMXPRKCVFWZbkXUcGgcZqVbnAQXgnron-cGA2J8JrIlZxT-bH_dJUdKrD04H--mNFHaINYjTlcdyoymtZCA_wO0eVyvYKIgco-mNUPBL30RqqdE/s1024/fanpage.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="728" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4kOKJu0khaltPpTw1Y8pQKpv6zTlLH0Cl6QJXkZeLDJqS2McQINHDCRoRPWtoaW1OJi682Y2UEwMXPRKCVFWZbkXUcGgcZqVbnAQXgnron-cGA2J8JrIlZxT-bH_dJUdKrD04H--mNFHaINYjTlcdyoymtZCA_wO0eVyvYKIgco-mNUPBL30RqqdE/s320/fanpage.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Per le ultime tre, non vi può essere discussione nell'ambito di questo post; ma per ciò che riguarda le prime due, possiamo declassarle da "mistero irrisolto" a "banale ovvietà" servendoci del "pensiero laterale" applicato all'"indovinello regressivo".
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Vediamo insieme come
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<span style="font-size: medium;">
<i><b>Perché Natalino Mele fu lasciato a casa del De Felice?</b></i>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2R3UP7dhB-Oe1PLm7cTP466XUy8dcxbHTrh567vv3dyv3dv6dkARaNplpB58aMP5ODJtmPl9NOsGRxVDEKC52KQhLFyNKxBStaqtfRwhdBprOOXG32OMta0z4WIh6Z7BLav9tMkMgEylqEvhrk5qezraWxl4gXN7KSzKFdmAbN2Xt5_6QlkkXwwQw/s1024/Natalino2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="368" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2R3UP7dhB-Oe1PLm7cTP466XUy8dcxbHTrh567vv3dyv3dv6dkARaNplpB58aMP5ODJtmPl9NOsGRxVDEKC52KQhLFyNKxBStaqtfRwhdBprOOXG32OMta0z4WIh6Z7BLav9tMkMgEylqEvhrk5qezraWxl4gXN7KSzKFdmAbN2Xt5_6QlkkXwwQw/s320/Natalino2.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Una delle primissime incongruenze (o "mistero irrosolto") in cui ci si imbatte in questa storia é la misteriosa motivazione per la quale il piccolo Natalino Mele venne condotto presso una casa distante due chilometri e mezzo, quando ve ne era una (definita "casolare" nella sentenza Rotella) molto più vicina, ad un decimo della distanza.
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<br />
Quest'ultima si trovava (e si trova tutt'ora) lungo la via Castelletti, a meno di centocinquanta metri in linea d'aria dal luogo del delitto, ed a non più di duecentocinquanta di percorso; percorso tra l'altro molto agevole.
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La condizione, al tempo, era più o meno questa.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWhonawf31c0qUxkaAOxnvXG0BIoiLd_7fwyCZSzLC7DiWzNSJV7GH61z8zfbnSN6qwgqjQWv2v3iK8EG0LdErD4zgbYPzxC1iMo_Ttt-QnYqa90SFJHWTNbOIOWXvNS4fqFooL743k36bIXcLn4Sc9rLHKi_p-UUR8GHKYH-HdR949-k7J1GaYzyz/s1262/aerodetail.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="820" data-original-width="1262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWhonawf31c0qUxkaAOxnvXG0BIoiLd_7fwyCZSzLC7DiWzNSJV7GH61z8zfbnSN6qwgqjQWv2v3iK8EG0LdErD4zgbYPzxC1iMo_Ttt-QnYqa90SFJHWTNbOIOWXvNS4fqFooL743k36bIXcLn4Sc9rLHKi_p-UUR8GHKYH-HdR949-k7J1GaYzyz/s320/aerodetail.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La casa del De Felice, invece, si trovava ad una distanza dieci volte superiore, ed al termine di un percorso molto più accidentato, e reso ancor più disagevole dall'assenza di illuminazione lunare.
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ7QI_IW4IgVskICyr2cST-MmnyxdLWUUcgyTEKyMCfM8ReV5o6Tp9cYN1PesHaUyHBwG0zWe8Hgo9ruZpodozbITIskxHD56h06U4cJYQPdUApZzgzoNlrri7p57_ZIFDQtU2eaZWgLxymG_jhmnUBUh_CLhOOC2QfHpip0cQ2bxW1ubDGKm00DHl/s1024/aerofoto.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="806" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ7QI_IW4IgVskICyr2cST-MmnyxdLWUUcgyTEKyMCfM8ReV5o6Tp9cYN1PesHaUyHBwG0zWe8Hgo9ruZpodozbITIskxHD56h06U4cJYQPdUApZzgzoNlrri7p57_ZIFDQtU2eaZWgLxymG_jhmnUBUh_CLhOOC2QfHpip0cQ2bxW1ubDGKm00DHl/s320/aerofoto.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Quale dovrebbe essere la ragione per la quale Natalino sarebbe stato portato a due chilometri e mezzo di distanza, al buio, lungo un sentiero sterrato interroto da cumuli di detriti, anziché "consegnato" molto più agevolmente all'abitazione nei pressi?
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<br />
Un'opinione diffusa, dichiarata esplicitamente da alcuni, velatamente o allusivamente da altri, vorrebbe che tale comportamento apparentemente assurdo sia stato dettato dalla volontà di lasciare Natalino nelle mani di Silvano Vargiu che all'epoca (verosimilmente) dimorava in una casa che dava sul medesimo piazzale della palazzina ove si trovava l'abitazione del De Felice.
<br />
<br />
E questo sarebbe stato dovuto al fatto che chi aveva accompagnato Natalino avrebbe avuto con lui un legame di sangue (in pratica, ne sarebbe stato il padre), ed avrebbe altresì avuto un forte legame con il Vargiu (cioè, ne sarebbe stato "l'amante"). E tutto ciò punterebbe nella direzione di Salvatore Vinci.
<br />
<br />
Fermo restando il fatto che mai Salvatore Vinci avrebbe dimostrato una particolare attitudine ad essere un padre attento e protettivo (basta leggere le dichiarazioni del figlio Antonio), e che le attitudini sessuali di Salvatore Vinci sono state tanto particolarmente quanto immotivatamente enfatizzate dal colonnello Nunziato Torrisi, (il quale, per qualche sconosciuta ragione, pare esser rimasto estremamente impressionato da fatti assolutamente analoghi a quelli che giornalmente e diffusamente si verificavano in ogni campagna sarda, siciliana, lucana e possibilmente anche toscana), <b>nei fatti</b> Natalino suonò il campanello di casa De Felice, e <b>non</b> si rivolse a Vargiu.
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<br />
Se ricorriamo ad un esempio, possiamo forse valutare meglio la logica che sta dietro alla pretesa per cui Natalino sarebbe giunto lì per venire affidato al Vargiu.
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<br />
Ammettiamo che io debba consegnare qualcosa di veramente importante a qualcuno che abita in un'altra città, tanto importante da stabilire di non poter fidarmi di alcun corriere o spedizionere.
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<br />
Decido allora di mettermi in ferie dal lavoro per recarmi personalmente nella città ove risiede il destinatario dell'importantissimo oggetto. Acquisto due biglietti aerei, andata e ritorno, ed una volta giunto nell'aeroporto della città di destinazione affitto un'automobile per recarmi dall'aeroporto alla casa del destinatario. <br />
<br />
Una volta giunto nei pressi della destinazione, però, mi rendo conto di come siano vigenti, nella zona in cui abita il destinatario, delle restrizioni alla circolazione stradale, per cui solo i residenti possano accedere con l'automobile alla strada nella quale risiede il destinatario.
Allora, cosa faccio? Fermo il primo che passa e che, da residente, ha la possibilità di accedere alla strada... <b><i>e gli chiedo di consegnare l'oggetto al destinatario al posto mio?!? In pratica, avrei impiegato una quantità notevole di risorse personali, per vanificare il risultato, alla fine per una sciocchezza?!?</i></b>
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<br />
Perché chi ritiene plausibile l'ipotesi del Vargiu, sostiene implicitamente questo. Chi ha accompagnato Natalino si é fatto due chilometri e mezzo a piedi, di strada accidentata, al buio, portando a cavalluccio Natalino perché senza scarpe, e arrivato sul posto... <b><i>non si cura neanche di verificare che Natalino prema il pulsante del campanello giusto?!?</i></b>
<br />
<br />
Nella risposta precedente Ti avevo fatto l'esempio degli "indovinelli regressivi" e della logica che consentirebbe di scartare le risposte non corrette alle domande che servono a giungere alla soluzione; ecco, questo é un esempio di come ciò possa avvenire.
Ed infatti, in accordo a quanto prima affermato, la logica del "pensiero laterale" consente di trovare la spiegazione che é l'unica ragionevolmente possibile (confrontate alla miriade di ipotesi irragionevoli possibili):
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<br />
<b>era necessario introdurre un ulteriore intervallo temporale tra l'evento omicidiario e l'allertamento delle forze dell'ordine.</b>
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<br />
Questa é l'unica spiegazione, tanto ragionevole quanto banale, possibile.
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<br />
Quindi la domanda da farsi deve essere riformulata. La domanda non é "Perché Natalino é stato condotto alla casa di De Felice anziché in quella più vicina?", ma diviene: "<b>qual era il motivo che rese necessario ritardare l'intervento delle forze dell'ordine di un'ora o giù di lì? Cosa doveva accadere in quell'intervallo di tempo?</b>"
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<br />
E Ti garantisco, Lettore, che anche alla domanda formulata in questo modo puoi trovare la risposta corretta utilizzando la stessa metodica del "pensiero laterale" applicata all'"indovinello regressivo".
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<br />
Ma passiamo al secondo "mistero irrisolto" di Fanpage
</div>
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<span style="font-size: medium;">
<i><b>L'arma non si é mai trovata</b></i>
</span></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-FSdEo-_a8dfDez5NKqcp-8htTx19Ol4PxrqjPNzA3YkjviQ-yQf0LmmM5W6_U8N5GgTSohI8K1BmqgLk5_80bX_SPWvHYUCbJ9k2OoibnXmq5lf0qsH4f6wYWwywBhOJa-P-tW5RRuoa1vTDk46DhNJFq2wRhVusw0FqsZ1rdLcTLiXBpL9kD-uJ/s1024/arma.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="900" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-FSdEo-_a8dfDez5NKqcp-8htTx19Ol4PxrqjPNzA3YkjviQ-yQf0LmmM5W6_U8N5GgTSohI8K1BmqgLk5_80bX_SPWvHYUCbJ9k2OoibnXmq5lf0qsH4f6wYWwywBhOJa-P-tW5RRuoa1vTDk46DhNJFq2wRhVusw0FqsZ1rdLcTLiXBpL9kD-uJ/s320/arma.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo è un altro dei paradossi di questa vicenda; ma Lettore, il paradosso non sta nel fatto che l'arma non si trovi, ché questo é <b>esattamente</b> ciò che ci si aspetta. Il paradosso sta nel fatto che ci si meravigli di ciò, che lo si consideri un "mistero".
<br />
<br />
Vediamo, in dettaglio, il perché.
<br />
<br />
E' evidente ormai da decenni, dai rapporti di PG, dalle testimonianze, dalle confessioni rese da Stefano Mele e dalla "pista sarda", come Stefano Mele non possa essere stato l'autore del delitto. Non avrebbe avuto né la possibilità, né i mezzi, né la motivazione; secondo la criminologia giallistica mancherebbero "l'occasione, l'arma ed il movente".
<br />
<br />
Qualcun altro ha compiuto il delitto e, confezionando bene un'occasione (meno bene un movente) ha fatto incolpare il Mele. Ma per l'arma é tutt'altra cosa.
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<br />
E' stato ripetuto <i>ad nauseam</i> che le armi usate per commettere un omicidio non passano mai di mano perché dall'arma é possibile risalire al suo possessore. Nel corso di mezzo secolo lo hanno detto gli investigatori, i magistrati, i mostrologi... persino io l'ho scritto <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_76.html" target="_blank">qui</a>. E se <b><i>persino</i></b> un blogger da strapazzo come me é stato in grado di apprendere un tale concetto, possiamo affermare che lo sappiano anche le pietre. E se lo sanno anche le pietre, a maggior ragione lo sapeva benissimo chi agì a Signa.
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<br />
Ora
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<b>SE</b> si doveva far incolpare Stefano Mele, e...
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<b>SE</b> dall'arma sarebbe stato possibile ipotizzare chi fosse il vero colpevole
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<b>NE DISCENDE OVVIAMENTE CHE</b> il ritrovamento dell'arma avrebbe potuto <b>scagionare</b> Stefano Mele
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<br />
e, secondo Te, Lettore, se ci si era data tanta pena per far incriminare Stefano Mele, <b>si sarebbe compromesso tutto ciò facendo ritrovare l'arma?!?</b> Ma é lapalissiano che questo sarebbe stato un errore puerile da parte di un "Mostro" che invece aveva costruito il delitto di Signa per un motivo ben preciso! Se si fosse ritrovata l'arma, il costrutto sarebbe crollato come un castello di carte, <b>nonostante</b> la confessione di Stefano Mele; é concepibile che gente capace di tenere in scacco gli inquirenti per mezzo secolo avrebbe commesso un errore così stupido, come quello di consentire il ritrovamento dell'arma? Messa in una borsa, gettata in un canale, lasciata sul luogo... ma dài! Qui, neanche il "pensiero laterale" é necessario.
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<br />
<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">Proseguendo lungo questa linea, Lettore, si aprirebbero nuovi fonti di ricerca e di interpretazione dei fatti</a>. Ciò però potrebbe conseguire solo a particolari apertura mentale ed amore per la verità, il che nella pratica dovrebbe tradursi in un unico principio: <b>mettere da parte</b>.
<br />
<br />
Mettere da parte preconcetti e pregiudizi, e mettere da parte interessi economici. <br />
<br />
Il primo concetto, come indicato <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">qui</a>, si traduce nel cartesiano "mettere ogni cosa in dubbio, fin dove sia possibile".
<br />
<br />
Il secondo concetto é quello, mettendo da parte ogni forma di modestia, quello che puoi vedere sempre qui, ma in tutto il blog: niente pubblicità, niente richiesta di abbonamenti... fornire delle informazioni per il solo gusto di farlo, riconoscendo al contempo <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/08/il-mostro-di-firenze-introduzione.html" target="_blank">i limiti</a> della propria interpretazione di esse.
<br />
<br />
Perché, Lettore, l'informazione dovrebbe essere libera per tutti. Non é nella gelosa custodia delle informazioni che sta la differenza tra gli individui, ma nell'uso che ognuno di essi é capace di farne. Se Tu dovessi avere delle capacità superiori alle mie, usando le informazioni meglio di me, il fatto che io le tenga per me priva la collettività di un potenziale vantaggio.
<br />
<br />
Devo dire, Lettore, che per quel che riguarda la vicenda MdF, vi sono molti siti Web che mettono a disposizione moltissime informazioni, e senza chiedere nulla in cambio; ma "fino ad un certo punto". Forse sarebbe ora di eliminare il limite costituito da questo "certo punto"; e questo vale anche e <b>soprattutto</b>, per il procuratore Luca Turco
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiynbbbz5Xi7Rkab02Z3ExUb39uKyTLP_enFk0LRFh6o8ukSESSRQdmu8amt2uNsant07X3CD3Tkh6li2jAGMxy35oTyP48yvawWzrq5c32v_DyH8elOjDMbbnS0bVgIPU-z-vM2R5NSnui1nrBVNG9YEt3H4FGgx7qc8FIbDr4_PBkM-EoNYBQhmKZ/s1024/end_2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiynbbbz5Xi7Rkab02Z3ExUb39uKyTLP_enFk0LRFh6o8ukSESSRQdmu8amt2uNsant07X3CD3Tkh6li2jAGMxy35oTyP48yvawWzrq5c32v_DyH8elOjDMbbnS0bVgIPU-z-vM2R5NSnui1nrBVNG9YEt3H4FGgx7qc8FIbDr4_PBkM-EoNYBQhmKZ/s320/end_2.jpg" width="320" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-79106291963858049602022-07-09T19:04:00.024+02:002023-09-19T15:24:51.956+02:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: Post Scriptum<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>I gotta admit that I'm a little bit confused.
Sometimes it seems to me as if I'm just being used.
Gotta stay awake, gotta try and shake off this creeping malaise.
If I don't stand my own ground, how can I find my way out of this
maze? </blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Pink Floyd</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU6YZ7FoPx7A9jCwNjFy-T2XYnsyGPyV_nIrrgx8pmFA63rlL7x9vbH2NVwBy5IKwKYYCJnqHA9OgmNiUTtIG0d1ngorLo31BOpKYK1zfzQbbsjUPbovpywUwbnTy_9bWaLcEX3CvTuv8xY0NITkMuh0X7W3zNftBuaCGJVxmARBj4IQg6io6PTfhy/s1024/intro6.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="962" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU6YZ7FoPx7A9jCwNjFy-T2XYnsyGPyV_nIrrgx8pmFA63rlL7x9vbH2NVwBy5IKwKYYCJnqHA9OgmNiUTtIG0d1ngorLo31BOpKYK1zfzQbbsjUPbovpywUwbnTy_9bWaLcEX3CvTuv8xY0NITkMuh0X7W3zNftBuaCGJVxmARBj4IQg6io6PTfhy/s320/intro6.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Sebbene questo post possa apparire come la malcelata intenzione di continuare la serie di <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">post sul "Mostro di Firenze"</a> (cosa che, se non in altro, almeno nei comportamenti mi assimilerebbe ad un "mostrologo"), in realtà esso costituisce solo un ulteriore tentativo di dimostrare come la valutazione dei "fatti" possa risentire pesantemente dei pregiudizi (che sono "opinioni"), e non il contrario, come dovrebbe essere, e cioè che i giudizi non vengano formulati a priori (<b><i>pre</i></b>-giudizi) ma seguano una logica basata sui fatti. Ovviamente, non vi é alcuna garanzia che un ragionamento logicamente corretto, basato sui fatti, conduca a conclusioni altrettanto corrette; ma indubbiamente se vi é qualche possibilità di giungere vicini alla verità, o addirittura di sfiorarla, é più probabile che ciò avvenga seguendo ragionamenti corretti.
<br />
<br />
I ragionamenti logicamente corretti infatti, in assenza di un numero sufficiente di prove o di dati, restano ipotesi, e presentano comunque delle aree di incertezza, delle falle, delle soluzioni di continuo, che vanno colmati con, appunto, la sola logica; ma la logica non sempre é univoca, e diversi tipi di "Logica" possono prestarsi a fare da <i>trait d'union</i> in corrispondenza delle soluzioni di continuo.<br />
<br />
La valutazione della validità di una soluzione piuttosto che di un'altra rimane purtroppo soggettiva, e ciò conduce alla formulazioni di diverse ipotesi, tutte possibili, ma più o meno plausibili, anche se, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_24.html" target="_blank">come vedremo</a>, ciò può essere parzialmente ovviato considerando la vicenda del "Mostro di Firenze" alla stregua di un <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_24.html" target="_blank">"indovinello regressivo"</a>.<br />
<br />
Nello specifico caso dell'oggetto di questo post, l'ispirazione é venuta da una sorta di incongruenza apparentemente insanabile (una delle tante, per la verità) che ha fatto la sua comparsa in questa vicenda, e, soprattutto, da come essa sia stata affrontata. Rilevando qualche difficoltà a dirimere le questioni relative, nella fattispecie, alle modalità con i quali si é giunti al recupero del fascicolo relativo a Stefano Mele ed alla sua condanna, ho ricercato e letto quanto ipotizzato da altri.<br />
<br />
La suddetta incongruenza non costituisce certo una novità; già ne "<b>la notte del Cittadino Amico</b>", <i>De Gothia</i> scriveva: <br />
<br />
<i>Sulla nascita della "Pista Sarda" esiste una leggenda ufficiale di cui tutti dubitano, pur continuando a citarla ed a presentarla come realmente accaduta; al contrario esiste una storia, altrettanto ufficiale, di cui tutti paiono dimenticarsi, salvo citarla una volta ogni dieci anni. Questa dicotomia tra storia e leggenda è da ritenersi ormai del tutto insanabile... </i>
<br />
<br />
<i>De Gothia</i>(abbastanza ovviamente, per chi ha letto qualcosa sul "Mostro di Firenze") si riferisce alla leggenda secondo la quale si sarebbe giunti ad individuare il duplice omicidio di Signa come uno dei delitti del "Mostro di Firenze" solo sulla base del prodigioso ricordo del maresciallo Francesco Fiori, che nel 1968 si trovava a Lastra a Signa (sebbene non abbia nemmeno partecipato alle indagini).
<br />
<br />
La storia altettanto ufficiale, invece, tenderebbe ad attribuire ad un anonimo, il "Cittadino Amico", la paternità di una segnalazione che avrebbe messo i Carabinieri sulle tracce dei sardi.
<br />
<br />
Ed esisterebbero almeno altre due segnalazioni anonime che farebbero parte della "storia altrettanto ufficiale" che consisterebbero nella ricezione, alla caserma di Borgo Ognissanti, di un ritaglio di giornale relativo al processo contro Stefano Mele, ed una (o più d'una) lettera anonima il cui destinatario sarebbe stato Silvia Della Monica
<br />
<br />
Nello specifico, però, ciò che mi ha spinto ad una riflessione un po' più approfondita sull'argomento é una serie di post che risalgono a cinque anni addietro, sul blog di uno dei "Mostrologi" più attivi, che si firma con lo pseudonimo di <i>Omar Quatar</i>, e che considera tutte le versioni della "storia altrettanto ufficiale", cioè ritaglio di giornale, Cittadino Amico e lettera anonima.
<br />
<br />
E riguardo a ciò, <i>Omar Quatar</i> propone, sei versioni alternative della dicotomia insanabile, che denomina:
<br />
<br />
1) Ipotesi minimalista (Rotella). <br />
<br />
2) Ipotesi Fiori. <br />
<br />
3) Ipotesi “Cittadino amico” di <i>De Gothia</i>.
<br />
<br />
4) Ipotesi Fiori con aiutino.<br />
<br />
5) Ipotesi rivendicazione (Filastò).<br />
<br />
6) Ipotesi massimalista (depistaggio).<br />
<br />
per i dettagli di ognuna delle quali Ti rimando al suo blog. Ognuna di esse lascerebbe comunque fuori alcuni fatti, o presunti tali. Tra esse, egli ne predilige due, e cioè quelle che definisce "ipotesi Rotella" e "ipotesi Fiori con aiutino", considerando le quali l'invio del ritaglio di giornale o addirittura qualunque segnalazione anonima, sarebbero dicerie, leggende, false informazioni.
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<br />
<br />
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<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Complottisti e creduloni</b></i>
</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Uno di passaggi, nei post di <i>Omar Quatar</i>, che mi sono rimasti particolarmente impressi é il seguente:<br />
<br />
<i>Il G.I. Tricomi, preventivamente allertato dai CC, ha chiesto il fascicolo del processo Mele a Perugia il 17 luglio, ma non l’ha ricevuto, perché le carte se ne sono tornate a Firenze. Se è vero, come deve essere vero, quanto scritto nella requisitoria del PM Mignini, Tricomi richiede il fascicolo a Firenze il 20 luglio e c’è da credere che lo riceva nella stessa giornata, unitamente ai reperti impropriamente spillati al fascicolo <br />
<br />
(Nota.</i> <b>Cadono in un colpo due cavalli di battaglia dei complottisti</b><i>: che il depistaggio è avvenuto a Perugia, città massonica per eccellenza e residenza di un personaggio successivamente coinvolto nell’inchiesta; e che per forza i reperti dovevano essere distrutti, quindi non più esistenti. Tricomi chiede espressamente il corpo di reato, segno indubbio che si aspetta che fosse tuttora disponibile; semmai la sede in cui è stato conservato – spillato al fascicolo anziché nell’apposito ufficio del tribunale – non è quella corretta)</i>.<br />
<br />
Focalizzerei innanzitutto l'attenzione sul termine "complottisti", riportandone la definizione teorica del dizionario Treccani:<br />
<br />
<i>complottista s. m. e f. e agg. Chi o che ritiene che dietro molti accadimenti si nascondano cospirazioni, trame e complotti occulti.</i> <br />
<br />
Ad esempio, un tale viene trovato impiccato sotto ad un ponte. Le indagini portano alla conclusione che il tale si sia suicidato. Qualcuno non vuole credere alla conclusione degli inquirenti, e ritiene che sia un omicidio mascherato da suicidio. Quel qualcuno é un "complottista".<br />
<br />
Oppure, un aereo di linea precipita, e tutti gli occupanti muoiono. Le indagini etichettano il disastro come “incidente aereo”. Qualcuno non vuole credere alla teoria dell’incidente, e ritiene che l'aereo sia stato, in qualche modo, fatto precipitare. Quel qualcuno é un "complottista".<br />
<br />
Nel caso, però, in cui il nome del tale fosse Roberto Calvi, o l'aereo precipitato fosse un DC9 dell'<b><i>ITAVIA</i></b>, si troverebbe poi come i "complottisti" in realtà abbiano semplicemente visto la faccenda per quella che era. Il problema non stava nella loro visione, ma in quella di tutti gli altri; quelli che avevano acriticamente e passivamente accettato le (false) spiegazioni che erano state propinate loro.<br />
<br />
Anche per essi il dizionario Treccani contiene la definizione appropriata<br />
<br />
<i>credulóne s. m. (f. -a) [accr. di credulo]. – Persona che, per troppa ingenuità, è pronta a credere a tutto quanto altri dice o vanta o promette.</i><br />
<br />
Va da sé che, se nel caso di Calvi, della strage di Ustica (o, se é per questo, di tante altre vicende che hanno mostrato risvolti assimilabili) si é appreso di come stessero realmente le cose, ciò non é certo avvenuto per volere degli autori dei crimini. Anzi. Proprio gli autori dei crimini avrebbero cercato di operare in modo che l'opinione diffusa fosse quella dei creduloni e non quella dei complottisti. Se così non é andata, é semplicemente perché, proprio in quei casi, non vi sono riusciti. Ma in tanti altri sì, e non abbiamo modo di saperlo. O, almeno, di provarlo.<br />
<br />
Per cui, nei casi in cui le vicende non siano chiare, limpide ed inequivocabili, probabilmente un atteggiamento cauto rimane quello più corretto. Se non per altro, perché il fatto che qualcuno sia "complottista" può essere poco o tanto verosimile, ma non può essere provato. Il fatto di essere "credulone", invece sì. Il "complottista" può continuare a sostenere le sue tesi fino alla morte, qualunque cosa accada, mentre il "credulone", una volta acclarato che le cose non stavano come gli erano state propinate, cosicché alla fine era il "complottista" ad avere ragione, non può che rassegnarsi.<br />
<br />
Ovviamente, in assenza di prove in un senso o nell'altro, non é dato di conoscere la "verità", se non <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">quella romana</a>.<br />
<br />
E' questo il motivo per il quale, nel tentativo di avvicinarsi alla verità scientifica, dovrebbe solo essere adottato un atteggiamento cautamente possibilista, equidistante dagli estremi; e solo da quella posizione sarebbe conveniente valutare i fatti, lasciandone fuori il minor numero possibile.
</div>
<br />
<br />
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<span style="font-size: medium;">
<b><i>Sanare la "dicotomia insanabile" di </i>De Gothia</b>
</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sembra, così considerando la faccenda, che tutti gli eventi a cui si attribuisce l'imbocco della "pista sarda", non possano essere tutti, contemporaneamente, autentici. Questo si risolve in pratica nella "dicotomia insanabile" che <i>De Gothia</i> menziona nel suo scritto. Dentro di me, però, alla riflessione ha fatto seguito una domanda: davvero la dicotomia é insanabile? <br />
<br />
In altri termini: sarebbe possibile assumere un atteggiamento "di mezzo", né complottista né credulone, che sia compatibile con tutte le versioni fornite, facendo salve le posizioni di tutti, al netto di eventuali errori od omissioni commessi in buona fede? Dopo tutto, poiché <i>in medio stat virtus</i>, potremmo estendere il concetto di "virtus" fino a comprendere quello di "veritas", rinunciando alla pretesa di una verità matematica. Tale rinuncia non sarebbe un compromesso, bensì la posizione del cosiddetto "giusto mezzo".
<br />
<br />
Così, Lettore, ho deciso di provarci, e sottoporTi il risultato dei miei ragionamenti, la cui possibile validità verrà, come sempre, giudicata da Te.
Entrando maggiormente nello specifico, gli aspetti di tale vicenda che non potrebbero essere tutti parallelamente veri sarebbero:<br />
<br />
1) l'indagine é stata indirizzata verso la "pista sarda" da una segnalazione anonima<br />
<br />
2) l'indagine é stata indirizzata verso la "pista sarda" da un ricordo del maresciallo Fiori<br />
<br />
3) la segnalazione anonima é consistita in una lettera inviata alla Della Monica<br />
<br />
4) la segnalazione anonima é consistita in diverse lettere<br />
<br />
5) la segnalazione anonima é consistita in un ritaglio di giornale, andato inspiegabilmente perso<br />
<br />
6) la segnalazione anonima é venuta da un "Cittadino amico" al quale si sono appellati i Carabinieri a mezzo stampa.<br />
<br />
Esse in effetti sembrerebbero incompatibili, ma é effettivamente così?<br />
<br />
Esiste una spiegazione che costituisca un “giusto mezzo” e che consenta a che tutte queste condizioni risultino verificate, cosicché nessuno al riguardo abbia mentito?<br />
<br />
Cerchiamo innanzitutto di definire gli estremi tra i quali dovremmo cercare tale "giusto mezzo", quello "complottista" e quello "credulone"
Sempre rifacendoci a quanto scritto da <i>Omar Quatar</i>, potemmo identificare l’estremo complottista con la posizione di colui per il quale "<i>per forza i reperti dovevano essere distrutti, quindi non più esistenti</i>", mentre "<i>Tricomi chiede espressamente il corpo di reato, segno indubbio che si aspetta che fosse tuttora disponibile</i>". <br />
<br />
L'altro estremo sarebbe invece costituito dalla sequenza "ufficiale" degli eventi, quella fornita dall'autorità precostituita, che nel caso specifico può essere impersonata dal giudice Rotella, per il quale la connessione tra il Mostro di Firenze ed il delitto di Signa con apertura della “pista sarda”sarebbe stata generata dal ”<i>…ricordo del m.llo Fiori, in servizio presso il Comando Gruppo Carabinieri di Firenze, e nel 1968 alle dipendenze della Compagnia di Signa. Egli rammentava al comandante del Reparto Operativo, T. Col. Dell'Amico, che in quell'anno dirigeva il Nucleo Investigativo dello stesso Gruppo, che nel 1968, appunto, era stata uccisa una coppia in Castelletti di Signa a colpi di pistola. L'arma non era mai stata rinvenuta. Un colpevole era stato trovato inpersona del marito della donna uccisa, per quanto se ne sapeva condannato dalla Corte d'Assise di Firenze nel 1970</i>”<br />
<br />
In altri termini, sempre rifacendoci a <i>Omar Quatar</i> , i due estremi sarebbero costituiti, com’è logico che sia, l'uno dall’ipotesi massimalista, per la quale tutto è stato ordito per generare la “pista sarda”, e e l'altro dall'ipotesi minimalista, per cui l’unico evento reale è il ricordo del maresciallo Fiori, ed il resto sono leggende.<br />
<br />
Per allontanarci dagli estremi ed avvicinarci al punto di mezzo, allora:<br />
<br />
<b><u>Da un lato</u></b>, volendo iniziare a prendere le distanze dalla posizione dei "complottisti", notiamo come non sia rigorosamente vero che i reperti vadano sempre distrutti; la distruzione (o l'alienazione, se é per questo) vengono disposti dall'Autorità Giudiziaria allorquando la stessa riconosca che la loro utilità probatoria sia venuta a cessare. Fino a quel momento, essi devono rimanere custoditi presso l'Ufficio Corpi del Reato, ma la custodia deve essere messa in pratica secondo regole ben precise che, per gli oggetti al di sotto di una certa dimensione, consiste nella conservazione in scatole di cartone sigillate ed il cui coperchio sia assicurato da spago sul quale sia apposto un ulteriore sigillo; é, insomma, la modalità che viene ben descritta in "Coniglio il Martedì" e dalla quale non si potrebbe derogare, men che meno affidandone la discrezionalità a qualche impiegato dell'Ufficio, come qualche Mostrologo depositario della Verità avrebbe ipotizzato. Pertanto, se Tricomi avesse avuto una qualche evidenza (anche di natura procedurale) per cui l'ordine di distruzione avrebbe potuto <b><i>non</i></b> essere stato dato, il fatto che chieda i reperti é ciò che ci aspetta; ciò che non ci aspetta é che essi si trovino spillati nel fascicolo, e di ciò il giudice Tricomi non mostra di avere, nella sua richiesta, la benché minima contezza. Di fatto, però, l'anomala modalità di conservazione ha interrotto la "catena di custodia" e ciò fa venire meno il valore probatorio dei reperti. <br />
<br />
Ora, Lettore, se qualcuno non avesse seguito le procedure di <i>checklist</i> su un aeroplano prima del decollo, l'aeroplano precipitasse ed il perito rilevasse che le procedure non sono state seguite, il perito sarebbe "complottista"?<br />
<br />
Se qualcuno avesse un incidente in autostrada, il perito rilevasse che egli non aveva allacciata la cintura di sicurezza ed attribuisse a ciò un possibile maggiore danno degli occupanti il veicolo, il perito sarebbe "complottista"?<br />
<br />
I magistrati che, già prima ed a prescindere dalle risultanze peritali, hanno rilevato che sulla funivia Stresa-Mottarone non erano state seguite le prescritte procedure di sicurezza e manutenzione sono "complottisti"?<br />
<br />
In altri termini, l'importanza del fatto che i proiettili siano stati ritrovati nel fascicolo non consiste nella loro mancata distruzione, ma nella mancata <u><b>conservazione</b></u>.<br />
<br />
Questo rende possibile una facile manipolazione. E’ per questo che esiste una normativa precisa che regola le modalità di applicazione della catena di custodia; se non si fosse ritenuto come ciò sia necessario, nessuna normativa sarebbe mai stata formulata, ed ognuno lascerebbe i reperti dove più gli aggrada, senza timore che qualcuno possa manipolarli e nella certezza che a distanza di tempo essi possano costituire sempre e comunque una prova inoppugnabile. Se invece così non é, la cosa avrà il suo motivo; e questo motivo é la falla che si é venuta a creare nel momento in cui così non é stato per il fascicolo del Mele. Pertanto, vorrei che si comprendesse l'assurdità nel giudicare "complottista" il vedere una possibilità di manipolazione nella mancata applicazione di precise norme legali che regolano le modalità di conservazione dei reperti.<br />
<br />
Con buona pace dei "non-complottisti" o dei "creduloni" che siano.<br />
<br />
<b><u>Dall'altro</u></b>, secondo Rotella il Cittadino Amico, nel caso specifico, non esisterebbe:<br />
<br />
“<i>…possibilità, smentita in maniera assoluta dagli accertamenti, che la notizia del precedente del 1968 fosse stata ottenuta diversamente, per esempio attraverso una confidenza. Analogamente non ha nessun fondamento che sia pervenuto al G.I. dell'epoca (1982) un anonimo, nel quale fosse menzionato in relazione agli omicidi delle coppie, il precedente di Signa.</i>”<br />
<br />
pur tuttavia, esiste sicuramente il trafiletto di giornale con il quale i carabinieri gli richiesero ulteriore collaborazione; sarebbe allora un tentativo di depistaggio condotto dagli stessi Carabinieri?<br />
<br />
Anche nell'intervista che <i>Davide Rossi</i> richiese ad un carabiniere in quiescenza, ai tempi in servizio alla caserma Corsi, il quale asserisce di aver visto il ritaglio di giornale con i propri occhi, lo stesso afferma di non avere idea riguardo a cosa possa riferirsi l'espressione "Cittadino Amico", del quale non avrebbe mai sentito parlare; ma <b>non conoscere l'esistenza</b> di qualcosa non equivale in alcun modo <b>a conoscere la non esistenza</b> di quel qualcosa. <br />
<br />
Il fatto che il carabiniere intervistato non abbia idea di cosa sia un "Cittadino Amico" non può voler dire in alcun modo che esso non esista, tanto più che é stato pubblicato il trafiletto sul giornale.<br />
<br />
Ma a proposito del ritaglio, in tale intervista <i>Davide Rossi</i> chiede esplicitamente, del ritaglio di giornale:
<br />
<br />
<i><span style="color: #2b00fe;">“Lei lo ha visto?”<br />
<br /></span>
<span style="color: red;">“Con i miei occhi”</span></i><br />
<br />
Prendiamo allora in considerazione proprio tale intervista, nella quale il carabiniere in quiescenza che viene intervistato riferisce di aver visto "con i propri occhi" il ritaglio di giornale; riguardo ad essa, si hanno solo tre possibilità, e nessun'altra:<br />
<br />
1) <i>Davide Rossi</i> mente (nessun carabiniere che abbia visto il ritaglio di giornale é mai stato intervistato)<br />
<br />
2) il carabiniere mente (il carabiniere ha effettivamente dichiarato a <i>Davide Rossi</i> di aver visto il ritaglio di giornale con i propri occhi, ma in realtà non vide un bel nulla)<br />
<br />
3) la busta con il ritaglio di giornale arrivò realmente a Borgo Ognissanti<br />
<br />
<i>Quartum non datur</i><br />
<br />
Riguardo alla prima possibilità: perché <i>Davide Rossi</i> avrebbe dovuto mentire? La sua ricerca é stata eseguita per passione, per curiosità professionale; né inventarsi l'arrivo della busta anonima sarebbe stata funzionale alla dimostrazione della sua tesi, né tantomeno egli ha cercato di sfruttare la sua ricostruzione a fini di lucro, cosicché gli servisse una sorta di <i>scoop</i>. Fare qualcosa per il piacere di farlo, ma barare persino con sé stessi mentre la si fa, sarebbe un atteggiamento tanto assurdo che mi sentirei davvero "complottista" se pensassi che egli abbia potuto deliberatamente inventarsi tutto.<br />
<br />
Un discorso assolutamente analogo varrebbe per la seconda possibilità. <i>Davide Rossi</i> giunge al carabiniere in congedo attraverso dei canali che non vuole rendere espliciti. Il carabiniere non vuole che si faccia il suo nome, né alcun riferimento che possa valere ad identificarlo; perché dovrebbe inventarsi un episodio simile? Anche e soprattutto qui io vedrei un "complotto" <i>se supponessi che mente</i>, senza alcuna motivazione logica.<br />
<br />
Non resta che la terza possibilità.<br />
<br />
Mettendola in questi, semplici, termini, ma supponendo che lo sviluppo della vicenda sia quella che ci é sempre stata proposta, ciò che viene prospettato presterebbe comunque il fianco a delle critiche, le stesse, identiche, critiche che valgono se si voglia dubitare della veridicità dei contenuti dell'intervista rilasciata a <i>Davide Rossi</i>: <b><i>allora sarebbero gli altri a mentire?</i></b> Il maresciallo Fiori, l'appuntato Piattelli, il giudice Rotella, il giornalista Sgherri...e perché dovrebbero farlo?<br />
<br />
</div>
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Cronologia vs. successione temporale</b></i>
</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se, in premessa mi sono proposto di assumere un atteggiamento di cauto equilibrio tra le varie posizioni, che dia il beneficio della buona fede a tutti, devo trovare una possibile spiegazione al fatto che, fatte salve le necessità investigative (ad es. non svelare le fonti), nessuno abbia mentito, se non marginalmente ed in buona fede, a causa di un ricordo magari non più così vivido. D'altra parte, la spiegazione deve essere coerente con i fatti, dove con "fatti" non possiamo riferirci a prove documentali dirette, ma dovremmo evitare di presumere arbitrariamente ciò che non viene dichiarato.<br />
<br />
Ad esempio, ritornando sempre ad Omar Quatar, egli afferma: <br />
<br />
<i>Detto questo, possiamo anche fare un’ipotesi sul contenuto dell’anonimo; che non indicava nomi di possibili colpevoli (è pur vero che le indagini del 1982 si concentrarono subito su Francesco Vinci, ma riguardando gli atti il nome balzava comunque agli occhi senza bisogno di suggerimenti espliciti), ma affermava, forse dicendo anche altro che non sappiamo, l’esistenza di un episodio analogo e precedente avvenuto in altra località della provincia.</i> <b>Il fatto che si parlasse di un quinto duplice omicidio aiuta a collocare temporalmente la segnalazione dopo il quarto duplice omicidio fino ad allora noto</b><i>; mentre non sappiamo se l’anonimo arrivò prima o dopo l’avvio della ricerca di precedenti richiesta dalla procura il 3 luglio 1982</i><br />
<br />
In realtà “che si parlasse di un quinto duplice omicidio” non è un fatto: da dove verrebbe fuori tale “fatto”? "Il fatto che si parlasse di un quinto duplice omicidio" é una presunzione arbitraria; sono Tricomi e la Della Monica a parlarne, non é un'informazione che si estrae direttamente dalla segnalazione anonima. Ma noi,senza avere idea dei reali contenuti della segnalazione anonima, non abbiamo modo di saperlo. Se la segnalazione avesse menzionato un "altro" (ulteriore, precdente, quellochevuoiTu) duplice omicidio, questo sarebbe stato "un quarto" dopo Calenzano, per divenire "quinto" solo dopo Baccaiano, "sesto", dopo Giogoli, e così via. Se le comunicazioni di Tricomi e della Della Monica vengono scritte tra le date di Baccaiano e Giogoli, ciò porterebbe il numero totale degli omicidi, fino a quel momento, a "cinque"; ma non vi é alcuna evidenza che ciò si trovasse scritto nella comunicazione anonima, qualunque essa fosse. Pertanto l’affermazione esatta riguardo ai fatti sarebbe, semmai: “<b><i>Il fatto che si parlasse di un quinto duplice omicidio aiuta a collocare temporalmente<u> la richiesta di Silvia Della Monica </u> (</i>e non la comunicazione in sé<i>) dopo il quarto duplice omicidio fino ad allora noto</i></b>”<br />
<br />
Per poter supporre, sempre senza esserne certi, qualcosa riguardo ai contenuti, sarebbe necessario conoscere almeno le date in cui le comunicazioni giunsero.<br />
<br />
Allo stesso modo, ritornando all'intervista di <i>Davide Rossi</i> al carabiniere, la prima domanda da porsi é: se é vero che il carabiniere vide busta e ritaglio di giornale con i propri occhi, <b><i>quando</i></b> ciò sarebbe accaduto? Dice il carabiniere:<br />
<br />
“<i>Era arrivata una busta. Ne arrivavano a centinaia tutti i giorni. Certe cose incredibili… chi denunciava il vicino, chi il collega di lavoro, chi addirittura il fratello… tutti mostri, insomma!</i>”<br />
<br />
Si, ma a quando risalgono questi “giorni”? A che periodo ci si riferisce? Lo stesso <i>Omar Quatar</i> afferma:<br />
<br />
"<i>Di segnalazioni anonime</i><b> dopo Calenzano</b><i>, che segnò lo stabilirsi definitivo del concetto “Mostro di Firenze”, ce ne furono migliaia</i>"; ed anche nella dichiarazione che Tricomi rilasciò a Spezi, si legge, come lo stesso <i>Omar Quatar</i> riporta, che il ritaglio di giornale gli sarebbe stato mostrato: “<i>presumibilmente nell’inverno 1982</i>”...</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAi5YUSD-uXHvTj0BZyzw3mjSo_ZgkgBS7a15G3aOxPxdgHGQ-5am0KAfwWs4hE_AqlI3uJZ-nvYP52HvE9MJXkxsv3ZIQFazmXCd950nEoD-n5FFUQPt12JJAhgKaRX2Rax_jZM9duI0_bX1jbJfhEj-sQhrjqqqyHwF2akyY8yTTj-z7hwkgmgIL/s1024/biglietto%20parz2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="388" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAi5YUSD-uXHvTj0BZyzw3mjSo_ZgkgBS7a15G3aOxPxdgHGQ-5am0KAfwWs4hE_AqlI3uJZ-nvYP52HvE9MJXkxsv3ZIQFazmXCd950nEoD-n5FFUQPt12JJAhgKaRX2Rax_jZM9duI0_bX1jbJfhEj-sQhrjqqqyHwF2akyY8yTTj-z7hwkgmgIL/s320/biglietto%20parz2.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Pertanto, dall'intervista di <i>Davide Rossi</i> si ricaverebbe con certezza (a meno di spudorate ed inutili menzogne da parte di qualcuno) come il ritaglio di giornale sia certamente giunto, sia stato conservato in un cassetto dall'ufficiale superiore comandante di chi lo aveva ricevuto, e di come quest'ultimo non lo avesse più visto.<br />
<br />
Inoltre, sempre Tricomi dichiara come il “maresciallo Fiore” gli avesse chiesto se fosse possibile richiedere gli atti del processo, e lui avesse risposto come sì, certamente lo fosse; ma senza mai affermare che lo avrebbe fatto: “<i> Mi chiese se era possibile acquisire il processo e io</i> <b>lo ritenni del tutto possibile</b>”.<br />
<br />
Detto ciò, elenchiamo i riscontri documentali di cui abbiamo contezza, tutti databili senza incertezze con l’eccezione dell’intervista (la quale rimane però con certezza l’ultima in ordine di tempo):<br />
<br /><br />
- delitto di Baccaiano (19 giugno 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9suP6YB97h2-0jkwgxVARPc5GEpEwC5FdmgsJaUJlOe9NaveFlSwUS9aKbz8CV1Ddw3mg5_1rE_pwNV7l4Zd8g8Ao4aicCXJQPvDepIT5yOIvfYRZfCRhCRjTIAqKCp59mRU1ZfveMbw1igcKZBkb6n5GvijLdCKOwLSh064mZuF4x7r8KLenSPQ7/s1024/baccaiano.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="536" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9suP6YB97h2-0jkwgxVARPc5GEpEwC5FdmgsJaUJlOe9NaveFlSwUS9aKbz8CV1Ddw3mg5_1rE_pwNV7l4Zd8g8Ao4aicCXJQPvDepIT5yOIvfYRZfCRhCRjTIAqKCp59mRU1ZfveMbw1igcKZBkb6n5GvijLdCKOwLSh064mZuF4x7r8KLenSPQ7/s320/baccaiano.jpg" width="320" /></a></div> <br />
<div style="text-align: justify;">
- il trafiletto del Cittadino Amico (20 luglio 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDEbWBlC0ucuUbA6ijxRSiTUpWqeJxfQXB6ZWVFGT4zTOxMu8MK0753Y1zFt06TCmwg_5WJnPonSQNm0sJgCb97tCumdQxsD6FmhivlMlZo33AGVzrp01vt_TXnYlmlE1jkNTPJHEOICI71pvFI7_GAPoCFir9aASCm-y-_07K7C1RDf4ZH5bHtokh/s1024/cittadinoamico.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="554" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDEbWBlC0ucuUbA6ijxRSiTUpWqeJxfQXB6ZWVFGT4zTOxMu8MK0753Y1zFt06TCmwg_5WJnPonSQNm0sJgCb97tCumdQxsD6FmhivlMlZo33AGVzrp01vt_TXnYlmlE1jkNTPJHEOICI71pvFI7_GAPoCFir9aASCm-y-_07K7C1RDf4ZH5bHtokh/s320/cittadinoamico.jpg" /></a></div> <br />
<div style="text-align: justify;">
- la richiesta del fascicolo di Tricomi (17 luglio 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgovnZMrJuqYcFsQABuTeDQW7Yiu_7Pk0uw3cc5CQk-2K3yP04hS30HINJN6h1JaHvZwn5hzp77_isk8anHqZoWe0-cozaXgKqYG-fm2LwkpT2X54O8s-0A6adnguPZoUjatLbIuhlq6C1sNzACtIjWMkoy_TqBYQSZmFMTuye88jXV6CDhblm277Fe/s1024/Richiesta%20Tricomi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="576" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgovnZMrJuqYcFsQABuTeDQW7Yiu_7Pk0uw3cc5CQk-2K3yP04hS30HINJN6h1JaHvZwn5hzp77_isk8anHqZoWe0-cozaXgKqYG-fm2LwkpT2X54O8s-0A6adnguPZoUjatLbIuhlq6C1sNzACtIjWMkoy_TqBYQSZmFMTuye88jXV6CDhblm277Fe/s320/Richiesta%20Tricomi.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">
- la richiesta della Della Monica (20 agosto 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbyjo7LQgeVOoqF7xSr84HMHSuEXvxUnCBLAy1PhlsM_tTBoLJOi-nkoM-eRwO4HMNtmmB0jKmSCbAyCiHyqNtbDYWCsFolTnhFMf3NrzYBiVycD-k9Mi_3qhBCsjtSqPAI1F7xg6DSER45w3WPMYpQdyUwdXhhe8Cyy280toiawHXTNWzORsd7Q7L/s1024/Dalla%20Monica.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="718" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbyjo7LQgeVOoqF7xSr84HMHSuEXvxUnCBLAy1PhlsM_tTBoLJOi-nkoM-eRwO4HMNtmmB0jKmSCbAyCiHyqNtbDYWCsFolTnhFMf3NrzYBiVycD-k9Mi_3qhBCsjtSqPAI1F7xg6DSER45w3WPMYpQdyUwdXhhe8Cyy280toiawHXTNWzORsd7Q7L/s320/Dalla%20Monica.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">
- la richiesta di Tricomi al Tribunale di Palermo (29 ottobre 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivGsmIG-FojRX5XNrt9yvdNE1Q_ZE0xox_MSy44ra8OEA0OEuXEoQpEkFCrArd1fPWm76KAoc4V8cndGlEf4piuM9UXrtKmaWryFJUeBqTbMQls7Dz0LJ-tDORp4ftvTfFnnFYmThFxIiadLSR7M4HO_uXL-NIGiKmZgbKGMzTbHYQ67v6RNpfGPB1/s1024/Tricomi%20ottobre.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="731" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivGsmIG-FojRX5XNrt9yvdNE1Q_ZE0xox_MSy44ra8OEA0OEuXEoQpEkFCrArd1fPWm76KAoc4V8cndGlEf4piuM9UXrtKmaWryFJUeBqTbMQls7Dz0LJ-tDORp4ftvTfFnnFYmThFxIiadLSR7M4HO_uXL-NIGiKmZgbKGMzTbHYQ67v6RNpfGPB1/s320/Tricomi%20ottobre.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">
- l'articolo di Sgherri (7 novembre 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz9OUPZxdl2yN9yLDXWySL9fun3a4VM4uB-oBnvTjdX6LqTzJPJA1XldS0ZUv0OVwSZ1WvKAewZ75EQpu5uhmRVIbFHRnZv3kmn6Rv2cytMUT5wwO6DdJzBo6RTMlOo7jNpJ9ytsqfyE-7_PCezwf495YzyaqNXHmeK_hlhvtQdWBaWk1_5LD36nvY/s1024/Sgherri.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="838" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz9OUPZxdl2yN9yLDXWySL9fun3a4VM4uB-oBnvTjdX6LqTzJPJA1XldS0ZUv0OVwSZ1WvKAewZ75EQpu5uhmRVIbFHRnZv3kmn6Rv2cytMUT5wwO6DdJzBo6RTMlOo7jNpJ9ytsqfyE-7_PCezwf495YzyaqNXHmeK_hlhvtQdWBaWk1_5LD36nvY/s320/Sgherri.jpg" width="320" /></a></div> <br />
<div style="text-align: justify;">
- l'articolo di Franca Selvatici (9 novembre 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBr5dQqTP8NbIOGdJ4Y7U6m4vsJ42Vh54ovSKfkHclCjedv3SudXXQ2cmbd3AE2b0EPlV5bMcqqzKWZbfN5nPA-ZWlwjZvYvxVsii1TIKTtgeA3Bvm0qpk_EWvr0-Wt9oj0Idzo-YS7IELOfTSUljgTJ19iyskMfZrTtggMLFuFDacyn99NXLNOFNo/s1024/selvatici.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="756" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBr5dQqTP8NbIOGdJ4Y7U6m4vsJ42Vh54ovSKfkHclCjedv3SudXXQ2cmbd3AE2b0EPlV5bMcqqzKWZbfN5nPA-ZWlwjZvYvxVsii1TIKTtgeA3Bvm0qpk_EWvr0-Wt9oj0Idzo-YS7IELOfTSUljgTJ19iyskMfZrTtggMLFuFDacyn99NXLNOFNo/s320/selvatici.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">
- la testimonianza del Maresciallo Fiori (28 novembre 1986)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEh5P2PJGUR0q_8zbvKJxhcmPwJZXseofTuCzKNaLFDyzl45OW73X1ZViFs-oBIhz34FPLuTvEgo5hXUrfKjlkl_OZBjkdwFoGzlDWawAoP7kyLmAa0FjvyqY9zMFcPc4cp9MgUxW3uNISAz6qFSPjGaFVGARiBGdE1_Ad3KsJ5MZq5t6jzxsWKjcK/s1024/Maresciallo%20Fiori.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="545" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEh5P2PJGUR0q_8zbvKJxhcmPwJZXseofTuCzKNaLFDyzl45OW73X1ZViFs-oBIhz34FPLuTvEgo5hXUrfKjlkl_OZBjkdwFoGzlDWawAoP7kyLmAa0FjvyqY9zMFcPc4cp9MgUxW3uNISAz6qFSPjGaFVGARiBGdE1_Ad3KsJ5MZq5t6jzxsWKjcK/s320/Maresciallo%20Fiori.jpg" width="320" /></a></div> <br />
<div style="text-align: justify;">
- la sentenza Rotella (13 dicembre 1989)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuV76JtjNyE9alkWzpvjs39DlMXPzH-4IIGDkh3ISWE42jRwyEp_9Js2pKhDhUhuJZB0Vi9-aeZ7qU6EK08BHj7pF6rk5ClDK_V3iuNmhDYJQ4JgGGRmTpr2ZXgkmNaEFZWY1YBGgbRPt2gqy3yzv8LgaZmi4Ankk8bK6vlOXXEQ67L8ljFPbFYDWw/s1078/Rotella.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1078" data-original-width="669" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuV76JtjNyE9alkWzpvjs39DlMXPzH-4IIGDkh3ISWE42jRwyEp_9Js2pKhDhUhuJZB0Vi9-aeZ7qU6EK08BHj7pF6rk5ClDK_V3iuNmhDYJQ4JgGGRmTpr2ZXgkmNaEFZWY1YBGgbRPt2gqy3yzv8LgaZmi4Ankk8bK6vlOXXEQ67L8ljFPbFYDWw/s320/Rotella.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">
- il biglietto di Tricomi (15 gennaio 2002, con riferimento imprecisato all'inverno 1982)
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIoX9HyccqHXhm0ypwVs8KkVEkJ_q_zszAU9Kss6MmPL9YCLGaR_ElB6o9DOw19UdrYnItWz7UMAItvbJ836cA2uBLGYIK1HNUoxHVVn7g-Zxh9GYYXm1wYj5DqkClUMDfaHVd_xSLVgm9iombgsWUX1htHwpgAo_SpWkF8CNEw5QINuwlmE0ELgXQ/s1024/biglietto%20Spezi.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="678" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIoX9HyccqHXhm0ypwVs8KkVEkJ_q_zszAU9Kss6MmPL9YCLGaR_ElB6o9DOw19UdrYnItWz7UMAItvbJ836cA2uBLGYIK1HNUoxHVVn7g-Zxh9GYYXm1wYj5DqkClUMDfaHVd_xSLVgm9iombgsWUX1htHwpgAo_SpWkF8CNEw5QINuwlmE0ELgXQ/s320/biglietto%20Spezi.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">
- l'intervista di <i>Davide Rossi</i>, contenente il fatto che il carabiniere vide il ritaglio, ma nulla sa riguardo al Cittadino Amico (tra il 2019 ed il 2020, ma senza precisi riferimenti ad un periodo)
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGrx6m4a3M7n_A6RhRC2qnDALTSJKUyQK74QIzlJLCEqOduVZOIDgvRnZ_Ccr-RFSUTnAvNpcFlyZx33oOTeSfu4eVKMkpJspyV0Ucvu3nXmqiNE1LtLiHYTmd8boIrQVFVr6ZSlMZuEmgVSwf_zDwSQixnTL7n0lzc5WD7gBKyz_HvjC3IctUqxwM/s1024/intervista.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="508" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGrx6m4a3M7n_A6RhRC2qnDALTSJKUyQK74QIzlJLCEqOduVZOIDgvRnZ_Ccr-RFSUTnAvNpcFlyZx33oOTeSfu4eVKMkpJspyV0Ucvu3nXmqiNE1LtLiHYTmd8boIrQVFVr6ZSlMZuEmgVSwf_zDwSQixnTL7n0lzc5WD7gBKyz_HvjC3IctUqxwM/s320/intervista.jpg" width="320" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Le date si riferiscono ai documenti in sé, e non agli eventi che vi sono menzionati. Le date di questi ultimi non hanno tutti una data, ma ad essi può essere attribuita una collocazione ben precisa nell’ambito di una sequenza temporale, con l'eccezione di tre: il "ricordo" del maresciallo Fiori, l'evento menzionato nel biglietto che Tricomi rilasciò a Spezi, e l'arrivo del ritaglio di giornale alla caserma Corsi.<br /><br />
Ma vi sono due circostanze che vengono riferite e che, anche se non consentono sicuramente la precisa datazione, consentono altrettanto sicuramente di determinarne una <b><i>precisa sequenza</i></b> cronologica.<br />
<br />
Infatti, nell'intervista rilasciata a <i>Davide Rossi</i> dal carabiniere in quiescenza, quest'ultimo dichiara:
</div><br />
<br />
<i><span style="color: red;">“E poi c’era sottolineato a penna, nel testo,dell’articolo, “calibro 22”… e infine un altro dato importante, che ci colpì… ci colpì la competenza, del linguaggio,… cioè, mica tutti sanno cos’è una Corte d’Assise d’appello, no? ”</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">“E quindi capiste che faceva riferimento al Mostro?”<br />
<br /></span>
<span style="color: red;">“Sì! Ma lì per lì non si prese così sul serio. Ma il comandante... no, forse no... un tenente, ci disse di farlo subito presente al Giudice Istruttore. Tutto andava preso in considerazione ed andammo da Tricomi”</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">“Quindi, lei ed il maresciallo andate da Tricomi col ritaglio di giornale...”<br />
<br /></span>
<span style="color: red;">“No, no! Il ritaglio é rimasto al comando. Prima di partire il tenente ci ha mandato dal comandante... o dal vice, non ricordo... lesse il ritaglio e <b>lo mise nel cassetto dicendo che quello restava lì</b>. Avremmo riferito la cosa al giudice, punto e basta”</span></i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi sono contenute tre informazioni interessanti. La prima è come non fosse inequivocabilmente chiaro che il ritaglio di giornale si riferisse al “Mostro di Firenze”, ma sia stato in un certo modo, dedotto. La seconda é che al suo arrivo, l'invio del ritaglio di giornale non fu preso tanto sul serio.<br />
<br />
La terza é che chi avvisò Tricomi nell'immediatezza, lo fece <b><i>senza</i></b> mostrargli il ritaglio di giornale; di conseguenza, l'evento narrato dal carabiniere nell’intervista deve essere necessariamente antecedente all’episodio del quale Tricomi raccontò a Spezi, sottoscrivendolo, ed in cui egli dichiarò di <b><i>aver visto</i></b> il ritaglio. <br />
<br />
Sempre relativamente a tale evento, Tricomi dichiara come l’episodio accadde “presumibilmente nell'inverno del 1982”, quindi <b><i>prima dell'omicidio di Baccaiano</i></b>; se l'evento del ritaglio di giornale fosse stato direttamente connesso, temporalmente, all'omicidio di Baccaiano, é <b><i>estremamente improbabile</i></b> che Tricomi avesse questa incertezza sul periodo. Pertanto, a meno che Tricomi non menta, possiamo assumere che il maresciallo Fiori (o, meglio, Fiore) abbia mostrato il ritaglio di giornale <b><i>dopo</i></b> che Tricomi <b>era già stato informato una prima volta</b>, ma sempre prima dell'omicidio di Baccaiano. Bada bene, Lettore, come il riferimento di Tricomi all'inverno dell'82 non possa comunque essere liquidato come una semplice svista o un errato, sbiadito, ricordo. Nel suo libro "Memorie di un ottantenne", edito nel 2012 Tricomi ribadisce, senza possibilità di dubbio alcuno", come <br />
<br />
“<i>La sera del 22 ottobre arrivò una telefonata dei carabinieri per avvertirmi che nella campagna vicino a Prato era stato commesso un altro duplice omicidio con modalità analoghe ai precedenti. Anche in questo caso la ragazza era stata mutilata con l'asportazione del pube. A questo punto era evidente l'estraneità dello Spalletti</i> [..] <i>Chiesi poi alle questure e ai comandi dei carabinieri in territorio italiano e all'Interpol per l'estero se si fossero mai verificati episodi simili. Non risultò che nel mondo, almeno in tempi recenti, ci fossero duplici omicidi con la particolare mutilazione della donna, ma ugualmente questa richiesta ebbe la conseguenza di imprimere una svolta al processo. Una mattina arrivò infatti un sottufficiale dell'arma dei carabinieri, credo che appartenesse al nucleo investigativo, portandomi un pezzettino di un giornale, nel quale c'era un articolo che parlava della scarcerazione di tale Stefano Mele, dopo avere scontato la pena inflittagli dalla corte d'assise di Firenze di sette anni di reclusione</i> [...] <i>Inoltre l'arma non era stata trovata dagli inquirenti ed era indubbiamente la stessa che aveva ucciso nel 1974 nel giugno e nell'ottobre del 1981. Avevamo finalmente una pista da seguire.</i>"<br />
<br />
Pertanto, Tricomi conferma, a distanza di dieci anni, come il ritaglio di giornale gli sia stato mostrato <b><i>dopo l'omicidio di Calenzano</i>, <u>non</u> <i>dopo quello di Baccaiano</i></b>. E non dice esplicitamente che fu la visione del ritaglio di giornale a determinare la richiesta del fascicolo processuale relativo a Stefano Mele.<br />
<br />
L'incertezza rimane riguardo alla data in cui il maresciallo Fiori e l'appuntato Piattelli discutono del delitto di Signa. Sia dalle dichiarazioni di Fiori e di Piattelli, sia da quelle del colonnello Olinto Dell'Amico sembrerebbe potersi desumere indubbiamente che la discussione tra Fiori e Piattelli avvenne <b><i>dopo</i></b> il delitto di Baccaiano. <br />
<br />
In un'intervista, il luogotenente Fattorini dichiarò di aver avuto conferma direttamente da Piattelli del fatto che vi fu una discussione al riguardo, che vi era disaccordo sull'anno del delitto di Signa, e che nessuno dei due, né Fiori né Piattelli, aveva alcun ricordo dell'arma utilizzata; pertanto, personalmente considererei inattendibili le affermazioni di Olinto Dell'Amico, il quale in un'altra intervista affermò come sicuramente non sia mai arrivata alcuna segnalazione anonima (cosa che sappiamo essere falsa), e che Tricomi contattò innanzitutto il perito di Signa (Innocenzo Zuntini) in seguito all'illuminazione di cui fu oggetto il duo Piattelli-Fiori (cosa a questo punto probabilmente falsa). In altri termini, se qualcuno in questa vicenda mente, é il colonnello Dell'Amico; e questa sembra un'evidenza. Sul perché menta, vale sempre il principio già enunciato in un precedente post: <i>opiniones non fingo</i>.<br />
<br />
Sulle affermazioni, poi, che vedrebbero nella storpiatura del cognome del maresciallo (“Fiore” anziché “Fiori”) la prova di ricordi nebulosi ed imprecisi sulla vicenda, non posso che ripetere quanto ho già affermato in un altro post: sebbene la storpiatura sia certamente possibile, e sia resa anche plausibile dal fatto che il cognome “Fiore” sia molto comune, <b><i>molto più comune</i></b> di “Fiori”, tale condizione rende altresì probabile che un carabiniere “Fiore” possa essere stato in servizio a Borgo Ognissanti, e che quindi “Fiore” e “Fiori” siano due persone diverse. Fin quando verificando l’organico degli effettivi in servizio alla caserma Corsi in quegli anni non venga esclusa l’esistnza di un sottufficiale “Fiore” <b><i>non può, in ugual modo, escludersi che quando si parla di “Fiore” si stia facendo riferimento ad una persona diversa dal maresciallo Francesco Fiori</i></b>.<br />
<br />
Assumiamo comunque che la "rimembranza" sia un evento posteriore all'omicidio di Baccaiano, e sulla base di ciò vediamo di ricostruire una sequenza di eventi che sia plausibile e che veda tutti quanti dire se non "<b>LA</b>" verità, almeno "<b>UNA</b>" verità, per quanto parziale e personale (con l'ovvia eccezione di Olinto Dell'Amico), comprendendo contemporaneamente tutte e sei le ipotesi di <i>Omar Quatar</i>
</div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Ricostruzione della sequenza temporale</b></i>
</span>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nell'inverno del 1982 giunge, a Borgo Ognissanti, una busta contenente un ritaglio di giornale relativo al processo subito da Stefano Mele, con il suggerimento di andare a rivedere il fascicolo del processo Mele in Corte d'Assise d'Appello a Perugia, ed un riferimento all'uso della calibro 22. (<i>Questa equivale a "L'ipotesi depistaggio"di</i> Omar Quatar).<br />
<br />
Chi riceve il biglietto non vi dà molto peso, classificandolo mentalmente tra le centinaia di segnalazioni del periodo, ma lo consegna comunque al (vice)comandante della caserma, il quale, trattenendo il ritaglio di giornale, gli impartisce l'ordine di riferirne al giudice istruttore. <br />
<br />
Il carabiniere, insieme ad un maresciallo, riferisce al giudice Tricomi, ma la cosa non ha alcun seguito.<br />
<br />
La voce gira, ed un indefinito “maresciallo Fiore” si fa carico di sollecitare nuovamente il giudice istruttore, mostrandogli, questa volta il ritaglio, e chiedendogli se sia possibile acquisire la documentazione processuale; Tricomi risponde che sì, é certamente possibile richiedere la documentazione. Ma il fatto che sia “possibile” non vuole significare che verrà realmente fatto; anche stavolta la faccenda muore lì, e così con ogni probabilità il ritaglio, come avveniva per la maggior parte della miriade di comunicazioni anonime che giungevano, va perso.<br />
<br />
Passa qualche tempo, ed accade l'omicidio di Baccaiano; e subito dopo esso giunge la segnalazione del "Cittadino Amico" (per inciso, Lettore, ciò spiegherebbe anche perché il carabiniere intervistato da <i>Davide Rossi</i> non sapeva nulla della faccenda "Cittadino Amico"). Nell'immediatezza, si cerca di sfruttare la fonte, probabilmente nella speranza di recuperare qualcosa di analogo al ritaglio di giornale, e si pubblica il trafiletto. (<i>Questa equivale all'ipotesi "Cittadino Amico"</i>).<br />
<br />
In seguito a ciò, il maresciallo Franceesco Fiori parla con l'appuntato Ugo Piattelli, ed ambedue tentano di ricordare a cosa esattamente potesse fare riferimento la faccenda; si ricordano del ritaglio di giornale che era giunto prima, si rendono conto di come esso fosse in realtà una cosa seria, e non da assimilare alle migliaia di segnalazioni anonime senza fondamento, ed avvertono il colonnello Olinto Dell'Amico. (<i>Qui compare "L'ipotesi Fiori con aiutino"</i>).<br />
<br />
Poiché il ritaglio di giornale é andato perso, Olinto Dell'Amico avverte Tricomi, ma senza fare alcun riferimento al famoso ritaglio che gli era stato mostrato tempo prima; viene così iniziata un'attività di richiesta e recupero dei fascicoli, dalla quale ogni riferimento al ritaglio perso viene prudenzialmente lasciato fuori, e facendo riferimento solo alla memoria prodigiosa del maresciallo Fiori. (<i>Qui siamo a "L'ipotesi Fiori"</i>)<br />
<br />
Mentre ci si si attiva comunque per recuperare il fascicolo Mele, chi sta inviando queste comunicazioni anonime, ritenendo che esse non stiano avendo effetto (magari nei tempi che l’anonimo desidera), invia un'ulteriore comunicazione indirizzata alla Della Monica, della quale alla stessa viene data notizia verbale, ma che probabilmente va accidentalmente (volendo presumere la buona fede di chi l'ha ricevuta) persa come il ritaglio di giornale. Oppure, per evitare imbarazzanti riferimenti al ritaglio di giornale, viene fatta sparire. <br />
<br />
Nel frattempo il fascicolo viene recuperato, ci si accorge dell'identità dell'arma (per reale o fittizia che essa sia) e con essa dell'importanza che le comunicazioni avessero. Le informazioni trapelano, Sgherri scrive il suo articolo, e Tricomi indice la conferenza stampa. (<i>Questa é "L'ipotesi rivendicazione"</i>).<br />
<br />
Ma le informazioni relative alla modalità di nascita della “pista sarda” e alle segnalazioni anonime che vi starebbero dietro girano nell’ambito giornalistico, così anche Franca Selvatici scrive.<br />
<br />
Quando poi il giudice Rotella si adopererà per ricostruire l'andamento dei fatti che avrebbero condotto alla pista sarda, si sottacerà su parte delle comunicazioni ricevute e soprattutto sulla fine che esse abbiano fatto, e si parlerà soprattutto del ricordo del maresciallo Fiori. Da qui quanto scritto nella sentenza Rotella (<i>e finalmente giungiamo anche a “L'ipotesi minimalista” di</i> Omar Quatar)<br />
<br />
EccoTi, Lettore, una sequenza di eventi che mette d'accordo tutti; ma che con ogni probabilità, non piace a nessuno. <br />
<br />
E non piace perché, sebbene risolva il problema dell'insanabile dicotomia di cui parlava De Gothia, ne genera al contempo un altro di dimensioni ben maggiori, invertendo la sequenza temporale tra la prima segnalazione, e l'omicidio di Baccaiano. <br />
<br />
Se infatti secondo le ipotesi classiche, minimalistiche o complottistiche che siano, il "depistaggio" o "l'impistaggio" verso la "Pista sarda" avverrebbe come diretta conseguenza dell’esito insoddisfacente del delitto di Baccaiano e del potenziale rischio ad esso associato, l'inversione temporale potrebbe lasciar supporre che il delitto di Baccaiano sia invece la conseguenza dell'inerzia degli inquirenti dopo l'invio del ritaglio di giornale.<br />
<br />
E da un certo punto di vista, un supporto “preterintenzionale” a tale possibilità sarebbe involontariamente offerto anche dallo stesso <i>Omar Quatar</i> quando scrive:<br />
<br />
<i>In tutte le ipotesi in cui si ammette l’esistenza dell’anonimo, inoltre, occorre segnalare un’altra incredibile combinazione, questa volta a carattere temporale: il 3 luglio viene emanato l’ordine di ricercare precedenti (ma non oltre il 1970), prima del 17 luglio arriva un anonimo che riporta al 1968; il lasso temporale è di meno di due settimane. </i><b>La domanda è se il mittente potesse sapere che la ricerca era in corso, ma con parametri sbagliati.</b><i> E’ pur vero che di segnalazioni anonime ce ne saranno state centinaia, ma guarda caso quella giusta (o che almeno venne ritenuta giusta all'epoca) arrivò proprio quando doveva arrivare</i>.<br />
<br />
Così, il “Mostro di Firenze”, dopo aver inviato un ritaglio di giornale, e non aver avuto riscontri, né suscitato reazioni, si sarebbe affrettato a commettere il delitto di Baccaiano, rapidamente, senza adeguata preparazione, in cattive condizioni, senza accoltellare nessuno a rischio di lasciare qualcuno in vita (come in effetti fu), e con risultati apparentemente deludenti. Ma conseguendo alla fine l’effetto, non ottenuto con il solo invio del ritaglio, di focalizzare, finalmente, l’attenzione su Signa. <br />
<br />
Certo, é un'ipotesi complottistica, inverosimilmenente complottistica. Però Lettore, considerato che ho ormai assunto ufficialmente la posizione del complottista, lasciamela mantenere fino in fondo. Negli scorsi post ho già avanzato, anche se solo per dare sfogo alla mia fantasia, una tanto ardita quanto eretica ipotesi complottistica; ipotesi che comprendeva anche delle indirette "prove circostanziali", consistenti in una mera coincidenza delle date di certi eventi con certi delitti del MdF. Le date non sono state scritte esplicitamente, ma le avrei in qualche modo "nascoste" in uno dei post, ma soltanto per non toglierTi il piacere di una piccola "caccia al tesoro" (ma solo qualora Tu ne avessi voglia, beninteso; non dovessi averne voglia <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2023/06/il-mostro-di-firenze-9-postfazione.html">puoi sempre leggere il solo raccontino</a>, ma senza avere contezza dei passaggi logici che conducono ad esso). Solo il delitto di Baccaiano sembrerebbe non avere riferimenti cronologici riguardo alle possibili motivazioni, e ciò nonostante le sue caratteristiche: azione approssimativa, vittima lasciata in vita, niente ricorso all'arma bianca, preferendo usare i proiettili per spegnere i fari piuttosto che per finire la vittima, telefonate successive... insomma un pasticcio che lascerebbe intravedere una necessità di agire rapidamente, un'impellenza, sacrificando pianificazione e precisione a tale necessità.<br />
<br />
Per certi versi, un atteggiamento inspiegabile; però l'ipotesi complottistica rimetterebbe a posto anche questo. Per non parlare poi dello "Zio Pieto"... </div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAfuI9MzvroZVypG1e_Oj--T0IDtKIEfAWP5808XCirQ5Gdi6btUT-_tpu3XSDpEq3mM2-NLMQQdNymZ5qEi3yzLavES3nm0P27ni6ClJ3ZvSD8shDm1qw_3kg0rhxId5YdECqybt6zLI0_V9LWcYbwRfuLOYV93LRhl2-bL1W9omLwHe2cRFwX7KP/s1024/ending.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAfuI9MzvroZVypG1e_Oj--T0IDtKIEfAWP5808XCirQ5Gdi6btUT-_tpu3XSDpEq3mM2-NLMQQdNymZ5qEi3yzLavES3nm0P27ni6ClJ3ZvSD8shDm1qw_3kg0rhxId5YdECqybt6zLI0_V9LWcYbwRfuLOYV93LRhl2-bL1W9omLwHe2cRFwX7KP/s320/ending.jpg" width="320" /></a></div>
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-53511551778429242932022-02-09T09:52:00.003+01:002022-02-09T10:06:44.656+01:00GUIDA ALLE FALSE GIBSON CINESI 2<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Devo subito dirTi la verità, Lettore: il titolo del post é fuorviante. Nessuna "guida" é contenuta in esso; il titolo mira solo a stabilire una continuità, almeno ideale, con una serie di tre post che scrissi quindici anni orsono.
<br />
<br />
Ed era solo <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2007/04/opere-di-ingegno-3-ovvero-guida-alle.html" target="_blank">l'ultimo dei tre post di quindici anni fa</a> ad evidenziare le differenze estetiche intercorrenti tra le Gibson Les Paul autentiche e le copie cinesi, prendendo a modello la Les Paul Supreme, chitarra non più prodotta, ma che a breve dovrebbe tornare in catalogo, in qualche forma.
<br />
<br />
Da allora, ne é passata di acqua sotto i ponti. E quest'acqua ha trasportato con sé anche molte valutazioni da parte di liutai, supportate quindi da conoscenze specifiche ben maggiori delle mie, nonché falsi moralismi.
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<br />
Le valuazioni dei liutai, nonostante la provenienza da parte professionisti indubbiamente competenti, lasciano il tempo che trovano; e la motivazione di ciò può essere discussa in poche righe.
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<br />
Le copie cinesi sono fatte male, dicono i liutai. Dal punto di vista liuteristico sarà anche vero, dal punto di vista di chi le suona probabilmente no, o almeno non sempre; altrimenti non se ne venderebbero più.<br />
Si venderebbero solo Firefly, Harley Benton ed Epiphone; se invece le copie (repliche, falsi, tarocchi. chiamatele come volete) continuano ad essere prodotte é perché qualcuno le compra.
<br />
<br />
E' la legge della domanda e dell'offerta, che in fondo é una banalità. Non c'é bisogno di immergersi nei testi di economia per verificarla, basta aprire un qualunque mercatino musicale: se qualcuno mette in vendita qualcosa e nessuno la compra, il prezzo viene ribassato. Se qualcuno mette in vendita qualcosa e la vende in minuti, chi mette in vendita successivamente un prodotto analogo chiede di più.
<br />
<br />
E', in pratica, il raggiungimento di un equilibrio naturale, nel quale entra evidentemente anche il reddito del consumatore; e la faccenda ha sempre funzionato così. E' stato il consumismo ad alterare l'equilibrio, introducendo elementi nuovi per pilotare il mercato.
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<br />
Qui passiamo dalle valutazioni liuteristiche ai falsi moralismi, che richiedono un ragionamento un po' più articolato.
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<br />
Se infatti la "società dei consumi" si era limitata a trasformare i beni duraturi in beni di consumo, favorendo il rinnovamento di beni che prima venivano acquistati "per la vita", e riparati fin quando non si poteva fare a meno di cambiarli, il consumismo ha cominciato ad ingenerare falsi bisogni per indurre il consumatore ad acquistare anche ciò di cui non avrebbe avuto la necessità, indebitandosi per farlo.
<br />
<br />
Le pressioni sociali (espletate attraverso diversi canali, non solo la pubblicità) hanno condotto a privilegiare l'apparenza rispetto alla sostanza; ci sono persone che comprano, ad esempio un oggetto tecnologico, e dopo un certo lasso di tempo lo cambiano senza mai aver avuto idea di tutte le caratteristiche e le capacità dell'oggetto. Non ne hanno mai sfruttato nemmeno un decimo delle potenzialità; perché spendere tanti soldi?
<br />
<br />
Alcuni oggetti, riguardo ai quali si bada alla sostanza, hanno un mercato assolutamente refrattario ai falsi. Esiste ad esempio un mercato di false auto sportive, che in alcuni Paesi possono pure venire (re)immatricolate, ma il mercato non decolla.
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Vi sono dei kit per trasformare vecchie Toyota MR2 in Lamborghini, con risultati esteticamente stupefacenti
(la Murciélago bianca é quella "autentica")<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEimLV9SpMnrNOMn39NWRj_PkJLtObNOhYPZU4crNtq8iyj2_pMTtGHby7aYofFZOnFiHPFT6m0YaXWBZqTGk4mORaOO1rzf8FHp0D2cJW73oQghn8rrGa2XzRFx5FHyGY0pujicqKp1LsAuzu3MR14rbncHnDSQlMzoA2fHGQ0x8g7t9H1xpCwPer6O=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEimLV9SpMnrNOMn39NWRj_PkJLtObNOhYPZU4crNtq8iyj2_pMTtGHby7aYofFZOnFiHPFT6m0YaXWBZqTGk4mORaOO1rzf8FHp0D2cJW73oQghn8rrGa2XzRFx5FHyGY0pujicqKp1LsAuzu3MR14rbncHnDSQlMzoA2fHGQ0x8g7t9H1xpCwPer6O=s320" width="320" /></a></div>
<br />
ma il vero appassionato vuole guidare una vera Lamborghini, e se non può permettersela preferisce continuare a guidare la sua vecchia MR2 che certamente gli garantirà un piacere di guida maggiore da originale, e non se appesantita da finte sovrastrutture che la avvicinano alla Lamborghini nella forma ma la allontanano da essa nella sostanza. Un costruttore di supercar realizza autovetture dalle prestazioni e dalla qualità tanto elevate, da non poter mai essere surrogate da un marchio su un cofano, scopiazzato da un cinese qualunque; e sono prestazioni e qualità che interessano l'appassionato, non lo scimmiottamento dell'estetica.
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<br />
Un borsa da donna con una serie di <i>LV</i> dorate su un fondo color melanzana, invece, conserva inalterata la sua funzione a prescindere da chi l'abbia realizzata.
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Se una vera ed una falsa Lamborghini si confrontano su strada o su pista, non c'é storia; se due donne con la borsa marchiata <i>LV</i>, di cui una é vera ed una e falsa, vanno in giro, di solito vince la più carina, non chi ha la borsa autentica.
<br />
<br />
E se é la più carina ad avere la copia, vince su tutti i fronti perché quando la moda consumistica imporrà ad ambedue di relegare la borsa il un armadio perché dèmodè, chi ha la copia avrà gettato via una frazione del denaro.
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<br />
Per cui, molte persone (non necessariamente donne carine, anche uomini brutti) hanno pensato che rivolgersi al mercato delle copie per avere oggetti con le medesime funzionalità e con un aspetto che in qualche modo rispondesse alle pressioni sociali esercitate dal consumismo, risparmiando diversi soldi frutto di duro lavoro, fosse la migliore soluzione per utilizzare un oggetto, fare salve le apparenze, e non rovinarsi.
<br />
E' un effetto collaterale inevitabile del consumismo. Il dialetto siciliano, che é impareggiabile nel sintetizzare condizioni frequenti ma complesse in una sola frase, dice "<i>Cu' mancia fa muddìchi</i>", e cioè "chi mangia lascia briciole": non puoi pretendere di riempirti la pancia senza sporcare un po'. Ed i falsi sono "<i>i muddìchi</i>" del consumismo.
<br />
<br />
Chi "<i>fa muddìchi</i>" trova poi un metodo per asportare le briciole, raccoglierle e buttarle via, come ad esempio quello che si chiama "raccoglibriciole da tavola": Il raccoglibriciole del consumismo é il falso moralismo.
<br />
Così, viene strombazzato a destra e a manca, Lettore, come sia immorale comprare le copie, sottacendo l'immoralità insita nel costruire oggetti "autentici" delocalizzando, pagando i lavoratori quattro soldi, facendosi pagare il marchio, mettendo in atto l'obsolescenza programmata, istigando a comprare con tecniche di persuasione occulte e chiedendo cifre spropositate all'acquirente finale, che probabilmente sentirà il (falso) bisogno di comperare la versione più aggiornata di quell'oggetto del quale non ha ancora finito di pagare le rate alla finanziaria.
<br />
Arricchirsi alle spalle di poveri disgraziati.
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<br />
E qualcuno, non si capisce se per convenienza o incapacità sta al gioco: é vero, é immorale. Chi ha iniziato tutto ciò pensava che i cinesi non fossero persone come tutte le altre, ma fossero dei poveri ingenui; i furbi erano loro.
<br />
Hanno spiegato ai cinesi cosa dovevano fare e come, dando loro due soldi mentre, a braccia incrociate, stavano a guardarli lavorare duramente. Ma una volta che i cinesi hanno imparato cosa dovevano fare e come, l'hanno fatto per loro stessi, chiedendo quattro soldi all'utente finale, anziché i due che gli dava il committente.
O i furbi pensavano che nella Cina dominata dal "grande timoniere", dove chi era ricco poteva permettersi al più una bicicletta, sapessero di orologi Rolex, borse Louis Vuitton e chitarre Gibson?<br /> <br />
Scoperto che i cinesi non erano poi così ingenui, tutto ciò che hanno saputo inventare per tirarsi fuori d'impaccio é stato il moralismo.
<br />
Moralismo che non rende migliore chi ha inventato questo meccanismo; lo rende solo più ipocrita. E fin da piccolo mi é stato insegnato che l'ipocrisia é una brutta cosa.
<br />
<br />
Quindi, il falso moralismo, lasciando intatta l'intera costruzione ed aggiungendo l'ipocrisia, non migliora la situazione nel suo complesso, anzi la peggiora.
<br />
<br />
L'unico modo di migliorare l'intera faccenda sarebbe stato quello di svincolare la società dalla necessità di apparire, ritornando a privilegiare la sostanza. Ma chi muove i suoi interessi su questo piano economico si é ben guardato dal farlo; quindi il mercato delle copie é fiorente, consentendo ancora alle vittime del mercato globale di apparire senza essere, e senza dover togliere il pane di bocca alla famiglia.
<br />
<br />
Ma torniamo al caso specifico delle chitarre. Se guardi articoli, blog, canali YouTube, etc. ti accorgerai di come chi vuole "svelare" ad altri il "segreto" per distinguere le copie da chitarre autentiche, si basa sui particolari estetici.
<br />
Non così é nel caso, summenzionato, delle automobili; questo é l'avvertimento, diretto all'eventuale acquirente, il venditore di questa copia di "Ferrari Enzo"
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhI8qUKnzpz_364lY2EdZEJ_4T89KBQvMBBS7Ry2aqOiZmzw9V0RTC2ziK1OoT3JmOYRm8tNp_PG2erHyNoPt3s0qxmWmi1lrapMB3lSuOSoO49_r6rtqoOP3j3YZfesXYry9kn9D6PgqJvFxA4GZ8mnFR1EtUwYKV8Fmqtag0M5L4ofRC788t2LYZp=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhI8qUKnzpz_364lY2EdZEJ_4T89KBQvMBBS7Ry2aqOiZmzw9V0RTC2ziK1OoT3JmOYRm8tNp_PG2erHyNoPt3s0qxmWmi1lrapMB3lSuOSoO49_r6rtqoOP3j3YZfesXYry9kn9D6PgqJvFxA4GZ8mnFR1EtUwYKV8Fmqtag0M5L4ofRC788t2LYZp=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<i>This is a replica kit car, NOT a $1,000,000 car. It is NOT perfect, it is good for what it is, but please know what you are getting yourself into by purchasing this car. If you have never owned a kit car, come see the car BEFORE bidding please. </i>
<br />
<br />
L'acquirente <b><i>deve</i></b> essere avvertito che la prestazione che ricaverà dall'oggetto non é <b><u>neanche lontanamente paragonabile</u></b> a quella dell'originale; così non fosse la restituzione, con la relativa richiesta di rimborso, sarebbe praticamente immediata.
<br />
<br />
Qualche liutaio entra nei dettagli costruttivi, sempre rilevabili ad un'ispezione più o meno approfondita, ma pur sempre visiva. Nessuno dice mai: "<i>Ecco, io non guardo la chitarra, ma distinguo l'originale dalla copia suonandola o sentendola suonare. La copia si distingue dall'originale per le sue diverse prestazioni</i>".
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<br />
Anche io, nel <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2007/04/opere-di-ingegno-3-ovvero-guida-alle.html" target="_blank">post di quindici anni fa</a>, mi basai sostanzialmente sui medesimi principi: dettagli di tipo estetico.
<br />
<br />
Ma quindici anni non sono passati invano; posto che, una volta che si ha il marchio sulla paletta, l'apparenza é stata salvata, é giunto il momento di occuparsi della sostanza. Quanto, nella sostanza, può essere resa paragonabile una copia all'originale? Può una differenza nell'utilizzo dello strumento essere così determinante da causare la restituzione della copia, chiedendo un rimborso?
<br />
<br />
E fatta salva l'apparenza, soddisfatta tale esigenza sociale, restano, al netto del valore commerciale in caso di rivendita, tre parametri che esprimono la sostanza: estetica (quella importante, data dall'impatto visivo dello strumento), suono e suonabilità. E tutte tre sono suscettibili, in maggiore o minor misura, di miglioramenti lavorando sullo strumento.
<br />
<br />
Però, mentre la suonabilità non può venire comunicata attraverso i <i>mass media</i> se non come parere, estetica e suono possono invece venire mostrati.
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<br />
Ed é questo che ho intenzione di fare qui, Lettore.
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Così, ti voglio presentare queste due chitarrine.
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjHGjYigttHVvtNhIvyKOxu9EaU8lzT6jyJtXDC4HoFgRYp1zj9TNj4e_6VkX9huzV4VmeNb1dZtPeJuoUGeuP4N4NDcWWSyC7yJ6qo-W-nlykPB2Wd5gDzyWuSpcanmgooF_oKJFBIkKGUzhT8hpNoymxgNuPLZimVLbvxPTs2DYDGlLy-FCCMue9g=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjHGjYigttHVvtNhIvyKOxu9EaU8lzT6jyJtXDC4HoFgRYp1zj9TNj4e_6VkX9huzV4VmeNb1dZtPeJuoUGeuP4N4NDcWWSyC7yJ6qo-W-nlykPB2Wd5gDzyWuSpcanmgooF_oKJFBIkKGUzhT8hpNoymxgNuPLZimVLbvxPTs2DYDGlLy-FCCMue9g=s320" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjkeKTBOipET74rchFMJgv-pdbv7k9vlGrErQ9OLEP0ud6TBy3vvEWuKta5Hvr7pCa1Yka6cJpfJ_FOosY2OxCVnsxgqGtG4t532ICrM19LdUOTUx2yUdzqWE4X-eMsPzznujeYx9CYXsb6N1XcAbvwbvPvL81qYah8O87E5kPaAMDFN-id2puGhnnW=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjkeKTBOipET74rchFMJgv-pdbv7k9vlGrErQ9OLEP0ud6TBy3vvEWuKta5Hvr7pCa1Yka6cJpfJ_FOosY2OxCVnsxgqGtG4t532ICrM19LdUOTUx2yUdzqWE4X-eMsPzznujeYx9CYXsb6N1XcAbvwbvPvL81qYah8O87E5kPaAMDFN-id2puGhnnW=s320" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Una é autentica, l'altra é una copia.
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<br />
Ma diversamente da quanto accadde più di quindici anni fa, non mi soffermerò sui particolari che consentano di stabilire, visivamente, quale sia la chitarra autentica, e quale la copia
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgjFmvyZLNgMuVyAKwtED_K5-mH2UgquUSZgh71ZAbdDRVN_CZjcKq4vPNUJQ3mQITs0U1-Magn0awMWRByHVWTu3XuaauDVk6r5_njcYEE6e6_7IQT5L5tVANby_JSDXC8i_9FuNwuC1Vxue3AZMXefEbZbKo3aq3Umt6iKx74y3WNfxrSrR8mtoXg=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgjFmvyZLNgMuVyAKwtED_K5-mH2UgquUSZgh71ZAbdDRVN_CZjcKq4vPNUJQ3mQITs0U1-Magn0awMWRByHVWTu3XuaauDVk6r5_njcYEE6e6_7IQT5L5tVANby_JSDXC8i_9FuNwuC1Vxue3AZMXefEbZbKo3aq3Umt6iKx74y3WNfxrSrR8mtoXg=s320" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
chi ha un minimo di dimestichezza con la produzione Gibson non avrà alcuna difficoltà nell'individuare immediatamente la copia.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjY_8HcdAg-IgKTaQHhasU0qfVpo_Pd7FyRj1GgE6EitSvjU0H00hOPleYP-0KU1XTqJCLO6c2nuiEK1LRLhL1sUCKeRaGY-xSx_Nv8HHq_ofJt41QQk-_9T4LUaEPoP455lJumQlMvugGdtnUOG0gpHhe6Htr28xN8CdxCXWOJSByLy1fd2Tfl9j3C=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="671" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjY_8HcdAg-IgKTaQHhasU0qfVpo_Pd7FyRj1GgE6EitSvjU0H00hOPleYP-0KU1XTqJCLO6c2nuiEK1LRLhL1sUCKeRaGY-xSx_Nv8HHq_ofJt41QQk-_9T4LUaEPoP455lJumQlMvugGdtnUOG0gpHhe6Htr28xN8CdxCXWOJSByLy1fd2Tfl9j3C=s320" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ma anche chi non conosce in maniera approfondita la produzione Gibson impiegherà al più qualche minuto per catalogare le due chitarre
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjCJjKSyd3cQt0XLIX-oJ2Wc0vptuSpKm6IiQ4ypX_mcZ5UPUkg5gfGa12m0XvAMjBjJOEZlz5k0U7FpOQxqwwfgqTxMvRtheSrB0kMmngvolQRt03lgPBys4Mkzv03FiIPzuwaDsR3A856LegUkWAXL_E-8zQpn5qYe1tEn2TA5CGai1Jqc10d8pUo=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="678" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjCJjKSyd3cQt0XLIX-oJ2Wc0vptuSpKm6IiQ4ypX_mcZ5UPUkg5gfGa12m0XvAMjBjJOEZlz5k0U7FpOQxqwwfgqTxMvRtheSrB0kMmngvolQRt03lgPBys4Mkzv03FiIPzuwaDsR3A856LegUkWAXL_E-8zQpn5qYe1tEn2TA5CGai1Jqc10d8pUo=s320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjfPJsk7rlxxXricLnvdzmDqbdh85kVWaXeKI8bnJYoET4MxVjQDphZ0m8Uidta5I172B1BqmwH5IZFGZLWYnYKpjAGIPaF6dGBplT8UwSAZnfFmMrMJ5hJ3y73RRXuLDRDEvjQRHQipryPN5sV4vockwCE8hpHGamwGQW_XWDjAT1aI-Dt4A8ZQ4Q7=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="678" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjfPJsk7rlxxXricLnvdzmDqbdh85kVWaXeKI8bnJYoET4MxVjQDphZ0m8Uidta5I172B1BqmwH5IZFGZLWYnYKpjAGIPaF6dGBplT8UwSAZnfFmMrMJ5hJ3y73RRXuLDRDEvjQRHQipryPN5sV4vockwCE8hpHGamwGQW_XWDjAT1aI-Dt4A8ZQ4Q7=s320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non essendo questo lo scopo, chiameremo genericamente le due come "Chitarrina Rossa"
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjdkhAXaxVMfyYUHFdzbUWoI1RA-40AftEkqU2MTg6LzXzFTFckQH7sV6TNn9sDzNLvCqFCbb9gOCOOLe-utsE5IEy2wyWWmvtnsnCjmysq3QlJCpk0xNLkTNv5mG70f0lHjumqr8oajugtXJObgN2zO1ann2WvkktZDqv5kf5lf9BD7f9pPVJlF1qR=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjdkhAXaxVMfyYUHFdzbUWoI1RA-40AftEkqU2MTg6LzXzFTFckQH7sV6TNn9sDzNLvCqFCbb9gOCOOLe-utsE5IEy2wyWWmvtnsnCjmysq3QlJCpk0xNLkTNv5mG70f0lHjumqr8oajugtXJObgN2zO1ann2WvkktZDqv5kf5lf9BD7f9pPVJlF1qR=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e "Chitarrina Azzurra"
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgm0VqX0ziLCSRP9ToG9cacjFgxxrc3yby3lE5_-tZHxth15Q_c0u5oXFCKs-P2UWrsNM2PzoH5JTNh36dm8c57o82mX62T2P8-mRIgiKIUfYritzitzesKTz4PJ9ojpbhBF0o2ql6jBq0K7n8iRts9r2O1YZLmDj3L-8cH33xeeQ6Z_wPtkPAEs2cS=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgm0VqX0ziLCSRP9ToG9cacjFgxxrc3yby3lE5_-tZHxth15Q_c0u5oXFCKs-P2UWrsNM2PzoH5JTNh36dm8c57o82mX62T2P8-mRIgiKIUfYritzitzesKTz4PJ9ojpbhBF0o2ql6jBq0K7n8iRts9r2O1YZLmDj3L-8cH33xeeQ6Z_wPtkPAEs2cS=s320" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Forse Chitarrina Rossa é più una calda tonalità di marrone che un rosso
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgsG0yVCJ87HNhqlVC75sarKptESsG4bUfJI4eYSiE3DIBrdo66jFEJwO4jcp3O79DIdIihx_YlVhQbC2hhna6CBR5MMJeDRL-YVmzIE9o4MVv0U0hbI_lYGH9NKPIPxlb3zAoSS6EtelxwOXpg8bXK3YnAT4OS-TmBrjX4_B5tfkaBOgzGyETKP_P1=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgsG0yVCJ87HNhqlVC75sarKptESsG4bUfJI4eYSiE3DIBrdo66jFEJwO4jcp3O79DIdIihx_YlVhQbC2hhna6CBR5MMJeDRL-YVmzIE9o4MVv0U0hbI_lYGH9NKPIPxlb3zAoSS6EtelxwOXpg8bXK3YnAT4OS-TmBrjX4_B5tfkaBOgzGyETKP_P1=s320" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
e Chitarrina Azzurra é più un blu violetto profondo che un azzurro
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZccEhLVQxc8PvEmNdUrGq6WUxx7PPLlYqmb0eO94aRomVf3VktreqY048RIgLAxyStkd38LTluDEupbe7g3m7ZukmNT9n63b-ZXwn294EIBEcA4Cebuz7X596MiSOkGoVBsdgVPtoQ_SaojcPGsW8aPtrNois8wFyojYRVQX30Ne2YoU26X_hYwzg=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZccEhLVQxc8PvEmNdUrGq6WUxx7PPLlYqmb0eO94aRomVf3VktreqY048RIgLAxyStkd38LTluDEupbe7g3m7ZukmNT9n63b-ZXwn294EIBEcA4Cebuz7X596MiSOkGoVBsdgVPtoQ_SaojcPGsW8aPtrNois8wFyojYRVQX30Ne2YoU26X_hYwzg=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
così magari sarebbe stato più corretto chiamerle "Chitarrina Tigrata" e "Chitarrina Fiammata"; ma guardate in pieno sole, possono anche vedersi come rossa e azzurra.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjUv0RL5uJQjO1V9L14MZA9trYRzK4JBQcY9iNcZO5L5ytM0flUbKATPoWrUNg5L12zremPT0Y6Brgattmi8UvbHjzjWy3qUp7mml5m_qvGu161hgQARUxbMSaP0VTUcVqpcwMK3G8Mq90lny9snjPzmVSAWbThi90-Ij6D9x9AXVN2bRZxo4CyZTPp=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjUv0RL5uJQjO1V9L14MZA9trYRzK4JBQcY9iNcZO5L5ytM0flUbKATPoWrUNg5L12zremPT0Y6Brgattmi8UvbHjzjWy3qUp7mml5m_qvGu161hgQARUxbMSaP0VTUcVqpcwMK3G8Mq90lny9snjPzmVSAWbThi90-Ij6D9x9AXVN2bRZxo4CyZTPp=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non so come le trovi tu, Lettore, ma per me posseggono ambedue un'estetica accattivante; e tale impressione é stata condivisa da molti di coloro che le hanno viste "dal vivo", e da taluni addirittura manifestata spontaneamente, senza alcuna sollecitazione.
<br />
<br />
E questo é per ciò che riguarda l'estetica; veniamo al suono
<br />
<br />
Ora, Lettore, non sapendo quale Tu trovi più gradevole, ma vorrei proporTi un gioco. Il gioco consisterebbe nell'accoppiare il suono all'estetica.
<br />
<br />
Vi sono tre file audio, di cui uno riproduce l'uscita, in sequenza A-B, dei pickup al manico
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dxwSiHRtAEMlScWYm88QqeaTEi-Ppph0OJThtFM3SM-XVlSQrZ7S72dsHekyvKC8mqSxgoL5bZ9WYmlVbti3A' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
uno dei pickup al ponte
</div>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzNMOxa_1JeVeUaQztcitSy5boOlnF8H7ClEmkPmNTZZ2EOMi-VUAVekJTRxP71fHxEYibLOsSEQ5dEAShkTQ' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
e uno di ambedue i pickup, con i selettori in posizione centrale
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dz6xtf6FPErzjsgpVa37Vn6tae4hsuam2KYduUH08envfXxTr1oTX-qgeRR-YXDlafvO3Uq4H5RnvGiZ2QJaQ' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Il gioco consiste allora nell'associare il suono A o B, a Chitarrina Rossa o a Chitarrina Azzurra. Non é detto che A o B corrispondano sempre alla stessa chitarrina; é possibile che il campione A del pickup del manico corrisponda ad una ed il campione A del ponte all'altra. Quindi gli accoppiamenti sarebbero 3+3: uno per il pickup al manico, uno per quello al ponte ed uno per ambedue i pickup (posizione centrale del selettore).
<br />
<br />
I file sono registrati digitalizzando il segnale "dry" in uscita dalle chitarre, senza nulla interposto, con un convertitore A/D 24 bit. Il segnale può pertanto essere paragonato direttamente, qualunque sia il mezzo con il quale viene riprodotto; l'audio é in formato PCM a 44100Hz stereo 1411kbps. I due canali riproducono ovviamente lo stesso segnale
<br />
<br />
Scusandomi per la qualità dell'esecuzione, resa ancora peggiore dalla totale assenza di qualunque effeto ambientale, naturale o artificiale, sottolineo che non si vince nulla; é un gioco fine a sé stesso, non una gara; se poi Lettore, riterrai di voler scrivere sotto quali siano, secondo Te, gli accoppiamenti, il Tuo commento sarà, come sempre, benvenuto.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjSEZYDu_nt8hsfWCkEv6atiTNEuCCW2puBbAu10LXNX77FyT_cKYH28b90s4HCQZAB5Q6dsJP7hU0SeEzEIyRgoJSGC5AQ_TJqfuu2tjhO_nggGqr7m3bnm7ygSE_yMn-vcK4wSqa8yojVtP2WfxTs1NM9s1g9C9S4VVL1eL3QlmskQLDVuSe4Rt36=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjSEZYDu_nt8hsfWCkEv6atiTNEuCCW2puBbAu10LXNX77FyT_cKYH28b90s4HCQZAB5Q6dsJP7hU0SeEzEIyRgoJSGC5AQ_TJqfuu2tjhO_nggGqr7m3bnm7ygSE_yMn-vcK4wSqa8yojVtP2WfxTs1NM9s1g9C9S4VVL1eL3QlmskQLDVuSe4Rt36=s320" width="320" /></a></div>
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-47594640915235181772022-02-08T21:57:00.016+01:002022-07-09T20:15:36.837+02:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: Addendum<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>One coincidence is just a coincidence, two coincidences are a clue, three coincidences are a proof </blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Anonymous</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiFDsuZVfvhO1ZVnMzbJhi1DtSgJ7qfVB2vZugH6ngP_IgfhkH4Wa5IUI5bwYs3ZVEE7oTB1ioMKS96DPl2tRjeBUVJvj6sUJoZLFg6DdJ662SeEN6_KoBrzkNo3dVW7eUb1d0OxF6Q7MsPA_HcmzUPnR-u6o8XAj_8-i-M5DIsonbPknjzKNAIYpwQ=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="571" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiFDsuZVfvhO1ZVnMzbJhi1DtSgJ7qfVB2vZugH6ngP_IgfhkH4Wa5IUI5bwYs3ZVEE7oTB1ioMKS96DPl2tRjeBUVJvj6sUJoZLFg6DdJ662SeEN6_KoBrzkNo3dVW7eUb1d0OxF6Q7MsPA_HcmzUPnR-u6o8XAj_8-i-M5DIsonbPknjzKNAIYpwQ=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>SALVATORE VINCI</b></i>
</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Spesso, Lettore, accade che prima di pubblicare un post sul blog, chieda a qualche familiare di leggerlo; magari i contenuti risultano chiari a me, che l’ho scritto, ma la forma in cui sono espressi può rendere i concetti oscuri per chi legge per la prima volta. O vi possono essere, semplicemente, delle espressioni che suonano male, oppure errate, delle quali non mi accorgo.<br />
<br />
Chi, stavolta, ha letto in anteprima <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">quelli relativi al "Mostro di Firenze"</a>, ha poi approfondito autonomamente alcuni aspetti della storia. E, forse anche a causa di tre video recentemente pubblicati su un canale YouTube dedicato, che poi è quello sul quale sono presenti i video di colui che ho denominato <i>Davide Rossi</i>, è rimasto particolarmente colpito dalla figura di Salvatore Vinci; soprattutto per il fatto che non sembrasse si fossero verificati eventi che l’abbiano inequivocabilmente scagionato, come per gli altri sardi o per Spalletti (cioè, omicidi durante un periodo di detenzione o di viaggi all’estero). E nonostante ciò, o forse proprio per questo, è stato uno dei pochi, tra coloro coinvolti in questa storia, a non fare una brutta fine.<br />
<br />
Dopo aver appreso tutte le verità, mostrologicamente parlando, al riguardo, mi ha chiesto quale fosse la mia opinione in proposito; ed io, dopo averla esternata, ho aggiunto parte di essa in coda alla serie dei post. Senza che ciò voglia in qualche modo rappresentare l’intenzione di continuare sull’argomento “Mostro di Firenze”.<br />
<br />
Chiariamo subito un concetto riguardo all’equazione Salvatore Vinci = Mostro di Firenze; anzi, facciamolo chiarire ad un ex carabiniere intervistato da <i>Davide Rossi</i> ed a <i>Davide Rossi</i> stesso:<br />
<br />
<i><span style="color: #2b00fe;">Dall’82 in poi è stato perquisito sette volte. Per lunghi periodi era piantonato sotto casa. Lui lo sapeva, e si divertiva anche un po’… per strada, col motorino, provava anche, per divertimento, a seminarci. Era un tipo scaltro. Fu perquisito nell’83 dopo il delitto, nell’84 dopo il delitto, nell’85 era pedinato e fu poi perquisito. Quindi dobbiamo scartarlo; anche se poi cercarono di incriminarlo per quella storia della moglie. Poi adducendo la questione che, per una questione di turni di qualche ora, il pedinamento del Vinci la domenica del delitto degli Scopeti era stato sospeso, fu valutato anche di incriminarlo come “mostro”. Ma, sembra che il delitto risalga addirittura al giorno prima; e il giorno prima il Vinci era a casa con i suoi angeli custodi. E poi, un tizio scaltro come il Vinci, che sa di essere pedinato, si prende la briga di fa’ un delitto del genere? Come faceva a sapere che per poche ore non c’eravamo? E come faceva a sapere che avrebbe avuto il tempo di andare e tornare? Non è possibile, punto e basta.</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Quindi, la questione del Vinci, si risolve… Salvatore… si risolve in maniera estremamente semplice. Perché dal momento che Salvatore Vinci, oltre che perquisito, è seguito periodicamente, era casualmente seguito fino al delitto degli Scopeti. Quando un carabiniere ti dice: “noi ci assentiamo due ore” questo come faceva a usci’ di casa… prendendosi un rischio mostruoso, perché poi non sapeva quando si sarebbero ripresentati! Questo esce di casa… chiaramente non poteva ave’ fatto sopralluoghi né niente… a colpo sicuro prende la macchina e va a San Casciano, a caso… casualmente ti becca la coppia, che se ne trovava assai poca in quel periodo, per non dire nessuna… compie i delitti… oltre questo si era preparato, a suo tempo, la lettera famosa della Della Monica, si piglia l’ulteriore rischio di anda’ fino a San Piero a Sieve, spedire la le…e tornare a casa. Non sapendo, se nel frattempo, avevano ripreso, i pedinamenti! Quindi… Salvatore Vinci… basta dire questo, per scagionarlo!</span></i><br />
<br />
Ciò detto (da <i>Davide Rossi</i>), da un certo punto di vista, il personaggio di Salvatore Vinci in questa vicenda, non mi appare poi così diverso da quello di Pietro Pacciani.<br />
<br />
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgsagTvrlhRbd1lXMsN7JmYAqf8EM2oVKmwCV6KTU72H5zuXY0T06pxb7DJbkPQsK6dFr9Qf1AAzQsbmKwDIIfiXqKaRpQj4G7iP8n5XZIhYcyouGGzpAI6QYLo8ksd3S0LXNKCr8bzFZyZyiQW-qnpO9lk-sK4_YW_cghUso_BXYnu3uIv-LeFhM7Q=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="593" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgsagTvrlhRbd1lXMsN7JmYAqf8EM2oVKmwCV6KTU72H5zuXY0T06pxb7DJbkPQsK6dFr9Qf1AAzQsbmKwDIIfiXqKaRpQj4G7iP8n5XZIhYcyouGGzpAI6QYLo8ksd3S0LXNKCr8bzFZyZyiQW-qnpO9lk-sK4_YW_cghUso_BXYnu3uIv-LeFhM7Q=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come Pacciani, entra nelle indagini essenzialmente sulla base di una segnalazione anonima (la lettera per Pacciani, il ritaglio di giornale per Vinci)<br />
<br />
Come per Pacciani, la collocazione sul luogo del delitto come killer avviene sulla base di testimoni di dubbia attendibilità (il Lotti per Pacciani, il Mele per Vinci)<br />
<br />
Come per Pacciani, le "testimonianze" si riducono a possibili "avvistamenti" nei pressi delle zone del crimine in orari che avrebbero una certa attinenza con i crimini (Pacciani in automobile o agli Scopeti, la maglietta a strisce di Vinci per Giogoli o l'uomo per strada per Baccaiano)
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come per Pacciani, vi sono testimonianze indirette di possesso ed uso di pistola, senza che questa sia mai stata trovata.<br />
<br />
Come il Pacciani, l'unico indizio che forse lo lega all'arma del delitto (il proiettile per Pacciani, lo straccio per il Vinci) é labile e sua reale appartenenza al sospettato non é provata.<br />
<br />
Come per Pacciani, la sorveglianza attiva (intercettazioni, pedinamenti) non ha condotto a nessun risultato concreto.<br />
<br />
Come per Pacciani, ad un certo punto viene teorizzata un'azione omicidiaria coadiuvata da persone che hanno stretti contatti relazionali (i compagni di merende per Pacciani, fratello o figlio per il Vinci)<br />
<br />
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiIrdtKvBcDudAaDT6BBphut_KmyE-kPhWpd5fhz59kvTS3DLGur-H9Ym6lkrYDEWeQzpYWaSCDaLfKAOTOlidkfcsb6we0zrQdSY399utsAefv1csMl0_b8GGqp-8y3Iu0TFPmVNk04tR9fAzzUYprnZxKUjnAYenr0A54kx6nPaeYQG_iysV99jEt=s1209" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="762" data-original-width="1209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiIrdtKvBcDudAaDT6BBphut_KmyE-kPhWpd5fhz59kvTS3DLGur-H9Ym6lkrYDEWeQzpYWaSCDaLfKAOTOlidkfcsb6we0zrQdSY399utsAefv1csMl0_b8GGqp-8y3Iu0TFPmVNk04tR9fAzzUYprnZxKUjnAYenr0A54kx6nPaeYQG_iysV99jEt=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />Come Pacciani, viene considerato un "mostro" per i suoi trascorsi omicidiari o presunti tali (Pacciani per il Bonini, Vinci per la Steri)<br />
<br />
Come Pacciani, viene considerato un "mostro" anche per la depravazione sessuale (il Pacciani andava con le figlie, Vinci con altri uomini, donne e uomini, etc.)
<br />
<br />
Come Pacciani, viene lasciato dalla moglie non appena questa può sottrarsi.<br />
<br />
Come per Pacciani, l'ipersessualità (in qualunque senso sia diretta) di fatto non corrisponde all'iposessualità postulata dalla criminologia.<br />
<br />
Come per Pacciani, molti innocentisti “noti” si sono mossi (Sgarbi per Pacciani, i giornalisti per Vinci)<br />
<br />
Come per Pacciani, un livello intellettuale che lo porta a superare i limiti impostigli da un ambiente retrogrado e culturalmente povero, gli consente una, seppur embrionale, espressione artistica (Vinci suonava la fisarmonica, Pacciani disegnava).<br />
<br />
Come per Pacciani, il confronto diretto dà l'impressione di trovarsi di fronte ad una persona, anche se non di cultura, furba, intelligente ed acuta. <br />
<br />
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEimtBpog3OCs31DlZaDAbeijSRB0zvNEi2pamXEcTxOFJqGm_w7PFphVHw2p27UPLk2VSwjfypDQfkpyTK3WLxDdo_iUdYSMMSEtHbPHKrJpq6hrKEny1rRCW1hTgwHaZ8Q27wbemOF2VFYscxuOpl7fncHZB3VLOfqG9ohA23UPPle0I5r-hLtw67L=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="601" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEimtBpog3OCs31DlZaDAbeijSRB0zvNEi2pamXEcTxOFJqGm_w7PFphVHw2p27UPLk2VSwjfypDQfkpyTK3WLxDdo_iUdYSMMSEtHbPHKrJpq6hrKEny1rRCW1hTgwHaZ8Q27wbemOF2VFYscxuOpl7fncHZB3VLOfqG9ohA23UPPle0I5r-hLtw67L=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come per Pacciani, le sue abitudini sessuali lo rendono certamente un depravato, ma non altrettanto certamente il “Mostro di Firenze”
Allora, Se Pacciani non é mostro, perché mai dovrebbe esserlo Vinci?<br />
<br />
Che poi furbizia, intelligenza ed acuzie possano essere state dirette in direzioni diverse è qualcosa che probabilmente discende da differenze caratteriali, e dalla frequentazione di ambienti differenti; cosa che fa sì che anche gli appoggi ricevuti dai due siano diversi. E Salvatore Vinci è senza dubbio un personaggio molto più enigmatico di Pietro Pacciani<br />
<br />
Pacciani puntava sull’istrionismo. Cercava di dare di sé l’immagine della povera vittima (“l’agnelluccio al quale state tagliando il colluccio”); e, considerati i suoi trascorsi, che rendevano comunque difficile essere compassionevole verso di lui, un risultato in tal senso lo ottenne. Anche se, bisogna dire, affiancato da legali altrettanto abili<br />
<br />
Salvatore Vinci, invece, in qualche modo si muoveva in modo inapparente, sotterraneo. La sua astuzia era certamente più raffinata, ed era palese quando si divertiva a cercare di seminare i suoi pedinatori, ben sapendo che nulla poteva essergli imputato per tale azione. Dispettoso per il piacere di esserlo.<br />
<br />
C’era però dell’altro; e questo altro lo differenzia ancor di più da Pacciani.
E’ improbabile che, se avesse davvero ucciso la povera Barbarina Steri, Rotella non sarebbe riuscito ad incastrarlo. Una faccenda è scoprire chi sia l’assassino; un’altra è averlo in pugno e non riuscire a trovare nulla. Però… se lui fosse stato colpevole, non avrebbe potuto farla franca senza l’aiuto di qualcuno. Mi spiego meglio. Una delle argomentazioni che venne (e viene ancora oggi) portata contro di lui riguardo alla morte di Barbarina, è il fatto che la poverina non poteva essersi suicidata utilizzando una bombola di gas ormai esaurita; e la necessità che ella si fosse recata dai vicini per riscaldare il latte del bambino comproverebbe come la bombola fosse esaurita.<br />
<br />
E Salvatore Vinci stesso avrebbe detto al Mele di avere ucciso Barbarina.<br />
<br />
Però, chi entrò con lui nella stanza ove giaceva, morta, la moglie, e cioè il fratello ed il padre di Barbarina, ed un vicino di casa, testimoniarono come nella stanza vi fosse “<i>un forte ed insopportabile odore di gas</i>”; quindi, se Salvatore Vinci ha ucciso Barbarina, e la bombola era vuota, sia il fratello (cosa che magari non stupisce), sia il padre (cosa che già stupisce un po’ di più) sia il vicino di casa avrebbero dichiarato il falso, affermando che dalla "bombola vuota" fosse uscito tanto gas da rendere "forte ed insopportabile" l'odore nell'ambiente. Lo avrebbero aiutato. Così come compiacenti sarebbero stati il dr Vacca, il dr Zuddas (ufficiale sanitario) ed il medico legale che eseguì l’autopsia dichiarando che sul cadavere di Barbarina non si rilevassero segni di violenza.<br />
<br />
In realtà, considerato che:<br />
<br />
1) Vi era un biglietto d’addio scritto di pugno da Barbarina<br />
<br />
2) L’edificio, nonostante l’odore di gas, non esplose all’accensione della luce<br />
<br />
vi sarebbe una spiegazione molto più semplice dell’accaduto. Anche qui, come in altri episodi che fanno parte della vicenda del Mostro di Firenze. <br />
<br />
Quando la bombola è in esaurimento e la pressione all’interno scende al di sotto di quella dell’erogatore, non è più garantito il funzionamento dei fornelli ad essa collegati, ma la bombola continua ad erogare gas, sebbene a pressione inferiore. I moderni regolatori tagliano l’erogazione anche in queste condizioni, ma quelli di mezzo secolo fa non possedevano tale caratteristica.<br />
<br />
E’ chiaro che la residua quantità di gas non è in grado di saturare un ambiente fino a provocare la morte per asfissia di chi lo occupa, specialmente se vi sono delle fessure che ne consentono la fuoriuscita dal vano; ma diversa è la condizione di chi inali direttamente il gas, respirando dal tubo collegato alla bombola. Inalando solo GPL, bastano un paio di respiri per morire; pertanto, se la bombola è ancora in grado di erogare 2-3 litri di gas, una donna può suicidarsi con due sole inspirazioni. D’altra parte, tale quantità di gas, dispersa nell’ambiente, è più che sufficiente per avvertirne l’odore, ma non perché venga innescata un’esplosione all’accensione della luce.<br />
<br />
Barbarina aveva il tubo di gomma vicino alla bocca; ha probabilmente inspirato il gas direttamente da esso, e ciò ne ha causato la morte. E’ certamente possibile uccidere una persona costringendola ad inspirare il gas, ma occorre sopraffarla, e ciò lascerebbe dei segni inequivocabili sia sul corpo sia sul tubo del gas (ad es. segni di morsicatura); occorrerebbe non solo tenere forzatamente il tubo dentro la bocca della vittima, ma tenerle chiuse anche le narici, con le dita, fin quando lo stimolo indotto dall’elevato livello di anidride carbonica nel sangue (tecnicamente si chiama “ipercapnia”) non costringa la vittima ad inspirare. E’ impossibile che ciò non lasci segni evidenti sul viso; ed il rapporto giudiziario a firma Delio Pisano recitava testualmente “A parere dello scrivente il cadavere non presentava segni di violenza visibili esteriormente”, né l’autopsia rivelerà alcuna lesione compatibile con tentativi di sopraffazione.<br />
<br />
Posto che esistono modi diversi di provocare la morte di una persona, anche senza eseguire azioni materiali, è evidente che la povera Barbarina, nonostante avesse avuto la possibilità di andar via di casa, e nonostante il bambino rimanesse orfano, per qualche motivo ha ritenuto di dover comunque porre fine alla sua vita. Ma Salvatore Vinci, sebbene responsabile della sua morte, non può essere considerato “assassino”. Salvatore Vinci con Stefano Mele, ha in realtà millantato l’omicidio; cosa che peraltro, considerato l’individuo, non sorprende. Certamente, sarà stato un grande affabulatore, e, nell’esserlo, chissà cosa e come avrà millantato.<br />
<br />
Sta di fatto che sebbene egli, nell’idea di molti, sarebbe stato in grado di prendersi gioco di coloro che gli hanno dato la caccia per anni, di seminare in senso di spregio i suoi pedinatori, subito dopo il processo per la vicenda di Barbarina, ha ritenuto di dover trasferirsi all’estero. E nonostante sia stato assolto con formula piena.<br />
<br />
E ciò anche se, una volta assolto dall’accusa di omicidio della prima moglie ed il non luogo a procedere per gli omicidi del “Mostro”, si sia manifestato un impegno generale a suo sostegno.<br />
<br />
La notizia della sua assoluzione del 1988, infatti, venne riportata da diversi giornali, ma non semplici trafiletti; si parla di articoli a quattro colonne. Uno di essi fu firmato da Ottavio Olita, lucano trapiantato in Sardegna, giornalista RAI e scrittore. Senza dubbio, non un trattamento che viene riservato a qualunque emigrato sardo che viene assolto per un omicidio. Considera, Lettore, che qui non si tratta di un processo che ha avuto chissà quale risonanza mediatica. Non si sta parlando del delitto di Cogne.<br />
<br />
In seguito al “non luogo a procedere” per la vicenda “Mostro di Firenze” si mobilitò addirittura RAI2, che gli dedicò un’intera puntata, praticamente celebrativa, di “Detto tra noi”, la serie che dall’anno successivo sarebbe divenuta “La Vita in Diretta”.
E proprio da questa trasmissione televisiva, Lettore, giungono, a mio parere, un paio di informazioni interessanti su Salvatore Vinci.<br />
<br />
La prima informazione riguarda il luogo in cui si trovi Salvatore Vinci, posto che sia ancora vivo. Vitalia Melis riferì in un’occasione come egli fosse deceduto in Spagna (mi pare a Barcellona – cito a memoria) per una neoplasia epatica, informazione che avrebbe ricevuto dalla seconda moglie. Il giornalista Paolo Cochi avrebbe invece appurato come il Vinci fosse vivo, e residente a Saragozza. L’investigatore (ex carabiniere) Davide Cannella, non sarebbe tuttavia stato in grado di trovare tracce del Vinci a Saragozza; avrebbe avuto notizia di tre “Salvatore Vinci” nell’intera Spagna, di cui due incompatibili per età, ed uno, parrebbe, proveniente dal NordAfrica. Tuttavia avrebbe accertato come almeno una volta il Vinci avrebbe fatto rientro in Italia per un breve periodo, con un volo atterrato a Fiumicino e proveniente da Madrid.<br />
<br />
Nella summenzionata trasmissione televisiva “Detto tra Noi” viene, ad un certo punto, chiesto all’avvocato Marongiu, uno degli avvocati difensori di Vinci, dove si trovi Salvatore Vinci ed egli, con atteggiamento reticente, lo colloca, genericamente, “in un paese oltreoceano, nelle Americhe”.<br />
<br />
In uno dei video che cito all’inizio del post, e che avrebbero suscitato la curiosità del mio congiunto, viene intervistata l’avvocato Rita Dedola, che sembra fosse appena entrata a far parte dello studio Marongiu ai tempi del processo Vinci. Anche lei riferisce come Salvatore Vinci sia ritornato almeno una volta in Italia, ed in tale occasione si sia recato in studio, per far visita a coloro che lo avevano difeso, insieme alla sua compagna che l'avvocato Dedola ritiene “spagnola” riferendo che di nome facesse “Marisol”. Il nome “Marisol” ha in effetti un'origine catalana, ma é molto diffuso in America Latina; così, il nome della compagna di Francesco Vinci non può essere considerato indicativo della zona geografica in cui egli si fosse trasferito.<br />
<br />
Ora, Lettore, così come vi sono voli diretti Saragozza-Fiumicino, vi sono diversi voli che dall’America Latina giungono in Italia via Madrid; ed in America Latina vi sono almeno cinque località denominate “Zaragoza”. Questa è un’informazione che ho trovato interessante. Perché, nonostante le analogie con il personaggio di Pacciani, è la fine che fa la differenza; e questa non è un’”opinione”. <br />
<br />
Anzi, proprio questo è l’aspetto che più di ogni altra cosa differenzia Salvatore Vinci da Pietro Pacciani, che li pone agli antipodi: le modalità con le quali i due personaggi hanno lasciato la scena.</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg0BsjTHkfOxeAVxQ8EmQiH0wGz8XH8bem924QeIhE_8OuFkth8_drYN6ibRTYYPK4lVXxP55wn171QGCiPwYICUG06yxTHoqx3uDB3FEUNu9q4U-ThzPNp10IqntTRxwc_J6uk-goDfyrlTX8arMPG8x_ri3ipkvqaycmFDjNmnvBmyHGL4dK5VHUJ=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="815" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg0BsjTHkfOxeAVxQ8EmQiH0wGz8XH8bem924QeIhE_8OuFkth8_drYN6ibRTYYPK4lVXxP55wn171QGCiPwYICUG06yxTHoqx3uDB3FEUNu9q4U-ThzPNp10IqntTRxwc_J6uk-goDfyrlTX8arMPG8x_ri3ipkvqaycmFDjNmnvBmyHGL4dK5VHUJ=s320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Pietro Pacciani é morto in attesa della revisione di un processo che lo aveva scagionato. Francesco Vinci, il fratello di Salvatore, é morto. Assassinato. Salvatore Vinci é stato salvato.
<br />
<br />La seconda informazione riguarda un episodio che sempre l’avvocato Marongiu narra sul finire della puntata. Egli riporta come, durante un’arringa condotta in un “tribunale del Nord Italia” per reati di sequestro di persona, fosse costantemente rimasto sotto lo sguardo insistente di una donna, elegante ed attraente, presente nell’uditorio; e, ritenendo che tale interesse fosse suscitato, nella signora, dalla sua persona, si sentisse lusingato. Subito dopo il termine dell’udienza la signora lo avrebbe incrociato in uno dei corridoi del tribunale, fermandolo, e pregandolo di inviare i suoi saluti a “Salvatore Vinci”. Salvatore Vinci, una volta riferitogli l’accaduto, avrebbe semplicemente annuito senza mostrare stupore. Lo stupore, invece, avrebbe colto l’avvocato nel rendersi conto che una donna così di classe fosse tanto interessata al Vinci. <br />
<br />
L’episodio è indubbiamente inusuale, ma l’interesse non sta qui. Sempre in uno tre video che hanno incuriosito il mio congiunto, l’avvocato Rita Dedola narra come un giorno, mentre era in studio <u>ed in compagnia dell’avvocato</u>, si fosse presentata alla porta una donna, elegante, affascinante e con un eloquio che denotava una certa cultura, la quale aveva chiesto notizie sull’andamento del processo, si era interessata alla sorte di “Salvatore”, ne aveva parlato come se avesse con il Vinci una notevole familiarità, e gli aveva inviato i suoi saluti.<br />
<br />
Da un certo punto di vista, nulla impedirebbe che ambedue gli eventi siano realmente accaduti. Il particolare interessante è però che l’avvocato Marongiu raccontò l’aneddoto all’intervistatore di “Detto tra noi” mentre si trovava all’aperto, seduto ad un tavolino (probabilmente di un bar) <u>proprio accanto all’avvocato Rita Dedola, anche lei interpellata dall’intervistatore</u>; tutto ciò che Rita Dedola disse al riguardo in quell’occasione fu: “<i> Al processo di primo grado, in Corte d’Assise, al processo per l’omicidio della moglie, il pubblico era prevalentemente fatto di donne, composto di donne, e c’erano molte amiche sue</i>”. Ma nessun accenno all'episodio della signora in studio venne fatto, né da parte dell'avvocato Marongiu, né da parte dell'avvocato Dedola. Vi sarebbe da chiedersi il perché. Così come vi sarebbe da chiedersi il perché nessun accenno all'episodio raccontato da Marongiu venga fatto da Rita Dedola nel video più recente. Come se la menzione dell'uno escludesse quella dell'altro.<br />
<br />
Converrai con me, Lettore, che i due racconti darebbero adito a diverse perplessità; quando, la bella signora, avrebbe fatto la sua comparsa? In studio a Cagliari o in tribunale al Nord Italia? Perché durante la trasmissione nessuno accenna alla visita allo studio? Oppure si trattava di due belle signore diverse, ma che non possono essere ambedue menzionate nell’ambito della medesima intervista? A meno che uno stuolo di belle signore non volesse avvalersi dello studio Marongiu&Dedola come mezzo per inviare saluti, è improbabile che due episodi siano contemporaneamente <b>e totalmente</b> veritieri. E’ questo l’aspetto interessante: non c’é “verità”, qui. Nemmeno mostrologica.<br />
<br />
Tutt’al più, se qualcosa relativo ai due episodi è realmente accaduto, essi potrebbero costituire, ambedue, due “mezze verità”. Ora, Lettore, ero già a conoscenza della proprietà additiva delle coincidenze ("<i>One coincidence is just a coincidence, two coincidences are a clue, three coincidences are a proof</i>" frase attribuita ad Agatha Christie, anche se nessuno sembra sapere in che occasione la scrittrice l'avrebbe formulata). Riconsiderando la vicenda relativa al “Mostro di Firenze” ho appreso anche dell'esistenza di una proprietà disadditiva delle frazioni di indizio (“<i>mezzo indizio più mezzo indizio non fa un indizio ma zero indizi</i>”) Ciò che ancora, però, non mi é riuscito di comprendere è se la proprietà disadditiva si estenda anche alla verità o meno: mezza verità + mezza verità fa una verità intera? O, come per gli indizi, fa zero verità? E ciò vale per ogni verità, compresa la “verità mostrologica”?
L’affermazione, poi, dell’avvocato Rita Dedola riguardo al fatto che Vinci sicuramente qualcosa sapeva é forse meno interessante, in quanto ovvia; ma proprio per questo, totalmente condivisibile.<br />
<br />
Quello che sarebbe un po' meno ovvio, ma proprio per questo molto più interessante, sarebbe sapere chi abbia salvato Salvatore... e perché, anche se il perché é forse intuibile.
<br />
<br />
Detto ciò, Lettore, posso finalmente porre la parola <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_59.html" target="_blank">“fine” ad una serie</a> di post su un argomento che, per quel che mi riguarda, considero definitivamente chiuso. E chiudo con le parole di Davide Rossi:<br />
<br />
“<i>Una cosa che ho… abbiamo notato… cioè, facendo questo lavoro, è che, all’interno degli ambienti investigativi, ma anche gente in quiescenza da… dieci anni, quindici anni, c’è un minimo comune multiplo fra queste persone, che è il seguente: nessuno parla volentieri di questa cosa! E, se ne parla, ne parla a condizione che il suo nome non venga fatto</i><br />
<br />
Se non vogliono parlarne loro, che sono professionisti, avranno di certo il loro motivo. Ed io, Lettore, che invece, da blogger da strapazzo, sono totalmente ignorante, pur senza comprenderlo, lo accetto acriticamente come fosse un consiglio, ed altrettanto acriticamente lo seguirò, per fede.<br />
<br /> Come fosse una “verità mostrologica”.
<br />
<br />
Anche se di recente, mi sono trovato costretto ad aggiungere un <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">post-scriptum</a>.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhiT_Zb84z5qjkb5kqOv5ZrRXAAPfLl-ErppbcCcsdocWS679DR2fopWO0jwr8M3pFCoWnD1oIvtLzzKiSe3RFcprLBX9W5cmVlVQGI4hgJJOtwJxn0ZYUbnUNGG-_Z8xlZovlhITxi0OQ-VFSl5vUAWK8R4Uf_nYX2cMr8C-dAm8tr3HKOiFI3ryCE=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhiT_Zb84z5qjkb5kqOv5ZrRXAAPfLl-ErppbcCcsdocWS679DR2fopWO0jwr8M3pFCoWnD1oIvtLzzKiSe3RFcprLBX9W5cmVlVQGI4hgJJOtwJxn0ZYUbnUNGG-_Z8xlZovlhITxi0OQ-VFSl5vUAWK8R4Uf_nYX2cMr8C-dAm8tr3HKOiFI3ryCE=s320" width="320" /></a></div>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-20303450074826903622022-02-08T21:54:00.058+01:002023-04-23T11:15:59.801+02:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: Parte V<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>A novice in the game generally seeks to embarrass his opponents by giving them the most minutely lettered names; but the adept selects such words as stretch, in large characters, from one end of the chart to the other. These, like the over-largely lettered signs and placards of the street, escape observation by dint of being excessively obvious; and here the physical oversight is precisely analogous with the moral inapprehension by which the intellect suffers to pass unnoticed those considerations which are too obtrusively and too palpably self-evident. </blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Auguste Dupin</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2FvcEeR1AlJxfs0-mzMCKyrwtQvP8dUvmBj61Abdle_fEDAbT5CD0YO79aQRd9pvryyfTR_4dXdDnInQerIxWckMjjGuiU6hS0dum7otsFWwZy3bfgf6klkhuPYUUbAMjUx7IxDPg0YkaCBLDLkuqWBrgzG9V-ML1_xuPcAiGsQ4L1QX1ocF_RLLU/s800/collage5.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="518" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2FvcEeR1AlJxfs0-mzMCKyrwtQvP8dUvmBj61Abdle_fEDAbT5CD0YO79aQRd9pvryyfTR_4dXdDnInQerIxWckMjjGuiU6hS0dum7otsFWwZy3bfgf6klkhuPYUUbAMjUx7IxDPg0YkaCBLDLkuqWBrgzG9V-ML1_xuPcAiGsQ4L1QX1ocF_RLLU/s320/collage5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo, Lettore, è l’ultimo post della serie. Analizziamo brevemente la situazione di questa altra parte; in altri termini, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_56.html" target="_blank">come dice <i>Davide Rossi</i>, discutiamone</a>.<br />
<br />
C’era innanzitutto proprio il Lo Bianco, operaio palermitano meno che trentenne, con una moglie e tre figli a carico, e riguardo ai quali nella sentenza Rotella si legge come non versassero in condizioni economiche tanto migliori dei Mele. Però, questo operaio, che come dice <i>Davide Rossi</i> non sarà stato un delinquente, si presentava (al Mele, almeno) con uno pseudonimo, praticava la boxe (o, almeno, si vantava di farlo), poteva permettersi di uscire con l’amante, ed andare in giro con un’automobile che, per quanto acquistata usata, era ancora un’automobile “da professionisti”, non certo da operaio con un carico familiare simile. I soldi per l’acquisto se li era fatti anticipare dal datore di lavoro, restituendoli con trattenute mensili. Se allo stipendio da operaio sottraeva i soldi da restituire, come poteva campare la famiglia? Che ci fossero in ballo altri affari è testimoniato dalla moglie, Rosalia Barranca, alla quale lui avrebbe ventilato la possibilità di avere “una bella casa ed una bella macchina”, e che lei interpretò come volontà del Lo Bianco di entrare nel giro della prostituzione. Sta di fatto che Antonio Lo Bianco riguardo alla macchina possedeva già la Giulietta, ed aveva già cambiato casa, in quanto precedentemente abitava nella casa che poi avrebbe acquistato Stefano Mele. Condizione quantomeno dissonante con quella descritta dal giudice Rotella.<br />
<br />
Altro siciliano, parte della comunità, era tale Ignazio Casamento; che però doveva avere una posizione ben diversa se dava lavoro ad altri. Non solo al Mele, ma anche al cognato di Lo Bianco; anzi, fu proprio quest’ultimo ad accompagnare a casa il Mele il giorno dell’omicidio. Mele il quale doveva proprio star male quel giorno se, definito dallo stesso Casamento “buon lavoratore” aveva addirittura sentito la necessità di venire riaccompagnato; chissà chi gli avrà riportato a casa la bicicletta, con la quale, secondo il rapporto Matassino, avrebbe raggiunto sua moglie e l’amante…<br />
<br />
E nonostante tale possibilità di contatto (cioè il Mele ed il cognato di Lo Bianco erano colleghi di lavoro), nonché l’altro punto di contatto costituito dalla casa, il Lo Bianco, che con tutto ciò il Mele conosceva come “Enrico”, gli sarebbe stato presentato da un altro siciliano, “Virgilio”, al secolo Carmelo Cutrona, che però lavorava da tutt’altra parte, svolgendo un compito che richiedeva la manipolazione di nitrati, potenzialmente in grado di rendere positiva la prova del guanto di paraffina. Non si capisce bene, dai racconti, né come sia comparso il Cutrona, né perché anch’egli al Mele fosse noto con uno pseudonimo; così come non si capisce perché, considerato che ha sempre negato ogni legame con la Locci, nel pomeriggio dell’omicidio si fosse recato a casa dei Mele chiedendo informazioni, ed assicurando che sarebbe ritornato la sera, cosa che non fece. Nei fatti “Virgilio” sarà l’unico, oltre il Mele, a risultare positivo al guanto di paraffina.<br />
<br />
Il c.d. “guanto di paraffina” pochi anni più tardi sarebbe stato sostituito dallo “stub”, in quanto dava un numero elevato di “falsi positivi”. Di solito, Lettore, quando si ha un eccessivo numero di falsi positivi, il test viene considerato poco attendibile perché troppo “inclusivo”, include cioè anche soggetti che dovrebbero essere negativi, e che risultano positivi per motivi che non hanno attinenza con la condizione che si intende rilevare; ne deriva che vengono presi in considerazione anche coloro che invece dovrebbero essere esclusi. Ad un elevato numero di falsi positivi, corrisponde pertanto una bassa predittività del test; in altri termini, nel caso del guanto di paraffina, molte persone che non hanno, in realtà, sparato, verrebbero incluse nelle indagini, i “falsi positivi”, appunto.<br />
<br />
Ma qui, su sei persone i positivi erano solo due, Stefano Mele e Carmelo Cutrona; tutti gli altri sono stati esclusi, anche se la positività di Cutrona era puntiforme, bilaterale, ed arrivava ad interessare gli avambracci. Allora io mi sono chiesto, Lettore: se avessi avuto la necessità di risultare insospettabile dopo aver sparato, come mi sarei comportato? Mi sarei lavato le mani fino a consumarmi la pelle, senza alcuna garanzia di rendere veramente negativa una prova che rendeva positivo anche chi non lo era, o avrei esaltato la positività, estendendola addirittura ad ambedue le mani e le braccia, ben sapendo di avere una scusa plausibile (l’attività lavorativa) per una tale positività? Comunque sia, “Virgilio”, dopo guanto di paraffina, perquisizione domiciliare e confronto con il Mele, sparirà totalmente non solo dall’indagine, ma anche dalla circolazione, e mai si saprà né che faccia avesse, né che fine avesse fatto; non ne rimane neanche una foto. E' possibile che sia stato sottoposto a perquisizione domiciliare dopo
Giogoli, ma senza rilevare alcunché a suo carico; né d'altra parte, é
detto che debba aver sparato negli omicidi successivi al 1968, e
tantomeno, che dovesse detenere presso il suo domicilio qualcosa che lo
ricollegasse a tali omicidi. Pertanto, così come era apparso, scompare.<br />
<br />
Non così è stato per i cognati del Lo Bianco, fratello e fratellastro della moglie, che resteranno sulla scena anche negli anni successivi. Dovevano senza dubbio essere socievoli, considerato che uno di loro aveva riportato a casa il Mele; tanto socievoli che il Lo Bianco avrebbe voluto andare a cena con loro. Era la moglie che si opponeva; non gradiva che il marito si allontanasse dalla famiglia per troppo tempo, così lo rispedirono a casa, dalla moglie; questo è almeno ciò che sostiene Rotella. Giuseppe Barranca dichiarò invece come loro lo avessero invitato, ma sarebbe stato lui a rifiutare. Neanche qui ci sono certezze; l’unica certezza è che per uscire con Barbara Locci non vi erano ostacoli da interporre.<br />
<br />
Inoltre, sembra che il gruppo dei siciliani fosse anche più articolato. C’era chi era vicino di casa dei Mele, lo zio di “Virgilio”… tutti sembrano appartenere ad una comunità meglio strutturata e con una maggiore presenza sul territorio.<br />
<br />
Come si è detto prima, qualcuno (almeno a sentire Stefano Mele) era andato a casa Mele a cercare Barbara e, non trovandola, sembrava si fosse alterato; e questi era proprio “Virgilio”. Non ci sono informazioni riguardo ad eventuali reazioni al fatto che la Locci avesse portato con sé Natalino, considerato che Stefano Mele era malato a casa, e quindi Natalino avrebbe benissimo potuto rimanere con lui.<br />
<br />
Quindi noi, Lettore, a distanza di mezzo secolo possiamo almeno fare delle considerazioni sulla validità delle alternative alla “pista sarda”, alla luce di quanto scritto in rapporti e sentenze. C’è un gruppo di sardi dalle abitudini (anche sessuali) quantomeno discutibili, che è in contatto non casuale ( rapporti lavorativi, personali) con un gruppo di siciliani, che mostra di essere più strutturato (c’è un imprenditore edile, ci sono rapporti di parentela che sembrano più stretti, etc.). <br />
<br />
Nel gruppo dei sardi, c’è qualcuno che si vanta (o millanta) di aver ucciso la moglie ed averla fatta franca.<br />
<br />
E’ plausibile che delle persone che avevano avuto il loro vantaggio (anche sessuale) da questa situazione uccidessero la Barbara Locci?<br />
<br />
Ma avendo comunque deciso, per qualche motivo di farlo, è pensabile che decidessero di farlo <b><i>proprio quando era con un’altra persona</i></b>, uccidendo anche quella?<br />
<br />
Ed è pensabile che lo facessero inoltre quando c’era anche il figlio di lei, potenziale testimone, e senza eliminarlo?<br />
<br />
Ed è pensabile che il bambino si sia svegliato solo dopo sette o otto colpi di pistola, senza vedere nulla?<br />
<br />
E’ pensabile che il gruppo dei siciliani l’avrebbe fatta passare liscia ai sardi, che avevano ucciso uno di loro e fatto tre orfani, senza tentare null’altro? Non dobbiamo perdere di vista il fatto che, se è vero che poi Francesco Vinci avrebbe avuto stretti contatti con l’Anonima Sequestri, è anche vero che la Toscana è una delle regioni d’Italia, escludendo ovviamente la Sicilia, in cui la mafia si sarebbe radicata più stabilente sul territorio prima di ogni altra organizzazione, sarda, calabrese, campana, etc. E Giacomo Barranca, fratello di Giuseppe, era in soggiorno obbligato in Lombardia, misura cautelare di solito adottata per indiziati di attività delittuose connesse alla mafia; appare quanto meno improbabile che un siciliano "in odore di mafia" abbia potuto subire passivamente l'assassinio del cognato senza nemmeno tentare una reazione. A meno che, beninteso, la reazione anziché rivolgersi a "ladri di polli" (come Calamosca definì Francesco Vinci) avrebbe dovuto venire diretta contro qualcosa di più grande, <i><b>molto</b></i> più grande di un clan sardo.<br />
<br />
Ma su come poi si possa essere giunti da Lastra a Signa alla generazione di tale entità... Newton diceva, a proposito di una spiegazione della forza di gravità, <i>hypotheses non fingo</i>. Io che sono solo un blogger da strapazzo, posso solo dire <i>opiniones non fingo</i>. <br />
<br />
Ciò che mi premeva era solo parlarTi un po’, Lettore, di opinioni e verità, prendendo questa pluridecennale vicenda come spunto; se vuoi cimentarti Tu in un’interpretazione di quegli avvenimenti posso solo, come nel caso di Baccaiano, darti due suggerimenti:<br />
<br />
1) Sembra che qualcuno si sia adoperato, durante l’intera giornata, per evitare che Barbara Locci ed Antonio Lo Bianco uscissero insieme quella sera o, almeno, portassero con loro Natalino<br />
<br />
2) Il gestore del cinema e la cassiera sostennero di non essersi accorti della presenza di Natalino all’ingresso; e questo può anche essere logico in quanto, poiché il film era vietato ai minori, ed il gestore poteva temere per la sua licenza. Una cassiera dirà di averlo notato all’uscita; secondo Mario Spezi, almeno.Però, anche Natalino, in tutte le testimonianze rese da adulto, riferirà di non ricordare di essere stato al cinema; e anche Stefano Mele, nonostante quanto affermi Cecioni, che farebbe bene, anche lui, a porre più attenzione nel leggere la sentenza Rotella, dichiarerà esplicitamente “<i>di non aver mai visto sporgere la testa di Natalino dal sedile, attraverso il lunotto posteriore</i>” durante il pedinamento<br />
<br />
Potrei anche darTi qualche spunto di riflessione: la Barbara Locci aveva stipulato un'assicurazione sulla vita con Stefano Mele quale beneficiario; va da sé che se Stefano Mele fosse risultato l'assassino di Barbara Locci, non sarebbe stato liquidato. Così come, nei fatti, non lo fu. Questo, tra l'altro, renderebbe poco consistente l'ipotesi di chi vuole ancora vedere nel delitto del 1968 una motivazione economica e con essa il persistere della validità di una "pista sarda"; l'assicurazione sulla vita della Locci avrebbe consentito di riscuotere ben più della cifra che certe ipotesi vorrebbero alla base del movente dell'azione omicidiaria, ma <u><b>l'ultima</b></u> cosa da fare, volendo riscuotere la cifra per la morte dell'assicurata, sarebbe stata quella di individuare Stefano Mele come colpevole.<br />
<br />
Invece, cosa fu fatto? Ci si adoperò, anche attivamente (vedi Mucciarini), affinché Stefano Mele confessasse. In altri termini, Barbara Locci sarebbe stata uccisa e Stefano Mele sarebbe stato accusato del delitto non <i><b>a causa</b></i> di interessi economici, quanto piuttosto <i><b>nonostante</b></i> gli interessi economici.<br />
<br />Ora, Lettore, se l’assassino si fosse annidato tra i sardi, ma non fosse stato Stefano Mele, la confessione del Mele sarebbe stata funzionale al raggiungimento di un fine più elevato, prioritario rispetto al denaro, e cioè l’incriminazione del Mele per scagionare il vero assassino. Ma, se si era tanto tribolato per raggiungere tale fine, qual era il senso della segnalazione agli inquirenti, con il ritaglio di giornale, dopo Baccaiano?<br />
<br />
Ma mi rendo conto di come io mi sta spingendo troppo in là, invadendo campi che non mi competono oltrepassando il confine tra blogger e mostrologo, tra opinione e verità; è meglio che termini qui il ragionamento per ritornare a quello che costituisce il reale argomento, l’oggetto della serie.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i>RITORNIAMO FINALMENTE A</i> <b>OPINIONE E VERITA’</b>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come è stato sottolineato prima, il primo assioma pretende che il Mostro sia unico, a causa delle difficoltà nell’immaginare come diversi individui possano condividere un simile passatempo. Ma esistono, ad esempio, gli stupri di gruppo. Potresti obiettare, Lettore, che uno stupro di gruppo non sia la stessa cosa di omicidio di gruppo. E' indubbiamente vero. Non lo é esattamente nella stessa misura in cui un omicidio di gruppo non é uno stupro di gruppo. Che tipo di spiegazioni “tecniche” avrebbe potuto fornire Mario Spezi a questo? Riprendiamo un momento la “verità” di Mario Spezi. Quale sarebbe il principio inconfutabile per il quale “<i>Una malattia mentale di quel genere non si condivide, non si delega a nessun altro</i>” mentre gli stupri si condividono? Ah già, dimenticavo che anche Mario Spezi era un mostrologo e, come tale, depositario della Verità per definizione; oppure era un’evidenza di fatto a cui Spezi voleva riferirsi? Il fatto che gli stupri di gruppo siano un’attività ricreativa frequente, e gli omicidi non lo siano?<br />
<br />
Vi sono stati nella Storia innumerevoli esempi che hanno visto individui godere, in senso letterale o metaforico, della sofferenza altrui. Basti pensare alle decapitazioni dell'ISIS; qualcuno ha mai preso in considerazione la possibile esistenza di "tracce biologiche" nelle mutande di chi stava decapitando un suo simile straziandolo con un coltellino?<br />
<br />
E se poi il movente principale dell’azione omicidiaria dovesse essere rappresentato dall’esercizio di un potere sulle vittime, dalla costruzione di un personaggio inafferrabile, e dalla sfida alle istituzioni, in base a quale principio un simile movente non potrebbe essere condiviso?<br />
<br />
E d’altra parte, è esplicitamente previsto, in molte classificazioni attuali, la possibilità che gruppi di tre o più persone (superando così la limitazione imposta dalla <i>folie à deux</i> menzionata da Filastò) possano commettere omicidi seriali, addirittura con una composizione “fluida” del gruppo, in cui la presenza partecipativa dei vari componenti non sia costante. Ruben De Luca denomina tale categoria come “<i>Omicidio seriale a numero variabile</i>”, e la menziona nell’ambito di una classificazione che prevede anche l'esistenza di serial killer singoli, a coppie, o in numero di tre o più ma con componenti fissi. E riguardo alle motivazioni, o alla tipologia organizzativa, i criteri sono altrettanto vasti.<br />
<br />
Tanto vasti, Lettore, che queste, più che essere “classificazioni” si risolvono in “descrizioni” che enfatizzano solo l’estrema variabilità che contraddistingue gli esseri umani. Sarebbe come dividere gli individui in base all’altezza: nella media, superiore alla media, inferiore alla media, e poi con i capelli neri, biondi, o di tutte le gradazioni intermedie, indi la corporatura, il colore degli occhi, etc. Alla fine, ciò non ha alcun contenuto informativo, individua una miriade di singolarità di cui ognuno ha una combinazione peculiare di caratteristiche che lo rendono unico, cosicchè non possa venire accomunato ad altri in alcun gruppo specifico.<br />
<br />
Se poi ci rivolgiamo a patologie psichiatriche o ad atteggiamenti psicologici, le cose vanno ancora peggio.<br />
<br />
Ormai le patologie psichiatriche sono non solo classificate, ma persino <b><i>individuate</i></b> tramite criteri soggettivi senza la benché minima garanzia di oggettività; rispecchiano convinzioni personali, non evidenze scientifiche.<br />
<br />
La vita di relazione degli esseri viventi si esplica attraverso una serie di funzioni complesse, composte da una serie di subfunzioni, più semplici; e l'essere umano non fa eccezione. L'alterazione di una di tali sottofunzioni altera la macrofunzione che concorre a costituire, facendo comparire l'anomalia. Le subfunzioni non sono conosciute nei dettagli <i>fisiologici</i>, e così é attualmente impossibile differenziare le varianti normali dalle alterazioni <i>patologiche</i>, o stabilire a che risultato possa portare l'alterazione di una subfunzione.<br />
<br />
Il DSM (o qualunque altra classificazione equivalente) non ha pertanto alcun mezzo, scientifico ed obiettivo, per stabilire cosa sia normale e cosa non lo sia; i suoi contenuti sono verità nella stessa misura in cui é vera una "verità processuale", o falsi nella stessa misura in cui sono "fantasiose" quelle che vengono ritenute "assolutamente non veritiere" da un blogger/youtuber. I contenuti del DSM sono equivalenti alla verità mostrologiche, alla "verità romana" di Odifreddi. Ad essi bisogna credere per fede; qualunque valutazione costruita sui suoi principi, scientificamente non ha valore. Matematicamente men che meno. Fare affidamento su simili parametri per stabilire se l'entità "Mostro di Firenze" sia costituita da uno o più individui, e quali relazioni intercorrano tra di esse, é come pianificare un viaggio in una regione lontana e poco conosciuta basandosi sull'oroscopo; tu lo faresti, Lettore? Eppure, c'é chi lo fa...<br />
<br />
In generale, molto in generale, considera che il <b><i>ritenere</i></b> (senza fare riferimento a parametri oggettivi, intendo) “patologico” il comportamento di certi individui nasce dall’ovvia constatazione di non poter ricondurre a schemi razionali il loro comportamento; se io sono “normale” non posso razionalmente immaginare ciò che succede in una situazione nella quale si muove un soggetto “patologico”. I suoi pensieri, le sue azioni e le sue reazioni nascono in una mente diversa dalla mia, e quindi non li posso ricondurre agli stessi schemi che la mia mente seguirebbe, seppur in una situazione analoga. <br />
<br />
Se io ad esempio cerco di immaginarmi mentre mi preparo alle escissioni con il coltello, mi immagino mentre valuto l’ambiente circostante, la possibilità di essere visto, di lasciare tracce, etc.; ma solo perché per me praticare le escissioni sarebbe una decisione razionale, per cui tutto il resto deve adeguarsi a tale razionalità. <br />
<br />
Allora, cerco di aggirare tale ostacolo considerando l’individuo “patologico” ed affermando che, nell’impossibilità di immaginare personalmente gli impulsi che lo guidano e gli schemi che egli seguirebbe, faccio riferimento ad una patologia. Ma il comportamento “patologico” inteso in tal modo è altrettanto codificato, nella misura in cui si discosta dal comportamento che <i>per definizione</i> ritengo "normale", e pertanto la sua applicazione all’individuo rimane un’attività assolutamente razionale. Se razionalmente applico ciò che altri individui normali hanno, peraltro arbitrariamente (come nel caso del DSM) stabilito, ho solo spostato i termini del problema, senza alcuna garanzia che il mio “profilo” possa essere corretto, o almeno verosimile.<br />
<br />
La mia “verità” resterà comunque una verità di fede, una “opinione” nobilitata dai riferimenti al testo sacro rappresentato dal DSM. E vorrei tenessi presente che ciò che penso sul DSM (e tutto ciò che ad esso collegato) sarà anche “opinone” mostrologicamente parlando, ma è ampiamente condivisa. Ad esclusivo titolo di esempio (e per il principio per cui un esempio vale più di mille parole) Ti riporto lo scambio di battute avvenuto nel 2010 tra lo psichiatra americano Daniel Carlat e Robert Spitzen, presidente del comitato che aveva curato la redazione del DSM III nel 1980, riguardo a come fosse stata individuata la soglia di cinque criteri per poter porre la diagnosi di “Depressione”:<br />
<br />
Carlat: “<i>How did you decide on 5 criteria as being your minimum threshold for depression?</i>”<br />
<br />
Spitzer: “<i>It was just consensus. We would ask clinicians and researchers, ‘How many symptoms do you think patients ought to have before you give them a diagnosis of depression?’ And we came up with the arbitrary figure of five.</i>”<br />
<br />
Carlat: “<i>But why did you choose five and not four? Or why didn’t you choose six?</i>”<br />
<br />
Spitzer: “<i>Because four just seemed like not enough. And six seemed like too much.</i>”<br />
<br />
Se lo preferisci, Lettore, posso tradurti lo scambio di battute:<br />
<br />
Carlat: “Come avete fatto a decidere che il numero minimo di criteri per porre diagnosi di depressione dovesse essere pari a cinque?”<br />
<br />
Spitzer: “Solo tramite consenso. Chiedendo a diversi clinici e ricercatori: ‘Quanti sintomi ritenete che un paziente debba presentare prima di formulare una diagnosi di depressione?’ E così siamo giunti ad un valore di cinque”<br />
<br />
Carlat: “Si, ma perché avete scelto proprio cinque e non quattro? O piuttosto sei?”<br />
<br />
Spitzer: “Solo perché quattro non ci sono sembrati abbastanza. Mentre invece sei ci sembravano troppi”.<br />
<br />
Ed un principio analogo venne applicato per la “derubricazione” dell’omosessualità: una votazione, cioè l’espressione di pareri soggettivi ed individuali sull’argomento. Se io mi ritengo, per definizione "normale" ed ho determinate inclinazioni, non posso vedere nulla di "patologico" in chi ha le stesse mie inclinazioni.<br />
<br />
In questo modo, Lettore, noi possiamo far scomparire, <b><i>per definizione</i></b>, vecchie patologie così come farne comparire di nuove a nostro piacimento; questo cambia sicuramente la nostra <b><i>descrizione</i></b> della realtà, ma non cambia in alcun modo la realtà stessa. Evito qui di usare l'esempio del dito e della Luna, solo perché abusato, e spesso a sproposito.<br />
<br />
Ed ancora più incerto rimane il terreno su cui si muove la Psicologia. Vedi, Lettore, il fatto che le Scienze Biologiche (Medicina, Biologia, Veterinaria…) non siano scienze esatte, è indubbio; nondimeno, esse permangono “scienze”, potendo applicare ad entità oggettive un <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2012/08/il-metodo-scientifico.html" target="_blank">metodo scientifico</a>, sebbene non un modello matematico. La Psicologia apparterrebbe alle Scienze Sociali, nelle quali diviene molto più labile l’applicazione di un metodo scientifico; ma soprattutto manca l’esatta delimitazione dell’elemento oggettivo. Questo rende, nei fatti, vano ogni proclama della “psicologia scientifica”. Disquisire su questo aspetto qui diviene troppo lungo e complesso, prolungando ulteriormente (ed inutilmente) dei post che nell'idea originaria avrebbero dovuto essere ben più stringati; può risultare illuminante al riguardo, però, l’articolo comparso sulla rivista <i>Science</i>: “<i>Estimating the reproducibility of psychological science</i> Science 2015 Aug 28;349(6251)”. Un riferimento più sintetico, ed in italiano,può invece essere costituito dall’articolo liberamente disponibile sul Web “<i>Umberto Galimberti e la psicologia come non-scienza</i>”. Più in generale, sebbene si voglia fare risalire a Wundt l’invenzione di una psicologia “scientifica”, i concetti sui quali si basa la riferimento più classico di tale concetto è trattato nei dettagli nel celebre saggio di Karl Popper “<i>Conjectures and Refutations. The Growth of Scientific Knowledge</i>”, che risale al 1963, ma che origina da analisi che Popper cominciò a condurre già nel 1913. Essenzialmente si basano sulla “non falsificabilità” (si era già accennato, nel primo post dedicato alla Verità ed al Mostro, al concetto di come la “falsificabilità” fosse una qualità positiva della Scienza) delle pseudoscienze, che deriva dal fatto di poter adattare alla bisogna i loro paradigmi alle osservazioni. E la possibilità di definire la realtà sulla base di definizioni, e pretendere di cambiare la realtà cambiando al volo, se necessario, tali regole é esattamente ciò che accade con il DSM. O la contrapposizione tra la verità del mostrologo e l'opinione dell'uomo comune.<br />
<br />
Per avere anche solo un’idea di quanto siano proteiformi ed indefinibili i contorni che definiscono le entità sulle quali la Psicologia pretende di condurre ricerche scientifiche è sufficiente considerare, per quel che riguarda l’entità “coscienza”, l’introduzione del saggio, peraltro ottimo ed affascinante, di Julian Jaynes dal titolo:<br />
<br />
<i>THE ORIGIN OF CONSCIOUSNESS IN THE BREAK DOWN OF THE BICAMERAL MIND</i>, pubblicato in italiano da Adelphi con il titolo “<i>Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza</i>”</div><div style="text-align: justify;"><br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Una sola persona con le caratteristiche di una moltitudine</b></i>
</span></div> </div><div style="text-align: justify;">Ma poiché il mio spazio, ma soprattutto la Tua pazienza, Lettore, si approssimano ormai al termine, in questa sede non posso che concludere limitandomi a mostrarTi queste tabelle tratte da:<br />
<br />
<b>Sexual Homicide: Patterns and Motives</b> <i>Robert K Ressler, Ann W Burgess, John E Douglas</i> e che sono state riprese da diversi autori italiani, come Picozzi e Zappalà o lo stesso De Luca<br />
<br />
Su di esse ho indicato le caratteristiche mostrate dall’entità “Mostro di Firenze” che non consentono di classificare il Mostro come “organizzato” o “disorganizzato” ; come vedi alcuni elementi caratterizzano una tipologia mentre altri, pur presenti nei delitti del Mostro, caratterizzerebbero la tipologia opposta.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg88WmNFODVirOXgRVqa_ktgeXoWSDXccApyRDyTrKLsYEPRHOsRnBr84gxFo8BJePxloFFx508e72D4RKBXirecObN3pTcGA7vnVL1-2vV3OVm835EO9uEXOVtC0oH1eSxANcbAgHtrxtaKqWqjoFn-2k906KNAoUWcsyn39Deqns9mJgSDWm6zH8B=s652" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="453" data-original-width="652" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg88WmNFODVirOXgRVqa_ktgeXoWSDXccApyRDyTrKLsYEPRHOsRnBr84gxFo8BJePxloFFx508e72D4RKBXirecObN3pTcGA7vnVL1-2vV3OVm835EO9uEXOVtC0oH1eSxANcbAgHtrxtaKqWqjoFn-2k906KNAoUWcsyn39Deqns9mJgSDWm6zH8B=s320" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj9WjZouULA8bs4jmlyozNT9W-pN0L9CrHllVapOhg9rY0OZyXKbDC2ljKO2g9TKfid1Q38c-Gh7pIXUcf4FfCFhaeFtgpPS0yUg1REkbKclxcLDFyxW_4JQDSeh7YMkd_OLn245iWEQDQikw2gXZinnLheOVjMaGpMnZBNKPGXkV8ZgNi9uIt4TV95=s614" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="368" data-original-width="614" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEj9WjZouULA8bs4jmlyozNT9W-pN0L9CrHllVapOhg9rY0OZyXKbDC2ljKO2g9TKfid1Q38c-Gh7pIXUcf4FfCFhaeFtgpPS0yUg1REkbKclxcLDFyxW_4JQDSeh7YMkd_OLn245iWEQDQikw2gXZinnLheOVjMaGpMnZBNKPGXkV8ZgNi9uIt4TV95=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Facendo fede a tali tabelle, l’entità “Mostro di Firenze” non potrebbe essere riconducibile ad una singola tipologia di omicida, e pertanto difficilmente potrebbe essere costituita da una sola persona.<br />
<br />
Uno degli autori italiani, però, si affretta a precisare come la dicotomia creata dall’FBI non sia così netta “<i>in quanto la maggior parte degli assassini seriali, così come gli esseri umani in generale, presentano elementi di organizzazione e disorganizzazione, miscelati in una gradazione variabile da soggetto a soggetto</i>”<br />
<br />
Persino <i>Davide Rossi</i>, che pure ha condotto un lavoro di gruppo pregevole, è costretto a descrivere il suo uomo come qualcuno che sappia maneggiare le armi, che sappia muoversi con sicurezza, che sia in grado di costruire doppi fondi sulle automobili e riverniciarle, che faccia diversi sopralluoghi diurni e notturni nella zona dove colpirà, che sappia come eludere i posti di blocco, che sia consapevole delle trappole tese dagli investigatori, che riesca a non farsi mai individuare, che abbia un atteggiamento insospettabile, che pianifichi nei particolari ogni aspetto dell’omicidio, dall’occultamento della propria vettura alla via di fuga, che possa avere un rifugio, etc.… <br />
<br />
E ritengo che <i>Davide Rossi</i> abbia condiviso, almeno in parte, la profilazione con Emanuele Santandrea che, in più, attribuisce al Mostro di Firenze notevole forza fisica, vista e udito eccezionali, capacità di muoversi al buio, capacità di orientarsi con le stelle, capacità di uccidere a mani nude, sceglie le vittime… questo, Lettore, non è il ritratto di uno psicopatico. Questo è Diabolik.<br />
<br />
Che una sola persona possa fare ciò non è assolutamente impossibile; nondimeno, resta improbabile. Ci sono persone che da sole riescono a spostare, tirandoli con delle funi, persino dei TIR, ma sono casi eccezionali; fra loro Björnsson, in grado di sollevare da terra 500 kg. Però Lettore, se tu entrassi in un locale dove non c'é alcun sollevatore, e ti rendessi conto che un motore ad otto cilindri comprensivo di trasmissione è stato sollevato da terra e poggiato su un supporto, quale spiegazione riterresti più probabile? Che sia stato spostato con la collaborazione di più persone, insieme, o che sia Björnsson che passava da quelle parti? E se questo fosse avvenuto ben <b>sette volte</b>? Non ti apparirebbe quantomeno improbabile?<br />
<br />
Eppure, i vari <i>profiler</i> (di Quantico <i>in primis</i>) continuano a sostenere con sicurezza l’unicità dell’autore, e lo fanno avvalendosi di “strumenti” che non sono in grado di garantire sicurezze di alcun tipo. Discutere su queste basi può mai portare a conclusioni? <br />
<br />
Chiunque abbia preso in considerazione le possibili spinte che hanno condotto a questa serie omicidiaria, è giunto a conclusioni diverse; si spazia dal <i>lust murder</i> all’omicidio su commissione di sette sataniche, passando per terrorismo di destra e servizi segreti. E ciò nonostante i mirabili strumenti messi a disposizione dalla Moderna Criminologia.<br />
<br />
Perché, Lettore, qui non si tratta solo di un insuccesso investigativo e giudiziario; si tratta soprattutto del fatto che ci si avvale di tecniche ammantate di un’aura di scientificità, ma che non sono nemmeno in grado di generare un ipotetico profilo condiviso da tutti, che possa mettere tutti d'accordo.<br />
<br />
Niente punti fermi, niente basi oggettive, niente verità scientifica, solo valutazioni personali, tutte discordanti; valutazioni personali discordanti che però, non appena declamate da un Mostrologo, assurgono al rango di verità assoluta. Il resto sono “ipotesi fantasiose”, “scorie” o nel migliore dei casi, “opinioni”.<br />
<br />
Vi sarebbe da chiedersi cosa abbia generato il primo assioma, relativo all’unicità del Mostro. E’ mia opinione (non in senso mostrologico, ma nel senso dato al termine dalle persone normali) che il processo dei “compagni di merende” abbia avuto una grande parte nel generare una sorta di reazione tra i mostrologi, che fa vedere loro l’ipotesi delle più persone come fumo negli occhi. Ma una parte ben più grande, sia presso i mostrologi, sia presso alcuni inquirenti, deve aver giocato il criminal profiling. Per quanto riguarda poi gli inquirenti, ritengo vi sia un’altra componente, cruciale, che sembra aver impedito loro di vedere ciò che era macroscopico; ma poiché il mio spazio ed il mio tempo volgono al termine, non vi é alcuna possibilità di accennarne. <br />
<br />
Così, Lettore, sono costretto a terminare qui, scusandomi con Te per l'eccesso di punti interrogativi che ho usato prima, al termine delle mie frasi. Ripongo l'entità "Mostro di Firenze" nel dimenticatoio dal quale l'avevo tratta, e torno alla mia attività di blogger di strapazzo; lascio ai mostrologi vecchi e nuovi l'onere di continuare a rivelare tutte le verità passate presenti e future, augurando loro buona fortuna. E senza darsi troppo fastidio l'un l'altro: se si organizzano a dovere, c'é spazio per tutti, ed ancora ce ne sarà per anni.<br />
<br />
Prima di terminare, però esprimere un ultimo pensiero, che riguarda le vittime piuttosto che gli assassini o sedicenti tali… se i bossoli ed i proiettili fossero davvero stati sostituiti, ciò significherebbe solo che l’arma usata per l’omicidio Lo Bianco-Locci non era quella del Mostro di Firenze; ma era comunque una calibro 22 semiautomatica.<br />
<br />
Quindi, nel 1968 una coppia appartata, di cui l’uomo era un palermitano, sarebbe stata uccisa a colpi di calibro 22 semiautomatica, che non è quella del Mostro, il portafogli di lui non è gli stato trovato addosso, è stato invece rovistato nella borsetta di lei, ma senza prendere i soldi, e non sono state inferte coltellate, né è stata mutilata… perché quanto accaduto nei pressi del Serchio, nel lucchese, sedici anni dopo, è stato interpretato come una rapina finita male? Perché sul fondello dei bossoli non c’era una “H”? Ma, come ho detto prima, Lettore, <i>opinones non fingo</i>.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>CORAGGIOSO IL MERCOLEDI'</b>
</i>
</span></div><br />
Ma se, per caso, animato da velleità letterarie, avessi voluto dare libero sfogo alla mia fantasia, per scrivere, ad esempio, un romanzo senza alcuna base reale, come l'avrei fatto?
<br />
<br />
Be', con ogni probabilità l'avrei intitolato "Coraggioso il mercoledì", e la trama, in grandi linee, sarebbe stata simile alla seguente; tengo a ribadire come l'origine <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">totalmente fantasiosa di essa sia mostrologicamente certificata</a>, sebbene in qualche modo aderente a quanto riportato a pag. 19 di <i>Servizi segreti italiani. 1815‐1985</i> del gen. Ambrogio Viviani:
<br />
<br />
<i>Nel secondo dopoguerra, in seguito alle conferenze di Teheran, Jalta e Potsdam, si determinò una situazione di conflitto latente tra l'Unione Sovietica ed il blocco occidentale, del quale facevano parte gli USA, che avrebbe dato luogo alla cosiddetta "guerra fredda".
<br />
<br />
Nell'ambito di tale situazione. gli USA si adoperavano attivamente in Italia affinché eventuali legami, politici e non, con l'Unione Sovietica, venissero inibiti; tale attività veniva eseguita, in maniera del tutto ufficiosa, tramite certi apparati statali, che spesso facevano ricorso ad organizzazioni di tipo politico o di tipo criminale.
<br />
<br />
D'altra parte, in certe regioni d'Italia, gli americani, sempre perseguendo un fine anticomunista, avevano contatti diretti con ambedue le tipologie di organizzazione già da prima della fine della guerra.
<br />
<br />
Negli anni della contestazione giovanile, qualcuno, che in qualche modo faceva da tramite tra alcuni apparati statali e certe organizzazioni criminali, decide di fare il salto di qualità. Per quanto sommariamente addestrato, non é un militare, quanto piuttosto una via di mezzo tra un infiltrato ed un informatore, sul libro-paga dell'organizzazione ed a cui, come d'uso in simili casi, viene assegnato uno pseudonimo; ma ad un tratto ritiene di poter ricavare un ulteriore utile dalla sua posizione o vendendo informazioni o minacciando di farlo, ma ponendosi comunque in una "posizione contrattuale" diversa, meno subordinata. Inoltre, fa il gradasso, mettendosi in mostra ed usando lo pseudonimo anche quando non dovrebbe.<br />
<br />
Un ufficio, parte degli apparati statali, ne decide pertanto l'eliminazione, che deve avvenire senza destare sospetti; affidando l'operazione ad un'apposita squadretta, messa insieme per svolgere tale servizio .<br />
<br />
I tempi sono piuttosto stretti e per una serie di fatti contingenti non risulta possibile organizzare un falso incidente, così la squadretta é costretta a ricorrere ad un omicidio; si presenta l'occasione di poter fare apparire l'omicidio come un "delitto d'onore", e per questo si sceglie una calibro 22, arma adatta alla messinscena.<br />
<br />
L'incolumità di un minore coinvolto suo malgrado nella vicenda, viene contrattata barattandola con una confessione di colpevolezza di qualcuno, che suggelli definitivamente l'episodio e storni i sospetti escludendo così, pur in presenza di numerose zone d'ombra, altre possibili interpretazioni in chiave diversa. Un reo confesso é una garanzia di successo; ed infatti l'episodio viene archiviato come banale fatto di cronaca. D'altra parte, il reo confesso sarebbe proprio il padre del minore, cosicché il fatto che quest'ultimo venga risparmiato corrorebbe la sua confessione.<br />
<br />
Trascorre qualche anno, che reca con sé anche qualche sovvertimento politico, uno dei quali coinvolge, anzi travolge, pure (o soprattutto) l'ufficio che si era occupato della summenzionata vicenda; anzi, l'ufficio viene addirittura chiuso, smantellato. Chi occupava posizioni verticistiche viene inviato altrove, ufficalmente, come sempre accade in simili casi, per un avanzamento di carriera, ma la realtà é che deve essere rimosso per motivi politici; mentre i gruppi operativi di base transitano nelle nuove strutture. Così, la nota squadretta passa, almeno formalmente, alle dipendenze di nuovi direttori; ma nella sostanza, suoi componenti rimangono uniti.<br />
<br />
I quadri intermedi, senza la guida dei capi, che consideravano a tutti gli effetti dei punti di riferimento e dai quali erano protetti e sostenuti, pianificano, di concerto con i componenti della squadretta, un'operazione finalizzata a gettare discredito sui nuovi arrivati, sulle strutture che questi gestiscono, per nuove o rinnovate che siano, e conseguentemente sui loro referenti politici.<br />
<br />
In altri termini, l'operazione, da condurre, da parte della nota squadretta, con pochi scrupoli, deve mettere in palese difficoltà il nuovo </i>establishment<i>, dimostrandone l'inefficienza e generando un perenne stato di insicurezza nella cittadinanza; e tutto ciò con il beneplacito dei quadri intermedi. Ciò anche perché il nuovo </i>establishment<i> ha posizioni più morbide verso certe correnti politiche precedemente avversate.<br />
<br />
L'intero piano prende ispirazione da un </i>format<i> ben conosciuto dalla squadretta, ma con l'importante variante che mentre nel piano originale era fondamentale che l'azione avesse </i>meno<i> risonanza possibile, per non destare sospetti, qui invece l'obiettivo da conseguire é la </i><b>massima</b><i> risonanza possibile.<br />
<br />
Di conseguenza, se prima l'era necessario assicurare subito un colpevole alla giustizia, così da distogliere immediatamente l'attenzione dell'opinione pubblica, ora deve essere perseguito il fine esattamente opposto, cioè impressionare l'opinione pubblica senza la possibilità di individuare un colpevole, mantenendo la cittadinanza nell'incertezza e screditando chi dovrebbe, a livello istituzionale, risolvere il problema.<br />
<br />
Chiaramente, in accordo al </i>format<i> originale, l'arma più adatta sarebbe stata di un tipo non lontanamente assimilabile ad quelle usate in ambito militare, o dalla criminalità organizzata; una calibro 22, che potesse più facilmente essere in possesso di un cittadino comune, risultava l'arma più adatta. Viene così creata un'arma fittizia, inesistente, e quindi impossibile da individuare, esplodendo due intere scatole di cartucce Winchester LR22 con una semiautomatica Beretta, a canna corta, e conservandone i bossoli. La Beretta viene poi distrutta.<br />
<br />
Poiché l'arma é adatta alla rappresentazione, ma inadeguata alla bisogna, si supplirà alle deficienze con arma da taglio, assicurandosi che nessuna delle vittime sopravviva. Ciò potrà fornire inoltre quell'impatto emotivo che impressioni l'opinione pubblica, cosicché gli eventi restino ben impressi.<br />
<br />
La scelta delle vittime avviene anche su base "politica"; da un lato essa segue le direttive dell'ufficio originale, dall'altro si configura anche come una sorta di risposta verso i responsabili dello smantellamento dell'ufficio stesso.
Esse in effetti vengono uccise con una calibro 22, ma i bossoli non vengono lasciati sul posto, ed in luogo di essi vengono sparsi quelli messi da parte appositamente per il progetto. Si procede quindi ad una forma volutamente impressionante di vilipendio di cadavere. <br />
<br />
Il risultato ha certamente un grosso impatto emotivo; tuttavia le interpretazioni della stampa e della collettività non sono univoche. Sebbene l'azione risulti indubbiamente impressionante, non é perfettamente chiaro quale possa esserne il movente.<br />
<br />
Trascorre qualche tempo, e nell'area interessata dall'operazione, avviene qualcos'altro: ai vertici di apparati istituzionali locali viene nominato qualcuno che ha uno strettissimo legame con il diretto responsabile, il "mandante" dello smantellamento dell'ufficio operato qualche anno prima. Ed inoltre, questo qualcuno ha già assunto posizioni eccessivamente dure con qualche rappresentante delle organizzazioni politiche che finora avevano agito di concerto con gli apparati statali.<br />
<br />Le operazioni vengono allora replicate, ma con una minore attenzione alla tipologia delle vittime, ed una maggiore attenzione al dettaglio sensazionalistico. Le modalità di vilipendio del cadavere vengono variate in corso d'opera, anche in dipendenza dai componenti della squadretta, che non sono sempre tutti presenti; in un caso,un escissore troppo zelante giunge ad esporre addirittura le anse intestinali di una delle vittime. Inoltre, dopo qualche episodio uno dei componenti fondamentali della nota squadretta, in posizione di supervisore, viene meno, ed in seguito a ciò l'azione diviene ancor più disomogenea e, in qualche caso, pasticciata; ed anche a ciò occorre porre rimedio.<br /><br />Vi é comunque una evidente difformità nel modo in cui ogni singola operazione é condotta; ma l'analisi dei reperti balistici gioca un ruolo fondamentale, evidenziando comunque una continuità di agente dei crimini; lo stratagemma della Beretta ha funzionato, e nell'ambito giornalistico o degli inquirenti si cercano giustificazioni delle difformità tra i vari eventi salvaguardando il principio dell'identità dell'arma, che diviene automaticamente "identità di agente".<br />
<br />
Tale identità costituisce l'unica base di organizzazione delle indagini; d'altra parte, però, ciò contribuisce a far divenire un po' più concitata l'azione, e senza andare tanto per il sottile. Questo perché non appena qualcuno viene arrestato per i delitti, il gruppo deve intervenire con un nuovo evento.<br />
<br />
E ciò evidentemente non per "scagionare" il presunto colpevole e nemmeno per "intestarsi i delitti", ma per la ragione, molto più banale, che l'arresto dell'autore del crimine farebbe ritenere all'opinione pubblica che il problema sia stato risolto, dando alla popolazione un rinnovato senso di sicurezza nonché un'immagine di efficienza delle forze dell'ordine smorzando al contempo le paure della cittadinanza, ambedue effetti contrari a ciò che si intende conseguire.
Pertanto, ad ogni arresto deve corrispondere un'azione che mostri come in realtà il pericolo non sa cessato e le istituzioni abbiano ancora una volta fallito. Ma soprattutto, occorre scongiurare il pericolo che chi sa, parli; se viene arrestato, occorre grantirgli che venga rimesso in libertà in cambio del silenzio. Se in galera, sotto pressione, decide di parlare, le minacce potrebbero non essere più sufficienti.<br />
<br />
La squadretta gode, come già accennato, di protezione locale, garantita da chi occupava, ed occupa ancora, posizioni intermedie, ma é rimasto legato politicamente ed ideologicamente, ai vecchi capi caduti in disgrazia ed ad essi fedeli. Le azioni restano in realtà, se non proprio maldestre, almeno poco curate nei particolari: il numero dei bossoli e dei colpi esplosi non coincide e ciò rende le dinamiche impossibili, il vilipendio del cadavere é incostante nella tipologia, ed a volte é assente, a causa della variabilità nei componenti del gruppo, le escissioni sono "asettiche" e non mostrano una chiara pulsione sessuale alla base di esse, in quanto "teatrali" etc. <br />
<br />
Può accadere che qualcuno dei componenti del gruppo venga avvistato nei pressi del luogo dell'operazione; o che possa addirittura essere vista l'intera squadretta in azione o nelle immediate vicinanze temporali di questa. E ciò perché il teatro dell'azione può avere delle frequentazioni notturne da parte di individui che, nonostante le precauzioni prese (allontanamento di possibili testimoni, scelta di notti non illuminate dal chiarore lunare, che permetterebbe di cogliere movimenti di persone anche da una certa distanza) si imbattano accidentalmente negli eventi. In questo caso, il collaudato sistema della minaccia dell'uccisione dei figli riesce a far tacere gli inaspettati testimoni senza dover ricorrere ad ulteriori omicidi, che aumenterebbero i rischi di essere individuati, compromettendo inoltre non solo l'operazione, ma soprattutto l'apparato da cui essa ha origine.
<br />
<br />
L'identità dell'arma riesce però a rimediare a tutte le manifestazioni di pressapochismo; tutto ruota intorno alla fantomatica Beretta, cosìcché si ritiene di dover trovare giustificazione ad ogni incongruenza ricorrendo a spiegazioni che in alcuni casi giungono fino alle più inverosimili fantasie. Esse alla fine generano una sorta di "Superman" agile, forte, abile, ben addestrato che riesce ad aggirare le trappole poste in essere dalla polizia facendosi beffe degli inquirenti. E tutto questo nonostante vi siano una serie di "suggestioni" che indichino, con pochi dubbi, come nella vicenda siano coinvolte più persone, ed esse abbiano accesso a delle informazioni che sarebbero più alla portata di qualcuno vicino alle istituzioni che di Superman.<br />
<br />
L'ultimo atto é l'invio di proiettili e lembi di cute alla parte avversa, azione che rasenta il dileggio proprio per sottolinearne l'inadeguatezza e gettare il massimo del discredito sul loro operato.<br />
<br />
Ed é l'ultimo atto proprio perché la situazione evolve ancora; le persone cambiano nuovamente; e la necessità di certe operazioni, peraltro terribili, viene meno. Esse non hanno più alcuna giustificazione.<br />
<br />
E con il cambiare delle persone, anche gli assetti degli uffici evolvono ulteriormente. Tanto che se prima, all'interno di qualcuno di essi, c'era chi si fosse posto il problema, avanzando ipotesi riguardo a gruppi di persone potenzialmente responsabili di questi crimini, successivamente l'ulteriore evoluzione conduce alla sparizione delle ipotesi precedenti ed alla generazione di nuove, che fungano da schermo suffragando l'ipotesi di un killer unico. Anzi, viene addirittura scritto un romanzo, che sebbene di poco successo, avrà una ristampa; in esso, nel quale si tenta di far convergere ogni singolo evento attinente alla vicenda, viene fornita una spiegazione verosimile dell'accaduto, assolutamente coerente con l'ipotesi di un killer unico, e che, strizzando l'occhio agli indizi raccolti nella vita reale, sembra voler suggerire qualcosa. Qualcosa di diverso da ciò che é realmente accaduto, ovviamente, stornando l'attenzione da possibili, più veritiere, ipotesi.<br />
<br />
Né alcuna prova inequivocabile potrà mai trovarsi al riguardo. E' infatti nello stile dell'ufficio da cui tutto ha origine, pur non potendo evitare di lasciare qualche indizio, compiere determinate operazioni senza che ne rimanga la benché minima traccia documentale.
<br />
<br />
Alla fine, una volta spento l'incendio, occorre recuperare dalle ceneri ciò che si può, rimediando, per quanto possibile, il danno che le istituzioni, messe in difficoltà da questa vicenda, hanno patito. Così, con la stessa disinvoltura e la stessa mancanza di scrupoli con la quale quella che, bene o male, una parte dello Stato aveva perseguito i suoi fini ammazzando quindici innocenti, un'altra parte dello Stato commina senza esitazione pene gravissime a persone altrettanto innocenti. O distrugge le loro vite.</i><br />
<br />
Ed al termine di quest'ultimo atto, nient'altro di nuovo sembra più accadere ed il romanzo finisce; mi duole, Lettore, ma non ho trovato modo di far rientrare le "morti collaterali" nella trama. Sembra non esserci posto per loro. Con l'unica <i>possibile</i> eccezione rappresentata dalla morte di Francesco Vinci.<br />
<br />
<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_9.html" target="_blank">Ti lascio</a> con quest’ultima, banale, considerazione.
</div>
<br />
<br />Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-86271460255052040732022-02-08T21:53:00.020+01:002022-07-16T06:29:51.457+02:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: Parte IV<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>I saw it as a perfect mosaic, each person playing his or her allotted part. It was so arranged that, if suspicion should fall on any one person, the evidence of one or more of the others would clear the accused person and confuse the issue.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Hercule Poirot</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi3dE3gQOwZQ5TLsT7O1EyJbFIp5MxYDDGp2m1TJzR9v-ucI1HrfU2dL1MyYbeMPlH9anO9Dq1cm7TYwy2vAO2OpyW06X4WRrcD0QuR4vZNVtD4E9xVQ-wsxRL9IXmJNySRGqJ_l6WUvEYIN1nBcmc4rFiQK8gmwbo9hm0iB6uWHsSsrOu7-B1XssUv=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="863" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi3dE3gQOwZQ5TLsT7O1EyJbFIp5MxYDDGp2m1TJzR9v-ucI1HrfU2dL1MyYbeMPlH9anO9Dq1cm7TYwy2vAO2OpyW06X4WRrcD0QuR4vZNVtD4E9xVQ-wsxRL9IXmJNySRGqJ_l6WUvEYIN1nBcmc4rFiQK8gmwbo9hm0iB6uWHsSsrOu7-B1XssUv=s320" width="320" /></a></div>
<br />
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<div style="text-align: justify;">
<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_76.html" target="_blank">Avendo verificato</a> come, al di là delle dogmatiche verità mostrologiche, non possa, in alcun modo, essere ragionevolmente escluso che l’unicità dell’arma usata nel delitto di Lastra a Signa nel 1968 e per i delitti del “Mostro di Firenze” sia un falso, ciò pone le premesse indispensabili per procedere nelle riflessioni su opinioni e verità.<br />
<br />
E' palese, infatti, che la segnalazione, qualora bossoli e proiettili non fossero stati disponibili, non avrebbe portato a nulla. E d'altra parte, Lettore, si deve considerare che se l'entità “Mostro di Firenze” (un singolo, una pluralità, un'organizzazione, un fiancheggiatore, un parente, un fan...) aveva avuto modo di accedere agli archivi per sapere dell'esistenza del fascicolo e della busta con i reperti, e quindi dell'interruzione della catena di custodia, per esso, o per qualcuno collegato con esso, sostituire i reperti sarebbe stato facilissimo. <br />
<br />
E non ti lasciare ingannare da verità mostrologiche e nemmeno eretiche, che vedrebbero nella necessità di ottenere reperti simili una difficoltà insormontabile, con l'esplosione di chissà quanti colpi, l'uso di gelatine balistiche, ed improbabili altri artifizi da romanzo giallo; credo che per il Mostro di Firenze, almeno dopo la ricostruzione di Baccaiano, sia divenuto chiaro che chi é coinvolto in questa storia, come hai potuto vedere, non legge le perizie, non legge i rapporti, eppoi ha, evidentemente, i suoi metodi ed i suoi canali...nel caso, gli sarà bastato esplodere un decina di colpi contro una carcassa, raccattare a casaccio cinque bossoli (qualora, beninteso, non fossero già stati disponibili), estrarre (quasi) altrettanto a casaccio cinque proiettili, e portarli in Tribunale, infischiandosene della stretta somiglianza. Chi avrebbe mai verificato se fossero gli originali o meno? Gli investigatori non si sono mai curati più di tanto del fatto che a volte il numero di bossoli neanche corrisponda ai colpi sparati…<br />
<br />
Né, essendo spillati al fascicolo, la sua sostituzione avrebbe comportato quell’azzardo descritto in “Coniglio il martedì”; nella realtà le cose sarebbero state di gran lunga più semplici, come d’altra parte ci conferma <i>Davide Rossi</i>:<br />
<br />
"<i>Sul fatto dei bossoli posso dire che in tribunale può succedere qualsiasi cosa. Le procedure sarebbero precise, ma in realtà, a volte, all'interno dei faldoni si trova di ogni... cioè, quindi... é meglio... tralasciare questo aspetto</i>"<br />
<br />
Resterebbe da stabilire, prescindendo dal fatto che il Mostro o chi per lui abbia effettivamente sostituito i reperti, quale fosse lo scopo dell’azione realmente significativa, e cioè inviare, a distanza di ben quattordici anni dall’omicidio, il fatidico ritaglio di giornale. Perché?<br />
<br />
Anche qui, le possibilità sarebbero solo due: o per effettuare un depistaggio, o per fornire un suggerimento. Esisterebbe, per la verità, una terza possibilità, evocata dal famigerato biglietto dello “zio Pieto”, ma non la considererò qui; caso mai, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">alluderò ad essa più avanti</a>. Non vorrei alzarmi dal letto, domattina, e vedere riflessa nello specchio l’immagine di un mostrologo anziché del solito blogger da strapazzo. Eppoi, ai fini del presente ragionamento, sarebbe relativamente ininfluente; pertanto Lettore, preferisco continuare sulla linea fin qui seguita.<br />
<br />
Il fatto che ciò sia avvenuto subito dopo Baccaiano renderebbe più verosimile l'ipotesi del depistaggio, resosi opportuno, in via precauzionale, a causa del parziale fallimento dell’operazione. Ma soprattutto alla comunicazione relativa al fatto che Mainardi avrebbe parlato: in fondo, falsa informazione contrapposta a falsa informazione. Depistaggio contro depistaggio. Mostro di Firenze contro Istituzioni: 1 a 1.<br />
<br />
<i>Davide Rossi</i>, interloquendo con il carabiniere che gli parlò del ritaglio, concorda con lui che il "Mostro" lo abbia fatto per “intestarsi il delitto”, per attribuirsene la paternità (partendo però dal punto di vista che l'arma fosse sicuramente la stessa). Ci sarebbe da chiedersi perché, se il "Mostro" desiderava questo, ci abbia messo <b><i>quattordici anni</i></b> per farlo, ed abbia lasciato marcire in galera il povero Stefano Mele; quando, a detta di tutti il "Mostro" si sarebbe sempre adoperato per scagionare chi era in galera, addirittura compiendo altri delitti, e dimostrando come il malcapitato non fosse il "mostro". <i>Davide Rossi</i> sostiene che l’attesa sia stata deliberata; ma d’altra parte, qui si trattava solo di inviare un ritaglio di giornale... <br />
<br />
Ma quand'anche così fosse, il fatto di "intestarsi" un altro delitto, rappresenterebbe comunque una sorta di suggerimento: "<i>bada che anche quella volta ero io, e non altri</i>".<br />
<br />
Ma d’altra parte, se anche fosse un suggerimento, bisogna considerare come esso potrebbe anche <b><i><u>non</u></i></b> essere pervenuto dall'entità "Mostro di Firenze"; ad esempio potrebbe essere giunto da qualcuno a conoscenza dei fatti, o anche qualche (magari ex)componente dell'entità "Mostro di Firenze", che avesse voluto interrompere la serie delittuosa, pur non potendo esporsi in prima persona con una denuncia diretta.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Una tabella a doppia entrata</b>
</i>
</span></div><br />
Comunque sia, Lettore, avremmo quattro combinazioni, quattro possibilità:<br />
<br />
- l'arma é la stessa, e l'invio del ritaglio é un depistaggio<br />
<br />
- l'arma é diversa, e l'invio del ritaglio é un depistaggio<br />
<br />
- l'arma é la stessa, e l'invio del ritaglio é un suggerimento<br />
<br />
- l'arma é diversa, e l'invio del ritaglio é un suggerimento<br />
<br /></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2LEw72ULh9BNuFe2Qx98mWzLhkRkCmCrWyCCM2BJobcRbIOjiuwxKWeFThgu3FMYjPaQL3uYn-XfVl0f7Ebr0Tp6pRnR2JG3ap6xf8Zbwl9mJpauqAbE14_lvPGsVqfCsImj-rVMJk2DnSd2zEjZna8LGJbOWTnucfNoG9rc-Noxd0DHEeHq694_n/s1024/tab1.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="543" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2LEw72ULh9BNuFe2Qx98mWzLhkRkCmCrWyCCM2BJobcRbIOjiuwxKWeFThgu3FMYjPaQL3uYn-XfVl0f7Ebr0Tp6pRnR2JG3ap6xf8Zbwl9mJpauqAbE14_lvPGsVqfCsImj-rVMJk2DnSd2zEjZna8LGJbOWTnucfNoG9rc-Noxd0DHEeHq694_n/s320/tab1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma allora non vi sarà mai modo di sapere se i reperti nel fascicolo fossero quelli originali o no? Be’, a questo punto no, con ogni probabilità. Qualcuno (compreso <i>Davide Rossi</i>) parla dell’esistenza di fantomatiche fotografie, che però nessuno ha mai visto. E se esistessero, almeno il GIDES, dopo i dubbi sollevati dal Sovrintendente Natalini (che, per quanto infondati, Giuttari fece propri) le avrebbe recuperate per controllarle; ma di esse sembra non esservi traccia.<br />
<br />
Quando Zuntini consegnò la perizia ultimata, venne redatto il relativo processo verbale con il quale il perito dichiarava di consegnare n. 24 fogli scritti a macchina. Inoltre vi si trova scritto: “<i>Si dà altresì atto che <b><u>restituisce</u></b> due fascicoli di alcune fotografie ed i reperti costituiti da cinque proiettili cal. 22 e cinque bossoli per cartuccia Winchester cal. 22</i>”. Pertanto, la perizia consisteva solo in 24 fogli dattiloscritti, mentre le uniche fotografie di cui si fa menzione vengono <b><i>restituite</i></b> insieme ai bossoli, trattandosi evidentemente delle immagini riprese dai Carabinieri, e che erano state fornite a Zuntini, insieme a bossoli e proiettili, per redigere la perizia.
<br />
<br />L’unica verifica che sarebbe possibile fare è, qualora non sia già stato fatto, è quella relativa alle immagini dei bossoli riprese dai carabinieri di Signa quando reperirono i due bossoli all’interno della vettura il giorno dopo il delitto (quelli trasmessi in data 25 agosto 1968, con foglio n. 49/42-2). I carabinieri sicuramente ne documentarono la posizione, ma si potrebbe verificare se esistano, se non delle vere “macrofoto”, delle fotografie comunque più dettagliate dalle quali possa desumersi qualche macroscopica particolarità morfologica.<br />
<br />
Ma d’altra parte non è detto che ciò sia indispensabile; potrebbe alla fin fine essere inutile. E a questo punto Lettore sono costretto a darti una cattiva notizia: anche lo sforzo in cui ti sei prodotto per leggere i miei sproloqui fin qui è stato inutile.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>La tabella a doppia entrata diviene una dicotomia, una semplice alternativa</b>
</i>
</span></div><br />
Perché, vedi, Lettore, questo è come fosse un gioco di prestigio, in cui il prestigiatore esegue un’azione, un “trucco”, che, attraendo l’attenzione degli spettatori, evita che essi si focalizzino sull’evento reale; e qui l’evento significativo non è la scoperta che l’arma fosse la stessa, per vera o falsa che sia tale scoperta. Quello è il “trucco”. <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">L’evento realmente significativo è l’invio del ritaglio di giornale</a>.<br />
<br />
Infatti, se l’arma dovesse essere la stessa, va da sé che esiste un qualche, forte, legame tra il delitto di Signa e quelli del Mostro di Firenze; rapporto che si prolunga comunque fino all’interno del Tribunale, e che dava cognizione, a colui che ha inviato il ritaglio, del fatto che bossoli e proiettili fossero rimasti nel fascicolo.<br />
<br />
Ma anche quando l'arma non dovesse essere la stessa, per far finta che lo fosse il Mostro doveva comunque scegliere un delitto commesso con una calibro 22; inserire proiettili e bossoli della sua calibro 22 nel fascicolo di un delitto commesso con una, ad esempio, calibro 9 non sarebbe stata una buona idea.<br />
<br />
E tra i delitti commessi con una 22, doveva sceglierne uno per il quale fosse stato usato munizionamento Winchester (problema ineludibile, in quanto ciò si trova documentato nella perizia Zuntini), e fosse possibile la sostituzione; in altri termini, doveva comunque essere a conoscenza del fatto che i reperti erano rimasti nel fascicolo, o almeno che il fascicolo era incustodito e accessibile. Certo, avrebbe potuto scoprirlo per caso, mentre, animato da mostruosa curiosità, scartabellava all’interno dei tribunali. Però, quand'anche avesse scoperto successivamente che ricorrevano le condizioni per poter compiere l’operazione, come avrebbe fatto a procurarsi il ritaglio di giornale? Certo, si sarebbe potuto recare presso la redazione de “La Nazione” e chiedere la ristampa di alcune pagine di numeri di molti anni prima, ma avrebbe dovuto avere un riferimento preciso riguardo alla data di pubblicazione, e soprattutto avrebbe lasciato una macroscopica traccia... insomma, appare poco probabile che il ritaglio di giornale <b><i>non</i></b> fosse già in suo possesso. Tra l’altro, un depistaggio posto in atto con una sostituzione di reperti relativo un episodio scollegato dalla vicenda, ma compatibile ed individuato a posteriori coincide esattamente con quanto proposto in “Coniglio il martedì”; e proprio il fatto che si trovi scritto lì rafforzerebbe la mia convinzione di come ciò debba costituire un’eventualità remota, da non considerare.<br />
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi, sia che l'arma fosse la stessa, sia che non lo fosse, il "mostro di Firenze" deve comunque avere un forte legame con il delitto di Lastra a Signa, legame che non si è limitato al delitto, ma che è rimasto negli anni. Se questo legame sia proprio l'arma o sia altro poco importa. In altri termini, Lettore, il significato ultimo dell’operazione risiede appunto <b><i>nel ritaglio di giornale</i></b>, non nell’eventuale sostituzione dei bossoli o dalla scoperta dell’identità dell’arma; quest’ultima è irrilevante, tanto più che l’arma non è mai stata trovata. <br />
<br />
Oltretutto, Lettore, anche l’espressione verbale “l’arma sia la stessa” sarebbe, in qualche modo, impropria. Questa è una possibilità sulla quale avrei preferito sorvolare; ma nei giorni scorsi, riguardando diversi file che giacevano da tempo sull’hard disk, mi è ritornato sotto gli occhi un vecchio PDF, “The Purloined Letter” racconto di Edgar Allan Poe tradotto in italiano con il titolo di “La lettera rubata”; così, non sono stato in grado di trattenere tale impulso. Anzi, è un racconto che, qualora Tu non l’abbia mai fatto, ti consiglierei caldamente di leggere. Ma ritorniamo all’arma; anzi, per la precisione, ai fatti che riguardano l’arma.<br />
<br />
I fatti sarebbero:<br />
<br />
- nel 1974 ha inizio una serie omicidiaria che riguarda delitti a danno di giovani coppie appartate il luoghi isolati<br />
<br />
- le vittime vengono uccise o gravemente ferite (ed uccise successivamente con arma bianca) servendosi di un’arma calibro 22<br />
<br />
- ciò viene desunto sia dai proiettili sia dai bossoli reperiti sulla scena del crimine<br />
<br />
- in alcuni casi, il numero dei bossoli reperiti è inferiore al numero dei colpi esplosi<br />
<br />
- dopo i primi due omicidi, le perizie balistiche comparative evidenziano come i proiettili sono esplosi dalla stessa arma, ed i bossoli espulsi dalla stessa arma. I proiettili presentano 6 rigature destrorse, ed i bossoli sono stati espulsi da un’arma automatica<br />
<br />
- nel 1982, una segnalazione anonima fa ricollegare un delitto antecedente al 1974 alla serie omicidiaria; il collegamento sarebbe costituito da bossoli e proiettili, con caratteristiche analoghe a quelle dei reperti degli altri omicidi<br />
<br />
- Un’ulteriore perizia comparativa, oltre a confermare l’identità dell’arma che ha esploso i colpi, nonché di quella che ha espulso i proiettili, determina come i bossoli derivino tutti da un singolo lotto di produzione Winchester<br />
<br />
- L’arma viene verosimilmente identificata in una Beretta serie 70 a canna lunga<br />
<br />
- I tecnici Beretta, dopo diverse prove, sostengono, a causa dell’assenza di affumicatura dei bossoli, che l’arma è certamente a canna corta<br />
<br />
- Vengono effettuate prove di poligono su centinaia di Beretta serie 70, senza poter individuare l’arma; le prove vengono eseguite prima comparando i bossoli dell’arma in prova con quelli repertati sui luoghi degli omicidi, e successivamente, nel caso in cui la comparazione sia positiva, sui proiettili<br />
<br />
- Vengono effettuate numerose perquisizioni che non portano comunque al ritrovamento dell’arma<br />
<br />
- Tale ipotetica arma viene definita “usurata e maltenuta” da chi periziò originariamente i reperti del crimine antecedente al 1974, ben mantenuta e poco usata nelle perizie successive, due delle quali condotte sempre da chi si occupò del delitto del 1968; anzi, sembra che il tempo trascorso non abbia il benché minimo riscontro sui bossoli, i segni sui quali, negli anni, presentano tutti la medesima intensità<br />
<br />
<b>Verità mostrologica</b><br />
<br />
Un singolo individuo abilissimo ha ottenuto, in modo imprecisato, una Beretta serie 70 ed una scatola di munizioni. Con tale arma esegue sporadicamente omicidi di coppie appartate. Non è dato di sapere né come si sia procurato l’arma, né come si sia procurato la scatola di munizioni, né esattamente perché faccia trascorrere anni tra un omicidio e l’altro. Non si capisce perché abbia commesso l’omicidio antecedente a quello del 1974, e perché ne abbia informato gli inquirenti successivamente. L’incongruenza tra i colpi esplosi ed il numero dei bossoli viene attribuito alle scarse capacità degli inquirenti, anche quando usano <i>metal detector</i> per le ricerche. L’interruzione della catena di custodia dei reperti antecedenti al 1968 e la loro mancata distruzione viene attribuita ad incuria o, addirittura, all’iniziativa di qualche funzionario che, contravvenendo alla legge, eviti deliberatamente la loro distruzione. Tutte le ricerche dell’arma risultano vane perché l’abilissimo individuo è in grado di occultare essa e le munizioni in modo tanto efficace da sottrarsi a qualunque tentativo di rilevamento; i segni sui bossoli non presentano differenze, negli anni, perché egli adopera arma e munizioni solo per compiere quegli omicidi. Non vi è una spiegazione della mancanza dell’affumicatura dei bossoli.<br />
<br />
<b>Opinione</b><br />
<br />
Nel 1974 o poco prima, delle persone (una o più), che hanno una qualche attinenza con il delitto di una coppia avvenuto nel 1968, decidono, per qualche motivo, di compiere una serie di delitti analoghi. Si procurano una calibro 22 automatica, a canna corta, e due scatolae di munizioni. Esplodono con l’arma tutti i colpi delle scatole, raccolgono i bossoli e li conservano, poi eliminano l’arma (la smontano, la fondono, la lanciano in fondo al Tirreno dal traghetto durante la traversata Olbia-Livorno…. quello che vuoi Tu), indi danno luogo alla serie omicidiaria con un’altra calibro 22, senza lasciare sul luogo i bossoli originari (perché é un revolver, perché usano la retina, perché li raccolgono, per quello che vuoi Tu) ma spargendovene alcuni espulsi dall’arma che non esiste più. Al momento opportuno (potrei dirTi, Lettore, “<i>Perché non vai a vedere la data del biglietto dello ‘zio Pieto’…</i>” ma se mi esprimessi in questo modo non sembrerei né un blogger da strapazzo né un mostrologo, quanto piuttosto il Mostro in persona) inseriscono anche cinque proiettili esplosi con l’arma che adoperano attualmente, insieme a cinque bossoli, già raccattati, nel fascicolo processuale del 1968, e li fanno ritrovare. Ovviamente, tutti i tentativi di risalire all’arma sono vani. Le prove di sparo non possono mai individuare alcuna arma compatibile con una che in realtà non esiste (se non per altro, perché bossoli e proiettili non appartengono alla stessa arma), e più in generale, non può essere ritrovata con alcun tipo di ricerca (perquisizioni, registri, convocazioni, prove) un’arma che non esiste. Le tracce sui bossoli sono costanti negli anni per il semplice motivo che le relative cartucce sono state sparate tutte insieme. I bossoli non hanno affumicatura, e poiché questa o queste persone sono assolutamente certe che l’arma non possa mai essere ritrovata, non si curano nemmeno di far sì che il numero dei bossoli coincida con i colpi esplosi. <br />
<br />
Quale delle due possibilità ti sembra più verosimile, Lettore? Quale è quella più lineare? Quale è, tra le due, quella che spiega i fatti?<br />
<br />
Mi rendo conto che, poiché l’arma non è mai stata reperita, ambedue le possibilità resterebbero allo stadio di congettura; che é un grado inferiore ad illazione, che a sua volta é un grado inferiore ad ipotesi. Ma mi rendo conto anche di come la seconda, pur essendo più “logica” è anche meno “mostro-logica” e spiegando i fatti, può essere al più elevata al rango di “opinione” mentre la prima è “verità mostrologica”. E non è possibile contrapporre semplici opinioni a verità mostrologiche. <br />
<br />
Però Lettore... vorrei che, solo per un attimo, mi fosse concesso il beneficio del dubbio, la possibilità che la mia congettura sia reale, ma solo per poter immaginare le crasse risate del “mostro di Firenze” alla lettura della ricostruzione mostrologica delle dinamiche basate sulla posizione in cui sono stati reperiti i bossoli: “Il Mostro si trovava là, esplodeva due colpi, indi si spostava di un passo a sinistra e ne sparava altri due…” , costringendo peraltro il povero Innocenzo Zuntini ad arrampicarsi sugli specchi per fornire spiegazioni plausibili, prestando così il fianco agli attacchi della Moderna Mostrologia. <br />
<br />
Né i residui ritrovati sui bossoli di Scopeti possono apportare alcuna informazione suppletiva al riguardo, escludendo che essi siano stati esplosi un decennio prima, e portati successivamente sulla scena. Su di essi, venne eseguita una perizia, progettata e condotta in modo ammirevole, dai periti Crea, Iadevito, D’Uffizi, che rilevò una presenza anomala (“caratterizzante”, nella perizia) di Zinco, cloro, fosforo, calcio e silice, ritenuta dai periti stessi come indicativa (non probativa) di un’attività attinente con l’Ortopedia.<br />
<br />Ma, dicono i periti stessi: "<i>Nessun genere di analisi, né tantomeno quelle eseguite, permettono di affermare con assoluta certezza che i corpuscoli ritenuti caratterizzanti siano stati presenti sui bossoli antecedentemente allo sparo, alla conseguente caduta a terra o manipolazione, e che quindi la caratterizzazione sia effettiva in riferimento ai fini proposti</i>"<br />
<br />
Per me, Lettore, Solfato di Calcio + Fosforo + Cloruro di Zinco + grasso al silicone significa Odontoiatria, più che Ortopedia; ma non significa che il “Mostro di Firenze” sia un dentista. Vista l’esigua quantità di sostanze rilevate è sufficiente che chi abbia raccolto i bossoli sul luogo del delitto, o anche chi li abbia eventualmente portati lì fosse stato dal dentista anche il giorno precedente…<br />
<br />
Mi accorgo però come mi stia dilungando eccessivamente su questioni irrilevanti; per riprendere le fila del discorso forse è meglio togliere di mezzo questa faccenda dell’identità dell’arma e considerare semplicemente l’evento certo: l’invio del ritaglio di giornale.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'alternativa é, in realtà, una sola</b>
</i>
</span></div><br />
Torniamo ad esso, poiché é chiaro come l'identità o meno dell'arma sia, in realtà, irrilevante; in questo modo, riduciamo a due le possibilità: invio ritaglio di giornale per depistaggio, o invio per suggerimento.
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGjdpMIfd_ISKVBm986mw4Kfgc0OqPJXRCLtxfVVP0yYlAkdz1z4lofLzsoYBMTlgJ17E6bk4I1BHbbIlom06cLIkbWHYEUlg0X-roTQKQlM9hwhmmGpHaF7_0C2aSFCwL41OzG3IgBlBi9FS6gClsq5RN_-K9_-X5POFIRq_lDHTWULGi1n97e6iz/s1024/tab2.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="344" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGjdpMIfd_ISKVBm986mw4Kfgc0OqPJXRCLtxfVVP0yYlAkdz1z4lofLzsoYBMTlgJ17E6bk4I1BHbbIlom06cLIkbWHYEUlg0X-roTQKQlM9hwhmmGpHaF7_0C2aSFCwL41OzG3IgBlBi9FS6gClsq5RN_-K9_-X5POFIRq_lDHTWULGi1n97e6iz/s320/tab2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Ma anche qui, Lettore, le due alternative si identificano<br />
<br />
Suggerimento o depistaggio? La domanda dobbiamo porcela in altro modo: a cosa ha condotto l'invio del ritaglio di giornale? Alla cosiddetta "pista sarda". Ed a cosa ha condotto la pista sarda? Ad un nulla di fatto; dopo decenni di indagini, nessuno di loro é stato trovato colpevole.<br />
<br />
Pertanto, se voleva essere un depistaggio ha funzionato; se voleva essere un suggerimento, non ha funzionato. L'unica cosa che sappiamo con sicurezza é che la pista sarda non ha condotto a nulla per cui se chi ha mandato il ritaglio intendeva depistare, é riuscito nel suo intento, mentre <b>la strada che si sarebbe dovuta seguire era un'altra</b>. Se invece intendeva suggerire, non é riuscito nel suo intento e quindi <b>la strada che si sarebbe dovuta seguire era <i><u>comunque</u></i> un'altra</b>. <br />
<br />
Il risultato non cambia: <b>invariabilmente</b>, il legame tra Mostro di Firenze e delitto di Lastra a Signa si sarebbe dovuto ricercare in un’altra direzione. La pista sarda é stata seguita per sette anni, e percorsa in ogni sua ramificazione. Se l'entità "mostro di Firenze" é legata al delitto di Signa e la pista sarda é negativa, c’é qualcosa in quell'episodio che si sarebbe dovuto approfondire, ma non si é fatto. <br />
<br />
Bene, Lettore, mettendo cartesianamente in dubbio tutto fin dove possibile, siamo giunti ad una conclusione che in fondo è una banalità: c’è un legame tra Mostro e Signa e questo legame <u><b>non</b></u> è rappresentato dalla pista sarda. Questa é in realtà una conclusione inevitabile, basata su una logica stringente alla quale non si può sfuggire, cosicchè tutti sono costretti a convenire; anche quando intenderebbero dimostrare tutt’altro. Così, questa banale, lapalissiana deduzione si è trovato costretto a farla, magari inconsapevolmente, chiunque abbia preso in considerazione il problema. <br />
<br />
Dice ad esempio <i>Davide Rossi</i>:<br />
<br />
"<i>Quindi il sillogismo é molto semplice: é stato il Mele? Siccome il Mele non può essere il Mostro e non può aver ceduto la pistola a terzi, il Mostro si nasconde tra Vinci Salvatore e Vinci Francesco. Ma Vinci Salvatore e Vinci Francesco dobbiamo escluderli per i motivi che abbiamo appena detto... di conseguenza non può essere stato il Mele, oltre che per tutti i motivi che abbiamo appena raccontato; né un killer su commissione... resta: il vero Mostro</i>"<br />
<br />
così come uno degli irriducibili della “pista sarda” (anzi di <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_9.html" target="_blank">Salvatore Vinci</a>), Alessandro Cecioni:<br />
<br />
"<i>L'errore del 1968 é l'errore che segna tutta la vicenda del Mostro. Perché noi possiamo anche pensare che il marito non c'entri niente, che tutti gli amanti della moglie non c'entrino niente, possiamo pensare che la pista sarda sia una bufala gigante. E' possibile! Ma... se é una bufala gigante la pista sarda, lì c'é qualcosa, che non é stato visto, e che ha fatto sì, che poi, é diventato quello che é diventato. Questo é chiaro!</i>"<br />
<br />
A questo punto, l'ultima domanda che rimane é: quale sarebbe quest'altra pista che non é stata battuta, il “qualcosa che non è stato visto” di Cecioni? Be', ovviamente l'unica che rimane avendo eliminato la pista sarda.<br />
<br />
Però anche qui dovremmo forse dovremmo formulare la domanda in altro modo: perché il depistaggio/suggerimento ha condotto alla pista sarda? <br />
<br />
Perché si dava per scontato che la vittima designata fosse Barbara Locci. Bene, ma perché si dava per scontato che la vittima designata fosse Barbara Locci? <br />
<br />
Perché l’idea di associare l’omicidio al tradimento è quasi automatica. <br />
<br />
Dice <i>Davide Rossi</i>:<br />
<br />
“<i>Un delitto come quello del sessantotto è il classico delitto che matura in ambiente familiare. Muore una donna, sposata, con un amante in macchina, l’indiziato… non allora, ancora oggi… certamente è il marito, insomma, no?</i>"<br />
<br />
Nel 1968 non si guardò altro: e venne incriminato Stefano Mele che tutto avrebbe fatto fuorché farsi la galera per dei tradimenti sui quali era consenziente. In realtà, ciò che probabilmente avvenne fu che tra gli interrogatori con sganassoni e una galera senza sganassoni, scelse semplicemente la seconda. Oppure, come ha dichiarato più volte, tra la galera e la possibilità che uccidessero Natalino, preferì la galera. Ma, a mio parere, molto più probabilmente ambedue le cose.<br />
<br />
Dopo il 1982, l’invio del ritaglio di giornale non modificò la faccenda; vi era in più il peso dell’esistenza di un reo confesso, di una sentenza di colpevolezza definitiva, e di un’espiazione di pena già terminata; ciò, maggior ragione, doveva necessariamente includere, a qualche titolo, il sardo Stefano Mele nel novero dei colpevoli.<br />
<br />
L’attenzione è stata quindi focalizzata sul concetto più evidente ed usuale, stornandola da ciò che in effetti avveniva; il concetto sul quale ogni gioco di prestigio si basa.<br />
<br />
Ma secondo te, Lettore, se Barbara Locci ed Antonio Lo Bianco anziché essere amanti occasionali, ma appartenenti a ben definiti e diversi nuclei familiari, fossero stati due persone che, semplicemente stavano insieme, senza tradimenti, quali sarebbero stati occhiello, titolo e cappello sugli articoli dei quotidiani del 1968?
Probabilmente, simili a questo:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisy0X1Z2saOXwxopcXES8wH3wphVd4HwGTDr8D54bZxEdLW33g3gfRtUJmFru64zv-Gfs-aSrwKT8wy0w8OlVQMOV9FuPlYX14LwGlc36mW9cJ3M3GVj5-QO2KAJnvbQhJdKhEshBUnL063ougitFi7Ldo0cG7VvmrAI_FNNx4yGtKeETs5FEC7x0Z=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="474" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisy0X1Z2saOXwxopcXES8wH3wphVd4HwGTDr8D54bZxEdLW33g3gfRtUJmFru64zv-Gfs-aSrwKT8wy0w8OlVQMOV9FuPlYX14LwGlc36mW9cJ3M3GVj5-QO2KAJnvbQhJdKhEshBUnL063ougitFi7Ldo0cG7VvmrAI_FNNx4yGtKeETs5FEC7x0Z=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il riferimento al mancato reperimento del portafogli, ed all'identificazione del Lo Bianco tramite il certificato di "situazione familiare" é desunto dal "rapporto Matassino"; il maresciallo Funari dichiarerà solo successivamente che l'uomo aveva un portatessera nel quale erano presenti sia patente, sia carta d'identità. Ora, se si fosse escluso il tradimento, escludendo per forza di cose rapina e tentativo di violenza carnale, secondo Te, Lettore, le indagini si sarebbero concentrate sulla Locci o sul Lo Bianco? <br />
<br />
Eppure, questo aspetto venne scarsamente considerato<br />
<br />
Il colonnello Torrisi, nel suo celebre rapporto investigativo, l’aveva senz’altro liquidata in poche battute:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Nei confronti del CUTRONA, sebbene chiamato in causa dal MELE Stefano, in quella altalena di accuse e di ritrattazioni, mai sono emersi indizi di alcun genere, meritevoli di approfondimento e la sua posizione in seno alla vicenda è ritenuta del tutto marginale ed ininfluente nel contesto della consumazione del duplice delitto.</span>
<br />
<br />
Ma il giudice Rotella aveva invece intuito come tale possibilità fosse stata in qualche modo negletta:<br />
<br />
<i>Questi</i> [Antonio Lo Bianco] <i>è un muratore siciliano, immigrato e sposato con una sua cugina, Rosalia Barranca, dalla quale ha avuto tre figli. Le loro condizioni non sono molto più agiate di quelle dei Mele, che vivono in condizioni precarie. La Barranca ha a Lastra un fratello, Giuseppe, che ultimamente lavora con Mele ed un fratellastro, Colombo Antonino, al quale è molto legata.
Subito escussi, costoro dichiareranno che la sera prima il cognato avrebbe voluto accompagnarsi con loro e con un amico per andare a cena, ma lo avevan rinviato dalla moglie che non gradiva sue assenze prolungate da casa. Eran tornati tardi e nulla avevan saputo del mancato rientro del Lo Bianco.<br />
<br />
Quello stesso pomeriggio saranno interpellati anche i fratelli dell'uccisa e forniranno i loro alibi.<br />
<br />
Non è improbabile che siano stati fatti sommari riscontri. Ma delle escussioni e di correlative attività non è traccia alcuna in atti. E sono cose che si sono apprese durante questa istruttoria dagl'interessati, in taluni casi approfondendole per quanto possibile, ad oltre 15 anni di distanza dai fatti e senza tracce documentali, con indagini specifiche e dettagliate escussioni testimoniali.</i><br />
<br />
E il dubbio sembrerebbe essere sorto anche in Tricomi, il quale nell’ottobre del 1982, inviò al tribunale di Palermo, la richiesta di interrogare nuovamente Giuseppe Barranca, motivando la richiesta con la ricezione della comunicazione anonima relativa al fascicolo del delitto di Lastra a Signa. Lo stesso fece la Della Monica; però continuarono a guardare ai sardi, piuttosto che estendere la visuale. La Della Monica si occupò esclusivamente dei sardi, mentre Tricomi estese le richieste anche al gruppo dei siciliani, ma sol perché esisteva una traccia di questa famosa “scommessa” tra Francesco Vinci ed Antonio Lo Bianco riguardo alla Locci; la sua apertura mentale sembra comunque essere rimasta limitata dal preconcetto per cui il bersaglio principale dovesse essere la Locci.<br />
<br />
A ben guardare, Lettore, quella di Tricomi era un’ipotesi di lavoro molto valida. Stefano Mele, in una delle sue innumerevoli confessioni, afferma di aver detto a Salvatore Vinci di non essere in grado di contrastare fisicamente “Enrico” “<i>…senza nulla in mano sapendo che Enrico ha praticato la boxe</i>”. Come mai Stefano Mele si tira fuori questa frase? Da dove avrebbe ricavato questa informazione, non conoscendo bene neanche il vero nome di battesimo del Lo Bianco? <br />
<br />
Se la “scommessa” tra Francesco Vinci ed il Lo Bianco fosse degenerata andando al di là del semplice scontro verbale ed il Lo Bianco avesse avuto la meglio perché aveva “praticato la boxe”, e dopo avesse addirittura portato via a Vinci una Barbara Locci consenziente, il fatto che Francesco Vinci abbia potuto volere vendicarsi, sentendosi tradito dalla Locci con chi avesse fatto il gradasso con lui, magari suonandogliele pure, è assolutamente plausibile. Da parte di uno come Francesco Vinci, voler uccidere chi lo aveva umiliato, e la donna che andava via con il vincitore è esattamente ciò che ci si sarebbe aspettato; così come ci si sarebbe aspettato che lo facesse con un’arma e di sorpresa, specialmente se le aveva già buscate. Ed è assolutamente plausibile che si sarebbe portato dietro il succube Mele proprio perché si occupasse di Natalino. La sostituzione di bossoli e proiettili eliminerebbe anche il problema del passaggio dell’arma, mai esistito.<br />
<br />
Questa soluzione per il delitto di Signa sarebbe stata perfetta. Il problema qui sta nel fatto che Tricomi indagò questa possibilità ma la cosa non ebbe seguito; ed anche Rotella la considerò attentamente prima di escluderla. <br />
<br />
Vedi Lettore, in questa vicenda le indagini sono sempre state condotte male, approssimativamente, e guidate da pregiudizi, in parte derivanti da una concezione obsoleta del modo di condurle, come dice <i>Davide Rossi</i>:<br />
<br />
“<i>Gli investigatori che si trovavano di fronte a un delitto, procedevano nella seguente maniera: si recavano sul luogo del delitto, effettuavano i rilievi, dopodiché le indagini si svolgevano in due direzioni. Le prime indagini, naturalmente, riguardavano i familiari, perché quasi tutti i delitti sono in ambito familiare. Appurato che la famiglia non c’entrasse niente, la ricerca si… sostanzialmente si basava soltanto su elementi testimoniali… perché non dimentichiamoci che all’epoca non esistevano telecamere, non esistevano i cellulari, non esisteva il DNA, non esisteva niente.</i>”<br />
<br />
Ma un conto è la conduzione delle indagini, un altro è la valutazione dei risultati. Quest’ultima è fortemente dipendente dalle capacità analitiche, logiche e deduttive di coloro che valutano i risultati della conduzione delle indagini, qualunque essi siano; e non è ipotizzabile che tali capacità si siano sviluppate negli ultimi venti anni, e che prima fossero totalmente carenti. Intendo dire, Lettore, che mostrologi, inquirenti, avvocati, giornalisti, scrittori, e tutti quelli che continuano gravitare adesso intorno a questa vicenda, leggono gli stessi verbali, le stesse perizie, gli stessi rapporti, le stesse dichiarazioni e le stesse sentenze che lessero investigatori ed inquirenti di allora; non ci sono nuove informazioni riguardo alla vicenda stessa. E’ sicuramente possibile, per quanto detto prima, che gli inquirenti di allora non abbiano neanche pensato di imboccare certe strade, e che questo si possa rilevare adesso; ma se allora imboccarono una strada, e la percorsero, diviene improbabile che non abbiano visto ciò che adesso un qualunque mostrologo sia in grado di vedere. In altri termini, una cosa è considerare ipotesi relative a chi non è mai entrato nelle indagini, un’altra è ritenere che non si sia stati in grado, nonostante interrogatori, raccolta di indizi, pedinamenti, appostamenti, di dimostrare la colpevolezza di un sospettato o di, almeno, raccogliere pesanti indizi sulla sua colpevolezza.<br />
<br />
Mi spiego meglio. <br />
<br />
Le richieste contemporanee degli avvocati Mazzeo o Vieri Adriani, al netto delle pressioni di chi ha un interesse nel pubblicizzarle e documentarle, hanno un senso: prospettano eventualità non considerate, e che potrebbero condurre vicino ad una verità scientifica e non mostrologica. Il fatto che essi vengano ostacolati acuisce il sospetto che possa essere così, tanto più se consideriamo piccoli particolari sospetti; ad esempio, la Gabriella Ghiribelli (testimone senza dubbio inattendibile, che può aver infarcito tutto di particolari inesatti o immaginari, ma non può avere inventato di sana pianta l’intera esistenza di decine di persone) parla nella sua testimonianza di un poliziotto alto robusto e con i capelli rossi facente parte della SAM. Tale riferimento risulta tagliato in diversi file audio (anche in quelli proposti come “versione integrale”), ed in quelli in cui è, parzialmente, presente è possibile notare come Canessa “glissi” sull’argomento; esplorare la possibilità di un “rosso del Mugello” può allora avere un senso, ma accanirsi ancora su una “pista sarda” che, se vera, avrebbe già prodotto risultati, non lo ha.<br />
<br />
Applicando tale concetto al meccanismo cui darebbe luogo la “scommessa” tra il Vinci ed il Lo Bianco, per quanto esso possa generare un’ipotesi altamente suggestiva, e probabilmente in grado di spiegare gran parte delle incongruenze del delitto di Lastra a Signa, ciò andrebbe escluso per un semplice motivo: lo ha già escluso Rotella. Ed in fondo, se vogliamo, benché secondo tale possibile ipotesi il bersaglio principale sarebbe il Lo Bianco e non la Locci, essa comunque rientrerebbe in qualche modo nella “pista sarda”.<br />
<br />
Quindi io ritengo che il significato reale, sebbene poco esplicito, dell’invio del ritaglio possa essere simboleggiato da queste frasi di <i>Davide Rossi</i>:<br />
<br />
“<i>Anche perché il Lo Bianco non era un delinquente, e allora poteva entrarci di mezzo qualche altro tipo di movente… ehm… magari legato alla criminalità spicciola. Quindi è evidente che gli investigatori sono partiti sul marito… poi che elementi avessero ne discutiamo.</i>”
<br />
<br />
Allora, Lettore, come suggerisce <i>Davide Rossi</i>, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_59.html">discutiamone</a>
</div>
<br />
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-17878984219246136302022-02-08T21:51:00.079+01:002023-06-12T08:30:11.995+02:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: Parte III<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>When you have eliminated the impossible, whatever remains, however improbable, must be the truth</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Sherlock Holmes</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgF9t4wAOGklLs0YrhGingPCUTCYdZbRN6jWJrobjDgjMt0XWxqB_vVkZfLjuEbuNRtRjL2uQMQnRFNZyJmqSTT6XgCcodFCdjX125Ury_8ZtnAboKn6G4bGUdq720icrVEDvwQoGfs-RBsM-wpW4EvMV8WO5C34iN9UD6KUgysMsp5BYhLrKMCn8q-=s782" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="554" data-original-width="782" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgF9t4wAOGklLs0YrhGingPCUTCYdZbRN6jWJrobjDgjMt0XWxqB_vVkZfLjuEbuNRtRjL2uQMQnRFNZyJmqSTT6XgCcodFCdjX125Ury_8ZtnAboKn6G4bGUdq720icrVEDvwQoGfs-RBsM-wpW4EvMV8WO5C34iN9UD6KUgysMsp5BYhLrKMCn8q-=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_8.html" target="_blank">Nel post precedente</a>, Lettore, l’episodio di Baccaiano mi ha dato lo spunto, per mettere in discussione la validità del primo assioma; ma cosa più importante, dà l’occasione per parlare anche del secondo. Infatti, è proprio subito dopo il delitto di Baccaiano che succede qualcosa di importante, di cruciale in questa vicenda: un delitto antecedente, di ben tredici anni rispetto al primo, viene collegato a quelli attribuiti al Mostro di Firenze. Un delitto avvenuto nel 1968 a Lastra a Signa. Ed il collegamento sarebbe costituito dall’arma utilizzata per quel delitto.<br />
<br />
Il secondo assioma é infatti quello che prevede che l'arma usata per il delitto di Signa del 1968 sia la stessa di quella usata per gli omicidi dell'entità "mostro di Firenze". L'assioma deriva essenzialmente dal fatto che una perizia comparativa, eseguita da Arcese e Iadevito nel 1983, ed eseguita analizzando i segni lasciati dall'arma sui bossoli e sui proiettili esplosi, identifica nella medesima arma la pistola usata per compiere tutti i delitti.<br />
<br />
Qui sono insorti diversi problemi.<br />
<br />
Il primo problema sta nel fatto che per il delitto del 1968 esiste ufficialmente un colpevole, processato, condannato e che ha scontato la sua pena.<br />
<br />
Il secondo problema sta nel fatto che le modalità di esecuzione del delitto di Signa appaiono diverse da quelle del "mostro di Firenze"<br />
<br />
Il terzo problema sta nel fatto che alla presunta identità dell'arma é appunto una "scoperta" successiva al delitto di Baccaiano, quando i delitti dichiaratamente attribuiti al mostro erano già quattro ; come mai solo allora?<br />
<br />
Volendo entrare più nello specifico, il primo problema consiste nella difficoltà di dover conciliare l'esistenza di un colpevole, con sentenza passata in giudicato, e cioè Stefano Mele, che scontava la sua pena in carcere mentre altri delitti chiaramente attribuibili al “Mostro di Firenze” venivano compiuti. Ciò escluderebbe il solo Stefano Mele come "Mostro di Firenze" e costringerebbe, conseguenzialmente, a rendere vera una di queste tre affermazioni:<br />
<br />
1) l'arma é la stessa e Stefano Mele é colpevole, quindi il Mostro di Firenze é un complice di Stefano Mele che é rimasto fuori. Ergo, il "Mostro di Firenze" é più di una persona e ma questo contraddice il primo assioma. <br />
<br />
2) l'arma é diversa e Stefano Mele é colpevole. Ma questo contraddice il secondo assioma.<br />
<br />
3) l'arma é la stessa e Stefano Mele é innocente. Ma questo contraddice le risultanze processuali.<br />
<br />
Ora, gli inquirenti sarebbero ben disposti a contraddire il primo assioma (e l’hanno dimostrato con la condanna dei “compagni di merende”); mentre per ovvi motivi tenderebbero a scartare la terza ipotesi,che quasi tutti i mostrologi, pur di non contraddire i due assiomi, tenderebbero invece a considerare. Probabilmente anche gli investigatori e l'autorità giudiziaria tenderebbero alla stessa soluzione, se potessero; é solo che non possono farlo. E principalmente non possono farlo per il più semplice dei motivi: Stefano Mele é un reo confesso.
<br />
<br />
Sulle modalità con le quali Stefano Mele avrebbe reso la sua confessione ci sarebbe moltissimo da dire; ma essendo, per l'appunto, moltissimo, non é possibile considerarlo qui. Sono certo Lettore che, qualora tu non avessi già le relative informazioni, non avrai la benché minima difficoltà nel procurartele presso qualunque sito/blog/canaleYT di mostrologia.<br />
<br />
Allora se l'arma é la stessa, il Mostro di Firenze é uno e Stefano Mele é colpevole, qual é la soluzione? Una possibile soluzione é che Stefano Mele sia in qualche modo colpevole, anche se non da solo; poi, il Mostro, che ai tempi di Stefano Mele era una sorta di "pre-mostro", un mostriciattolo insomma, una volta avviato abbia continuato la sua carriera come "Mostro di Firenze".<br />
<br />
Questa soluzione, che soddisfa molti, introduce però un nuovo problema: come ha fatto l'arma ad essere prima in mano di Stefano Mele e poi in quella del "mostro di Firenze"? Perché vedi, Lettore, esiste una regola non scritta, ma che non é un'opinione in senso personale, né una verità in senso mostrologico, né un assioma, che vuole che un'arma usata per un omicidio non possa passare di mano.<br />
<br />
L'arma usata per l'omicidio viene distrutta, o conservata dallo stesso omicida, mai ceduta. A nessun titolo.<br />
<br />
E questo perché se associare l'arma all'omicida é difficilissimo, associarla all'omicidio é invece facilissimo. Così, se un'arma é trovata in possesso di qualcuno, quel qualcuno diventa automaticamente l'autore dell'omicidio con scarsissime possibilità di farla franca; chi prenderebbe un'arma del genere? Quindi chi si procura un'arma illegale vuole delle rassicurazioni in tal senso; e nessuno mai si rischierebbe di prenderlo in giro fornendogli un'arma sporca. Semplicemente, non si fa.<br />
<br />
Da un certo punto vista, e cioè escludendo il delitto di Lastra a Signa, sia la regola sia la sua motivazione apparirebbero rispettate in questa vicenda. Il "Mostro di Firenze", infatti, conserva la sua arma; non la distrugge, ma non la cede. D'altra parte, la perizia é stata in grado di stabilire con ragionevole grado di certezza che bossoli e proiettili sono stati esplosi dalla stessa arma; qualora essa fosse stata ritrovata, verificare che é effettivamente quella che ha lasciato, nel corso degli anni, quei segni unici ed inconfondibili su proiettili e bossoli é un lavoretto di un paio d'ore; il possessore sarebbe identificato, senza possibilità di farla franca, come "Mostro di Firenze".<br />
<br />
Ma l'arma, che sarebbe l'unico elemento di prova consistente oltre i fatti determinati sui luoghi dei delitti, non si é mai trovata. Allora con un colpevole reo confesso del delitto di Lastra a Signa, processato e condannato, che scontava la sua pena mentre il "Mostro di Firenze" colpiva, sorge impellente la necessità di spiegare il passaggio di mano dell'arma.<br />
<br />
Qui, occorre dire, la mostrologia é stata in grado di dare il meglio di sé stessa. E' stato inventato di tutto: ritrovamenti, inganni, assemblaggi e disassemblaggi della pistola, gentilizio positivo per mostritudine, etc. tutto, pur di fare salvo il secondo assioma: la pistola é la stessa. <br />
<br />
E quando qualche mostrologo ha tentato di negare l'assioma, é stato subito bollato come eretico, radiato dalla comunità dei mostrologi, deriso e canzonato... io, Lettore, essendo un blogger da strapazzo e non un mostrologo e neppure un inquirente, dal basso della mia posizione posso permettermi benissimo di infischiarmene e vado avanti. Nulla guadagnavo prima, nulla guadagnerò adesso... insomma, non ho nulla da perdere.<br />
<br />
Quindi, procedo.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>La scoperta dell'identità dell'arma</b>
</i>
</span></div><br />
Come é accaduto, esattamente, che sia stata individuata l'identità dell'arma, dopo quattordici anni dall'omicidio di Sigma, ed otto anni dal primo attribuito inequivocabilmente all'entità "Mostro di Firenze"?<br />
<br />
L'hanno detto i Carabinieri. E l'hanno detto subito dopo il delitto di Baccaiano<br />
<br />
Si ma perché i carabinieri ci hanno messo tanto tempo a dirlo?<br />
<br />
Vi sarebbero tre teorie al riguardo, una ufficiale, una, per così dire, "popolare", ed una ufficiosa.<br />
<br />
La teoria ufficiale vuole che un certo maresciallo Fiori, che all'epoca avrebbe indagato sul delitto di Signa, si sia improvvisamente ricordato che bossoli e proiettili del delitto avevano caratteristiche uguali a quelle dei delitti del "Mostro di Firenze", ed abbia avvertito gli investigatori.<br />
<br />
La teoria popolare vuole che questo sia stato un suggerimento di un tale “Cittadino Amico” che scriveva a quel tempo alle forze dell'ordine, dando qualche “dritta” (o presunta tale) agli inquirenti.<br />
<br />
La teoria ufficiosa vuole che sia pervenuto ai carabinieri un ritaglio di un quotidiano di più di una decina d'anni prima, con un appunto scritto a mano, in cui si suggeriva di verificare il fascicolo relativo al processo nel quale Stefano Mele venne riconosciuto colpevole.<br />
<br />
Si, ma delle tre, qual é quella vera? E' importante stabilirlo?<br />
<br />
Si, é importante. E, per strano che possa apparirti, è più importante che stabilire se l’arma sia in effetti la stessa. Cioè, è questo il dato importante, il saper come si sia giunti a tale ipotesi; non tanto il sapere se l’ipotesi sia vera o meno.
Per fortuna giunge in nostro soccorso <i>Davide Rossi</i>, il quale é andato ad intervistare un carabiniere in quiescenza, all'epoca in servizio presso la stazione di Borgo Ognissanti.<br />
<br />
Il carabiniere (<i>Davide Rossi</i> legge addirittura la trascrizione dell'intervista registrata), ride sull'ipotesi del maresciallo Fiori: come avrebbe potuto mai un maresciallo avere un simile ricordo in un periodo in cui in Italia si sparava abbondantemente, e per di più relativo ad un delitto con sentenza passata in giudicato, e colpevole che aveva scontato la relativa pena? Spiegò che quella del maresciallo Fiori era stata una scusa per non svelare come esistesse una fonte, la menzione della quale avrebbe potuto compromettere eventuali futuri rapporti. <br />
<br />
In realtà, la storia del maresciallo Fiori non sarebbe una totale invenzione. Il luogotenente Fattorini racconta che in effetti che al maresciallo Fiori era tornato in mente il delitto di Signa, ravvisando la possibilità che fosse in qualche modo collegato; ma egli non ricordava assolutamente nulla riguardo alla pistola.<br />
<br />
Come si giunge alla pistola, allora?<br />
<br />
Il carabiniere intervistato da <i>Davide Rossi</i> narra come fosse giunto, in una busta, un ritaglio di giornale contenente un articolo di due colonne sulla condanna a Stefano Mele, in una busta che aveva aperto lui personalmente, e nel quale, "sul lato bianco accanto all'articolo in colonna" c'era scritto<br />
<br />
"<i>Andate a prendere</i> (o a vedere - non ricordo, lui dice) <i>il fascicolo in Corte d'Assise d'Appello a Perugia</i>"<br />
<br />
e menziona come sull’articolo fosse stato sottolineato a penna “calibro 22”. Egli rimarca anche come si fosse notata la dicitura "Corte d'Assise d'Appello" di cui non tutti conoscono l'esistenza, denotando così la cultura specifica di chi aveva scritto. <br />
<br />
Anche il sedicente “brigadiere Ricci”, che anni addietro scrisse diversi messaggi su un forum “mostrologico”, narra una storia molto simile, ma non esattamente uguale, sostenendo che il ritaglio di giornale fosse stato ricevuto da un certo “Fiore” e che contenesse <b><i>un biglietto scritto a macchina</i></b> oltre al ritaglio di giornale; ma nulla dice riguardo all’esatto contenuto del biglietto. Il “brigadiere Ricci” è stato considerato una sorta di “impostore”, soprattutto a motivo del fatto di fare riferimento al detto “Fiore” (del quale non precisa il grado), anziché a “Fiori”. Però, Lettore... nel 2002, il giornalista Mario Spezi ebbe la possibilità (o l’abilità) di farsi rilasciare una dichiarazione dal giudice Tricomi relativa alla missiva anonima pervenuta alla stazione di Borgo Ognissanti, dove vi é scritto che gli sarebbe stata consegnata da un certo “maresciallo Fiore” (non "Fiori")
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe8X5dxp1ly6zSupsRNqE-2c42RzkG1A2j29X-6fUj6ObmTIfau3gRsUHG7A_5-04SKCdYVK-yhAOZgB97qPIfrJq5wB5vV7r_CSXWFJFNdsy9lnoAmqPx2B9pdM6QbaZ-SRdwjnyZgakgATYssR6d0kg0yxykN0hlhwfrz9cNZ7Fg2L1USGau1WxW/s1024/bigl%20parz.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="418" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe8X5dxp1ly6zSupsRNqE-2c42RzkG1A2j29X-6fUj6ObmTIfau3gRsUHG7A_5-04SKCdYVK-yhAOZgB97qPIfrJq5wB5vV7r_CSXWFJFNdsy9lnoAmqPx2B9pdM6QbaZ-SRdwjnyZgakgATYssR6d0kg0yxykN0hlhwfrz9cNZ7Fg2L1USGau1WxW/s320/bigl%20parz.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
quindi il “maresciallo Fiore” ed il “maresciallo Fiori” potebbero essere due persone diverse (tra l’altro, Lettore, i cognomi “Fiore” e “Fiori” hanno origini, anche regionali, profondamente diverse, nonostante la forte assonanza). Ribadisco <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">qui</a> come ciò non possa essere escluso. Se due più due fa ancora quattro è possibile trarre qualche ipotesi sulla reale identità del “brigadiere Ricci”, ma queste sono considerazioni che lascio ai mostrologi di professione. Io, da poveraccio quale sono, preferisco considerare un altro aspetto di questo particolare episodio, e cioè il contenuto del messaggio, che non è dato di conoscere con esattezza. Questo potrebbe rivestire una certa importanza, ma di ciò, Lettore, Ti parlerò brevemente più avanti.<br />
<br />
In realtà il fascicolo non si trovava più a Perugia, bensì a Firenze; ma l’anomalia non sta qui; il fascicolo venne comunque rintracciato. <br />
<br />
L’anomalia sta nel fatto che bossoli e proiettili si trovassero all'interno del fascicolo, dentro una busta. Poiché il processo era terminato, l'imputato era stato condannato in via definitiva, esisteva una "verità processuale" sull'omicidio ed il suo autore i reperti sarebbero dovuti rimanere in custodia giudiziaria, fin quando ne fosse stata disposta la cessione alla divisione di Artiglieria per la distruzione; invece per qualche forma di negligenza, di inerzia, di intoppo burocratico, non giunsero mai nemmeno all’Ufficio Corpi di Reato. Ma, soprattutto, chi aveva inviato il suggerimento, evidentemente <b><i>lo sapeva</i></b>. E lo sapeva tanto bene da suggerire di guardare non gli atti del processo, ma <b><i>il fascicolo</i></b> , precisando, con la sottolineatura, ”calibro 22”, suggerendo su cosa esattamente gli inquirenti avrebbero dovuto focalizzare la loro attenzione.<br />
<br />
E non solo. Mentre raggiungere i reperti in custodia giudiziaria sarebbe, almeno in teoria, stato difficilissimo, aprire il fascicolo era facilissimo. Ciò vuol dire che chi aveva suggerito di andare a vedere avrebbe anche potuto, preventivamente, sostituire i reperti. E nessuno sarebbe stato in grado di dirlo con certezza, perché nel 1968 venne fatta una perizia balistica sui reperti, ma di essi non è mai stata disponibile alcuna corrispondente documentazione fotografica; quindi l’identità di reperti, <b><i>non correttamente custoditi</i></b>, con gli originali avrebbe potuto ricavarsi solo comparando le descrizioni di essi.<br />
<br />
Inoltre, tale segnalazione anonima deve essere giunta prima del 17 luglio 1982, data in cui Tricomi, proprio in seguito alla segnalazione, fece richiesta del fascicolo alla Corte di Assise di Appello di Perugia. <br />
<br />
In pratica, subito dopo il delitto di Baccaiano.<br />
<br />
Qualcuno ha quindi legittimamente sospettato che dopo il delitto di Baccaiano il Mostro, o chi per lui, abbia voluto, se non dirigere, almeno orientare in qualche modo le indagini degli inquirenti, e per far ciò abbia sostituito i reperti nel fascicolo processuale. L’ipotetica sostituzione, poi, sarebbe benissimo potuta avvenire a Firenze, ed il riferimento alla corte d’Assise d’Appello di Perugia, dove il fascicolo era rimasto per tanto tempo, sarebbe servito a sviare possibili sospetti in tal senso.<br />
<br />
Tale ipotesi non è gradita né ai mostrologi, che vedrebbero cadere il secondo assioma, né agli inquirenti, che dovrebbero ammettere la negligenza e l’incapacità degli organi dello Stato, nonché il fatto che un decennio di indagini e di procedimenti giudiziari in qualche modo ad esse collegate, si sia svolto sulla base di un falso. Ma mentre i secondi si limitano a tacere ed a considerare indiscutibile l’assioma, i primi si sono scagliati, lancia in resta, contro gli eretici che hanno osato avanzare una simile ipotesi. <br />
<br />
L’ipotesi venne avanzata inizialmente anche in un romanzo del 1993, “Coniglio il martedì”, romanzo considerato “strano” sia per i contenuti, sia per l’autore, Aurelio Mattei, un consulente del SISDE che avrebbe tratto ispirazione un rapporto stilato dal prof. Francesco Bruno quando anch’egli lavorava per il SISDE. Il prof. Bruno sostiene che il suo rapporto avesse sostanzialmente contenuti analoghi alla perizia che più tardi avrebbe stilato per la difesa di Pacciani; ma non sembra esservi alcuna relazione tra i contenuti della perizia del prof. Bruno e quelli di “Coniglio il martedì”. Personalmente, Lettore, non trovo nulla di strano in “Coniglio il martedì”. Mi appare come un romanzo nel quale l’autore abbia voluto creare una spiegazione plausibile che utilizzasse tutte le informazioni disponibili sui fatti relativi al “Mostro di Firenze”; l’unico aspetto che trovo inconsueto, e nel quale ho trovato riscontro anche su un forum dedicato, è il fatto che sia stato pubblicato anche in seconda edizione nonostante il bassissimo volume di vendita. Non sembra un’operazione commerciale usuale. La parte apprezzabile del romanzo, che a me, proprio per questo, è piaciuta, consiste nel mostrare come una condizione ignota al mondo venga interpretata come una forma particolare di psicopatologia, ed il suo portatore venga (come nella realtà) mitizzato; quando invece insospettabilità e mistero trovano la loro origine in una condizione banale: la vendetta dell’uomo medio, trasformato in inafferrabile genio del male dal risentimento e dalla voglia di rivalsa, nonché dalla mancanza di qualsivoglia interesse (affettivo, culturale, sportivo, artistico…) condizione peraltro comune a moltissimi individui. Non si trovano addentellati in questo con la perizia di parte scritta dal prof. Bruno per Pacciani; se passaggio di informazioni vi fu nell’ambito del SISDE, esso riguardò evidentemente i contenuti di un documento diverso. <br />
<br />
Tuttavia, occorre sottolineare come nel romanzo le modalità con le quali il protagonista effettua l’operazione sono se non altro ardite, in quanto i reperti sono correttamente custoditi, e la loro sostituzione presenta diverse difficoltà. D’altra parte, l’opera nasce dichiaratamente come “romanzo”, quindi con la pretesa di essere, appunto, frutto di fantasia, fantasia ben sfruttata nella genesi del “Mostro”; tuttavia, molti la considerano una sorta di inchiesta mascherata, un romanzo-verità. E della verità relativa alla pistola si sarebbero appropriati gli eretici.<br />
<br />
Tra di essi vi è sicuramente il giornalista Francesco Amicone, che inserisce tale possibilità nella sua ipotesi che vede l’identificazione del Mostro di Firenze nel killer americano Zodiac, ed individuando ambedue nella persona di Giuseppe “Joe” Bevilacqua; Amicone sostiene che sia stato proprio Bevilacqua a rendergli una confessione. Sentendo l'intervista che Scrivo fece ad Amicone, ritrovare una "confessione" nelle conversazioni tra Bevilacqua ed Amicone appare come una forzatura, così come d'altra parte dimostrato dall'interpretazione fornita da Amicone riguardo ai crittogrammi di Zodiac. Sembra piuttosto che Amicone abbia voluto individuare, tra tutti i personaggi che a qualunque titolo hanno gravitato intorno al Mostro di Firenze, la figura che maggiormente si confacesse all'idea che lui si fosse fatto del Mostro di Firenze, e cioè un serial killer singolo, con possibilità di accedere ad informazioni in qualche modo istituzionali, di profilo compatible con quello delineato dall'F.B.I., e di adeguare capacità. Ciò, unitamente alla frase che, per sua stessa ammissione, lo ispirò ("è un'americanata"), lo poteva fare giungere solo a Giuseppe Bevilacqua. Sempre per sua stessa ammissione, lo ha contattato con una sorta di scusa per poi spingersi, nelle conversazioni, in una forma di indagine verbale sviluppata da sottintesi, trovando una corrispondenza nelle risposte di Bevilacqua. Con ogni probabilità, però, Bevilacqua sottintendeva concetti affatto diversi; tanto che il passaggio dai sottintesi ai riferimenti espliciti é coinciso con il passaggio dalle interviste alla denunce. Pertanto, Amicone, tra le (vere o presunte) verità contenute in “Coniglio il martedì” avrebbe fatta sua quella relativa alla sostituzione dei reperti nel fascicolo, ma solo perché funzionale alla sua ipotesi<br />
<br />
Nondimeno, a prescindere dalle sue teorie, trovo apprezzabile il modo in cui ha cercato di verificare l'affidabilità di Zuntini, almeno nell'aspetto del giudizio da parte di altri periti; mi sembra un po' forzata la faccenda della manipolazione del proiettile, anche perché, come vedremo più avanti, non é che ce ne fosse bisogno.<br />
<br />
Vi é da sottolineare come, nell'immaginaria descrizione che fornisce riguardo alle modalità della sostituzione dei reperti nel fascicolo, neanche lui, fautore dell’ipotesi “Mostro costituito da individuo singolo” abbia potuto fare a meno di ipotizzare una collaborazione, per quanto inconsapevole, di altre persone; estendendo così, di fatto, l'entità "Mostro di Firenze" al di là del singolo individuo.<br />
<br />
<br />
Ritorniamo comunque ai concetti relativi ad opinioni e verità mostrologiche, verificando innanzitutto su quali elementi gli eretici costruirebbero le loro supposizioni.<br />
<br />
Poiché, però, l'analisi dei contenuti delle perizie é lunga e può risultare estremamnte tediosa e difficile da seguire, se lo ritieni <a href="#fatti">puoi sempre saltare direttamente alle conclusioni</a><br />
<br />
<br />
<br /><br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'analisi di Zuntini</b></i></span></div><div><span style="font-size: medium;"><i><b> </b>
</i>
</span></div>
La perizia balistica del delitto di Lastra a Signa venne redatta dal colonnello d’artiglieria Innocenzo Zuntini, classe 1913. L’incarico venne conferito affinché il perito rispondesse a due quesiti, e cioè:<br />
<br />
1) se tutti i colpi fossero stati esplosi da un’unica arma, e quali fossero tipo e calibro di essa<br />
<br />
2) integrando la perizia balistica con le risultanze delle autopsie, quale fosse stata la dinamica del delitto<br />
<br />
Per rispondere al primo quesito, che poi è quello attinente a quanto si sta discutendo qui, Zuntini analizzò proiettili e bossoli, ed eseguì delle prove di sparo. <br />
<br />
Per quel che riguarda l’analisi di bossoli e proiettili (anziché pubblicare le immagini del dattiloscritto ricorrerò, quando opportuno alle trascrizioni per estrarre quanto di interesse da un contesto globalmente più ampio e dispersivo), Zuntini scrive che "<span style="font-family: courier new;">…il metodo più sicuro è quello di studiare con lenti di ingrandimento e con microscopio sia i bossoli sia i proiettili repertati…</span> ”
<br />
<br />
questo è il risultato dell’analisi dei bossoli<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">I 5 bossoli in sequestro</span> […] <span style="font-family: courier new;">esaminate attentamente alla lente ed al microscopio da tavolo presentano i seguenti segni caratteristici o firme:<br />
<br />
a) un’impronta marginale sul fondello del bossolo profondamente incisa di froma approssimativamente rettangolare con contorni leggermente ovalizzati caratteristici del percussore a sbarretta eccentrica della percussione anulare. </span> […]<span style="font-family: courier new;"><br />
<br />
b) sulla parte cilindrica, a ridosso del righellino (orlo del fondello) si rileva un piccolo rigonfiamento; la posizione di esso è fissa ed identica in tutti i bossoli; essa è rilevabile, anche ad occhio nudo, fra le ore 17 e le 19,30 circa, con la maggiore protuberanza in corrispondenza, o poco oltre, delle ore 18.<br />
<br />
Tale rigonfiamento prodotto dalla pressione dei gas della carica di lanciodeterminatosi al momento della partenza del colpo, è indubbiamente originato da un difetto esistente nella parte cilindrica terminale (in senso longitudinale) e bassa (in senso verticale) della camera di cartuccia </span> […]<span style="font-family: courier new;"><br />
<br />
c) ancora nella parte cilindrica ed esterna dei bossoli si possono rilevare, con una forte lente di ingrandimento, delle striature appena accennate che testimoniano il tormento subito dai bossoli in fase di estrazione da corrispondenti imperfezioni presenti nella camera di cartuccia dell’arma che le ha esplose.<br />
<br />
Osserviamo che tali striature</span> […] <span style="font-family: courier new;">mancano totalmente o quasi in armi perfette (a causa delle superfici interne della camera di cartuccia accuratamente e finemente lavorate) oppure in armi molto usurate (a causa dell’aumento del diametro della camera di cartuccia e della levigatezza di tali parti prodotta dall’usura stessa).<br />
<br />
Rileviamo ancora che su tutti i bossoli in sequestro sono quasi irrilevabili i segni dell’estrattore </span>[…] <span style="font-family: courier new;">e dell’espulsore.<br />
<br />
Tale deficienza è caratteristica di armi molto usurate con superficie di contatto dell’estrattore e dell’espulsore molto levigate per l’usura e camera di cartuccia ormai allargata.</span>
<br />
<br />
e questo è un estratto di quanto ricavato dall’analisi dei proiettili<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">I proiettili in giudiziale sequestro sono nr.5, tutti a pallottola ordinaria, di piombo con rivestimento</span> <span style="font-family: gigi; font-size: medium;">di rame</span> <br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">c) proiettile rinvenuto all’interno dell’autovettura sul pavimento (dietro il sedile anteriore destro):<br />
<br />
- di piombo, ramata, 6 righe destrorse, ecc.;</span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">e) proiettile estratto, in sede di autopsia, dal corpo del Lo Bianco:
<br />
- di piombo, ramato, con 6 righe ecc., identico ai precedenti</span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
per quel che riguarda invece la comparazione tra i bossoli espulsi nelle prove di sparo dice:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Sono state effettuate prove di tiro con 35 armi diverse, tutte del tipo “Long Rifle” cal. 22 ma in nessuna siamo riusciti a trovare un percussore che desse un segno di percussione della stessa forma di quella impressa sui bossoli in sequestro.</span><br />
<br />
pertanto, le sue conclusioni sono che l’arma dovesse possedere:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">…le seguenti caratteristiche:<br />
<br />
- pistola automatica cal. 22;<br />
<br />
- tipo “Long Rifle” (cioè a bossolo lungo);<br />
<br />
- rigatura con 6 righe destrorse;<br />
<br />
- arma molto usurata, sia nel percussore che nell’estrattore e nell’espulsore;<br />
<br />
- camera di cartuccia usurata;<br />
<br />
- difetto sull’orifizio posteriore della canna, in basso, dovuto ad usura ed impropria manutenzione<br />
<br />
Verosimilmente doveva trattarsi di una vecchia pistola da tiro a segno (quindi a canna lunga).</span><br />
<br />
ma senza potere riferire con sicurezza tali caratteristiche generali ad un modello d arma in particolare.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>L'analisi di Arcese e Iadevito</b>
</i>
</span></div><br />
Nel 1983 fu commissionata ai periti Arcese ed Iadevito una perizia comparativa tra i reperti balistici relativi ai delitti attribuiti al Mostro di Firenze fino ad allora (1982), comprendendo bossoli e proiettili rinvenuti nel fascicolo processuale del delitto di Lastra a Signa; su questi ultimi la perizia dice, riguardo ai bossoli:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Esame esterno dei reperti<br />
<br />
Per tale esame, compiuto soltanto per ordine di completezza, i periti non reputando significativa la descrizione verbale, rimandano direttamente alla documentazione fotografica.</span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">… ne discende che tutti i 5 bossoli, presentano chiari elementi di identità, sia a carico delle caratteristiche primarie che secondarie delle singole impronte da percussione, sono pertinenti a cartucce esplose con un’unica arma.<br />
<br />
Nella fotografia n.31 sono stati tratteggiati a colore tutti i segni caratteristici che ricorrono nelle impronte da percussione dei 5 bossoli esaminati.</span><br />
<br />
ed ai proiettili<br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">4) - Proiettile di cui alla fotografia n.98<br />
<br />
Si tratta di proiettile in piombo ramato, dal peso di g. 2,570, pertinente ad una cartuccia cal. 22 L.R., sulla cui superficie sono presenti n.4 impronte da rigatura con andamento destrorso.</span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;"> Il proiettile fu rinvenuto sul pavimento dell’autovettura.<br />
<br />
5) - Proiettile di cui alla fotografia n.99<br />
<br />
Si tratta di un proiettile, profondamente deformato in seguito all’impatto balistico, in piombo ramato, del peso di g. 2,545, pertinente ad una cartuccia cal. 22 L.R., sulla cui superficie sono presenti n.2 frammenti di impronte da rigatura con andamento destrorso.</span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Il proiettile fu estratto dal corpo di Lo Bianco.</span><br />
<br />
per ciò che riguarda l’identificazione dell’arma, i periti scrivono:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Per il momento, sulla base di tutti i dati fino a questo punto analizzati, gli scriventi sono del parere che, per compiere i 5 duplici omicidi in argomento, sia stata utilizzata una ed una sola pistola Beretta della serie 70.</span><br />
<br />
ed alla fine conclude<br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Si è notato come, troppo spesso, un’arma, conservata senza precauzioni in luoghi ove domina il clima umido, particolarmente quello marittimo, abbia subito, a carico delle parti metalliche, vasti fenomeni di ossidazione che, in quanto irreversibili, hanno modificato nella struttura superficiale,parti di vitale importanza in un’indagine balistica. Basti considerare, ad esempio, le modifiche a carico dei profili di rigatura e delle parti mobili dell’otturatore, quali i congegni di estrazione e di percussione. Inoltre, fenomeni di ossidazione, e conseguentemente di usura, possono insorgere anche per difetto di manutenzione e pulizia…</span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">E’ fin troppo evidente che un giudizio circa le condizioni di conservazione dell’arma, utilizzata nei cinque duplici omicidi. lo si può formulare, in assenza di essa, soltanto in esito ad un attento esame degli elementi di munizioni repertati. Purtroppo, nè a carico dei bossoli né tantomeno, a carico dei proiettili può evidenziarsi la presenza di sia pur minime tracce di sostanze grasse od oleose riconducibili ad una eventuale lubrificazione o ingrassaggio dell’arma stessa. </span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
Resa vana tale possibilità, l’attenzione si è dovuta necessariamente appuntare su quelle impronte (da rigatura e da percussione) che in qualche modo avrebbero potuto evidenziare una differenza di impressioni riconducibile a fenomeni di usura o di corrosione a carico sia di elementi statici (rigatura), che di elementi meccanici (percussore, estrattore).</span><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Nello stesso senso, “mutatis mutandis”, può argomentarsi che, relativamente alle impronte da percussione (fotografie nn. 179 e 180) e a quelle da espulsione (fotografie nn. 181 e 182): anche con un ingrandimento fotografico, particolarmente forte, non è possibile rilevare dissimilitudini tali da poter fare ipotizzare l’insorgenza di fenomeni da usura o da corrosione verificatisi tra il 1968 ed il 1982.<br />
<br />
Premesso quanto sopra, i sottoscritti periti sono del parere che l’arma, utilizzata per i 5 duplici omicidi, abbia conservato, nel corso degli anni la sua efficienza iniziale in conseguenza, molto verosimilmente, sia di un uso oculato che di un’idonea manutenzione.</span><br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<b><i>
Le</i> apparenti <i>differenze tra l'analisi di Zuntini e quella di Arcese e Iadevito</i></b>
</span></div><br />
In altri termini, Lettore, cerco di riassumerti quanto riportato sopra; sebbene infatti abbia tentato di sfrondare quanto scritto nelle perizie, l’espressione di semplici concetti da parte di Arcese e Iadevito avviene con una tale verbosità ed uso improprio della punteggiatura (l’ultimo concetto sopra, che si sarebbe potuto esprimere in sei righe, è espresso in sei pagine dattiloscritte) da rendere necessaria una sintesi.<br />
<br />
Vi è da premettere come sembri che Zuntini, purtroppo, non abbia reso disponibile alcuna fotografia dei reperti, basando piuttosto la perizia sulla loro descrizione; le uniche immagini di essi sono state riprese in seguito al loro recupero dal fascicolo e quindi, abbastanza ovviamente, non provano un bel nulla. Arcese ed Iadevito, invece, seguirono dichiaratamente un criterio opposto: non descrissero bensì fotografarono. E’ difficile comparare descrizioni con immagini; nondimeno dalle immagini dei bossoli del 1968 (o presunti tali) non si evince alcuna tenuità dei segni di estrazione ed espulsione, che appaiono invece ben marcati.<br />
<br />
Comunque sia, Zuntini segnala un eccessivo rigonfiamento dei bossoli repertati ed una difficoltosa rilevabilità, anche con mezzi ottici, dei segni di estrazione ed espulsione, ed attribuisce ciò ad notevole usura e scarsa manutenzione dell’arma.<br />
<br />
Dai segni del percussore, inoltre, Zuntini, pur effettuando prove di sparo con ben 35 tipi di calibro 22 L.R., non riesce ad identificare con precisione quale possa essere stata l’arma che ha sparato; Arcese e Iadevito, invece non hanno la benché minima difficoltà ad individuare una Beretta serie 70 come l’arma utilizzata per esplodere i colpi<br />
<br />
Anche dai segni sui bossoli poi, Zuntini deduce che l’arma sia usurata e mal tenuta; Arcese ed Iadevito, sempre sulla base di quanto rilevabile dai reperti, asseriscono che l’arma, almeno dal 1968 in poi, sia stata ben tenuta e sottoposta a manutenzione. E ciò lo desumono sia dai bossoli, sia dai proiettili.<br />
<br />
E proprio sui proiettili si era accesa la più accanita diatriba, in quanto su tre di essi vi sarebbe una <b><i>discordanza nel numero di rigature</i></b> riportate nelle due perizie; ciò è stata considerata, dagli eretici assertori della sostituzione fraudolenta la prova che tale sostituzione sia senz’altro avvenuta. Ma occorre precisare come tale dubbio, relativo alla discordanza nel numero delle rigature, fosse stato sollevato nell’ambito del GIDES, dal Vice Sovrintendente Natalini nel marzo del 2005; se poi anche il GIDES debba essere considerato un ambito “eretico”, più che "ufficiale", sarebbe argomento di un’altra discussione, a cui sarebbe inopportuno dare inizio qui.<br />
<br />
Qualcuno, poi ha voluto rilevare una differenza altrettanto macroscopica sui bossoli, in quanto nel rapporto Matassino è riportato come<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Le cartucce adoperate, e recnti sul fondello la lettera “H”, sono cartucce costruite dalla Ditta Giulio Fiochi di Lecce ed in vendita presso tutte le armerie. </span><br />
<br />
mentre i bossoli appartengono a cartucce di produzione Winchester.<br />
<br />
Posta in questi termini, sembrerebbe indubbio che le descrizioni si riferiscano a reperti differenti, in quanto relativi a munizionamento differente, impiegato su armi differenti, di cui una non ben identificabile ed usurata e l’altra identificabile in una Beretta serie 70 ben mantenuta.<br />
<br />
<div><br />
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<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Le motivazioni fornite per spiegare le differenze nelle descrizioni</b>
</i>
</span></div><br />
Vediamo allora come faccia la Moderna Mostrologia a dirimere tale discrepanza descrittiva, a rendere uguale ciò che nella descrizione è diverso, consentendo così di ricavare una verità unica da due “opinioni” scientifiche diverse.<br />
<br />
Per la differenza rilevata tra il numero di righe dei proiettili fa entrare in gioco un noto fenomeno chimico-fisico: la corrosione.<br />
<br />
"<i>Effettivamente, il... Arcese e Iadevito parlano di due rigature, ma... non dicono che questo proiettile si differenza dagli altri. Dicono che é stato sparato dalla stessa arma; questo vuol dire che le altre quattro rigature erano state... erano sparite per la corrosione. Cioè... allora, mettiamoci nei panni di chi avrebbe sparato questo proiettile per poi metterlo nel, ehm... nel fascicolo Mele, no? Al posto di quelli originali che, forse, erano stati distrutti; e cosa avrebbe fatto, avrebbe sparato con una pistola con due sole rigature? A parte che una pistola così non esiste; esistono pistole con rigature da quattro a otto, no? Ma, avrebbe sparato con una pistola con due rigature? E' evidente che avrebbe sparato con una pistola...eeeh.. ed il proiettile che sarebbe...con la pistola diciamo de de... ed il proiettile... con la sua pistola, la pistola del Mostro, ed il proiettile sarebbe uscito con sei rigature, vuol dire che quella, quella, quella rigatura lì... quelle rigature mancanti erano sparite per la corrosione, in tutti quegli anni. Anche perché i proiettili vennero spesso, soprattutto quelli... estratti dai corpi, vennero, ehm... subirono processi di corrosione per... perché non vennero puliti. <br />
<br />
C'è l'esempio... ehm...sulla... sulla perizia, questa, di cui si sta parlando, riassuntiva fino a Baccaiano, non se ne parla, non si legge questo...si legge sulla perizia successiva, sempre di Arceri Iadevito, quella sui... sui... ehm sui bossoli superstiti di Giogoli. Si legge in questa perizia: Corre l'obbligo... questa é una premessa che fanno, i periti... corre l'obbligo di precisare che i proiettili, ed i frammenti di essi, repertati in occasione del duplice omicidio in argomento, furono conservati, e in seguito... ehm... e in seguito consegnati, ai sottoscritti, nelle condizioni in cui appaiono alle fotografie... e ci sono le fotografie 1, 1a e 1b...Come é evidente, essi si trova... si trovavano all'interno di provette in vetro, ermeticamente chiuse, e in condizioni precarie di conservazione, poiché ricoperte di sostanze organiche, in decomposizione. Allo stato liquido e solido</i>"<br />
<br />
Vedi Lettore, è noto da secoli come il piombo sia tra i metalli più resistenti, in assoluto, alla corrosione; il “minio”, che veniva usato come vernice anticorrosione su altri metalli, altro non era che ossido di piombo.<br />
<br />
Nondimeno, il piombo non é <b><i>totalmente</i></b> esente da corrosione. Come gli altri metalli, subisce corrosione galvanica (quando é a contatto di altri metalli di diversa elettronegatività), e chimica. E' resistente all'acido solforico, ma é corroso dall'acido nitrico. Tra gli acidi organici é corroso dall'acido acetico, che spesso viene rilasciato dagli oggetti di legno; questo é uno dei motivi della corrosione delle canne d'organo o delle lastre delle soffittature delle chiese.<br />
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Se dovesse servirti un riferimento bibliografico per i vari tipi di corrosione che subisce il piombo, puoi leggere <br />
<br />
<i>3.11 - Corrosion of Lead and its Alloys</i> di S.B.Lyon, del Corrosion and Protection Center, School of Materials, University of Manchester, Manchester M13 9PL, UK <br />
<br />
che si trova alle pagine 2053-2067 del volume 3 di <i>Shreir's Corrosion</i>, pubblicato anche online da Elsevier.<br />
<br />
Per quel che riguarda la corrosione chimica, essa é di solito autolimitante; i composti chimici risultanti dalla reazione del piombo con gli agenti ambientali si depositano sulla superficie dell'oggetto in piombo, ed agiscono da strato protettivo, limitando il contatto con gli agenti atmosferici ed il progredire della corrosione. Se lo strato protettivo viene parzialmente asportato meccanicamente, il processo di corrosione può progredire; é quello che avveniva nelle tubature in piombo, in cui lo scorrimento dell'acqua consentiva la progressione della corrosione. O nelle canne d'organo, da parte dell'aria.<br />
<br />
Chiaramente, in un oggetto conservato al chiuso (che sia busta di plastica, che sia provetta), questi meccanismi sono meno operanti, sia perché non vi é abrasione meccanica da parte di correnti d'aria, sia perché non vi é esposizione agli inquinanti. In simili condizioni, a che velocità procede la corrosione?<br />
<br />
Credo che per materiali conservati in tali condizioni non vi siano studi; possiamo però fare riferimento a condizioni ambientali relativamente "buone", in cui sono ancora operanti effetti ambientali (meccanici e chimici), ma di entità minore, rispetto ad altre condizioni (ad esempio ambienti urbani inquinati, ambienti sottomarini, etc. ). Potremmo pensare ad un ambiente semiarido, ambiente nel quale la corrosione progredirà comunque più rapidamente rispetto al caso di un oggetto custodito, ma sarà relativamente lenta. Possiamo assumere che la minima velocità di corrosione in quelle condizioni ,sia paragonabile alla velocità massima di corrosione di un oggetto conservato.<br />
<br />
Per un tale riferimento possiamo rivolgerci alla tabella 3 in Corrosion of Lead and Lead Alloys, contenuto in <br />
<br />
<i>ASM Handbook, Volume 13B: Corrosion: Materials</i> S.D. Cramer, B.S. Covino, Jr., editors, p195-204<br />
<br />
Sulla base di determinazioni ventennali, la perdita di strato superficiale per corrosione in ambiente semiarido é stata quantificata in 0,102 micron per anno. Cioè, in quelle condizioni (comunque meno favorevoli rispetto a quelle in cui si trova un oggetto conservato in provetta o in busta) la riduzione di spessore é un decimillesimo di millimetro per anno.<br />
<br />
Non ci resta che fare una stima della profondità delle rigature per calcolare il tempo occorrente alla corrosione per far scomparire una rigatura.<br />
<br />
Le rigature presenti sul proiettile sono solchi provocati dalla presenza da rilievi (i c.d. “pieni”) che percorrono in senso spiroidale la canna dell'arma, e che servono ad imprimere un moto rotatorio al proiettile. Tali rilievi vengono realizzati nel corso del processo di fabbricazione, e quindi sono identici per tutte le armi di un determinato tipo. La lavorazione della canna avviene però con utensili la cui precisione ha delle tolleranze; pertanto, i rilievi a livello microscopico presenteranno delle differenze che si manifesteranno come microstriature all'interno dei solchi; in questo, ogni canna é diversa da un'altra. Quindi, dai solchi sarà possibile risalire al tipo (o alla classe) dell'arma utilizzata, mentre le microstrie all'interno dei solchi consentiranno di differenziare la singola arma rispetto ad altre dello stesso tipo. Le microstriature da lavorazione, inoltre, saranno integrate da quelle dovute all’uso dell’arma, rendendo le caratteristiche di ogni arma, da questo punto di vista, uniche.<br />
<br />
Poiché il proiettile, in origine ha superficie liscia, la profondità dei solchi avrà la stessa dimensione, in "negativo", dei rilievi; qual é la dimensione dei rilievi?<br />
<br />
Possiamo fare riferimento a quanto tratto dalle note didattiche per il Corso Istruttori UITS - Ente Pubblico (che a loro volta fanno riferimento essenzialmente a: Ugolini Alberto, <i>L’esperto balistico, Vol.1 – Le armi, il munizionamento e le balistiche</i>, Ed. Olimpia, Firenze, 1983) che dice testualmente:<br />
<br />
<i>Lo spessore dei pieni (altezza del cavo) è vario: solitamente va da 1/50 del calibro e meno, per i proiettili piu morbidi ed a bassa velocità (piombo). a 1 l160 (e meno per i piccoli calibri, in ogni modo mai meno di 0,1 mm.) per gli altri tipi di proiettile.</i><br />
<br />
Quindi, anche qui nel caso più sfavorevole (rigatura meno profonda, 0,1 mm), per far scomparire un solco della profondità di un decimo di millimetro occorrerebbero... mille anni!<br />
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Poi, certo, se occorre cercare di "verificare" (nel senso odifreddiano di “fare vera”) la propria tesi, in mostrologia é lecito affermare che i quindici anni trascorsi dall perizia di Zuntini a quella di Arcese Iadevito equivalgano ad un millennio; così come, se fosse utile alle affermazioni mostrologiche, non si esiterebbe ad affermare che Nell'Area 51 c'é un'astronave aliena, che lo sbarco sulla Luna non é mai avvenuto e che gli aerei rilasciano scie chimiche. Ma queste Lettore, non sono panzane che un opinionaro come me può bersi.<br />
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Quello che però <b><i>non</i></b> sarebbe comunque lecito, é affermare che Arcese e Iadevito abbiano in qualche modo sostenuto la teoria mostrologica della corrosione fulminante. Non é giusto; loro non avrebbero <b><u>mai</u></b> affermato una sciocchezza di tale portata. Sostenere che l'abbiano fatto é una scorrettezza, la cui entità non può essere mitigata neppure dalla "ragion mostrologica".<br />
<br />
Vediamo cosa dicono esattamente nella perizia che ci interessa, e cioè quella del 1983.<br />
<br />
"<span style="font-family: courier new;">Premesso quanto sopra é d'obbligo precisare, a tal punto, che l'esame dei proiettili in reperto si é appalesato particolarmente difficoltoso per diversi motivi. Il primo fra tutti é da addebitarsi alle deformazioni derivate in seguito agli impatti balistici. Tali deformazioni sono particolarmente evidenti, sia per la natura del metallo (piombo nudo o piombo ramato mediante galvanizzazione), sia anche per la conformazione tipica dei proiettili cal. 22 L.R. nei quali il rapporto fra la lunghezza ( mm 12,5) ed il diametro (mm 5,6), decisamente sproporzionato, favorisce, al momento dell'impatto, il formarsi di fenomeni di torsione che, anche se minimi, incidono sulla conformazione ed angolazione dei macro-profili e sulla dislocazione plastica dei micro-profili.<br />
<br />
A questa fenomenologia di carattere oggettivo, fa riscontro una serie di fenomeni che denomineremo soggettivi, in quanto si riferiscono alle condizioni di ogni singolo reperto, con riguardo allo stato di conservazione. Infatti, molti dei proiettili repertati e purtroppo ivi compresi quelli utili per confronti, non essendo stati sottoposti ad un'immediata pulizia all'atto dell'estrazione dai cadaveri, hanno la superficie interessata da residui di materiale organico che, una volta essiccatisi, potrebbero essere asportati, ma con l'enorme pericolo di modificare il metallo sul quale hanno fatto corpo unico, il che comporterebbe la distruzione di tutti quei microprofili sulla cui importanza si é scritto prima.</span>"<br />
<br />
In mostrologia questo significa "corrosione". <br />
<br />La mia “opinione” é che voglia dire un'altra cosa. La mia opinione é che voglia dire:<br />
<br />
"<i>Quando un proiettile di metallo malleabile come il piombo impatta, si deforma. La deformazione può alterare i macroprofili (cioè i solchi, ovvero le tracce della rigatura della canna) e a maggior ragione i microprofili (le striature all'interno dei solchi). Inoltre, é rimasto materiale organico adeso ai proiettili (sangue, tessuto). Se i proiettili fossero stati lavati subito, il lavaggio avrebbe asportato senza problemi il materiale organico; ma adesso che é diventato secco, si dovrebbe spazzolare via. E questa operazione deformerebbe meccanicamente le microstrie, quindi non ci siamo arrischiati a farla</i>".<br />
<br />
Vedi, Lettore, fosse stata “corrosione”, sarebbe stato di gran lunga più semplice, Vi sono comunque delle metodiche che consentono il ripristino dello stato metallico, invertendo parte delle reazioni chimiche; se sei curioso, puoi trovarne un esempio in:<br />
<br />
<i>Methods of Conserving Archaeological Material from Underwater Sites by Donny L. Hamilton</i><br />
<br />
ma qui non é un problema di corrosione; non é la degradazione dello strato superficiale di piombo che devi rimuovere. Devi rimuovere incrostazioni di carne e sangue. E per quelle, la tecnica é di asportazione meccanica.<br />
<br />
Ma i mostrologi hanno mille risorse. Utilizzano affermazioni eseguite in contesto peritale diverso e riferite ad altri reperti,e... al diavolo la buona fede! Che vada a farsi benedire insieme alle verità di Odifreddi!<br />
<br />
Infatti, per giustificare l'evaporazione delle rigature viene tirata in ballo la conservazione dei proiettili <b><u>di Giogoli</u></b>, <b><i>assolutamente dissimile</i></b> dalle altre. E comunque Arcese e Jadevito dicono, anche lì:<br />
<br />
"<span style="font-family: courier new;">Il non avere effettuato una tempestiva pulizia e l'averli repertati in contenitori che non consentivano l'evaporazione dei liquidi, ha condotto, come conseguenza ad una trasformazione chimico-fisica degli strati superficiali della lega in piombo con la quale i proiettili erano stati fabbricati; addirittura, su alcune parti, sono state notate, al microscopio. vistose formazioni microcristalline che, interessando impronte di vitale importanza ai fini dell'indagine balistica, hanno reso vano, per aver distrutto microstriature di tipo filamentoso, ogni eventuale esame comparativo</span>" <br />
<br />
Quindi la corrosione, <b><i>persino nel caso di Giogoli</i></b>, avrebbe semmai interessato <b><i>le microstriature</i></b>, <b><i><u>non le righe</u></i></b>... ma che profondità possono avere queste microstriature?<br />
<br />
Quella, evidentemente, delle tolleranze dell'utensile (per un'arma costruita prima del 1968, sempreché sia <b><i>realmente</i></b> stata costruita prima del 1968, avrebbe anche potuto essere una broccia) per scavare le rigature elicoidali. Per una superficie sgrossata con utensili, la rugosità é 10-12 micron. Un decimo della profondità minima delle righe, con un livello di corrosione comparabile a quello che si ha in acqua marina. Ma <b><i>quei</i></b> proiettili, e cioè <b><i>solo quelli di Giogoli</i></b>, sono stati <b><i>immersi</i></b> in liquidi organici che non sono evaporati per via della chiusura ermetica; ben altra situazione rispetto agli altri proiettili esaminati, di cui viene esplicitamente detto che i residui sono <b><u>essiccati</u></b>.<br />
<br />
D'altra parte, Lettore, ragioniamo un momento da persone comuni anziché da mostrologi: Se la corrosione avesse cancellato proprio le tracce che servono all'esame comparativo, si sarebbero mai sbilanciati Arcese e Iadevito a dire, nel 1983, che i proiettili erano stati sparati con la stessa arma? Se la corrosione dei proiettili si fosse spinta ad un punto tale da cancellare le rigature, se addirittura sparisce una struttura che ha dimensioni di un'ordine di grandezza superiore, come avrebbero mai potuto stabilire se i proiettili appartenevano alla stessa arma o meno?!? Loro erano periti, mica mostrologi!<br />
<br />
Non saprei, Lettore, come definire questa sorta di spiegazione nella vita normale. In Mostrologia è “verità”, ma nella vita normale, tentare di indurre qualcuno in errore scrivendo, in un atto pubblico, che può avvenire in quindici anni ciò che normalmente avverrebbe in mille, e richiamare a supporto una perizia scritta in un’altra occasione per reperti che nulla hanno a che fare con quello in esame, integrerebbe il reato di “falso ideologico”. Quando non si tratta di atto pubblico, ma di un articolo su un blog o di un video su in canale YouTube, non saprei come etichettarlo… “falso”, e basta?<br />
<br />
Ma tant’è… ognuno ha la facoltà di falsificare qualunque idea ritenga opportuno per raggiungere i propri mostrologici fini; ciò che non potrebbe fare è <b><i>incolpare qualcun altro</i></b> di falso ideologico; tecnicamente si chiamerebbe “calunnia”, ed è reato. Per cui sinceramente io, se fossi un mostrologo, dopo aver discettato sui proiettili in tal modo, almeno sui bossoli avrei preferito passare; capisco che Zuntini è deceduto, quindi nessuna querela verrà mai sporta. Ma la ritengo una questione di correttezza morale.<br />
<br />
Dopo i proiettili, vediamo allora come la moderna mostrologia risolve il problema relativo alla discrepanza sulla valutazione dei bossoli:<br />
<br />
"<i>Allora, però...parliamo un attimo di Zuntini, ricordiamoci quello che successe con la perizia del '74, no? Dove... Zuntini, per far tornare i suoi conti sulla pistola che... ehm. avrebbe sparato dalla...dal lato del... del passeggero, mentre i bossoli erano dall'altra parte, eh... tirò fuori il discorso dell...del fatto che i bossoli sarebbero schizzati contro il...il...lo... lo sportello, il finestrino dello sportello aperto, e... sarebbero rimbalzati dall'altra parte dell'auto, no? Una cosa che sta assolutamente... non, che non sta in piedi, perchè non... abbiamo già visto nel video apposito, non é che una pistola era in una posizione precisa, che il bossolo sarebbe schizzato proprio, nello stesso punto dove vennero trovati tutti e cinque lì, no? La pistola si muoveva durante il...durante la... l'azione, chissà dove sarebbero andati questi bossoli, sempreché avessero picchiato contro il finestrino de, de... della portiera. Ma la cosa più grave é che Zuntini, nella sua perizia, del '74, asserisce che avrebbe fatto delle prove che gli avrebbero confermato questa... questo fatto, no? Questo, questo fatto de... del rimbalzo dei proiettili dall'altra parte. Ecco, io penso che queste prove Zuntini non le fece. Le scrisse nella perizia, ma sono prove impossibili, non sarebbe riuscito a fare una cosa del genere. E lo scrisse nella perizia per... far quadrare un po' i suoi conti, no? Ora, io mi chiedo se nella perizia del '68, dove lui intendeva dimostrare che l'arma era un'arma usurata, non avesse fatto la stessa cosa... con le impronte di estrazione e... e di espulsione.</i>”<br />
<br />
Lettore, nella mia vita mi è accaduto una sola volta di redigere una CTU (non balistica, certamente); è stato tanti anni fa, nell’ambito di quello che è stato il maggior processo penale d’Italia, e forse del mondo. Fu un’esperienza sgradevole e negativa per me, e per questo mai più reiterata; un solo evento mi rimase impresso indelebilmente come emozione positiva: il giuramento dinanzi al Presidente di Corte d’Assise.<br />
<br />
Non sono un “uomo delle istituzioni”, né mai lo sarò (considerato anche che anagraficamente non ne avrei la possibilità di diventarlo in futuro); ma se il giuramento impressionò persino me, dubito fortemente che un servitore dello Stato, quale Zuntini era, abbia potuto giurare prima e scrivere poi il falso “<i>nella perizia per... far quadrare un po' i suoi conti</i>”. Forse nella notte tra il 14 ed il 15 settembre del 1974 le cose andarono in modo diverso (anzi, personalmente ne sarei più che convinto) da come le ricostruì Zuntini, ma un conto è affermare che Zuntini, nel tentativo di spiegare l’inspiegabile, abbia potuto sbagliarsi, un altro è asserire che non abbia realmente condotto una prova nell’ambito di un lavoro per il quale è stato retribuito, pur sostenendo di averlo fatto, il che implicherebbe una violazione dell’articolo 373 del Codice Penale<br />
<br />
Magari penserai, Lettore “Be’, questa è solo la tua opinione, mica una verità mostrologica! Non conta niente…” Vero; ma mostrologia o meno, calunniare le persone conta. <br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Accuse gratuite, e senza contraddittorio</b>
</i>
</span></div><br />
“<i>Allora, innanzitutto ricordiamoci che Zuntini aveva interpretato, nella sua perizia del '68, il rigonfiamento che venne trovato sui bossoli, il rigonfiamento vicino al collarino, come un indice di una pistola vecchia, usurata. Una pistola che aveva la camera di...di... di sparo... ehm... troppo grande, una molla... di... che... che caricava la, la... il bossolo... che caricava la cartuccia... un po'... po' rovinata, forse, adesso non mi ricordo bene, ma... in sostanza la pistola, secondo Zuntini, era usurata. E questo aveva provocato questo rigonfiamento. In anni recenti abbiamo visto che, da un'intervista del generale Schiavi, i motivi di questo rigonfiamento del collarino, de...de...de...del bossolo erano altri. E' perché vennero usate delle cartucce, per carabina, troppo potenti per una pistola, e l'effetto era stato quello... ehm... di creare questo rigonfiamento. Tra l'altro, questo rigonfiamento venne trovato da Zuntini anche nel '74, ma nel '74, non.. ehm... giunse ad alcuna conclusione sul fatto che la pistola fosse usurata, non parlò affatto di pistola usurata. Evidentemente, nei sei anni... intercorsi tra il '68 ed il '74, qualcuno gli aveva detto: Guarda che. questo... questo rigonfiamento sul collarino non é dovuto ad una pistola usurata, no? Io penso... perché sennò l'avrebbbe fatto... lo stesso discorso l'avrebbe fatto nel '74</i>"<br />
<br />
Giunti a questo punto, riepiloghiamo un momento la ricostruzione mostrologica, che ci fornisce l’altrettanta mostrologica verità.<br />
<br />
Accade un duplice omicidio. Il magistrato inquirente individua qualcuno per affidargli l’incarico di eseguire una perizia giurata sui reperti balistici dell’omicidio; e lo individua sulla base delle competenze professionali e dell’esperienza acquisita nel corso degli anni, considerato che il qualcuno ha 55 anni. Il qualcuno invece, sebbene finga di presentarsi (all’avvocato Filastò, nello specifico) come un onesto ed attento professionista, non ne capisce un’acca, e millanta competenze che non ha; scrive quattro ...zate sulla perizia, e la consegna al magistrato (a PierLuigi Vigna, nello specifico). Nonostante questo, sei anni dopo gli viene affidata una perizia analoga; per fortuna, però nell’intertempo era passato di là un mostrologo che gli aveva detto “<i>Guarda che la faccenda del rigonfiamento è una …zata. Non lo scrivere più</i>”. E lui, ringraziandolo per averlo illuminato, non lo ha scritto più.<br />
<br />
Questa, Lettore, farebbe il paio con quella del Mainardi che pur perfettamente in grado di scavalcare i sedili, rimarrebbe immobile quando giungono persone che potrebbero soccorrerlo al fine di consentire al Mostro di sparargli in testa... si potrebbe apprezzare l'inventiva, se come già sottolineato, non fosse da codice penale.<br />
<br />
In pratica, la mostrologia é quella scienza che, invece di usare le relazioni peritali per costruire una rappresentazione della realtà in accordo con esse, si avvale di una rappresentazione aprioristica della realtà per determinare quanto siano valenti i periti.<br />
<br />
Ora, Lettore, cerchiamo di abbandonare questa "sindrome di Münchhausen per procura" e torniamo con i piedi per terra, a ragionare come fanno le persone normali nella vita di tutti giorni, ad esprimere banali opinioni anziché improbabili verità mostrologiche.<br />
<br />
Perché, vedi, delle due l’una: <b><u>o</u></b> parti dal presupposto che le perizie non servano a nulla, che commissionarle sia uno spreco di denaro pubblico, e leggerle sia una perdita di tempo, ma in questo caso devi adoperarti per garantire la validità della catena di custodia, così da poter condurre le tue perizie alla bisogna e con l'assoluta certezza riguardo a ciò che stai periziando; <b><u>oppure</u></b> le consideri parte integrante e valida dello svolgimento delle indagini, ed allora devi tenerne conto, tanto più se hai fatto venir meno la catena di custodia. Se non sei stato diligente nel custodire i reperti, la perizia è tutto ciò che hai per cercare di capire se i tuoi reperti siano ancora probanti o meno.<br />
<br />
Vediamo innanzitutto di stabilire se la perizia di Zuntini sia <b><u>obiettivamente</u></b> cattiva o inattendibile. Chi lo asserisce? In base a cosa? Da chi è costituita la commissione d’esame dinanzi alla quale Innocenzo Zuntini è costretto a comparire?<br />
<br />
Prima di tutto, lo asseriscono i mostrologi; ma questa è la loro verità, che non coincide con la verità scientifica di Odifreddi; ah, già quella è un’opinione…<br />
<br />
Dovremmo allora sentire l’opinione di altri periti balistici; che cosa, <b><i>in buona sostanza</i></b>, renderebbe inattendibile la perizia di Zuntini? <b><i>Da cosa</i></b> esattamente si desume che essa sia una “cattiva perizia”?<br />
<br />
Ecco cosa dice un perito balistico:<br />
<br />
"<i>Cosa dicono i medici legali in relazione alla ferita alla spalla... quindi al tramite... alla spalla di Barbara Locci. Allora... leggo testualmente:Nella faccia posteriore della spalla sinistra, a distanza di otto centimetri... (??? - incomprensibile) dal limite posteriore dela cavo ascellare corrispondente è presente una soluzione di continuo della cute di forma lievemente ovalare delle dimensioni di 7 virgola 6 mm., con maggiore asse lievemente obliquo dal basso verso l'alto e, da sinistra verso destra, con margini frastagliati eccetera... Allora, concentriamoci su questo. Allora... dal basso verso l'alto. Dice un asse, dal basso verso l'alto. Occhei, questo é chiaro! Margini frastagliati. estroflessi, eeeaaahh.... va bene, c'é un alone escoriativo ma questo non ci interessa. Quindi abbiamo capito che secondo il medico legale, qui c'é scritto in maniera netta... c'é un obliquo asse che va dal basso verso l'alto. Ora leggo la perizia Zuntini. Vediamo cosa dice Zuntini in relazione a questa... ferita, questo tramite: In sintesi la Locci fu colpita da 4 proiettili dei quali 1 alla spalla sinistra con direzione prevalente dall'alto verso il basso... Cioé... Zuntini dice l'esatto contrario. Quindi, allora, secondo i medici legali, il tramite... questo proiettile viaggia... ehm... dal basso vero l'alto, secondo Zuntini é l'opposto</i>"<br />
<br />
Questa è una trascrizione “full verbàtim”; ma l’esaminatore sarebbe inascoltabile, perché per esprimere un concetto di poche parole impiega un tempo infinito. Per dire che la perizia Zuntini ed il verbale di autopsia sono in contraddizione riguardo alla ferita alla spalla della Locci, impiega... quattro minuti!<br />
<br />
Tuttavia, questo non é necessariamente un male, anzi. Fra pause, sospensioni, anacoluti, dialisi... dopo un po' uno si scoccia ed evita di ascoltare. Evitando così di sentire castronerie.<br />
<br />
Cerchiamo di sintetizzare. Nel verbale di autopsia é scritto:<br />
<br />
"<span style="font-family: courier new;">Nella faccia posteriore della spalla sinistra </span> [...] <span style="font-family: courier new;">è presente una soluzione di continuo della cute di forma lievemente ovalare delle dimensioni di 7x6 mm., con maggiore asse lievemente obliquo dal basso verso l'alto e, da sinistra verso destra... </span> " <br />
<br />
Nella perizia Zuntini é scritto:<br />
<br />
"<span style="font-family: courier new;">In sintesi la Locci fu colpita da 4 proiettili dei quali 1 alla spalla sinistra con direzione prevalente dall'alto verso il basso... </span> " <br />
<br />
In pratica, nel verbale di autopsia si sta parlando della <b><i>forma</i></b> del <b><i>foro di entrata</i></b>, che é leggermente ellittico, e ne viene descritto l'orientamento, sul piano cutaneo, dell'asse maggiore rispetto alla verticale. Si sarebbe potuto scrivere anche "lievemente obliquo dall'alto verso il basso e da destra verso sinistra" e sarebbe stato lo stesso.<br />
<br />
Zuntini parla invece della direzione del proiettile, e quindi dell'orientazione del <b>tramite<i></i></b> creato dal proiettile. <br />
<br />
Si sta parlando di due cose <b><u>assolutamente diverse</u></b>. L'unica affermazione del perito sulla quale concordo é che "<i>queste cose vanno sapute leggere</i>" (per essere precisi, concordo totalmente sul concetto, meno sulla grammatica)<br />
<br />
Le altre critiche riguardano il mancato reperimento da parte nel perito necroscopo di un proiettile ritenuto nel cadavere del Lo Bianco che, ragionevolmente, ci si sarebbe aspettato di rinvenire nello stomaco (ma che c'entra Zuntini?!?) e la mancata menzione della posizione esatta dei segni di estrattore ed espulsore, sulla quale Zuntini dà riferimenti "generici".<br />
<br />
Tali segni erano così poco marcati che Zuntini non li considera neanche per determinare di come si trattasse di un'arma semiautomatica, preferendo fare riferimento alla posizione dei bossoli ed al rigonfiamento del collarino; come influirebbe ciò sulle risposte ai quesiti che gli erano stati posti? Infatti, a Zuntini venne chiesto di determinare tipo e calibro dell’arma, nonché di pronunziarsi sull’unicità di essa; le prove di poligono per cercare di individuare il modello furono condotte su iniziativa dello stesso perito (“<span style="font-family: courier new;">Non <b><i>ritenendo</i></b> sufficiente tale elemento <b><i>abbiamo voluto</i></b> condurre delle prove di poligono…</span>”)<br />
<br />
Sarebbero queste le critiche da muovere alla perizia?!? Sono queste le argomentazioni che la invaliderebbero?!?<br />
<br />
Dispiace constatare come in questa vicenda si cerchi di infangare gratuitamente la memoria di professionisti pur di sostenere le proprie tesi. Zuntini avrebbe certamente meritato censori di caratura (professionale e morale) ben diversi.<br />
<br />
Vediamo il parere di un altro perito, intervistato sempre riguardo alla validità della perizia di Zuntini, della quale critica le affermazioni riguardo all'usura dell'arma. E questo é ciò che afferma riguardo alla possibilità che l'arma fosse di produzione High Standard:<br />
<br />
C.: "<span style="color: green;"><i>Non può essere una High Standard…?</i></span>"<br />
<br />
G.:" <span style="color: red;"><i>Assolutamente no! L'High Standard, come ho già avuto modo...</i></span>"<br />
<br />
C.: "<span i="" style="color: green;">>Perché?</span></div>"<br />
<br />
G.:"<span style="color: red;"> <i>....come ho già avuto modo di dire più volte, lasciano una traccia di percussione del tutto differente. E' rotondeggiante, non quadrangolare. Quindi... esclude tutta la serie delle High Standard. Non esiste una sola arma di produzione High Standard, che, ricordiamo, é una ditta statunitense, calibro 22 LR, che lasci impronte di percussione quadrangolari.. Sono tutte rotondeggianti.</i></span>"<br />
<br />
Questo, Lettore
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjISz3TtoOe5l13Zu1F2MAhPQWfMkW8TqLINvxULlvbh_ROX10K5IPw2CDRsBZd0Q2eCKsgYOEphFsepEpPF0AvLgErvDB28sdaBC4mQde90Lu0DV6xEJAfndczVaoQuqqcqJU3vqy7o0AA03LvTyn2AA5yVV8PX0x-6p3Fwku5U7pR8aTZsDiz4j_5=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="570" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjISz3TtoOe5l13Zu1F2MAhPQWfMkW8TqLINvxULlvbh_ROX10K5IPw2CDRsBZd0Q2eCKsgYOEphFsepEpPF0AvLgErvDB28sdaBC4mQde90Lu0DV6xEJAfndczVaoQuqqcqJU3vqy7o0AA03LvTyn2AA5yVV8PX0x-6p3Fwku5U7pR8aTZsDiz4j_5=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
é il risultato di una prova di sparo effettuata da Romano Schiavi: a destra una High Standard Citation Supermatic, a sinistra una Beretta calibro 22 serie 70. Ti sembra che l’impronta sia "del tutto differente" da quella della Beretta? Ti sembra “rotondeggiante”? Allora, puoi dire in tutta sincerità che chi rilascia simili dichiarazioni conosca realmente l’argomento che sta trattando? Puoi considerarlo affidabile?<br />
<br />
Non so bene, Lettore, come etichettare il comportamento di chi, pur dimostrando di non avere idee riguardo all'argomento di cui pretende di trattare, si rivolga ad altri tacciandoli di incompetenza sol perché, ormai deceduti, non sono in grado di difendersi;il primo concetto che mi verebbe in in mente sarebbe "viltà"....
<br />
<br />
Il fatto, però di aver tirato in ballo Romano Schiavi, che appare come un perito che possiede una maggiore perizia (cioé, un perito di nome e di fatto), ci darebbe la fortunata possibilità di rivolgersi a lui per “una perizia sulla perizia” di Zuntini; cosa pensa al riguardo Romano Schiavi?<br />
<br />
“<i>Ho esaminato le perizie fatte da questi tecnici, tre tecnici, primo dei quali è un ufficiale di artiglieria, il quale ha fatto un lavoro, diciamo, ehm.. improbo, perché privo di mezzi… dei mezzi che si adoperano oggi nor…normalmente per le…comparazioni; perché ha adoperato soltanto delle lenti, eccetera… però, è arrivato a dei risultati abbastanza buoni, insomma, tanto più che concordano con quello del secondo e terzo perito…</i>”<br />
<br />
Quindi, Romano Schiavi non pensa affatto che Zuntini sia incompetente; chi non è in grado di leggere correttamente una perizia medico legale o chi non conosce le armi di cui pretende di parlare invece lo pensa. E questo è già qualcosa.<br />
<br />
Esiste però un punto di contatto tra i mostrologi, il perito che pontifica sui segni di percussione delle High Standard senza peraltro conoscerli, e Romano Schiavi: la gente non legge. <br />
<br />
Veniamo innanzitutto ai bossoli di “cartucce costruite dalla Ditta Giulio Fiocchi di Lecce”<br />
<br />
Punto primo: le cartucce “Fiocchi” recano una <span style="font-family: Lucida Calligraphy; font-size: medium;"><b>f</b></span> sul fondello e non una “<span style="font-family: Times New Roman; font-size: medium;"><b>H</b></span>”; nell’immagine comparativa di Schiavi, il bossolo a sinistra è quello di una cartuccia Fiocchi<br />
<br />
Punto secondo: non è mai esistita alcuna “Ditta Giulio Fiochi di Lecce”. Lo stabilimento della Fiocchi si trova a LECCO, non a Lecce.<br />
<br />
Ciò che è scritto nel rapporto Matassino è solo una grossolana inesattezza, che peraltro Zuntini corregge, di fatto, con la sua perizia:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">I bossoli sono n. 5, tutti identici, di ottone della stessa marca e della stessa partita. Hanno impresso sul fondello, al centro, una H; tale lettera indica che si tratta di bossoli originali Winchester, la nota fabbrica americana di armi e munizioni di New Haven – Connecticut – U.S.A.; lettera impressa sulle cartucce in onore di Henry Tyler sovraintendente tecnico della Winchester instauratore appunto della cartuccia a percussione anulare quali sono quelle in giudiziale sequestro.</span><br />
<br />
Il problema è inesistente. Ciò che invece è esistente, e che dispiace, è il fatto che nemmeno Romano Schiavi legga con la dovuta attenzione neppure ciò che scrisse Zuntini.<br />
<br />
Vediamo di farlo noi, insieme, Lettore.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Cosa vide Zuntini nel 1974, e cosa aveva visto nel 1968</b>
</i>
</span></div><br />
Per prima cosa, sgombriamo il campo da un equivoco: Zuntini non ha <b><i>mai</i></b> scritto nella sua perizia del 1968 che il famoso rigonfiamento del colletto del bossolo fosse da attribuire ad un difetto della molla di recupero. <b><i><u>Mai</u></i></b>. Zuntini disse questo durante un intervista a Filastò, sedici anni dopo avere scritto la sua perizia; ma all’interno della perizia, questo non c’é.<br />
<br />
Pertanto, qualunque critica alla perizia di Zuntini che si basi su un simile presupposto è <b><u>priva di fondamento</u></b>.<br />
<br />
Conseguentemente, ciò che possiamo fare per cercare di comprendere quale concetto Zuntini intendesse esprimere è paragonare la sua perizia ad un’altra perizia da lui stesso redatta, e nel quale il rigonfiamento viene menzionato, e cioè quella del 1974; ma per far questo dobbiamo cercare di liberarci dal pregiudizio mostrologico che vorrebbe che Zuntini abbia appreso qualche elemento di balistica interna intorno ai sessant’anni di età e dal primo che passava di lì, e supporre invece che, da colonnello dell’esercito e perito scelto dall’autorità giudiziaria, un minimo di competenze le avesse già nel 1968.<br />
<br />
Zuntini rileva perfettamente, e riporta la presenza del rigonfiamento sui bossoli, sia nel 1974, sia nel 1968, ma nei due casi descrive il reperto in maniera molto diversa:<br />
<br />
1974: <br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Sennonché esaminando attentamente i bossoli con una lente (oppure al microscopio) ci si rende conto benissimo che egli stessi furono invece esplosi con una pistola automatica, in quanto sul fondello di ciascuno di essi è visibile il duplice segno dell’espulsore… </span> <br />
<br />
[…]<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Altro segno caratteristica delle pistole aut. è rilevabile alla base della parte cilindrica di ciascun bossoletto, quasi a contatto con l’orletto anulare di base (rim), in posizione diametralmente opposto al segno del percussore che è visibile sull’orlo della faccia di ciascuno fondello; tale segno è costituito da un piccolo rigonfiamento che si forma per la mancanza di appoggio in tal punto in corrispondenza del quale sull’arma abbiamo la gola di caricamento della cartuccia. </span> <br />
<br />
1968:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">sulla parte cilindrica, a ridosso del righellino (orlo del fondello) si rileva un piccolo rigonfiamento; la posizione di esso è fissa ed identica in tutti i bossoli; essa è rilevabile, anche ad occhio nudo, fra le ore 17 e le 19,30 circa, con la maggiore protuberanza in corrispondenza, o poco oltre, delle ore 18</span><br />
<br />
In pratica, il rigonfiamento sui bossoli del 1974 viene menzionato a proposito dell’esame con l’ausilio di mezzi ottici, mentre sui bossoli del 1968 sarebbe stato visibile ad occhio nudo, e ne sarebbe stata descritta addirittura la dimensione, che avrebbe interessato la circonferenza del bossolo per un’estensione tra i 35° ed i 40° della circonferenza (giusto per essere pedanti, Lettore, ad un’ora corrispondono 15 gradi sessagesimali).<br />
<br />
Una cosa che terrei a sottolineare qui è che l’unica critica che Schiavi avanza alla perizia Zuntini del 1968, non riguarda le competenze del perito, ma solo i limitati mezzi che aveva a disposizione:<br />
<br />
<i>…un ufficiale di artiglieria, il quale ha fatto un lavoro, diciamo, ehm.. improbo, <b>perché privo di mezzi… dei mezzi che si adoperano oggi nor…normalmente per le…comparazioni</b>; perché ha adoperato soltanto delle lenti, eccetera… però, è arrivato a dei risultati abbastanza buoni…</i><br />
<br />
Ma è proprio il rigonfiamento che colpisce Zuntini che non può risentire di tale limitazione, perché é così “macroscopico” che la sua valutazione non necessita di mezzi ottici:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">si rileva un piccolo rigonfiamento; la posizione di esso è fissa ed identica in tutti i bossoli; essa è <b><u>rilevabile, anche ad occhio nudo</u></b>, fra le ore 17 e le 19,30 circa</span><br />
<br />
Ciò che invece vi è da dire al riguardo è che, purtroppo, anche qui si rileva una scarsa attenzione nella lettura da parte del generale Schiavi:<br />
<br />
<span style="color: red;">S:<i>... e lui</i></span> [Zuntini] <span style="color: red;"><i>si é fermato sul... un altro segno del bossolo, che é un rigonfiamento che c'é vicino all'orletto; e questo lui lo attribuisce ad un rilassamento della molla recuperatrice, mentre molto più facilmente, secondo me, é dovuto al fatto che la cartuccia aveva una potenza troppo elevata per una pistola, e quindi avevamo un piccolo arretramento del bossolo quando ancora il proiettile era in canna</i></span><br />
<br />
<span style="color: green;">VA: <i>quindi, questo piccolo rigonfiamento del bossolo dove viene osservato?</i></span><br />
<br />
<i><span style="color: red;"> sopra il coll... il.. l'orletto.</span><br />
<br />
<span style="color: green;">ecco, se dovessimo usare le ore dell'orologio, dove lo collochiamo?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">e... alle ore sei circa... lui addirittura dice alle sette e mezzo... insomma, abbastanza... l'inizio e la fine...</span><br />
<br />
<span style="color: green;">fra le 17:30 e le 19 dice...</span><br />
<br />
<span style="color: red;">... ehmmm... no, dalle diciotto...</span><br />
<br />
<span style="color: green;">... alle diciannove....</span><br />
<br />
<span style="color: red;">... alle diciannove... insomma, all'incirca...</span><br />
<br />
<span style="color: green;">quindi in posizione quasi diametralmente opposta...</span><br />
<br />
<span style="color: red;"> ...opposta a quella del percussore, e quindi questo mi ha fatto pensare che era dovuto al maggiore spazio che ha avuto il bossolo, perché lì finisce la rampa d'accesso alla canna da parte del proiettile</span><br /></i>
<br />
Certo che è dovuto a questo, e <b><u>Zuntini lo dice pure</u></b> sia nel 1968:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Tale rigonfiamento prodotto dalla pressione dei gas della carica di lanciodeterminatosi al momento della partenza del colpo, è indubbiamente originato da un difetto esistente nella parte cilindrica terminale (in senso longitudinale) e bassa (in senso verticale) della camera di cartuccia […] dovuto all’usura prodotta dalla cartuccia che viene sfilata dal caricatore ed introdotta nella camera di cartuccia; in tale movimento la stessa sfregando sulla parte bassa dell’orifizio della camera di cartuccia può provocare, nel tempo, l’usura…</span><br />
<br />
sia nel 1974:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">…tale segno è costituito da un piccolo rigonfiamento che si forma per la mancanza di appoggio in tal punto in corrispondenza del quale sull’arma abbiamo la gola di caricamento della cartuccia.</span> <br />
<br />
La differenza deve allora risiedere nell’<b><i>entità</i></b> di essi, tanto che Zuntini ricercò nel 1974 anche tale specifico reperto sui bossoli derivanti dalle prove di poligono (il sottostante disegno è relativo alla Beretta 76 A09722U) :
<br />
<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjUhORcEpmlB8SIBdEOb_j9UTmWsynoh2PhbqNpm4x5G0b5T_BDc7s96oYCKDz6NGRjuRxtlbg9swsXGilzz2SpdbN55VeSnIgk4TvHG-SHdJmu0wved6KCMoC8L4DACT4K57HP7UAR792v05OcCE9VtU1FFDYNhSdoJ1sHdXWPEXZ2j-pbaao37ZIC=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1024" data-original-width="851" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjUhORcEpmlB8SIBdEOb_j9UTmWsynoh2PhbqNpm4x5G0b5T_BDc7s96oYCKDz6NGRjuRxtlbg9swsXGilzz2SpdbN55VeSnIgk4TvHG-SHdJmu0wved6KCMoC8L4DACT4K57HP7UAR792v05OcCE9VtU1FFDYNhSdoJ1sHdXWPEXZ2j-pbaao37ZIC=s320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
cosicché nel 1968 lo considera tanto peculiare da poter essere eventualmente utilizzato per aver conferma dell’<b><i>identità</i></b> dell’arma
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiwfSEmeWa_w7Ju6XyA7bSiPOj5mlYKrp-L7uexmCQldazwxQHDMgSsfSLz2Mc3-4K74likMDmqYSjzF1q1N7b8Xg7o92paiEUHIooJqdZRQ6K4sKFloNCk5DaIMzRco_ynO5h9d6Ytb3iXxWw5DKj_Z0Irs3oGT3fLqY1lfbCd7ca13v6QeYxTBHDG=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="484" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiwfSEmeWa_w7Ju6XyA7bSiPOj5mlYKrp-L7uexmCQldazwxQHDMgSsfSLz2Mc3-4K74likMDmqYSjzF1q1N7b8Xg7o92paiEUHIooJqdZRQ6K4sKFloNCk5DaIMzRco_ynO5h9d6Ytb3iXxWw5DKj_Z0Irs3oGT3fLqY1lfbCd7ca13v6QeYxTBHDG=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un’altra evidente differenza riguardo ai bossoli riguarda l’impronta del percussore. Scrive Zuntini nel 1974:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjz0Vt2VAwKUKCWb4NtmBHAQF-MX_7JYfQJPRRTuIrOdIk84AFM2x9Yj8GVEtezfVHrXTHCQ1Pln_tOmuzXqs4yUGi_6sGYNrMnVCnZ1LnDBMCAI50cyn-W-xQ84FEEUAMLX95FS0h0TwO_5b953ly6D0EW9YDJMxa1REXk4R8H-gHLWM8DDZmPR5KY=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="440" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjz0Vt2VAwKUKCWb4NtmBHAQF-MX_7JYfQJPRRTuIrOdIk84AFM2x9Yj8GVEtezfVHrXTHCQ1Pln_tOmuzXqs4yUGi_6sGYNrMnVCnZ1LnDBMCAI50cyn-W-xQ84FEEUAMLX95FS0h0TwO_5b953ly6D0EW9YDJMxa1REXk4R8H-gHLWM8DDZmPR5KY=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre nel 1968 diceva
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgw-7vX9WIqXkG92RdneDZ8WYXYqY5dc0jCkOEljGt-vfMavTRToPub_VsTlo6YxsHbC6WLESE3GCKo308v-vJyobMrRyJ2praPEnNk2YVT4rg7A9veKRmXRKTnz4Ziho8KfoXBU27wOpXYt-stYboBfNl5CT4zkngcY9DoTxn6sOb_G1bmEONLNyeq=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="484" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgw-7vX9WIqXkG92RdneDZ8WYXYqY5dc0jCkOEljGt-vfMavTRToPub_VsTlo6YxsHbC6WLESE3GCKo308v-vJyobMrRyJ2praPEnNk2YVT4rg7A9veKRmXRKTnz4Ziho8KfoXBU27wOpXYt-stYboBfNl5CT4zkngcY9DoTxn6sOb_G1bmEONLNyeq=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
(mi scuserai, Lettore, se sono temporaneamente passato dalle trascrizioni alle immagini, meno leggibili, ma mi sono accorto di impiegare un tempo infinito a finire il post)<br />
<br />
Quindi, Zuntini sembra essersi trovato, nel 1968, di fronte a bossoli che presentavano impronte dell’estrattore e dell’espulsore appena percettibili, un vistoso rigonfiamento, peculiare, del bossolo sopra l’orletto, ed un impronta di percussione non immediatamente riconducibili ad una precisa classe di armi, cui appartenesse una del 35 testate.<br />
<br />
Nel 1974 si trova ad eseguire la sua perizia su bossoli che non presentavano alcuna peculiarità né nei segni lasciati da estrattore ed espulsore, né nel rigonfiamento al di sopra dell’orletto, e la cui impronta di percussione è riconducibile senza alcun dubbio ad una Beretta serie 70. <br />
<br />
Al contrario, i periti Arcese e Iadevito, valutando dei reperti che dovrebbero essere gli stessi esaminati da Zuntini, non segnaleranno in alcun modo tali differenze tra i bossoli del 1968 e quelli del 1974.<br />
<br />
Non solo. Ma anche i periti Salza e Benedetti prenderanno specificamente tale segno in considerazione, nella loro perizia comparativa, senza riscontrare peculiarità.<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Forse, comparare perizie sarebbe più corretto che comparare periti...</b>
</i>
</span></div><br />
Vedi, Lettore, forse il modo in cui sono state redatte le perizie, la concatenazione degli eventi e l’attribuzione degli incarichi volge, tutto sommato, a nostro favore, perché ci permette di eseguire controlli incrociati. Mentre per quello che riguarda i bossoli abbiamo avuto la possibilità di verificare come la stessa persona (Zuntini) abbia valutato reperti diversi (1968 e 1974), ora abbiamo la possibilità di verificare come persone diverse (Zuntini e Arcese-Iadevito) valutano gli stessi reperti (i proiettili del 1968, o che tali dovrebbero essere).<br />
<br />
Innanzitutto, vediamo di risolvere il problema delle righe mancanti. Per farlo, non abbiamo bisogno di stravolgere il Sistema Periodico degli Elementi, rendendo il Piombo un metallo facilmente soggetto a corrosione; come nel caso del cambiamento di posizione del Mainardi, vi è una spiegazione di gran lunga più semplice.<br />
<br />
La rigatura dei proiettili corrisponde, come già accennato prima, ai “pieni” delle righe spirali presenti nella canna dell’arma, che conferiscono un moto rotatorio sull’asse maggiore al proiettile allo scopo di stabilizzarne la traiettoria per effetto giroscopico.
Tali rigature possono essere in numero variabile, solitamente da 4 a 8 nelle pistole, ma hanno invariabilmente una disposizione regolare e simmetrica rispetto alla sezione trasversa della canna; può semmai variare il passo lungo la canna stessa. Se quindi osserviamo una canna in sezione vedremo i pieni disposti ad intervalli regolari lungo la circonferenza della canna, e la misura dell’intervallo dipenderà dal numero delle righe. Se le righe sono 4, esse saranno disposte a 90° l’una dall’altra, se sono 6 saranno disposte a 60°, se sono 8 a 45°, e così via
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjqfMk0gwF_AKzud4Z1013sSVTgzUOtD4uEpDAST2-hGRd2PG3rqOxQ8z2h2BNWOUg2JyWGLpCf1iP7HuiDv0a7pILqmgolo3QZz82hLompy5jcm3ytN-lmkMN3J8ijVfqgTjrxG8oOO7lTCmw-iNkjtvLy44NkRdwD9f3uhKc0jH1JSZD8VGpD-h7Q=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="536" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjqfMk0gwF_AKzud4Z1013sSVTgzUOtD4uEpDAST2-hGRd2PG3rqOxQ8z2h2BNWOUg2JyWGLpCf1iP7HuiDv0a7pILqmgolo3QZz82hLompy5jcm3ytN-lmkMN3J8ijVfqgTjrxG8oOO7lTCmw-iNkjtvLy44NkRdwD9f3uhKc0jH1JSZD8VGpD-h7Q=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dalla distanza angolare tra sole due righe adiacenti è quindi possibile ricavare il numero di righe dell’arma. <br />
<br />
In seguito all’impatto di un proiettile in piombo contro il bersaglio, esso ne può risultare tanto deformato, o addirittura frammentato, da risultarne la cancellazione delle impronte da rigatura; ma dalle impronte eventualmente rimaste è comunque possibile risalire al numero di righe della canna valutando la loro distanza angolare<br />
<br />
Quindi, Zuntini nelle sue perizie, parlando di 6 righe ad andamento destrorso, si riferisce <b><i>alla rigatura della canna</i></b> dell’arma come deducibile dall’analisi del proiettile, mentre Arcese ed Iadevito fanno riferimento <b><i>alle righe effettivamente visibili</i></b> sul reperto. E’ un problema analogo a quello delle “cartucce costruite dalla Ditta Giulio Fiochi di Lecce”: inesistente.<br />
<br />
Così non fosse, si dovrebbe supporre “l’evaporazione” delle righe anche sui proiettili del 1974, per i quali si riproporrebbe lo stesso problema: 6 righe attribuite da Zuntini a tutti i proiettili, 2, 3, 5 o 6 impronte riportate da Arcese e Iadevito sui vari proiettili.<br />
<br />
Purtroppo, Zuntini nella descrizione del 1974 entra meno nei dettagli, rispetto al 1968, nella descrizione dei proiettili:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">Si tratta di n. 6 proiettili estratti in sede di esame autoptico dei 2 lesi, di cui 4 interi, ma parzialmente deformati, 1 è ridotto a 1/3 del suo volume totale (solo il fondello), 1 è aperto e schiacciato. <br />
<br />
Repertiamo inoltre altri 2 proiettili schiacciati, rinvenuti dallo scrivente nell’imbottitura dello schienale del sedile di guida che appariva forato solo in entrata. <br />
<br />
Tali proiettili di piombo con ramatura esterna facevano tutti parte di cartucce tipo “solid” cal. 22 Long Rifl. Marca Winchester, le stesse quindi delle quali facevano parte anche i bossoli già esaminati. <br />
<br />
E’ importante notare come tali proiettili portano incise, lungo la parte cilindrica, n. 6 rigature destrorse costituenti la traccia dei pieni della rigatura dell’arma;… </span> <br />
<br />
nondimeno, la scarna descrizione è consistente con quella di Arcese e Iadevito: di quelli estratti in sede autoptica, quello “ridotto a 1/3 del suo volume totale” è il numero 5), quello “aperto e schiacciato” è il numero 1), quelli estratti dal sedile sono 7) e 8); non vi sono comunque ambiguità, in quanto sia nel 1974, sia nel 1983 e reperti vennero fotografati.<br />
<br />
Per i proiettili del 1968, però, le cose vanno diversamente.<br />
<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<b><i>
Le</i> <u>reali</u> <i>differenze tra l'analisi di Zuntini e quella di Arcese e Iadevito</i></b>
</span></div><br />
Non sono disponibili fotografie riprese nel 1968, ma in compenso vi è una descrizione più accurata dei reperti con la specifica, in ambedue le perizie, della provenienza del proiettile, cioè da dove fu estratto. E’ chiaro che una descrizione non può sostituire una comparazione di immagini fotografiche; se però la descrizione comprende elementi francamente incompatibili, è logico supporre che le descrizioni non possano riferirsi al medesimo oggetto.<br />
<br />
Per quel che riguarda il proiettile 1) della perizia Arcese-Iadevito, che corrisponde al b) della perizia Zuntini, le descrizioni non presentano incongruenze descrittive, e così il numero 3), corrispondente al d) di Zuntini.<br />
<br />
Qualche problema di compatibilità comincia a vedersi nella descrizione del proiettile nr 2), che corrisponde al a) di Zuntini. Fu estratto dalla regione ombelicale della Locci. Zuntini lo descrive come deformato soprattutto in ogiva (ogiva completamente schiacciata) mentre Arcese e Iadevito non menzionano alcuna deformazione e contano 6 righe.<br />
<br />
Anche il nr 4) della perizia Arcese-Iadevito corrispondente al c) di Zuntini, e rinvenuto sul pavimento dell'autovettura, darebbe qualche incertezza. Arcese Iadevito non forniscono alcuna descrizione, e contano 4 righe. Zuntini riferisce come esso sia poco deformato (dovrebbe essere quello in condizioni migliori); è già strano che su un proiettile che viene esplicitamente definito, rispetto ad altri, “poco deformato” si contino 4 righe.<br />
<br />
Ma una incompatibilità ancor più evidente emergerebbe a carico del proiettile estratto dal corpo di Lo Bianco.<br />
<br />
E' il nr 5) della perizia Arcese-Iadevito e l'e) di Zuntini. Arcese e Iadevito lo definiscono “<i>profondamente deformato</i>”, con 2 frammenti di rigatura (cioè, non presenterebbe nemmeno una rigatura completa). Zuntini lo descrive come: "<i>ha subito solo una deformazione ogivale limitata; presenta infatti uno schiacciamento che interessa solo una parte dell'ogiva, lateralmente, con piano di impatto a circa 40-45° rispetto all'asse del proiettile</i>" .<br />
<br />
Queste ultime descrizioni sembrerebbero chiaramente riferirsi a due reperti totalmente differenti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
<br /><br />
<a name="fatti"><br /><br /></a>
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Valutare i fatti, senza la presunzione di essere in grado di giudicare chi sia bravo e chi sia, invece, incompetente</b>
</i>
</span></div><br />
Sintetizziamo quanto fin qui tediosamente esposto con un gigantesco profluvio di parole.<br />
<br />
Nel 1968 Innocenzo Zuntini viene investito del ruolo di perito balistico nel duplice omicidio di Lastra a Signa. Ciò che il colonnello Zuntini “vede” nei reperti è l’uso di una calibro 22 Long Rifle di marca e modello non identificabile dal raffronto con l’impronta di percussione di altre 35 armi di uso comune
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNi39Lf2cVgVODcyaCwscFN1MO3OKyfTB7grSiIjPTgzJaMxjWioQMtMboWU6y-Mloly4kFAEpFeD9KrL4Ezu-kZfzeCzF23qggGgvZKxot_prrFIA-K4k5lHPA_VAzKgk6AOx4_YFKWyiTPLXYXLgcPovafZsn7oTobf901BIvcxkzOxLS_0Hj4J7/s1024/percussore%20Zuntini%201968def.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="177" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNi39Lf2cVgVODcyaCwscFN1MO3OKyfTB7grSiIjPTgzJaMxjWioQMtMboWU6y-Mloly4kFAEpFeD9KrL4Ezu-kZfzeCzF23qggGgvZKxot_prrFIA-K4k5lHPA_VAzKgk6AOx4_YFKWyiTPLXYXLgcPovafZsn7oTobf901BIvcxkzOxLS_0Hj4J7/s320/percussore%20Zuntini%201968def.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con bossoli che presentano una particolare tenuità dei segni di espulsione ed estrazione, ed un peculiare rigonfiamento dei bossoli al di sopra dell’orletto. Il fatto che i segni siano poco rilevabili può essere attribuibile o ad un’arma nuova, con superfici di contatto ben lavorate ed ancora non consumate dall’uso, come d’altra parte dice Romano Schiavi, o ad una levigazione di dette superfici dovuto ad eccessiva usura; la presenza del peculiare rigonfiamento lo fa propendere per la seconda ipotesi. Nell’ambito della perizia, inoltre, egli descrive i cinque proiettili repertati. Non si esprimerà con certezza, alla fine, su marca e modello dell’arma <b><i>per la difficoltà di ricondurre l’impronta del percussore ad un modello noto</i></b>; ma solo sul suo stato di usura.<br />
<br />
Nel 1974 il medesimo perito accetta l’incarico per una consulenza tecnica su un altro duplice omicidio. Al termine delle sue analisi accerterà che è stato commesso con una calibro 22 L.R, e riuscirà ad individuare <b><i>senza le benché minime difficoltà ed incertezza</i></b>, il modello dell’arma in una Beretta serie 70. Lo farà avvalendosi del segno del percussore, che gli appare inequivocabile
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMloUemw3myz1o7T1qMLvFh2T0SZenjpUhtJKaKV3hXmoCqiDRPNKlAtIMFZLWmVfPagIdZmdrLpe7AfhLR4rcI3jbEAe3nWIX8-M9kNDUSLPxGEsn7QaB8kOPE2wrn9toqgLkp4vhYq9oGELsqmGUH8KdwUr2CaWdniVo9CBafE969f6wvPC5Vd9t/s1024/percussore%20Zuntini%201974.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="373" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMloUemw3myz1o7T1qMLvFh2T0SZenjpUhtJKaKV3hXmoCqiDRPNKlAtIMFZLWmVfPagIdZmdrLpe7AfhLR4rcI3jbEAe3nWIX8-M9kNDUSLPxGEsn7QaB8kOPE2wrn9toqgLkp4vhYq9oGELsqmGUH8KdwUr2CaWdniVo9CBafE969f6wvPC5Vd9t/s320/percussore%20Zuntini%201974.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e dai segni, perfettamente rilevabili, di estrattore ed espulsore. Non annetterà particolare importanza al rigonfiamento, pur presente, né menzionerà alcun segno riferibile ad usura dell’arma.<br />
<br />
Nel 1982, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/07/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">sebbene sia arduo stabilire <i><b>quando</b></i></a>, una comunicazione anonima consente l’anomalo ritrovamento in un fascicolo processuale dei reperti sui quali sarebbe stata eseguita la prima perizia di Zuntini. L’anomalia sta nel fatto che non solo i reperti sarebbero dovuto andare distrutti, ma che qualcuno era a conoscenza che ciò non era avvenuto. Anzi, era perfettamente a conoscenza <u><b>di dove si trovassero quei reperti</b></u>.<br />
<br />
Viene richiesta una perizia comparativa, della quale sono incaricati i periti Arcese ed Iadevito. I periti non hanno modo di confrontare ciò che vedono all’atto della loro analisi con quello che vide Zuntini nel 1968, ma possono confrontarli direttamente con ciò che vide Zuntini nel 1974. E desumono che<i><b> i bossoli ritrovati nel fascicolo sono stati esplosi con la stessa arma di quelli repertati nel 1974</b></i>
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSgwJHk-FUcy4J4eTpB-vssyNMyTLFhyFfC8_r819y1e64lzbmWKJGL0tE2ewZHXy7yU8IGmWneP5RYmAfQitYiUim44JAcIwdVLEIOWZEORd8ECkjHXyroewnIEAlxByGuEpclX7YWJ1X-JDwKkzY8y4HSCCRMZIZPjY3JKsdVpIIWIIQlneQ5VIj/s1024/beretta%20iadevito.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="413" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSgwJHk-FUcy4J4eTpB-vssyNMyTLFhyFfC8_r819y1e64lzbmWKJGL0tE2ewZHXy7yU8IGmWneP5RYmAfQitYiUim44JAcIwdVLEIOWZEORd8ECkjHXyroewnIEAlxByGuEpclX7YWJ1X-JDwKkzY8y4HSCCRMZIZPjY3JKsdVpIIWIIQlneQ5VIj/s320/beretta%20iadevito.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Emerge qualche <i><b>incongruenza nella descrizione dei proiettili</b></i>:
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBGc8gajibvXQbTFc9_hwQAAwUL6ti8oLezqq8iM2Aa2E8DXGaVg657ULAmF99YJfwNCOjhb9DRGbyD9_zGdacuy7SjwzNiM0LTkyzEB4UTPw3nS1ekle210Wnvjz4d4WDA5fkVkJ4QCDTVaCiQfOTepTLz2JZD7rZP0Ai0YxwC9KrP4tNHSRR4FnS/s1200/Proiettile%20Lo%20Bianco%20enh.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1024" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBGc8gajibvXQbTFc9_hwQAAwUL6ti8oLezqq8iM2Aa2E8DXGaVg657ULAmF99YJfwNCOjhb9DRGbyD9_zGdacuy7SjwzNiM0LTkyzEB4UTPw3nS1ekle210Wnvjz4d4WDA5fkVkJ4QCDTVaCiQfOTepTLz2JZD7rZP0Ai0YxwC9KrP4tNHSRR4FnS/s320/Proiettile%20Lo%20Bianco%20enh.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
Nel 1987, analoga perizia viene richiesta all’ing. Salza ed al dott. Pietro Benedetti, i quali non avranno la benché minima incertezza nel ritenere inequivocabilmente identiche le impronte di percussione sui bossoli del delitto del 1974 con quelle rilevabili sui bossoli ritrovati nel fascicolo processuale.<br />
<br />
Benedetti e Salsa, che nella loro perizia compararono a coppie i bossoli, considerarono anche la comparazione del rigonfiamento. Canessa fa a Pietro Benedetti una domanda diretta<br />
<br />
<span style="color: #38761d;"><i>Ecco, nei colpi... nei bossoli ritrovati nel 1968, lei ha notato qualche caratterisitca peculiare sempre riferentesi ad anomalie, come lei dice... diversa come categoria, cioè come gruppi, a quelle dei colpi sparati successivamente?</i></span><br />
<br />
<span style="color: red;"><i>Eh... no... diciamo che quelle... i segni più importanti, no! C'é stata una lieve evoluzione sulle tracce più piccole.Quelle sì, perché magari qualche piccolo processo di ossidazione così nel tempo s'é... s'é... s'é formato, però come ho detto le impronte più significative, quelle più profonde, quelle che tutti i periti prendono in considerazione, sono rimaste inalterate.</i></span><br />
<br />
Ergo, la Mostrologia Moderna, avendo stabilito che Arcese, Iadevito, Benedetti e Salsa costituiscono la pietra di paragone della balistica, giungono all’inconfutabile verità che Zuntini non era in grado di portare a termine il lavoro per il quale aveva solennemente giurato, e rendendosi conto di ciò, maschera la sua incapacità con l’imbroglio. Fosse stato capace o almeno sincero, il Mostro di Firenze sarebbe stato assicurato alla giustizia. E basano tale giudizio principalmente sul fatto che Zuntini avrebbe considerato come "particolare" un reperto usuale sui bossoli esplosi con una semiautomatica, e cioè il c.d. "rigonfiamento di camera", che dallo stesso Zuntini sarà però considerato usuale nel 1974.<br />
<br />
In effetti, dobbiamo prendere atto di come oltre a Zuntini nel 1974, anche Arcese e Iadevito <br />
<br />
<span style="color: red;">G.I.: <i>Quello lì è un rigonfiamento di camera.</i> </span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;">P.M.:<i> Ecco, vediamo allora questo rigonfiamento. Questo è un altro...</i></span> <br />
<br />
<span style="color: red;">G.I.: <i>Sì, rigonfiamento di camera che sia, si tenga presente una camera di pistola: ha un piccolo vano, in altri termini un piccolo vuoto, all'inizio per consentire alla unghia dell'estrattore di agganciare il collarino. Ora, quel vano lì, chiaramente non viene protetto durante l'espansione dei gas e quindi il picco di pressione. Il materiale, dicevo prima, è duttile, malleabile, e lì subisce un rigonfiamento.</i></span><br />
<br />
ed infine Salza e Benedetti <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>Abbiamo esaminato due coppie di bossoli, cioè due bossoli relativamente ad ogni caso, che ci furono consegati, e….ehm….. su questi… erano presenti le impronte prodotte rispettivamente dal percussore, dall’estrattore, dall’espulsore, nonché… diciamo, una… un rigonfiamento che riproduceva, il profilo diciamo della gola di imbocco che serve per convogliare la cartuccia in canna; quando viene sfilata dal caricatore per facilitarne l’introduzione c’è questo scarico che, ecco…</i></span><br />
<br />
rilevino tutti la presenza degli stessi rigonfiamenti, ai quali attribuiscono tutti lo stesso significato. L’unico elemento dissonante è Zuntini nel 1968; quindi, Lettore, il problema non starebbe tanto nel mettere d’accordo Arcese ed Iadevito con Zuntini, o Benedetti con Zuntini, sui proiettili; il problema risiede nel mettere d’accordo Zuntini con sé stesso sui bossoli. Quindi, possiamo formulare la domanda in questo modo:<br />
<br />
Per quale motivo Zuntini non è d’accordo con sé stesso?<br />
<br />
Non vi sono che due possibilità: o, seguendo una verità mostrologica in voga, Zuntini ha conseguito una frettolosa e superficiale acquisizione di competenze tra il 1968 ed il 1974, chiedendo lumi al primo che passa sul rigonfiamento di camera, e quando ha redatto la perizia del 1968 non ne capiva un'acca, oppure non vi é corrispondenza tra ciò che esaminò Zuntini nel 1968, e ciò che esaminarono Arcese e Iadevito nel 1983, nonché Benedetti nel 1987; <i>tertium non datur</i>. Ma vi sarebbe tuttavia da ritenere che la prima possibilità; Lettore, possa venire ragionevolmente scartata. Zuntini, infatti, <b><i>anche nella perizia del 1974</i></b>, nella sezione relativa ad “<span style="font-family: courier new;">ESAME COMPARATIVO FRA BOSSOLI IN REPERTO E BOSSOLI DI PROVA</span> ” ribadisce ancora come il rigonfiamento <b><i>possa</i></b> venire interpretato come segno di usura, con buona pace dei mostrologi maliziosi che vorrebbero attribuirgli una lacuna di conoscenze colmata raccattando qualche informazione in giro
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiPyPpXrk50KL_ctn7PAL-5RG1WO-e1aUiRmy0UCJdE2oJUYj8d4S4YDvseQH0CW8A7lLCq8LKeJZGLVY4xHx2zT56SKm20OH4gDSpYArp--l3DuBumUHkpYKGt1-Y64H_N8_qEMbAvhD1GqWCNn7odoWR6E6psDlpjWecq7EL-Fc2mciy74DpjNc6X=s819" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="409" data-original-width="819" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiPyPpXrk50KL_ctn7PAL-5RG1WO-e1aUiRmy0UCJdE2oJUYj8d4S4YDvseQH0CW8A7lLCq8LKeJZGLVY4xHx2zT56SKm20OH4gDSpYArp--l3DuBumUHkpYKGt1-Y64H_N8_qEMbAvhD1GqWCNn7odoWR6E6psDlpjWecq7EL-Fc2mciy74DpjNc6X=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
é solo che, con ogni evidenza, ritenne che il rigonfiamento visibile nei bossoli del 1974 non fosse da interpretare come segno di usura, mentre quello rilevato nel 1968 lo fosse. Che le caratteristiche del rigonfiamento fossero diverse.<br />
<br />
In altri termini, Lettore: non puoi smentire Zuntini dicendo che il rigonfiamento puoi trovarlo in tutte le semiautomatiche. Perché questo lo dice anche Zuntini. Ma Zuntini afferma come <i><b><u>solo</u> il rigonfiamento che ha rilevato nel 1968 sia indice di usura</b></i>; e quello puoi smentirlo solo se sei sicuro di verificare il rigonfiamento dei bossoli del 1968. Ora credo che sia irragionevole dire: <br />
<br /><i>Si dimostra che Zuntini sbaglia perché i bossoli del 1968 sono uguali a quelli del 1974 mentre invece lui li descrive diversamente. Si dimostra che i bossoli del 1968 sono uguali a quelli del 1974 perché a descriverli diversamente é Zuntini il quale sbaglia.</i><br />
<br />
Questo è un ragionamento mostrologicamente circolare che dimostra il secondo assunto basandosi sul primo, e il primo assunto basandosi sul secondo. Se non riusciamo a rendere “assioma” almeno uno dei due, non possiamo tirare fuori alcuna conclusione.<br />
<br />
<br />
<b><u>Sintetizzando ulteriormente</u>:</b>
<br />
<br />
Zuntini, Arcese, Iadevito, Benedetti, Salsa, concordano tutti <b><i>sui bossoli del 1974</i></b>
<br />
<br />
Arcese, Iadevito, Benedetti, Salsa dicono che <b><i>i bossoli del 1974</i></b> sono paragonabili <b><i>a quelli ritrovati nel fascicolo nel 1982</i></b>.
<br />
<br />
Zuntini dice che <b><i>i bossoli del 1968</i></b> sono differenti da <b><i>quelli del 1974</i></b> (nei primi non si può dedurre di che arma si tratti dalla forma del percussore, nei secondi invece sì; nei primi c'é un vistosamento rigonfiamento sull'orletto, nei secondi é minimo; nei primi i segni di strattore ed espulsore sono a malapena visibili, nei secondi sono evidenti).
<br />
<br />
Zuntini é stato l'unico a periziare i bossoli <b><i>del 1968</i></b> prima del loro "accidentale ritrovamento"
<br />
<br />
E se sia Zuntini, sia Arcese e Iadevito concordano sui reperti del 1974, Zuntini trova non paragonabili (non esplosi dalla stessa arma) i reperti del 1974 con quelli del 1968, mentre Arcese e Iadevito trovano i reperti del 1974 paragonabili (esplosi dalla stessa arma) a quelli ritrovati nel fascicolo nel 1982, logica vorrebbe che i reperti del 1968 siano diversi da quelli ritrovati nel fascicolo nel 1982... o no?
<br />
<br />
<br />
<br />
<b>Quindi, <u>i fatti</u> sono:</b>
<br />
<br />
- nel 1968 vengono forniti, ad Innocenzo Zuntini, alcuni bossoli e proiettili <b><i>appena repertati sul luogo di un delitto</i></b>, e gli viene posta la domanda: a che tipo di cartuccia si riferiscono e con che arma sono stati utilizzati? La risposta di Zuntini é: sono bossoli e proiettili riferibili a cartucce Winchester calibro 22 LR, sono stati esplosi con un'arma semiautomatica. Per quante prove di sparo siano state fatte, marca e tipo di arma non sono individuabili; ciò che si può dire é che l'arma era usurata e maltenuta.
<br />
<br />
- nel 1974 vengono forniti a Zuntini bossoli e proiettili <b><i>appena repertati sul luogo di un delitto</i></b>, e gli viene posta la domanda: a che tipo di cartuccia si riferiscono e con che arma sono stati utilizzati? La risposta di Zuntini é: sono bossoli e proiettili riferibili a cartucce Winchester calibro 22 LR, sono stati esplosi con un'arma semiautomatica. Dalle prove di sparo si evince inequivocabilmente come siano stati esplosi con una Beretta Serie 70, sottoposta a regolare manutenzione.
<br />
<br />
- nel 1983 vengono forniti, ad Arcese e Iadevito bossoli e proiettili <b><i>repertati nove anni prima sul luogo di un delitto, e regolarmente custoditi</i></b>, e viene loro posta la domanda: a che tipo di cartuccia si riferiscono e con che arma sono stati utilizzati? La risposta di Arcese e Iadevito é: sono bossoli e proiettili riferibili a cartucce Winchester calibro 22 LR, sono stati esplosi con un'arma semiautomatica. Dalle prove di sparo si evince come siano stati esplosi con una Beretta Serie 70, sottoposta a regolare manutenzione
<br />
<br />
- sempre nel 1983 vengono forniti, ad Arcese e Iadevito. bossoli e proiettili <b><i>reperiti "per caso", nel 1982, all'interno di un fascicolo processuale relativo ad un delitto commesso quattordici anni prima</i></b>, e gli viene posta la domanda: a che tipo di cartuccia si riferiscono e con che arma sono stati utilizzati? La risposta di Arcese e Iadevito é: sono bossoli e proiettili riferibili a cartucce Winchester calibro 22 LR, sono stati esplosi con un'arma semiautomatica. Dalle prove di sparo si evince come siano stati esplosi con la stessa arma usata per i reperti relativi al delitto del 1974, e cioé una Beretta Serie 70, sottoposta a regolare manutenzione.
<br /> <br />
La domanda é: i bossoli ed i proiettili raccolti sul luogo del delitto del 1968 e fatti periziare nell'immediatezza a Zuntini, sono uguali o diversi a quelli ritrovati per caso quattordici anni più tardi, e solo allora valutati da Arcese e Iadevito? Ovvero, in termini più "Mostrologici":
<br /><div>
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Esistono delle spiegazioni alternative al fatto che le righe evaporino e Zuntini sia un ciarlatano mistificatore?</b>
</i>
</span></div><br />
Quindi, si pone il problema se i bossoli ritrovati nel fascicolo nel 1982 siano realmente gli stessi che Zuntini valutò nel 1968. Cosa dice la logica?
<br />
<br />
Che esistono solo due possibili, alternative, spiegazioni: <u><b>o</b></u> Zuntini, da sbronzo, nel 1968 prese un gigantesco abbaglio, eseguendo una valutazione errata di diversi segni, che invece, da sobrio, considererà correttamente nel 1974, <u><b>oppure</b></u> i reperti vennero sostituiti<br />
<br />
Riformuliamo ancora la domanda: E' possibile che Zuntini abbia preso comunque un gigantesco abbaglio? Certo é possibile. <br />
<br />
E' <b><i>verosimile</i></b> che si sia trattato comunque di un gigantesco abbaglio?<br />
<br />
O, in altri termini, e considerato anche che è stata interrotta la catena di custodia (per cui comunque quanto ritrovato nel fascicolo non avrebbe valore probatorio) la domanda è: è verosimile che i reperti ritrovati nel fascicolo nel 1982 siano comunque gli stessi repertati in seguito al duplice omicidio del 1968 ed i dubbi sollevati siano da attribuire unicamente all’abbaglio preso da Zuntini?<br />
<br />
Be' lo sarebbe <b><i>se</i></b> i reperti fossero stati correttamente conservati, <b><i>se</i></b> non fosse giunto il ritaglio di giornale, <b><i>se</i></b> la descrizione e l'interpretazione dei reperti relativi a quegli che dovrebbero gli stessi bossoli, da parte della stessa persona, non sembrassero descrivere due cose diverse, <b><i>se</i></b> non vi fosse il lavoro di Amiconi, <b><i>se</i></b> Schiavi, rifiutando di inchinarsi al cospetto della Mostrologia, non avesse dichiarato che Zuntini era persona competente..., ma con tutti questi "se", Lettore, la mia opinione é che sia <b><i>poco</i></b> verosimile che tutto sia frutto di una svista (o della crassa ignoranza che la mostrologia vuole attribuire a Zuntini).<br />
<br />
Per inciso, su uno dei blog dedicati al “Mostro di Firenze” si trova un commento che riguarda quanto si legge nella richiesta di Tricomi, e cioè <br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">In uno al procedimento mi si vorrà trasmettere anche il Corpo di Reato onde effettuare le comparazioni balistiche tra i bossoli…</span> <br />
<br />
ipotizzando che i reperti siano stati spillati all’interno del fascicolo in occasione dell’invio da parte di chi ha trasmesso la documentazione. La corretta conservazione dei corpi di reato nell’ambito dell’ Ufficio competente attualmente avviene (o dovrebbe avvenire) all’interno di scatole chiuse da spago e provviste di appositi sigilli; se vuoi avere un’idea. Lettore, di quale sia la procedura da adottare puoi fare riferimento alla pubblicazione del Tribunale di Varese “<b>Indicazioni operative concernenti la consegna dei Corpi di Reato</b>”. Proprio in essa, a proposito della necessità di attenersi alle procedure, viene esplicitamente detto: “<i>Essendo presupposto essenziale l’inalterabilità di quanto affidato in custodia, sono necessari alcuni accorgimenti a garanzia di tutti gli attori delle varie fasi del procedimento giudiziario; ne consegue l’esigenza del rigoroso rispetto delle indicazioni di seguito riportate, valide per tutti quei beni mobili o reperti che sono soggetti ad essere confezionati.</i>”<br />
<br />
Qualcuno allora avrebbe dovuto aprire la relativa scatola, estrarre i reperti ed accluderli al fascicolo, anziché consegnare la scatola sigillata al sottoufficiale CC che avrebbe dovuto occuparsi del trasferimento. Un’irregolarità forse peggiore di quella compiuta lasciandoli all’interno del fascicolo stesso; la mia opinione è che tale possibilità sia inverosimile.<br />
<br />
Ma la mia opinione <b><i>dà</i></b> la certezza che l'arma <b><u>non sia</u></b> la stessa? Ovviamente no, io non sono un mostrologo: sebbene, a questo punto, anche se improbabile, non può essere negata del tutto la possibilità che si tratti di un errore di Zuntini. <br />
<br />
Ma di sicuro <b><i>toglie</i></b> la certezza che l'arma <b><u>sia</u></b> la stessa.<br />
<br />
Anche il secondo assioma é crollato. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br />Così, potremmo concludere le nostre riflessioni su Opinione e Verità; ma prima é necessaria <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_56.html">un'ulteriore riflessione</a></div>
<br />
<br />
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-48559314777169953242022-02-08T21:48:00.036+01:002022-10-09T21:08:17.585+02:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: Parte II<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Bisogna che tu impari a conoscere ogni cosa, sia l'animo inconcusso della ben rotonda Verità sia le opinioni dei mortali, nelle quali non risiede legittima credibilità.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Parmenide di Elea</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjInn-yz7-m0sPQGG77gCYalHqABMPzdExuKNsNaUVS50PlQO1OtYi5o5uRrNGVeiWoyUo8YZ0c676OHmXQtILAVafHZJhjbZmmcgI_4lYdadNWbG8u42IBjoORa54QD5JAm-YPWpSGeE_7p3F_Yy5Ew7Ao5Qu8wwxWF_ldxRlbQTN9KzfyN6IOqU61=s1280" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="800" data-original-width="1280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjInn-yz7-m0sPQGG77gCYalHqABMPzdExuKNsNaUVS50PlQO1OtYi5o5uRrNGVeiWoyUo8YZ0c676OHmXQtILAVafHZJhjbZmmcgI_4lYdadNWbG8u42IBjoORa54QD5JAm-YPWpSGeE_7p3F_Yy5Ew7Ao5Qu8wwxWF_ldxRlbQTN9KzfyN6IOqU61=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div>
<br />
<br />
Mi rendo conto, Lettore, di come questo post possa risultare particolarmente lungo e noioso, fitto di trascrizioni, e scarsamente intelligibile a chi non abbia una precedente conoscenza dell'argomento; ma d'altra parte tale argomento costituisce uno dei principali "misteri" che caratterizzano la Moderna Mostrologia.
<br />
Pertanto, se hai comunque deciso di intraprenderne la lettura, Ti esorterei a leggere preventivamente anche <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">il post precedente</a>, che può darti un'idea della motivazione per la quale l'argomento é considerato tanto importante; di ,nel post attuale cercherò di mostrarti perché, dal mio punto di vista, sia una banalità
<br />
<br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>IL (FALSO) PROBLEMA DEL CAMBIAMENTO DI POSIZIONE DEL MAINARDI</b>
</i>
</span></div><br />
Per motivi sia professionali, sia personali, mi sono trovato diverse volte a dover richiedere la stesura di un verbale dei carabinieri; presso una stazione, per strada, sul posto di lavoro. <br />
<br />
Ed apparterrei, per estrazione e professione, alla categoria che una volta veniva definita "strato sociale medio-alto"; inoltre, rappresenterei ciò che viene definita "persona colta". E questo ha fatto sì che i Carabinieri usassero sempre una certa deferenza nei miei confronti. <br />
<br />
Nonostante ciò, fare sì che il verbale riportasse effettivamente quanto io intendessi dire si é sempre rivelato una battaglia. E non, Lettore, perché, i pubblici ufficiali abbiano l'intenzione di travisare o la realtà, o semplicemente quanto afferma il dichiarante; é che i carabinieri scrivono in "carabinierese", un linguaggio spesso infarcito di espressioni arcaiche, che dovrebbe sintetizzare, anche se mantenendo assoluta oggettività, quanto dichiarato, livellando quelle che sono le differenze culturali tra le persone, che la nostra società esprime.<br />
<br />
Così, accade che due testimonianze verbali, raccolte da un esponente dell'Accademia della Crusca e da un contadino analfabeta (dalle mie parti ancora qualcuno esiste) suonino più o meno allo stesso modo, ambedue, alla fine, espresse in "carabinierese".<br />
<br />
Fin qui non ci sarebbe niente di male, anzi; ciò che c'é di male é che in questo processo di traduzione, dal linguaggio proprio di chi rende la propria deposizione al carabinierese, i contenuti dell'esposizione ne risultano comunque alterati. E tale alterazione é tanto maggiore quanto più si cerchi di uniformare deposizioni rese da soggetti diversi riguardo allo stesso argomento.<br />
<br />
In questa vicenda, tale aspetto appare particolarmente evidente, tanto più che le testimonianze vennero raccolte anche in giorni e circostanze diverse; questo é facilmente deducibile dal confronto tra le dichiarazioni di alcuni testimoni quando confrontate con i verbali.<br />
<br />
Questo venne addirittura esplicitamente dichiarato da uno dei testimoni al processo contro Pacciani, Vanni e Lotti, da uno dei soccorritori:<br />
<br />
<span style="color: red;">MARTINI “<i>.. dopo circa tre ore, tre ore e mezza di interrogatorio, alla fine, a Montespertoli dissi: fatemi firmare... scrivete quel che vi pare e fatemi firmare quel che vi pare... almeno...non era possibile! Era un tartassamento continuo! Se no...</i>"</span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;">CANESSA "</span><i><span style="color: #38761d;">Cioè, lei per dire queste... dunque sono... cinquanta parole, c'é stato tre ore e mezzo?"</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Sì... ma tanto... guardi gli dico tanto ci sono stato</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Mi scusi, ma...ad aspettare, o...?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Nononono! Interrogato!</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Allora... tre ore e mezzo interrogato, ed alla fine gli dice: fatemi firmare quel che volete?!? Lei dice...</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Allora, é successo così: loro...</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Loro... mi scusi, di chi sta parlando?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">...il magistrato, una signora... non mi ricordo chi iera... anche altra gente, ora non mi ricordo...</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Vabbè, un magistrato c'era, no?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Penso di sì, penso era... alla fine... di tartassarmi di domande... tutto, praticame... tutto, che era successo, non era successo, gli dissi quello che era successo... non é possibile! Non è possibile! Come non é possibile? Gli dissi. Là... c'ero io, non c'era lei... giusto? Allora, mi fecero anche provare... mi ricordo che mi fecero provare... ci fa vedere come ha fatto! Mi portarono addirittura la macchina... simile...</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Una macchina?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;"> una 127, ora non... ed io gli è feci vedere come feci. Niente, non é possibile...qui le sta a fa’.. qui c'é falsa testimonianza</span> <br />
<br />
<span style="color: #38761d;">Lei si stufò...</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">io mi stufai, dissi fin...men... io mi ricordo, metteva in macchina, scriveva, non so chi...dissi: sì va bene tutto, sottoscrivo, e venni via, va.</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Cioè, di... scrivete pure quello che vi pare...</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Sì...</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Scrivete pure quello che vi pare a voi...</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Sì...</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">ricorda se...</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">D'altra parte...</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Eh?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">No, sì... è andata in questa maniera</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Perbacco, signor Martini! Noi ne prendiamo atto... lei, se si assume...che dice le cose come stanno. Però, dice... non si dà atto che le contestano qualcosa, qua. Sembra che almeno questo discorso sia abbastanza...</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Sì, no, lì no di sicuro... quando ero all'interrogatorio cioè era un continuo...stare dritto, dritto, mi portarono a bere fuori...fu un continuo veramente, se no non é che... poi...</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Ho capito... ma lei non ebbe modo dire: guardate, ma...eh, insomma... io non ho...dice: non sono in grado invece di precisare l'esatta posizione...</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Sì, questo l'hanno scrit...questo l'hanno scritto loro...</span><br />
<br /></i>
E non é che questa sia una circostanza eccezionale. Anche il verbale dell'Allegranti a Rimini riporta<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
“Verso le ventiquattro ricevevo telefonicamente una richiesta di intervento per una località compresa tra frazione Baccaiano e Le Fornacette”</span><br />
<br />
quando gli viene contestato da Canessa, l’Allegranti risponde ovviamente<br />
<br />
“<span style="color: red;"><i>Ci sarà stato uno sbaglio perché io non l’ho ricevuta la telefonata</i></span>” <br />
<br />
e non c’è da dubitarne, in quanto le telefonate giungevano ad un centro che poi smistava le chiamate<br />
<br />
o a Rimini...<br />
<br />
" <span style="color: red;"><i>sì, ma no che... ci, ci può esse stato anche un errore a scriverlo, io non... che gli abbi
detto che io avevo ricevuto due telefonate... se lei va a Montespertoli e lo chiede, tutti
gli diranno come minimo...</i></span> […]<span style="color: red;"> <i>io non l'ho visto nel verbale che c'era scritto due, perchè...</i></span>"
<br />
<br />
Questo è invece Stefano Calamandrei<br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">PRESIDENTE "<i>Senta, lei fu sentito dal pubblico ministero, e di... e dice, qui... non é riportata la sua dichiarazione fedele, dice: mi associo a quanto dichiarato dal mio amico Adriano Paggiarelli. Paggiarelli aveva riferito, nella stessa occasione... foste sentiti insieme, o separatamente?</i>" </span><br />
<br />
<span style="color: red;">CALAMANDREI "<i>uuhhmm</i>"</span> <br />
<br />
<i><span style="color: #2b00fe;">Se lo ricorda, questo?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Eh... la sera stessa, no una volta ritornati...</span> <br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">No, dal pubblico ministero</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Ah, dal pubblico ministero... </span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Quando fu sentito il Poggiarelli c'era anche presente anche lei? </span><br />
<br />
<span style="color: red;">Lo stesso gio... lo stesso giorno però separatamente, credo </span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Separatamente... ecco, lei venne informato di quello che dichiarò il Poggiarelli o no?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Eh, questo non me lo ricordo</span></i><br />
<br />
In pratica, scrivevano in assoluta autonomia ciò che ritenevano dovessero scrivere, uniformando le relative testimonianze senza nemmeno informare i testimoni <i><b>a cosa</b></i> ci si stesse uniformando, di cosa avessero dichiarato gli altri.<br />
<br />
Così, in effetti alla fin fine, nel processo di traduzione in "carabinierese", qualcosa di male c'é; e questo qualcosa di male diviene anche ridicolo quando una persona come Canessa pretende di assimilare un verbale dei carabinieri ad una trascrizione letterale di quanto dichiarato, come se si stesse trascrivendo fedelmente, <i>full verbatim</i>, una registrazione vocale.<br />
<br />
Non so tu Lettore, ma io in atteggiamenti simili a quello del PM vedo il privilegiare altri aspetti (affermazione del ruolo, o ricerca di notorietà aggredendo chi è lì per testimoniare) rispetto alla ricerca della verità; trovo assolutamente impossibile che un magistrato non sappia che quanto scritto nel verbale non sia la trascrizione letterale delle affermazioni del dichiarante. O Canessa pensava che l’Allegranti, che in tribunale gli diceva "<i>Non so come si dice in italiano, me lo dica lei</i>", per fare un esempio, si fosse così espresso presso il comando dei Carabinieri <br />
<br />
"<i>Inoltre, non essendo all'epoca il primo caso verificatosi nei confronti di coppiette... a seguito della seconda telefonata mi recai al locale comando Carabinieri sporgendo regolare denuncia</i>"?<br />
<br />
Pertanto, Lettore, dobbiamo attenerci ai fatti. I fatti non sono "<i>Mainardi, al giungere dei primi testimoni, si trovava al posto di guida</i>". E neanche sono "<i>i primi testimoni hanno dichiarato che il Mainardi si trovava al posto di guida</i>".<br />
<br />
I fatti sono:<br />
<br />
<b>Sul verbale ispezione luoghi firmato dal PM Della Monica si trova scritto </b>"<i>Gli ufficiali di PG presenti riferiscono che sul sedile anteriore di guida, in base a dichiarazioni assunte in loco, era adagiato il corpo di un giovane identificato in Mainardi Paolo, ricoverato tramite la Croce d'Oro di Montespertoli presso l'ospedale di Empoli in condizioni disperate</i>"
<br />
<br />
quindi in realtà ciò che bisogna considerare non é il fatto <i>"Mainardi all'arrivo dei testimoni era seduto sul sedile di guida</i>" ma :<br />
<br /> "<b>la dottoressa Della Monica dice che gli ufficiali di PG dicono che i testimoni dicono che il Mainardi al loro arrivo era seduto sul sedile di guida</b>"<br />
<br />
ed è questo il fatto che deve conciliarsi con il resto. <br />
<br />
La prima cosa da fare sarebbe determinare l‘identità dei testimoni cui si riferisce la dottoressa Della Monica: <br />
<br />
- Marini Graziano <br />
<br />
- Bartalesi Concetta <br />
<br />
- Calamandrei Stefano <br />
<br />
- Sieni Luca <br />
<br />
- Tempestini Fabio <br />
<br />
- Di Lorenzo Mario <br />
<br />
- Carletti Francesco <br />
<br />
- Campatelli Rosanna <br />
<br />
- Del Maschio Monica <br />
<br />
Gli ultimi quattro non potrebbero testimoniare nulla al riguardo, se non altro perché gli ultimi tre non si fermarono subito, e Di Lorenzo giunse sul luogo, insieme a Marini e Bartalesi, subito prima dell’arrivo dell’ambulanza. Calamandrei, come si è visto sopra, sottoscriverà, il giorno dopo, una testimonianza analoga a quella resa da Poggiarelli, ma senza sapere cosa Poggiarelli avesse detto… <br />
<br />
Estrarre da ciò l'informazione corrispondente alla <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">"verità scientifica" di Odifreddi</a> é un'impresa impossibile; ciò che però si può fare é verificare la compatibilità dei "fatti" (e cioè dei verbali) con le dichiarazioni rese dai testimoni, sebbene a quindici anni di distanza. D'altra parte, Lettore, la situazione deve aver avuto un impatto emotivo ben diverso da quello di, ad esempio, una gita al mare; per cui, é verosimile che i ricordi siano stati meno sbiaditi dall'azione del tempo. <br />
<br />
Per nostra fortuna, i testimoni ed soccorritori di quella vicenda vennero chiamati a testimoniare al processo contro i cosiddetti “compagni di merende”, nel 1997; le registrazioni delle loro deposizioni, integralmente riportate su diversi canali YouTube, consentono di verificare quale corrispondenza vi sia tra ciò che loro riferiscono e cosa sia scritto nei verbali. <br />
<br />
Così è possibile sapere cosa videro davvero i testimoni che per primi si trovarono sulla scena; constatarono realmente la presenza di Mainardi al posto di guida? <br />
<br />
<span style="color: red;">BARTALESI
" <i>al posto di guida non si vedeva, ecco... passando con la macchina, perché io non scesi</i>" <br />
<br />
"<i>mi sembra di non l'aver visto questo ragazzo, perché son sicura di non esser uscita di macchina...</i>" <br />
<br />
"<i>credo di non l'aver detto che io avevo visto il ragazzo</i>" </span><br />
<br />
<span style="color: red;">MARINI</span> <br />
<br />
<span style="color: #800180;">FILASTO' "<i>Lei ha avuto l’impressione che fossero tutt’e due sedi… seduti sui sedili anteriori, é così?</i>"</span> <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>Anteriori senz'altro. All'indietro... ora, di quanto, non... non me ne ricordo. Comunque, sempre davanti...</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #800180;"><i>Tutti e due sui sedili anteriori?</i> </span><br />
<br />
<span style="color: red;"><i>Sì</i></span> <br />
<br />
<span style="color: #800180;"><i>E' sicuro di questo?</i></span> <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>io penso di sì, senz'altro.</i></span> <br />
<br />
<span style="color: red;">CALAMANDREI "<i>...si scese, e ci avvicinammo al lato destro della vettura... e... vedemmo che c'era questa raga... una ragazza di.. di dietro, di sicuro... e l'altro occupante, non son ben sicuro se fosse di davanti o di dietro, mi ricordo che era molto reclinato all'indietro...</i>"</span><br />
<br />
Questo è invece Poggiarelli, quello alla cui testimonianza il Calamandrei si sarebbe uniformato:<br />
<br />
<span style="color: red;">POGGIARELLI "<i>Per conto mio era disteso... ehmm... indietro, sul seggiolino posteriore, o perlomeno la testa l'aveva sul sedile poste... cioè...la sensazione é che fosse... io vedevo chiaramente questa ragazza, perché io mi affacciai dalla parte destra de... dell'auto, insomma</i>"</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">PRESIDENTE "<i>la destra del..sua , o la destra dell'auto?</i>"</span><br />
<br />
<i><span style="color: red;">diciamo... il lato opposto della guida, de.. de.</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">ecco, bravo, sì</span><br />
<br />
<span style="color: red;">e vedevo questa ragazza, che era sul sedile posteriore... e dentro... c'era qualcun altro però no, non... dovessi dire dov'era seduto il ragazzo, non... non glielo so dire</span></i><br />
<br />
<span style="color: #800180;">FILASTO' "<i>Lei vide sostanzialmente più che altro la testa, di questi due giovani...</i>"</span><br />
<br />
<i><span style="color: red;">Della ragazza</span><br />
<br />
<span style="color: #800180;">Della ragazza... il ragazzo, invece, la testa era più bassa?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Sì... ehmm... non potrei... non si distingueva... non glielo so dire con certezza.</span><br />
<br />
<span style="color: #800180;">se era reclinata, in particolare...</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Indietro?</span><br />
<br />
<span style="color: #800180;">Indietro, sì</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Si, però, é un'immagine che non...non... cioè, non posso dire. Ho il ricordo di questa ragazza, ecco. Del ragazzo... in che posizione fosse... con precisione non glielo so dire</span>.</i><br />
<br />
<br />
<span style="color: red;">DI LORENZO “<i>C’era questa ragazza dalla parte destra… si de…die… sì dalla parte destra, dietro… e questo ragazzo si sentiva un… uuuhhhmmm… dietro al seggiolino… però…sa… con il buio…</i>”</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">PRESIDENTE “<i>E dove stava questo giovane? Questo giovane, dov’era! Il giovane, dov’era…</i>"</span><br />
<br />
<span style="color: red;"><i>era dietro, fra i seggiolini, però, sa… di buio… non è che poi uno… ci vorrebbe una lampadina, vedere…</i></span><br />
<br />
ed anche nel verbale era scritto<br />
<br /><span style="font-family: courier new;">
"Potei così vedere il corpo di una ragazza seduta sul sedile posteriore con il capo reclinato all'indietro, mentre notai che il ragazzo si trovava disteso con le gambe sul sedile anteriore, ed il corpo a bocconi nell'intercapedine tra i due sedili, con la testa adagiata sul sedile posteriore, nella parte centrale. Preciso che lo schienale del sedile anteriore sinistro era reclinato". </span>
<br />
<br />
e poi <br />
<br /><span style="font-family: courier new;">
"Al fine di estrarre il corpo del ragazzo <u><b>abbiamo</b></u>" </span>
(quindi avrebbe partecipato anche lui insieme ai soccorritori) <span style="font-family: courier new;">"alzato lo schienale del sedile anteriore sinistro, e spinto quest'ultimo verso il volante" </span>
<br />
<br />
<span style="color: red;"><i>Ognuno di noi cercava di fare qualcosa per aiutare, perché poi arrivarono veramente tante persone...</i></span><br />
<br />
<span style="color: #800180;">AVVOCATO “<i>Si ricorda da che parte… e… entrarono gli addetti della Misericordia per estrarre il corpo del… del ragazzo?</i></span></div> <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>Dalla parte del ragazzo</i></span><br />
<br />
<span style="color: #800180;"><i>Don…dal lato guida?</i></span><br />
<br />
<span style="color: red;"><i>si</i></span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi, riepilogando, la Bartalesi ricorda di non essere scesa neppure dall’auto, e comunque di non aver neanche visto il Mainardi. <br />
<br />Per il Marini, erano ambedue sui sedili anteriori. <br />
<br />Il Poggiarelli non è in grado di precisare dove fosse il Mainardi, ma è proprio alla sua testimonianza che il Calamandrei si conformerà, Calamandrei che non è sicuro se il ragazzo fosse davanti o di dietro. <br />
<br />Infine, Di Lorenzo, che giunge pochi minuti prima dell’arrivo dell’ambulanza, lo vede tra i due sedili. Volendo assumere che Paolo Mainardi fosse stato realmente al posto di guida al primo passaggio dei ragazzi, ciò significherebbe che si sarebbe spostato da solo dal sedile anteriore all’intercapedine fra i due sedili prima dell’arrivo dei soccorsi, e si sarebbe sistemato, comodamente seduto, sul sedile posteriore mentre i soccorritori aprivano la portiera destra e verificavano le condizioni di Antonella Migliorini.<br />
<br />
Ora, considerate le dichiarazioni dei testimoni, in tutta sincerità… come si fa a dire che Paolo Mainardi sia stato “visto” sul sedile anteriore dell’auto? Questa é un’affermazione che Silvia Della Monica scrive sul verbale di ispezione luoghi, ma che non trova alcuna corrispondenza né nelle testimonianze, né tantomeno nella realtà oggettiva. Il giorno dopo, evidentemente, la cosa verrà confermata, e verranno esercitate pressioni sui soccorritori perché confermino anche loro. Un cambiamento di posizione è tanto poco verosimile da rappresentare una complicazione di non poco conto per gli inquirenti. Con ogni probabilità, se avessero interrogato prima i soccorritori, la faccenda sarebbe andata al contrario: avrebbero scritto che i corpi erano sul sedile posteriore, e avrebbero cercato di “convincere” i testimoni di ciò.<br />
<br />
Ma come mai i testimoni non sono in grado di dire con certezza dove fosse il Mainardi, mentre tutti ricordano (e concordano, con l’eccezione di Marini) la posizione della ragazza?<br />
<br />
Ora, Lettore, cerca per un momento di ragionare insieme a me da blogger da strapazzo, anziché da mostrologo: se tu ed altre tre persone foste al cospetto di due ragazzi che, per qualunque ragione, si sono trovati in un frangente per cui uno é morto ed un altro é in gravi condizioni ma ancora vivo, ed ambedue sono dentro un'auto rimasta con il muso sulla carreggiata, a luci spente, come vi comportereste? Andreste via tutti e quattro? O qualcuno rimarrebbe, in attesa dei soccorsi, per segnalare la posizione della vettura a chi sopraggiunge, per evitare possibili azioni di sciacallaggio da parte di passanti senza scrupoli, aggressioni di animali selvatici (ad es. cani randagi)? O, anche se nessuno di voi fosse in grado di fornire un aiuto medico qualificato, magari anche soltanto per una questione di pietà, per stare vicino ad un essere umano che probabilmente sta per affrontare da solo il difficile passaggio tra la vita e la morte? Lo lascereste da solo, accanto alla sua ragazza morta, ad attendere che giunga qualcuno a salvarlo, mentre altre automobili sfrecciano a qualche decina di centimetri dal muso della sua auto ferma? Davvero vi comportereste così?<br />
<br />
E perché poi? Se solo due persone fossero andate ad avvertire i soccorsi, anziché quattro, e due fossero rimaste con i ragazzi, cosa sarebbe accaduto di male? Nei fatti, i due fidanzati, come riferisce il proprietario del ristorante, avvertirono sia la Croce d'Oro, sia i carabinieri; dove sarebbe stato il problema?<br />
<br />
Nella mia vita, Lettore, mi sono trovato diverse volte a dovere vedere ed anche fronteggiare, scene simili. Sia per motivi professionali, sia per motivi sportivi. Ed ho imparato due cose, che, viste le circostanze, non posso dimenticare.<br />
<br />
La prima é che le persone, a meno a che non siano allenate ad affrontare tali situazioni, non agiscono con fredda determinazione, ma le loro azioni sono comunque dominate dall'emozione che la situazione suscita. La conseguenza é imprevedibile. Una volta ho visto un tale che, dopo essere riuscito ad attivare il sistema di soccorso, stava imbambolato a guardare, senza più neanche essere in grado di rispondere alle domande. Un'altra volta una persona pur di raggiungere più agevolmente il luogo dell’incidente, aveva agganciato una recinzione al gancio di traino della sua vettura, strappandola via per decine di metri. In ambedue i casi, l'intervento freddo e razionale fu poi quello del personale dell'elisoccorso. <br />
<br />
La seconda é che se si trova qualcuno in gravissime condizioni, dopo essersi assicurati di aver allertato i soccorsi, le persone non si allontanano. Puoi essere la persona più cattiva dell'universo, ma se trovi uno che probabilmente sta morendo, non giri le spalle e te ne vai lasciandolo solo.<br />
<br />
Invece qui cosa é accaduto di anomalo? In realtà nulla, Lettore. L'anomalia sta nel fatto che i testimoni si resero conto che era un omicidio. Così fu questa la condizione emozionale che prevalse. Non appena i testimoni si resero conto che uno era vivo, e che c'era un foro di proiettile sul parabrezza, il ragionamento, con ogni probabilità fu: "<i>Qui qualcuno voleva ammazzare due persone, ed uno é rimasto vivo. Se questo qualcuno torna per finire il lavoro e ci trova qui, non vorrà certo lasciarci come testimoni. Meglio andare via di qui più veloci della luce</i>". Non provarono ad aprire la porta lato guida, anzi, nemmeno si accorsero che il finestrino era rotto. Non giunsero neppure ad accostarsi alla fiancata sinistra dell’automobile; che ne potevano sapere della posizione del povero Paolo?<br />
<br />
Ben diversa sarebbe potuta essere la posizione dei soccorritori, che fronteggiarono, anzi <b><i>furono costretti</i></b> a fronteggiare una situazione ben più grande di loro<br />
<br />
Purtroppo, le loro azioni non possono neanche essere paragonate a quelle del personale dell'elisoccorso cui ti ho accennato sopra. Quello é personale non solo addestrato, ma <b><u>abituato</u></b> a gestire certe situazioni. Ti immagini Lettore tre ragazzi, di cui due minorenni, che hanno seguito un corso per soccorritore (quindi, non stiamo parlando né di preparazione infermieristica, né tanto meno di preparazione medica), che al loro primo servizio si trovano proiettati in una situazione come quella? Ti immagini, Lettore, a diciassette anni, all'una di notte, davanti un'automobile dove c'é un morto ammazzato ed un moribondo che devi cercare di far arrivare vivo in ospedale? A diciassette anni sei sui banchi di scuola, non chiamato a vivere situazioni come queste. Magari, quando hanno deciso di fare i volontari, si aspettavano di dover soccorrere qualche compagno di classe caduto con il motorino... quante probabilità c'erano che il primo giorno di servizio si dovessero trovare a gestire un'evenienza inusuale anche per persone con esperienza pluridecennale?<br />
<br />
I ragazzi erano tanto confusi da non accorgersi che attraverso il vetro rotto si sarebbe potuto disinserire la sicura ed aprire lo sportello lato guida, così venne forzata con una leva la portiera di destra.<br />
<br />
Anche ciò che riferiscono i soccorritori è pertanto sotto l’influsso dell’onda emozionale, e ciò è bene evidente nella testimonianza del Gargalini.<br />
<br />
Egli riferisce di non aver trovato la leva per ribaltare il sedile, e quindi di aver reclinato lo schienale per poter giungere al Mainardi. Constatato che era vivo: <br />
<br />
<span style="color: red;"><i>"... allora sono sceso, s'é tirato su il sedile, s'é tirato fuori...e s'é portato via! Che poi... noi siamo andati via..."</i></span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">PRESIDENTE "<i>E' sceso... è sceso e da dove é rientrato?</i>" </span><br />
<br />
<i><span style="color: red;">Come?</span> <br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">da dove é rientrato poi?E' sceso e da dove é rientrato?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">No, rientrato... ho tirato il sedile dalla parte sinistra, dove lui era dietro... e l'ho tirato fuori! Perché io stavo venendo...</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Agendo dalla parte... dalla parte di là della ragazza... da.. da... de... de... della guida?</span> <br />
<br />
<span style="color: red;">Dalla parte della guida! Che siccome dalla parte di là non potevo lavorare, invece di stare a fa' tutto il giro…</span></i><br />
<br />
Insomma, la sequenza delle azioni, secondo Gargalini, sarebbe:<br />
<br />
1) apre la porta con il piede di porco<br />
<br />
2) si inginocchia sul sedile anteriore destro e verifica le condizioni della ragazza<br />
<br />
3) non riesce ad arrivare al ragazzo, perché non riesce a ribaltare il sedile lato guida <br />
<br />
4) allora reclina lo schienale lato guida ed arriva al ragazzo<br />
<br />
5) verifica che il ragazzo é ancora in vita<br />
<br />
6) indi ribalta il sedile passeggero, e lo tira fuori<br />
<br />
Dove si trova Gargalini nella fase 3)? Se fosse stato ancora sul sedile passeggero, anche ribaltando il sedile non sarebbe stato in grado di raggiungere il ragazzo, visto che in ginocchio sul sedile lato guida il collo del ragazzo era così distante da dover reclinare lo schienale per raggiungerlo “<i>io sono salito, allora, sul sedile, a questo punto, a sinistra, non arrivando a fare quello che volevo fare, ho dovuto fare questa.. questo… fa’ questa manovra</i>”. Se fosse stato sul sedile lato guida non avrebbe potuto ribaltarlo neanche se avesse trovato la leva, perché non é possibile ribaltare il sedile standovi sopra.<br />
<br />
Nella fase 6) poi, a parte il fatto che avrebbe dovuto tirare su nuovamente lo schienale, sarebbe comunque riuscito, a suo dire, a ribaltare immediatamente il sedile (operazione che non gli era riuscita pochi secondi prima) e per far questo avrebbe dovuto trovarsi o nuovamente sul sedile passeggero o fuori dall'auto, in corrispondenza della fiancata sinistra (sempre perchè non é possibile ribaltare un sedile sul quale si é seduti o in ginocchio) ; ma sostiene di non essere uscito dall’auto "<i>No, rientrato... ho tirato il sedile dalla parte sinistra, dove lui era dietro... e l'ho tirato fuori!</i>", e di essere dalla parte della guida "<i>Dalla parte della guida! Che siccome dalla parte di là non potevo lavorare, invece di stare a fa' tutto il giro</i>". Come avrebbe fatto a ribaltare il sedile sul quale stava in ginocchio? Quindi, anche la versione fornita da Gargalini contiene delle sequenze impossibili.<br />
<br />
D'altra parte, Martini non ricorda affatto che Gargalini abbia eseguito queste operazioni, mentre Ciappi sostiene di aver preparato la barella..<br />
<br />
Il fatto, a mio parere, più rilevante, è che in tale situazione di panico, nessuno dei tre sappia precisare dove si trovasse, durante le operazioni, l’autista, Lorenzo Allegranti. Gargalini e Martini dicono che stesse preparando la barella; ma solo perché questo è ciò che le procedure prevedono; d’altra parte, Ciappi riferisce di essere stato lui a preparare la barella, ma di aver compiuto tale operazione senza l’Allegranti. Se Gargalini e Martini ritenevano fosse con Ciappi, e Ciappi era, invece, da solo, ciò vuol dire semplicemente che nessuno aveva consapevolezza dei movimenti dell’autista; nessuno è in grado di dire dove fosse o cosa stesse facendo..<br />
<br />
A questo punto, la domanda cruciale diviene: cosa faceva l’Allegranti durante le operazioni di soccorso? C’è un’ unica possibilità di saperlo: chiederlo direttamente a lui.
</div>
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>LORENZO ALLEGRANTI</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Perché prestare particolare attenzione alle dichiarazioni dell’Allegranti?<br />
<br />
Essenzialmente per due motivi:<br />
<br />
1) tra i soccorritori era l’unico ad avere una certa esperienza e a poter conservare un minimo di sangue freddo<br />
<br />
2) perché la sua testimonianza è sempre stata coerente ed uguale a sé stessa anche a distanza di anni (come lo stesso Paolo Canessa si troverà costretto ad ammettere in sede dibattimentale <i>“…e la deposizione di Allegranti al PM all’epoca, che è sostanzialmente… devo dire la verità, nonostante le contestazioni del PM, analoga, a parte gli orari, a quello che dice oggi.</i>”), nonché consistente con le dichiarazioni rilasciate alla stampa (vedi ad es. settimanale “Visto”)<br />
<br />
Quindi il motivo 1) fornisce una possibile ragione per la quale la sua testimonianza sarebbe più attendibile, ed il motivo 2) lo comproverebbe.<br />
<br />
Forse, allora, ciò che ci sarebbe da chiedersi è piuttosto:<br />
<br />
Come mai la testimonianza che avrebbe dovuto essere considerata la più attendibile è invece stata trascurata?<br />
<br />
Perché in realtà la ricerca della verità non interessa a nessuno; la motivazione che viene privilegiata é "io ho ragione e voi non avete capito niente", quale fosse realmente la posizione del Mainardi non importa a nessuno. Non importa a Canessa, il cui scopo era dimostrare la colpevolezza dei compagni di merende. Non importa a Filastò (e mi duole dirlo, perché il compianto avvocato Filastò appare una delle persone più apprezzabili tra quelle coinvolte in questa vicenda a partire dal lato culturale, per finire a quello personale), il cui scopo é opposto a quello di Canessa. e cioè quello di dimostrare l'innocenza del suo assistito. Non importa ai vari scrittori, documentaristi, blogger, youtuber, il cui scopo é dimostrare la veridicità della propria tesi così da vendere, incrementare gli accessi etc. Riprendendo Odifreddi, la loro assiomatica verità è romana, non scientifica né tantomeno matematica:<br />
<br />
"<i>... io mi sono proposto di...ehm... liberare, tutto... tutto il terreno, di questa vicenda, da quelle che ritengo personalmente, a mio personale giudizio, che però cerco sempre di dimostrare... ritengo che siano, diciamo... delle scorie... delle questioni dalle quali liberarsi, per capire un po' meglio come poi andarono effettivamente le cose</i>". <br />
<br />
Le “scorie” sono tali sulla base del “personale giudizio”. Così diviene “scoria” l’unica testimonianza affidabile, privilegiando quelle palesemente contraddittorie e non indicative dei fatti.<br />
<br />
L'uso strumentale dei dati oggettivi é ancora più pericoloso, nella ricerca della verità, dell'accettazione acritica di ogni informazione; mentre il secondo atteggiamento darebbe ancora, seppur con difficoltà, la possibilità di capire, escludendo ciò che può essere messo in dubbio da ciò che non può, il primo si risolverebbe in un inganno che porta a credere che le affermazioni corrispondano a verità oggettiva, relegando la valutazione di chi non é d'accordo al rango di opinione. Dichiarare di voler ricercare la verità, ma avendo già stabilito a priori di esserne il depositario, é il modo migliore di mascherarla, tale verità; si apprezza comunque, oltre ovviamente l'impegno, anche la buona fede nel dichiararlo, che dovrebbe porre al riparo chi ascolta dal rischio di credere che quanto esposto corrisponda ad una verità oggettiva, quella che Odifreddi chiama "verità scientifica".<br />
<br />
L’Allegranti, nel suo racconto sempre coerente e sempre uguale, riferisce di essere stato lui ad entrare in auto per primo, a causa dello stato di agitazione (comprensibilissimo) dei tre ragazzi; e di aver eseguito delle verifiche sui due corpi. Ma è plausibile che dopo di lui sia entrato anche il Gargalini, eseguendo meccanicamente quelle verifiche che gli erano state insegnate durante il corso, ma senza rendersi conto di ciò che gli stava intorno (<i>ed il fatto che non fosse attento all’ambiente circostante lo dichiara</i> <b>esplicitamente</b> <i>nella sua deposizione</i>).<br />
<br />
Quindi: i testimoni che hanno chiamato i soccorsi hanno visto nettamente quale fosse la posizione della ragazza, ma hanno visto indistintamente "qualcosa" riguardo alla posizione del ragazzo. Di questo "qualcosa" l'unica cosa di cui sembrano certi é che la posizione fosse diversa da quella della ragazza, e questa differenza viene interpretata o come posizione sul sedile anteriore, o come posizione sul sedile posteriore ma con le gambe sul sedile anteriore, o come posizione distesa sul sedile anteriore con la testa indietro, etc.<br />
<br />
Gli ambulanzieri, dal canto loro, sono certi che Paolo Mainardi fosse, escludendo piccole differenze nella posizione degli arti o nella rotazione del capo, fondamentalmente nella stessa posizione della ragazza, cioè seduto sulla poltrona posteriore, con il capo verso il lunotto.<br />
<br />
Che le due testimonianze siano incompatibili é palese; ma allora chi é stato a spostare il Mainardi?<br />
<br />
Ovviamente, può averlo fatto <b><i>soltanto</i></b> chi si sia trovato all'interno dell'abitacolo successivamente a ciò che videro i testimoni, ma prima che vi entrassero gli ambulanzieri, e cioè l’Allegranti; non può essere altrimenti.<br />
<br />
E per comprendere come abbia potuto compiere questa inspiegabile azione dobbiamo stare a sentire ciò che ha da dirci:<br />
<br />
<span style="color: red;">ALLEGRANTI “<i>Io… quando sono arrivato lì… che ho aperto la porta… non della guida, quella accan… quella di… fora della guida…</i>"</span><br />
<br />
<span style="color: green;">CANESSA “<i>Quindi il passeggero..</i>”</span><br />
<br />
<i><span style="color: red;">Il passeggero…so’ entrato drento…ho mandato su il seggiolino…</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ha "mandato su"… il seggiolino cosa vuol dire?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Il passegge… poi sono andato dietro..</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Il seggiolino del passeggero…</span><br />
<br />
<span style="color: red;">passeggero...</span><br />
<br />
<span style="color: green;">ha mandato su… cioè?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">il seggiolino…</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ci spieghi cosa vuol dire "su"</span><br />
<br />
<span style="color: red;">L’ho tirato su per passare! Come si dice…come si dice in italiano non lo so, me lo dica lei! ‘Un lo so!<br />
</span><br />
<span style="color: green;">No guardi…</span></i><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">PRESIDENTE “<i>Cosa vuol dire lei, cosa vuol dire lei! Il pubblico ministero le sta spiegando cosa vuol dire…</i>”</span><br />
<br />
<i><span style="color: red;">Io voglio dire che sono arrivato… va bene?...e ho tirato su il seggiolino, che gli era… in posizione… normale, di quando si…. si viaggia… l’ho tirato su, così, sul davanti… così!</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ooh! Era…scusi, eh… era, a novanta gradi, cioè eretto?<br />
</span><br />
<span style="color: red;">Sì!</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Bene… e l’ha tirato verso il parabrezza?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">L’ho tirato verso…</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Bene!</span><br />
<br />
<span style="color: red;">…il parabrezza</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">L’ha piegato in avanti!</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Bene!</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">L’ha piegato in avanti…</span><br />
<br />
<span style="color: green;">E’ così?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Sì</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Verso il parabrezza…</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Sono entrato drento… e ho trovato, Antonella, prima… che era così, con le mani, sulle gambe… così! Che mi sono appurato… che…</span></i><br />
<br />
<span style="color: #800180;">AVVOCATO ”<i>Vorrei si desse atto che il testimone mette le mani sulle ginocchia, e appoggia la testa allo sch… alla spalliera della sedia</i>”</span><br />
<br />
<i><span style="color: #2b00fe;">Vabbè, l’ha detto lei, è già verbalizzato…<br />
</span><br />
<span style="color: green;">Questa è la ragazza…<br />
</span><br />
<span style="color: red;">Sì, è la ragazza</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Bene</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Que… poi… fo’ la constatazione che è morta, passo a quell’altro, c’era Paolino…che… rantolava…</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Lei è sempre, scusi, dalla parte del passeggero o ha fatto il giro della macchina?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">No! Sempre dalla parte…</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Bene</span><br />
<br />
<span style="color: red;">…so’ passato così, de… dai ginocchi de…della signorina Antonella…</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Quindi lei è dentro!</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Io sono drento! E sono andato a lui… che l’ho trovato… non mi ricordo ora se egli era con la faccia esterna o con la faccia interna… questo gliel’ho detto prima, non me lo ricordo… e bisogna vedere dov’era, perché…quello si può vedere scientificamente dove dall’arteria quale l’era quella spaccata, glielo ho detto prima, no? E ci si posava sopra e se la tappava, sinnò sarebbe stato bello e stato dissanguato, no?</span> <br />
<br />
<span style="color: green;">Certo…</span><br />
<br />
<span style="color: red;">E quindi se l’era tappata così, provvisorio da sé, appena tu vai a moverlo… no?</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Quindi lui la testa l’aveva, se non ho capito male, vicino al corpo della ragazza…<br /></span>
<br /></i>
<span style="color: red;"><i>No. L’aveva</i> <b>tra…eee… l’uscita della macchina e l’esterno… proprio all’esterno tra… la lamiera, e su il seggiolino…</b> <i>così…con le gambe disesti sotto il seggiolino davanti.</i></span><br />
<br />
Più avanti dirà ancora<br />
<br />
“<span style="color: red;"><i>… mi appurai… così, da… da profano… se era sempre vivo il primo che trovai, che era Antonella, oppure, se era morta lei, constatai, nella mia…possibilità, riconoscendo che era morta. Allora, passai di là, e… c’era lui, che era… di dietro sempre, s’intende…cascato non mi ricordo ora se gli era cascato sulla parte sinistra, o sulla parte destra… insomma, dalla parte in cui… in dove gli aveva l’arteria spaccata; e quindi…e se l’era tappato, io, quando l’ho rigirato cominciò a schizzà il sangue…</i></span>”<br />
<br />
In pratica, L’Allegranti trovò Paolo Mainardi sul sedile posteriore, dietro il posto di guida, piegato in avanti, con la testa tra il montante centrale e la spalliera del sedile anteriore. Lo spinse all’indietro facendogli assumere una posizione seduta simile a quella di Antonella, ed il ragazzo iniziò a sanguinare copiosamente dal collo.<br />
<br />
E questa testimonianza è non solo conforme a quanto detto a suo tempo, ma anche a quanto detto nel corso di un’intervista al settimanale Visto<br />
<br />
<i>Lei, Antonella, era composta, vestita, con le mani sulle gambe e la testa reclinata all'indietro. Sembrava dormisse. Aveva solo un piccolo foro in fronte. Le ho sollevato la testa per capire se respirava ancora e la nuca mi si è sfaldata fra le mani. Il proiettile era penetrato e poi esploso all'interno, provocando uno sfacelo. Per lei non c'era più niente da fare. Paolo invece respirava ancora. Anche lui era seduto </i><b>con la testa reclinata verso il finestrino</b><i>. </i><b>L'ho sollevato</b><i> e ho sentito un fiotto di sangue. Ho cercato di tamponare la ferita e poi con grande fatica, l'ho tirato fuori dalla macchina. L'ho adagiato in ambulanza e portato all'ospedale di Empoli</i><br />
<br />
Quindi, la posizione della testa di Paolo Mainardi, intravista di sfuggita dai testimoni prima di scappare via, sarebbe stata questa:
<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiSP6DLO5c-ObcbxO_9ZQOEgp9qllKFQ-wzSsiq-SmFuBwq3D_W5bE3E_33CPmY7CBp7h5rgk1mFHJbDC-nL5j3xujRjd_hOV8IC4KtRyC35VfwkbvybQS1zDfESQR30iqp7_1LMLjTh3BC_YyMwZ5xmXnGGOOzvUP6v_4q05MQWePrJ3Ct1h9lhPvV=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="643" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiSP6DLO5c-ObcbxO_9ZQOEgp9qllKFQ-wzSsiq-SmFuBwq3D_W5bE3E_33CPmY7CBp7h5rgk1mFHJbDC-nL5j3xujRjd_hOV8IC4KtRyC35VfwkbvybQS1zDfESQR30iqp7_1LMLjTh3BC_YyMwZ5xmXnGGOOzvUP6v_4q05MQWePrJ3Ct1h9lhPvV=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ ovvio che nell’oscurità, e senza poter vedere la posizione del corpo, ognuno abbia dato la propria interpretazione di quella che fosse la reale posizione del ragazzo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjpXKWH-jvPor4r3rp6BpTFZMljDCNKIFN_zYHADuOhCDDj0TQ7rPYWNoejzQHIAzKoasowZBBNoWBE7jShHYfimJv7Zn4dsj4CXxAk1atGk8_q2QgLYmecT7dYKWzzDqFmUwO9V8WVBlC3lla_doQG_lPKr1oDoDTcPf8JvoWNExLEhYv76iOlmC2g=s1062" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="602" data-original-width="1062" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjpXKWH-jvPor4r3rp6BpTFZMljDCNKIFN_zYHADuOhCDDj0TQ7rPYWNoejzQHIAzKoasowZBBNoWBE7jShHYfimJv7Zn4dsj4CXxAk1atGk8_q2QgLYmecT7dYKWzzDqFmUwO9V8WVBlC3lla_doQG_lPKr1oDoDTcPf8JvoWNExLEhYv76iOlmC2g=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
basandosi sulla visone della sagoma di una testa che nel buio si vedeva appena.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhq3AyUdrKSiXMVv02Nl1Wl0y57sCA4N_6SOeeP3UeKC0U6iUWl-mOXCaUNijaUP7K9Pl8R5VRw0fe3bqqSWFPWfVSUtG56PQ1tj10vOJb__aq_YeVzwAKKpR6Ht9wWOmakjpZuvTD8damQIVCZ5DodAj54SEpf1cOl-rmS9SkCCYfaoGA8rKP-IUci=s1280" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhq3AyUdrKSiXMVv02Nl1Wl0y57sCA4N_6SOeeP3UeKC0U6iUWl-mOXCaUNijaUP7K9Pl8R5VRw0fe3bqqSWFPWfVSUtG56PQ1tj10vOJb__aq_YeVzwAKKpR6Ht9wWOmakjpZuvTD8damQIVCZ5DodAj54SEpf1cOl-rmS9SkCCYfaoGA8rKP-IUci=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma alcuni testimoni avrebbero visto qualcuno addirittura al posto di guida, cosa che spinse Filastò, e non solo, ad ipotizzare che possa essere stato il Mostro stesso a mettersi alla guida; e che, in presenza dei testimoni, si sia accasciato sul volante per far credere di essere il guidatore vittima dell’incidente (o della sparatoria).<br />
<br />
Lo stratagemma sarebbe riuscito, ingannando così i testimoni intervenuti al momento, ma contribuendo ad alimentare il “mistero” del cambiamento di posizione; ma da dove proviene tale testimonianza? E’ scritta nei verbali, sempre frutto della manipolazione dei testimoni iniziali (salvo poi rinfacciare agli stessi di “aver sottoscritto un verbale”)?<br />
<br />
Ce lo svela lo stesso Allegranti più avanti:<br />
<br />
<i><span style="color: red;">io so… che mi é stato raccontato quei due che hanno telefonato, quei due ragazzi col motorino…che hanno visto uno davanti così… con le mani sul volante…no?</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ci sa dire chi sono questi ragazzi?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">No, non li conosco</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ah ecco…</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Che me… a me m’è stato riferito, no? E… quando son tornati non c’eran più.</span><br />
<br />
<span style="color: green;">C’era tanta…cioè… a lei hanno riferito… ce lo ri-racconti, che c’era uno con le mani sul volante?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Sul volante… così, no? E quindi e sono andati ai telefono pubblico e hanno telefonato. Quanno è so’ tornati su il posto, non c’era più quello lì ma di era di dreto, no?</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ho capito…</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Ma le son così, chiacchere di paese, io non so…</span><br />
<br />
<span style="color: #800180;">No, Presidente, sa… questo… chi è questo signore? Perché questo è molto interessante! Che qualcuno con le mani sul volante c’era di sicuro, perché senno’ la macchina da sé nun si moveva!</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ma se era il Mainardi,via! Basta vede’ le fotografie…</span></i><br />
<br />
[…] polemica<br />
<br />
<i><span style="color: #2b00fe;">Scusi, signor Allegretti, questa persona che avrebbe detto che il giovane era sul… con le mani sul volante, chi é chi é?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Che me l’hanno detto, a me! No che me l’hanno detto… le persone che l’hanno visto.</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Voce di paese?!?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Voce di paese</span></i><span style="color: red;">.</span><br />
<br />
Quindi, riepilogando, i testimoni iniziali sanno benissimo quale sia la posizione della ragazza, ma non sanno precisare quella del Mainardi; questa indecisione, nei verbali dei carabinieri e del PM, diviene certezza che ci fosse il Mainardi al posto di guida.<br />
<br />
Quando giunge l’ambulanza, Mainardi è sul sedile posteriore; se qualcuno ha commesso un errore nel valutare la posizione del Mainardi, è estremamente più probabile che sia stato chi ha gettato un’occhiata approssimativa ed è poi fuggito via, piuttosto che chi ha lavorato dentro l’abitacolo per estrarre i corpi. La posizione della testa inclinata in avanti e tra montante e sedile, ha generato, in chi ha lanciato un’occhiata <i>en passant</i>, l’impressione che lui, o addirittura qualche altro, fosse alla guida.<br />
<br />
Ma per Canessa è invece ovvio il fatto che Mainardi si fosse sempre trovato al posto di guida, e che i soccorritori mentano. Non si capisce come mai, essendo testimoni e non imputati, Canessa non li faccia incriminare per falsa testimonianza, se è così sicuro ed in buonafede…<br />
<br />
Per i mostrologi, d’altra parte, la faccenda costituisce un “mistero”, e e per alcuni diviene addirittura un “fatto” la dicerìa (perché tale è, come si desume senza alcun dubbio dalle dichiarazioni dell’Allegranti) che qualcuno fosse alla guida, facendo ipotizzare che il Mostro volesse addirittura portar via le vittime per le escissioni.<br />
<br />
Riepilogando, Lettore:<br />
<br />
Più persone si accorgono che c'é un'auto fuori strada. Da una certa distanza si accorgono che c'é qualcuno all'interno, sul sedile posteriore lato passeggero, perché indossa una maglietta bianca che si riesce ad intravedere nel buio. Quattro di esse, a coppie, si fermano. Due si accostano alla fiancata <b><i>lato passeggero</i></b> e guardano all'interno. Vedono distintamente una persona seduta sul sedile posteriore a destra, ed indistintamente che ci deve essere qualcun altro, da qualche parte a sinistra, la cui testa si trova in posizione più avanzata rispetto a chi è seduto dietro, in corrispondenza della spalliera del sedile di guida. Sentono qualcosa, forse qualche gemito, e mentre girano intorno all'auto, le altre due, o una delle due, si avvicinano al muso dell'auto. Mentre tutti sono in corrispondenza del muso si accorgono di un foro sul parabrezza. Senza essersi mai avvicinati alla fiancata sinistra, si allontanano velocemente, dividendosi i compiti delle telefonate.<br />
<br />
Dopo essersi assicurati che non saranno soli, tornano sul luogo.<br />
<br />
Mentre sono lì, giunge l'ambulanza, con un equipaggio composto da un autista (adesso si chiamerebbe autista-soccorritore, non so all'epoca) e tre soccorritori. Chi ha la maggiore esperienza é l'autista, mentre due degli altri tre non hanno mai fatto un intervento e sono minorenni.<br />
<br />
Si trovano davanti una scena in cui c'é un morto ammazzato ed un moribondo. Anche loro si accostano al lato passeggero, dove si vede qualcuno; sono così confusi che non riescono nemmeno a capire che potrebbero accedere alla vettura dal lato guida semplicemente alzando il nottolino attraverso il vetro rotto, anzi non hanno nemmeno la lucidità necessaria per accorgersi di come il vetro sia rotto. In preda al panico, cercano di seguire pedissequamente la procedura che é stata loro insegnata; aprono una portiera chiusa forzandola.<br />
<br />
Poiché i ragazzi sono, comprensibilmente, terrorizzati, l'autista prende l’iniziativa ed entra nell’abitacolo, dove trova due ragazzi sul sedile posteriore. A destra c'é una ragazza morta, con la testa reclinata all'indietro. A sinistra c'é un ragazzo piegato in avanti, con la testa appoggiata sul montante centrale, che sembra rantolare. L'autista lo spinge all'indietro per potere verificare se sia realmente in vita; accertatosi che in realtà lo é, esce, richiama i ragazzi, e prepara la lettiga; farlo prima non avrebbe avuto senso, considerato che ancora non si sapeva se qualcuno fosse in vita o meno. Il maggiore dei soccorritori entra nell'auto e mentre l’autista prepara come prescritto, segue meccanicamente la procedura che gli è stata insegnata, rileva anche lui che la ragazza é morta ed il ragazzo é vivo, e chiama gli altri colleghi. Mentre Ciappi prepara la lettiga, Allegranti, Gargalini, Martini, Di Lorenzo e Carletti, in qualche modo (ed in una gran confusione) lo tirano fuori.<br />
<br />
Nel frattempo, la scena si é riempita di gente. Arrivano anche le forze dell'ordine ed il magistrato, e questi interrogano i primi testimoni, quelli che hanno chiamato i soccorsi. Cosa i testimoni dicano esattamente non é dato di sapere, ma i verbali riporteranno che i primi testimoni hanno "visto" il ragazzo al posto di guida. Il giorno successivo verranno interrogati i soccorritori, che dichiareranno che il ragazzo si trovava, come la ragazza sul sedile posteriore; poiché già un verbale precedente esiste, i conti non tornano; e questo costituisce un grosso problema. Verranno allora esercitate pressioni (che nel caso di Martini arrivano anche alla minaccia di incriminazione per falsa testimonianza) in modo da rendere uniformi le dichiarazioni. <br />
<br />
Problema risolto.
<br />
<br />
La realistica ricostruzione degli eventi data da chi vuole evitare “ricostruzioni fantasiose” sarebbe invece questa:<br />
<br />
un tale, di alta statura (con le difficoltà che questo comporta nel muoversi all'interno dell'abitacolo di una 127, con il volante a costituire un ulteriore impedimento al movimento delle gambe) sta seduto sul sedile di guida di una 127. E' gravemente ferito, ha una spalla maciullata, ma le gambe integre, ed é ancora in grado di muoversi; di muoversi così bene che di lì a poco riuscirà a saltare sul sedile posteriore della vettura, e a sedersi su una metà di esso, dato che l'altra metà é occupata. Addirittura sulla metà che sta proprio dietro il sedile sul quale si trova in quel momento. Quindi conserva ancora abbastanza forza e vitalità, nonché la funzionalità del braccio sinistro, da riuscire a compiere questa complicatissima operazione, già complicata per uno più basso ed in ottima forma fisica. In tali condizioni, ovviamente non avrebbe la benché minima difficoltà nell'azionare, con due dita la maniglietta di apertura, spostare leggermente le gambe a sinistra, e scendere dall'auto. Ma evita accuratamente di farlo, in quanto Il Mostro non gli ha ancora esploso il colpo nel cranio che lo ucciderà; e lui non aspetta altro. Si fermano due auto, escono quattro persone; lui, invece di scendere dall'auto e chiedere aiuto, cerca di attirare la loro attenzione il meno possibile, attendendo pazientemente che vadano via; cosicché egli possa finalmente, indisturbato da presenze estranee, saltare sul sedile posteriore, consentendo così al Mostro, anche lui in attesa dell'allontanamento degli importuni, di tornare per sparargli in testa. Certo, questi ragazzi, più che testimoni sono disturbatori; hanno cercato di curiosare anziché farsi i fatti loro; quando, evidentemente, era una faccenda privata tra il Mainardi ed il Mostro, i quali non volevano essere disturbati...<br />
<br />
Ecco, quest'ultima, Lettore, é una ricostruzione vera e realistica, privata delle "scorie", e contrapposta alle ricostruzioni fantasiose. Per inciso, Lettore, vi sarebbe stata una condizione nella quale, a prescindere dalla dinamica, il Mainardi, pur potendolo fare, avrebbe deliberatamente evitato di attirare l'attenzione degli astanti. Ciò sarebbe accaduto se avesse ritenuto che essi non fossero testimoni, se non li avesse riconosciuti come "passanti". Se avesse pensato che essi potessero essere ancora il "mostro di Firenze". Ma questo avrebbe significato che egli avesse già visto più persone muoversi poc'anzi sulla scena del delitto, e che quindi l'entità "Mostro di Firenze" sarebbe stata composta da più persone. Ma questa é un'ipotesi fantasiosa. Contraddice l'assioma.
</div>
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<b>MOSTROLOGO MODE ON</b>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sia che immaginiamo l'entità "mostro di Firenze" come un singolo predatore, sia che lo immaginiamo come più persone che si muovono contemporaneamente sulla scena del crimine, sia che lo immaginiamo come una sorta di "supervisore" che interagisce con una o più persone sulla scena del crimine, il risultato non cambia. Insieme alla folla raggruppatasi sul luogo, uno o più killer, o il "supervisore" potrebbero essersi recati sul posto per verificare chi fosse rimasto vivo ed in che condizioni fosse. Se é intervenuto un "supervisore" avrà impiegato del tempo ad arrivare; se sono ritornate una o più persone che avevano commesso il delitto, avranno dovuto ripulirsi e cambiarsi prima di ritornare; ce le vedi Lettore, una o due persone che scendono da un'auto grondanti sangue "<i>Buonasera passavamo di qui e ci siamo fermati per vedere se potevamo dare una mano....</i>". Così se una qualunque "emanazione" o “rappresentanza” dell'entità é ritornata sul luogo avrà assistito alla scena descritta per sommi capi prima. Ed in questo, la spiegazione di gran lunga più plausibile appare quella di Filastò: considerato che l'unico che aveva realmente interagito con il ragazzo prima del trasporto era stato l'Allegranti, e che il ragazzo era morto, a chi altri si sarebbe dovuto telefonare ripetutamente per sapere se il "Mostro di Firenze" era in pericolo o meno, se non all'Allegranti?<br />
<br />
Ed anche De Gothia, il noto mostrologo, al secolo dr Stefano Galastri, passato a miglior vita diciotto anni orsono, fece il medesimo ragionamento:
<br />
<br />
<i>In ogni caso l’anonimo, saputo che Allegranti era stato il primo soccorritore e che Paolo aveva avuto degli sprazzi di lucidità in cui aveva parlato, riteneva logico che tali parole non potessero essere state raccolte che dall’Allegranti.</i>
<br />
<br />
Ma l'anonimo non aveva modo di sapere che l'Allegranti era stato il <i><b>primo</b></i> soccorritore (considerato che in realtà sarebbe stato <i><b>l'autista e </b></i><u><b>non</b></u><i><b> un soccorritore</b></i>) a meno che non si trovasse sul luogo mentre Mainardi veniva soccorso, beninteso...
</div>
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<b>MOSTROLOGO MODE OFF</b>
</span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma a proposito di De Gothia...<br />
<br /></div>
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>LE "COLATURE" DI DE GOTHIA</b>
</i>
</span></div><br />
<div style="text-align: justify;">
Particolare importanza é stata attribuita alle cosiddette "colature di De Gothia", la presenza di una colatura di sangue sul sottoporta lato guida della 147, cui non venne prestata attenzione in sede peritale, ma che fu rilevata da De Gothia su una fotografia dell'automobile, e che é rilevabile anche su altre immagini. Il reperto ha dato luogo ad un'infinità di discussioni riguardo alla dinamica del delitto.<br />
<br />
De Gothia interpretò la presenza del sangue in quel luogo come il segno dell'apertura della portiera dopo che Paolo fosse stato ferito, ma la testimonianza di Giuliano Ulivelli, cognato di Paolo Mainardi, ha suggerito al blogger/youtuber che ho eletto a portavoce della mostrologia ufficiale, una spiegazione di gran lunga più plausibile, e cioè che il sangue sia penetrato nel vano interno della portiera, quello in cui scorre il cristallo, si sia depositato sul fondo e sia fuoriuscito da fori di drenaggio posti nella parte inferiore della portiera che servono a far scorrere via le infiltrazioni d'acqua. Ovviamente tali fori sono oltre la guarnizione di tenuta, altrimenti l'acqua drenerebbe all'interno.<br />
<br />
E d'altronde Ulivelli testimonia di aver visto, a pannello interno smontato, una copiosa colatura di sangue lungo la parte interna della portiera, che si raccoglieva sul fondo di essa; una volta raccolto, cos'altro avrebbe potuto fare se non fuoriuscire dai fori?<br />
<br />
<span style="color: red;">GIULIANO ULIVELLI" <i>Sì, alla caserma. C'avevano una Corte lì e c'era questa macchina. Questa macchina la si presentava in una condizione l'era, insomma, diciamo faceva impressione, perché gl'era stato buttato tutto all'aria dentro. A parte l'era sporca anche fori, perché non so... tutta polverosa. Ma comunque dentro l'era tutta, diciamo manomessa da quello che erano sedili, cose, era tutto buttato all'aria. Poi ci dissero che l'era perché cercavano dei proiettili insomma, e allora l'avevano... Allora ci siamo messi a guardare io e il mi' cognato questa macchina e quello che c'ha dato parecchio da vedere, s'è constatato che c'era una bella striscia di sangue che dalla... c'era il vetro rotto sulla parte della guida. Sicché, nel canale dove scorre il vetro, c'era tanto sangue, con una bella macchia abbastanza larga, gl'era colato fino in fondo e gl'era andato giù fino..</i>".</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">voce fuori microfono</span><br />
<br />
<i> <span style="color: red;">Eh?</span></i><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">voce fuori microfono</span><br />
<br />
<i><span style="color: red;">All'intercapedine fra il pa... Siccome il pannello l'era stato levato, l'era lì appoggiato alla portiera, però l'era stato levato. Noi s'è visto bene che l'era dietro, però... perché e un c'era pannello. E allora questo sangue gl'era colato, questa striscia, fino in fondo, fino alla moquette, insomma, al pavimento della macchina. L'aveva fatto il bordino dove chiude lo sportello, era risceso fino un pochino in terra lì della... E tutta questa macchia di sangue c'ha dato molto da pensare. Noi s'è fatto delle considerazioni, non so se qui le posso dire.</span> </i><br />
<br />
[...]<br />
<br />
<i><span style="color: #2b00fe;">Questo sportello è quello accanto al conducente, o l'altro?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Quello piegato non me ne ricordo quale gl'era.</span><br />
<br />
<span style="color: green;">No, dov'era il sangue?</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Come? Quello del sangue, quello del sangue.</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Ah. No, quello del sangue l'era dalla parte della guida.</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Il sangue nell'intercapedine.</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Dalla parte della guida.</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Alla guida.</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Dalla parte...</span><br />
<br />
<span style="color: #2b00fe;">Prego, Pubblico Ministero.</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Sì, Presidente. Scusi, ma questa quantità di sangue che dice lei era veramente enorme, si vedeva bene?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Porca miseria se si vedeva!</span></i><br />
<br />
Così questo ha condotto ad interminabili discussioni sia sul tempo, sia sul luogo di generazione delle colature di De Gothia.<br />
<br />
Sul tempo, perché, poiché il sangue al di fuori dei vasi coagula, si é dovuto assumere un intervallo tra un tempo minimo (quello occorrente al sangue per raggiungere il fondo della portiera) ed un tempo massimo (quello necessario al sangue per coagulare) perché le colature potessero generarsi.<br />
<br />
Sul luogo, perché le colature hanno un andamento che non sembra uniformarsi alla legge di gravità, considerato che l'auto rimase ferma sul bordo della strada in una posizione che differiva vistosamente dall'orizzontale. Avrebbero dovuto colare verso la parte posteriore della vettura, con un’inclinazione dall’avanti all’indietro, ed invece appaiono avere un andamento opposto, come se il sangue fosse colato dall'indietro in avanti.<br />
<br />
Pertanto, le considerazioni su ambedue questi aspetti hanno condotto a ricostruire dinamiche per cui il fenomeno si sarebbe generato sulla piazzola, prima che l'auto si spostasse verso il versante opposto della strada. O addirittura durante, cosicché il loro andamento curvilineo rispecchierebbe addirittura i "sobbalzi" causati dal freno a mano "parzialmente inserito". Questo imporrebbe ulteriori, ristrettissimi limiti temporali nell’ideazione di una dinamica verosimile; perché il sangue avrebbe dovuto colare esattamente durante l’intervallo di tempo che l’automobile avrebbe impiegato per attraversare la carreggiata.<br />
<br />
In realtà, Lettore, la spiegazione di gran lunga più probabile é che le "colature di De Gothia" si siano generate, semplicemente, quando l'auto era ferma con le ruote nella fossa di guardia.<br />
<br />
C'era tutto il tempo e la possibilità perché ciò avvenisse.<br />
<br />
Infatti, il sangue raccolto sul fondo della portiera coagula con tempi ben diversi da quelli delle macchie, degli spruzzi, delle striature, delle singole gocce...e questo, De Gothia, da un medico avrebbe potuto, se non saperlo, quantomeno supporlo.<br />
<br />
Il sangue all'interno della portiera potrebbe aver impiegato ore a coagulare. La mia affermazione, che in mostrologia si chiama "opinione", in Medicina si chiama "evidenza scientifica", ma in fondo la sostanza non cambia. Per una questione di lunghezza del post non posso riportare un intero lavoro qui, ma, se ti interessa l'argomento, posso darti il riferimento bibliografico<br />
<br />
Nick Laan, Fiona Smith, Celine Nicloux, David Brutin.<i> Morphology of drying blood pools</i>. Forensic Science International, Elsevier, 2016, 267, pp.104-109. <br />
<br />
Nell'introduzione si legge, tra l'altro: <i>there is a lack of knowledge concerning the drying dynamics of blood pools</i>. De Gothia pertanto, pur da medico, avrebbe una scusante in quanto il lavoro é del 2016, quando egli era già deceduto da dodici anni.<br />
<br />
Quindi dal punto di vista della sequenza temporale le "colature di De Gothia" non dimostrano un bel nulla.<br />
<br />
Ma andiamo al luogo in cui questo sarebbe avvenuto: le colature non seguono la forza di gravità. Verifichiamo se é vero.<br />
<br />
Il sottoporta della 147 aveva un battitacco sporgente, orizzontale, indi, più in basso, la lamiera curvava verso l'interno.<br />
<br />
Ho riprodotto questo andamento con il lembo di chiusura di una scatola di cartone, sul quale, dopo averlo posizionato con un'inclinazione di una trentina di gradi
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiyIM99MR2cetrrqcoLXRn1t1DZYfKBX-E5od6eSwdduN7gN8uxpZw_aGY4OLuQBnLttxng2EXNmTVpkn7VLw8_M4ifHtnCR4YLND6LixRAjAkO8dv_CjyqQdTdUe3ZMqHe85gUeE-cNdMt12sV3y7Ck9lxTPL1UN5Ggp1AFatoJGHFs86w5fyvdsJo=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="755" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiyIM99MR2cetrrqcoLXRn1t1DZYfKBX-E5od6eSwdduN7gN8uxpZw_aGY4OLuQBnLttxng2EXNmTVpkn7VLw8_M4ifHtnCR4YLND6LixRAjAkO8dv_CjyqQdTdUe3ZMqHe85gUeE-cNdMt12sV3y7Ck9lxTPL1UN5Ggp1AFatoJGHFs86w5fyvdsJo=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
(come per la 147 con il retrotreno nella fossa di guardia) ho fatto scorrere della vernice rossa.<br />
<br />
Il risultato é questo.
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi30yhKmM7EdPIDclX8oMUoheBS54PL_iPx0NA6OUHHhcvXuHQmO3gu0uKp1Y9USaz1sowBeXGtTQM1OY1n6k6G5nef4jkObOXCTTYj7P2rePEKebxHoG4ho4D_TeqqN3r42EFxWW4CZkPc23N-4Vw1tMCjsY1xYDQpqafkgMw_uFk6tOXtlVBIJLaz=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="660" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi30yhKmM7EdPIDclX8oMUoheBS54PL_iPx0NA6OUHHhcvXuHQmO3gu0uKp1Y9USaz1sowBeXGtTQM1OY1n6k6G5nef4jkObOXCTTYj7P2rePEKebxHoG4ho4D_TeqqN3r42EFxWW4CZkPc23N-4Vw1tMCjsY1xYDQpqafkgMw_uFk6tOXtlVBIJLaz=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se Tu, Lettore, lo paragoni all'immagine dell'auto fuori strada, ti accorgerai che l'andamento dello scorrimento é uguale.
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjR3RUewWtR0P6M69eooYpxAsINsPLLL3mB-KN0P3SyhoHCSf2KCk3ic3oLbzJzyIpaVLkngKyRQJvhrYHgKrDquFMWeDwBGd8yPDX0J0NVZvDEn9QZi3mYky-2FJW2iTWUEOdJY3lvRw2UyQhllCBYuGP3guP0L6-POk_sbYJJxKqzVcvaBU5zqfzF=s544" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="410" data-original-width="544" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjR3RUewWtR0P6M69eooYpxAsINsPLLL3mB-KN0P3SyhoHCSf2KCk3ic3oLbzJzyIpaVLkngKyRQJvhrYHgKrDquFMWeDwBGd8yPDX0J0NVZvDEn9QZi3mYky-2FJW2iTWUEOdJY3lvRw2UyQhllCBYuGP3guP0L6-POk_sbYJJxKqzVcvaBU5zqfzF=s320" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Se poi correggi l'immagine per la prospettiva
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<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjxh6V6g6hezaY8hU-hrQq7DeNM7aW8mLgMBPISR9lMS9CrsljY-_tdfk2M-pLB3MmYxmbIMRSPOYf3f2iF7tk1Ja6w3A4XkZ7mYFe_XpR52_n6rf-mSpaWJR4gtmP0Afn3w78bcRIgeO-XvVaGYhi9VRc_GOBC1xMI98h2XEkzbaRw9ZeX_yD37r_y=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="679" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjxh6V6g6hezaY8hU-hrQq7DeNM7aW8mLgMBPISR9lMS9CrsljY-_tdfk2M-pLB3MmYxmbIMRSPOYf3f2iF7tk1Ja6w3A4XkZ7mYFe_XpR52_n6rf-mSpaWJR4gtmP0Afn3w78bcRIgeO-XvVaGYhi9VRc_GOBC1xMI98h2XEkzbaRw9ZeX_yD37r_y=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
dandole un'inclinazione simile a quella della foto sulla quale De Gothia individuò le sue celebri "colature" ti renderai conto di come anche qui la morfologia sia assolutamente analoga
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEicgk2Q4WtP7uKiY8SgQrM8dPOH-c6S42rxVlyNVj92XcXyP5n96f75Qrg3t-ffe6Ax9XH7dwfGqY1XZ01kepAIjCI4GHzCy4iEeatZI7Zt-UK5qHa8duJ_pry6bEhHOymMdVy-Jk7_JJ59pznHapGm24OvhnF0gf-gAne-hs3__xQm3G-LJhg_aDuh=s283" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="283" data-original-width="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEicgk2Q4WtP7uKiY8SgQrM8dPOH-c6S42rxVlyNVj92XcXyP5n96f75Qrg3t-ffe6Ax9XH7dwfGqY1XZ01kepAIjCI4GHzCy4iEeatZI7Zt-UK5qHa8duJ_pry6bEhHOymMdVy-Jk7_JJ59pznHapGm24OvhnF0gf-gAne-hs3__xQm3G-LJhg_aDuh=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le "colature” si sono generate quando ormai tutto era concluso. E' solo un effetto prospettico. Se fotografi le colature dal lato opposto, quello a livello inferiore, l'aspetto cambia, e forse puoi renderti conto più facilmente delle inclinazioni.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjMS0hs7q4P7TE_86WL9LlJveoxkJ8VWR1NqHHYXhO0AXShTemnJsSsFt_IHmks3g-pO5F4BRNYSs7coxLO0AC6xnJdfReq2ovIzzrDW3hG5PZVtTzoytyJxeU2MzNH-MVT6C0dUzoUWrU-iPUU-jcBgI8raip5zfVrAiCR9tHbLB70t68gaA0ySO0_=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="761" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjMS0hs7q4P7TE_86WL9LlJveoxkJ8VWR1NqHHYXhO0AXShTemnJsSsFt_IHmks3g-pO5F4BRNYSs7coxLO0AC6xnJdfReq2ovIzzrDW3hG5PZVtTzoytyJxeU2MzNH-MVT6C0dUzoUWrU-iPUU-jcBgI8raip5zfVrAiCR9tHbLB70t68gaA0ySO0_=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma allora, le colature non rivestono alcuna importanza?<br />
<br />
Niente affatto! Le colature sono importanti e come! Possono di certo essere usate per individuare o escludere una certa sequenza degli eventi.<br />
<br />
Vediamo insieme, Lettore, il perché.
<br />
<br />
Converrai con me che se un copioso sanguinamento raggiunge la sommità dello sportello, il fatto che il sangue vada <b>spontaneamente <i>tutto</i></b> all'interno della feritoia entro la quale scorre il vetro, e neanche una goccia coli all'esterno (come si vede perfettamente nelle foto)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhg1aAiJQmlQaUdOjLe5XgACKVX5sgAopM2Gl95VGKCYpvLxMg3GG7WlSkAz7K8OAwGfoMaMVaBvpkQ3N_oNU0-iEH4M4BwLkbOmLUr53wfMQuPf408TQ8Vv100of0j8pM2KdOoN674tKThViNzQVlr8cjJNLk5ad_w-10h4StQkWeGOo10vypo-8ma=s1000" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="602" data-original-width="1000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhg1aAiJQmlQaUdOjLe5XgACKVX5sgAopM2Gl95VGKCYpvLxMg3GG7WlSkAz7K8OAwGfoMaMVaBvpkQ3N_oNU0-iEH4M4BwLkbOmLUr53wfMQuPf408TQ8Vv100of0j8pM2KdOoN674tKThViNzQVlr8cjJNLk5ad_w-10h4StQkWeGOo10vypo-8ma=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
é un evento, dal punto di vista probabilistico, <b><i>impossibile</i></b>. Ciò può avvenire solo in un caso: qualcosa ha impedito al sangue di fuoriuscire all'esterno, costringendolo a finire interamente o all'interno, o nel vano in cui scorre il vetro; e questo qualcosa non può che essere il vetro stesso. Il che, significa, in pratica, che quando Mainardi perse tutto quel sangue, che poi generò le colature di De Gothia, il vetro del finestrino era <b><u>integro</u></b>. Non c'é alcuna altra spiegazione.
</div>
<br />
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<div>
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>IL TEMPO IN CUI SI E' SVOLTA L'AZIONE</b>
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Abbiamo visto insieme, Lettore, come le valutazioni soggettive di chi quella notte, a qualunque titolo si trovò sul luogo, sono affetta da vizi notevoli riguardo allo svolgersi degli eventi, e che solo pochi punti fermi, che hanno le caratteristiche dell'oggettività, possono essere considerati. Tra questi c'é il tempo che ha avuto l'entità "Mostro di Firenze" per eseguire il suo sporco lavoro. Sporco come lavoro in sé, ma sporco anche riguardo al risultato in rapporto a ciò che si prefiggeva. <br />
<br />
In particolare, manca tutta l'attività eseguita con l'arma da taglio. E quando dico "tutta l'attività", Lettore, non mi riferisco solo alle escissioni, ché quelle, obiettivamente, sarebbero state difficili da eseguire sul ciglio di una provinciale. Mi riferisco anche (e soprattutto) all'uso che l'entità "Mostro di Firenze" ha sempre fatto dell'arma da taglio, in un certo modo complementare all'arma da fuoco. E’ accaduto che altre vittime, infatti, siano state uccise, dopo essere state ferite, proprio con l'arma da taglio; ed anche alcune già morte vennero accoltellate giusto per sincerarsi che il risultato, che la piccola calibro 22 non poteva assicurare con certezza, fosse proprio il decesso delle vittime dell'aggressione.<br />
<br />
Qui non é accaduto; ed infatti Paolo Mainardi é rimasto vivo. Cosa certamente non gradita all'entità, che di ciò sembra essersi preoccupata tanto da telefonare sia all'ospedale di Empoli sia all'Allegranti in persona.<br />
<br />
Ma, se al "Mostro di Firenze" non andava bene la possibilità che qualcuno sopravvivesse, e se ha sempre conseguito questo fine con il coltello, perché mai non l'ha fatto in questo frangente?<br />
<br />
Sarà dipeso dal pochissimo tempo a disposizione, dicono i mostrologi… ma <b><i>quanto</i></b> sarebbe stato questo pochissimo tempo? Un minuto, un minuto e mezzo... stabilito in base a cosa? <br />
<br />
Vi sono tre punti fermi nella vicenda. Il problema sta nel fatto che sono eventi, per così dire, qualitativi, non quantitativi. I tre eventi sono:<br />
<br />
1) l'automobile di Francesco Carletti, guidata da una ragazza che faceva scuola guida (ma perché, poi, a quell'ora di notte? Bah... ma questi non sono fatti miei) passa accanto l'automobile del Mainardi, in piazzola, con i vetri appannati e la luce interna accesa<br />
<br />
2) l'automobile di Francesco Carletti incrocia l'automobile di Stefano Calamandrei, che procedeva nella direzione opposta. Gli occupanti delle due vetture in qualche modo si riconoscono<br />
<br />
3) l'automobile di Stefano Calamandrei giunge sul luogo del delitto e la 147 é già con le ruote nella fossa di guardia<br />
<br />
Va da sé che il tempo <b>massimo</b> che l'entità "Mostro di Firenze" avrebbe avuto per portare a termine quel sanguinario pasticcio che fu il delitto di Baccaiano non può essere superiore al tempo che l'automobile di Carletti ha impiegato per giungere al punto d'incontro con quella di Calamandrei, <b><i>più</i></b> il tempo che Calamandrei ha impiegato per raggiungere il luogo del delitto. E questo evidentemente dipende dalla velocità delle due auto e dalla distanza intercorrente tra il punto d'incontro delle auto ed il luogo del delitto.<br />
<br />
Veniamo innanzitutto alla velocità Sia Carletti, sia Calamandrei sostennero che la velocità fosse dell'ordine dei 50 km/h. Ora Lettore, sono stato un ventenne anch'io; permettimi di dubitare che due ventenni percorrano una provinciale di notte a 50 km/h. Per una ragazza che sta facendo scuola guida, 50 km/h posso pure accettarli, ma per i due ragazzi... facciamo 70 km/h, ok?<br />
<br />
Quindi il tempo massimo a disposizione dell'entità "Mostro di Firenze" é stato quello che occorre per percorrere la distanza tra il luogo dell'omicidio e quello dell'incontro a 50 km/h, più quello occorrente per percorrere la stessa distanza a 70 km/h. In pratica, il tempo occorrente a percorrere il doppio della distanza tra il luogo dell’omicidio e quello dell’incontro ad una media di 60 km/h. Adesso l'unica informazione che ci serve é la distanza tra il luogo dell'omicidio e quello dell'incontro. Qual é?<br />
<br />
Un centinaio di metri dopo il bivio per Poppiano, circa 600 metri in tutto, direbbero i testimoni. Direbbero. Perché in realtà ciò é quello che é scritto sui verbali; che come abbiamo visto quasi mai coincide con le dichiarazioni dei testimoni. I quali, tra l'altro avrebbero fatto una valutazione "spannometrica" della distanza a cui si trovavano dal bivio di Poppiano. Il tutto si sarebbe dovuto svolgere in un minuto e dodici secondi al massimo; appunto, tra il minuto ed il minuto e mezzo come predica la Mostrologia Moderna.<br />
<br />
Per fortuna, Lettore, abbiano un ulteriore riferimento, che ci chiarifica le idee riguardo alle distanze tra il punto di incontro ed il luogo dell'omicidio; un punto fisso la cui posizione non è influenzabile né da “valutazioni spannometriche”, né dall’eventuale volontà degli inquirenti di far quadrare i conti. Infatti, viene in nostro soccorso l'avvocato Filastò che, il 19 dicembre 1997, chiede ad Adriano Poggiarelli di essere "il più preciso possibile" riguardo al punto incontro, dell'auto sulla quale viaggiava, con l'auto del Carletti. E Poggiarelli risponde:<br />
<br />
"<i>Dunque, io mi ricordo più o meno all'altezza delle cantineee... delle cantine...ci son delle cantine sociali... abbiamo incontrato una macchina</i>"<br />
<br />
Qui possiamo eseguire una misurazione tramite GoogleEarth, che di solito é più precisa di quella spannometrica. Mentre prima avevamo due estremità per determinare la distanza, uno fisso e l'altro mobile, su cui calcolare poi il tempo, adesso abbiamo due punti fissi. Uno é la piazzola, l'altro é la sede delle cantine sociali, e cioè via Virginio Nuova n. 34. La distanza tra i due punti é circa quattro chilometri o poco più
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZoGSI0HKGQ3mZeJoYSC6v8D5ST97htybxl-Y3vZC5sC1JaACYxAgu2O6DEO0dLFyy2Ot66_RwIfHVqgocpuleeel0qXN1PZf8J-k4R1LawQChqlmvcoFJHzTah4PmkNTdTWmYXFq_EnZjpyJo-cKKwWaC1XIkKpZdf_eArMocBai9N_TnB8EDmmKk=s1304" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="820" data-original-width="1304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiZoGSI0HKGQ3mZeJoYSC6v8D5ST97htybxl-Y3vZC5sC1JaACYxAgu2O6DEO0dLFyy2Ot66_RwIfHVqgocpuleeel0qXN1PZf8J-k4R1LawQChqlmvcoFJHzTah4PmkNTdTWmYXFq_EnZjpyJo-cKKwWaC1XIkKpZdf_eArMocBai9N_TnB8EDmmKk=s320" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
E che, lo specifico per amor di precisione, negli anni ottanta del secolo scorso era sempre in quella posizione
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhhTY5HUIxTbp2eSB5Y-ILzSRnvlv7UddBRVHTAPx8J5pPvLsqgAKnQk3rpYtCl6_gc5ALDaciFQVOh1vMwvgf3OLMoQJ2Ttq8I6NqtjzF0SPpehYH7pFrQo6UiRCQS3WZYZHwJyawr41A-B2hlUQQgchbkxzC7YOuCidlWLwlzjVqaEDiViG0gTK5c=s1084" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="642" data-original-width="1084" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhhTY5HUIxTbp2eSB5Y-ILzSRnvlv7UddBRVHTAPx8J5pPvLsqgAKnQk3rpYtCl6_gc5ALDaciFQVOh1vMwvgf3OLMoQJ2Ttq8I6NqtjzF0SPpehYH7pFrQo6UiRCQS3WZYZHwJyawr41A-B2hlUQQgchbkxzC7YOuCidlWLwlzjVqaEDiViG0gTK5c=s320" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
4 km a 50 km orari si percorrono in poco meno di cinque minuti, A 70 km/h occorrono poco meno di tre minuti e mezzo. Poco più di otto minuti in tutto.<br />
<br />
Be' l'entità "mostro di Firenze" avrebbe avuto non meno di sette minuti di tempo per portare a termine l'azione; se poi Calamandrei avesse davvero percorso il tragitto a 50 km/h anziché ai 70 da me supposti, il tempo sarebbe ancora maggiore, poco meno di nove minuti. Fa una bella differenza rispetto a "un minuto, minuto e mezzo", non trovi, Lettore?<br />
<br />
Nonostante questo tempo, però l'azione é stata pasticciata, con un'automobile spostata, una delle vittime lasciate in vita, etc. ; ma soprattutto, non c'é stato l'uso dell'arma da taglio; e non mi riferisco alle escissioni, bensì alla vittima lasciata in vita. I corpi sono stati ritrovati sul sedile posteriore, tutte le luci visibili dell'auto (interna, fari, posizione) sono state rotte, e per far ciò sono state condotte delle azioni con impiego di energie e di tempo, ma quando si é trattato di finire il ragazzo a coltellate, ciò non si é fatto. Come se quella sera, l'entità "mostro di Firenze" fosse mancante dell'accoltellatore...<br />
<br />
Come vedi, Lettore, la dinamica di Baccaiano deve essere radicalmente riscritta. Se si sta cercando la verità, beninteso. Se invece si stanno cercando consensi, accessi, vendite di libri, iscrizioni a pagamento, autocelebrazioni, etc. va bene così.<br />
<br />
Io non fornirò qui alcuna ricostruzione personale dell'avvenimento. Lascio certe attività ai mostrologi; io non sono un mostrologo, solo un blogger da strapazzo.<br />
<br />
Ma se volessi cimentarti Tu stesso, Lettore, in una ricostruzione, posso darti due suggerimenti.<br />
<br />
1) se il finestrino era ancora integro mentre già sanguinava la ferita che avrebbe generato le "colature di De Gothia", come ha fatto il colpo a raggiungere il povero Paolo? Da dove può essere entrato? Anche qui c'è una sola spiegazione. Dal parabrezza. Il colpo che ha forato il parabrezza <b><u>deve essere stato il primo</u></b>. E questo può darti anche un'idea di come si sia appalesata l'entità "Mostro di Firenze", da dove sia comparsa, dove potevano essere stati lasciati eventuali mezzi del "Mostro" e di conseguenza quale sarebbe stata la via che avrebbe seguito per allontanarsi dalla scena del crimine. E non lasciarti ingannare da chi asserisce che il proiettile può forar il finestrino laterale senza frammentarlo, come avviene per il parabrezza; è un evento estremamente improbabile. Il vetro <b><i>temperato</i></b>, come quello del finestrino laterale, si frammenta in una miriade di piccoli pezzi; il parabrezza non si frammenta perché è un vetro <b><i>stratificato</i></b>.<br />
<br />
2) non fare affidamento sulla posizione dei bossoli. Con tutto l'andirivieni che c'é stato<br />
<br />
Fattorini "<i>... i soccorritori che erano arrivati... tra i soccorritori, i testimoni... lì c'era stato un calpestìo generale... noi quando siamo arrivati abbiamo cercato di delimitare, abbiamo delimitato, allontanato le persone e tutto il resto, però ormai...quello che era stato...</i>"<br />
<br />
il solo fatto che si siano trovati tutti, <i>posto che essi siano stati realmente espulsi dall'arma che ha ha sparato</i>, sarebbe già un miracolo. Invocare un secondo miracolo supponendo che la loro posizione sia indicativa della posizione dello sparatore, mi pare eccessivo. Forse, e dico forse, solo quelli all'interno della piazzola sono rimasti nella posizione originaria; gli altri, chissà quante pedate avranno preso.<br />
<br />
Ora, Lettore, sia che tu abbia provato a ricostruire una precisa sequenza di eventi, sia che abbia solo una vaga idea dei movimenti, vedrai pure delle scene, anche se approssimative ed indistinte, riguardo all'azione.
<br />
<br />
E l'azione che si presenta ai miei occhi non é quella compiuta da un assassino alto, atletico, intelligentissimo, freddo, temerario che risolve tutto in pochi secondi, dominando le sue vittime e gabbando le forze dell'ordine. Quella che vedo io mi appare come l'azione corale, ma scoordinata, di più persone, che appaiono forti e veloci, tanto da poter piazzare il povero Paolo sul sedile posteriore, solo perché stanno usando più gambe e più braccia contemporaneamente, potendo trovarsi contemporaneamente in posizioni diverse; ma che in realtà, almeno in questo caso, stanno improvvisando, pasticciando. E dopo avere pasticciato, il fatto che qualcuno si preoccupi telefonando all'Allegranti é proprio ciò che ci si aspetta.<br />
<br />
Lo stesso tipo di azione mi appare, per esempio, se penso al delitto degli Scopeti. Il fatto che qualcuno abbia raggiunto un ragazzo atletico (dove per “atletico” non intendo necessariamente “atleta”, ché non si capisce se il povero Jean-Michel Kraveichvilj lo fosse o meno; mi riferisco ad un ventiseienne in ottima forma fisica) che correva e lo abbia bloccato pugnalandolo prima con la sinistra, poi con la destra, poi lo abbia alzato di peso per andare a nasconderlo dietro a dei cespugli coprendolo con del materiale di rifiuto, é di certo una possibilità, ma non mi sembra la più probabile.<br />
<br />
Certo, il ragazzo, seppur giovane ed atletico, era ferito e a piedi nudi; ma occorre tenere presente che in quel momento la sua midollare del surrene immetteva in circolo quantità tali di adrenalina da consentire, se pur per poche decine di secondi, ad un pensionato dell'anagrafe tributaria di correre più velocemente di un centometrista olimpionico. Il livello di endorfine sarà stato a tali livelli da permettergli di correre su un tappeto di cocci di vetro senza sentire dolore.<br />
<br />
Ed il fatto che l'assassino fosse ambidestro é anche quella una spaventosa forzatura. Certo, vi é una spiegazione di gran lunga più probabile per le direzioni delle coltellate: é possibile che l'assassino abbia colpito inizialmente con la sinistra perché, semplicemente, nella destra teneva ancora la pistola, senza scomodare l'ambidestrismo. Ma questo non spiega altre stranezze. <br />
<br />
Perché l'assassino, dopo aver ucciso il povero Jean-Michel ed averlo preso in braccio, lo nasconde tra i cespugli, coprendolo? Se la sua intenzione era quella di nasconderlo, <b>nascondendolo in un posto diverso da quello della ragazza <u>raddoppiava</u> le possibilità di una scoperta precoce del delitto</b>. Se fossero stati tutti e due chiusi nella tenda, solo aprendo la tenda avrebbero potuto scoprirli. Mentre invece, essendo stato nascosto in un luogo diverso, la scoperta poteva avvenire sia aprendo la tenda, sia trovando il ragazzo. E difatti così é stato. Come mai un tale ovvio errore di valutazione da parte dell'abilissimo Mostro?<br />
<br />
Poi, il fatto che qualcuno lasci delle impronte appena visibili su erba o terreno scarsamente improntabile, é sicuramente possibile. Il fatto che la stessa persona lasci le medesime impronte indistinte mentre trasporta qualcuno in braccio, quando ad ogni passo gravano sul piede (e quindi sul terreno) il peso dell'assassino e quello della vittima contemporaneamente, é già più difficile da credere.<br />
<br />
Pensa per un momento, invece, Lettore, ad un ragazzo atletico che sebbene scalzo e ferito, esce correndo dalla tenda, e qualcuno gli si pari davanti ostacolandolo; mentre chi lo inseguiva sopraggiunge da dietro sulla sinistra e lo colpisce impugnando il coltello con la destra, ma colpendo necessariamente, da sinistra verso destra, con un movimento dall'interno verso l'esterno. Poi una volta posizionatori dietro, sempre tenendo il coltello con la destra, colpisce, sempre con la destra, con un "naturale" movimento dell'esterno verso l'interno. Finito il lavoro, ambedue i personaggi lo prendono per le caviglie ed i polsi e lo "lanciano" dietro i cespugli, coprendolo con mezzi di fortuna.<br />
<br />
Guarda Lettore, qui hai tutto. Hai il facile blocco di un ragazzo atletico, l'accoltellamento con andamento da sinistra a destra e da destra a sinistra, l'assenza di impronte da parte di una persona che in quel momento pesa centocinquanta chili, l'assenza di segni di trascinamento, ed il corpo nascosto in maniera illogica. Non ci vuole tutto questo sforzo dell'immaginazione; é sufficiente abbandonare l'assioma per cui debba essere una sola persona a fare questo. Anche qui, ciò che vedo io é un'azione corale ma scoordinata, o quantomeno improvvisata. Nel delitto degli Scopeti, così come in quello di Baccaiano, é più facile rilevarlo perché sono i delitti nei quali qualcuno ha tentato di fuggire, e quindi l'azione dell'entità "Mostro di Firenze" si é fatta più impacciata, meno lineare, più sporca e confusa. La necessità di far fronte all'imprevisto con un'azione concitata ha messo alla corda le capacità degli esecutori, evidentemente meno spiccate di quello che l'opinione comune (dei mostrologi, che equivale a verità, non la mia) vorrebbe attribuirgli<br />
<br />
E vi é una miriade di altri fatti, o anche mancati fatti, che trovano una facile spiegazione nella pluralità degli agenti; potrei citare <br />
<br />
- la sensazione avuta dagli investigatori, più volte riportata, che egli conoscesse in anticipo le loro mosse<br />
<br />
- il proiettile ritrovato nell’orto di Pacciani<br />
<br />
- la mancata corrispondenza tra i colpi esplosi ed i bossoli, in più di un delitto<br />
<br />
- il gap tra il 1968 ed il 1974 (l'incriminazione di Stefano Mele da un lato può sostenere l'idea di <i>Davide Rossi</i>, dall'altra potrebbe avere un'interpretazione opposta: resosi conto che l'effetto sortito non era quello voluto, e che era facile agire perché pensavano di aver preso il colpevole, perché attendere tanto?)<br />
<br />
- l'ingerenza di persone "che sanno" (soffiata sui bossoli del'68, telefonate ad Allegranti, rassicurazioni alla famiglia di Spalletti)<br />
<br />
- discordanze sull'altezza del "Mostro"<br />
<br />
- le testimonianze dell'autostoppista del Mugello ("Anna") e , anche se meno della Renault 4 rossa ("Marco") <br />
<br />
- l'uso deliberato di un'arma da tiro a segno, poco potente, con la conseguente necessità di "integrare" le operazioni con l'uso di un'arma bianca; quando logica vorrebbe che, dovendo agire da soli, si faccia ricorso ad un'arma che nell'immediatezza risulterebbe più efficace (vedi Baccaiano, dove, alla fin fine, il coltello non si é usato ed uno era rimasto vivo)<br />
<br />
- due proiettili diversi (nudo e ramato) sparati dalla stessa posizione a Giogoli, ma un solo bossolo a terra in quella posizione
- mancato rilevamento da parte dei casellanti autostradali, di targhe significative con una persona a bordo<br />
<br />
- la necessità dell’uso di diverse auto, postulato da Davide Rossi, e che lo stesso risolve ipotizzando che il Mostro sia in grado di riverniciare completamente la propria<br />
<br />
- elusione di tutte le "trappole" poste in essere dalla polizia, e che riguardavano l’individuazione di un uomo che girava solo in auto (anche se i controlli extra autostradali erano a campione)<br />
<br />
Ed a proposito proprio del mezzo di trasporto e di trappole, sempre <i>Davide Rossi</i> dice:<br />
<br />
“<i>Quindi il Mostro doveva trovare sicuramente una soluzione per il mezzo di trasporto. Primo problema. Il secondo problema del Mostro era quello di non lasciare tracce. Comunque sul luogo del delitto, e… nell’auto… la solita auto nella quale la notte del delitto si deve spostare. Perché chiaramente, soprattutto negli ultimi anni, dall’82 in poi… se fosse stato il fermato il Mostro, tutto… una persona sola, di notte… tutto insanguinato, probabilmente il Mostro l’avremmo preso, naturalmente. Siccome non possiamo escludere che qualche volta il Mostro sia stato fermato, anche per sbaglio, ad un posto di blocco (anche se riteniamo di no, perché comunque tutti i fermati ai posti di blocco, uomini soli di sera, venivano verificati) quindi il mostro ha avuto anche la fortuna, tra virgolette, di non essere mai caduto neanche in un… in una normale controllo di polizia </i>” <br />
<br />
Ovviamente, assumendo che <b><u>non fosse un uomo solo</u></b> di sera, il problema viene a cadere.<br />
<br />
Alla difficoltà di spiegare tutto ciò, cosa oppone la Moderna Mostrologia? Una “verità mostrologica” (vera per definizione, da accettare per fede) ed una serie di profili criminologici, che trovano la loro radice comune a Quantico. L’intima convinzione dei mostrologi che corrisponde all’intima convinzione dei criminologi. Tutto qui.
<br />
<br />
Assumendo che tutto questo sia opera di una sola persona, di un genio del male, egli avrebbe quindi delle capacità, fisiche, intellettuali, tecniche, caratteriali, assimilabili a quelle di un criminale di fantasia come Fantomas, tanto peculiari da dover spiccare nel panorama “medio” dell’ambiente di cui avrebbe fatto parte; è improbabile che, con tutte le denunce anonime che giunsero, nessuno abbia posto l’accento su una persona con simili caratteristiche. E’ improbabile che nella lista della SAM ci sia finito Pacciani e non una persona così eccezionale; a meno che, da quella lista non dovesse restare fuori "per definizione"...<br />
<br />
Con questo, Lettore, intendo affermare che l'entità "Mostro di Firenze" sia costituita necessariamente da più persone che si muovono insieme sulla scema del crimine? Assolutamente no! Voglio dire che non é affatto provato che l'entità "Mostro di Firenze" sia un'unica persona, nel tempo e nello spazio.
<br />
<br />
Voglio dire che é caduto il primo assioma. <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_76.html">Adesso, possiamo occuparci del secondo</a>
</div>
<br />
<br />
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-36987416736799779672022-02-08T21:46:00.018+01:002022-06-16T06:38:45.044+02:00IL MOSTRO DI FIRENZE, OVVERO LE OPINIONI, PARMENIDE, CARTESIO E LA RICERCA DELLA VERITÀ: Parte I<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><blockquote>Le premier était de ne recevoir jamais aucune chose pour vraie que je ne la
connusse évidemment être telle; c'est-à-dire, d'éviter soigneusement la
précipitation et la prévention, et de ne comprendre rien de plus en mes
jugements que ce qui se présenterait si clairement et si distinctement à mon
esprit, que je n'eusse aucune occasion de le mettre en doute.</blockquote></i>
</div>
<br />
<div style="text-align: right;"><i>Renè Descartes</i></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgD6NaC0W6oKXDTU52az2yeG2X3q1yh-eqbzTNUJ3ZlAb10zLjT3RUIeLkg93q2x9VP3YghLTja3o6SPjRaGeSBd0ueeFkn2g-xMNLyOtSIaunZBH-1JV2SLY_mwj4mQ49DYOSAZiLRyk2pDKes5OZFFeyoh7aujiyXCgPMxGvg5gOtfHUkdcqYr5Uo=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgD6NaC0W6oKXDTU52az2yeG2X3q1yh-eqbzTNUJ3ZlAb10zLjT3RUIeLkg93q2x9VP3YghLTja3o6SPjRaGeSBd0ueeFkn2g-xMNLyOtSIaunZBH-1JV2SLY_mwj4mQ49DYOSAZiLRyk2pDKes5OZFFeyoh7aujiyXCgPMxGvg5gOtfHUkdcqYr5Uo=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Cos’è la verità, Lettore?
<br />
<br />
Questa è la domanda che ti sto porgendo io, mentre tu possibilmente te ne starai facendo un’altra, che rivolgeresti a me se potessi: ma perché questa domanda?<br />
<br />
Ed ancora: ma non avrebbe dovuto esserci la storia di Antonio? Cosa ha a che vedere la verità con questo?<br />
Ma soprattutto, cosa a che vedere tutto questo con il Mostro di Firenze?
<br />
<br />
Be’ ci sarebbe un filo (poco) logico che lega tutto ciò, e cerco di illustrartelo.
<br />
<br />
Come ebbi a dire alla <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2017/08/la-via-dei-borghi50-epilogo.html" target="_blank">conclusione della serie sui borghi rurali</a>, un Lettore, Antonio per l’appunto, mi aveva chiesto di narrare la sua storia, ricca di spunti sociologicamente interessanti, ma che avrei dovuto comunque “mimetizzare” in qualche modo per una questione di riservatezza. O, se vogliamo metterla in termini diversi, per non dare adito a possibili querele. <br />
<br />
Perché, Lettore, come certamente sai, chi parla degli altri è comunque sottoposto ad attacchi. Anche quando dice la verità; soprattutto se quella verità è la “verità indimostrabile” di cui il matematico Piergiorgio Odifreddi chiese a Giulio Andreotti.
Ma Antonio desiderava che la verità venisse detta, anche se nella sua forma palese non avrei potuto dirla io. Ciò, almeno per il momento, non è accaduto; perché Antonio, almeno per il momento, mi ha fermato. Attendendo gli ulteriori sviluppi della sua storia, che purtroppo si preannunciano, in qualche modo, negativi. <br />
<br />
Ed io mi sono chiesto: ma perché la verità non può essere detta? Perché chi dice la verità deve essere sottoposto ad attacchi? Perché Antonio ha dovuto fermare i miei post, anche se dicevano, seppur “mimetizzata”, la verità? E, cosa più importante di tutte, la verità “mimetizzata” da me sarebbe comunque rimasta la verità? O almeno <i><b>una</b></i> verità? Perché la verità non può essere detta per quella che è? <br />
<br />
Mentre riflettevo su questo, sono però rimasto ancor più colpito dalla soggettività del mio stesso pensiero: cosa vorrebbe dire esattamente "per quella che é"? Esistono tante verità soggettive, ma... esse fanno realmente capo ad un'unica verità oggettiva, uguale per tutti? O l'esistenza di una verità oggettiva é un'illusione? <br />
<br />
Da qui la domanda: Cos’è la verità? <br />
<br />
Mentre indulgevo in tali oziose riflessioni, YouTube mi propose, tra le altre cose, un video di Massimo Polidoro, sul “Mostro di Firenze”, parte di una serie. <br />
<br />
L'ultima volta che mi interessai, per così dire, del "Mostro di Firenze" fu nei primi anni Novanta del secolo scorso, quando Pacciani era appena stato arrestato. Successivamente lessi qualcosa riguardo alle sentenze, vidi qualche servizio giornalistico (ad esempio, il ritrovamento del proiettile nell'orto del Pacciani), ebbi un vago sentore dell'inconsistenza di gran parte dei contenuti del processo ai cosiddetti "compagni di merende", ma nulla di più; traendone l'impressione di un garbuglio inestricabile, che creava più problematiche di quante non ne risolvesse. Ognuno proponeva la sua verità sulla vicenda; e chi pretendeva di esse giunto ad una verità oggettiva, e cioè i magistrati, ne proponeva una versione che strideva fortemente quando confrontata non solo con una logica stringente, ma persino con il semplice buonsenso. Per tale motivo, il “Mostro di Firenze”, per quel che mi riguardava, era finito nell’immaginario serbatoio dell’oblìo, il famigerato dimenticatoio; ma da esso tornava ora a fare capolino. <br />
<br />
Per chi non lo sapesse, Polidoro é l'attuale presidente del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, nato nel 1989 come Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, alla fondazione del quale parteciparono giornalisti scientifici e scienziati, come ad es. Piero Angela e Margherita Hack), ed in tale veste prometteva un'analisi della vicenda "con i metodi della scienza". Anzi, il <i>primum movens</i> nella nascita del CICAP fu un’inchiesta giornalistica di Piero Angela dalla quale nacque un saggio, “Viaggio nel mondo del paranormale”, splendido volume in grado di fornire spiegazioni scientifiche, reali e documentate di fenomeni che a tutti apparivano inspiegabili ed irreali. <br />
<br />
"<i>Ecco</i>" pensai "<i>finalmente qualcuno che con metodo e rigore può gettare almeno una luce su una vicenda oscura che il passare degli anni ha reso sempre più tale. Le tante verità soggettive dovranno adeguarsi ad una verità resa oggettiva dai metodi della scienza.</i>". <br />
<br />
Polidoro pubblicò una serie di 12 video al riguardo (quello che aveva attratto la mia attenzione era il n. 10, del 24 settembre 2021). Purtroppo, devo dire, non mi é sembrato che la serie dei video contenesse informazioni rilevanti, né indirizzi metodologici che potessero indicare una strada in fondo alla quale avrebbe potuto trovarsi, se non la soluzione dell'enigma, almeno <b><i>una possibile</i></b> soluzione. Un nulla di fatto, insomma; riguardo alla vicenda del Mostro di Firenze, almeno.
<br />
<br />
Alla fine della serie di Massimo Polidoro però, due cose mi furono chiare. <br />
<br />
1) nessuna verità era stata trovata
<br />
<br />
2) nessun metodo della scienza era stato applicato <br />
<br />
Guardare i video era stato inutile, allora? Non proprio. Nei commenti in calce al video ebbi uno scambio di idee con qualcuno, e nell'ambito di tale scambio una seconda persona fu così gentile da suggerirmi un link ad un altro canale YouTube, monotematico. Mi fu chiaro dai contenuti come, dall'ultima volta (quasi trenta anni prima) che avevo considerato l'argomento, vi fossero stati dei grandi sviluppi, che però non avevano condotto a svolte decisive. Vista l'enorme quantità di materiale ivi presente, e le difficoltà ad usarlo in maniera sistematica senza una traccia, ricorsi ad una ricerca generica su Google. E, come avvenne nel caso dei <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2012/12/la-via-dei-borghi-introduzione.html%20" target="_blank">borghi rurali</a>, un universo si dischiuse dinanzi ai miei occhi.
<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Mostri e Mostrologia</b>
</i>
</span></div><br />
Però, mentre l'universo riguardante i borghi era un universo chiaro e pulito (almeno inizialmente - invidie e meschinità sarebbero comparse dopo), nel quale potevano anche trovare posto affermazioni superficiali ed approssimative sì, ma comunque ingenue e sincere, quello relativo al Mostro di Firenze era affatto diverso. <br />
<br />
Una pletora indicibile di informazioni, vere o presunte, oggettive o opinabili, fluiva nel web attraverso articoli, blog tematici, canali YouTube, pagine Facebook, forum, etc. L'entità "Mostro di Firenze" per mezzo secolo aveva foraggiato l’attività di giornalisti, scrittori, documentaristi, magistrati, avvocati, poliziotti, periti, costituendo fonte di guadagno, di carriera, di cambiamento di ruoli. C'era chi aveva usato tale vicenda come base per l'ascesa a posizioni di rilievo in ambito giudiziario, chi da magistrato, da avvocato, da poliziotto, da perito era divenuto scrittore, vendendo libri o accessi ad altri mezzi mediatici. Chi aveva scritto e riscritto partendo da semplice appassionato e finendo anche lui per vendere qualcosa... insomma ognuno aveva il proprio tornaconto. E tutto questo infarcito di scontri sul piano personale a livello mediatico, fatti di allusioni sarcastiche, di critiche basate su principi discutibili, attacchi meschini, altrettanto meschine invidie... ma tutto accomunato da un solo denominatore: non si era giunti a nulla.<br />
<br />
Volendo pensar male, Lettore, verrebbe in mente che il giungere ad una reale soluzione avrebbe fatalmente arrestato questo giro vorticoso, e con esso i vantaggi che esso comporta. <br />
<br />
Volendo, invece, garantire a tutti quanti il principio di buona fede e di impegno sincero, restava da chiedersi come mai tutto questo gran parlare senza giungere a nulla. La prima idea che mi feci fu quella di una esagerata attenzione al dettaglio di ogni cosa, che facesse perdere di vista la vicenda nella sua globalità; focalizzare l’attenzione su ogni venatura della foglia può impedire di vedere l’albero nella sua interezza. Se anche alcuni dettagli avrebbero potuto svelare indizi fondamentali, l'analisi minuziosa di ogni cosa non avrebbe svelato poi molto di più. Anzi.<br />
<br />
Successivamente però mi resi conto dell’esistenza di certi assunti non dovevano essere messi in discussione per principio, e di come spesso tale maniacale attenzione al dettaglio e quindi ogni interpretazione del dettaglio stesso fosse funzionale a fare salvo, in maniera più o meno forzata, l’assunto. Nessuna possibile digressione, o negazione degli assunti era tollerabile. Un esercito di “mostrologi” accomunati dal non mettere in discussione gli assunti, pronti a scannarsi (metaforicamente) ma sempre all’interno di quel circolo esclusivo che garantiva visibilità a chi ne faceva parte, ma del quale era difficile divenire membri.<br />
<br />
Per propugnare le proprie teorie sull'argomento, la tecnica sembrava fondamentalmente quella di considerare certe fonti, o addirittura affermazioni diverse provenienti dalla stessa fonte, come attendibili o non attendibili, vere o false, a seconda del fatto che appoggiassero o negassero la tesi personale. Certe considerazioni personali venivano poste, in maniera inapparente, come dati incontrovertibili ed obiettivi, mentre opinabili venivano giudicate le considerazioni altrui, quand’anche poggianti su ben più solide basi.<br />
<br />
Avrei ritrovato più tardi tale concetto espresso all’interno del c.d. “rapporto Torrisi”
<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
La verità è che in una indagine seria e coerente, da elementi incerti ed approssimativi e privi di attendibilità, per una somma di motivi che non è il caso qui di elencare, non è possibile avanzare ipotesi meritevoli di attenzione.
In tal modo si corre il rischio di ripetere l'errore di chi, facendo credere di dare un contributo nello sviluppo delle indagini, coglie invece la ghiotta opportunità di evidenziarsi in termini di pubblicità, con il grave rischio, per chi è impegnato in una indagine seria e coerente, di perdere l'orientamento e di vista il vero obiettivo da perseguire, mediante la scrupolosa utilizzazione degli elementi concreti effettivamente raccolti sul posto del delitto.
</span>
<br />
<br />
All'inizio, questo concetto non mi fu subito chiaro. Leggevo scritti sull'ipotesi di qualche “Mostrologo”, che individuava l'entità "Mostro di Firenze" in qualcuno, e tutto sembrava chiaro, persino evidente: "Ma come mai non ci hanno pensato prima? Come mai non se ne sono accorti?". Poi leggevo l'ipotesi di qualche altro, altrettanto ben documentata, con riferimenti precisi, che individuava l'entità "Mostro di Firenze" da tutt'altra parte, ed anche quella era chiara, convincente, ovvia... e così via.
<br />
<br />
Alla fine, mi sembrò che l’intera popolazione italiana potesse essere suddivisa in due soli grandi gruppi: da un lato i possibili Mostri di Firenze e dall’altro i mostrologi. Se non si era l’uno si poteva esser solo l’altro. Sebbene la mia idea é che l'entità "mostro di Firenze" possa in effetti essere costituita da più persone, queste "più persone" non possono certo essere tutte quelle individuate di volta in volta dalle varie teorie mostrologiche. Per inciso, il fatto di tenere ben in considerazione la possibilità che l'entità "mostro di Firenze" sia costituita da più persone, contraddicendo uno degli assiomi più seguiti, fa di me un eretico; e gli eretici o vengono ignorati considerandoli dei deficienti, o devono venire bruciati sul rogo. Vedremo più avanti, Lettore, quale delle due sorti io meriti. <br />
<br />
Non tutti i contributi originali possedevano comunque tali caratteristiche; alcuni mi apparivano apprezzabili. E particolarmente apprezzabile ho trovato una serie di quattro video pubblicati sul canale monotematico che mi era stato indicato, che essenzialmente illustrano una ricerca effettuata da un professionista, accompagnato da tre investigatori, il quale comunque non ha ritenuto di dover rendere palese la sua identità. Sebbene non sia poi così difficile risalire ad essa, è mia ferma intenzione rispettare qui i suoi intendimenti; quindi, per dargli un nome, lo chiamerò <i>Davide Rossi</i>, con chiara allusione al David Rossi della serie Criminal Minds (di cui comunque non ho mai visto neanche una puntata), non di quello dell’MPS. Di <i>Davide Rossi</i> ho apprezzato sia i metodi, sia le argomentazioni, sia l’esposizione; posso non concordare sulle conclusioni ma, a parte il fatto che il mio assenso non conta nulla, occorre considerare che la conclusione non sarebbe altro che la dimostrazione dell’assunto da cui era partito. Sarebbe stato impossibile che alla fine negasse quella che era stata l’idea da cui aveva preso le mosse, il filo conduttore di tutto il suo lavoro.
<br />
<br />
Ma oltre che a <i>Davide Rossi</i>, devo dare soprattutto credito ad un "Mostrologo" blogger, Youtuber, scrittore per avermi aperto gli occhi sulla condizione, avendomi, sebbene involontariamente, chiarificato quali siano i meccanismi per (di-?)mostrare che le proprie tesi siano più valide di quelle degli altri; insomma, come funzioni la “Moderna Mostrologia" e come siano regolati i rapporti tra Mostrologi o aspiranti tali. Ma devo ringraziarlo ancor di più per avermi dato lo spunto di riflettere sul concetto e sul significato reale del concetto di “verità”, riflessioni che intendo esporre e condividere nella presente serie di post. Cerco allora di spiegare in dettaglio quale sia stato lo spunto per tali riflessioni.
<br />
<br />
Il mio tentativo di interlocuzione fu diretto proprio al Mostrologo/Blogger/Youtuber succitato in quanto mostrava di approfondire più che poteva anche i dettagli; quale interlocutore più valido di chi si dimostra tutt’altro che superficiale? Tale tentativo riguardò alcuni aspetti peculiari del quarto (o quinto, dipendentemente dal punto di vista) delitto del Mostro di Firenze, avvenuto nei pressi di Baccaiano, e concernenti essenzialmente alcuni reperti peritali e la loro possibile interpretazione.
<br />
<br />
In particolare avevo cercato di mettere maggiormente in luce l’importanza di alcuni dettagli, suggerendo la possibilità che, nel corso della ricostruzione di una dinamica, essi avrebbero potuto dare adito a variazioni della ricostruzione stessa qualora valutati in base a principi differenti. In particolare, essi riguardavano alcuni traumatismi minori (non in relazione con i colpi di arma da fuoco) subiti dalla vittima femminile, Antonella Migliorini, il possibile significato delle rilevazioni relative a freno a mano e chiave di accensione mancante dal quadro, e la evidente difficoltà a portarsi autonomamente sul sedile posteriore cui sarebbe andato incontro un soggetto gravemente ferito, e, per di più, di alta statura. Riguardo a quest’ultimo aspetto, non avevo interpretato correttamente quanto esposto in proposito nella ricostruzione del blogger/youtuber, in quanto egli postulava l’esplosione dell’ultimo colpo sul ragazzo solo dopo che egli si fosse trasferito sul sedile posteriore dell’auto.
<br />
<br />
L’unica risposta che ricevetti fu, essenzialmente "<i>mi pare si tratti di opinioni</i>" e, praticamente, null’altro, se non la precisazione di come io non avessi letto con attenzione la sua ricostruzione. Una risposta di tal genere, data senza neanche un minimo di approfondimento relativamente alle basi, che saranno ampiamente documentate più avanti, sulla quale i suggerimenti erano stati fornite, denoterebbe un'estrema superficialità; ma il mio (mancato) interlocutore sarebbe stato scelto proprio sulla base del criterio opposto: egli si presentava come persona tutt'altro che superficiale.
<br />
<br />
Sembrava una contraddizione irrisolvibile; in cosa poteva consistere il paradosso?
<br />
<br />
La prima cosa che mi venne in mente fu quella di andare a cercare su un vocabolario online la definizione di “opinione”. Trovai questa:
<br />
<br />
<i>opinióne (ant. oppinióne) s. f. [dal lat. opinio -onis, affine a opinari «opinare»]. – 1. Concetto che una o più persone si formano riguardo a particolari fatti, fenomeni, manifestazioni, quando, mancando un criterio di certezza assoluta per giudicare della loro natura (o delle loro cause, delle loro qualità, ecc.), si propone un’interpretazione personale che si ritiene esatta e a cui si dà perciò il proprio assenso, ammettendo tuttavia la possibilità di ingannarsi nel giudicarla tale</i>
<br />
<br />
Ma a me, sembrava che si adattasse meglio, a ciò che gli avevo scritto, quest’altra definizione:
<br />
<br />
<i>Determinazione del valore di cose e fatti di cui si debba tenere conto ai fini di un giudizio o di una decisione, di una classifica o graduatoria</i>
<br />
<br />
Questa era la definizione, secondo il medesimo vocabolario, del termine “valutazione”.
<br />
<br />
Dove stava la verità? Ma soprattutto perché la mia valutazione era un’opinione, e le sue erano verità?
<br />
<br />
Da questi interrogativi scaturirono appunto le anzidette riflessioni, ed è per condividerle con Te, Lettore, insieme alle relative conclusioni, che questa serie di post è stata redatta. Pertanto, nell’ambito di essi, citerò alcune frasi del succitato mostrologo/blogger/youtuber, considerandole come frasi “simbolo”, espressione della mostrologia globalmente intesa, e non del pensiero del singolo ; così non fosse, diverrebbero solo la “sua opinione” perdendo così la connotazione di “verità”, cosa che, ritengo, egli non desideri. <br />
<br />
Ma avrò comunque modo di mostrare, paragonandole a quelle di altri, di come tale assunto possa considerarsi valido.
</div>
<br />
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<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
<i>
OPINIONE E VERITA’
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ opinione comune, Lettore, che esistano diverse verità. Ma l’opinione comune si ferma qui; al massimo, considera diverse versioni soggettive di un’unica verità oggettiva. Ciò non poteva costituire una risposta alle domande che mi ponevo, una soluzione al mio problema; se le nostre posizioni avessero differito per la soggettività, sarebbero state ambedue opinioni, oppure ambedue “verità”. Diverse, ma verità. <br />
<br />
Il dilemma nasceva dal fatto che io contrapponevo mie “opinioni” a sue “verità”; qualcosa mi sfuggiva. Prenderò ad esempio due affermazioni; una relativa al problema se l’entità “Mostro di Firenze” fosse costituita da una singola persona o da più persone.
<br />
<br />
“<i>Una dinamica che è bene… sulla quale è bene che non ci siano incertezze, per un semplice motivo: perché queste incertezze consentono, ancor oggi, delle ricostruzioni fantasiose che purtroppo vanno a… uhmmm… a ostacolare una ricostruzione storica della vicenda. Perché? Perché queste dinamiche fantasiose, ad esempio, <b>consentono</b> di… di immaginare l’intervento di più assassini, no? <b>Cosa che personalmente… ritengo assolutamente non veritiera</b></i>”
<br />
<br />
Quindi, ciò che il mostrologo “personalmente” <b><u>ritiene</u></b> non veritiero, “consente” una ricostruzione “fantasiosa”, che ostacola la “ricostruzione storica”. Quello che invece il mostrologo ritiene veritiero consente una ricostruzione storica. In altri termini la verità storica è ciò che il mostrologo “personalmente” ritiene che sia.
<br />
<br />
Un’altra, da un post sul suo blog, sulla validità di una perizia balistica, a firma Zuntini, e relativa al problema dell'unicità dell'arma usata nell’omicidio del 1968, e negli altri omicidi del "Mostro di Firenze", che sembrerebbe non avere riscontro nella perizia stessa:
<br />
<br />
<blockquote><i>In realtà possiamo tranquillamente affermare che la perizia Zuntini del 1968 si distingue per un raro livello di confusione e approssimazione</i></blockquote> <br />
<br />
Quali erano le basi oggettive delle affermazioni del mostrologo? Feci una ricerca.
<br />
<br />
<u><b>Relativamente alla prima</b></u>, e cioè il perché l'entità "Mostro di Firenze" debba essere costituita da un'unico individuo, se trovai un profilo criminologico che era stato eseguito, su richiesta della Procura di Firenze presso la sede dell’FBI a Quantico, un’affermazione dell’avvocato Antonino Filastò, recentemente scomparso, difensore del “compagno di merende” Mario Vanni: <br />
<br />
“<i>Ma il fatto è questo. E’ che tutti questi delitti… ci sono una serie di… impressionanti… prove, che son stati commessi da una sola persona. Vede, eh… per esempio: l’ultimo delitto, quello che viene considerato l’ultimo duplice delitto</i> […] <i>nell’ultimo delitto, il giovanotto, scappa! Dalla tenda… e, viene assalito da dietro, con un colpo alla gola, del pugna… del… del coltello, e poi finito a colpi di coltello, dallo stesso assassino che ha sparato poco prima dentro la tenda! S’eran due… anche il secondo avrebbe sparato…o l’avrebbe affrontato in maniera diversa… noo! C’è un solo, lì.</i>”
<br />
<br />
Una del giornalista Mario Spezi, anch’esso scomparso, e che venne coinvolto in diversi modi nella vicenda, addirittura come imputato:
<br />
<br />
“<i>in fin dei conti questo, anche se di poco, conferma ulteriormente l’ipotesi del serial killer solitario…perché? Perché anche questo delitto è stato commesso di sabato… come tutti gli altri: o un sabato o la vigilia di un giorno festivo… e questa è una necessità che può avere una singola persona, non un gruppo…</i>” <br />
<br />
oppure, sempre Spezi: <br />
<br />
“<i>Una malattia mentale di quel genere non si condivide, non si delega a nessun altro</i>” <br />
<br />
o ancora Filastò: <br />
<br />
“<i>l’esistenza di due persone, almeno due, che commettono certi delitti di un certo tipo, è piuttosto rara, ma esiste.</i> […] <i>sono quelli che in psichiatria… si parla di folie à deux. Ma casi di folie à quatre, à cinq, à six… ‘nsomma… sono piuttosto improbabili, insomma…voglio dire, che ci sia una congiunzione di persone che, associate, che si associano, perché portatrici di questa pulsione di tipo psicopatologico, è piuttosto… poco verosimile da un punto di vista criminologico.</i>“
<br />
<br />
Sarebbero queste le argomentazioni?
<br />
<br />
Ogni volta che il “Mostro di Firenze” ha esaurito i colpi, non ha forse (con un’unica, inusuale eccezione) finito sempre le vittime con il coltello? Perché non ha usato un secondo caricatore sulla pistola? E se sono più d’uno ma uno solo adopera la pistola, ed un altro il coltello? Cosa stabilisce che debbano essere tutti armati di pistola?<br />
<br />
E se sono più d’uno e devono andare insieme, ma qualcuno ha diverse esigenze per cui possono andare tutti solo nei festivi o prefestivi?
<br />Il primo pensiero che viene in mente di fronte al fatto che l’attività sia limitata a giorni ben precisi é quello di una rigidità operativa tipica del fatto di dover conciliare le esigenze di più persone; di solito, è proprio il singolo ad avere maggiore elasticità, a poter approfittare di occasioni in cui si trova libero da altri impegni. Il singolo in preda a “pulsioni di tipo psicopatologico” e che agisce in risposta a queste, entra in azione quando esse si manifestano, non programma l'azione nel weekend,
E riguardo all’argomentazione “psico-patologica”, quali sarebbero le basi, non dico scientifiche, ma almeno razionali, delle affermazioni? Il profilo stilato a Quantico?
<br />
<br />
<u><b>Riguardo poi alla seconda</b></u>, e cioé al giudizio sulla perizia balistica, relativamente alla quale la Moderna Mostrologia può “<i>tranquillamente affermare</i>” che si distingua per “<i>un raro livello di confusione e approssimazione</i>” , devo dire che rimasi molto impressionato da due aggettivi: “tranquillamente” e “raro”. Per me, “raro” significava che la Moderna Mostrologia avesse valutato, nel corso dei decenni, migliaia di perizie, e solo in un ristretto numero di esse, raramente, avesse riscontrato tali livelli di “confusione ed approssimazione”; ciò mi appariva improbabile, pur non potendo essere sicuro di quante comparazioni avessero fatto i mostrologi. Ma ancor di più mi impressionò l’aggettivo “tranquillamente”; da dove derivava tale tranquillità? Innocenzo Zuntini era un individuo tanto incompetente e superficiale da poter definire “tranquillamente”, senza il benché minimo scrupolo, che il prodotto del suo lavoro fosse confuso ed approssimato? Ma allora come mai poteva venire affidato un lavoro così importante e delicato ad una persona tanto intellettualmente disonesta? Chi era in realtà costui?
<br />
<br />
Trovai così un giudizio sulla persona espresso dal compianto Nino Filastò il quale, pur essendo mostrologo anche lui, era anche avvocato e scrittore. E benché, come mostrologo, anche lui “innamorato delle sue tesi” (per usare un'espressione abusata), come avvocato era abituato a valutare le persone, e riguardo ad Innocenzo Zuntini dichiarava:
<br />
<br />
“<i>... i quali bossoli, per il fatto che il perito balistico della vicenda del sessantotto, che vide uccisi Barbara Locci ed il Lo Bianco, Antonio Lo Bianco, era un tipo pignolo, io l'ho conosciuto! Una persona molto perbene. Persona perbene, onestissima e tutto, però...di una pignoleria assoluta! E lui, quando faceva le perizie, poi spillava, al suo elaborato, dentro una bustina di plastica, alcuni oggetti che riguardavano la perizia...</i>”
<br />
<br />
Ma allora? Neanche una persona perbene, pignola ed onesta poteva essere considerata affidabile, in Mostrologia? Se io avessi voluto divenire mostrologo, a quale sorgente avrei dovuto abbeverarmi per divenire depositario di quella verità che consentiva di definire fantasiose le “opinioni”degli altri senza fornire motivazioni, o addirittura di confutare i pareri di chi era un’autorità nel settore? Da quale fonte proviene la (onni)scienza che caratterizza la mostrologia?
<br />
<br />
Altrettanto inconsapevolmente, mi venne in aiuto Odifreddi. Piergiorgio Odifreddi mi spiegò, bontà sua, non come esistano diversi tipi di verità, ché già lo sapevo da me, ma <b><i>quali</i></b> siano i diversi tipi di verità.
<br />
<br />
C'é la verità matematica, innata, che può essere conosciuta guardando dentro di noi
<br />
<br />
C'é la verità scientifica, che può essere scoperta
<br />
<br />
C'é la verità "di fede", che viene decisa da qualcuno ed alla quale si crede per fede, senza prove.
<br />
<br />
La verità matematica si determina per "dimostrazioni": per conoscere la verità matematica occorre solo un matematico. E' l'unica verità indubitabile.
<br />
<br />
La verità scientifica non ha mai lo stesso grado di certezza di quella matematica; si conosce per ipotesi e verifiche. E’ “falsificabile” (nel senso che può essere dimostrata “falsa”) ma la falsificazione della verità scientifica si risolve comunque in un progresso; dimostrata falsa un’affermazione, la verità deve necessariamente risiedere in un’affermazione diversa. Ciò consente alla ricerca della verità di procedere, in un’altra direzione.
<br />
<br />
La verità di fede, infine, è quella che qualcuno decide; una particolare forma di verità di fede é la "verità assiomatica" che, mi dice sempre il vocabolario, anziché essere decisa da qualcuno é <i>evidente, indiscutibile</i>. Tra le forme comuni di verità di fede vi è la “verità rivelata”, quella religiosa, così come vi è la “verità processuale”, quella che ci è stata propinata, nel caso specifico, con il processo ai “compagni di merende”. Il giudice "verifica" (cioè, <b><i>fa veri</i></b>) i fatti, ed esprime il "verdetto" (<b><i>dice cioè ciò che é vero</i></b>). Non vi é alcuna garanzia oggettiva, scientifica, che ciò sia vero; e nella vicenda del "Mostro di Firenze" si sa bene come la "verità processuale" non abbia trovato riscontri oggettivi realmente probanti, e conseguentemente non coincida con una "verità oggettiva". Il processo attraverso cui il giudice perviene a ciò sarebbe il “giudizio”; ma non sembra esservi modo di distinguere il “giudizio” dal “pre-giudizio”, che non si avvale della “verifica” ed è piuttosto un’opinione.
<br />
<br />
Quindi, le mie valutazioni sarebbero state frutto di un “pre-giudizio”? E’ per questo che sono “opinioni”?
<br />
<br />
Corre ancora una volta in mio soccorso Odifreddi, parlandomi di Parmenide di Elea, città della Magna Grecia ubicata nell’attuale Cilento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEibXLxcFqRxB7Pd99nH_sQikOpG7kBtt0FMF2zoLf-a26r7_aDzdYwTj4K_DaO83miRktu6ff9GtzcqbLycSfymeYXjWtcXeBNSuoMuJBwRfBiJAIjQGVU_AE9lYXM2a2gDO40n3NtXE4j0WHyCo-hEn4kUyPIgUiKeQjXl1HBqmyXPOeaDS_7lm5BE=s2048" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEibXLxcFqRxB7Pd99nH_sQikOpG7kBtt0FMF2zoLf-a26r7_aDzdYwTj4K_DaO83miRktu6ff9GtzcqbLycSfymeYXjWtcXeBNSuoMuJBwRfBiJAIjQGVU_AE9lYXM2a2gDO40n3NtXE4j0WHyCo-hEn4kUyPIgUiKeQjXl1HBqmyXPOeaDS_7lm5BE=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E lo fa descrivendomi, a modo suo, l’introduzione di “Sulla Natura”; dove il “modo suo” consiste in quella splendida narrazione discorsiva permeata di sottile umorismo che, rinunciando ai compromessi di una traduzione “dotta”, riesce a far vedere i fatti e le scene appartenenti al mondo reale, altrimenti nascosti dietro le espressioni poetiche. Così descrive un uomo, (anzi, un “signore”, lui dice) che, prima dell’alba, sale su un carro dalle ruote cigolanti, ed inizia il suo percorso.
</div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEicum6w1qO2aQojpxjQpyv1-WqCUhlS2x6YbVgU_6-aDYD9GUinuyfkFwKa3v5b69GRjxf2DCUY7uUakffORvigc-oPOUa-sfayNkqS-crSxB9jVk4IRCqJcbtzdCQEOCofJOJjzpWw0b59QeO5k6dWYDfqfExLnrCz06HlRFaidruxp86_hH6ZcMmy=s1000" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="563" data-original-width="1000" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEicum6w1qO2aQojpxjQpyv1-WqCUhlS2x6YbVgU_6-aDYD9GUinuyfkFwKa3v5b69GRjxf2DCUY7uUakffORvigc-oPOUa-sfayNkqS-crSxB9jVk4IRCqJcbtzdCQEOCofJOJjzpWw0b59QeO5k6dWYDfqfExLnrCz06HlRFaidruxp86_hH6ZcMmy=s320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Giunge ad un palazzo con due porte, su una vi è scritto <b>ἀλήθεια</b> (Alètheia), cioè Verità, mentre sull’altra si trova scritto <b>δόξα</b> (Dòxa), cioè Opinione; che, dice Odifreddi, non sarebbe tanto diversa dalla verità romana. Questo signore, come lo chiama Odifreddi, deve decidere quale porta aprire, se seguire la via della Verità o quella dell’Opinione, e cioè, in altri termini, del pregiudizio. Il “signore” poi sceglie la via della verità, ma per lui, con le scritte inequivocabili su ogni porta, era semplice; invece, senza criteri né aiuti, come avrei fatto io, Lettore, a fare la mia scelta?
<br />
<br />
Il mostrologo/blogger/youtuber mi avvertiva di come la mia fosse un’opinione, cioè un pregiudizio; ma io, in tutta buona fede, ritenevo di aver espresso una valutazione, non un pregiudizio. <br />
<br />
Così se la mia era un’opinione, la sua doveva essere la verità.
Ma se la sua era una verità di fede, legata ad assiomi (che, nella fattispecie, riguardavano l'unicità dell'agente e l'unicità dell'arma usata per tutti gli omocidi), essa equivaleva, come dice Odifreddi, ad un’opinione; di conseguenza, la verità avrebbe dovuto essere la mia. Come uscire da questo paradosso?
<br />
<br />
Fu sempre Odifreddi ad aiutarmi, con la verità matematica. Essa, mi dice il matematico, é indubitabile solo nella misura in cui sono veri gli assiomi, indimostrabili; rimane subordinata alla validità degli assiomi. Se gli assiomi non sono validi, la verità non è tale; in senso matematico, almeno.
<br />
<br />
Che sono ‘sti assiomi? Questa volta mi sarebbe venuto in aiuto <i>Davide Rossi</i>, il quale afferma che “<i>l’assioma è qualcosa di evidente da sé</i>”. Ma questa sarebbe la definizione del “linguaggio comune”:<br />
<br />
<i>Nel linguaggio com., verità o principio che si ammette senza discussione, evidente di per sé.</i>
<br />
<br />
qui però <i>Davide Rossi</i> gioca sporco, perché anche lui è un matematico, e quindi dovrebbe dare la definizione matematica di “assioma”:<br />
<br />
<i>sistema formale di proprietà che costituiscono una definizione implicita dell’ente o dell’espressione cui si riferiscono, a prescindere quindi dalla loro evidenza, dal momento che non hanno la pretesa di essere verità assolutamente valide.</i>
<br />
<br />
Bene, ho capito finalmente: la verità matematica è tale solo quando sono veri gli assiomi, che non hanno la pretesa di essere verità assolutamente valide. La strada giusta deve essere quindi quella di provare la veridicità degli assiomi.
<br />
<br />
<div><br />
<br />
<span style="font-size: medium;">
<i>
<b>Distinguere la verità dalle opinioni individuando ciò che </b></i><b>non</b><i><b> può essere negato</b>
</i>
</span></div><br />
Più facile a dirsi che a farsi. Qual è il metodo da seguire? Cartesio, per trovare la verità matematica, innata, dentro sé stesso, diceva “chiudo gli occhi”; basta chiudere gli occhi, allora, per avere contezza della validità degli assiomi?
<br />
<br />
Mah, Lettore… non so tu, ma io, se chiudo gli occhi, vedo solo (quasi) nero. E non trovo nulla. Però, a ben guardare, Cartesio non si limitava a chiudere gli occhi. Cartesio metteva in dubbio ogni cosa, fin dove possibile; ciò che <b><u>non poteva</u></b> essere messo in dubbio, <b><u>doveva</u></b> essere la verità.
<br />
<br />
Bene, questo sembrava un metodo, ed infatti il concetto viene espresso proprio nel suo “Discorso sul Metodo”; cominciai allora a considerare ciò che poteva essere eliminato
<br />
<br />
Elencai, in ordine decrescente di evidenza:<br />
<br />
- Fatti
<br />
- Prove
<br />
- Indizi
<br />
- Testimonianze
<br />
- Profili e perizie
<br />
- Deduzioni<br />
<br />
togliendo tutto ciò che non poteva essere dimostrato vero, avrei trovato la verità.<br />
<br />
Tolsi di mezzo subito le deduzioni, che evidentemente avevano portato a conclusioni tanto diverse da non poter essere tutte valide contemporaneamente.
<br />
<br />
Tolsi di mezzo anche i profili. Il <i>criminal profiling</i> è un’attività accademica, un esercizio di stile; quando mai un serial killer è stato catturato sulla base di un profilo? E’ solo a posteriori che il <i>profiler</i> fa bella figura: “<i>Vedete? Corrispondeva alla perfezione…</i>”<br />
<br />
Inizialmente, tolsi di mezzo anche perizie e testimonianze; esse venivano considerate più o meno valide a secondo di quanto convenisse al mostrologo di turno. Tra di esse, solo i contenuti oggettivi possono essere interpretati come verità cartesiana, ma, anche qui, solo quando presi <i>cum grano salis</i>.
<br />
<br />
Anche il peso probante degli indizi risentiva dell’interpretazione, mentre di prove, praticamente, non ve ne erano.<br />
<br />
Restavano i fatti, scarni, e quelle parti relativi ad indizi, contenuti delle perizie e testimonianze indubitabilmente riconducibili ai fatti; ecco, questi avrebbero costituito la verità indubitabile di Cartesio, tramite la quale giungere alla verità matematica di Odifreddi.<br />
<br />
Tutto adesso era più chiaro: le affermazioni dei “mostrologi”, in primis quella del blogger/youtuber con il quale avevo interloquito, possono essere verità solo quando gli assiomi sono verificati. Quindi questo lavoro di sfrondamento, di progressiva denudazione delle verità indubitabili, doveva prima di tutto essere condotto sugli assiomi.<br />
<br />
Ma, per fare questo, dobbiamo ritornare a Baccaiano.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
<i>
BACCAIANO
</i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma perché proprio Baccaiano?
<br />
<br />
Be’, Lettore, non’c’è un unico motivo di ciò. I motivi sono molteplici.
<br />
<br />
Innanzitutto, l’episodio di Baccaiano mi fornirebbe il modo di eseguire quella verifica della validità degli assiomi di cui parlavo prima.
<br />
<br />
Inoltre, Baccaiano è uno dei delitti più intricati, uno di quelli in cui l’azione dell’entità chiamata “Mostro di Firenze” è stata più concitata. E’ quello in cui sempre la medesima entità avrebbe da un lato commesso qualche errore, ma al quale, nell’opinione comune, avrebbe rimediato con emblematica freddezza. Quindi, dovrebbe essere più facile cogliere determinati aspetti, che negli episodi che hanno avuto un andamento più lineare non avrebbero avuto occasione di evidenziarsi.
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Ma, sinceramente, un ulteriore motivazione è costituita dal fatto che proprio tentando di discutere di Baccaiano è nato lo spunto per questi post; quindi, in un certo modo riprendo da dove avevo lasciato.
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E' questo il motivo per il quale qui descriverò solo sinteticamente i relativi fatti, per i particolari dei quali Ti rimando alle innumerevoli descrizioni presenti sul Web, ma soprattutto non mi lancerò in formulazioni di dinamiche; questa è un’attività che lascio ai mostrologi di professione, mentre io sono solo un poveraccio che scrive un post ogni tanto su argomenti vari, giusto per iniziare una discussione virtuale con qualche benevolo Lettore.
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Per cui, anche per applicare il principio cartesiano che mi ha ispirato, dopo la descrizione sintetica dei fatti, discuterò solo aspetti particolari collegati ad essi, iniziando da quelli sui quali avevo commentato sul blog del mostrologo citato prima; poi, come sempre, sarai Tu, Lettore, a farti un’idea personale.
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<b>I fatti</b>
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La notte tra il 19 ed l 20 giugno del 1982, la Pubblica Assistenza Croce d’Oro di Montespertoli riceveva una richiesta di intervento per la presenza di due persone all’interno di un’autovettura ferma, fuori strada, lungo la via Virginio Nuova, strada provinciale che collega le località Le Fornacette e Baccaiano.<br />
<br />
La richiesta era conseguente ad una telefonata che pare fosse stata effettuata dal ristorante di un certo Mario Di Lorenzo a Baccaiano; dallo stesso locale era stata eseguita anche una telefonata ai Carabinieri. Le telefonate concernevano la segnalazione di un ragazzo ed una ragazza, che avrebbero visto personalmente la vettura fuori strada e, fermatisi, avrebbero constatato, insieme ad altri due passanti, la presenza di due persone a bordo ed un foro di proiettile sul parabrezza dell’auto.<br />
<br />
Da Montespertoli partì un’ambulanza (tecnicamente, sarebbe stato un MSB) con quattro volontari a bordo, l’autista, che era la persona che da più tempo si dedicava a questa attività, e tre soccorritori, di cui due non ancora maggiorenni ed al loro primo intervento.<br />
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Giunti sul posto, al km 6+500 della provinciale 80, ovvero via Virginio Nuova, i volontari trovarono diverse persone ferme sul luogo, ed una FIAT 147 (vettura analoga alla FIAT 127, ma prodotta in Brasile) con le ruote posteriori all’interno della fossa di guardia che decorreva a fianco alla strada, a lato della corsia che andava verso Baccaiano, con due persone a bordo, un ragazzo ed una ragazza, poi identificati come Paolo Mainardi e Antonella Migliorini. Aperta la vettura forzando lo sportello lato passeggero, verificarono come la ragazza fosse deceduta, mentre il ragazzo desse ancora qualche segno di vita; così, estrassero quest’ultimo dall’automobile, per trasferirlo all’ospedale di Empoli. Durante tali operazioni giunse sul posto la Polizia Giudiziaria, prima i Carabinieri e poi la Polizia di Stato. <br />
<br />
I carabinieri erano stati avvertiti dalle altre due persone fermatesi insieme ai fidanzati, due amici che avevano già visto la vettura fuori strada qualche minuto prima, senza fermarsi, ma che poi erano ritornati sul luogo.<br />
<br />
Giunse anche il colonnello dei Carabinieri Olinto Dell’Amico, insieme al magistrato di turno la d.ssa Silvia Della Monica, la quale provvide a redigere il verbale di ispezione dei luoghi, e ad interrogare i testimoni Marini Graziano, Bartalesi Concetta, Di Lorenzo Mario, Calamandrei Stefano, Sieni Luca, Tempestini Fabio, Carletti Francesco, Campatelli Rosanna e Del Maschio Monica; nel relativo verbale venne menzionata anche la posizione dei due occupanti la vettura, come riferito dai testimoni, e cioè la ragazza sul sedile posteriore, a destra, dietro il sedile anteriore del passeggero, ed il ragazzo al posto di guida.<br />
<br />
I rappresentanti della Polizia Giudiziaria constatarono la posizione della vettura, rilevarono come il vetro del finestrino lato anteriore sinistro fosse rotto, la retromarcia innestata, il freno a mano inserito, le chiavi mancanti. Il parabrezza risultava perforato da un proiettile, ed i fari danneggiati da colpi di arma da fuoco. Repertarono otto bossoli nell’area del crimine, quattro in una piazzola di fronte al luogo in cui si trovava l’auto, tre nei pressi dell’auto ed uno all’interno di essa. All’interno dell’automobile, sul sedile posteriore, venne rivenuto l’orologio della ragazza, di cui una delle due barrette di ancoraggio del bracciale alle ance della cassa venne ritrovata poi, piegata, tra i capelli del ragazzo. <br />
<br />
I rispettivi rappresentanti delle forze di polizia eseguirono i rilievi, redigendo i relativi verbali che documentavano tutto ciò.
Il cadavere della ragazza venne portato all' Istituto di Medicina Legale di Firenze; il ragazzo giunse vivo all’ospedale di Empoli, ma ivi morì senza aver ripreso conoscenza. <br />
<br />
L’autovettura venne estratta dalla fossa di guardia e trainata fino alla caserma della Compagnia Carabinieri di Signa, per i successivi rilievi<br />
<br />
La dottoressa Della Monica fece sapere attraverso i mezzi di stampa, che il ragazzo, prima di morire, era riuscito a comunicare delle informazioni sull’accaduto; ciò allo scopo di stimolare una reazione in chi aveva commesso il fatto.<br />
<br />
Vennero quindi nuovamente convocati i testimoni già ascoltati prima, che confermarono le loro deposizioni; vennero altresì convocati i soccorritori, i quali dichiararono, tra l’altro, di aver estratto dalla vettura il ragazzo che si trovava sul sedile posteriore. Insieme a loro vennero ascoltati anche tre dei testimoni precedentemente menzionati, che avevano percorso in auto la medesima strada poco prima, in senso inverso rispetto ai due amici, e che avevano incrociato questi ultimi poche centinaia di metri dopo il luogo dell’omicidio; essi avevano avuto modo di notare l’auto ferma nella piazzola di fronte al luogo dove sarebbe poi stata trovata fuori strada, con luce interna accesa e finestrini appannati. Dalla distanza riferita tra il luogo dell’incrocio tra le due auto, e le velocità delle stesse, si ricavò una stima grossolana del tempo in cui il crimine sarebbe stato portato a compimento<br />
<br />
L’autopsia sui corpi dei due giovani, alla quale Ti rimando per i dettagli, evidenziò come Paolo Mainardi fosse stato colpito da quattro colpi di arma da fuoco, ed Antonella Migliorini da due. I colpi risultati fatali erano penetrati in cavità cranica, sia per quel che riguardava il ragazzo, sia la ragazza.<br />
<br />
Il ragazzo inoltre presentava ecchimosi ed escoriazioni al torace, la ragazza un'ecchimosi alla caviglia della gamba destra un'altra più in alto, vicino al ginocchio, ed una ferita lacero-contusa al naso, con frattura delle ossa nasali; tra i capelli del Mainardi fu reperita una delle barrette a molla del cinturino dell'orologio della ragazza, rimasto sul sedile posteriore.<br />
<br />
Sulla base delle testimonianze, infine vennero eseguite tre ricostruzioni della possibile dinamica. Sebbene differenti nell’azione e nella sequenza di esplosione dei colpi d’arma da fuoco, tutte prevedevano che, considerato che la retromarcia era innestata, ed il freno a mano incompletamente tirato, che l’auto si fosse diretta in retromarcia, lentamente oppure “a balzelloni”, strattonando, verso il versante opposto della strada, continuando la sua corsa oltre il bordo del manto stradale fino alla fossa di guardia, rimanendo così incastrata.<br />
<br />
Vediamo Lettore, cosa può esserci di “vero” in questo; di vero in senso cartesiano, intendo.<br />
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Cominciamo allora dai punti che avevo sottolineato nel mio commento sul blog del Mostrologo; essi possono apparire come insignificanti dettagli, ma come vedremo, non lo sono.<br />
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<b>La frattura delle ossa nasali di Antonella Migliorini</b>
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Il primo riguarda la possibile causa della ferita lacero-contusa sul naso della ragazza, con frattura delle ossa nasali, e che viene attribuita, nella perizia di De Fazio, ad un possibile frammento di vetro o di proiettile. <br />
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Proviamo a fare un calcolo sbilanciato in senso ottimistico, che attribuisca ai frammenti di vetro generati dalla rottura del vetro del finestrino colpito dal proiettile un'energia cinetica irrealisticamente eccessiva. L’urto del proiettile contro il vetro, che ne procuri la frantumazione, rientrerebbe tra gli urti parzialmente anelastici, per i quali l’energia cinetica non viene conservata; essa infatti viene usata per frantumare il vetro e per deformare il proiettile. Ammettiamo però che ciò non accada e che l’energia del proiettile venga trasferita <b><i>integralmente</i></b> ai frammenti di vetro, cioè che il proiettile si fermi in corrispondenza del vetro, e addirittura senza deformarsi; ammettiamo anche che non perda in alcun modo energia per attrito nel percorso lungo la canna dell’arma.
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<br />
Un proiettile calibro 22 LR ha un’energia cinetica di circa 170 J (è l’energia di impatto che nella norma UNI EN 1063 classifica il vetro come BR1, in grado di resistere all’impatto di un proiettile cal. 22 L.R.) . Se il vetro viene frantumato in 100 pezzi (ipotesi <i><b>molto</b></i> ottimistica, in quanto per un cristallo da 220000 mm quadrati, se la dimensione media dei frammenti fosse di 15x15 mm, il numero di frammenti sarebbe nell'ordine del migliaio) ogni pezzo avrà <i>mediamente</i> un’energia di 1,7 J. <br />
<br />
Qual è l’energia necessaria per fratturare le ossa nasali? E’ difficile rispondere alla domanda formulata in questo modo, in quanto sarebbe necessario valutare almeno anche la superficie di impatto. Ad esempio, l’energia cinetica di un pugno varia, a secondo di chi lo tira ovviamente, tra i 40 ed 400 Joule (varie fonti, Lettore, riportano tutte tale range di valori), ma non sempre un pugno da 150 Joule, se tirato con guantone da allenamento, rompe le ossa nasali; lo fa se colpisce in naso in certe condizioni, pur con un’energia di due ordini di grandezza superiore rispetto al nostro frammento di vetro.<br />
<br />
Ciò di cui occorrerebbe tener conto è la velocità con la quale l’energia viene ceduta, e la superficie di impatto. Per oggetti di piccole dimensioni, e relativamente duri, come potrebbero essere una scheggia di vetro o un frammento di proiettile, l’energia necessaria a fratturare le ossa nasali potrebbe essere molto inferiore. L’attuale limite di 7,5 J di energia per le armi di libera vendita nasce nel 1968 in Germania, dove da esperimenti su cadavere si rilevò che l’energia occorrente per penetrare le ossa craniche si aggirava sui 10 J; fu adottato un limite precauzionale pari ai ¾ di tale valore. <br />
<br />
Dobbiamo considerare che le ossa della teca cranica sono più spesse e resistenti delle ossa nasali, e vi sono pochi lavori scientifici che riguardano la resistenza delle ossa nasali. Uno è ad esempio:<br />
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Cormier J, Manoogian S, Bisplinghoff J, Rowson S, Santago A, McNally C, Duma S, Bolte Iv J. <i>The tolerance of the nasal bone to blunt impact</i>. Ann Adv Automot Med. 2010;54:3-14.<br />
<br />
Se vuoi prenderti la briga di guardare la tabella alla fine del lavoro, potrai verificare che in due casi l’energia cinetica dell’attrezzo usato per la sperimentazione è stata calcolata in 4 Joule, ma solo in un caso essa è riuscita a produrre la frattura dell’osso nasale.<br />
<br />
D’altra parte, i dispositivi da sparo che erogano energie fino a 0.99 Joule sono per la legge classificati come “giocattoli”, inoffensivi, nemmeno in grado di penetrare la sclera.<br />
<br />
Pertanto, è estremamente improbabile che un frammento di vetro (la cui energia media di 1,7 J sarebbe un valore comunque abnormemente elevato, irrealistico) abbia potuto procurare una frattura dell’osso nasale; tale valutazione è qualcosa che in Mostrologia è denominato “opinione”, in Fisica “principio di conservazione dell’energia”, ma il risultato, nella sostanza, non cambia.<br />
<br />
Non ho “opinioni” riguardo al frammento di proiettile, se non quella che riguarda il fatto che se il proiettile si è frammentato non possiamo nemmeno in via ipotetica supporre che i 170 Joule si trasferiscano interamente ai frammenti… anche le supposizioni più assurde devono avere un limite.<br />
<br />
Se comunque, Lettore, vuoi l’opinione di un perito balistico sui metodi, in generale, di valutazione nella balistica terminale posso rimandarti all’articolo dell’ing Bettin “<b><i>Quanta fisica e matematica servono a chi valuta le ferite d’arma da fuoco e perché bisognerebbe conoscerle?</i></b>” che puoi facilmente reperire sul Web.
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<b>L'orologio di Antonella Migliorini</b>
</i>
</span></div><br />
Veniamo adesso allo sgancio della barretta a molla del cinturino dell’orologio, ritrovata piegata tra i capelli del ragazzo, e anch’essa attribuita a frammento di vetro/proiettile. Il posizionamento o lo sgancio del bracciale dalle ance non è, solitamente un’operazione agevole. Nelle moderne (da qualche anno a questa parte) barrette è presente una sorta di appendice laterale che consente l’uso di uno strumento apposito per le operazioni di sgancio e riaggancio, proprio per facilitare l’operazione; quando non vi é tale possibilità, inserimento e rimozione del bracciale sono operazioni che risultano abbastanza laboriose, anche quando eseguite da un operatore esperto. E’ realistico che ciò possa avvenire perché un frammento di vetro o di proiettile si insinui tra cinturino ed ancia, compiendo casualmente l’operazione che anche un esperto esegue intenzionalmente con difficoltà? Che un frammento si sia potuto insinuato tra ancia e cinturino è un’ipotesi tanto improbabile da richiedere la ricerca di spiegazione alternative, meno, come dire… fantascientifiche?<br />
<br />
In ogni caso, ovviamente non é previsto che la barretta venga piegata; viene compressa in senso assiale, accorciandosi. Allora, quale significato può avere il ritrovamento di una barretta <i>piegata</i>? Che è avvenuta una sollecitazione <i>perpendicolarmente</i> all’asse della barretta, consentendo ai perni a molla di fuoriuscire dalle sedi. La barretta (la cui molla interna rimane comunque in compressione quando regolarmente montata) schizza via spinta dalla molla, e può finire ovunque, anche a diversi metri di distanza; il ritrovamento tra i capelli del ragazzo, quindi, non fornisce la benché minima indicazione della posizione reciproca dei due durante l’evento.<br />
<br />
Ma l’aspetto degno di considerazione è un altro: un frammento di vetro o di proiettile sarebbero in grado di piegare la barretta? La resistenza del complesso bracciale/barretta viene di solito tarato in modo che sia abbastanza resistente da non piegarsi con rapidi movimenti ripetuti (ad esempio durante certi tipi di attività fisica), ma nello stesso tempo che possa piegarsi se sottoposta ad una trazione abbastanza energica, effettuata tramite un movimento di torsione del bracciale; ciò per questioni di sicurezza, perché il bracciale potrebbe rimanere agganciato a qualcosa, e bloccare il portatore dell’orologio. Per gli orologi subacquei, la forza oltre la quale il sistema cede dovrebbe essere standardizzata a 200 N; ed esistono <a href="https://www.mecmesin.com/it/publications/forzare-i-test-dei-componenti-e-degli-accessori-dellorologio" target="_blank">apposite macchine per i relativi test</a>, in modo da verificare che 200 N siano sufficienti a piegare la barretta e rilasciare i bracciale. <br />
<br />
Questo è il motivo per il quale alcuni malcapitati subiscono i furti di orologi di valore; il ladro esercita una torsione sul bracciale, la barretta si piega e schizza via, ed il ladro fugge con l’orologio. Né l’orologio né il bracciale subiscono alcun danno; ed al ladro basterà solo comprare una nuova barretta.<br />
<br />
Qui è più difficile stimare se un frammento di qualcosa sia in grado di piegare una barretta metallica; una valutazione “ di massima”, eseguita pensando all’energia minima necessaria ad arcuare la barretta in modo che si accorci di 3mm, fornirebbe valori tra i 4 ed i 6 Joule, due- tre volte superiori a quelli iperottimistici per il frammento di vetro. Occorre considerare inoltre che i 200N per piegare la barretta sono sufficienti quando la forza venga esercitata nel verso opposto rispetto alla cassa dell’orologio, e cioè quando il bracciale venga sottoposto a trazione; nel caso in cui la forza sia diretta in qualche modo verso l’orologio, sono necessari ben più di 200 N per piegare la barretta.<br />
<br />
Rimane il fatto che sarebbe infinitamente più facile raggiungere i 200 N afferrando con forza l’orologio al polso ed esercitando una torsione; a prescindere da altre valutazioni, è il normale buonsenso che lo indica.<br />
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<b>L'ecchimosi alla caviglia di Antonella Migliorini</b>
</i>
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Veniamo adesso all’ecchimosi alla caviglia (che qualcuno in Polizia Scientifica aveva definito “ematoma” stimolando battute ironiche da parte dei medici legali che testimoniavano al processo dei “compagni di merende”). La differenza sostanziale tra un ecchimosi ed un ematoma è che l’ematoma è una raccolta ematica (si forma una cavità nei tessuti ed in essa si raccoglie nel sangue), mentre l’ecchimosi è una “soffusione emorragica” (lo stravaso ematico interessa diffusamente piccole porzioni di tessuto).<br />
<br />
E’ “opinione” della Medicina Legale (che in questo caso, Lettore, per una fortuita coincidenza sembra collimare con la mia) che un’ecchimosi superficiale, visibile attraverso la cute, possa verificarsi essenzialmente attraverso tre meccanismi traumatici fondamentali.<br />
<br />
1) Applicazione di una forza positiva perpendicolarmente al piano cutaneo (contusione)
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<br />
2) Applicazione di una forza negativa perpendicolarmente al piano cutaneo (suzione)
<br />
<br />
3) Applicazione di una forza tangenziale al piano cutaneo (trazione)
<br />
<br />
nonché di una combinazione tra essi.
<br />
<br />
Un ecchimosi che segue ad un pizzicotto, ad esempio, è una combinazione dei tre meccanismi<br />
<br />
Se l’energia del trauma è sufficiente a danneggiare i tegumenti, il meccanismo 1) crerà una “ferita lacero-contusa” (come nel caso del naso della ragazza), mentre il meccanismo 3) provocherà un’abrasione della cute, cioè un’escoriazione. Un’ ecchimosi con escoriazione è perciò quello che ci si aspetta nel caso di trauma generato afferrando con forza polsi e caviglie ed effettuando una torsione, come per immobilizzare gli arti, o per sollevare qualcuno prendendolo dagli arti.<br />
<br />
Cosa è scritto nella perizia necroscopica di Antonella Migliorini, al riguardo?<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
10) faccia esterna ginocchio sinistro testa del perone area di superficiale disepitelizzazione, vitale, poligonale
<br />
<br />
11) identico reperto alla faccia anteriore della caviglia destra, lato interno all'altezza del laccio della scarpa
</span>
<br />
<br />
E’ mia “opinione”, Lettore, che “area di superficiale disepitelizzazione” significhi “escoriazione”; ma è anche opinione di Maurri e Cingolani? <br />
<br />
Cingolani (rivolgendosi a Filastò) “ <i>Non è un’ecchimosi, avvocato. E’ un’escoriazione superficialissima</i>” <br />
<br />
Bene Lettore: se una persona si presentasse in pronto soccorso con le ossa nasali rotte, e segni di trazione a polsi e caviglie, cosa penserebbe chi la accoglie (a meno che non sia un mostrologo, beninteso)? Che si sia trovata nei pressi di un cristallo che veniva rotto, o che sia stata aggredita e picchiata?
<br />
<br />
</div><div>
<span style="font-size: medium;">
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<b>Il freno a mano</b>
</i>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Ho posseduto, Lettore, una FIAT 127 per quasi nove anni; con essa, io ed un mio amico abbiamo fatto e rifatto quasi tutti i tracciati delle prove speciali su sterrato dei rallyes che venivano disputati in zona. Conosco bene quell'automobile, ed ancor meglio il suo freno a mano, considerato che veniva usato regolarmente ed intensamente per percorrere i tracciati (nonché molti altri sterrati) al fine di far mettere di traverso l'automobilina, che essendo, come é noto, una trazione anteriore, aveva un sottosterzo di (poca) potenza, non un sovrasterzo.<br />
<br />
Pertanto, su quella povera macchinina, il freno a mano era sollecitato in continuazione.<br />
<br />
Come la stragrande maggioranza delle vetture dell'epoca, era costituito da una leva, posta tra i due sedili anteriori ed incernierata ad un'estremità, dotata di un sistema di arpionismo a cremagliera e nottolino. La cremagliera aveva dieci denti, ed il disinserimento del nottolino avveniva tramite un pulsante di sblocco posto all' estremità libera della leva. La leva agiva sui ceppi dei tamburi posteriori tramite due tiranti registrabili; la registrazione era necessaria per compensare, periodicamente, sia la riduzione della tensione che i tiranti subivano con l'uso, sia per il recupero del gioco d'usura del materiale d'attrito. In pratica, occorreva una registrazione periodica della tensione dei tiranti, ed una nuova regolazione dopo un eventuale cambio dei ceppi.<br />
<br />
Il fine corsa della leva era di solito determinato dalla tensione dei tiranti; la corsa della leva si incrementava con l'utilizzo, e se non si fosse provveduto alla registrazione periodica, la leva avrebbe, prima o poi, trovato il fine corsa giungendo alla fine della cremagliera senza che venisse più esercitata un'efficace azione frenante. Questo era il motivo principale della scarsa efficienza del freno a mano di molte vetture non sottoposte a regolare manutenzione.<br />
<br />
Di solito il freno a mano veniva regolato in modo da avere il fine corsa a poco meno di metà dell'escursione consentita dalla cremagliera (quattro scatti), in modo da consentire ancora un inserimento agevole, ma da non richiedere una nuova registrazione dei tiranti in un tempo troppo breve.<br />
<br />
Quando il freno a mano era correttamente inserito, la tensione dei tiranti impediva, di solito, una semplice pressione del pulsante di sgancio; per ridurre la pressione sul nottolino occorreva tirare verso l'alto la leva, agevolando così l'azionamento del pulsante di sgancio.<br />
<br />
Ma perché tutto questo sproloquio, Lettore? Per spiegarTi nel mio modo prolisso, che l'altezza della leva alla quale il freno a mano era completamente inserito dipendeva dalla tensione dei tiranti, e non poteva venire determinato visivamente; solo sganciando materialmente il freno a mano potevi accorgerti se esso fosse stato correttamente (completamente, insomma "regolarmente") inserito o meno.<br />
<br />
Detto ciò, da dove proviene l'informazione che il freno mano fosse parzialmente/per tre quarti/a metà inserito sull'auto del Mainardi? Verosimilmente dal rapporto della Polizia:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
All’interno <b><i>si osservano</i></b> il contachilometri fermo su 23749 km.; la leva del cambio in posizione di retromarcia; la mancanza delle chiavi, <b><i>la leva del freno tirata, per quasi 3/4 della sua corsa</i></b> , il pulsante di accensione delle luci e della ventola in posizione “acceso”, la luce di servizio con il piolino verso l’0 (acceso), sullo specchietto retrovisore alcune macchioline di sangue.</span> <br />
<br />
Ma il rapporto dei Carabinieri dice qualcosa di diverso:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
Si dà altresì atto che la Fiat 127 aveva inserita la retromarcia ed il freno a mano era <b><i>regolarmente inserito</i></b>. </span><br />
<br />
Il concetto viene reiterato nel verbale di ispezione della vettura:<br />
<br />
<span style="font-family: courier new;">
Si dà atto che al momento della prima ispezione avvenuta in località Baccaiano intorno alle 02.00 del 20 giugno risultava ingranata la retromarcia ed inserito il freno a mano. </span><br />
<br />
allora il problema qui é: il freno a mano era "regolarmente" inserito, o era inserito "per tre quarti"? Chi fra i due corpi di polizia deve essere giudicato più attendibile? <br />
<br />
Evidentemente, per lo sproloquio soprastante, chi ha sganciato il freno a mano, mentre chi si sia limitato all’ispezione visiva ha visto solo una leva sollevata fino ad un certo punto; e d’altra parte ne dà atto affermando che la leva appariva tirata “per quasi 3/4 della sua corsa “, senza nulla dire riguardo all’azione frenante che ciò avrebbe comportato. E se questi "certo punto" fosse stato sufficiente ad inserire completamente o meno il freno, può saperlo solo chi lo ha rilasciato.<br />
<br />
E chi é stato a rilasciarlo? I Carabinieri, per trainare la vettura fino a Signa; la Polizia di Stato non toccò nulla, limitandosi a fotografare e redigere un verbale. Questo é quanto riferisce il Brigadiere Spinelli al processo Pacciani <span style="color: green;">(in verde Paolo Canessa</span>, <span style="color: red;">in rosso Sergio Spinelli</span>)<br />
<br />
<i><span style="color: red;">Noi personalmente non abbiamo repertato nulla
</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Nulla di nulla, o non i fari?
</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Nulla di nulla
</span><br /><br />
<span style="color: green;">Voi avete fatto un sopralluogo dal punto di vista fotografico?
</span><br /><br />
<span style="color: red;">Sì
</span><br /><br /></i>
[…]
<br /><br />
<i><span style="color: green;">lei era presente quando fu spostata e portata via l'auto?</span>
<br /><br />
<span style="color: red;">No
</span><br /><br />
<span style="color: green;">Lei andò via prima?
</span><br /><br />
<span style="color: red;">Sì</span></i><br />
<br />
Vedi, Lettore, qui non é solo una questione dell'opinione di un blogger da strapazzo contrapposta ad una verità mostrologica; la faccenda ha altre implicazioni. Un'automobile relativamente nuova, con freno a mano regolarmente inserito ha le ruote posteriori bloccate. Non si muovono. Ed ancor più resistenza offrono se vengono spinte non perpendicolarmente all'assale, come avviene quando le ruote anteriori sono sterzate. Per consentire alla vettura di muoversi, gli pneumatici devono <i><b>strisciare</b></i>, letteralmente trascinati sull'asfalto dalle ruote bloccate. E quando accade ciò si verificano due fenomeni:<br />
<br />
1) la vettura procede ad una velocità incredibilmente ridotta<br />
<br />
2) lascia delle tracce di gomma ("sgommature" le definisce il PM Canessa) sull'asfalto.<br />
<br />
Ora, la fossa di guardia é distante un paio di metri dalla fine del manto stradale; se il moto dell'autovettura fosse stato molto lento e/o "a balzelloni", chi guidava l'auto (chiunque esso fosse), considerato che, quali che fossero le sue condizioni psicofisiche, stava comunque compiendo una serie di azioni "volontarie e coordinate", avrebbe avuto tutto il tempo di accorgersi di aver superato l'asfalto con le ruote posteriori e fermarsi. Ed inoltre, avrebbe lasciato le "sgommature"<br />
<br />
Sempre <span style="color: green;">Canessa</span> e <span style="color: red;">Spinelli</span><br />
<br />
<i><span style="color: green;">Voi avete potuto ricostruire i movimenti dell'auto attraverso tracce sul terreno, ad esempio... dove si trovava l'auto prima di rimanere in quella condizione? In quella posizione...</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Si é ricostruita un'ipotetica traiettoria dell'auto a retromarcia...</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Ecco. Come mai? Da cosa... c'erano delle tracce, evidenti?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">Sì, c'erano dei bossoli, sparati dall'altra parte, e dei frammenti di vetro...</span></i><br />
<br />
[...]<br />
<br />
<i><span style="color: green;">Tracce di quelle che si chiamano "sgommature" o cosa del genere c'erano?</span><br />
<br />
<span style="color: red;">No, no, non abbiamo...</span><br />
<br />
<span style="color: green;">Nessun tipo di..</span>.<br />
<br />
<span style="color: red;">No</span></i><br />
<br />
Sia la posizione finale dell’autovettura, sia l’assenza di tracce sull’asfalto sono scarsamente compatibili con la marcia di una vettura con il freno a mano inserito<br />
<br />
Invece, delle tracce, delle “sgommature”, sebbene di altra natura, si sono rilevate in corrispondenza della ruota anteriore destra, in corrispondenza della quale si trovava terriccio accumulato dietro la ruota<br />
<br />
Questo è ciò che riferisce il Luogotenente Fattorini nel corso di un’intervista<br />
<br />
"<i>... quello che mi ricordo io é che la macchina... facendo marcia indietro era rimasta nella fossetta, nella cunetta... e non era potuta ripartire. E che si deduceva dalla sabbia, quello che era stato trovato, da com'era... perchè, se la macchina é stata bloccata facendo marcia indietro, la sabbia si trova in avanti delle ruote, cioè... e invece là la sabbia era dietro. Significa che... stava tentando di ripartire</i>"<br />
<br />
segno che chi guidava aveva anche ingranato una marcia in avanti, provando a tirarsi fuori dalla fossa di guardia senza riuscirci; ed avrebbe continuato a fare tutto questo con il freno a mano parzialmente tirato?!?<br />
<br />
Quello che sembra potersi ricavare dalla scena, da un unico fotogramma finale del film, é che la vettura si sia diretta in retromarcia, verso la parte opposta della carreggiata ad una velocità tale che non ne ha consentito l'arresto prima di finire nella fossa di guardia; indi chi guidava ha inserito la prima marcia ed ha tentato di uscire, senza successo.<br />
<br />
Ma allora come mai c'era la retromarcia inserita ed il freno mano tirato? Se tu Lettore, hai una minima esperienza di guida in fuoristrada con un'auto a trazione anteriore, saprai già benissimo quale sia il significato preciso di questo; se non l'hai, probabilmente esporTi la mia opinione da blogger da strapazzo non servirebbe... Maurizio Crozza farebbe dire alla sua parodia di Razzi: "<i>Amico caro, fatti un'opinione tutta tua...</i>".<br />
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L'unico suggerimento che posso darTi é che questo meccanismo sarebbe in qualche modo legato al fatto che le chiavi siano state lanciate sulla scarpata... e rende la scena che ho davanti agli occhi ancora più crudele. Semmai ce ne fosse stato bisogno.
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Ma, considerato che abbiamo iniziato ad addentrarci nei problemi che pone il delitto di Baccaiano, <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni_8.html">proseguiamo con il problema più grande di tutti: il cambiamento di posizione della vittima maschile, Paolo Mainardi</a>.
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<br />Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-71357668411281926802017-11-28T16:45:00.001+01:002018-09-26T20:56:31.405+02:00LE CASE DEL LAGO POMA<br />
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Come avevo scritto nell’<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2017/08/la-via-dei-borghi50-epilogo.html">ultimo post della serie sui borghi</a>, avrei dovuto, Lettore, iniziare a narrare la storia di Antonio. L’esiguità delle precipitazioni che ha caratterizzato l’anno in corso, però, mi ha spinto alla scrittura del presente post.
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La Sicilia è affetta da una cronica penuria d'acqua; d'acqua dolce, almeno, considerato che l’acqua la circonda. Durante il 2017, però, alla cronicità si è aggiunta una condizione “acuta”, che ha reso particolarmente marcata la siccità; questa, nel periodo estivo si è manifestata nel’Italia intera, ma la Sicilia, a causa della sua condizione, ne ha particolarmente risentito.
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A giudicare dai "canyon" scavati da alcuni corsi d'acqua, però, non sarebbe sempre stato così; in passato, probabilmente, i fiumi avrebbero avuto una portata ben maggiore, ridottasi successivamente.
La riduzione del patrimonio arboreo dell'isola avrà certo avuto un ruolo fondamentale in questo, ed in special modo il feroce disboscamento che misero in atto i Romani per costruire le navi per le guerre puniche. Non vi sarebbe nemmeno bisogno, però, di giungere alle soglie della Storia; in tempi più recenti il fiume Oreto era, per certi tratti, navigabile, ed ancora più recentemente <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2009/08/ricostruzione-del-tracciato-della_13.html">uno dei ponti sull’Oreto della Palermo-Camporeale</a> venne considerato una manna dal cielo dai contadini che dovevano attraversare il fiume con i muli nel periodo invernale.
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Ma per quanto la Sicilia possa essere montuosa, e possa aver avuto in passato un maggiore sviluppo boschivo, i bacini imbriferi siciliani restano di gran lunga meno estesi di quelli dell’Italia Centrale e Settentrionale. Non stupisce quindi il fatto che, in tempi storici, la Sicilia non abbia avuto laghi, ma solo paludi (i "bivieri"). I laghi della Sicilia sono tutti invasi artificiali, con l'eccezione di quello di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/01/la-via-dei-borghi31-la-fase.html">Pergusa</a>; ed anche questo
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwoQXPgD0H_kCo6COhK6a_tvzZJKOTzNEqhabtOxmkb7iGpweSeG6b_1PhktvH5ZfZD3VpPPLIfwtMfGiSOiN1wPKd-F9W66365m_JFxcPPSqG8t8L2YwxE7h_a7IaJFLXqbBaDN_fBQo/s1600/Pergusa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwoQXPgD0H_kCo6COhK6a_tvzZJKOTzNEqhabtOxmkb7iGpweSeG6b_1PhktvH5ZfZD3VpPPLIfwtMfGiSOiN1wPKd-F9W66365m_JFxcPPSqG8t8L2YwxE7h_a7IaJFLXqbBaDN_fBQo/s320/Pergusa.jpg" width="320" /></a></div>
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è un lago endoreico che, fino alla bonifica fascista, presentava vaste estensioni di zone paludose.
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Lo stesso Biviere di Lentini, anch'esso bonificato durante il fascismo, nasce come un tentativo di lago artificiale, effettuato in epoca normanna sbarrando il corso del Trigona, forse per ampliare una zona paludosa preesistente; numerose variazioni vennero poi eseguite nei secoli successivi, fino alla costruzione di una diga in muratura nel diciottesimo secolo.
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Tutti i laghi siciliani, quindi, sono invasi artificialmente generati nella seconda metà del secolo scorso. Anche l’attuale lago di Lentini non fa eccezione; la bonifica fascista, infatti, cui si accenna <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">qui</a>, consistette in realtà nel prosciugamento del biviere con la creazione di una vasta area destinata all'agricoltura; l'<b><i>attuale</i></b> lago risale agli anni Settanta del XX secolo, quando si decise di sbarrare nuovamente il corso del Trigona, nonché di altri affluenti del San Leonardo, con una diga perimetrale, e creare un nuovo invaso.
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Sebbene durante il ventennio fascista il Biviere di Lentini sia stato prosciugato, è sempre durante lo stesso periodo che gran parte della realizzazione dei laghi artificiali venne progettata; tra questi si è parlato dell'<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">invaso Garcia</a>, del <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">lago di Piano del Leone</a>, e dell'<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">Ancipa</a>; ma nel <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2012/09/la-via-dei-borghi-sommario.html">sommario</a> è stata mostrata anche un'immagine del lago Poma.
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Tra gli invasi siciliani, il lago Poma è il più recente, ottenuto sbarrando il corso dello Jato per l’appunto in contrada Poma. Fu uno degli invasi di cui si occupò attivamente Danilo Dolci, con le tecniche di lotta non violenta che contraddistinsero la sua vita. Purtroppo ai laghi siciliani non sono sempre associate figure "positive", come quella di Danilo Dolci; più spesso ad essi sono associati eventi negativi, nei quali la mafia ha sempre avuto un ruolo centrale.
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In generale, i laghi artificiali avrebbero dovuto servire ad un duplice scopo: costituire una riserva d’acqua dolce, ed anche generare energia idroelettrica, come avviene con il lago di Piana degli Albanesi. E’ chiaro che simili realizzazioni si sono sempre prestate a speculazioni di varia natura da parte dell’organizzazione criminale isolana; speculazioni che iniziavano dalla cessione dei terreni che sarebbero stati invasi dall’acqua, per finire alla gestione delle risorse create, passando per la realizzazione delle opere necessarie. Dalla progettazione alla conduzione, la realizzazione di un lago artificiale ha sempre rappresentato per le organizzazioni mafiose un evento da sfruttare per decenni.
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La Sicilia non è l’unica regione d’Italia (né tantomeno l’unica zona del mondo) nella quale si sono realizzati laghi artificiali; ve ne sono diversi, ad esempio, nel Centro Italia dove, al netto delle ingerenze mafiose e del malaffare, la loro realizzazione ha seguito passi del tutto analoghi, con il primo di essi costituito dalla designazione della zona da inondare, da sacrificare alle necessità della collettività.
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Ma se in Sicilia questo si è spesso risolto in un vantaggio economico (opportunamente pilotato – è il motivo per cui il giornalista Mario Francese pagò il suo impegno con la vita), in altre parti d’Italia ci fu chi vide un danno dalla nascita dell’invaso. Né rimborsi o altri provvedimenti valsero ad indennizzare realmente chi nell’operazione rimetteva il proprio vissuto, i propri ricordi, le tradizioni familiari; certi aspetti della vita delle persone non hanno prezzo. E non esiste denaro che possa ripagarle.
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Mi riferisco, ad esempio, al lago di Petrella Salto, in provincia di Rieti. La diga fu progettata nel 1936 dal Consorzio Idroelettrico del Velino (sebbene l’idea di creare un bacino artificiale nella zona risalisse a quattro decenni prima), e la sua costruzione
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7kYGVUnxakCMFehGDETx08XwOpq_Dfjcqog0-3SY9W8lf8mHz1IAgWGTnG3N0PChnsIQq2WMrwvubm3gEbbLyMRgA9OGRaOhgEYqNePkuoLRS1ROE52OHK3fwq0mpCDuovLq3LGQEi_U/s1600/digaSalto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="616" data-original-width="1024" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7kYGVUnxakCMFehGDETx08XwOpq_Dfjcqog0-3SY9W8lf8mHz1IAgWGTnG3N0PChnsIQq2WMrwvubm3gEbbLyMRgA9OGRaOhgEYqNePkuoLRS1ROE52OHK3fwq0mpCDuovLq3LGQEi_U/s320/digaSalto.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
terminò nel 1939, con diverse vittime di incidenti sul lavoro. Questo era usuale in quei periodi; avvenne infatti per molte altre dighe, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">Ancipa</a> compreso. Ma non è quest’aspetto a cui mi riferisco. Il riempimento della vallata
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi348kxKwp0Bi_0D9rz9GiSz8tnew4-O-ryJIEeqecg6G0vWHec5fwB0v-I9J7ImRypfic1zAfjeRChrlUf5SeRSnCd84gPiPG0YOb2jOYmKCjnLmAHR3NTnW-MIxdqxQEYASnRb8430eo/s1600/valleSalto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="694" data-original-width="1024" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi348kxKwp0Bi_0D9rz9GiSz8tnew4-O-ryJIEeqecg6G0vWHec5fwB0v-I9J7ImRypfic1zAfjeRChrlUf5SeRSnCd84gPiPG0YOb2jOYmKCjnLmAHR3NTnW-MIxdqxQEYASnRb8430eo/s320/valleSalto.jpg" width="320" /></a></div>
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vide scomparire sott’acqua
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMOajk6-qo5o20fZ6_FaM6ZrKs_SrQI9dFfxVKbb1lWP8gcjG0tfeOVU2hHUVGVomC3fjYMpYdPJF1JUnUTxfY2A_vVZHplzmCaITlcAZDHcpBmaUZ4vLxD7vVIdeQiyCc8crn7cAEh7c/s1600/valleSalto2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="692" data-original-width="1024" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMOajk6-qo5o20fZ6_FaM6ZrKs_SrQI9dFfxVKbb1lWP8gcjG0tfeOVU2hHUVGVomC3fjYMpYdPJF1JUnUTxfY2A_vVZHplzmCaITlcAZDHcpBmaUZ4vLxD7vVIdeQiyCc8crn7cAEh7c/s320/valleSalto2.jpg" width="320" /></a></div>
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quattro paesini, Sant’Ippolito, Fiumata, Teglieto, e Borgo San Pietro con il suo ponte in ferro
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0DMbmfBfS3tSLTv_idpIGvP9CDP6B60iipk9-3pXWDdJD9ZP7UB9GLupjyqeSd2CPr7jq_u-IkJTpD7V0SDgrD5UKBBLqmjUlsGLnEXA6-TUXLM3g_OCbQQC0kmTg_EsdZd7FvpcFGtU/s1600/Borgo+san+Pietro+org+IGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="592" data-original-width="1024" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0DMbmfBfS3tSLTv_idpIGvP9CDP6B60iipk9-3pXWDdJD9ZP7UB9GLupjyqeSd2CPr7jq_u-IkJTpD7V0SDgrD5UKBBLqmjUlsGLnEXA6-TUXLM3g_OCbQQC0kmTg_EsdZd7FvpcFGtU/s320/Borgo+san+Pietro+org+IGM.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ma anche con le terre, le case, e la vita vissuta da chi quelle terre aveva abitato. I paesini di epoca medioevale, così come il monastero di S. Filippa Mareri del quattordicesimo secolo
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiupnkAmVVuwxcefpkPv8IhxDVj2QgA67UkQMFDXLm2ke5Nh0g2m6chJfW7LG2aO7WFomSnodoEAUKGQMw3nPnIhqKu-YMe2crv0lq_1lnVPPBa9p5pDFgtlcZlYDWrP68-nOmUBi3Tk5o/s1600/SanFilippa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="756" data-original-width="1024" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiupnkAmVVuwxcefpkPv8IhxDVj2QgA67UkQMFDXLm2ke5Nh0g2m6chJfW7LG2aO7WFomSnodoEAUKGQMw3nPnIhqKu-YMe2crv0lq_1lnVPPBa9p5pDFgtlcZlYDWrP68-nOmUBi3Tk5o/s320/SanFilippa.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
vennero ricostruiti più a monte; ma non vi fu uno spostamento di ciò che esisteva. Tutto venne ricostruito da zero
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi28C0l5IWh1q5otm0m1rpWgJZ0Qezmi08C8ukaaAjAXUFW7eBpT71DhnKQjrWcFG6JXuL_RwE9g0W9yLvtIK2IuHGA1-H-j3OrXjXKonCrssOMhfQAmiPcOz_Q_gB7RlXL4vOKN64WXsc/s1600/SantoPietro1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="829" data-original-width="1024" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi28C0l5IWh1q5otm0m1rpWgJZ0Qezmi08C8ukaaAjAXUFW7eBpT71DhnKQjrWcFG6JXuL_RwE9g0W9yLvtIK2IuHGA1-H-j3OrXjXKonCrssOMhfQAmiPcOz_Q_gB7RlXL4vOKN64WXsc/s320/SantoPietro1.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
come per le cittadine riedificate per i terremoti; per il monastero si recuperò qualche elemento dell’originale (portone, campana), e l’intera cappella di S. Filippa, ma per i villaggi nulla di tutto ciò avvenne. Vennero progettati seguendo lo stile razionalista del Ventennio; ecco che Borgo San Pietro
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0hG8ejn-BgP914ruRPFESJdgnjamod43QGr_OYnzA7qf5vRt4dZ7gxvW5fQP_Gln_lqvdZqarvzMWDgb8BIrAcf3sojms6ZFbqyunFxNdJbkwmsVlv8cmtZp2akJJ7fn52iszAFTKOk4/s1600/borgo+san+Pietro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="702" data-original-width="1024" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0hG8ejn-BgP914ruRPFESJdgnjamod43QGr_OYnzA7qf5vRt4dZ7gxvW5fQP_Gln_lqvdZqarvzMWDgb8BIrAcf3sojms6ZFbqyunFxNdJbkwmsVlv8cmtZp2akJJ7fn52iszAFTKOk4/s320/borgo+san+Pietro.jpg" width="320" /></a></div>
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senza avere nulla a che vedere con l’impianto del borgo originale
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlWhKQ2OwIJe5E4xm47NH4X9VCq-00xU80eoJS7CIfUgcuZBUFb9pqZTU2vad8H-RWOpweEj4fXDsFq9IJnuk4pzTWJ_5IIOhO8-LuLzYh4vQwvsYXaw3K0IxJWFH7TiMMIulOsHwa0wQ/s1600/Borgo+san+Pietro+org+.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="1024" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlWhKQ2OwIJe5E4xm47NH4X9VCq-00xU80eoJS7CIfUgcuZBUFb9pqZTU2vad8H-RWOpweEj4fXDsFq9IJnuk4pzTWJ_5IIOhO8-LuLzYh4vQwvsYXaw3K0IxJWFH7TiMMIulOsHwa0wQ/s320/Borgo+san+Pietro+org+.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
richiama, nell’architettonica, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi21-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Borzellino</a>
</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5S7dGYTEodusBcfZVeEvvvBfGt3zIChqq9GH-qCWfXhU_eITBaizuDHDdBv76GjH5lwyyqqAqukxDBx3EXr4YpP9fm0fxHymj4yhT_QZMMVz_wnfEqukjpKVba0X8e8kVd0kPubrrDck/s1600/BorgoBorzellino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="676" data-original-width="1024" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5S7dGYTEodusBcfZVeEvvvBfGt3zIChqq9GH-qCWfXhU_eITBaizuDHDdBv76GjH5lwyyqqAqukxDBx3EXr4YpP9fm0fxHymj4yhT_QZMMVz_wnfEqukjpKVba0X8e8kVd0kPubrrDck/s320/BorgoBorzellino.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Non saprei, Lettore, se io sia l’unico a cogliere la somiglianza, ma il portico a piattabanda e la chiesa mi appaiono basati sui medesimi stilemi che fecero scrivere a Maria Accascina “<i>…il borgo potrebbe egualmente sorgere nelle provincie emiliane o in altre mancando d’ogni accentuazione di sicilianità. Epperò se i portici che costituiscono il principale elemento escogeno, si trasferiscono dal nord al sud, non è da escludere che, per l’ombra che essi offrono nell’ora dell’arsura meridiana e per il riparo nelle intemperie e nelle piogge frequenti e spesso irruenti, essi non possano riuscire ben accetti anche in Sicilia</i>”. E, sarà certamente una coincidenza, ma quello è il periodo in cui l’ingegnere Caronia, uno dei progettisti
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL6HhS3Sew6tv3_zxopxAb0oG9AVgyEmbpRRhTn0RbF4KHBwgZa1nV47wE8ffFbj3y4iqUb3VqvRFI1Gh8JDrZBqvo_zRVEAK_AOWEFazLfgumxg4sR_Qy1ADxQBNYxLdKDLknvFSYRdk/s1600/Borgo_Borzellino_chiesa_dis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="774" data-original-width="1024" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiL6HhS3Sew6tv3_zxopxAb0oG9AVgyEmbpRRhTn0RbF4KHBwgZa1nV47wE8ffFbj3y4iqUb3VqvRFI1Gh8JDrZBqvo_zRVEAK_AOWEFazLfgumxg4sR_Qy1ADxQBNYxLdKDLknvFSYRdk/s320/Borgo_Borzellino_chiesa_dis.jpg" width="320" /></a></div>
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di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi21-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Borzellino</a>, era a Roma, dove si laureò in Architettura nel 1940.
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Un’analoga sorte toccò a Fabbrica di Careggine
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMdNL6kCNAg-cYY51CBPTLKmsoyR2nJpdFnlUfTyQ-shRE6lVp8b3wEzG52yj69q2CsdY0tPphK686wUZ3SefT4gVmdO1qgTjDVJnU2oxYIBwerF8PP1ARiIwMPOEXMeDXPUcD0nVD7Lc/s1600/Fabbrica1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="867" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMdNL6kCNAg-cYY51CBPTLKmsoyR2nJpdFnlUfTyQ-shRE6lVp8b3wEzG52yj69q2CsdY0tPphK686wUZ3SefT4gVmdO1qgTjDVJnU2oxYIBwerF8PP1ARiIwMPOEXMeDXPUcD0nVD7Lc/s320/Fabbrica1.jpg" width="271" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
una frazione di Careggine, in Garfagnana
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<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQn_v-Vc_G4tnrVfMqxAOdhAtN4Fkn3bOPKvkWwupCfqJ2nVpAelL7SXbPV6lnGMLhMieJ7p-Xu6syX_kDzwttYDkTU5YWAT6DNQdb5T57GTq1WQNygSoa9EPbRX3KMRSBQFpNpcwZ5tQ/s1600/FabbricaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="542" data-original-width="1024" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQn_v-Vc_G4tnrVfMqxAOdhAtN4Fkn3bOPKvkWwupCfqJ2nVpAelL7SXbPV6lnGMLhMieJ7p-Xu6syX_kDzwttYDkTU5YWAT6DNQdb5T57GTq1WQNygSoa9EPbRX3KMRSBQFpNpcwZ5tQ/s320/FabbricaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
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sommersa dal lago di Vagli, realizzato sbarrando il corso del torrente Edron. La progettazione dell’invaso di Vagli e della relativa diga avvenne sempre durante il deprecato ventennio, ma la realizzazione del progetto iniziò nel 1947 e terminò nel 1953 ad opera della Selt-Valdarno, una delle società di produzione e gestione dell’energia elettrica a livello regionale, che poi, come <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2017/02/la-via-dei-borghi49-lultima-fase-dei.html">la SGES in Sicilia</a>, confluirà nell’Ente Nazionale Energia Elettrica. Fabbrica di Careggine era un paesino medievale nella vallata
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le cui abitazioni furono anch’esse realizzate più in alto, a Vagli Sotto ; ma a differenza di Borgo Santo Pietro si cercò di dare al nuovo centro un impianto urbanistico il più possibile vicino all’originale
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Anche se, invero, l’impianto dei due siti era molto simile già in origine
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E come per Borgo San Pietro la propaganda fascista ne fece documentare la fine dall’Istituto Luce, così la propaganda postfascista affidò alla “settimana Incom” il medesimo compito. I filmati di ambedue gli eventi sono disponibili e liberamente visibili su YouTube; e fin qui le due vicende sono assolutamente analoghe, parallele. Una differenza sostanziale è costituita però dal prosciugamento periodico del lago di Vagli
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operato dall’ENEL con cadenza mediamente poco più che decennale; e questo fino al 1994, ultimo anno in cui l’ENEL, per eseguire dei lavori di manutenzione ed adeguamento alla diga, decise di svuotare completamente l’invaso. Quella fu l’ultima volta in cui, per una settimana, il fantasma di Fabbrica di Careggine tornò a rimaterializzarsi. Ma questa volta dietro la temporanea “reincarnazione” del villaggio, una ben definita organizzazione ebbe vita. Tutta l’operazione, dallo svuotamento alla nuova sommersione, venne filmata; così come vennero ripresi le iniziative culturali che in quella settimana ebbero luogo tra le rovine del paesino. L’evento richiamò curiosi da tutta Italia ed anche dall’estero, ben ripagati dall’atmosfera che si era creata; un impianto di illuminazione venne temporaneamente installato cosicché il sito poté ospitare anche eventi notturni. Il successo riscosso andò al di là di ogni aspettativa, tanto che da allora è non più l’Italia, ma il mondo che attende che la magia si ripeta.<br />
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Purtroppo, Lettore, lo svuotamento previsto per il 2016 non ha avuto luogo; le difficoltà di ordine pratico sono di tale portata che l’ENEL non ha intenzione di dar luogo ad un nuovo svuotamento dell’invaso senza un motivo più che valido, che vada al di là delle suggestioni e delle esigenze turistiche. Il lago di Vagli , capace di trentadue milioni di metri cubi, produce, tramite la centrale idroelettrica di Torrite, 120 GWh di energia elettrica all’anno. Il suo svuotamento significa dover trovare delle vie alternative per poter assicurare acqua ed energia elettrica a migliaia di famiglie; non è un’impresa ordinaria. Così il comune di Vagli, dopo aver sperato a lungo nel ripetersi dell’evento e nel conseguente afflusso turistico, ha pensato bene di sfruttare la popolarità regalatagli dall’accaduto realizzando altre attrazioni che hanno sempre il lago come protagonista. Tra queste vi sono il ponte sospeso ed il volo dell’angelo; ma per vedere Fabbrica di Careggine, il mondo dovrà aspettare ancora. Ed io con lui.<br />
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Ma, nell’attesa, cosa si può fare? Può venire riprodotto, se non l’evento in sé, almeno parte della magia che lo contraddistingue? In fondo, come sottolineato all’inizio, i meccanismi operanti nella genesi dei laghi artificiali sono tutti uguali. Anche in Sicilia sono state sommersi terre ed edifici; non interi villaggi, ma sicuramente case ed infrastrutture. E cosa sia stato sommerso può essere spesso rilevato dalle carte IGM; come detto più volte, la redazione delle carte attuali risale agli anni Settanta del secolo scorso, ed è spesso basata su dati ancora precedenti.<br />
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Sul fondo del lago di Lentini si trovano solo poche, piccole costruzioni, che all’epoca erano unite da carrabili non asfaltate
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ciò non sorprende, in quanto il Biviere venne prosciugato negli anni Trenta, e la piana nuovamente inondata negli anni Settanta. Quarant’anni in tutto, ed orientati solo alla produzione agricola; poche, piccole costruzioni ed una rete di strade campestri, poco più che sentieri.<br />
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Il fondo dell’invaso Garcia era ancora più "scarno"
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sul fondo dell’attuale lago, al centro scorreva il Bèlice sinistro (lo scrivo qui, Lettore, con l’accento sulla prima “e”, come da toponomastica IGM, e non con l’accento sulla “i” – Belìce – come da qualche tempo vorrebbe una certa pseudocultura) che aveva scavato il suo canyon tra le contrade Renelli e Petraro, con le uniche, poche costruzioni a quota più elevata, oltre i margini del vallone.<br />
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Diversa, invece, è la situazione presente sul fondo del Poma. Il fiume Jato (già Giancaldara), formato dalla confluenza di diversi corsi d’acqua a carattere torrentizio (Fosso della Ginestra, il Vallone di Passarello , il Vallone Desisa, il Vallone Muffoletto, Fosso della Procura, Fosso della Chiusa, Fosso della Pernice e Fosso della Traversa) aveva formato un vallone profondo, ma stretto, ancora visibile oltre la diga, dalla contrada Poma fino alla foce, in contrada Forgia; più a monte, però, il vallone, oltre ad essere stretto, era anche poco profondo, come nel ancora visibile dal viadotto della provinciale 30. E così il fondo del lago, nella parte più a Sudest, era una grande vallata, con diverse case, ed il fiume che scorreva al centro. Alcune strade la percorrevano tra le quali quella, costruita nel primo decennio del secolo scorso, che metteva in comunicazione contrada Giancaldara con il feudo Desisa , con ponte in ferro sullo Jato, ed i suoi sottovia, le sue piazzole, le sue traverse…
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHG8Ryv2IwcTJ_gGNrXDaoGNHyBcZSzCuP0I6u_6urnsiWvymU3_twgaQD3pI9RgAJA7sUqQ8GuBe-tLhXWCg8DwtVZkzmF0gNtgOvy866PLa55-eNDlv-KJTatqGt5EBpIGQFbiAaPFI/s1600/PomaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="490" data-original-width="966" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHG8Ryv2IwcTJ_gGNrXDaoGNHyBcZSzCuP0I6u_6urnsiWvymU3_twgaQD3pI9RgAJA7sUqQ8GuBe-tLhXWCg8DwtVZkzmF0gNtgOvy866PLa55-eNDlv-KJTatqGt5EBpIGQFbiAaPFI/s320/PomaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
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Tutto questo venne progressivamente sommerso nella seconda metà degli anni Sessanta, sbarrando lo Jato con una diga di terra per far posto ad un bacino di 78 milioni di metri cubi. Le case e la strada sparirono sott’acqua; il collegamento tra quella che è l’attuale SP2 e <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Desisa</a> venne assicurato costruendo una nuova bretella, più a Sud, che da <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2013/02/la-via-dei-borghi8la-quarta-fase-dei.html">Fellamonica</a> si riaggancia all’antica strada per <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Desisa</a>. Divenuta SP30, l’attraversamento dello Jato venne garantito tramite un alto viadotto in cemento armato, in luogo del vecchio ponte in ferro (dalla parte opposta del ponte, oltre la pista si scorge in lontananza il <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2013/02/la-via-dei-borghi8la-quarta-fase-dei.html">villaggio di Fellamonica</a>)
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/X7-ka-gc6AM/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/X7-ka-gc6AM?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<span id="goog_762186924"></span><span id="goog_762186925"></span><br />
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Il lago si è progressivamente integrato nell’ambiente, il quale si è popolato, così come le acque del lago stesso. I pesci d’acqua dolce e gli uccelli acquatici hanno in questo modo contribuito a creare un ecosistema divenuto oasi faunistica; se non fosse per la diga che si scorge in lontananza, con le sue torri di presa, il lago sembrerebbe essere sempre esistito.
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Ma, come affermato in apertura, la Sicilia è affetta da una cronica penuria d'acqua; penuria che il lago può compensare, ma non certo annullare. Così, ogni tanto, accade che un’estate ed un autunno particolarmente avari di precipitazioni costringano a dare fondo alla riserva idrica che il lago costituisce. Lo Jato, fiume a carattere torrentizio, e secco anch’esso, non è più in grado di reintegrare i prelievi; ecco che la Natura ricrea spontaneamente la medesima magia che l’ENEL opera periodicamente a Vagli.
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Il livello delle acque si abbassa, e le antiche abitazioni, la strada, il ponte in ferro, ritornano alla luce.
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Negli ultimi tre decenni, questo si è verificato almeno quattro volte: nel 1988, nel 1999, nel 2002, e nel 2017.
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Certo, le vecchie case ed il ponte che giacciono sul fondo del Poma costituiscono un ben povero sostituto di un paese medioevale quale Fabbrica di Careggine; nondimeno, anche qui il fenomeno emana un certo fascino.
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Ma esso non durerà per sempre; ad ogni riemersione, le strutture infatti risultano sempre più compromesse. Questo post, Lettore, assume allora lo stesso significato, vorrebbe svolgere la medesima, ambiziosa, funzione, di quelli sui borghi o sui tracciati ferroviari: costituire, in futuro, memoria di ciò che è stato e che non sarà più.
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Le attuali carte IGM, come più volte si è detto, sono basate su rilievi che risalgono circa alla prima metà degli anni Settanta. Quelle che riguarderebbero il lago Poma dovrebbero essere state redatte quando era già stato costruito il nuovo tratto della SP30 tra <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2013/02/la-via-dei-borghi8la-quarta-fase-dei.html">Fellamonica</a> e Grisì, ma la vallata non era ancora stata inondata. Così, a Nord del nuovo moderno viadotto, vi sono segnate la vecchia strada, il suo ponte, i sottovia, e le case che verranno successivamente sommerse, con i nomi di coloro che le abitavano
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2LYLFmU4leg2g0cFS3wsxNjMuAuW4-XTnnGwh7qF-Z22u_-MNe0J1ilEfVl74I2Xqmug3Pgd3furDcx0clB_a40cIhiizoAuNlSvcqCOGcTJ2x4DldPBmetUZKN48Muraz4mzI4Or8bU/s1600/PomaIGM1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="940" height="158" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2LYLFmU4leg2g0cFS3wsxNjMuAuW4-XTnnGwh7qF-Z22u_-MNe0J1ilEfVl74I2Xqmug3Pgd3furDcx0clB_a40cIhiizoAuNlSvcqCOGcTJ2x4DldPBmetUZKN48Muraz4mzI4Or8bU/s320/PomaIGM1.jpg" width="320" /></a></div>
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All’estremità Sud del lago vi era casa Raccuglia; forse perché è una di quelle che più facilmente viene alla luce, è divenuta una delle più difficili da vedere. Resta solo il perimetro di base, e, vista da una certa distanza, appare ormai come un cumulo di pietre
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdG_5BCikyDURDiRu2CEwEAJc43bnHCQmm7eSN-OzgHk_nrpIAG420rQS62Ihft4t9azcV5KOTKUr3MjdUhiDRHuUIeB9SjCStJNyaTplGkcSXSQjyjfGx-dnw-KPQtcYki3sEa3tZKDM/s1600/Raccuglia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="655" data-original-width="1045" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdG_5BCikyDURDiRu2CEwEAJc43bnHCQmm7eSN-OzgHk_nrpIAG420rQS62Ihft4t9azcV5KOTKUr3MjdUhiDRHuUIeB9SjCStJNyaTplGkcSXSQjyjfGx-dnw-KPQtcYki3sEa3tZKDM/s320/Raccuglia.jpg" width="320" /></a></div>
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solo dall’alto è riconoscibile il perimetro di base, ma la muratura in elevazione era già deteriorata una trentina di anni fa, e nulla sembra essere cambiato da allora
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr09tqqbMOymEiFO1P3GCOmUGyHAPSBt2mp67OZj5ApUR0aMnbFY2_iopxudIgSMWeZTSA2nns7S5q99oT4jW53UbGyfbpQXSYmwEQYlqZVo4M8jzmHfIDFpukLn3yh2vkNFhBiEdKjhg/s1600/raccugliaaerea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="732" data-original-width="1024" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr09tqqbMOymEiFO1P3GCOmUGyHAPSBt2mp67OZj5ApUR0aMnbFY2_iopxudIgSMWeZTSA2nns7S5q99oT4jW53UbGyfbpQXSYmwEQYlqZVo4M8jzmHfIDFpukLn3yh2vkNFhBiEdKjhg/s320/raccugliaaerea.jpg" width="320" /></a></div>
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Lo stesso vale per casa Schiavo, appena poco sotto la riva Ovest, anch’essa a malapena riconoscibile
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyquTVJ39Uoq7RVIct2_wv7Ah62BAUhxzZlQG_MhyeJG9TPBLoO4kmffyj1UDLb6B9-DW-7x_6QwIuWxYhUKs3YUaGl9XyI2Lk8Bw45bgpSPRhFe2PgtRjuzZM2xTN9vfq1xEZX_PWeAs/s1600/Schiavo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="696" data-original-width="1029" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyquTVJ39Uoq7RVIct2_wv7Ah62BAUhxzZlQG_MhyeJG9TPBLoO4kmffyj1UDLb6B9-DW-7x_6QwIuWxYhUKs3YUaGl9XyI2Lk8Bw45bgpSPRhFe2PgtRjuzZM2xTN9vfq1xEZX_PWeAs/s320/Schiavo.jpg" width="320" /></a></div>
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Una traversa della vecchia strada conduceva ad essa; il suo imbocco è ancora visibile, discretamente conservato
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4i-NP52TCX_a3QtVOvL9VFNTyuTXm_kc6Ij5ZxyVwAOcyVpuusQw1BmD_mEoBF5bH6HC4EHaOJteF-_PuLDgz6ob6v2W7HZYTnRhPmXzBvzdDQpW6hkq5UCceuDAOMjXaza1FfQZTfYE/s1600/Schiavo2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4i-NP52TCX_a3QtVOvL9VFNTyuTXm_kc6Ij5ZxyVwAOcyVpuusQw1BmD_mEoBF5bH6HC4EHaOJteF-_PuLDgz6ob6v2W7HZYTnRhPmXzBvzdDQpW6hkq5UCceuDAOMjXaza1FfQZTfYE/s320/Schiavo2.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
E la vecchia strada può essere percorsa per attraversare quello che una volta era il fiume
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSh8BCujaVJ8TcdbjhrSPRMvXbkSBKOeq4Dpuv6owhUKVX_wihsFeYeNsccUuJWYY7HmtA4ATrcopzU9HXi7yBD-FjSJroSC5xnKO1bF4nAxx29rJw7KgkjdVVv26dAkzQfe7dFhX7ugM/s1600/strada1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSh8BCujaVJ8TcdbjhrSPRMvXbkSBKOeq4Dpuv6owhUKVX_wihsFeYeNsccUuJWYY7HmtA4ATrcopzU9HXi7yBD-FjSJroSC5xnKO1bF4nAxx29rJw7KgkjdVVv26dAkzQfe7dFhX7ugM/s320/strada1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
giungendo così sulla sponda opposta del lago in secca
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHcNlpceZB6l2HnO66StEtaXZmU8MCoUMF_TIe4dgI4MA8YGyuqD45uMRcZQ76365k91VSYfaM0F6P5Q0wocw-wBPuMSrIxtvv-_2JVSSirjP_4L8Tj5kcletDbYWQMzbJdEwco5JPk7c/s1600/strada2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHcNlpceZB6l2HnO66StEtaXZmU8MCoUMF_TIe4dgI4MA8YGyuqD45uMRcZQ76365k91VSYfaM0F6P5Q0wocw-wBPuMSrIxtvv-_2JVSSirjP_4L8Tj5kcletDbYWQMzbJdEwco5JPk7c/s320/strada2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il ponte in ferro è apparentemente in buono stato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0fNd3fOtSJ2M0Y9wreCJA1P2HJLkDlIa3zTG4lFLKVp4YpsAzWqZm8roo9aBQI4RLDTDcMXu7fNmufvkTPbwGhQ0mmWcUOszOYbxDRse7iQHXzKpmoLM15p47kQ3XAEF-eh3CmUFrGfE/s1600/ponte1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0fNd3fOtSJ2M0Y9wreCJA1P2HJLkDlIa3zTG4lFLKVp4YpsAzWqZm8roo9aBQI4RLDTDcMXu7fNmufvkTPbwGhQ0mmWcUOszOYbxDRse7iQHXzKpmoLM15p47kQ3XAEF-eh3CmUFrGfE/s320/ponte1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma questo vale per le spallette e le pile
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKuhjPZsnd7Gsn-V0R35g3HhDxehanUSrHj8JMlDQjhBCv3u1b-Mez4i1fC4KDRPdsL-ooPROQ35AwdpqI2J7e5oM7magi9QUthKmXjeOj08rAE1k4wEvkL4G4fc2jAkml1FLEFhYZggw/s1600/ponte2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="685" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKuhjPZsnd7Gsn-V0R35g3HhDxehanUSrHj8JMlDQjhBCv3u1b-Mez4i1fC4KDRPdsL-ooPROQ35AwdpqI2J7e5oM7magi9QUthKmXjeOj08rAE1k4wEvkL4G4fc2jAkml1FLEFhYZggw/s320/ponte2.jpg" width="214" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
dove, invece,parte delle strutture che reggono la sede stradale stanno per cedere
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRP-sl9qemyibSpDET0RsyCQcwXyLBTT2unIBoiM7UNy41hYX1WXRzHSj3UkjP6WNcw0UB7AzY1PSVILPGNYekSirCngy3CzWCaNQZAmnCfHCPYJIRqNEcjjDxsa0WBnPM8EGpoD6ASz4/s1600/ponte3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRP-sl9qemyibSpDET0RsyCQcwXyLBTT2unIBoiM7UNy41hYX1WXRzHSj3UkjP6WNcw0UB7AzY1PSVILPGNYekSirCngy3CzWCaNQZAmnCfHCPYJIRqNEcjjDxsa0WBnPM8EGpoD6ASz4/s320/ponte3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ probabile che quando riemergerà nuovamente non sarà più possibile percorrerlo in tutta sicurezza. Oltre il ponte si vede un sottovia
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcvHzLuDW2yBXd3QsWRtYMc_idy8gfvfdmL0JR7I8wVCILhgtj2JxpKbetwO9eAItcI4N9LbwRD2lmAJoV71jpQ9m-0tAAyTtsZxOxZuEplW-d6bvcbjqlOsFE-zdbrpjNVIHCQWza-Eg/s1600/sottovia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcvHzLuDW2yBXd3QsWRtYMc_idy8gfvfdmL0JR7I8wVCILhgtj2JxpKbetwO9eAItcI4N9LbwRD2lmAJoV71jpQ9m-0tAAyTtsZxOxZuEplW-d6bvcbjqlOsFE-zdbrpjNVIHCQWza-Eg/s320/sottovia.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
riportato anche sulla carta IGM
</div>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLqrF_Ul4kqlPMSZy7IRgmpQYKlM1poHRqtaXjwTEHIB4scnsTkoDgHmGL63zftw3AlTGYhUnJmo1qKWEIdJTy2XrIiMehdVZbeE-baBYcb1RXYqFyJm0z2Iz5YeDobuwaU4N4RflW5mU/s1600/sottoviaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="561" data-original-width="1024" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLqrF_Ul4kqlPMSZy7IRgmpQYKlM1poHRqtaXjwTEHIB4scnsTkoDgHmGL63zftw3AlTGYhUnJmo1qKWEIdJTy2XrIiMehdVZbeE-baBYcb1RXYqFyJm0z2Iz5YeDobuwaU4N4RflW5mU/s320/sottoviaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Poco più avanti sono ancora visibili un tombino, muretti di controripa, e ciò che resta di una piazzola. <br />
<br />
Da questo punto in poi, la strada si inerpica con un tornante oltre la riva del lago per raggiungere così la SP2. Questo spezzone della vecchia strada non viene mai sommerso, ma non è stato più mantenuto dagli anni Sessanta del secolo scorso; le condizioni del suo manto stradale, assolutamente analoghe a quelle di alcune provinciali dell’interno, ci danno un’idea precisa dell’epoca a cui debba risalire la manutenzione di queste ultime.<br />
<br />
Diverse costruzioni sono visibili sotto la riva NordEst. Alcune di esse sono senza nome; piccole case cadute nell’oblìo già prima della loro sommersione. Di una di esse, situata più a monte
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik84YmnHeI6Z0K8a5LTgrpz8eutYvSw8LehtfbMmiY8-oKY9ZTDE7XbG1lDriUdHsvB1kqIpVBfM_WD-2JrtO2qrIlF2b2SQRD0KyU82myVbPLRK9Engqs5W-oeIAPCmIgmrIGo4f_cAY/s1600/senzanome3IGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="635" data-original-width="1024" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik84YmnHeI6Z0K8a5LTgrpz8eutYvSw8LehtfbMmiY8-oKY9ZTDE7XbG1lDriUdHsvB1kqIpVBfM_WD-2JrtO2qrIlF2b2SQRD0KyU82myVbPLRK9Engqs5W-oeIAPCmIgmrIGo4f_cAY/s320/senzanome3IGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
rimane solo la muratura fuori terra per qualche decina di centimetri, come per casa Raccuglia
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmsn8whmYcxWEVvlymP1OtkJmvvDro3gbxGvADt8wyC6vzxw6ckpQ5TvVe4rDG1Zv7HL_KapO5lvtuPanzKuouSCXVhZwKw3T2NhGxKEyQSQm6_t3eDyrkZdQhL9MxXUUaeOO1YS5eHFc/s1600/senzanome3a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmsn8whmYcxWEVvlymP1OtkJmvvDro3gbxGvADt8wyC6vzxw6ckpQ5TvVe4rDG1Zv7HL_KapO5lvtuPanzKuouSCXVhZwKw3T2NhGxKEyQSQm6_t3eDyrkZdQhL9MxXUUaeOO1YS5eHFc/s320/senzanome3a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed anch’essa a distanza sembra solo un cumulo di pietre, nel quale sono a malapena riconoscibili gli spigoli del lato Nord
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicQVhwZiNkB8OE_G6GZxlF5sUWZvuBWshl78gGvsZ5ET0-6_l9zZ94fiyV2z_CUumf7Zpzxn-CtmH6ZGzSgRQD3aK1ZFnnJIK_w0-LYfqFrvN_H0Nmx0vkE9BonE5uxLDlJNWg0knbvbc/s1600/senzanome3b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicQVhwZiNkB8OE_G6GZxlF5sUWZvuBWshl78gGvsZ5ET0-6_l9zZ94fiyV2z_CUumf7Zpzxn-CtmH6ZGzSgRQD3aK1ZFnnJIK_w0-LYfqFrvN_H0Nmx0vkE9BonE5uxLDlJNWg0knbvbc/s320/senzanome3b.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e così anche per essa il perimetro di base risulta ben riconoscibile nelle foto aeree o satellitari, e lo stato non sembra essere cambiata nel corso degli ultimi trenta anni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvEeZSHqMPSvZJ-KBXTmfeVqbw-RkEsWm6-xNdwH4fPbD5sgLW6QjAqc2lSyV1ZzAiF-kO5assoMNk5cs70I6wqNZQEGYrbnetz8gffMJzZZNtQTtVqVqvTSMheJ15P79jxGrkhFvnVVI/s1600/senzanome3aerea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="654" data-original-width="1024" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvEeZSHqMPSvZJ-KBXTmfeVqbw-RkEsWm6-xNdwH4fPbD5sgLW6QjAqc2lSyV1ZzAiF-kO5assoMNk5cs70I6wqNZQEGYrbnetz8gffMJzZZNtQTtVqVqvTSMheJ15P79jxGrkhFvnVVI/s320/senzanome3aerea.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ possibile che sia questa casa, sia casa Raccuglia fossero già diroccate all’epoca della sommersione. Perché, contrariamente ad esse, altre costruzioni hanno subito un danno notevole e progressivo. Tra esse, ve n’è una più a Nord e più a valle, anch’essa senza nome
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxW5img53WNGzb3oOrxKVoV-po2XnOg0NfLvq0W8tY8Rqf5hRbeGsHyuaqytxevH3cKSHSgKD7pxT3RtVhoLjsknx3EzPu725DbIfOJeYqhn3sMFxP1lLPP8FJGeVzLBd3_DkxHaKurCg/s1600/spigoloIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="1024" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxW5img53WNGzb3oOrxKVoV-po2XnOg0NfLvq0W8tY8Rqf5hRbeGsHyuaqytxevH3cKSHSgKD7pxT3RtVhoLjsknx3EzPu725DbIfOJeYqhn3sMFxP1lLPP8FJGeVzLBd3_DkxHaKurCg/s320/spigoloIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
della quale resta ormai solo uno spigolo dei muri perimetrali
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkY85QoltJJ-KocOU52ulJjR3YceVkoNBvpH_UpjjC-N4M-jRRgrDpjCYCYnHXudkDc6FEfR3stRSXEJicDzDbTFXedUb_4ouX1pfwwYCO-bDw70psgrNbXEE7TytrJJ0Xt_W9ZzarEBI/s1600/spigolo1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkY85QoltJJ-KocOU52ulJjR3YceVkoNBvpH_UpjjC-N4M-jRRgrDpjCYCYnHXudkDc6FEfR3stRSXEJicDzDbTFXedUb_4ouX1pfwwYCO-bDw70psgrNbXEE7TytrJJ0Xt_W9ZzarEBI/s320/spigolo1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è probabile che alla successiva riemersione neanche quello sarà più in piedi, considerato che una trentina di anni addietro era pressoché integra
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXxE9_8h4m8D5d8Uxk6g7RcvXTtjZq-xxti0vUJ6E7vGfSqtrdi6Z6sdQji4ttMxS7RxKtJZ6n-ckOfc_Nh8MlmPvKJoKDs-0lk9gT89R2mA-t7bPJ5iDOWZu-aUdUjuCRLk3HYGjJqwI/s1600/spigoloaerea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="724" data-original-width="1024" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXxE9_8h4m8D5d8Uxk6g7RcvXTtjZq-xxti0vUJ6E7vGfSqtrdi6Z6sdQji4ttMxS7RxKtJZ6n-ckOfc_Nh8MlmPvKJoKDs-0lk9gT89R2mA-t7bPJ5iDOWZu-aUdUjuCRLk3HYGjJqwI/s320/spigoloaerea.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un’altra ancora, sempre senza nome
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidhyzf2Col_TwDauteZcDLVwZbW0O7lst3oq2NOSloJlFTj_cnUZN5TnbMx6Mb3E8xVHRKi034MOds-tgx9lvM2AZL4nohXeTvio8xaKqF8zY75nfCIkLp88GD-Zoh-fsXsEqrqjbXWCc/s1600/senzanome2IGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="686" data-original-width="1012" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidhyzf2Col_TwDauteZcDLVwZbW0O7lst3oq2NOSloJlFTj_cnUZN5TnbMx6Mb3E8xVHRKi034MOds-tgx9lvM2AZL4nohXeTvio8xaKqF8zY75nfCIkLp88GD-Zoh-fsXsEqrqjbXWCc/s320/senzanome2IGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mostra ancora parte delle mura
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqmP28doIIxs7hV0DGPJueRysVdTWm0EjyB3FTNiVh-5gC09mfWUU9bCfvHF175a1ca4U0v49kcKpW9c-fkz85DRokXUAsgbwZ-u9ymSHd73XfpyG-6LCa_94skDRnyD7xxOuvItMsijc/s1600/senzanome2a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="725" data-original-width="1024" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqmP28doIIxs7hV0DGPJueRysVdTWm0EjyB3FTNiVh-5gC09mfWUU9bCfvHF175a1ca4U0v49kcKpW9c-fkz85DRokXUAsgbwZ-u9ymSHd73XfpyG-6LCa_94skDRnyD7xxOuvItMsijc/s320/senzanome2a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
levigate dall’azione dell’acqua
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq0Y-3Dpwz1LxMYJBIqVJ3chArxkmlHvniF8cnjG8zvW_4vNd3_AXiZ0FeVFKACKzP8P9QrYcL4aeVrlwauMth-elJXcZkC5ZCWG_y2mEra8LT-7d6roBAJqO0yOaXHca5GICY-UQfbNQ/s1600/senzanome2b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq0Y-3Dpwz1LxMYJBIqVJ3chArxkmlHvniF8cnjG8zvW_4vNd3_AXiZ0FeVFKACKzP8P9QrYcL4aeVrlwauMth-elJXcZkC5ZCWG_y2mEra8LT-7d6roBAJqO0yOaXHca5GICY-UQfbNQ/s320/senzanome2b.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed anch’essa trent’anni fa era in condizioni diverse
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB8krdZCGKiOiNLaGVzK5ahB_xs7vTnMYSalrmvDj_1daYZNJCMIuYLKhTbWa2-MnSzbz7hVq0775i742kLxg5TlfFAKw7T5mIKhY-YG-kQMuit6xp8HDlg-aLLNtrsykRxbWwQqm4CbA/s1600/senzanome2aerea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="645" data-original-width="1024" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB8krdZCGKiOiNLaGVzK5ahB_xs7vTnMYSalrmvDj_1daYZNJCMIuYLKhTbWa2-MnSzbz7hVq0775i742kLxg5TlfFAKw7T5mIKhY-YG-kQMuit6xp8HDlg-aLLNtrsykRxbWwQqm4CbA/s320/senzanome2aerea.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Procedendo verso Nord ci si imbatte in casa Corinto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV3rzcaEoNSXa0Mpedo5LIAtr4djUXGYlXGl3eTK3I2fCVj5ZSoqJP4q0qhEEL9hxTLBHfAuMSe22qUiDUbgYmIEDDSLu8R5_q12XRx266JvKZi5P9UcD3lsymh_7MWexCce0RalyZXtc/s1600/CorintoIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="587" data-original-width="1024" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV3rzcaEoNSXa0Mpedo5LIAtr4djUXGYlXGl3eTK3I2fCVj5ZSoqJP4q0qhEEL9hxTLBHfAuMSe22qUiDUbgYmIEDDSLu8R5_q12XRx266JvKZi5P9UcD3lsymh_7MWexCce0RalyZXtc/s320/CorintoIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sorge su quello che era un rialzo del terreno
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifvyBI6P-LDrwrNPz6_fxtMfb2o9c2eZBrBc_We2FQYyWMEbZkwP_CshdktMdnlLlwRQnFiAKnDjmPaVYctQJhTN-I1KmBfQO_e25UQx_bcsQ81isqmMbaGetytAvrqegoTrFUcBJBPiY/s1600/Corinto3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifvyBI6P-LDrwrNPz6_fxtMfb2o9c2eZBrBc_We2FQYyWMEbZkwP_CshdktMdnlLlwRQnFiAKnDjmPaVYctQJhTN-I1KmBfQO_e25UQx_bcsQ81isqmMbaGetytAvrqegoTrFUcBJBPiY/s320/Corinto3.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
sul versante Sud del quale è ancora visibile un muro di contenimento
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1S6jlVHt_S_V6_3O-0B5Hah7wHbOnWJsKHW5OZbqRTKujMzgNhlRcUg09ApnywLu0Ap4OpB46ZRfr8SrnUmiFlg5OSFWRKHaaY1B0Nx-MKN-OcUJwh378LEguysVcY3kWAhihAgKK6q4/s1600/muro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1S6jlVHt_S_V6_3O-0B5Hah7wHbOnWJsKHW5OZbqRTKujMzgNhlRcUg09ApnywLu0Ap4OpB46ZRfr8SrnUmiFlg5OSFWRKHaaY1B0Nx-MKN-OcUJwh378LEguysVcY3kWAhihAgKK6q4/s320/muro.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Era grande, casa Corinto
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGM8e80lsHEiZggid9BFHgN2aJo3cKt9NsU0sQ-8LaVebVBtgmlTso6yMtkT4NGOXWjkS2GTHv8XqbAz8BlpV6XmSBRI_P0kH5PpEFJyFuxpuq4GroaE6Kz5Ayk5ql0pKhUO3Tfme_YfY/s1600/Corinto2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGM8e80lsHEiZggid9BFHgN2aJo3cKt9NsU0sQ-8LaVebVBtgmlTso6yMtkT4NGOXWjkS2GTHv8XqbAz8BlpV6XmSBRI_P0kH5PpEFJyFuxpuq4GroaE6Kz5Ayk5ql0pKhUO3Tfme_YfY/s320/Corinto2.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
e conserva ancora parte dell’intonacatura
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFOIFwcqaeGfH9JQ8luAwLBjqO0iZyFFCAeKS42INhT-a414Wu34RwyZqefs_TgaQ5-OPzIEYecPTcBtZa2dYCNEPc7YAG46500Sf8gZ1xGqqTEl8gq7PHo4GpoZ2sEL1FodLcrBUA_FY/s1600/Corinto4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFOIFwcqaeGfH9JQ8luAwLBjqO0iZyFFCAeKS42INhT-a414Wu34RwyZqefs_TgaQ5-OPzIEYecPTcBtZa2dYCNEPc7YAG46500Sf8gZ1xGqqTEl8gq7PHo4GpoZ2sEL1FodLcrBUA_FY/s320/Corinto4.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Un sentiero rettilineo
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG78cuJ6iVeMgRu9UPJU9IiZ0DZ0yZTvVT_tvhwQ0l8SrjZLA2vBUsxO4D8IaERWlHpDzQCBKzqVXMTQZDOqdoXBE4_HfcXAy2BzgvM4RizokG97v56KQgFMvnyhpNS-v1jbTh7waDCEI/s1600/Corinto5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG78cuJ6iVeMgRu9UPJU9IiZ0DZ0yZTvVT_tvhwQ0l8SrjZLA2vBUsxO4D8IaERWlHpDzQCBKzqVXMTQZDOqdoXBE4_HfcXAy2BzgvM4RizokG97v56KQgFMvnyhpNS-v1jbTh7waDCEI/s320/Corinto5.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
lungo il quale si trova quello che forse una volta era un pozzo
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaNrVQW6JU71ibJOmRawKDxMBtyO0wbRLBGtbkpFsWQ-OjwolE6CFXsA5eq3gEgMYxdwJATTR-LCBXdSPpNBIfe3hy_e4ZEwzmZbg5SW8dlKTzwGS8N7iDclu7gLQMZDnT5ld2-Dfuh-w/s1600/Corinto6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaNrVQW6JU71ibJOmRawKDxMBtyO0wbRLBGtbkpFsWQ-OjwolE6CFXsA5eq3gEgMYxdwJATTR-LCBXdSPpNBIfe3hy_e4ZEwzmZbg5SW8dlKTzwGS8N7iDclu7gLQMZDnT5ld2-Dfuh-w/s320/Corinto6.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
ne consentiva l’accesso da Nord. Adesso il rialzo, che si affaccia su una depressione ricolma d’acqua, appare come un promontorio
</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0S0FMgTXPEv2Y-XKbsTfJvNlrrEWiq98dHkXTe7alJupQk5Td4gJodIEvkyl1-XQNwejc9co38rklM2D7_v89GTGZv1Ega2n4lUzIwd2hY8KvuYd90ClhLdGb92xZYEqpUNV4yMiUTGM/s1600/Corinto1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0S0FMgTXPEv2Y-XKbsTfJvNlrrEWiq98dHkXTe7alJupQk5Td4gJodIEvkyl1-XQNwejc9co38rklM2D7_v89GTGZv1Ega2n4lUzIwd2hY8KvuYd90ClhLdGb92xZYEqpUNV4yMiUTGM/s320/Corinto1.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Altre costruzioni (casa Amodeo, casa La Franca, casa Poma) continuano initerrottamente il loro sonno in fondo al lago; sono troppo vicine alla diga perché la siccità possa interromperlo. Solo il deliberato svuotamento dell’invaso potrebbe farle riemergere; ma, a meno di un’imprevista necessità, ciò difficilmente accadrà. Come non accade per il lago del Salto; Vagli pare essere un’eccezione. <br />
<br />
Così agli abitanti di San Pietro venne dato un nuovo paese. Agli abitanti di Fabbrica di Careggine vennero date delle nuove case a Vagli Sotto; cosa sarà stato dato alle famiglie che vivevano sulla piana divenuta il fondo del lago Poma? Questo, Lettore, non sono stato in grado di appurarlo; ma nella mia immaginazione, la stessa nostalgia che traspare dalle immagini di coloro che lasciano Fabbrica di Careggine, lo stesso rabbioso dolore esternato dagli abitanti di San Pietro, avrà comunque permeato la loro anima.
<br />
<br />
Ed immagino alcuni di loro che, bambini, giocavano sulla soglia di quelle case, ritornare nei periodi di siccità nella speranza di poter gettare ancora uno sguardo a ciò che resta di quelle mura che li hanno visti crescere. Immagino; e percorrendo la vecchia strada ed il ponte mi guardo intorno, osservo i rari escursionisti che percorrono il lago in secca, cercando, nella loro età e nel loro sguardo, possibili indizi di quella nostalgia.<br />
<br />
Ma le mie aspettative vengono frustrate; così, continuo a curiosare con la mia fotocamera, tentando di ritrarre ciò che rimane del tempo che fu. Nell’attesa che un inverno piovoso riconduca quelle mura al loro ovattato riposo, che ridia loro quella pace da cui sono state temporaneamente distolte; nell’attesa che una nuova estate secca, torni a mostrare la loro progressiva distruzione. <br />
<br />
Ma ciò che l’acqua cancella, la memoria preserva…
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/DomCScAJYBI/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/DomCScAJYBI?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-166029621121355042017-08-28T20:05:00.000+02:002017-08-28T20:05:28.161+02:00LA VIA DEI BORGHI.50: EPILOGO<br />
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<div style="text-align: justify;">
Così, Lettore, siamo finalmente giunti all’epilogo. Ma “epilogo” è qui certo da intendersi in senso retorico, come parte finale del discorso; senza la pretesa, però, di generare alcun <i>pathos</i>. Così come l’avverbio “finalmente” sarebbe da intendersi “all’anglosassone”, ovvero “alla fine”; non è usato per indicare il sopraggiungere di un evento ansiosamente atteso.
<br />
<br />
In altri termini, Lettore, ho semplicemente terminato, con la consapevolezza di aver detto molto, ma senza alcuna pretesa di aver detto tutto, di aver detto tutto ciò che si poteva dire. Ho sì apposto la parola “fine”, ma non all’argomento in sé; semplicemente ai miei post.
<br />
<br />
Sarebbe una delle massime manifestazioni di immodestia quella di ritenere di aver detto tutto ciò che si poteva dire; se non ci sono altre informazioni che conosco, ciò non vuol dire in alcun modo che esse non esistano.
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<br />
Ma non è solo questo.
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<br />
Vi sono altre informazioni che pur conosco, ma sulle quali non mi sento di dilungarmi ulteriormente. Di alcune farò un accenno qui, ma per altre “passo il testimone”; la storia della Sicilia, nella sua apparente, generale, semplicità, presenta in particolare tanti risvolti e tante pieghe che, estendendo un po’ i concetti, si potrebbe parlare all’infinito. E l’infinito è un “dominio”, un campo d’azione, che non mi compete.
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<br />
Perché alla fin fine, Lettore, qui si è parlato fondamentalmente di borghi nati con modalità che aderiscono al concetto di “città di fondazione”, e cioè di agglomerati non spontanei, la cui esistenza era stata in un certo modo pianificata; che la pianificazione consistesse nella richiesta di una <i>licentia populandi</i>, in una lettera di incarico ad un architetto, o nella redazione di una mappa di borghi relativa all’intera Sicilia, poco importa. Il principio che sta alla base del concetto è il medesimo.
<br />
<br />
Ma non è l’unico; vi sono, ad esempio, delle “città di fondazione” nate per necessità, come le “città nuove” sorte dopo il sisma del 1968, alle quali si accenna (quasi impercettibilmente) <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/05/ricostruzione-del-tracciato-della.html">qui</a>.
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<br />
Ma vi sono anche dei centri che, nati come minuscoli agglomerati spontanei, hanno subito dei tentativi di trasformazione successiva, derivante dall’iniziativa di qualcuno. Che poi questo abbia sortito il risultato voluto, e che questo sia stato duraturo, è un’altra faccenda; ma questo vale per dette iniziative, così come per le “città di fondazione”.
<br />
<br />
Ed accanto a questi vi sono piccoli centri sorti lontani dalle città, ma con finalità diverse da quelle agricole; è stato accennato, ad esempio, ai <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/01/la-via-dei-borghi9-i-villaggi-minerari.html">villaggi minerari</a>), che più tardi vedranno la loro evoluzione concettuale nei villaggi realizzati dalla Montedison.
<br />
<br />
Ma ancora vi sono, più semplicemente, piccoli nuclei di case ai quali sono state aggiunte successivamente una chiesa, o una scuola. O ambedue. Sono anch’essi “borghi”? Perché no? Se l’ERAS ha considerato “borgo ridotto” quella che non era altri che una scuola (come ad esempio nel caso di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">Roccella</a>), perché così non dovrebbe essere anche quando la scuola non è stata realizzata dall’ERAS? E di fatto spesso tali piccoli nuclei possedevano già il vocabolo “Borgo” nella toponomastica, almeno in quella locale; quindi sono da ritenere “borghi” a maggior diritto. Se ci pensi bene, Lettore, ciò che accade in tali casi è il tentativo di trasformazione di un “villaggio”, un nucleo esclusivamente residenziale spontaneamente creatosi, in una “città”, aggiungendo i servizi al nucleo esistente. Per tale processo si potrebbe coniare l’espressione “città di conversione”, per analogia con le “città di fondazione”. Nessuna delle due nasce <b><i>spontaneamente</i></b> come “città”, ma in conseguenza di iniziative attivamente determinate; solo la sequenza degli eventi è diversa.
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<br />
L’aspetto iniziale di tali nuclei è probabilmente simile a quello visibile in contrada Giammaria
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhht4UUubmOrCiAzPWCXNfCZDoCN3E-XAJrxya7LVvidslXuhKa0Hiejd8YoLG41l9c9mDW6bOVQsKbD-iQa-SI9NiKenbi7wueJqsd6Qy5FZDLJOOKQ6pqCb1qudV2eUovOiQstmI4MVI/s1600/Giammaria1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhht4UUubmOrCiAzPWCXNfCZDoCN3E-XAJrxya7LVvidslXuhKa0Hiejd8YoLG41l9c9mDW6bOVQsKbD-iQa-SI9NiKenbi7wueJqsd6Qy5FZDLJOOKQ6pqCb1qudV2eUovOiQstmI4MVI/s320/Giammaria1.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
frazione di Corleone
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQJStmv5EJsuGVSKhLHgR3j22HjspXDnJIMU_3GxMhL0GCWkdZIAKoUN_lFVL1WFMB9e9LQHPSHHtE_Nv3rPDvbGTTZ9c9N9oi04YMuLqjfPxXZUlMXxpRvWaDQmappXEjladHPCFjcbY/s1600/Giammaria2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQJStmv5EJsuGVSKhLHgR3j22HjspXDnJIMU_3GxMhL0GCWkdZIAKoUN_lFVL1WFMB9e9LQHPSHHtE_Nv3rPDvbGTTZ9c9N9oi04YMuLqjfPxXZUlMXxpRvWaDQmappXEjladHPCFjcbY/s320/Giammaria2.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
E la zona tra Corleone e Roccamena presenta diversi altri agglomerati simili, come ad esempio Pomo di Vegna
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSekHCIC_3mJrSRfqQRpNQ6A503VPM6s7R36L6mLyZWEmb6AAxcAPkpHSFPb75FREd7C31E4S2U7GWO-UP0xZSO3xLJZvs_di_0g63Nz1puhBbG-1fiOf6IbIx0pHkl84uygB5i-8Ozzk/s1600/PomoDiVegna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSekHCIC_3mJrSRfqQRpNQ6A503VPM6s7R36L6mLyZWEmb6AAxcAPkpHSFPb75FREd7C31E4S2U7GWO-UP0xZSO3xLJZvs_di_0g63Nz1puhBbG-1fiOf6IbIx0pHkl84uygB5i-8Ozzk/s320/PomoDiVegna.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Spesso marcati sulle carte IGM come <b><i>Case…</i></b> (nell’immagine le “Case Nuove di Realbate”)
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3j0H9NEf9Kr2ols2W98xR31dsd7xDRZkWunilU94QbkckeGqGteahHjWs5oKQddFfIGy2aeaKrKQ3gcrzoTxJkd3PvIPEFjMDAUyCZGcwjAux-umMaOgut7_N-0aveiFFeFV01eLeAOo/s1600/CaseNuoveContradaRealbate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="649" data-original-width="1024" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3j0H9NEf9Kr2ols2W98xR31dsd7xDRZkWunilU94QbkckeGqGteahHjWs5oKQddFfIGy2aeaKrKQ3gcrzoTxJkd3PvIPEFjMDAUyCZGcwjAux-umMaOgut7_N-0aveiFFeFV01eLeAOo/s320/CaseNuoveContradaRealbate.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
la loro genesi risale verosimilmente al XIX secolo, se non ancora precedente. Come per i borghi, più volte menzionati, nelle <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi2-i-borghi-rurali.html">Petralie</a>
</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNlQcpo2Um2WaOuX7xRXRXTTkru4aD_T85hGTjFwY1Lz3Ae4QaO-RdJ27cqB5aASQ66Z59qleF1q09agz8D1YCX5FB3ZadI8BaT9zXlCIxgocDqVmQunagqRMMqS6h-vRkOKMicikbA3A/s1600/PetralieAlt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNlQcpo2Um2WaOuX7xRXRXTTkru4aD_T85hGTjFwY1Lz3Ae4QaO-RdJ27cqB5aASQ66Z59qleF1q09agz8D1YCX5FB3ZadI8BaT9zXlCIxgocDqVmQunagqRMMqS6h-vRkOKMicikbA3A/s320/PetralieAlt.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
con la differenza che, successivamente, “qualcuno” avrebbe aggiunto i servizi. Ciò che estenderebbe a dismisura l’esposizione riguarderebbe per l’appunto l’individuazione di questo “qualcuno”, e l’inclusione degli insediamenti così risultanti tra quelli di cui si è parlato, per i quali il “qualcuno” era individuato nello Stato o nel latifondista adempiente assistito da un’Ente istituzionale.
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<br />
Quello che avviene in seguito, spesso, è la costruzione di un edificio di culto
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmyHuVl9N7_iE7ZnyBaVIRu9HGOT11ZK3ZDgAkVNA765Lwf9zRBSsXPcnfkErTG3-TNzRo6ahbFcnlQ2q7_C7nm4djEq33DsDyk1VNsu4kKJX4S1oM_HqS4kdcS6cYdoIbbA-t4g2xNt0/s1600/Sambuchi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="661" data-original-width="1024" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmyHuVl9N7_iE7ZnyBaVIRu9HGOT11ZK3ZDgAkVNA765Lwf9zRBSsXPcnfkErTG3-TNzRo6ahbFcnlQ2q7_C7nm4djEq33DsDyk1VNsu4kKJX4S1oM_HqS4kdcS6cYdoIbbA-t4g2xNt0/s320/Sambuchi2.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
l’aspetto così diviene simile a quello di Sambuchi
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiGoHHNxXDCQhXiw3J1vWy-X0K9WyF28Vd4zNHtxy9FWTDh9WezPJOUmSjYTRcvTVSCmSFgwxY827PqhkQw3ovCC16oA3sDfJgB66I8eHKadcjWX89EDLQD76G9ULkMDNsKZEL0vUA43U/s1600/Sambuchi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiGoHHNxXDCQhXiw3J1vWy-X0K9WyF28Vd4zNHtxy9FWTDh9WezPJOUmSjYTRcvTVSCmSFgwxY827PqhkQw3ovCC16oA3sDfJgB66I8eHKadcjWX89EDLQD76G9ULkMDNsKZEL0vUA43U/s320/Sambuchi.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Ancora posteriore dovrebbe essere la comparsa della scuola. La maggior parte delle scuole rurali siciliane venne edificata durante il periodo fascista, ma già subito dopo l’unità d’Italia si assistette ad un progressivo incremento del numero di esse. Spesso però, prima, le attività didattiche venivano svolte in luoghi o edifici non espressamente progettati allo scopo; fu soprattutto dopo l’ascesa al potere del fascismo che avvenne una proliferazione degli edifici scolastici
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5d5sxeDt1qXcQJ8eENCgrXZOJlWB4EmnTuFcqkjIWOnVEE6tZYGNmr_KGDmnqYOIc1232g2MzlGe4hAvkud1d3MjACtR-dWoS9F_1ksopuIhxT4uTDI4KkNFSSltimtaSWiOrOPYKgKA/s1600/scuolaONB2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="1024" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5d5sxeDt1qXcQJ8eENCgrXZOJlWB4EmnTuFcqkjIWOnVEE6tZYGNmr_KGDmnqYOIc1232g2MzlGe4hAvkud1d3MjACtR-dWoS9F_1ksopuIhxT4uTDI4KkNFSSltimtaSWiOrOPYKgKA/s320/scuolaONB2.jpg" width="320" /></a></div>
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proliferazione che perdurò per una ventina d’anni dopo la sua caduta.
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E poiché nel caso specifico si parla di scuole rurali, per quel che riguarda la Sicilia la realizzazione delle scuole si fa risalire prevalentemente all’ECLS, così come nell’epoca post-fascista ai discendenti dell’ECLS.<br />
In altri termini, si ritiene che l’istruzione nelle aree rurali sia stato prevalentemente uno degli aspetti, dei risvolti, delle riforme agrarie, fasciste o repubblicane che fossero. Cosa in parte sicuramente vera, ma non del tutto; altri soggetti, pubblici o privati, sono intervenuti in questo processo, soggetti che hanno impersonato il “qualcuno” in alternativa o sostituendosi agli enti istituzionali deputati ad applicare le riforme.
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<br />
Tra l’altro, questo aspetto della faccenda risulta così ignorato dai più, tanto da ingenerare frequentemente confusione ad ogni livello; spesso chi vorrebbe occuparsi di ciò non ha le idee chiarissime su ciò che sta facendo.
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<br />
Un esempio sicuramente rappresentativo, e per certi versi paradigmatico, può essere costituito da Mandralisca, gruppo di case 6 km a Sud di Gangi, nonché 6 km ad est di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2017/02/la-via-dei-borghi49-lultima-fase-dei.html">Borgo Verdi</a>, nell’omonima contrada. Esso attualmente comprende una ventina di case, di cui circa la metà fanno parte dell’insediamento originale mentre le altre sono state realizzate, essenzialmente, nella seconda metà del XX secolo. Vi è anche una chiesetta rurale
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF_dsBgazRgECN-plFrePyxtSq2RHAuJi40VqC9VJPwNJb3bog3qUHuFv0Fb2yO86HhM7d8wYNrdTBDM97jM7jtBJCo7ieseZm-A1bEIO9Opw05q2FTF0THy9W3EZO8zwwsUT4KhXFcGE/s1600/Mandralisca1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="678" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF_dsBgazRgECN-plFrePyxtSq2RHAuJi40VqC9VJPwNJb3bog3qUHuFv0Fb2yO86HhM7d8wYNrdTBDM97jM7jtBJCo7ieseZm-A1bEIO9Opw05q2FTF0THy9W3EZO8zwwsUT4KhXFcGE/s320/Mandralisca1.jpg" width="212" /></a></div>
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ed una scuola, non più in uso come tale, forse dagli anni Settanta
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglsYQTn4tAAmQTY3SEUHfOQUS-a-TV5Y0g7Ql2IYvFahzHpv_bnC4EM1KahXhynRSmRrbSqcK3HDOAaFVay5NsZQ7V5jl2AoIzFrrgbcVL_gmgg7XMML12Ue7x7W2vDryAYq5R-XbYc7c/s1600/Mandralisca2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglsYQTn4tAAmQTY3SEUHfOQUS-a-TV5Y0g7Ql2IYvFahzHpv_bnC4EM1KahXhynRSmRrbSqcK3HDOAaFVay5NsZQ7V5jl2AoIzFrrgbcVL_gmgg7XMML12Ue7x7W2vDryAYq5R-XbYc7c/s320/Mandralisca2.jpg" width="320" /></a></div>
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Qualche anno fa, un abitante del luogo ha acquisito la scuola ed ha chiesto i permessi per ristrutturarla; ma si è visto imporre una serie di vincoli dalla Soprintendenza in quanto la scuola sarebbe stata costruita “<i>nell’ambito della Riforma Agraria degli anni Cinquanta</i>”. Tuttavia l’ESA (figlio dell’ERAS che curò l’applicazione della legge 104, e cioè fu l’Ente che diede corso alla RA) nulla sa al riguardo; e di ciò avrebbe anche informato la Soprintendenza. Cosa peraltro assolutamente comprensibile, in quanto, in realtà, la scuola venne realizzata dall’impresa Bracco, nel 1964, su incarico del comune di Gangi.
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L’edificio ha un gemello a Bordonaro Soprano, quattro chilometri e mezzo più a Sud, lungo la SP14, difficile persino da vedere. Pare sia stato variato nell’architettonica, ma nessuno ha avuto nulla da ridire al riguardo. Perché probabilmente nessuno, fuorchè gli abitanti del luogo, sa nulla riguardo alla sua esistenza, le cui tracce rappresentano una goccia nel mare degli archivi comunali. Così come era stato precedentemente variato quello di Mandralisca, abolendo la pensilina all’ingresso
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPtDPQqH1SlRhipRs706AW6YSoRt5pJMmJBbQRGRDh1ElHphyd58NTPkj4ApM4dLnypngnz-4OknhRKaRFKjsAR1rWRgCMkAKUtdG0bu-3iQKmwt7jajdCqDWWfCrSv29vuJPX271NXG4/s1600/Mandralisca3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPtDPQqH1SlRhipRs706AW6YSoRt5pJMmJBbQRGRDh1ElHphyd58NTPkj4ApM4dLnypngnz-4OknhRKaRFKjsAR1rWRgCMkAKUtdG0bu-3iQKmwt7jajdCqDWWfCrSv29vuJPX271NXG4/s320/Mandralisca3.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ed anche lì nessuno aveva avuto alcunché da ridire. Ma la pensilina è ancora visibile nelle StreeetView di GoogleEarth
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaS4mQLsvO75R2xDZaymkSPGxrbHhYeeHTM7E9N7oC_oHn213XkY4ICqjKGku0cqQfArwVeIcCCpV8niyZmvd9MLOoM3b75kHO8UGxYeeT3ZRs9BOCHFdTFW7eIDASWed4tb1pr4AErTk/s1600/MandraliscaGE1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="1032" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaS4mQLsvO75R2xDZaymkSPGxrbHhYeeHTM7E9N7oC_oHn213XkY4ICqjKGku0cqQfArwVeIcCCpV8niyZmvd9MLOoM3b75kHO8UGxYeeT3ZRs9BOCHFdTFW7eIDASWed4tb1pr4AErTk/s320/MandraliscaGE1.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
D’altra parte, la costruzione di scuole (e non solo quelle) in più “copie” basate su un unico progetto, non era infrequente. Come, ad esempio, nel caso di Prestianni.
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<span style="font-size: medium;">
<i><b>Prestianni</b></i>
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<div style="text-align: justify;">
Prestianni è una frazione di Caltanissetta, circa sei chilometri a Sud della città, a metà strada tra questa e Santa Rita. Poche case intorno ad una piazza, sulla quale si affacciano anche una chiesa ed una scuola
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih2LH1SYVAnU-timT1m7wT3J7bAzEhMOY0cFv3ihDFofI_PGi5MF4lr9Zz1GII4wl5U_9KwLOGXpxQBVAsy4PAEMqnBSA6q3XmsiRNChjCl1WyxT3wLvU4rSLqPb0zMsw_Ji_3oU9PSDQ/s1600/Prestianni1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih2LH1SYVAnU-timT1m7wT3J7bAzEhMOY0cFv3ihDFofI_PGi5MF4lr9Zz1GII4wl5U_9KwLOGXpxQBVAsy4PAEMqnBSA6q3XmsiRNChjCl1WyxT3wLvU4rSLqPb0zMsw_Ji_3oU9PSDQ/s320/Prestianni1.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
A guardare le immagini satellitari, chiesa e scuola sembrano realizzate insieme ricomprese in un’unica “isola”; il tutto richiama da vicino certi borghi più recenti, come ad esempio il villaggio <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">Santa Margherita</a>. In pratica, sulle foto satellitari Prestianni sembra un borgo “C”, intorno al quale siano state costruite delle abitazioni
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7HfHgQIc_knfK2kVc9JnMh5dUFsxBX1cbSbavWtSKhA7VlOS-nOrooecJYZ0bKFdirQ4frou-mjECF7Le0d9CGE9uI-nix3aHKujHgKGZlBvByP7elp4SNcVzM68c9ePOsgmsHdEHFj0/s1600/PrestianniGE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="1024" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7HfHgQIc_knfK2kVc9JnMh5dUFsxBX1cbSbavWtSKhA7VlOS-nOrooecJYZ0bKFdirQ4frou-mjECF7Le0d9CGE9uI-nix3aHKujHgKGZlBvByP7elp4SNcVzM68c9ePOsgmsHdEHFj0/s320/PrestianniGE.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
In loco la situazione appare invece diversa. Risulta evidente come esista una differenza di almeno mezzo secolo tra chiesa
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihc19IXNxKP-T447I40TR9-Ige1NhzPZXT7KXJgl1jy5wVW50OViqpvSDb-OwkXXacLoqXoEeUOmgni7s7Sze9eLorHRgPBIpERrcwQqcFhs2O9f_wLQLFnpiOnjUFAbAgozOvDqWY7iM/s1600/Prestianni2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="658" data-original-width="1024" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihc19IXNxKP-T447I40TR9-Ige1NhzPZXT7KXJgl1jy5wVW50OViqpvSDb-OwkXXacLoqXoEeUOmgni7s7Sze9eLorHRgPBIpERrcwQqcFhs2O9f_wLQLFnpiOnjUFAbAgozOvDqWY7iM/s320/Prestianni2.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
e scuola
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYdif05z8DBedsjiJt2MxhylRGRyPp2v8VpUbzf2oon6VYv2c8E2nJNTPPsayJlnJ0QDwMkFx400EJq5_7t3nHNNAd33Pd_NXveZR1e74UGPdFYnxJ-BERLRDDxkCbcoYull2_gsSqmS4/s1600/Prestianni3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYdif05z8DBedsjiJt2MxhylRGRyPp2v8VpUbzf2oon6VYv2c8E2nJNTPPsayJlnJ0QDwMkFx400EJq5_7t3nHNNAd33Pd_NXveZR1e74UGPdFYnxJ-BERLRDDxkCbcoYull2_gsSqmS4/s320/Prestianni3.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La prima risale alla fine del XIX secolo; ma a quando risale la seconda?
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-Xsz4-4u2_JWhByC9WxSKh46Clv7x1l2M1LY9kH5LPUlNl0W7ibDMS8rBnDHGGY-yPWXZhnFqgqY_EpvDh5O6EJ0LGBV2iryiqGfXj6417U2lF0MgIQAqeZoCps3nnUzSmTAz8e6Vf4k/s1600/Prestianni4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-Xsz4-4u2_JWhByC9WxSKh46Clv7x1l2M1LY9kH5LPUlNl0W7ibDMS8rBnDHGGY-yPWXZhnFqgqY_EpvDh5O6EJ0LGBV2iryiqGfXj6417U2lF0MgIQAqeZoCps3nnUzSmTAz8e6Vf4k/s320/Prestianni4.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Alcuni abitanti del luogo conservano pagelle scolastiche che riportano date corrispondenti alla metà degli anni Quaranta del XX secolo. Questo lascerebbe supporre che la scuola sia stata edificata in periodo fascista; ma è anche possibile che allora fosse stato attivato il servizio scolastico, ma presso un edificio diverso, e la scuola sia così successiva. Comunque sia, l’edificio ha tre “gemelli” in altrettante frazioni, Cozzo di Naro, Favarella e Canicassè. Questo lascerebbe supporre che la realizzazione sia un po’ più recente, come per Mandralisca.
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<br />
Risulta infatti più frequente negli anni Cinquanta/Sessanta il riuso dei progetti; e, come accennato più avanti, non solo degli edifici scolastici.
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Quello che in realtà accade è che vi sono diversi processi che sono stati operanti nella genesi e nell’evoluzione dei “centri rurali”, che oggi vediamo come agglomerati di case nei pressi di un nucleo di servizio, nucleo di solito caratterizzato dalla presenza di una chiesa. La chiesa, infatti, nonostante <a href="http://http//wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi41-lultima-fase-dei.html">gli orientamenti che l’ERAS assunse negli anni Cinquanta</a>, ha sempre costituito un punto di riferimento, di aggregazione, soprattutto per la popolazione rurale della Sicilia.
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In generale, le chiese rappresentano un elemento peculiare nell’architettura occidentale. Ancorate a schematismi rigidi, fatti di sagrato, aula, transetto, abside, ed accessori (navate, cappelle, cantoria, battistero), riescono ad assumere le forme più svariate restando comunque sempre aderenti a tale schema. Per certi versi, sono la materializzazione perfetta di ciò di cui sono simbolo. La Chiesa Cattolica è uguale. Formalmente aderisce ai contenuti delle Scritture, ma in pratica è vittima e carnefice, con martiri ed Inquisizione; spazia dal duro e puro del Cavaliere Templare alla massima dissolutezza della pedofilia, dal voto di povertà di san Francesco ai tesori vaticani. E sempre Chiesa rimane. Riesce ad essere un elemento positivo e dissonante al contempo. Un minuscolo santuario in una zona desertica è tanto surreale quanto confortante per l’occasionale viandante. Come surreali e confortanti sono e sono state le maestose chiese del barocco siciliano in paesini peraltro costituiti da casupole
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic2Q5Cpm6G7VdhvHIQw3wTIMiyfjmP31nc9xJs8Yr6g-3ZzHn0VvomMWncDlw5m2MxXkfHak1uCyV2zbB0YQEo5VGAjYdAITJouMRMbq2JQ33NwbkyGXP5mZAYBEBBEgrqWel8H9GDWmI/s1600/salap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="566" data-original-width="860" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic2Q5Cpm6G7VdhvHIQw3wTIMiyfjmP31nc9xJs8Yr6g-3ZzHn0VvomMWncDlw5m2MxXkfHak1uCyV2zbB0YQEo5VGAjYdAITJouMRMbq2JQ33NwbkyGXP5mZAYBEBBEgrqWel8H9GDWmI/s320/salap.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ed in particolare, il contadino che si sentiva schiacciato dal padrone, che vedeva nella casa padronale, nel castello, nella masseria, il simbolo del potere che lo opprimeva, che guardava attonito il contrasto tra la sfarzosità in cui viveva il padrone, e la sua miseria, trovava comunque conforto nel pregare in una chiesa, magari anche più sfarzosa, senza sentirsi oppresso. Nei periodi più oscuri che il mondo ha attraversato, le chiese che si costruivano erano comunque maestose, monumentali; così come diverse persone, quando la loro esistenza si è fatta triste e cupa, è sempre nel buio di un’aula ecclesiastica che sono riuscite a rivedere la luce. Se “la religione è l’oppio dei popoli”, la chiesa in Occidente ne è stata la via preferita di somministrazione; e proprio come l’oppio, se ha addormentato i popoli inibendone le sollevazioni, ha anche alleviato il dolore dei singoli quando versavano in una situazione senza via d’uscita.
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<br />
Così i summenzionati processi, catalizzati dalla presenza della chiesa, si sono intersecati ed hanno agito in vario modo, dando vita a diverse tipologie di villaggi rurali, di origine più remota, più recente, con contributi statali, privati, etc.
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<br />
Esistono diverse realtà di questo tipo in Sicilia; ma tentare di elencarle tutte condurrebbe inevitabilmente verso quell’”infinito” cui accennavo più sopra.
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Ho ritenuto quindi che la modalità migliore di menzionarle fosse quello di illustrare brevemente dei singoli casi esemplificativi, al solo scopo di far meglio comprendere ciò che intendo; e vi è una zona, in Sicilia, che in un’area relativamente piccola raggruppa diversi centri che possono essere portati come esempio per illustrare la varietà delle situazioni cui ci si può imbattere. E’ una zona della quale abbiamo già avuto modo di parlare in più di un’occasione: è il calatino
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<span style="font-size: large;">
Caltagirone e dintorni
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ci siamo già imbattuti in vicende relative al territorio di Caltagirone ed il comprensorio del suo consorzio di Bonifica, ed in più di un’occasione. In esso abbiamo incontrato centri rurali di epoca preECLS (<a href="http://http//wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi28-la-fase-parallela.html">Mussolinia</a>), centri rurali ECLS (<a href="http://http//wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/07/la-via-dei-borghi18-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Lupo</a>), centri rurali transitati dall'ECLS all'ERAS (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi24-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Ventimiglia</a>), nonchè centri rurali postECLS realizzati dal Consorzio (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">Santo Pietro, Franchetto, San Giovanni Bellone</a>, anche se gli ultimi due si troverebbero nel comprensorio del consorzio della piana di Catania); ma essi, anche se appartenenti a “fasi” diverse, condividono tutti la prerogativa di essere stati realizzati o quantomeno progettati nella prima metà del ventesimo secolo e con il contributo dello Stato o di un’ente pubblico. I limiti che tale prerogativa marca possono però essere espansi sia nel dominio temporale, sia in quello concettuale, con particolare riferimento a ciò che sopra ho denominato “città di conversione”. Ed un centro che esemplifica tale espansione è Granieri.
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<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Granieri</b></i>
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Devi considerare poco più di un accenno quanto verrà detto qui su Granieri, Lettore, in quanto su di esso esiste un’ottima pubblicazione di Rosario Vizzini:
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<br />
Rosario Vizzini, <i>Granieri: il Feudo, la Masseria, il Borgo</i>, Palermo 2012, ISBN 978-88-91023-90-2
<br />
<br />
dalla quale è possibile ricavare i più minuti dettagli di ciò che invece qui esporrò in generale.
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Vi sono comunque diversi nodi di intersezione, diversi addentellati tra la storia di Granieri ed altre storie cui si accenna in questo blog.
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Infatti pare che il feudo di Granieri sia stato originariamente scorporato dalla baronia di Fetanasimo ( originariamente Fatamasim), cui si accenna <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi28-la-fase-parallela.html">qui</a>; agli inizi del quindicesimo secolo, dopo diversi passaggi, venne venduto, dal Monastero Benedettino si S. Maria Licodia, a Francesco Paternò, del Casato Paternò Castello, i cui discendenti, due secoli più tardi, diverranno Duchi di Carcaci, di cui si parla <a href="http://http//wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi2-i-borghi-rurali.html">qui</a>. Prima che il casato Paternò acquisisse il ducato di Carcaci, però, il possesso del feudo Granieri ritornò ai benedettini, che lo mantennero fin quando, dopo l’Unità d’Italia, esso venne acquisito dal Demanio, così come avvenne per <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi33-la-fase-parallela.html">Ciolino</a>; la normativa che lo consentì, e soprattutto gli abusi cui si prestò, sono l’oggetto del paragrafo 85 de “La Sicilia del 1876” di Franchetti e Sonnino, testo menzionato <a href="http://http//wwwvoxhumana.blogspot.it/2012/12/la-via-dei-borghi-introduzione.html">qui</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi3-lunita-ditalia.html">qui</a> e <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">qui</a>. Venne così diviso in dodici parti, coincidenti con le rispettive contrade, sei delle quali vennero acquistate da Antonio Silvestri nel 1869. La masseria fortificata
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFZQVwhfh4KXu9UkzmAbGlbCHfmWcZ6h8t6cL4uxNkm7MZtuO-ZDsVX2_45WNDByibiDAr18_4qBhSPH-G4ltM-iGScH8z3Jh4xeSdUSZg6Y-RdoKjP3f9VVZrJok2umItGk0ctEP6568/s1600/Granieri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFZQVwhfh4KXu9UkzmAbGlbCHfmWcZ6h8t6cL4uxNkm7MZtuO-ZDsVX2_45WNDByibiDAr18_4qBhSPH-G4ltM-iGScH8z3Jh4xeSdUSZg6Y-RdoKjP3f9VVZrJok2umItGk0ctEP6568/s320/Granieri.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
costruita circa quindici anni dopo l’acquisizione del feudo, racchiudeva all’interno delle mura turrite
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWVAINKrFG_fM2jL8xcvK_DH3MIn-6Zd8-r-bje3X7g42EYXzvjq9rvea8vbn5zDzzgBWIi5yJSuHL51BadUBxrKO8D1mwVv5jh5pS7RCZW3R1GCNoqzvrgbElpr_m3JZJgP0I0RPfiM8/s1600/Granieri1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="661" data-original-width="1024" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWVAINKrFG_fM2jL8xcvK_DH3MIn-6Zd8-r-bje3X7g42EYXzvjq9rvea8vbn5zDzzgBWIi5yJSuHL51BadUBxrKO8D1mwVv5jh5pS7RCZW3R1GCNoqzvrgbElpr_m3JZJgP0I0RPfiM8/s320/Granieri1.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
il palazzo padronale
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHNxWBwbSSwEpNY_KZDWHDNrIpm1wC4Q9nOHSdA2XO-OSIbwFcfC865Cz76_jhSkYpjQTe2MATfgdFX6DJDeeW4UGOmdrbEG3935nquUGxV-XP2a-qYGPLuuPuAPSledX4DLTpYHZGK0U/s1600/Granieri2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHNxWBwbSSwEpNY_KZDWHDNrIpm1wC4Q9nOHSdA2XO-OSIbwFcfC865Cz76_jhSkYpjQTe2MATfgdFX6DJDeeW4UGOmdrbEG3935nquUGxV-XP2a-qYGPLuuPuAPSledX4DLTpYHZGK0U/s320/Granieri2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e diverse costruzioni con funzioni di magazzini e di alloggi
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUlXdAT9eJVYZN4V2im_3In6sWhUDAr3FtQgwWqoFYMrMAzcuHHKTCzZmDwayDCmJkedGrM6LoRwwPFgW0S_9bZXVMhU4bja_ssQEsuXXb5jP3hSD5urR0C_sila6K46kF4H7PH4XsknE/s1600/Granieri3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUlXdAT9eJVYZN4V2im_3In6sWhUDAr3FtQgwWqoFYMrMAzcuHHKTCzZmDwayDCmJkedGrM6LoRwwPFgW0S_9bZXVMhU4bja_ssQEsuXXb5jP3hSD5urR0C_sila6K46kF4H7PH4XsknE/s320/Granieri3.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Costituirà la premessa per la successiva edificazione del borgo, in quanto fu nell’ambito di essa che vennero istituiti i primi servizi: scuola, chiesa, rivendita e stazione dei carabinieri. Occorrerà attendere ancora quarant’anni, però, per veder sorgere le prime abitazioni, che verranno costruite tutte nella seconda metà degli anni Venti del XX secolo; mentre dovrà trascorrere ancora un quarto di secolo perché Granieri assuma l’aspetto odierno
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi991x7AyBct345wzgolo4S2gXVZrDH8Lwuk2zllx81jiG9xvt3vt8pHRruYKxVPx9dpCHGUw3ENd4OP5jQzYm28qohrAnUAkTfA78kUky_-tmbQvAxInByrlDNiWywOaRxbVZ8369v3lk/s1600/Granieri4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi991x7AyBct345wzgolo4S2gXVZrDH8Lwuk2zllx81jiG9xvt3vt8pHRruYKxVPx9dpCHGUw3ENd4OP5jQzYm28qohrAnUAkTfA78kUky_-tmbQvAxInByrlDNiWywOaRxbVZ8369v3lk/s320/Granieri4.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli edifici relativi ai servizi furono infatti edificati nella seconda metà del XX secolo; l’ultimo ad essere realizzato fu la delegazione comunale
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixGpuYS52DpGeOoxaL6J_Trrx8Zf3K_8dXJX24_4ZxaTmSAYPbrXwATmQ-nheVFYCsF1OLYka6kPqqRAQIRQ89sytkD6jXJgLTFcXrHBNLhnTaXrGCLeUjqG3kG8ShvNlmfF86gpTl554/s1600/Granieri5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="661" data-original-width="1024" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixGpuYS52DpGeOoxaL6J_Trrx8Zf3K_8dXJX24_4ZxaTmSAYPbrXwATmQ-nheVFYCsF1OLYka6kPqqRAQIRQ89sytkD6jXJgLTFcXrHBNLhnTaXrGCLeUjqG3kG8ShvNlmfF86gpTl554/s320/Granieri5.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
resasi necessaria quando, nel 1969, Granieri divenne frazione di Caltagirone.<br />
La chiesa, invece, risale ad oltre venti anni prima, essendo stata edificata tra il 1955 ed il 1956.
<br />
<br />
La chiesa di Granieri è proprio l’esempio di come la replica dei progetti, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi41-lultima-fase-dei.html">come quella adottata dall’ERAS</a>, negli anni 50/60 fosse tornata ad essere una pratica ricorrente, e non solo per gli edifici scolastici. Oltre che con le scuole citate sopra, ci siamo imbattuti nel “riciclo” dei progetti degli edifici ecclesiastici con <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">Franchetto e San Giovanni Bellone</a>. Ma questo vale anche per la chiesa di Granieri
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnXMqohITaIqPP8gmrUWHTw20Vr9iSNs4lQHKfhwdxBNqrpFMgEIKizkqtPzkzU3E_Chprny51DoNZhGgOuLDFazmgO2ha8SIDuIC929-u8ERr17JkLhnsS0qppGNRY8xbOJBTtt4gMUI/s1600/Granieri6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="677" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnXMqohITaIqPP8gmrUWHTw20Vr9iSNs4lQHKfhwdxBNqrpFMgEIKizkqtPzkzU3E_Chprny51DoNZhGgOuLDFazmgO2ha8SIDuIC929-u8ERr17JkLhnsS0qppGNRY8xbOJBTtt4gMUI/s320/Granieri6.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
che ha due (quasi) gemelle a Mazzarrone, in via Padova
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2zvYwEX9daDrmToupesU0QQ6z3W4pTxXx8Ye9RZUOuXJhIB86vyfBvWkmvkF-60llogt2kUny4AUD2LMGUbyhIjfQ0ihDSBkNdNfnbWGJRS-Jp1OOeWXfjwrows89tMmjWaJiTbleK8s/s1600/Mazzarrone1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="664" data-original-width="1024" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2zvYwEX9daDrmToupesU0QQ6z3W4pTxXx8Ye9RZUOuXJhIB86vyfBvWkmvkF-60llogt2kUny4AUD2LMGUbyhIjfQ0ihDSBkNdNfnbWGJRS-Jp1OOeWXfjwrows89tMmjWaJiTbleK8s/s320/Mazzarrone1.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
ed in largo Sacro Cuore
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_0-iseP6QBZdMfgXLBnDLx_Spko98GG9IxiDbVv8iWULWJxtm_geZQ_90bqkHGhdrBeHX-4m3R2kLPsC3MdIGwN3MSflTxMejPJz3zWqRbdhCfnMSt9G5byBvNEcvgIusIlfhW5veo8k/s1600/Mazzarrone2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="667" data-original-width="1024" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_0-iseP6QBZdMfgXLBnDLx_Spko98GG9IxiDbVv8iWULWJxtm_geZQ_90bqkHGhdrBeHX-4m3R2kLPsC3MdIGwN3MSflTxMejPJz3zWqRbdhCfnMSt9G5byBvNEcvgIusIlfhW5veo8k/s320/Mazzarrone2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
( la quale, per inciso, si trova ad un chilometro e mezzo di distanza da quelle “Case Molinia” che qualcuno ha fantasiosamente ritenuto di dover identificare con <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi28-la-fase-parallela.html">Mussolinia</a>).<br />
<br />
La differenza più rilevante consiste, come può dedursi dalle immagini, nell’assenza della torre campanaria.
<br />
<br />
Qui concludo la mia breve descrizione di Granieri; ulteriori informazioni possono essere desunte dai commenti che Rosario Vizzini ha gentilmente ritenuto di voler lasciare in calce al post sui <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi37-la-settima-fase-dei.html">borghi misti</a>.I dettagli invece relativi alla storia di Granieri sono compiutamente riportati nella sua, già citata, pubblicazione “Rosario Vizzini, <i>Granieri: il Feudo, la Masseria, il Borgo</i>”, edito nel 2012.
<br />
<br />
Se Granieri è un esempio di centro rurale la cui evoluzione, iniziata nel XIX secolo, ha progredito fino alla seconda metà del ventesimo, vi è, a breve distanza, un altro centro rurale il cui sviluppo è interamente concentrato dopo gli anni Cinquanta: Piano San Paolo
</div>
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<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Piano San Paolo</b></i>
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
La particolarità di Piano San Paolo non consiste però nell’epoca di realizzazione; anche il <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">Villaggio Santa Margherita</a> è stato costruito nella seconda metà del ventesimo secolo. La particolarità consiste nel raggruppamento spontaneo intorno ad una chiesa avvenuto in tempi recenti
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0zNx9VsNyKQ5GMZZrUQZfqS2mEMtioMSx9qHAGQPLZQRZwjTxXZMxMBJ5N_bbCKP2Pzp7pK3uTsRN9XH92ndqSA7W-rNyLzXK0E6EXYYfQsUXTNvUAJuOXR0Ml_DH0J5m_THKRMItyo4/s1600/PainoSanPaolo1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0zNx9VsNyKQ5GMZZrUQZfqS2mEMtioMSx9qHAGQPLZQRZwjTxXZMxMBJ5N_bbCKP2Pzp7pK3uTsRN9XH92ndqSA7W-rNyLzXK0E6EXYYfQsUXTNvUAJuOXR0Ml_DH0J5m_THKRMItyo4/s320/PainoSanPaolo1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ed il raggruppamento è spontaneo perché, al di fuori della chiesa e dell’edificio annesso, non vi sono altri edifici di servizio, con l’unica eccezione dell’attuale sede delle delegazione comunale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLT334GXIioVJBv9lLT_hUQTpeC6kbXi8YWVVQguFVcpU4Ai0KUIvAYn7p8ZZFjxHDQ0S_qbcNqazphWKmAc2tnqYpolBG1f60a29TNT5UuEZmVZ5EL0yF1yaDgfQIoE6hczhiGVdl9-E/s1600/PainoSanPaolo2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLT334GXIioVJBv9lLT_hUQTpeC6kbXi8YWVVQguFVcpU4Ai0KUIvAYn7p8ZZFjxHDQ0S_qbcNqazphWKmAc2tnqYpolBG1f60a29TNT5UuEZmVZ5EL0yF1yaDgfQIoE6hczhiGVdl9-E/s320/PainoSanPaolo2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che probabilmente nasce con funzione di scuola rurale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUX7O67wSrro9dziOtoOJbmCXSgHopE28SuXpr4h7groboOufwavbfJC8oXGayKyQVzxx4liCPG5V0iH8iB1XU1uKu5Yecv8Fz4IDj-fBm90b2hADindA3OjB7IDO6xxZYnpdFqo8VJOw/s1600/PainoSanPaolo3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUX7O67wSrro9dziOtoOJbmCXSgHopE28SuXpr4h7groboOufwavbfJC8oXGayKyQVzxx4liCPG5V0iH8iB1XU1uKu5Yecv8Fz4IDj-fBm90b2hADindA3OjB7IDO6xxZYnpdFqo8VJOw/s320/PainoSanPaolo3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ però relativamente distante dal nucleo delle abitazioni, ed è verosimile che la sua costruzione sia anteriore a quella delle case che circondano la chiesa
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGfLQYsRpznKVWMJqfjOWOCCS_w7ESj8uopXQlbmoWIDA2-4-7l11wzWT9WcThdWHOuxxpMD5OrbM1fZyEZx_iUtNkpjmzNDogkkcPlPkrVD2MuaUP9dzMccIbsRxF2zGoUCHfJ7g7Krc/s1600/PainoSanPaolo5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGfLQYsRpznKVWMJqfjOWOCCS_w7ESj8uopXQlbmoWIDA2-4-7l11wzWT9WcThdWHOuxxpMD5OrbM1fZyEZx_iUtNkpjmzNDogkkcPlPkrVD2MuaUP9dzMccIbsRxF2zGoUCHfJ7g7Krc/s320/PainoSanPaolo5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e della chiesa stessa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUa_Ri3vEMJb222nfssV-z9nivMw7EFB2h5sQZ-K_PFQ54afM8gS3l7ZQtxjxR0hG_nZF7FMfPn7CfOePSrcMV3SFqMtfIididHJg7xQwIT7KkGN8A5p7xJ2uJjkKlkWTwyMdszowuKo4/s1600/PainoSanPaolo4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="667" data-original-width="1024" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUa_Ri3vEMJb222nfssV-z9nivMw7EFB2h5sQZ-K_PFQ54afM8gS3l7ZQtxjxR0hG_nZF7FMfPn7CfOePSrcMV3SFqMtfIididHJg7xQwIT7KkGN8A5p7xJ2uJjkKlkWTwyMdszowuKo4/s320/PainoSanPaolo4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quest’ultima, con canonica ed altri edifici annessi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKKkYc8CuR1yiU1ny58fSvXPNXsrhyphenhyphenYwRlYWfgmvLjyf0c1PepXk18sMXA1B7CEN62Rsgqui7PnN2NcqEqZ68JGiVgnaAFdr08_l3MDrUJj2BXK102pJmkA7C0wHqlrhU0RnZ23OrKY8k/s1600/PainoSanPaolo6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKKkYc8CuR1yiU1ny58fSvXPNXsrhyphenhyphenYwRlYWfgmvLjyf0c1PepXk18sMXA1B7CEN62Rsgqui7PnN2NcqEqZ68JGiVgnaAFdr08_l3MDrUJj2BXK102pJmkA7C0wHqlrhU0RnZ23OrKY8k/s320/PainoSanPaolo6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
deve essere stata realizzata, analogamente a quella di Granieri, tra la seconda metà degli anni Cinquanta, e la prima metà degli anni Sessanta del XX secolo. Questa immagine del 1955
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzLcwo7y1540Al30N8C_qmKWA0MFf5qaD2DY5nXEa1iqnV93y5FqLY54-fFvZ2R5m60cIUI5grTqt-wTv8JXnTxNcbAvYegyGi5qSO3kGEAmZITGLUzwM6KCkl0NpvZi2opkpvUbXHQs4/s1600/PianoSanPaoloAerea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="692" data-original-width="1024" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzLcwo7y1540Al30N8C_qmKWA0MFf5qaD2DY5nXEa1iqnV93y5FqLY54-fFvZ2R5m60cIUI5grTqt-wTv8JXnTxNcbAvYegyGi5qSO3kGEAmZITGLUzwM6KCkl0NpvZi2opkpvUbXHQs4/s320/PianoSanPaoloAerea.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
infatti, mostra solo una piccola costruzione nel luogo esatto in cui sorgerà la chiesa, e l’assenza delle case attualmente presenti. L’immagine non è di qualità ottimale, così non sono riuscito a comprendere se la costruzione visibile sia un edificio preesistente, o documenti le primissime fasi della costruzione della chiesa attuale; quand’anche però l’immagine documentasse la presenza di diverso edificio, la sua esistenza non può essere antecedente di più di una quindicina d’anni. Le carte AMS relative alla zona, basate su rilievi del 1921 aggiornati al 1940 (cioè, quindici anni prima), non mostrano la presenza dell’edificio, né di qualsiasi altra costruzione all’infuori delle case Troitta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioj_wqosB98flM5C47Lm21Vs1Up6istk_Hee4R1LM7GIWTPRBEA8xccQJVpnqmCT2ragG8pJWrTeqLLurFy8JpC8RDWTtTVf0eg2p7A6-JGPQfyIuOV6LHHtEvd1pJ6mdHg5M5OrMezm4/s1600/PianoSanPaoloIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="639" data-original-width="1024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioj_wqosB98flM5C47Lm21Vs1Up6istk_Hee4R1LM7GIWTPRBEA8xccQJVpnqmCT2ragG8pJWrTeqLLurFy8JpC8RDWTtTVf0eg2p7A6-JGPQfyIuOV6LHHtEvd1pJ6mdHg5M5OrMezm4/s320/PianoSanPaoloIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Piano San Paolo, pertanto, è un borgo rurale “dell’ultima ora”, una sorta di anomalia della fine del XX secolo. Ma non è l’unica “anomalia” presente nell’area del calatino.<br />
<br />
E se con Granieri abbiamo assistito all’integrazione tra pubblico e privato svoltasi nell’arco di un secolo, con Piano san Paolo alla rapida evoluzione di un centro rurale che ha iniziato la sua esistenza solo recentemente, ora avremo modo di espandere indietro nel tempo, e di molto, i limiti temporali. Ma soprattutto di rimediare ad un’ingiustizia.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>San Basilio</b></i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’ingiustizia, Lettore, riguarda il mancato riconoscimento di un’iniziativa analoga a, anzi più lodevole di, tante altre, che pur, invece, sono state riconosciute. E non solo da me che, alla fin fine, poco o nulla conto; ma da tutti quelli che in qualche modo si sono occupati dei borghi rurali del ventesimo secolo. Intendo riferirmi ai centri rurali realizzati, durante il periodo del fascismo, da privati ma con contributi pubblici. Chi ha studiato il problema (Vincenzo Sapienza, Liliane Dufour, Joshua Samuels, Maria Lina La China, e così via) ha adottato dei criteri classificativi leggermente diversi ma che, invariabilmente convergono su un punto: Santa Rita e Libertinia. Ognuno di loro ha eseguito variazioni personali riguardo ai centri da inserire nella classificazione, ma Santa Rita e Libertinia hanno costituito un invariante, considerati esempi classici ed unici della collaborazione pubblico-privato durante il periodo fascista. Da tutti me compreso, che li ho inseriti in una “<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi27-la-fase-parallela.html">fase parallela</a>”, più che in un gruppo caratterizzato dalla collaborazione pubblico-privato, non riuscendo a considerare “privato” Mussolini anche quando contribuiva con fondi personali alla costruzione di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/01/la-via-dei-borghi31-la-fase.html">Pergusa</a>, o il comune di Caltagirone che progettava ed inaugurava <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi28-la-fase-parallela.html">Mussolinia</a>.
<br />
<br />
L’importanza dei villaggi nati da tale tipo di “collaborazione” (dove per collaborazione si intende un’iniziativa privata spesso finanziata in gran parte con i soldi pubblici) risiederebbe nella dimostrazione, che essi costituirebbero, dell’esistenza di un rapporto non antagonistico, ma collaborativo, tra alcuni latifondisti “illuminati” e regime fascista.
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<br />
Ma <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi29-la-fase-parallela.html">qui</a> sottolineo come sia stata una convenienza più che un’illuminazione ad aver spinto Pasquale Libertini ad intraprendere l’operazione Libertinia che nasce dal nulla (è una delle poche “città di fondazione” a tutti gli effetti del ventesimo secolo). E nel caso di Santa Rita, La Lomia Bordonaro (il “nobilissimo esempio da imitare”) non si produsse in chissà quale titanico sforzo, semplicemente adeguando borgo Pisciacane, che era un insediamento sorto non più tardi degli anni Venti; sebbene, a differenza di Pasquale Libertini, lo abbia fatto interamente con il denaro suo.
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San Basilio
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF6wJFUlhN16t0NBxQuIx62K2HzTCi1lzTTK1ARDv79gqKP3z6fY5adftN9V1RNeI_7kyM1hIRMsgOwEPhgWVkDsl_nf06gDQU4MrcuXuyFJw-cedGhoYA9iFaEkPZbO5K1JqlNeCQEr4/s1600/SanBasilio1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF6wJFUlhN16t0NBxQuIx62K2HzTCi1lzTTK1ARDv79gqKP3z6fY5adftN9V1RNeI_7kyM1hIRMsgOwEPhgWVkDsl_nf06gDQU4MrcuXuyFJw-cedGhoYA9iFaEkPZbO5K1JqlNeCQEr4/s320/SanBasilio1.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
invece nasce prima, molto prima. Il nucleo della masseria risalirebbe al 1674
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4tm91HF5EybF4hmw3JFwFp34HNGHdV55DXyG_dRLRK7OijI8CeWr3zb-_uGYBygdpuufV9FUJos_KSAKugDGvEd4BBGpq64XuixSpeAIqsfv416wHcFdUXTrPA0JtTKQPiVaePlsM9R0/s1600/SanBasilio2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4tm91HF5EybF4hmw3JFwFp34HNGHdV55DXyG_dRLRK7OijI8CeWr3zb-_uGYBygdpuufV9FUJos_KSAKugDGvEd4BBGpq64XuixSpeAIqsfv416wHcFdUXTrPA0JtTKQPiVaePlsM9R0/s320/SanBasilio2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre di poco posteriore sarebbe l’annessa chiesetta
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPQuAEER9ONXJKmx8wg94FT8Z1ZiGJAnHxqQ8zE7Xf7LHm1KqbgriruVYv0JCpFPXcKCdFDBTn-7p0RsygKNaq5Cd4xSshnImq4hPi6L5agvkrMzcyuM3OUhcW_Y-k3-meOokVTR9aVVM/s1600/SanBasilio3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPQuAEER9ONXJKmx8wg94FT8Z1ZiGJAnHxqQ8zE7Xf7LHm1KqbgriruVYv0JCpFPXcKCdFDBTn-7p0RsygKNaq5Cd4xSshnImq4hPi6L5agvkrMzcyuM3OUhcW_Y-k3-meOokVTR9aVVM/s320/SanBasilio3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con accesso diretto dall’esterno e quindi funzionalmente separata dalla masseria.
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<br />
Nel 1740 il feudo passò ai Filangeri; ma la “svolta” avviene nel XX secolo, con la costruzione di case per agricoltori
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFQ5mnSpTlFIzmFWKILQKzNptZer46_pIvJzMy68j7uEpF57MqBfaFAbjGr_sKvlSu87GhFY4uqmpC9TEzb1C6UJpjWy0xmoZU_zCjzWQGoF7LYYZ8cbcmNh70lsLHuWnBMaGoALdCG74/s1600/SanBasilio4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFQ5mnSpTlFIzmFWKILQKzNptZer46_pIvJzMy68j7uEpF57MqBfaFAbjGr_sKvlSu87GhFY4uqmpC9TEzb1C6UJpjWy0xmoZU_zCjzWQGoF7LYYZ8cbcmNh70lsLHuWnBMaGoALdCG74/s320/SanBasilio4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Esse dovrebbero essere state realizzate, a quanto mi è stato riferito, nel primo o nel secondo decennio del Novecento; ed il secondo decennio appare il periodo più probabile considerato che la loro presenza, contrariamente a quanto accade per le più recenti carte topografiche IGM
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiupzwvlxOjmCp-CmkI4eVR90j8NieXsRjoixzppV13k_tRLM5o2-6QgbPOsHa5sVdqL1k8Gq-HLiMNCgjkzy4WHju4j-bOO8P5syyIUY5j5ZWScpBnPuzIuPrGn7HcLNQ09Z3f3liB6Lo/s1600/IGM+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="608" data-original-width="1024" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiupzwvlxOjmCp-CmkI4eVR90j8NieXsRjoixzppV13k_tRLM5o2-6QgbPOsHa5sVdqL1k8Gq-HLiMNCgjkzy4WHju4j-bOO8P5syyIUY5j5ZWScpBnPuzIuPrGn7HcLNQ09Z3f3liB6Lo/s320/IGM+2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
non è rilevabile sulle carte AMS
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha8qICdshZyQ30B5fEEQ8HkBgbngOhPTjw80mFBzKTw2OcI0024OyVFi2dObhGF3liza5frNztlo4YJ7hdIDWzKdd1Pp-XUgTtNq4J92SZGmhMh71sO8cyubtI8L3C4wMsPdTs1KqL6TM/s1600/IGM+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="681" data-original-width="1024" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha8qICdshZyQ30B5fEEQ8HkBgbngOhPTjw80mFBzKTw2OcI0024OyVFi2dObhGF3liza5frNztlo4YJ7hdIDWzKdd1Pp-XUgTtNq4J92SZGmhMh71sO8cyubtI8L3C4wMsPdTs1KqL6TM/s320/IGM+1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Così come nelle stesse carte non sono rilevabili gli altri edifici, posti a SudEst della chiesa; essi consistono in una rimessa per mezzi agricoli
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMXLYrVkgT50dXlvMP1TwtFnZ6Yq_3ACVmlPW8ZUFt_QLp6sRMMVkzAiUEmv7qztiC8Sqy4yOut34i1OUKw-QglwkfS8HSwjkxlHDCJ4-sit6D6W7Lb-T6Hof3GqOWn96WQOIYM_MdP8g/s1600/SanBasilio5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMXLYrVkgT50dXlvMP1TwtFnZ6Yq_3ACVmlPW8ZUFt_QLp6sRMMVkzAiUEmv7qztiC8Sqy4yOut34i1OUKw-QglwkfS8HSwjkxlHDCJ4-sit6D6W7Lb-T6Hof3GqOWn96WQOIYM_MdP8g/s320/SanBasilio5.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
(che verosimilmente aveva un’officina annessa), una scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH9HzuhUR_-aw8hZVHMz66HjQYNKkfj6YOmFGaXdPEeHU0nZqCeU7iTi0Gb0TGdBtp9TRr7ZVj8IK2p-sN-PuLdR0DZxnOTpQgqBgLkD4XaAgU9w7eNHPUVRjieSo0DDV_d-sqSBiD9ks/s1600/SanBasilio6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH9HzuhUR_-aw8hZVHMz66HjQYNKkfj6YOmFGaXdPEeHU0nZqCeU7iTi0Gb0TGdBtp9TRr7ZVj8IK2p-sN-PuLdR0DZxnOTpQgqBgLkD4XaAgU9w7eNHPUVRjieSo0DDV_d-sqSBiD9ks/s320/SanBasilio6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed una sala cinematografica
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicjAAISslmiDALlE0QU3StC6lcVkh-xVx6A2YZeIR5Aq-NtjZVx0Yb-l2SkAi533Hevze3IYS8wNwhRT9rqDbK6OdKQZmELqnZEr8RiI1SBe5iivWUdHwz7IKoD6RsoUOAQx7h58Gr9DE/s1600/SanBasilio7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicjAAISslmiDALlE0QU3StC6lcVkh-xVx6A2YZeIR5Aq-NtjZVx0Yb-l2SkAi533Hevze3IYS8wNwhRT9rqDbK6OdKQZmELqnZEr8RiI1SBe5iivWUdHwz7IKoD6RsoUOAQx7h58Gr9DE/s320/SanBasilio7.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In pratica, alla fine venne realizzato un vero e proprio centro servizi, un “borgo rurale” secondo la concezione ECLS/ERAS. Ma quando avvenne tutto ciò? La data è leggibile in maniera inequivocabile sulla chiave di volta dell’ingresso della rimessa:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirCWBUnEzbZBobWBLoiygNIYuDymvS8DKTgNli8nWmMAPHBH-4Mhmi5sq8KyU-nNthukkJK8K5USgWv7axwazNRNqYfnxnMpnfnRaSomB6SExLCIad229QoPCF8mT4V119wyKB8lEqxFQ/s1600/SanBasilio8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="749" data-original-width="1024" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirCWBUnEzbZBobWBLoiygNIYuDymvS8DKTgNli8nWmMAPHBH-4Mhmi5sq8KyU-nNthukkJK8K5USgWv7axwazNRNqYfnxnMpnfnRaSomB6SExLCIad229QoPCF8mT4V119wyKB8lEqxFQ/s320/SanBasilio8.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nell’imminenza della conversione dell’Istituto VEIII in ECLS, e dell’inizio della riforma fascista affidata all’Ente, un latifondista realmente “illuminato” costruiva un intero borgo avvalendosi di risorse economiche esclusivamente personali, senza richiedere né percepire alcun contributo.
<br />
<br />
La scuola è stata operante, come scuola rurale, fino agli inizi degli anni Settanta, mentre adesso viene utilizzata come abitazione. Il cinema, invece, è utilizzato come magazzino; ed anche le case, con l’esclusione di quelle ormai diroccate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmaoOJcHjX83d-N5DzMDWOVkFJxvKDBuldM98FgYIdUxSnQJ18iwRdtmVI0WCGJcKVDKIFIk81aLL8VGbPYCKERmDQ5XWFhs2jySX-pY0Fi8KelQ02WW7eeGKEmBhpELvofbOxiHB1TIA/s1600/SanBasilio9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmaoOJcHjX83d-N5DzMDWOVkFJxvKDBuldM98FgYIdUxSnQJ18iwRdtmVI0WCGJcKVDKIFIk81aLL8VGbPYCKERmDQ5XWFhs2jySX-pY0Fi8KelQ02WW7eeGKEmBhpELvofbOxiHB1TIA/s320/SanBasilio9.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ormai esplicano un’analoga funzione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVG-ZwanvrU7L9EhYywfNUb75r0uIkzVRT1uPq7Rwp9Ks2y5dZjtv4dJmzKa8v9z2jj4eIitu7Fx4nRKKoV7mvBDWjUO98BGddrQQ8p21H_jKHsFzsY5UkUMNOpeiOkhdx_E0Zy6K9lUE/s1600/SanBasilio10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVG-ZwanvrU7L9EhYywfNUb75r0uIkzVRT1uPq7Rwp9Ks2y5dZjtv4dJmzKa8v9z2jj4eIitu7Fx4nRKKoV7mvBDWjUO98BGddrQQ8p21H_jKHsFzsY5UkUMNOpeiOkhdx_E0Zy6K9lUE/s320/SanBasilio10.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’unico fabbricato che avrebbe conservato, in un certo modo, l’utilizzo iniziale resta così la rimessa, che però più che mezzi agricoli ospita ormai automobili.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Fanzirotta e Ficari
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E vi sarebbero molte altre iniziative simili, sebbene non esattamente analoghe, come ad esempio Fanzirotta (o Canzirotta)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgABJ30Anqk8bgAYXQkhex3STAJmGjNtl7MT3-qqT5TKYWf6KK1lK_n2kCWKz5f8H7Pu_afFznw1p4ykQsZoG6Tu1soUkQOmRQghv2Rd4OQ7LTkxt3cfMaxz16zAWdBo8wXtHi3VpHsPQg/s1600/Canzirotta1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgABJ30Anqk8bgAYXQkhex3STAJmGjNtl7MT3-qqT5TKYWf6KK1lK_n2kCWKz5f8H7Pu_afFznw1p4ykQsZoG6Tu1soUkQOmRQghv2Rd4OQ7LTkxt3cfMaxz16zAWdBo8wXtHi3VpHsPQg/s320/Canzirotta1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sebbene il palazzo padronale sia di molto posteriore (risale al 1880), la fondazione del centro rurale è precedente a quello di San Basilio. La proprietà del feudo era dei Lanza di Scalea, ramo della stessa famiglia di quei Lanza di Trabia proprietari di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">Polizzello</a>, che, prima che la situazione degenerasse, aveva visto la progressiva trasformazione della masseria in un vero borgo. Tale trasformazione era iniziata con la donazione di alcuni fabbricati di Polizzello al comune di Mussomeli di cui si era fatto promotore Desiderio Sorce; e tale intermediazione era risultata particolarmente efficace in quanto il cavalier Sorce, oltre ad essere sindaco di Mussomeli, era anche amministratore dei beni di casa Lanza di Trabia.
<br />
<br />
Ma non solo. Desiderio Sorce, ucciso nel maggio del 1913 in un agguato mafioso, amministrava anche i beni di casa Lanza di Scalea; e come si era fatto promotore dell’evoluzione di Polizzello, lo fu per Canzirotta. Vi è ancora una lapide che ricorda il suo impegno nella realizzazione del centro rurale, apposta all’ingresso del palazzo padronale di Canzirotta-Fanzirotta dieci anni dopo la sua morte. La lapide è praticamente illeggibile senza luce radente, ma essa reca scritto: “<i>In memoria del CAV. DESIDERIO SORCE che con intelletto e amore cooperò validamente alla fondazione di questa colonia agricola</i>”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTP7yno16xb0J65aJEGdcdT_aYU2PbTvEznSsE0b1WDr_FWb7IcT64-QZTzwMPaCJ0fr6amb_doUZrOOAcegrRQbeWuB36XP3tey_jU-KjAKumSngxcDescZVeBbgGqp_Su-u9gHMlUwE/s1600/Canzirotta2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTP7yno16xb0J65aJEGdcdT_aYU2PbTvEznSsE0b1WDr_FWb7IcT64-QZTzwMPaCJ0fr6amb_doUZrOOAcegrRQbeWuB36XP3tey_jU-KjAKumSngxcDescZVeBbgGqp_Su-u9gHMlUwE/s320/Canzirotta2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche Fanzirotta comprendeva una scuola rurale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRvPtSpr1-lBTiSpo15QbywvXrBV0o4D7Wi-pO4AvApGV2vMPGlvZWT_HMc4XbJAA2Fmz1CcnG1FjURtf8mv6xaS6nsV6qVzKWCjzXHEtiNblG4hNOPZgmkPXlY8z9qzj7q2JZkxXJ_LQ/s1600/Canzirotta3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="669" data-original-width="1024" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRvPtSpr1-lBTiSpo15QbywvXrBV0o4D7Wi-pO4AvApGV2vMPGlvZWT_HMc4XbJAA2Fmz1CcnG1FjURtf8mv6xaS6nsV6qVzKWCjzXHEtiNblG4hNOPZgmkPXlY8z9qzj7q2JZkxXJ_LQ/s320/Canzirotta3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che, con le abitazioni dei contadini, dava su una piazzetta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCjOD3wVKmoMsifRSgm11hzgzJQtBk2SqGN7Wi9JU1jxnnQQooclPTvASDNvofr6xJ7tavimhYHb_fvWRujzYD7OFJ-__z-R8Lbqdj1WH3QrdX8-4cFFgn-RQQlDl5mRtxxRpf0vA7YQ8/s1600/Canzirotta4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCjOD3wVKmoMsifRSgm11hzgzJQtBk2SqGN7Wi9JU1jxnnQQooclPTvASDNvofr6xJ7tavimhYHb_fvWRujzYD7OFJ-__z-R8Lbqdj1WH3QrdX8-4cFFgn-RQQlDl5mRtxxRpf0vA7YQ8/s320/Canzirotta4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed una chiesetta,costruita nel 1904, in pieno liberty, il cui periodo è rivelato dallo stile del portale
</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLux24C46wOmCYPVF7AA93cmKya49RBz6HgTcKmPdQyxmqMVgppeoQRLyoBt-o3pXLF2aNzhlNtsy3u_OM-P9WKkEloTEjp4mJZbqCeRgLLXvaVQRblANSzIDu3I7UIAC4Ngm3bqzWI9U/s1600/Canzirotta6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="667" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLux24C46wOmCYPVF7AA93cmKya49RBz6HgTcKmPdQyxmqMVgppeoQRLyoBt-o3pXLF2aNzhlNtsy3u_OM-P9WKkEloTEjp4mJZbqCeRgLLXvaVQRblANSzIDu3I7UIAC4Ngm3bqzWI9U/s320/Canzirotta6.jpg" width="208" /></a></div>
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Meno ricercato appare invece lo stile della “chiesa” di Ficari, la cui gestione fu sotto il diretto controllo dei contadini. Ficari comprendeva la caserma dei carabinieri, attualmente adibita ad abitazione
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf3iYBj4DP7ULGjZgQaV4mb7Ip7sTZ4SgUg1o5KFY8HI7o0DKdL-Vzt2QGlfJfUpl2lRUSnMy7B9YlcI08ksdyEGkzEt-3MLHkUO3qx6jTTMVa6xxbfsoP7YnaQKTNk_VrJWe3j1Up7Wo/s1600/Ficari2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf3iYBj4DP7ULGjZgQaV4mb7Ip7sTZ4SgUg1o5KFY8HI7o0DKdL-Vzt2QGlfJfUpl2lRUSnMy7B9YlcI08ksdyEGkzEt-3MLHkUO3qx6jTTMVa6xxbfsoP7YnaQKTNk_VrJWe3j1Up7Wo/s320/Ficari2.jpg" width="320" /></a></div>
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la chiesa, adesso magazzino
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLXpC58Yfcxotacdcma81qDEwj6b4nVaQL5YfUFMkUhgWYuzRMn4mY8GaHLHy0HtNO-Ub-E0HBFD5cglRLjrtajYluZQ7az-lSI9x3YnZpwUFXpoxQZ4mAZfbBWMkVyplby3iwMOaP3jc/s1600/Ficari1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLXpC58Yfcxotacdcma81qDEwj6b4nVaQL5YfUFMkUhgWYuzRMn4mY8GaHLHy0HtNO-Ub-E0HBFD5cglRLjrtajYluZQ7az-lSI9x3YnZpwUFXpoxQZ4mAZfbBWMkVyplby3iwMOaP3jc/s320/Ficari1.jpg" width="320" /></a></div>
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mentre nel nucleo centrale
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVMdQoTbWk1v_nUAHfLh_xHbeRk8RxNjejMubHg2EAyP-40xeW03APITL1ynalx0TZDooDh5UWu-NDuxQykTnrn4V3svhOek7WkDuCIDBAdnXK5K28PWNn8yvs9Oxqd1icB-MaZVIIImc/s1600/Ficari3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVMdQoTbWk1v_nUAHfLh_xHbeRk8RxNjejMubHg2EAyP-40xeW03APITL1ynalx0TZDooDh5UWu-NDuxQykTnrn4V3svhOek7WkDuCIDBAdnXK5K28PWNn8yvs9Oxqd1icB-MaZVIIImc/s320/Ficari3.jpg" width="320" /></a></div>
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vi fu persino una delegazione del Banco di Sicilia; la scuola, invece, sorgeva a mezzo chilometro di distanza, in linea d’aria, da esso. Uno degli aspetti più interessanti di Ficari è la costruzione di venticinque case da parte dell’ECLS. L’interesse sta nel fatto che la numerazione sulle targhe lapidee riportava i numeri da uno a venticinque. Le targhe sono state in parte asportate ed in parte murate al rovescio
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPZ4cbPDqUiUFOzTlG_swcaojlzw9FM_q2nkVQWK3nLmvPiH95FrRDzYsCY-UdULcpnuUrJUYTkB13JKD9bxdE2GMWGLcoY5kRYPWCwGm-lKba11d-qZ_4DrPeIHIJqNx8TN9pjbVQsa8/s1600/Ficari4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPZ4cbPDqUiUFOzTlG_swcaojlzw9FM_q2nkVQWK3nLmvPiH95FrRDzYsCY-UdULcpnuUrJUYTkB13JKD9bxdE2GMWGLcoY5kRYPWCwGm-lKba11d-qZ_4DrPeIHIJqNx8TN9pjbVQsa8/s320/Ficari4.jpg" width="320" /></a></div>
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quindi non ho potuto verificare personalmente quanto mi è stato riferito; ma non ho motivo di dubitarne. Ciò potrebbe costituire una spiegazione della discrepanza tra il numero di case che sarebbero state realizzate dall’ECLS nel primo anno (2507) ed il numero più alto che è stato possibile rilevare sulle targhe lapidee.
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<b>“Verso l’infinito ed oltre” <i>declamava un personaggio del cinema d’animazione...</i></b></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ed ancora vi sarebbero altre situazioni simili e diverse, simili ma con diversa evoluzione, come la <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">già citata</a> masseria La Chiusa, trasformata in agriturismo. Oppure masseria e palazzo padronale del feudo Baulì
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5iNlEmctn05UgSZETQtOIsOzz8LY-WWGX-KSjl7SbiWWMpiAoJrDAB5SJ7Yeu_6n1AL66qxEch0_-iJb7kTPsSkqhujqieAxQhA45T2SU74QNwjjD6ncHLJ1S8Eh0xvPuPS63kxtBXXc/s1600/Bauli1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5iNlEmctn05UgSZETQtOIsOzz8LY-WWGX-KSjl7SbiWWMpiAoJrDAB5SJ7Yeu_6n1AL66qxEch0_-iJb7kTPsSkqhujqieAxQhA45T2SU74QNwjjD6ncHLJ1S8Eh0xvPuPS63kxtBXXc/s320/Bauli1.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
(esoticizzato in “Bauly”, ma che in realtà deriverebbe da “Boali”), trasformato in albergo
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl4zvUROYgbmDlJp2eJHSpaR815b_WN2r33k7cPvdkFSNIDdBcfYfr8ZumTGzE4s3O599TsZi8rb7HHDDzu20TZQvbIjwW_boia5v_cbcTWIa2wFxmmpddlpcA-9afm-Zukgiht568ZAM/s1600/Bauli2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl4zvUROYgbmDlJp2eJHSpaR815b_WN2r33k7cPvdkFSNIDdBcfYfr8ZumTGzE4s3O599TsZi8rb7HHDDzu20TZQvbIjwW_boia5v_cbcTWIa2wFxmmpddlpcA-9afm-Zukgiht568ZAM/s320/Bauli2.jpg" width="320" /></a></div>
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case dei contadini comprese
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPFkwYNme3YNcxPbZnnyvp-zm7nQ9KeT2cmpqVlDyFUnsQp_mJSIuwL6ydzRUfNCHGtGeiygjciDK5AY1aQ3yj9CzUA1zypVnvDLbYS_P4ndeYlO-7DKOxSdFLVijI4wdqQTtT-a8TzFI/s1600/Bauli3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPFkwYNme3YNcxPbZnnyvp-zm7nQ9KeT2cmpqVlDyFUnsQp_mJSIuwL6ydzRUfNCHGtGeiygjciDK5AY1aQ3yj9CzUA1zypVnvDLbYS_P4ndeYlO-7DKOxSdFLVijI4wdqQTtT-a8TzFI/s320/Bauli3.jpg" width="320" /></a></div>
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Anzi, a proposito del feudo Baulì, un Lettore, Riccardo, con un commento in calce al <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2017/02/la-via-dei-borghi49-lultima-fase-dei.html">post precedente</a>, ha garbatamente sottolineato l’incompletezza di questo lavoro, definendola come “diverse mancanze”; colgo quindi l’occasione per esporre più in dettaglio quanto avevo già accennato nelle risposte fornite a Riccardo.
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L’essere umano è un animale sociale; tende a vivere comunque in comunità, grandi o piccole che siano, ma a regolare tale convivenza secondo le convenienze di alcuni, limitando la libertà di altri. Di solito, chi pretende di dover imporre agli altri non solo la propria presenza, ma anche come quest’ultima debba stabilire quali siano i rapporti che la propria presenza implica, adduce delle scuse (più o meno) valide per giustificare il proprio comportamento; per capire il senso di questa frase che può apparire vaga, Lettore, ti è sufficiente aprire qualunque quotidiano, cartaceo o virtuale che sia, e leggere le notizie di cronaca.
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Ciò che accadeva durante il deprecato ventennio non faceva eccezione, sebbene le restrizioni della libertà altrui derivanti dall’imposizione della propria fossero allora, contrariamente a quanto si tenti di farci credere, molto minori di quanto non siano le attuali; era solo il loro esercizio ad essere molto più palese.
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Riguardo all’argomento che ci interessa, e cioè i borghi rurali, tale aspetto durante il ventennio è stato più volte descritto. Da una parte si riconosceva perfettamente l’esistenza dell’ “istinto gregario dell’uomo” (“<i>a cagione dell’istinto gregario dell’uomo, accentuato in Sicilia per ragioni di difesa, si raccomanda di costruire le case rurali a gruppo di 4 o 5 all’estremità dei singoli appezzamenti di terreno da coltivare</i>”scriveva l’ispettore sanitario di Enna a proposito di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/01/la-via-dei-borghi31-la-fase.html">Pergusa</a>), con la conseguente necessità di soddisfarlo
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilHU-lMtq5duFp_hwvq4aXONNxvNvZcr2av_rBdOxhhyRZdRo1r4lr44zyKOI_LQcmms2Fp-ITgrJFhh-PF8PneqKrgFeH2K4sA6gvnbK7wNlAabEqeyVKgaY6ck24SygfqPINIOhvA5o/s1600/Pergusa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="723" data-original-width="1024" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilHU-lMtq5duFp_hwvq4aXONNxvNvZcr2av_rBdOxhhyRZdRo1r4lr44zyKOI_LQcmms2Fp-ITgrJFhh-PF8PneqKrgFeH2K4sA6gvnbK7wNlAabEqeyVKgaY6ck24SygfqPINIOhvA5o/s320/Pergusa.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ma dall’altro si trovava una scusa per combatterlo, (“<i>…i grandi agglomerati rurali, spesso malsani, si svuotino per popolare le campagne e sul fondo si porti, non solo per poche ore all’epoca dei lavori, l’uomo, ma sempre, tutta la vita famigliare, con le donne e i bambini…</i>”)
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzXgnzzhGmHrUjCQk2RIuAmFRbI_ThbqGlu1JfKJPLNMRx7qyDOilbvJfl6aHlB6cD77Qb24oxHFZYB2APwwq7KEG-EI722Fqfcf5T9dEQ5O-WqWNLyQIQ8EtRUf5eV87Qj0D5x5kteEU/s1600/citt%25C3%25A0rurale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="661" data-original-width="1024" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzXgnzzhGmHrUjCQk2RIuAmFRbI_ThbqGlu1JfKJPLNMRx7qyDOilbvJfl6aHlB6cD77Qb24oxHFZYB2APwwq7KEG-EI722Fqfcf5T9dEQ5O-WqWNLyQIQ8EtRUf5eV87Qj0D5x5kteEU/s320/citt%25C3%25A0rurale.jpg" width="320" /></a></div>
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disperdendo così gli agricoltori nel vasto latifondo. Che la necessità della dispersione dei contadini fosse una scusa per <b><i>mascherare la reale motivazione di una tale imposizione</i></b> è qualcosa resa ovvia da diverse situazioni: il fatto che inizialmente si fosse tentato di dar luogo a piccoli centri (come <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">villaggi operai</a> o <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2013/02/la-via-dei-borghi8la-quarta-fase-dei.html">villaggi di case cantoniere</a>), il fatto che la necessità della dispersione dei contadini venisse meno in certe circostanze, e cioè quando era operante il controllo del “padrone” (come nei centri descritti nel<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi27-la-fase-parallela.html">la fase parallela</a>), il fatto che in certi casi si sia trovato il modo di aggirare il divieto (come nei casi di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/03/la-via-dei-borghi12-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Bonsignore</a> o <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/10/la-via-dei-borghi20-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Bassi</a>), il fatto che detta necessità sia stata “postulata” da Mangano già negli anni Venti ma abbia ricevuto una teorizzazione da parte di Caracciolo quindici anni più tardi, ed infine, il fatto che il principio sia venuto meno con la “trasmutazione” dell’ECLS in ERAS. La “trasmutazione” sarebbe, in un certo senso, una coincidenza temporale o un “segnale”, ma non certo la causa del venir meno del principio; quale possa essere stata quest’ultima è qualcosa che troverai scritto tra le righe dei post di questo blog, ma non esplicitamente. Ma l’evidenza che ciò sia accaduto è un innegabile dato di fatto, quindi è altrettanto evidente che sarebbe esistita una scusa ufficiale ed una motivazione occulta. E poiché le pianificazioni ufficiali seguono le scuse ufficiali, ma vengono ufficiosamente“orientate” dalle motivazioni occulte, quando la motivazione occulta venne meno, l’ERAS si trovò a pianificare la costruzione dei gruppi di case per gli assegnatari avendo già delle direttive tracciate dall’ECLS, ma senza le imposizioni a cui quest’ultimo era costretto a soggiacere. Il risultato raramente consistette nella realizzazione di vere “città di fondazione” (abitazioni e servizi riuniti in un unico agglomerato urbano, come a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi37-la-settima-fase-dei.html">Libertinia</a>), ma più spesso fu un ibrido, con un “centro servizi”, figlio dei borghi ECLS e nipote dei “Centri Rurali” di Mangano, ed un “villaggio agricolo” ad una distanza più o meno breve da esso. Per una serie di motivi, però, che spaziarono dalla mancanza di adeguati finanziamenti alla scelta sconsiderata di fabbricare dei centri di servizio avendo già preventivato di cederli ai comuni, il numero dei “centri servizi” non fu adeguato al numero delle case; la costruzione di queste ultime difatti era necessaria per poter assegnare i lotti dei piani di ripartizione, ma un tale vincolo non comprendeva il centro servizi. Pertanto non tutti i centri servizi furono realizzati. Inoltre, la disposizione delle abitazioni sul territorio fu estremamente varia, spaziando da situazioni paragonabili a quelle attuate dall’ECLS (case sparse sul territorio):
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipbkQkjdPDcRyUYx49bduA6Y46zLcNP9oMpSXJesUDCF9hTrnhYHzSjrRFPNFpDWHuPDGErocXJC9MK9_5bHPVtomyQurNTa-zw6gZ7D38C-9Re366nqj9lNQPVy9lRCGQFjWe2xhm4MM/s1600/CuticchiIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="728" data-original-width="1212" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipbkQkjdPDcRyUYx49bduA6Y46zLcNP9oMpSXJesUDCF9hTrnhYHzSjrRFPNFpDWHuPDGErocXJC9MK9_5bHPVtomyQurNTa-zw6gZ7D38C-9Re366nqj9lNQPVy9lRCGQFjWe2xhm4MM/s320/CuticchiIGM.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
a veri villaggi
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFxIlXzblItN6bBgpIlo7ZgQ37f37P3Cww6wW5YkcPWBOsKTU5NjiLMtBOO3lIezdTbSHBf3LFs1uVwgsmdhZOCWBqu7pFqls-9PtSIdT5At-cEANuujqmBhb1DtcrPN4RQ0uRnjpVHqc/s1600/CammisiniIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="758" data-original-width="1506" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFxIlXzblItN6bBgpIlo7ZgQ37f37P3Cww6wW5YkcPWBOsKTU5NjiLMtBOO3lIezdTbSHBf3LFs1uVwgsmdhZOCWBqu7pFqls-9PtSIdT5At-cEANuujqmBhb1DtcrPN4RQ0uRnjpVHqc/s320/CammisiniIGM.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
passando per condizioni intermedie, costituite da disposizioni assimilabili al <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2017/02/la-via-dei-borghi49-lultima-fase-dei.html">progetto di Sirtori</a>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNWj8qq8UWnjreIVSntV24gkKTRr99ct2_x6RpoZgDDGivi-JbfyN6OC9sX3TP-6asn2iC6spTE57eTeLeFE1TMsYQpDC2WVou1YfPKa2fbkJAf23mwoE3fOJdcnae8fRuk317aZFKgtI/s1600/DagalaFondaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="743" data-original-width="1002" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNWj8qq8UWnjreIVSntV24gkKTRr99ct2_x6RpoZgDDGivi-JbfyN6OC9sX3TP-6asn2iC6spTE57eTeLeFE1TMsYQpDC2WVou1YfPKa2fbkJAf23mwoE3fOJdcnae8fRuk317aZFKgtI/s320/DagalaFondaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
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nell’ambito delle quali potevano verificarsi piccoli raggruppamenti di tre o quattro edifici, di solito su base casuale o per motivi dettati dalla topografia/orografia locale
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4kMoH17PJupiFLJC6RIYgI8aPgMldTUGvXklsI8Kamv8TScsD_mWPGYEbBXlnfrmpg8F6L-gpgcK87h5UDOREQDjcWuxiQiVUqSTucojzUjayXo5RNjIMOzXXYlxgsQgfC60hoGkDOAY/s1600/ValdebelliIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="524" data-original-width="892" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4kMoH17PJupiFLJC6RIYgI8aPgMldTUGvXklsI8Kamv8TScsD_mWPGYEbBXlnfrmpg8F6L-gpgcK87h5UDOREQDjcWuxiQiVUqSTucojzUjayXo5RNjIMOzXXYlxgsQgfC60hoGkDOAY/s320/ValdebelliIGM.jpg" width="320" /></a></div>
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Gli agglomerati che costituivano veri villaggi ricevettero anche una “dignità” urbanistica e toponomastica, venendo menzionati come “borghi” o “villaggi” sulle carte topografiche (IGM <i>in primis</i>), nonché venendo permanentemente individuati come “villaggi” dalla popolazione locale, ed anche dalle istituzioni (vedi ad esempio il comune di Contessa Entellina che riconosce <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">Cozzo Finocchio</a> come frazione). Lo stesso non avvenne per i minuscoli raggruppamenti come quelli citati dal Lettore. Né in contrada Baulì, né in quelle identificate come “Marcanzotta” o “Sparacia” esistono dei villaggi come tali considerati né identificati. I gruppi più “nutriti” in contrada Baulì non comprendono più di due case
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDuP1SyiiR8ABzoPPIzkGleGNqVc0FUg9rblmbuH-40lRAq4ttlaf18JFzvdc_F4AFUTYHnfM23yiRyzAx14xk4GH61iWi1oP9_rqHS5AtjnENndP5LCmgnTTZNlbwAWUAwHFjPegwTj8/s1600/BauliIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="526" data-original-width="876" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDuP1SyiiR8ABzoPPIzkGleGNqVc0FUg9rblmbuH-40lRAq4ttlaf18JFzvdc_F4AFUTYHnfM23yiRyzAx14xk4GH61iWi1oP9_rqHS5AtjnENndP5LCmgnTTZNlbwAWUAwHFjPegwTj8/s320/BauliIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
appartenenti al PR 282, mentre quelle relative agli altri lotti del piano sono sparse sul territorio. Sono di tipo simile a quelle di Cammisini, ma con magazzino distaccato dal corpo principale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKHFYg4so6pu0faqFfULC9GEomB9jXMUjDmKtFLzwKyGAiXc3v6LYmvlDf5k795H8DvFv5517ABS-moVWiiNQczc_9TKRkNAM1YLmgemS996pVBR8LmZVp0_YW6IyHi_1URaPXJCyuA6g/s1600/Bauli4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKHFYg4so6pu0faqFfULC9GEomB9jXMUjDmKtFLzwKyGAiXc3v6LYmvlDf5k795H8DvFv5517ABS-moVWiiNQczc_9TKRkNAM1YLmgemS996pVBR8LmZVp0_YW6IyHi_1URaPXJCyuA6g/s320/Bauli4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
era in progetto un borgo di tipo “ridotto” più a Sud, che non venne mai realizzato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD8x8sVe822vLMxt_ry-XKg4aRwYcqrQ8e-eowgq0hJPBXY49k5iZVsYtsmLEIgNOnjyCrT25hiFLJq_pG_HhXDNfGMdnnSiowIwD35cTP9LlidqNr7U21OgjLgs7g7DgThgk9_9rfNbg/s1600/raggioBauli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="723" data-original-width="1024" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD8x8sVe822vLMxt_ry-XKg4aRwYcqrQ8e-eowgq0hJPBXY49k5iZVsYtsmLEIgNOnjyCrT25hiFLJq_pG_HhXDNfGMdnnSiowIwD35cTP9LlidqNr7U21OgjLgs7g7DgThgk9_9rfNbg/s320/raggioBauli.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un discorso analogo vale per le case del PR 114 in contrada “Mandranova” a Sud di Camporeale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNE1kh8DQGo1IlI0mCCkjgM8FI-z9UxrSUUMgwbFgmLRuBpnPC1gGSwnVQC63E-E2sv0FJ0_ZhG_pJWHQeXBnwrea_nbTlbMLwpRfpcNf8SvMjt5o99HTK70K35ZpeCHsfKjMlXeFwk8k/s1600/Camporeale1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="733" data-original-width="1024" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNE1kh8DQGo1IlI0mCCkjgM8FI-z9UxrSUUMgwbFgmLRuBpnPC1gGSwnVQC63E-E2sv0FJ0_ZhG_pJWHQeXBnwrea_nbTlbMLwpRfpcNf8SvMjt5o99HTK70K35ZpeCHsfKjMlXeFwk8k/s320/Camporeale1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
le quali sarebbero state ricomprese nel raggio di un borgo “A” previsto in contrada Torretta, la cui realizzazione sarebbe stata a cura del Consorzio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1YHbY311Ik7b55YoVy-5BAV3JO1HF87pyzp5RKWsD-BeJXPUiDY7ljgP2-yW8RJKStCkzeqcn3lRd8QNIHd69x08xtCGSoRfAtfz0FTpVXK1yHVSVqaveidZ5BzrN-BTwXGMp07ZR2bc/s1600/RaggioCamporeale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="671" data-original-width="1000" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1YHbY311Ik7b55YoVy-5BAV3JO1HF87pyzp5RKWsD-BeJXPUiDY7ljgP2-yW8RJKStCkzeqcn3lRd8QNIHd69x08xtCGSoRfAtfz0FTpVXK1yHVSVqaveidZ5BzrN-BTwXGMp07ZR2bc/s320/RaggioCamporeale.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case sono di “tipo 10 modificato”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTnP5wlWKgseom2G1iyeRmhliDCZeyLKS3JP-gMhwEgkgv2rDCqvn0skQPSPi6Qpe0seJbt9QaFlEq_3C4Zgclnz3KURD4LCa5HbAQSRYUqIbKPrIvXJeVWajlVC3Wk4jKFe23jpXAK0A/s1600/Camporeale2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTnP5wlWKgseom2G1iyeRmhliDCZeyLKS3JP-gMhwEgkgv2rDCqvn0skQPSPi6Qpe0seJbt9QaFlEq_3C4Zgclnz3KURD4LCa5HbAQSRYUqIbKPrIvXJeVWajlVC3Wk4jKFe23jpXAK0A/s320/Camporeale2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
uguali a quelle di Runza o Dagala Fonda.
<br />
<br />
Il raggruppamento sicuramente più significativo, tra quelli menzionati dal Lettore, è quello delle costruzioni in contrada Sparacia a Nord di Roccamena, relative al PR 305, ed analoghe a quelle di Aquila, Saladino o Desisa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZB6u1cCuhVI5Ddx15fKbuiZiDC4gx6VSlECGokJ8jnWjd7Dx7zhJAxXDf7FtAPljRu1nGPNLiOyzRFJOm1v1opBxTOfR185YVAmNWNcbzcQd26dEwfzSltBkyI2shdIdDQKZZ1EYRCWQ/s1600/Spar.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="685" data-original-width="1024" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZB6u1cCuhVI5Ddx15fKbuiZiDC4gx6VSlECGokJ8jnWjd7Dx7zhJAxXDf7FtAPljRu1nGPNLiOyzRFJOm1v1opBxTOfR185YVAmNWNcbzcQd26dEwfzSltBkyI2shdIdDQKZZ1EYRCWQ/s320/Spar.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono in tutto sei, e non ve ne è altre nel circondario
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1MJ1DLAPnTkr2Bhsr2N9l7qHy1FZTgjr4Qx6bM4WHyX0eZUFngfbNcH6tQUbVHJavzj8A9eK0vk-Bf05IWt940C3OatZSS5jBXgR7Utlg96eiRWDprUXQyqaxwBR7g0viF3nluDHmcoM/s1600/RoccamenaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="528" data-original-width="854" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1MJ1DLAPnTkr2Bhsr2N9l7qHy1FZTgjr4Qx6bM4WHyX0eZUFngfbNcH6tQUbVHJavzj8A9eK0vk-Bf05IWt940C3OatZSS5jBXgR7Utlg96eiRWDprUXQyqaxwBR7g0viF3nluDHmcoM/s320/RoccamenaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è possibile che siano state raggruppate affinché rientrassero tutte nel raggio di influenza del relativo centro servizi, anche questo mai realizzato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7fWSSKDzJ1vrvIaaNEL9ojS6Q5EwRwDzmqmlAo4uT9ngVHCzdYGcuACIyObywjew8pTntIY5KZIyo57WxrDwXMeRl1k0pUG9h8_T87qdMPQO9l7roF6MXAGdMo_V1t0vYlpjoOOXU0x8/s1600/raggioSpar.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="738" data-original-width="1170" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7fWSSKDzJ1vrvIaaNEL9ojS6Q5EwRwDzmqmlAo4uT9ngVHCzdYGcuACIyObywjew8pTntIY5KZIyo57WxrDwXMeRl1k0pUG9h8_T87qdMPQO9l7roF6MXAGdMo_V1t0vYlpjoOOXU0x8/s320/raggioSpar.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Una menzione a parte forse meritano le case in contrada Marcanzotta, nei dintorni dell’omonima masseria; anche qui il maggior raggruppamento non supera le tre case
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu68Jis3jD7qn4a4O5XATNvFfEJKG2GhB6LnTThJwp7J4vIrsJK890yRO1A7u1Tj7AKKlECjcM-u-LP0PnKCkZUW_rP36iKxmszpZXoaX0SgyEZglSR5lXZaSi6H_s6OLYYgz7pP8O0Ko/s1600/Marc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu68Jis3jD7qn4a4O5XATNvFfEJKG2GhB6LnTThJwp7J4vIrsJK890yRO1A7u1Tj7AKKlECjcM-u-LP0PnKCkZUW_rP36iKxmszpZXoaX0SgyEZglSR5lXZaSi6H_s6OLYYgz7pP8O0Ko/s320/Marc.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anche se diverse altre sono relativamente vicine, sebbene sempre sparse nella vallata
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCK9pNqE6sb9BDQJuMjEN6NkV5b5nukZSVpMBiWyNBS9qOOpmLoI5leixWRVU8geWM0rDCPjDuax2LPOmNByOnLhqfJPeF7BqnzsUfnqLH_f_Lg9yxBSvP908AUYR_fzhqQVaHtf5OaIU/s1600/Marc2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCK9pNqE6sb9BDQJuMjEN6NkV5b5nukZSVpMBiWyNBS9qOOpmLoI5leixWRVU8geWM0rDCPjDuax2LPOmNByOnLhqfJPeF7BqnzsUfnqLH_f_Lg9yxBSvP908AUYR_fzhqQVaHtf5OaIU/s320/Marc2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il piano di ripartizione era il 695, coperto da un centro servizi che avrebbe dovuto realizzare il Consorzio (ovviamente del Medio e dell’Alto Belice) in contrada Spizzeca
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNj9Nn6il8zh908uy7rMZVBVxB1jJxSVKJMi3nd6lUb8bkXvNndpsyUW5Tq6imJCU-E0nX2hc0ryFgWAr9-_xsAe8L5M7ABUqBTRmJdAywBMFPVcU4YfA527w2jODLFPm0hVlRgUT814Q/s1600/RaggioGiammartino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="864" data-original-width="1074" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNj9Nn6il8zh908uy7rMZVBVxB1jJxSVKJMi3nd6lUb8bkXvNndpsyUW5Tq6imJCU-E0nX2hc0ryFgWAr9-_xsAe8L5M7ABUqBTRmJdAywBMFPVcU4YfA527w2jODLFPm0hVlRgUT814Q/s320/RaggioGiammartino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma l’importanza non è questa. I lotti del PR vennero serviti da una strada di penetrazione, divenuta poi SP47, che collega la SP20 dalla contrada Giammartino con la SP 46. Lungo tale provinciale sorge una casa cantoniera di cui si parla <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi26-la-quinta-fase-dei.html">qui</a> (indicata nell’immagine dalla freccia rossa), ed alla quale avevo attribuito la funzione di possibile scuola rurale. Tale possibilità non sarebbe compatibile con la planimetria dell’edificio, costruito dal consorzio del Medio e dell’Alto Belice; ma tale edificio ha due “gemelli” nel territorio di Contessa Entellina, uno sulla SP 35
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrcuaJ3P5nhr3baeO9iHQIUPZTbkxrPnoqPmfm9GrvK3dpj1EMsAKI1C3EnA35EFjv-iZ4ioOEGCDhyqycbYMaUiUj23-ZTNNjGu-Be8Ru1k7bUMyq73sJB5ufZVjTFUxH3dtsQlGEOi4/s1600/EBdP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrcuaJ3P5nhr3baeO9iHQIUPZTbkxrPnoqPmfm9GrvK3dpj1EMsAKI1C3EnA35EFjv-iZ4ioOEGCDhyqycbYMaUiUj23-ZTNNjGu-Be8Ru1k7bUMyq73sJB5ufZVjTFUxH3dtsQlGEOi4/s320/EBdP.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
l’altro sulla ex consortile 37
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjy6Vsg0BPCPN4rW-83h3d2V1Te0YsHtcT3dxFEkGJCqadmj8lfG6Os1lIzzx876sgT6hXg2a1fWRmbJhWG8XxbVteaeU2zKNsxTd8oTbH2g1431YyaEtRdyue7p2UCdFzq57i_7H0V2k/s1600/SC37.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjy6Vsg0BPCPN4rW-83h3d2V1Te0YsHtcT3dxFEkGJCqadmj8lfG6Os1lIzzx876sgT6hXg2a1fWRmbJhWG8XxbVteaeU2zKNsxTd8oTbH2g1431YyaEtRdyue7p2UCdFzq57i_7H0V2k/s320/SC37.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
lungo la quale sorge Borgo Pizzillo. Il primo è stato ristrutturato seguendo criteri analoghi a quelli usati per Borgo Pizzillo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUs1jtSI8aM1Y6MAn1lc2C8zXppl_GPv3m3PpUbAOscFdNlVPPq2cdp4iFgsft908_Fr98-RomLQ3pqz3jKxu_wD7MyUTqJ4Ot-2oiFsXVoqA2QKNbquxxmbBggk1AmanVwwnegEBLwUg/s1600/EBdP2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUs1jtSI8aM1Y6MAn1lc2C8zXppl_GPv3m3PpUbAOscFdNlVPPq2cdp4iFgsft908_Fr98-RomLQ3pqz3jKxu_wD7MyUTqJ4Ot-2oiFsXVoqA2QKNbquxxmbBggk1AmanVwwnegEBLwUg/s320/EBdP2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e risulta così più difficile riconoscervi la struttura originaria, ancora visibile sulle StreeetView di GE
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTY9s7S3hH4jtQ52ihDjuqzT1s8NOhAz8P7QiLFAA9_xvbVIJkSthKdcN5kwU3Gwrt4p5emmvw8nDcADku4Cf6b6ouutSuCY7LVPFAXEoAz4TYRfFRDj-NNQZHraWrFrv77cJ5YgLWtZw/s1600/EBdPGE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="629" data-original-width="1024" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTY9s7S3hH4jtQ52ihDjuqzT1s8NOhAz8P7QiLFAA9_xvbVIJkSthKdcN5kwU3Gwrt4p5emmvw8nDcADku4Cf6b6ouutSuCY7LVPFAXEoAz4TYRfFRDj-NNQZHraWrFrv77cJ5YgLWtZw/s320/EBdPGE.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre l’altro denuncia chiaramente l’origine progettuale comune con quello in contrada Giammartino, lapide compresa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCppBxfI12UqPcvpgJNsYOM-bm91AsunQwTmO3G8ujPCLVuLf9JQUSgSX_HdMya_YPE4j1KTpcvdTaXUNuYFHQ_PRe6DCwRlYwxAI6bhoGg6APQIFNAzVp8mWXZ5seeZfuv-YVoObQktc/s1600/SC37_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCppBxfI12UqPcvpgJNsYOM-bm91AsunQwTmO3G8ujPCLVuLf9JQUSgSX_HdMya_YPE4j1KTpcvdTaXUNuYFHQ_PRe6DCwRlYwxAI6bhoGg6APQIFNAzVp8mWXZ5seeZfuv-YVoObQktc/s320/SC37_2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tali realizzazioni sarebbero da considerare analoghe a quelle del consorzio Delia-Nivolelli, e delle quali si parla <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">qui</a>, sebbene queste ultime si basino su un progetto risalente al ventennio fascista; è pertanto ipotizzabile che la costruzione di contrada Giammartino possa essere stata pensata con una funzione, se non di scuola rurale, almeno di “supplenza” del centro servizi non realizzato.
<br />
<br />
Un elemento notevole, che probabilmente non è una coincidenza, si rileva nel fatto che i borghi “C” venivano pianificati nelle aree in cui vi era una masseria e nei pressi di essa, mentre in assenza di una preesistente struttura il servizio cui le abitazioni dovessero fare riferimento potesse essere molto più distante. Tale condizione si ritrova anche in epoca ECLS (vedi ad esempio Borgo Ferrara e la masseria Mondello), ed è possibile che avesse un significato “politico”, come se si volesse rimarcare la presenza dello Stato in luogo di quella del “signore locale”; questa è comunque un’illazione personale, non supportata da alcuna evidenza documentale o oggettiva.
<br />
<br />
Comunque sia, nessuno dei raggruppamenti indicati, o, per quanto sia a mia conoscenza, altri analoghi sono mai stati considerati dei “borghi” o “villaggi”, e pertanto non sono stati inseriti come tali nel post precedente. Da un certo punto di vista il fatto che un limite in un certo modo predeterminato venga visto come “mancanza” è motivo di rammarico; ma ciò non può spostare detto limite: io mi fermo qui.
<br />
<br />
Mi fermo, ma non prima di aver sottolineato alcuni aspetti, per così dire, “sociali” nei quali questo pluriennale lavoro mi ha consentito di imbattermi; intendendo fare riferimento, con tale espressioni, alle interazioni che inevitabilmente hanno luogo tra chi scrive qualcosa che è a disposizione della società intera, e chi la legge, che di detta società fa parte.
<br />
<br />
Chi scrive ha, di solito, uno scopo; e, nella consapevolezza dell’esistenza delle interazioni suddette, anche delle aspettative. Spesso scopo ed aspettative sono strettamente interconnesse, come accade, ad esempio, per le pubblicazioni commerciali: lo scopo è vendere, e l’aspettativa è il guadagno.
<br />
<br />
Nel mio caso, Lettore, lo scopo è dichiarato: mettere a disposizione, di tutti, le informazioni di cui sono entrato in possesso. Anche le aspettative, sebbene non in maniera esplicita, sarebbero dichiarate: consistono nella libera fruizione <i>delle informazioni</i>; ma non nella libera fruizione <i>del mio lavoro</i>. La dichiarazione consiste nell’aver chiaramente specificato come la riproduzione delle fotografie da me riprese o il testo da me scritto debba comprendere la citazione della fonte, cioè il blog. Di conseguenza, Lettore, ognuno può leggere ciò che gli pare, guardare ciò che gli pare, ed utilizzare come gli pare le informazioni per scrivere un proprio testo o per andare a riprendere delle proprie immagini senza dovermi assolutamente nulla, neanche nominalmente. In altri termini, se qualunque Lettore acquisisce le informazioni estraendole personalmente dagli archivi o leggendole sul blog, per me è assolutamente equivalente. Però, se qualcuno ha intenzione di far credere ad altri di aver eseguito un lavoro, copiando testo o fotografie, quando invece il lavoro è stato eseguito da me, sta comportandosi in modo non corretto. Non corretto nei miei confronti, che ho avanzato una richiesta precisa; ma non corretto soprattutto nei confronti del resto della società, millantando meriti ( e quindi, verosimilmente, capacità) che non ha. Facendo credere di essere chi in realtà non è. Inoltre, se qualcuno pubblica ciò che è stato realizzato da me, non solo è evidente che non è in grado di fare lo stesso; ma, aspetto di gran lunga più importante di tutti i precedenti, non mettendo a conoscenza chi legge dell’esistenza della fonte dalla quale ha desunto le informazioni, <i><b>lo priva della possibilità di accedere alle altre informazioni presenti sul blog</b></i>, limitandone così la diffusione.
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Comunque sia, c’è una gradualità anche in questo. Vi sono in giro diversi lavori (tesi, pubblicazioni, presentazioni, etc.) che fanno un uso più o meno largo delle fotografie da me riprese senza che esse vengano menzionate come tali. Un esempio può essere costituito da questa immagine:
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7KhXbDl2OmOs-oSnr837XHOYRaXPny1a0X_YklwFLxKloeUyEF9t-q3WLNIsrTiNgDHWfSXIoJ0ywIldAGSCBPqbznwkWyl52zRYbjXGs-6gcwXeqlVzrhVDQm7XahTaqFCVEftAbJ64/s1600/Schir%25C3%25B2..jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7KhXbDl2OmOs-oSnr837XHOYRaXPny1a0X_YklwFLxKloeUyEF9t-q3WLNIsrTiNgDHWfSXIoJ0ywIldAGSCBPqbznwkWyl52zRYbjXGs-6gcwXeqlVzrhVDQm7XahTaqFCVEftAbJ64/s320/Schir%25C3%25B2..jpg" width="320" /></a></div>
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presente su più di un lavoro.
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Nel caso specifico, un “peccato veniale”, una “comodità” per chi ha utilizzato l’immagine; non occorrono chissà quali capacità per tornare a borgo Schirò a riprendere una fotografia.
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E lo stesso concetto si applica ad immagini analoghe, come ad esempio quest’altra
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwyxpKGJhnYod14OMXW-cHAH2cJfgbByhi27e5UjrpSsyavoF6lQ4fw2NfsrXzw86p6H1s1jwSALxvapeF4eFjdFVxTUjoL-gb98pBOWz8phtH7_Kn2loifKqDRvjIXMkV_8VH4q-4WIY/s1600/crollo1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="661" data-original-width="1024" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwyxpKGJhnYod14OMXW-cHAH2cJfgbByhi27e5UjrpSsyavoF6lQ4fw2NfsrXzw86p6H1s1jwSALxvapeF4eFjdFVxTUjoL-gb98pBOWz8phtH7_Kn2loifKqDRvjIXMkV_8VH4q-4WIY/s320/crollo1.jpg" width="320" /></a></div>
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che documenta i danni più recenti che ha patito Borgo Fazio.
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Ma fin quando le persone si limitano a questo, poco male; vuol dire che avrò scritto e fotografato anche per loro. Loro che, alla fin fine, hanno stilato qualcosa di corretto, almeno nelle linee generali, e l’hanno anche messa a disposizione (molti di questi lavori sono liberamente disponibili sul Web). L’informazione sarà comunque “andata in giro”; non mi sento sminuito per questo. E’, in fondo, ciò che desideravo.
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Individui per i quali sicuramente non ho scritto sono invece coloro che mantengono un blog dal titolo “Le stronzate di Pulcinella”. Ma non tanto, o non solo, per una scelta deliberata, quanto per materiale impossibilità. Scrivere per persone come queste è totalmente inutile. Si limitano ad arraffare quattro fotografie, e scrivono senza la benché minima cognizione di ciò che stanno scrivendo, senza neanche leggere ciò che altri avevano scritto a proposito delle foto che loro stessi prendono. Un po’ come sfogliare un libro “guardando le figure”. Se oltre a copiare le foto avessero almeno letto, avrebbero potuto evitare di scrivere delle sciocchezze. Né sono in qualche modo recuperabili; sottolineare il loro comportamento
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDeXu3tgVjXjBSul6-gcko5db4ZZXC82j0IVcOObp-4Yd909JatzdbzufQxZLaZW6vP8dEMN_p8U1Dv013tRSjXvXBFhIlijhBaeRZt1bpj8RxzxSsKNJKjgJZPXBphyeAoW5qhz3_2BA/s1600/pulcinella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="562" data-original-width="1024" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDeXu3tgVjXjBSul6-gcko5db4ZZXC82j0IVcOObp-4Yd909JatzdbzufQxZLaZW6vP8dEMN_p8U1Dv013tRSjXvXBFhIlijhBaeRZt1bpj8RxzxSsKNJKjgJZPXBphyeAoW5qhz3_2BA/s320/pulcinella.jpg" width="320" /></a></div>
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non serve a nulla. Lo screenshot non lo troverete sul blog perché si sono affrettati ad eliminare i miei messaggi ed a bloccare i miei indirizzi IP. Come se eliminare i messaggi potesse cambiare la realtà. Ma, d’altra parte, ignoranza, superficialità ed ipocrisia sono le caratteristiche dei tempi che viviamo.<br />
Però, considerato che si presentano come “Le stronzate di Pulcinella”, sono almeno coerenti con la loro presentazione. E la coerenza è una virtù. Non lo dico in senso ironico, anzi. Perché una cosa è scrivere sciocchezze proponendole come “le stronzate di Pulcinella” (anche se, devo ammettere, trovo improbabile che la denominazione del blog sia realmente una manifestazione di modestia o addirittura di autoironia), ed un’altra è scriverle proponendosi come fonte seria ed autorevole. Come fa, come abbiamo visto, Wikipedia, che vorrebbe diventare il riferimento enciclopedico del Web.
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Riassumendo quanto segnalato a più riprese ed in vari post, Wikipedia riporta come “città e nuclei fondati durante il Fascismo”, oltreché i villaggi operai ed i borghi ECLS, anche tutti i “borghi” costruiti tra gli anni Cinquanta e Sessanta da un Ente regionale, in apparente ossequio ad una (discutibile) riforma agraria ma in realtà per donarli ai comuni nei quali sorgono. E li comprende in gruppo che data “1941-1943”, cioè in pieno periodo bellico, includendovi anche singoli edifici, di solito adibiti a scuola, come ad esempio <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Nuovi_borghi_rurali_nel_periodo_fascista">borgo Binuara</a>. Come è possibile, Lettore, che una fonte come Wikipedia consideri “città fondata durante il fascismo” ciò che in realtà non è altro che <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">una scuola rurale edificata all’inizio degli anni Sessanta e mai ultimata</a>?
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Si era discusso nell’introduzione quali potessero essere le limitazioni imposte da Wikpedia che si prestino ad innescare i perversi meccanismi che alla fine conducano a scrivere questo, ipotizzando il perpetuarsi di errori contenuti in quella che è considerata “fonte attendibile”, e pedissequamente riportati, senza una supervisione sulle azioni pedisseque. Ma un esempio vale più di mille parole; la conferma pratica di questo si può avere leggendo <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Borgo_Bonsignore">questa interessante ed istruttiva discussione</a>, che porta il “Figiu” a privare gli utenti di Wikipedia di una corretta informazione, lasciando invece inalterate nel corpo della voce “enciclopedica” una sfilza di sciocchezze. A cominciare dall’introduzione (È un esempio ben conservato di nuovi borghi rurali costruiti <b><i>alla fine degli anni trenta</i></b> in Sicilia). e continuando per l’intero svolgimento.
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Intendiamoci, io non ho nulla contro il Figiu. Anzi, sono fermamente convinto del ruolo fondamentale che tutti i Figius sparsi per il mondo svolgono in quasi tutte le attività umane. Senza i Figius, gran parte delle realizzazioni dell’umanità non sarebbero state possibili. I Figius sono una forza dalla quale qualunque tipo di progresso, in qualunque campo, non può prescindere. Il problema insorge quando il controllo sfugge, quando si verifica qualcosa che investa i Figius di un potere decisionale, consenta un arbitrio per il quale i Figius non sono adatti. Quando ai Figius viene affidato un compito che non sono in grado di svolgere, o anche la sola possibilità di decidere di svolgerlo. Oppure, ancora peggio, quando i Figius vengono magari sfruttati per altri scopi e le loro capacità (così come le loro mancate capacità) sono inconsapevolmente poste al servizio di chi Figiu non è, e preferisce far dire ai Figius di turno ciò che risulta più adatto alla situazione, che trova più conveniente per sé.
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Nel caso specifico del post su Borgo Bonsignore, in quale situazione si ricade? Devo dire sinceramente che non saprei pronunziarmi al riguardo. Perché vedi, Lettore, la voce non è semplicemente palesemente inesatta. E’ di più. E’ totalmente fuorviante. Il fatto che nella “storia di Borgo Bonsignore” venga ricompresa quella del feudo di San Pietro o che “nel borgo” vengano incluse “<i>le terre degli ex feudi di Cuci-Cuci, San Pietro della Palma e Giardinello, facendo estendere il Borgo dal fiume Magazzolo al fiume Verdura</i>” sembrano tattiche tendenti ad instillare nella mente di chi legge l’errata convinzione che “Borgo Bonsignore” sia una “località”, dai confini ampiamente indeterminati, la cui esistenza risale a ben prima del ventesimo secolo. E lo stesso principio si applica al “nome degli abitanti”: “borghigiani”. Tutti gli abitanti dei borghi sono “borghigiani”. Asserire che il nome degli abitanti di borgo Bonsignore sia “borghigiani” è come affermare che gli abitanti di Capri si chiamino “isolani”. E’ una maniera di presentare il Borgo che cerca di farlo apparire come un’entità strettamente correlata alle vicende che hanno interessato, in generale, il territorio che ricomprende l’area sulla quale esso è stato intenzionalmente fondato. Quando invece, Lettore, come hai avuto modo di vedere nel relativo (e documentato) post, Borgo Bonsignore è una “città di fondazione” (questa volta si che lo è) progettata dall’architetto Mendolia e realizzata nel 1940 per svolgere la funzione di borgo di servizio. e si chiama “Borgo Bonsignore” per decreto ministeriale, senza che ciò abbia nulla a che vedere con Cuci Cuci, con Santo Pietro o con Ribera. Non esisteva nulla relativamente a “borgo Bonsignore” prima che esso venisse fondato; vi è persino un cippo che lo documenta, a prescindere da ciò che possa asserire io
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjraUdF2UWfrAtGUe-Gq_5nkZ0LabRx_BNUWiAV1Hb8FQi4z8gyboZjzeg_ayDfIDfdTXd1oFkfQUZOXJTJPUMD6qQBKXFceJ8Lgq8VDCilAzttLx_usnG3CUCGSfj4RMP6or76pfnx4sg/s1600/bonsignore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjraUdF2UWfrAtGUe-Gq_5nkZ0LabRx_BNUWiAV1Hb8FQi4z8gyboZjzeg_ayDfIDfdTXd1oFkfQUZOXJTJPUMD6qQBKXFceJ8Lgq8VDCilAzttLx_usnG3CUCGSfj4RMP6or76pfnx4sg/s320/bonsignore.jpg" width="320" /></a></div>
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Il problema, qui, credo sia un altro. La zona in cui venne costruito Borgo Bonsignore è splendida, dotata di una spiaggia meravigliosa come Seccagrande
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggZL70ROzjzDO1UiAGLJfJA10R_R8GwiMwkyVuedEUgeYLy6kOt34MqzhaUgRSaJk0cFJDnSeIaC34jay2zQPEppCOiQ3a2SnQbTcKpjRG_oGgRLwxeZuyTrh7m6OiJc5BE5cM9GOZpUk/s1600/seccagrande.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggZL70ROzjzDO1UiAGLJfJA10R_R8GwiMwkyVuedEUgeYLy6kOt34MqzhaUgRSaJk0cFJDnSeIaC34jay2zQPEppCOiQ3a2SnQbTcKpjRG_oGgRLwxeZuyTrh7m6OiJc5BE5cM9GOZpUk/s320/seccagrande.jpg" width="320" /></a></div>
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Ora, Lettore, se tu fossi in possesso (senza esserne proprietario) di una residenza estiva progettata da un architetto, dallo stile assolutamente particolare ed unico, posta in un luogo splendido, a 500 metri dal mare, e non l’avessi pagata un soldo… non saresti disposto a sguinzagliare tutti i Figius della Terra pur di stornare l’attenzione da tale situazione? Non avresti tutto l’interesse di fuorviare l’attenzione altrui dal nocciolo del problema, di rimanere in posizione più defilata possibile, di cercare di far credere che “Borgo Bonsignore” sia una località che esiste da secoli e nella quale da secoli diverse persone, a vario titolo, hanno dimora?
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Il dubbio che rimane è allora riguardo alla vera origine della voce di Wikipedia su Borgo Bonsignore: incapacità o malafede?
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Che quella reale sia l’una o l’altra motivazione, risulta comunque difficile, troppo difficile, pensare a donazioni a WIkipedia, cosa che Wikipedia richiede continuamente. Io e tu, Lettore, sappiamo bene ormai, quante sciocchezze siano scritte in quella voce; ma in altre? Quante altre voci di Wikipedia sono totalmente errate? Conoscendo l’argomento è facile individuarle, ma chi accede a Wikipedia per cercare informazioni che non ha, come può mai stabilire cosa sia stato ben fatto e cosa no? Se è così facile fare permanere una “voce” come quella relativa a “borgo Bonsignore”, come è possibile sapere quante altre, analoghe, ve ne siano? Quanti siano i Figius che scrivono su Wikipedia? In questa condizione, è impensabile prendere in considerazione la possibilità di finanziare una simile organizzazione, con simili falle nei meccanismi di controllo, che tanto si presta alle falsificazioni. Che queste avvengano per incapacità o per malafede, a tal riguardo avrebbe ben poca importanza.
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Così, con questa nota che può apparire polemica, ma che in realtà intende essere un’osservazione riguardo alle implicazioni sociali di questo lavoro ed alla diffusione incontrollata ed indiscriminata di informazioni, termino, definitivamente, qui. Nella piena consapevolezza che accanto ai Pulcinella ed ai Figius vi sono tante persone che hanno apprezzato il mio lavoro. E che non solo mi hanno ringraziato (il che fa comunque piacere) ma, stimolati da ciò che ho scritto, hanno compiuto ricerche, effettuato piacevoli gite, o semplicemente trovato la risposta ad una domanda che si era affacciata alla loro mente. Hanno saputo cosa fossero Borgo Baccarato o Borgo Bonsignore e perché fossero lì; e questo nonostante l’esistenza dei Pulcinella o dei Figius. E’ questa consapevolezza, per me, il più bello dei ringraziamenti. Insieme ad un’altra consapevolezza: quando non esisterò più, le tracce di questo lavoro rimarranno. Quando alcuni dei borghi non esisteranno più, le immagini di questo lavoro rimarranno. Forse non esisterà più il blog, forse non esisterà più il Web, ma saranno state fatte copie, scritti articoli, etc. Chi vorrà fortemente ritrovare le informazioni corrette, sono certo che riuscirà a farlo, così come vi riesce adesso, nonostante le “stronzate” dei Pulcinella o dei Figius di turno.
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Questa avventura, che mi condotto sulle strade della Sicilia e per le strade della Sicilia è stata meravigliosa, mostrandomi luoghi e paesaggi di cui nemmeno sospettavo l’esistenza, e svelandomi una Storia che sapevo fosse esistita, ma in maniera diversa. Immagini ed informazioni resteranno sul Web, ma le sensazioni posso solo portarle dentro, nella consapevolezza che moriranno con me. Ma finché avrò vita, saranno indimenticabili, e costituiranno un insostituibile aiuto per procedere; nella vita i tutti i giorni, ma anche nella scrittura sul blog, considerato il fatto che mi aspetta un compito difficile, poco congeniale, e nel quale non so se e come riuscirò: narrare la storia di Antonio.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglLtz1-85HFq0xNbK75df-LCtUJMK5_8tGOCkmTnwIb_Ao0jT8gn8N0UNoGLycDdTYBPJgGFLIL1_b8yOXK2VrAmidFL-VXkEhe1L8xoyMay18LAesOyo-blA1MQEQ7VweFw0EM4h1sw0/s1600/Fine1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="481" data-original-width="1600" height="120" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglLtz1-85HFq0xNbK75df-LCtUJMK5_8tGOCkmTnwIb_Ao0jT8gn8N0UNoGLycDdTYBPJgGFLIL1_b8yOXK2VrAmidFL-VXkEhe1L8xoyMay18LAesOyo-blA1MQEQ7VweFw0EM4h1sw0/s400/Fine1.jpg" width="400" /></a></div>
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-24707497872740752002017-02-18T21:19:00.000+01:002017-08-01T16:30:17.914+02:00LA VIA DEI BORGHI.49: L'ultima fase dei borghi rurali siciliani. I BORGHI RESIDENZIALI<br />
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<div style="text-align: justify;">
<i>Nel post precedente, Lettore, che risale a più di un anno addietro, asserivo che prima del commiato avrei “brevemente” parlato dei borghi residenziali. Da un certo punto di vista, tengo fede a ciò che ho detto; ogni “borgo”, o meglio “villaggio”, è in effetti trattato brevemente. Ma in considerazione del numero di essi, il post non poteva, in assoluto, essere “breve”; a meno che non avessi deciso di suddividere l’argomento in più parti. <br />
Mi sono risolto per un post unico, una trattazione fiume che esaurisse l’argomento definitivamente, prima di scrivere il post finale, l’epilogo; gli esseri umani intravedono un simbolo nelle “cifre tonde”, e così esso potrà portare il numero cinquanta.
E qui termino il breve prologo; evito di dilungarmi ancora per non prolungare ulteriormente questo lunghissimo post.</i>
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il concetto di borgo residenziale, inteso come mero agglomerato di case coloniche, in realtà non è mai esistito. Non esisteva ai tempi dell’Istituto VEIII o dell’ECLS, quando le famiglie contadine avrebbero dovuto vivere sui rispettivi poderi di una ventina di ettari. e quindi separate, mediamente, da mezzo chilometro.<br />
<br />
Non esisteva nemmeno ai tempi ERAS/ESA, nonostante fosse venuto meno l’assunto relativo alla città rurale. L’abolizione del veto sull’esistenza di raggruppamenti di case, infatti, non avrebbe avuto come logica ed immediata conseguenza la formazione di nuclei esclusivamente residenziali; e ciò perché, comunque, esistevano i centri di servizio. O, almeno, sarebbero dovuti esistere.<br />
<br />
La motivazione dell’esistenza di agglomerati di sole case coloniche, senza servizi, è appunto questa: la mancata realizzazione dei borghi di servizio.
In pratica, il venir meno dell’obbligo di sparpagliare i contadini sul territorio non ebbe come conseguenza assoluta una rivisitazione del concetto di “borgo” adeguandolo a quelli dell’Agro Pontino
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1eYB_fsXRCXnhxLYybPg1CwIrsxWTgN3cw0HG081mCsdyRWASZV3V-YNzzLH6EsCR-gRLnQLnEkLuEtFFKFdIFv5zpBbPMinrkR1n__o4ZC2BnZ2O9alSz4eCUQwA2pAL5nF3uYai8jk/s1600/AgroPontino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1eYB_fsXRCXnhxLYybPg1CwIrsxWTgN3cw0HG081mCsdyRWASZV3V-YNzzLH6EsCR-gRLnQLnEkLuEtFFKFdIFv5zpBbPMinrkR1n__o4ZC2BnZ2O9alSz4eCUQwA2pAL5nF3uYai8jk/s320/AgroPontino.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
si concretizzò, invece, semplicemente nel raggruppare le abitazioni ad una certa distanza dal centro servizi, in agglomerati ai quali, più correttamente, si fa localmente riferimento, di solito, con il termine “villaggio” . E tale nuova concezione sorse gradatamente; ci si distaccò progressivamente dai precetti ECLS, o adottando delle soluzioni ibride (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi37-la-settima-fase-dei.html">Grancifone</a>) o ponendo il nucleo residenziale ad una certa distanza da quello servizi (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">Schisina</a>). In pochi casi (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">Morfia</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">San Giovanni</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">Piano Torre</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">Piano Cavaliere</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi47-lultima-fase-dei.html">Filaga</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi47-lultima-fase-dei.html">Vicaretto</a>)si sono realizzate strutture che, insieme ai nuclei realizzati durante il ventennio come singole iniziative (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi29-la-fase-parallela.html">Libertinia</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/01/la-via-dei-borghi31-la-fase.html">Pergusa</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi30-la-fase-parallela.html">Santa Rita</a>) costituirebbero delle vere “città di fondazione” a tutti gli effetti; ma tra esse solo quelle di fondazione fascista, anche se rivedute successivamente (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi29-la-fase-parallela.html">Libertinia</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">Filaga</a>), resistono, in qualche modo, tutt’oggi.<br />
<br />
Nondimeno, tali strutture sarebbero dovute essere, in previsione, molte di più. Vennero costruite le abitazioni, ma non realizzati i servizi; e gli agglomerati abitativi sono le costruzioni rimaste. Alcuni di essi sarebbero stati relati a borghi non realizzati, ma progettati o quantomeno pianificati; sono i borghi oggetto dei post precedenti. Ma altri sarebbero stati in relazione ad ipotetici nuclei servizi presenti solo nella mappa del 1956. <br />
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Ad onor del vero, la costruzione di case coloniche senza il relativo centro servizi non è una prerogativa ERAS; anche in epoca ECLS si verificarono eventi del genere. Accadde che siano state realizzate le case per un centro servizi esistente, anche se esso non aderiva ai criteri seguiti dall’ECLS, come nel caso di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">Polizzello</a>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0xhlljEeP1cV02SbenaEk_GDACHu4851hwFJW-9V8dUDixIPamxFjF0j1xzILHA1zVIecVVoCDpkWVptdOGKxOrSW4vAB18gSTytwDW8kO6ATohuanFdHHomfjmqK3RzL2kup6JauRoc/s1600/Polizzello.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0xhlljEeP1cV02SbenaEk_GDACHu4851hwFJW-9V8dUDixIPamxFjF0j1xzILHA1zVIecVVoCDpkWVptdOGKxOrSW4vAB18gSTytwDW8kO6ATohuanFdHHomfjmqK3RzL2kup6JauRoc/s320/Polizzello.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Accadde che vennero costruite delle case per un borgo del quale esisteva il progetto, ma che non venne mai realizzato, come nel caso di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi26-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Ferrara</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-Q3I0ZeoM5LjNdm8yxH9DYhjXsHrXwmSregTpkxL7HwmApEO-Mjwi3faZr05M_rhlz0UB782_RQtNNt9Qf98SPXR7h3aqplCFp031UI4sED8G0GAZkxh7gbJVXMyPhoK_Wku0kqW9lDc/s1600/Ferrara.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-Q3I0ZeoM5LjNdm8yxH9DYhjXsHrXwmSregTpkxL7HwmApEO-Mjwi3faZr05M_rhlz0UB782_RQtNNt9Qf98SPXR7h3aqplCFp031UI4sED8G0GAZkxh7gbJVXMyPhoK_Wku0kqW9lDc/s320/Ferrara.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Accadde che siano state costruite delle case che avrebbero dovuto fare riferimento ad un borgo pianificato da tempo, ma del quale non esisteva nemmeno il progetto, come nel caso di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi33-la-fase-parallela.html">Ciolino</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV5_YTdr_VcfbBXr6cPslpmsOW6t662HL20e1wIUDRw01-HFr0-8MRP5ZD6YyIckJcaILDipyicch3K6s0vlHV9Xo3Q-LId6u3Q9Qmp0yNnPWpiMMcgVxAzgye9ncbwTYq4h52hMvgNFk/s1600/ciolino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV5_YTdr_VcfbBXr6cPslpmsOW6t662HL20e1wIUDRw01-HFr0-8MRP5ZD6YyIckJcaILDipyicch3K6s0vlHV9Xo3Q-LId6u3Q9Qmp0yNnPWpiMMcgVxAzgye9ncbwTYq4h52hMvgNFk/s320/ciolino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E accadde persino che venissero realizzate delle case in zone nelle quali l’esistenza di un borgo non era nemmeno stata prevista, come testimoniato da questa casa
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT0Ks8YgP4xI_q0NKwQW3LCyECg73my4rMs2r4ZriXCXdlXk_7LzPrXckMnayMwrKkxtnWftmepgDttMaQGp7sAxnYKEsCg39ePCcVK-PtK6Lj_QjsLL0W-MZo57b-wvdMytPLJ_18pzk/s1600/salaparuta1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT0Ks8YgP4xI_q0NKwQW3LCyECg73my4rMs2r4ZriXCXdlXk_7LzPrXckMnayMwrKkxtnWftmepgDttMaQGp7sAxnYKEsCg39ePCcVK-PtK6Lj_QjsLL0W-MZo57b-wvdMytPLJ_18pzk/s320/salaparuta1.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
che sorge sulla sommità della collinetta a SudEst di Salaparuta, attraversata dalla galleria della linea ferroviaria Burgio-Castelvetrano <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/05/ricostruzione-del-tracciato-della.html">tra la Stazione Belice ed il viadotto sul fiume Belice</a>
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-mjp6JIVIW2oDzVOrD0zU-Y1sB9tNlOACBjOIQaZYnZ98leBV2ttDMBQZFi1o0j9TlWW3jeZps3R5mVCV_etZ3YGsEHpad9-lX9np-B41XWewoMFJSenIfHoVT-Pu8VLncxDnFcL4qfA/s1600/salaparuta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-mjp6JIVIW2oDzVOrD0zU-Y1sB9tNlOACBjOIQaZYnZ98leBV2ttDMBQZFi1o0j9TlWW3jeZps3R5mVCV_etZ3YGsEHpad9-lX9np-B41XWewoMFJSenIfHoVT-Pu8VLncxDnFcL4qfA/s320/salaparuta.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed è ormai ridotta ad un rudere, possibilmente anche a causa del sisma del 1968
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiawI_u_wyUe9xrqkpUyMG1dvTxTfydx6qYOIJKjHw_SayL4HdPKsGsm1z7tJPnpoWdun-e3x4uTWyjf4_smlYp-YdUGHyKg7lw8zKRk-fCZ0I-Z9VIhXTj3rnWZbXyeuDYM5mfNvhw9a4/s1600/salaparuta2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiawI_u_wyUe9xrqkpUyMG1dvTxTfydx6qYOIJKjHw_SayL4HdPKsGsm1z7tJPnpoWdun-e3x4uTWyjf4_smlYp-YdUGHyKg7lw8zKRk-fCZ0I-Z9VIhXTj3rnWZbXyeuDYM5mfNvhw9a4/s320/salaparuta2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Che sia una casa colonica relativa ad un appoderamento ECLS è testimoniato dalla targa lapidea che ancora è presente su uno dei muri
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhegRBEYnAHeVkEbqnaydR052g1_bqP-X4wgPiGO6w4vPSFkGqEImcLxZ5pG_swht6-dWSz34wcjyccInqQa86pLlZkbEGrIidfo_oH_E29lYxAU6u8cMJF4acEaSa2P2Hg8aY6Mc94XAI/s1600/1320.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhegRBEYnAHeVkEbqnaydR052g1_bqP-X4wgPiGO6w4vPSFkGqEImcLxZ5pG_swht6-dWSz34wcjyccInqQa86pLlZkbEGrIidfo_oH_E29lYxAU6u8cMJF4acEaSa2P2Hg8aY6Mc94XAI/s320/1320.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma non è possibile stabilire quale sia stato il fondo interessato dall’appoderamento; non esiste infatti alcun progetto specifico di un borgo ECLS in quella zona.<br />
<br />
Probabilmente esistono molte altre situazioni analoghe verificatesi in ambito ECLS; è però difficile individuare le singole costruzioni dell’Ente le quali, proprio a motivo del divieto di realizzare dei villaggi, si trovano sparse sul territorio. Inoltre, è verosimile che molte siano state demolite. La pubblicazione “<b><i>La colonizzazione del latifondo siciliano –primo anno</i></b>” riporta la costruzione di 2507 case coloniche nelle otto provincie interessate. Il numero d’ordine più alto che sono riuscito a rilevare sulle targhe lapidee dell’ECLS è 2186 ; e la casa sul muro della quale tale targa
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivf37g1RL1dtOGhdd_C-IleIm3x59zml3ik_T2awTre-lgv7ncXceFTd4Xdax7McUQfG0xxwCTWWCk2uwd288Bce8koHTwVHQvjxTag8gzGc0xW6Cs4HzdnO3iB5wRtCW0yhO_CnbO-Yg/s1600/2186.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivf37g1RL1dtOGhdd_C-IleIm3x59zml3ik_T2awTre-lgv7ncXceFTd4Xdax7McUQfG0xxwCTWWCk2uwd288Bce8koHTwVHQvjxTag8gzGc0xW6Cs4HzdnO3iB5wRtCW0yhO_CnbO-Yg/s320/2186.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
si trovava nemmeno esiste più, sostituita tra il 2014 ed il 2015 da un paio di capannoni. Molte altre case, delle 2507 costruite, avranno fatto una fine analoga.<br />
<br />
Gli agglomerati di case costruiti dall’ERAS, invece, sono ben localizzabili. Sono riportati anche sulle carte IGM, spesso come “borghi”, sebbene l’appellativo con il quale, nelle rispettive zone, ci si riferisce ad essi, sia, come sopra specificato, quello di “villaggio”.<br />
<br />
Alcuni di tali agglomerati sono presenti nell’elenco di Wikipedia come “città di fondazione fasciste” e datate tra il 1941 ed il 1943; ma se tu, Lettore, hai dato anche una leggera scorsa ai post precedenti, o hai letto il presente post dall’inizio, ti sarai reso conto come la pretesa di collocarli nel periodo fascista sia un assurdo storico. In un periodo nel quale vigeva l’assoluto divieto relativo all’aggregazione dei contadini, la “Città Rurale”, come si sarebbero mai potuti progettare e soprattutto realizzare dei borghi residenziali, dei villaggi? I precetti dell’Istituto VEIII, totalmente mutuati dall’ECLS erano proprio quelli di transitare dal concetto di “villaggio” a quello di “centro rurale”.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXxqLHoOLX5PDlWaSnPGTbhe_KGPIUSyT3bi-h7WpGQleczeBSXm3UhCbv1EisHksMY86jyaaPGGXwtLGbd1j3WtAVDDSEpEM_8bk6T3giVLBXKk_iYaIZy5sHzTjlUT40nc6Fxp70UH0/s1600/DaCentriRurali.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXxqLHoOLX5PDlWaSnPGTbhe_KGPIUSyT3bi-h7WpGQleczeBSXm3UhCbv1EisHksMY86jyaaPGGXwtLGbd1j3WtAVDDSEpEM_8bk6T3giVLBXKk_iYaIZy5sHzTjlUT40nc6Fxp70UH0/s320/DaCentriRurali.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi sarebbe consequenziale come tutti gli agglomerati abitativi (ove si eccettui quelli relativi alla <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi27-la-fase-parallela.html">“fase parallela"</a>) debbano risalire al dopoguerra, ed essere riconducibili alla medesima epoca; e questo è uno dei tanti motivi che ne rende difficile la classificazione. <br />
<br />
Inizialmente, avevo supposto che un tentativo di classificazione potesse essere condotto basandosi sul progetto seguito per realizzare le abitazioni; ma ho dovuto prendere atto di come questa non fosse una strada percorribile. Non sono stato in grado, infatti di classificare i vari progetti sui quali sono basate le costruzioni; e questo nonostante esista, negli archivi ESA, un fascicolo che contiene le tavole di progetto relative a diverse tipologie di abitazione.<br />
<br />
Ma in epoca ERAS pare riproporsi ciò che si era verificato precedentemente, e cioè l’esistenza di case coloniche costruite su progetti “non standard”, probabilmente realizzati da consorzi, da privati o forse dalle stesse imprese di costruzione; una situazione che era già stata sottolineata <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/03/la-via-dei-borghi10-la-quinta-fase-dei.html">qui</a>, nella zona di Borgo Bassi. Inoltre, mentre nella prima metà del ventesimo secolo si assistette ad una sorta di evoluzione dei criteri sui quali una casa rurale si sarebbe dovuta progettare, una tale evoluzione si arrestò in epoca ERAS, quando le case, sebbene diverse nei particolari, ricalcavano sostanzialmente i progetti ECLS, o quantomeno alcuni di essi. L’unica differenza rilevante, e solo in pochissimi casi, fu quella relativa alla struttura.<br />
<br /></div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<b><i>LA CASA COLONICA</i></b>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Si è già brevemente parlato <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/03/la-via-dei-borghi10-la-quinta-fase-dei.html">qui</a> della casa colonica, dove si focalizzava l’attenzione soprattutto sulle realizzazioni della prima metà del secolo ventesimo; adesso, Lettore, tenterò di riprendere brevemente i concetti a suo tempo esposti integrandoli con quelli che riguardano i fabbricati costruiti successivamente al 1950. <br />
<br />
Come più volte sottolineato in queste pagine, il contadino siciliano del diciannovesimo secolo prediligeva la vita “cittadina”, cioè quella nei piccoli centri, che poi erano in pratica quelli che si erano sviluppati sui primi borghi rurali, come descritto <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi2-i-borghi-rurali.html">qui</a>. E questa era la condizione che venne avversata durante il regime fascista, e che culminò nella “Città Rurale” di Caracciolo.<br />
<br />
Le abitazioni cittadine, però, non avevano nulla delle case borghesi dei piccoli centri; erano quasi sempre costituite da un unico vano, spesso senza neanche una latrina. L’unico vano disponibile, oltre a fungere da cucina soggiorno e camera da letto per l’intera famiglia, era utilizzato anche per il ricovero degli animali da soma. In alcune zone, come ad Enna o nel modicano, le abitazioni potevano addirittura essere delle grotte, eventualmente integrate da strutture in muratura.<br />
<br />
Le case coloniche sparse per la campagna erano anch’esse in muratura; spesso però, come già accennato nei post relativi a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">Tudia</a>, a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi33-la-fase-parallela.html">Ciolino</a> o a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">borgo Cutò</a>, la muratura fuori terra non superava il metro di altezza, e le strutture soprastanti erano in legno, con un tetto di paglia. Queste costruzioni erano dette <i>pagghiari</i> o <i>pagghiara</i>; da notare che il vocabolo dovrebbe essere utilizzato senza traduzioni maccheroniche come "pagliai", in quanto in italiano il termine “pagliaio” identifica o mucchi di paglia o strutture adibite all’immagazzinamento di paglia o fieno. I <i>pagghiari</i> constavano anch’essi di un singolo vano, così come la maggior parte delle case costruite interamente in muratura. Queste ultime, realizzate con pietrame informe, erano spesso prive di intonacatura, soprattutto nella Sicilia Occidentale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjJWpM9QK9NW_RGxsTxOlLSz4LrARtkIbfMQR1LEPGk5SPtVL3XdUiqBBPVS1zML3s2nrMdPjqZmOUlKhfkb8al9JIzADr-MzWJD4Wgqw2EbgFN0uLuD-0Jnt4jTDqhlENPWYrSwnCq4I/s1600/rudere2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjJWpM9QK9NW_RGxsTxOlLSz4LrARtkIbfMQR1LEPGk5SPtVL3XdUiqBBPVS1zML3s2nrMdPjqZmOUlKhfkb8al9JIzADr-MzWJD4Wgqw2EbgFN0uLuD-0Jnt4jTDqhlENPWYrSwnCq4I/s320/rudere2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
la copertura a tetto, la cui struttura si reggeva su travi in legno, era costituita da canne protette superiormente da tegole.<br />
<br />
La realizzazioni di abitazioni migliori fu uno dei punti di forza del programma di ruralizzazione siciliano; veniva offerta al contadino la possibilità di abitare una casa vera, e con questo si sperava di convincerlo ad abbandonare le malsane dimore dei piccoli centri. Le caratteristiche sulle quali si puntava erano costituite dalla presenza dei servizi igienici, dal rifornimento idrico, dalla presenza di locali separati per il ricovero del bestiame. Queste erano appunto le caratteristiche salienti delle prime abitazioni di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi29-la-fase-parallela.html">Libertinia</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmMpTK71yIla00BGYJWZD4AqZ7gsonl8cyooBHq1Peamp4uO3LBENDJF2Dj56adsUG40d0TtvQHSIY-YRyFT_pwnLWwMaKHCWlEsc1rYcfmccZudOoQVeerMbYluDOVl3jDrZAaqtUkvw/s1600/Libertinia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmMpTK71yIla00BGYJWZD4AqZ7gsonl8cyooBHq1Peamp4uO3LBENDJF2Dj56adsUG40d0TtvQHSIY-YRyFT_pwnLWwMaKHCWlEsc1rYcfmccZudOoQVeerMbYluDOVl3jDrZAaqtUkvw/s320/Libertinia.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
costituite da due vani, per un totale di meno di 50 mq di superficie coperta, ma dei quali un vano era destinato alla famiglia e l’altro al bestiame; l’unico vano fungeva da camera da letto (per l’intera famiglia) e da soggiorno, con una minuscola cucina in una nicchia sporgente. Costituivano comunque un notevole progresso, considerato che nelle “case” costituite da un unico vano, uomini ed animali convivevano. Furono edificate abitazioni a due piani, ma i vani rimanevano sempre due, con la stalla al piano inferiore ed il vano unico a quello superiore.
Le case di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi30-la-fase-parallela.html">Santa Rita</a>
</div>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRzaKWUBuoxAlFClPeAxNuqOJFguoohAcvCV4MGCfcBchh1UaP4Io4N0JKrrr2J34_LzoCUUmMCztNwxP2ZyPpViA8bBggfSf0qeWrmEBfCsFSdabzcYcC3lxHcHYcEeocHuujUTga0V0/s1600/Santarita1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRzaKWUBuoxAlFClPeAxNuqOJFguoohAcvCV4MGCfcBchh1UaP4Io4N0JKrrr2J34_LzoCUUmMCztNwxP2ZyPpViA8bBggfSf0qeWrmEBfCsFSdabzcYcC3lxHcHYcEeocHuujUTga0V0/s320/Santarita1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
non erano migliori da questo punto di vista; molte si sviluppavano su due elevazioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9rOVXqdsry2PrSvBFygs4-vnzCJLRkgT1zaHlZnfmv0E2zrTwR_O9zDPox_uyjsDJESpYOgQWWwAHLzlrTzacaxV_0bACl0cTPu8CQqQHXvnUS19yr01QyeBDYzY6RVPn088YCKoZKmc/s1600/Santarita2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9rOVXqdsry2PrSvBFygs4-vnzCJLRkgT1zaHlZnfmv0E2zrTwR_O9zDPox_uyjsDJESpYOgQWWwAHLzlrTzacaxV_0bACl0cTPu8CQqQHXvnUS19yr01QyeBDYzY6RVPn088YCKoZKmc/s320/Santarita2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e constavano di tre vani, ma il vano destinato alle attività umane restava sempre unico. <br />
<br />
Una differenza sostanziale era costituita da <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/01/la-via-dei-borghi31-la-fase.html">Pergusa</a>; le case, bifamiliari, avevano una superficie di più di 140 mq (più di 70 mq a famiglia), con cucina e camera da letto separate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLWVAroZYyPuJWE9biz-kzzg2Mdyo-v6p3aSJKms9DXD9Ipkf3VdBFZRgHfBLJdw5vVFJan4p2neUi2xDruT-OacyGI08cUWjzSzTkRgsq_P3uW0tC-4pO2a9f9z7Vg8VlaXzm9wLm6-E/s1600/case+1938.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLWVAroZYyPuJWE9biz-kzzg2Mdyo-v6p3aSJKms9DXD9Ipkf3VdBFZRgHfBLJdw5vVFJan4p2neUi2xDruT-OacyGI08cUWjzSzTkRgsq_P3uW0tC-4pO2a9f9z7Vg8VlaXzm9wLm6-E/s320/case+1938.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
I nuclei familiari più numerosi potevano contare sulle case più grandi, di quasi 200 mq (circa 95 mq a famiglia) con due camere da letto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRvKDM7bMJ-mBREQox72obwKXOaKlAUTogb05E4j5Qx1lnP8z1_91REH5bLv0esM3HBWQKRcbiSHegpjwTtp1vxih-HbcvJFKhmNK7V-zCEwaPG93_bCDVbec-xcZSIga0yenCzwV7duU/s1600/casette2alloggi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRvKDM7bMJ-mBREQox72obwKXOaKlAUTogb05E4j5Qx1lnP8z1_91REH5bLv0esM3HBWQKRcbiSHegpjwTtp1vxih-HbcvJFKhmNK7V-zCEwaPG93_bCDVbec-xcZSIga0yenCzwV7duU/s320/casette2alloggi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La differenza tra le case costruite dal privato e quelle realizzate dallo Stato era percepibile. E non solo nel caso di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/01/la-via-dei-borghi31-la-fase.html">Pergusa</a>; era evidente già anni prima, nei progetti redatti da Fragapane per <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi28-la-fase-parallela.html">Mussolinia</a>. Anche le case più modeste, quelle previste nell’ultima versione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiezNbF3KvkRJ5pkQZR0ZIwOhxeqTtt7rcWZkCg7IKMGxmMkpt7Xi3J7pmksHZNKSy4v2vFZG5QOvJR3pXO_LTpZPFdQjXNVWBFG1sLIk6b-LP-QutaV95kU8vHBQUjjQMOYit_xVrl8H4/s1600/PlanExtended_resized.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiezNbF3KvkRJ5pkQZR0ZIwOhxeqTtt7rcWZkCg7IKMGxmMkpt7Xi3J7pmksHZNKSy4v2vFZG5QOvJR3pXO_LTpZPFdQjXNVWBFG1sLIk6b-LP-QutaV95kU8vHBQUjjQMOYit_xVrl8H4/s320/PlanExtended_resized.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
si sviluppavano su due elevazioni, per consentire di avere le camere da letto al piano superiore
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAEi-QJy3PaWXwC3w7R4reJY6ma9-UnSJvrU5-6xTWQoVqGpXhdX7jRrUX4cC2ca68ua6-KOoDVCqza-Tu3O1SiaDz7x_aMQjoJ2zRa74_L-Ew9YQ3-NQB4oOcXCm_apINJeCLTizuNts/s1600/Mussoliniatipo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="100" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAEi-QJy3PaWXwC3w7R4reJY6ma9-UnSJvrU5-6xTWQoVqGpXhdX7jRrUX4cC2ca68ua6-KOoDVCqza-Tu3O1SiaDz7x_aMQjoJ2zRa74_L-Ew9YQ3-NQB4oOcXCm_apINJeCLTizuNts/s320/Mussoliniatipo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ed allo stesso modo le case realizzate dall’Istituto VEIII nell’<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi22-la-quinta-fase-dei.html">Azienda Sparacia</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUEyIdhSoGyXOtL_DST-uDdQM9rU9xTLk9SS5bF6YodrM-6CQMBUTKEEdqevPkkTGpQIHCr1a9xZOUlO_Je3D9q5-b9Qb1Z1H_D6vJJIdDhWX8moF8-XAbjiX7g53-ZsrzKrW_miGIc6A/s1600/Sparacia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUEyIdhSoGyXOtL_DST-uDdQM9rU9xTLk9SS5bF6YodrM-6CQMBUTKEEdqevPkkTGpQIHCr1a9xZOUlO_Je3D9q5-b9Qb1Z1H_D6vJJIdDhWX8moF8-XAbjiX7g53-ZsrzKrW_miGIc6A/s320/Sparacia.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
apparivano di gran lunga migliori di quelle di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi29-la-fase-parallela.html">Libertinia</a> o <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi30-la-fase-parallela.html">Santa Rita</a>. <br />
<br />
Tali progetti scaturivano però da iniziative singole e sporadiche; non esisteva in essi alcuna traccia di sistematizzazione. Al di fuori degli elementi comuni riguardanti l’igiene, essi rispecchiavano le convinzioni personali del singolo progettista, interpretandone il soggettivo concetto di ruralità. <br />
<br />
Già in epoca antecedente, anche se di poco, l’ECLS, un ulteriore salto di qualità fu consentito dai progetti redatti dall’ONC. I progetti delle case unifamiliari da costruire nell’Agro Pontino, con superfici coperte raramente inferiori a 150 mq, prevedevano tutti un minimo di tre camere da letto; cosa, quest’ultima, tesa ad evitare promiscuità e conseguenti incesti. Le case proposte si sviluppavano o su singola o su doppia elevazione: le prime erano contrassegnate da numeri arabi, le seconde da numeri romani.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqzatVPGGfJJhPonv2I4gy87cTfq7Re1t7uxzWUFnTPvgxyqslSI76k6cydDeiY9ZdUt7ivX3-5yBUukpzEdEDHIInapwJGrw-TpoeU_Fso4q7essgDd3GtHTO2wzr2kzMZPQ-CsNZioo/s1600/Agro1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqzatVPGGfJJhPonv2I4gy87cTfq7Re1t7uxzWUFnTPvgxyqslSI76k6cydDeiY9ZdUt7ivX3-5yBUukpzEdEDHIInapwJGrw-TpoeU_Fso4q7essgDd3GtHTO2wzr2kzMZPQ-CsNZioo/s320/Agro1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente nell’agro pontino ne vennero costruite più del secondo gruppo (doppia elevazione) che non del primo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1martW1Lt0t-6ORpWAoV_v7ZrfBIhfwAFau1L0sP0nfY40aNJuz2HWWf5Q-TlVCfWErl_1TLUwq8-PO2FpGI-q40uekESSUfqnvOcO6bQIsPIReSgCCexQ_Y6JrnPkwkM9oPrpFqcmC0/s1600/Agro2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1martW1Lt0t-6ORpWAoV_v7ZrfBIhfwAFau1L0sP0nfY40aNJuz2HWWf5Q-TlVCfWErl_1TLUwq8-PO2FpGI-q40uekESSUfqnvOcO6bQIsPIReSgCCexQ_Y6JrnPkwkM9oPrpFqcmC0/s320/Agro2.jpg" width="212" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il concetto delle tre camere da letto fu codificato nell’ambito delle “<i>Direttive fondamentali per i proprietari soggetti ad obbligo di colonizzazione</i>” (DM 26 aprile 1940), e quindi applicato dall’ECLS
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpnLTq6aCoPM3_im-GjpjPcnfTgf_dmdNfLLe3ZKY9GLjzfDDmkIOfcXuzrsH7wNqeKiBVqzrbHB4a0gQ9V68L1BPFbnbiTN3_PLchR0wlkiH3sFKQgW8S3ACAdkcmOdgLNmg70b6Q9Wg/s1600/ECLScasa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpnLTq6aCoPM3_im-GjpjPcnfTgf_dmdNfLLe3ZKY9GLjzfDDmkIOfcXuzrsH7wNqeKiBVqzrbHB4a0gQ9V68L1BPFbnbiTN3_PLchR0wlkiH3sFKQgW8S3ACAdkcmOdgLNmg70b6Q9Wg/s320/ECLScasa.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche l’ECLS approntò diversi progetti di casa colonica, ed anch’esse potevano essere su singola o doppia elevazione. Qui le case su singola elevazione erano contrassegnate da lettere, mentre quelle a due piani da numeri
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgup2QMzi1L1Qnt_jH_G_L0K9KnpPwscUhfase5E3rNAUG1Cy6pLGtlQokawjgVAQKIDSiMAtgE-_XjUIk_xwtDlu7FZnbqkW7Y2yMXjQj9pd-IolJe_ti6EaQU2VDfNFLyIbPP919D-pY/s1600/ECLS1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgup2QMzi1L1Qnt_jH_G_L0K9KnpPwscUhfase5E3rNAUG1Cy6pLGtlQokawjgVAQKIDSiMAtgE-_XjUIk_xwtDlu7FZnbqkW7Y2yMXjQj9pd-IolJe_ti6EaQU2VDfNFLyIbPP919D-pY/s320/ECLS1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come per i borghi rurali, la progettazione delle case era affidata a professionisti esterni; la maggior parte delle case di cui vengono mostrate le immagini erano state progettate dall’ing. Guercio (l’autore del progetto di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi25-la-quinta-fase-dei.html">borgo Fiumefreddo</a>); ma anche altri professionisti fornirono il loro contributo, come ad esempio, l’architetto Nicoletti
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijFeBlMCXC9h24bIdDm4BFUxl7VEJFXRj1QUdcywilx8MJeJMOe4p19dUgq9aBoLgTyBoM7khs-tAIJHVwcTkzQVeCv12UlrnRmMZfMKAGAQyc1qs_mCeeJ4rNlZ2P0eLr8Y_CkDgLBa0/s1600/nicoletti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijFeBlMCXC9h24bIdDm4BFUxl7VEJFXRj1QUdcywilx8MJeJMOe4p19dUgq9aBoLgTyBoM7khs-tAIJHVwcTkzQVeCv12UlrnRmMZfMKAGAQyc1qs_mCeeJ4rNlZ2P0eLr8Y_CkDgLBa0/s320/nicoletti.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non ho mai visto, però, case coloniche con la targa lapidea dell’ECLS che si sviluppino su due elevazioni; le poche case di epoca ECLS con questa caratteristiche non sembrano avere alcuna insegna, e dovrebbero essere state realizzate dai Consorzi per i proprietari “adempienti”. In realtà si vedono ancora per le campagne diverse costruzioni realizzate sicuramente in periodo fascista, ma che non appaiono seguire alcuno dei progetti proposti dall’ECLS, né mostrano sulle pareti la relativa targa lapidea.<br />
<br />
In epoca ERAS si assiste, da questo punto di vista, ad un regresso. Il numero dei vani si riduce nuovamente. In parte ciò è dovuto alla realizzazione di case costruite tipo “rifugio”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jH4KrR7HFzgrOiAbATJ6nOb4lIw9HIePNkjhqAwDWNZSnQ67ZBZg4AvSIP6OYZ9wVd_szZWr4xU4xa7YyaQYewdcmp-4yGiNVvlGbQn7SduSBusuGp6os37fk__fvGiiKxQsZFLzhGc/s1600/tiporifugio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jH4KrR7HFzgrOiAbATJ6nOb4lIw9HIePNkjhqAwDWNZSnQ67ZBZg4AvSIP6OYZ9wVd_szZWr4xU4xa7YyaQYewdcmp-4yGiNVvlGbQn7SduSBusuGp6os37fk__fvGiiKxQsZFLzhGc/s320/tiporifugio.jpg" width="236" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
o “appoggio”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikzEchrpPy2hMFYWF54W7A4TjGtshIXcXgMQ0yD2xqoL2r0_a0PsgblBZNGfyjssMwVR25uPEMM97gPM45pQ6-IcHAb1Th4OE-RyLAXfQRkFP7k0UR1LBIK5z2ZqPAPm-njDKURq053cQ/s1600/tipoappoggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikzEchrpPy2hMFYWF54W7A4TjGtshIXcXgMQ0yD2xqoL2r0_a0PsgblBZNGfyjssMwVR25uPEMM97gPM45pQ6-IcHAb1Th4OE-RyLAXfQRkFP7k0UR1LBIK5z2ZqPAPm-njDKURq053cQ/s320/tipoappoggio.jpg" width="214" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
queste avrebbero dovuto ospitare non un’intera famiglia, ma solo una o due persone, e per un tempo limitato. Alcuni progetti di questo tipo prevedevano la possibilità di ampliamente successivi. Sebbene non fossero state progettate per far parte di insediamenti stabili, ne troviamo diverse raggruppate a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi27-la-fase-parallela.html">Borgo Pala</a>; tale situazione sarebbe anomala, in quanto le case espressamente previste per i borghi residenziali sarebbero state più grandi.<br />
<br />
Anche tra i progetti espressamente destinati a nuclei residenziali la maggior parte prevedevano la realizzazione di fabbricati piccoli e con due sole camere da letto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmfSJmne0ZfTgagC2UV45jfAI-ft4eIAW-Yf-CS2MEn7MS6lg10ypLq3iXEB6zoYLZhLXOX06wB5v9TItSRahhVWkZtsvEqvpHeTNQgVRyPkaU0nITAqokeTlMbRJ6AuCHf8K5z-TT17s/s1600/tiposigona.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmfSJmne0ZfTgagC2UV45jfAI-ft4eIAW-Yf-CS2MEn7MS6lg10ypLq3iXEB6zoYLZhLXOX06wB5v9TItSRahhVWkZtsvEqvpHeTNQgVRyPkaU0nITAqokeTlMbRJ6AuCHf8K5z-TT17s/s320/tiposigona.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anche qui si assiste ad un regresso rispetto agli standard ECLS.<br />
<br />
Altre case coloniche erano più grandi, ed anche qui si avevano progetti per case su singola o doppia elevazione; la codifica alfanumerica sembra basata su principi opposti rispetto a quelli adottati dall’ECLS.<br />
<br />
L’ERAS, contrariamente all’ECLS, costruì in effetti diverse case con un piano terreno ed un primo piano; però,per qualche motivo che non sono stato in grado di comprendere queste si trovano quasi esclusivamente nei villaggi della Sicilia Centro-Orientale. Le uniche abitazione su doppia elevazione della Sicilia Occidentale sembrano essere quelle nel <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">comprensorio di Contessa Entellina</a>, progettate dall’ing. Ardizzone, dove la seconda elevazione consterebbe in realtà di un singolo vano
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtoL5urHVbjdJc7YGPUBqVfO0KWzsee0YGkcQ0VEdC04gZH0oLxzNY38Plk2qNyWahTTnPvnpKXbSgUokZcfoY7CuDf1cSAilbTzhRcV9P7TUm8Ll1PiH079qnQWSqfgpDSdXwRfTOLgo/s1600/TipoA1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtoL5urHVbjdJc7YGPUBqVfO0KWzsee0YGkcQ0VEdC04gZH0oLxzNY38Plk2qNyWahTTnPvnpKXbSgUokZcfoY7CuDf1cSAilbTzhRcV9P7TUm8Ll1PiH079qnQWSqfgpDSdXwRfTOLgo/s320/TipoA1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
Una tale varietà, senza apparenti criteri, non si presterebbe ad alcuna classificazione.<br />
<br />
Per una descrizione sistematica, pertanto, non ho trovato criterio migliore che quello di descriverli per provincia. La sequenza che ho scelto, senza alcun motivo razionale, “scorrerebbe” da Ovest ad Est e da Nord a Sud; verranno quindi elencati i nuclei residenziali, nell’ordine, presenti nelle province di Trapani, Palermo, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Messina, Catania e Ragusa; mentre non esiste alcun agglomerato in provincia di Siracusa.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Trapani
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per qualche motivo, nella provincia di Trapani non vi sono dei villaggi analoghi a quelli presenti nelle altre province, “borghi residenziali” intesi nel senso di veri agglomerati di abitazioni, come presenti nelle altre province, con l’esclusione di Siracusa. Non sono stato in grado di comprendere la motivazione di tale anomalia, ma l’unica motivazione alla quale riesco a pensare è una sorta di “orientamento”, in tal senso, dei responsabili della sede provinciale decentrata. <br />
<br />
Le case coloniche non sono “sparse sul territorio”, ma neanche raggruppate a formare villaggi; sono solitamente edificate lungo una o più strade
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMlVb3fINCerxPW5MDF5sl6z8qQgQbgy4VyRdfxTVFhusIA5ID4pLp5Dhw9eTIwb__PSKMGG73fB0c9ILnTK9E8iIR4n4h3XRcjOC410Kb0KPLseL7BcSCf596IAlj-5jX5qDYAY7_kkI/s1600/DagalaFonda2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMlVb3fINCerxPW5MDF5sl6z8qQgQbgy4VyRdfxTVFhusIA5ID4pLp5Dhw9eTIwb__PSKMGG73fB0c9ILnTK9E8iIR4n4h3XRcjOC410Kb0KPLseL7BcSCf596IAlj-5jX5qDYAY7_kkI/s320/DagalaFonda2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
spesso a formare piccoli gruppi. Una soluzione per certi versi simile era stata adottata in epoca ECLS a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/03/la-via-dei-borghi12-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Bonsignore</a>, soluzione che di fatto aggirava i vincoli posti dal concetto che poi stette alla base della “Città Rurale”.<br />
<br />
Vi sono diversi esempi simili in provincia di Trapani, come ad esempio le case coloniche nei pressi di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Borgo Runza</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTk-11q8d8eba6HttH3-Qsz7SsU0jMpX8qvR_v7JjVWzZNIaXk1joOKyXnmysLcaTF9LGlSmRHMvQ-PlJan6ZngPvPYlbXQFQE3S6kYtR56dJ338H-BZ35pdU-eHrDvkEmFVASgy3Jdx4/s1600/Runza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTk-11q8d8eba6HttH3-Qsz7SsU0jMpX8qvR_v7JjVWzZNIaXk1joOKyXnmysLcaTF9LGlSmRHMvQ-PlJan6ZngPvPYlbXQFQE3S6kYtR56dJ338H-BZ35pdU-eHrDvkEmFVASgy3Jdx4/s320/Runza.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
o quelle che avrebbero dovuto avere <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html">Dagala Fonda</a> come centro servizi di riferimento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO1AzB8k5DU25guiJBcSbOGO-BKfymdO_481JbHnckQPE8sxxi1lD6cyAMSnXUqE-qDr9MT6tvKhWguahxTV-GH-7ruwypVBFuxF9q141IRYVqwjp4SLXY94Ef5JnkMCqMMCDtK0iUOGU/s1600/DagalaFonda1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO1AzB8k5DU25guiJBcSbOGO-BKfymdO_481JbHnckQPE8sxxi1lD6cyAMSnXUqE-qDr9MT6tvKhWguahxTV-GH-7ruwypVBFuxF9q141IRYVqwjp4SLXY94Ef5JnkMCqMMCDtK0iUOGU/s320/DagalaFonda1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
(tra l’altro accomunate dal fatto di condividere lo stesso progetto “tipo 10 modificato”)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFn-vh-uZ0EStEaSx-G1oQxve_pPr33_eyX8MWPoB7CNRAuLLVUc_DsTLy28GiktuwTENERvR3UXbLnSt0YZ7nGIIQgyGIOdWcTzVT7joCTGr7uo3AGaylMDTJT9yeHTrSBYu2Qi5r9_M/s1600/Tipo10modificato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFn-vh-uZ0EStEaSx-G1oQxve_pPr33_eyX8MWPoB7CNRAuLLVUc_DsTLy28GiktuwTENERvR3UXbLnSt0YZ7nGIIQgyGIOdWcTzVT7joCTGr7uo3AGaylMDTJT9yeHTrSBYu2Qi5r9_M/s320/Tipo10modificato.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anzi la disposizione di queste ultime
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2z8mmrggN42JSIojSkIAhBPmJbuvQfE6W-xL6Jx2DfVXbu33r438_hZqzXw8ti0ZiCAo_Fg1MfuKxIddaKqPJ8yK_uxcoDCQqPfFrlIz1pKnJScwoVoWzD7RtwOPbD8qpCHKG1tpSwyA/s1600/DagalaFondaMap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2z8mmrggN42JSIojSkIAhBPmJbuvQfE6W-xL6Jx2DfVXbu33r438_hZqzXw8ti0ZiCAo_Fg1MfuKxIddaKqPJ8yK_uxcoDCQqPfFrlIz1pKnJScwoVoWzD7RtwOPbD8qpCHKG1tpSwyA/s320/DagalaFondaMap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sembrerebbe conformarsi allo schema che l’ing. Ugo Sartori, direttore generale della Società Generale Elettrica della Sicilia, che dal 1918 al 1961 gestì generatori e rete elettrica siciliani
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirgKzLnD87_c06P_m4xJq3L92yeGw4kUSHpKGhCOovTpivjSiZO8PIVl_-079g0-SCA7yAMWHZrRlX0V2cUCTYsn-woWj7pOYvXTefEXvTLnH5Rwx9Ju0JKhkgPLG2Bp_lfspzY_6GmOU/s1600/SGES.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirgKzLnD87_c06P_m4xJq3L92yeGw4kUSHpKGhCOovTpivjSiZO8PIVl_-079g0-SCA7yAMWHZrRlX0V2cUCTYsn-woWj7pOYvXTefEXvTLnH5Rwx9Ju0JKhkgPLG2Bp_lfspzY_6GmOU/s320/SGES.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
aveva scelto per i villaggi che, in contrada Bruca e Maranfusa, avrebbero alloggiato gli operai addetti alla costruzione di diga e invaso, per venire poi riciclati come villaggi rurali. <br />
<br />
Come brevemente accennato <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">qui</a>, le cose andarono poi diversamente, così questi villaggi non vennero mai realizzati; ma la loro planimetria, con una piazza ottagonale, ricorda da vicino <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">i villaggi del ministero dei LLPP</a>, con gli spazi espansi in modo da incrementare le distanze tra gli edifici
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje9LwnUStAUoYsJ1W05ykTmM8imsr-k7AN_nZjP9he2wVvGerbcEPhbdmGjQQs8aGTAWTpG_-YeCD_6kltkGtxJmJTsjTSuOLzXsb_bokd-vP5q_c4OLgdFUeo4CD2nx9NYfCtH3ULo40/s1600/compareresized.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje9LwnUStAUoYsJ1W05ykTmM8imsr-k7AN_nZjP9he2wVvGerbcEPhbdmGjQQs8aGTAWTpG_-YeCD_6kltkGtxJmJTsjTSuOLzXsb_bokd-vP5q_c4OLgdFUeo4CD2nx9NYfCtH3ULo40/s320/compareresized.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre la descrizione che Dagoberto Ortensi fa di questi ultimi:<br />
<br />
<i>L'aggruppamento per il villaggio tipo si sviluppa al lato di due arterie principali, ortogonali, facenti capo ad una piazza centrale, ed è disimpegnata da altre arterie secondarie parallele alle precedenti</i><br />
<br />
ben si adatta anche al progetto di Sartori. In realtà, pare che lo schema di riferimento fosse sempre il medesimo; lo stesso ECLS aveva ritenuto di poter raggruppare le case coloniche in corrispondenza delle strade interpoderali
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifVdhJ1FxHb8xgKiGzkLvNomWh1j9OAcvUD1vxFmhHkmXBcImr0bcWdFyhAb_ujn58fxmGcnFlHEARnQS7h7ClDRN_QY6Jg1spNJQPsHY4qdPNdHka6D3eni1DRWusygIKVJwYm3rP1kY/s1600/raggruppamento.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifVdhJ1FxHb8xgKiGzkLvNomWh1j9OAcvUD1vxFmhHkmXBcImr0bcWdFyhAb_ujn58fxmGcnFlHEARnQS7h7ClDRN_QY6Jg1spNJQPsHY4qdPNdHka6D3eni1DRWusygIKVJwYm3rP1kY/s320/raggruppamento.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sebbene nella pratica tale schema non sembra essere mai stato applicato, sempre in relazione al divieto di aggregazione delle abitazioni dei contadini. <br />
<br />
Anche in alcune zone al confine trale provincie di Palermo e Trapani, come ad esempio Desisa o Valdibella, le case coloniche presentano una disposizione analoga
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEityidtwr9G3NcYMpOK5r42jdWlqsdhZfcju-PX_gdY-a7gESGPo0S8Ueb1tvlaQjx3krCaPWf7ZHZKkaj0npfn5sj02PkxEhswo7v9DH-E8kdm7ZKp5PQVhLzZRtzXTtWKg3rdi8Ibl_Q/s1600/DesisaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEityidtwr9G3NcYMpOK5r42jdWlqsdhZfcju-PX_gdY-a7gESGPo0S8Ueb1tvlaQjx3krCaPWf7ZHZKkaj0npfn5sj02PkxEhswo7v9DH-E8kdm7ZKp5PQVhLzZRtzXTtWKg3rdi8Ibl_Q/s320/DesisaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anche se in quelle zone sono presenti anche dei piccoli raggruppamenti di non più di 7 o 8 case
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPSW1UsQZsnkZaUV3CG85ZmkxsTAsjbR0-edgc12Id4OsqHPIe3Gj0gk6VmMY1ZfoQB4km0IKSVEiDoiU8oF_LOnceKcDf2rLNQ4fBiDg4XJMPCB9l2ZUcaSKLJ7ITvQ6ezhsL9d-8YYs/s1600/desisa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPSW1UsQZsnkZaUV3CG85ZmkxsTAsjbR0-edgc12Id4OsqHPIe3Gj0gk6VmMY1ZfoQB4km0IKSVEiDoiU8oF_LOnceKcDf2rLNQ4fBiDg4XJMPCB9l2ZUcaSKLJ7ITvQ6ezhsL9d-8YYs/s320/desisa.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che tuttavia non sono contrassegnati come “borghi” o “villaggi” né sulle mappe IGM, né su altra documentazione. <br />
<br />
Tali raggruppamenti si sarebbero venuti a trovare nelle immediate vicinanze di un borgo “C”, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">borgo Desisa</a>, per, appunto, contrada Desisa, ed un borgo pianificato ma mai progettato per il PR 470 di contrada Valdibella
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivhLsdp8U-X54eZKEXLtGGleel9BgXelfaY1ov7ynlBf6VIy5o31t_Gt_m4lt6bd5vJACFh3c5ywVM4epqGwuk1pnP7FBrUsKfjfgv-8AGst6K6ELK_Rx_RvCFUZOGF3fEBD7uMlvK1dk/s1600/Valdebelli_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivhLsdp8U-X54eZKEXLtGGleel9BgXelfaY1ov7ynlBf6VIy5o31t_Gt_m4lt6bd5vJACFh3c5ywVM4epqGwuk1pnP7FBrUsKfjfgv-8AGst6K6ELK_Rx_RvCFUZOGF3fEBD7uMlvK1dk/s320/Valdebelli_raggio.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che avrebbe dovuto sorgere proprio nelle immediate vicinanze del raggruppamento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhthzudVlsUkxoAArgiPUUmC5BU0qQtyZkgn94bOPZqTYnV0FGwjAK2KxX9N7fQ6eERX1p2TuvLeKvdaHDmVT64_rPr8m_2LwsYeoXOoyD2sR3n6AOd7sHwTjsOVbr_-5wpVFUWVWCd3wk/s1600/valdibella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhthzudVlsUkxoAArgiPUUmC5BU0qQtyZkgn94bOPZqTYnV0FGwjAK2KxX9N7fQ6eERX1p2TuvLeKvdaHDmVT64_rPr8m_2LwsYeoXOoyD2sR3n6AOd7sHwTjsOVbr_-5wpVFUWVWCd3wk/s320/valdibella.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Da precisare che il nome corretto della contrada avrebbe dovuto essere “Valdebelli”, in quanto il nome di colui al quale venne assegnata la “divisa” era Giulio Valdebelli; “contrada Valdibella” sarebbe più a SudEst, a Nord di Camporeale. <br />
<br />
Oltreché la disposizione, anche il progetto delle case di Desisa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx8aZvdaxgFFvIzLrlFpnnKz1-PtKUb6CeQoMxNk4K5QEXtoBHeP0VZWqGwGQw5kVTWwW4iTfROKD5DIo_99BK5wxAONvtnkHcys_-Z-2xWgX9KHailpduj3hYAntJo7r0PbA5kL3Ul0c/s1600/casaDesisa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx8aZvdaxgFFvIzLrlFpnnKz1-PtKUb6CeQoMxNk4K5QEXtoBHeP0VZWqGwGQw5kVTWwW4iTfROKD5DIo_99BK5wxAONvtnkHcys_-Z-2xWgX9KHailpduj3hYAntJo7r0PbA5kL3Ul0c/s320/casaDesisa.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e Valdibella
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwdrWQuQsQxHnrjtg50sKKgkNLTdVN7-mHneHRy9GZ_pN30SRSEIHVpWCI9lc3hW0Uqm1aZL-cwnK7XfpTxrbU8Jyt40xbxb3FgnrKrn9_4RCVFr8C4mM_iIfLXtOYxFo0VmlyaEzIBcE/s1600/casaValdebelli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwdrWQuQsQxHnrjtg50sKKgkNLTdVN7-mHneHRy9GZ_pN30SRSEIHVpWCI9lc3hW0Uqm1aZL-cwnK7XfpTxrbU8Jyt40xbxb3FgnrKrn9_4RCVFr8C4mM_iIfLXtOYxFo0VmlyaEzIBcE/s320/casaValdebelli.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
risulta analogo (le misure sono approssimative)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghcbECMhMUFkK4i9ERcZXBGV03RHyKv9lBPleZbi2neRniFoTLFh_Ch3-Qm5-H8kCilQcKOqCxlT3MpgiaBpqa8A4EdPE5L3Qcdij_G9asQJiJJrtPBnWrzYqfdkziGixqTzEnGnNaRQA/s1600/DesisaValdebelli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="163" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghcbECMhMUFkK4i9ERcZXBGV03RHyKv9lBPleZbi2neRniFoTLFh_Ch3-Qm5-H8kCilQcKOqCxlT3MpgiaBpqa8A4EdPE5L3Qcdij_G9asQJiJJrtPBnWrzYqfdkziGixqTzEnGnNaRQA/s320/DesisaValdebelli.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Pionica</b></i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E neanche Pionica è segnato come “borgo” sulla cartografia IGM
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl911LB5y-7vZxPoEXkSryzcCZtSnylO0XN3UeQJLKEEZPFBRR8TB_HjqdW0qdOZnIFIbVNpVT1kN5c60va9E3W-_1iztoRktV82H-T5X_kmARGGEOQQlImCMqS9s3gtrmwq2UYqUMZjw/s1600/PionicaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl911LB5y-7vZxPoEXkSryzcCZtSnylO0XN3UeQJLKEEZPFBRR8TB_HjqdW0qdOZnIFIbVNpVT1kN5c60va9E3W-_1iztoRktV82H-T5X_kmARGGEOQQlImCMqS9s3gtrmwq2UYqUMZjw/s320/PionicaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anzi, proprio in contrada Pionica, le case, seppur vicine, seguono una disposizione ancor meno regolare. Se “Borgo Pionica” è specificatamente menzionato qui, è solo perché presente come entità individuale negli archivi ESA; ma il fascicolo che lo riguarda, contrariamente a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Runza</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html">Dagala Fonda</a> o anche <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Desisa</a>, non contiene alcun progetto di un borgo di servizio; il fascicolo contiene il progetto per l’acquedotto che avrebbe dovuto garantire l’approvvigionamento idrico delle case relative al PR 173
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPTpAhp0iP6Gzh8GQbERLUM3o7Q_ApNqRSVyQXKOc-fbitbEW-5uihhfOYKqBStCwZB0plU2-N7LrGJKEkDUHTVe4UX3DnyiJla2Yko9U8ddEWwWp40WBnRSS58uWtwBua09SaUygxeg/s1600/PionicaProj.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPTpAhp0iP6Gzh8GQbERLUM3o7Q_ApNqRSVyQXKOc-fbitbEW-5uihhfOYKqBStCwZB0plU2-N7LrGJKEkDUHTVe4UX3DnyiJla2Yko9U8ddEWwWp40WBnRSS58uWtwBua09SaUygxeg/s320/PionicaProj.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dalla mappa dei borghi del 1956 si desume che il relativo borgo di servizio sarebbe stato un borgo “B” da costruire a cura del Consorzio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtdKPzg_SguMaDSRvNEy62HrKx-atLUBu7hcdISHUPq6Bv5u6SVbyJrBsItG8Gg4-0mn6wwRQtxD_u7qV3bmH4mIVHhzmIO5g1V3LlRe0lpzoTrlcxJ5slzVzrbW6yirpJalT3Y_ZpidQ/s1600/Pionica_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtdKPzg_SguMaDSRvNEy62HrKx-atLUBu7hcdISHUPq6Bv5u6SVbyJrBsItG8Gg4-0mn6wwRQtxD_u7qV3bmH4mIVHhzmIO5g1V3LlRe0lpzoTrlcxJ5slzVzrbW6yirpJalT3Y_ZpidQ/s320/Pionica_raggio.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come già accennato, le case sono relativamente distanti tra loro, non raggruppate a formare un ben definito nucleo abitativo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge8vPtoRyWfHAEfRGFMP-CMCiRP-Wc6HMBPsOTWLsM6RNvguEYZ7ECVbpI4ak8n8PC6ll3kGzYYjzb7X2KjABYeljGQJqmYFWR_Hm-vv3JwEsJlAKRYBlmFoUznnyJGvqBLwpC0R8azso/s1600/Pionica2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge8vPtoRyWfHAEfRGFMP-CMCiRP-Wc6HMBPsOTWLsM6RNvguEYZ7ECVbpI4ak8n8PC6ll3kGzYYjzb7X2KjABYeljGQJqmYFWR_Hm-vv3JwEsJlAKRYBlmFoUznnyJGvqBLwpC0R8azso/s320/Pionica2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma la maggior parte di esse si trova all’interno di una lieve depressione del terreno, una sorta di piccola vallata che rende il luogo particolarmente suggestivo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinoiHYUtiS9lXqNHHfFQeEFwL0BnEqO42fr7F7E1KFAOVqqmWMOBJmsPU4AVNERsEK7mY_DKpvl8y12Px3ScYZs3cms7Go7Yd0bp_pVSDWsgEofc4cvDg4gmQcIXc00eWrXU6MdnkPdhc/s1600/Pionica1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinoiHYUtiS9lXqNHHfFQeEFwL0BnEqO42fr7F7E1KFAOVqqmWMOBJmsPU4AVNERsEK7mY_DKpvl8y12Px3ScYZs3cms7Go7Yd0bp_pVSDWsgEofc4cvDg4gmQcIXc00eWrXU6MdnkPdhc/s320/Pionica1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un'altra caratteristica che accomuna le case di Pionica con quelle di Dagala Fonda o di Runza è il fatto che alcune di esse siano state intenzionalmente demolite, di recente; ritengo che ciò non sia tanto in relazione ad un danno strutturale degli edifici, quanto a qualche altra finalità. Per Pionica questo vale per le case al di fuori della valle; quelle all’interno sono in buono stato e, se non abitate per tutto l’anno, almeno frequentate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgev79vfDpUMHrSA_BMHh6W92awbihBvMlbZ5WLOvTYHtPmrMLpzAygEYxFVVDYktZ8PdpSUiL1YNuBoRDkyIPhj8JatZKTtpm0_zmk93chNdhEpzUwtVuoGVwJZEWeZWcZGltSgfZ9T2o/s1600/Pionica3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgev79vfDpUMHrSA_BMHh6W92awbihBvMlbZ5WLOvTYHtPmrMLpzAygEYxFVVDYktZ8PdpSUiL1YNuBoRDkyIPhj8JatZKTtpm0_zmk93chNdhEpzUwtVuoGVwJZEWeZWcZGltSgfZ9T2o/s320/Pionica3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche gran parte dei lotti del PR continuano ad essere coltivati, sebbene qualità e tipologia del terreno non sembrano dissimili da quelli dei <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">villaggi Schisina</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnxIdzJ6VGkDLRjj7-sIZkj1EF4PapfCayHxJOL36OvdSLgXueju0ma5s7JR3Px8aXn0YFatbxiC4lztPss6iXVl1cGcYhOHJhDiQEHnCkS5iFNvgXLPDA6UHsWPGCP_2wXMdb1AUDIJU/s1600/Pionica4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnxIdzJ6VGkDLRjj7-sIZkj1EF4PapfCayHxJOL36OvdSLgXueju0ma5s7JR3Px8aXn0YFatbxiC4lztPss6iXVl1cGcYhOHJhDiQEHnCkS5iFNvgXLPDA6UHsWPGCP_2wXMdb1AUDIJU/s320/Pionica4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Diversa da quella delle case in contrada Runza o Dagala Fonda appare invece la planimetria, che abbastanza stranamente risulta analoga a quella di alcune case costruite in provincia di Enna. Parte della struttura è in cemento armato, con muratura in conci di tufo e tetto spiovente. <br />
<br />
Il raggruppamento si sarebbe trovato alla base del rialzo del terreno sul quale sorgeva la masseria Pionica, e presso la quale si sarebbe trovato un “Centro Raccolta Latte”. Questo è, tuttavia, ciò che rimane della masseria
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPkSMSw9phk6XzDFmIUI2QnhxZnD8KrYG2mutr1ivprYDRJ6kTuEnoFmfebNyfjcZi8mNrQnnI5dB5lCdLuaYHwS9T4J3W2g_eNBYsfjMp7JzsY16ilP3S39j0RQcrE3UcMFUCHySmQc8/s1600/Pionica5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPkSMSw9phk6XzDFmIUI2QnhxZnD8KrYG2mutr1ivprYDRJ6kTuEnoFmfebNyfjcZi8mNrQnnI5dB5lCdLuaYHwS9T4J3W2g_eNBYsfjMp7JzsY16ilP3S39j0RQcrE3UcMFUCHySmQc8/s320/Pionica5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dell’acquedotto in progetto, comunque, pare non vi sia traccia, così come degli abbeveratoi che si sarebbero dovuti realizzare contestualmente ad esso; la vasca presente nei pressi di una delle case non appare in relazione con alcun elemento del progetto dell’impianto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRHpXJwoRAcQ7v1x55W04A-C1BwPyFbqoLbDulvxIBjhEas8bHXlbhgkr5pQhVZDG-IUT8ginH2t_ToEfaerUrT8IVHYeRvSbVyS4tGeOOq07MvmCg7zWB1Ybe33NLVIJCXcGs5T0q1BU/s1600/Pionica6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRHpXJwoRAcQ7v1x55W04A-C1BwPyFbqoLbDulvxIBjhEas8bHXlbhgkr5pQhVZDG-IUT8ginH2t_ToEfaerUrT8IVHYeRvSbVyS4tGeOOq07MvmCg7zWB1Ybe33NLVIJCXcGs5T0q1BU/s320/Pionica6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non vi è illuminazione stradale.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Palermo
</span></div>
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Borgo Garbinogara</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXIJI0YHuuILUD2ZCeB_f5NKOBmCJv3uItpYgMOl2CBaMbttS_SX9hAnww6vsis1lRL92FtpmPBQGeFrAc60lZSu_ljwE0kdQAS-2i4WCAqu7cd57OtJugDoDo1HdDQhiWe8YWrrbG5Ps/s1600/GarbinogaraIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXIJI0YHuuILUD2ZCeB_f5NKOBmCJv3uItpYgMOl2CBaMbttS_SX9hAnww6vsis1lRL92FtpmPBQGeFrAc60lZSu_ljwE0kdQAS-2i4WCAqu7cd57OtJugDoDo1HdDQhiWe8YWrrbG5Ps/s320/GarbinogaraIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ composto da una ventina di case, basate su due tipologie diverse. <br />
<br />
La maggior parte ha una pianta con misure analoghe a quelle di Desisa o Valdebelli; il secondo tipo consta di abitazioni più piccole
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4XqUC5_SkIKVS0AeTU_P_y9YmkaLMLXn6tlky7kYXxmSG9wC7QAZZtwGBUZClU2-TkdYScvHzETU-zl52Y2wkGU3BgWpjbfTrhyphenhyphen1BirMpPp932QkoTTTCClds9y0I-hx3GxCS26OL4XY/s1600/GrbinogaraCompare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4XqUC5_SkIKVS0AeTU_P_y9YmkaLMLXn6tlky7kYXxmSG9wC7QAZZtwGBUZClU2-TkdYScvHzETU-zl52Y2wkGU3BgWpjbfTrhyphenhyphen1BirMpPp932QkoTTTCClds9y0I-hx3GxCS26OL4XY/s320/GrbinogaraCompare.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case sorgono in un luogo recondito, anche questo un avvallamento del terreno tra due collinette che lo nascondono alla vista di chi percorre l’A19
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwde8CZB5Vfl8XFPVp5ykleNdJEiBrpyR7ry0WEHYy8kAnQNc-VD1TG21NPFDWgvqNzps-8Lk4jMDXNPXl2Ftd9VFCuyab8kJcH2_IDM0YALsQqy9IVqbUvo3sPJ65sJlDo0mUuNPdiLY/s1600/GarbinogaraGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwde8CZB5Vfl8XFPVp5ykleNdJEiBrpyR7ry0WEHYy8kAnQNc-VD1TG21NPFDWgvqNzps-8Lk4jMDXNPXl2Ftd9VFCuyab8kJcH2_IDM0YALsQqy9IVqbUvo3sPJ65sJlDo0mUuNPdiLY/s320/GarbinogaraGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dovrebbero essere le abitazione relative ai lotti dei PR 93 e 88. Il borgo di servizio sarebbe stato di tipo “C”, ma di esso non esiste il progetto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmtl-Qxy7Z_Rj34TiBOCsIc-fT18eal8HoKjwCrjKBk32F2Mbc_qpKZrnY0Y6cPGJkmS39PkCgYeootpT0LwQSaFjV82-UYpNTZkXHUFFqzY9xXMfTfjythgJsWtttOEo1pM5AWR2sA-g/s1600/Garbinogara_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmtl-Qxy7Z_Rj34TiBOCsIc-fT18eal8HoKjwCrjKBk32F2Mbc_qpKZrnY0Y6cPGJkmS39PkCgYeootpT0LwQSaFjV82-UYpNTZkXHUFFqzY9xXMfTfjythgJsWtttOEo1pM5AWR2sA-g/s320/Garbinogara_raggio.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quasi tutte le abitazioni sono perfettamente manutenute, e molte di esse hanno subito modifiche ed ampliamenti
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhkm33oP-860sQaONYBiqjCCC2EsZk-QVXc4QwwtTAcwfYSxSr71-CfCcliTiPI3A3dJ-U56rA5QqLY-gkHUc8zl6u596pAEL3Mb5MKp1EpB_H2KI3s-uqKwCeACDNeRF6rwccqVXtkys/s1600/Garbinogara1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhkm33oP-860sQaONYBiqjCCC2EsZk-QVXc4QwwtTAcwfYSxSr71-CfCcliTiPI3A3dJ-U56rA5QqLY-gkHUc8zl6u596pAEL3Mb5MKp1EpB_H2KI3s-uqKwCeACDNeRF6rwccqVXtkys/s320/Garbinogara1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi è un abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Hmc4dLxGMia-TDKRWSXCyu4vFj4agj6uh0ozBHR5kR2vbA2z-HfkV1v376_NNw39hQNkmsI7c7QdoeqbyJLvPs8DV13d2x7QDMvEWyvCeg7ZJWJJYvtWk-hhZPjF59nD4WC7yG5o544/s1600/Garbinogara_abbeveratoio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Hmc4dLxGMia-TDKRWSXCyu4vFj4agj6uh0ozBHR5kR2vbA2z-HfkV1v376_NNw39hQNkmsI7c7QdoeqbyJLvPs8DV13d2x7QDMvEWyvCeg7ZJWJJYvtWk-hhZPjF59nD4WC7yG5o544/s320/Garbinogara_abbeveratoio.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
l'illuminazione stradale è in parte moderna, in parte ancora con schermi in alluminio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA1Zpak6dQF8oz2SLv6j-Gb9tdJWFcMNOl_r_DLz_JuCiS3Tj3zLH09QydGZBVFKPTuiRrQTY_pzD1cF20aCaXbo56XEqJXRkbry2DvrPh0UqFvOcv-cgpyBUDTUwRSsl3w7sZfnSmqY0/s1600/Garbinogara3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA1Zpak6dQF8oz2SLv6j-Gb9tdJWFcMNOl_r_DLz_JuCiS3Tj3zLH09QydGZBVFKPTuiRrQTY_pzD1cF20aCaXbo56XEqJXRkbry2DvrPh0UqFvOcv-cgpyBUDTUwRSsl3w7sZfnSmqY0/s320/Garbinogara3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La strada di accesso è asfaltata, ma in pessime condizioni. Le case hanno ormai un utilizzo residenziale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo_EC8rARHfUiMC6GemcVp4QxYbZ2oOokXG56gMK0SRfo3hxzBoqrYoBTOto_h6VtZ99DwHck2holodMePovu0GU65dbHnIJb1aZC0nvuwSOmMU7VBNtzqhlLfQckMLSqWAPJhNnK6nGU/s1600/Garbinogara2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo_EC8rARHfUiMC6GemcVp4QxYbZ2oOokXG56gMK0SRfo3hxzBoqrYoBTOto_h6VtZ99DwHck2holodMePovu0GU65dbHnIJb1aZC0nvuwSOmMU7VBNtzqhlLfQckMLSqWAPJhNnK6nGU/s320/Garbinogara2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con l’esclusione di un paio di esse utilizzate ancora come “casa colonica”.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Borgo Aquila - Borgo Saladino</b></i>
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Borgo Aquila
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOQsDHiKfLQzGoYony4RmfY4fo5GSf_NyVmpOT3iwHadNyAX7vO7u7yh-oa_ExuMaZXQADkMHYkFWbrsSdq0AjuPjS8R3FDCDFEQYvDDy8-DAv-i3M8hVrzxPHXw_A5r9cjyoDFDxwSFY/s1600/AquilaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOQsDHiKfLQzGoYony4RmfY4fo5GSf_NyVmpOT3iwHadNyAX7vO7u7yh-oa_ExuMaZXQADkMHYkFWbrsSdq0AjuPjS8R3FDCDFEQYvDDy8-DAv-i3M8hVrzxPHXw_A5r9cjyoDFDxwSFY/s320/AquilaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e Borgo Saladino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfJIutm4rvgqu86S5Ol3-71Udl0FoQZL0D0TLN7bam8OsCu0b2xoKMiVnrPs1vDtgGpq_RRbD_lurYPVV1lk7uTl2YVSgtDGI80q4vP6A7g_ihklF-xhKhphyphenhyphenaOJL8PiLQUXxggq96eu0/s1600/SaladinoIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfJIutm4rvgqu86S5Ol3-71Udl0FoQZL0D0TLN7bam8OsCu0b2xoKMiVnrPs1vDtgGpq_RRbD_lurYPVV1lk7uTl2YVSgtDGI80q4vP6A7g_ihklF-xhKhphyphenhyphenaOJL8PiLQUXxggq96eu0/s320/SaladinoIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono raggruppamenti costituiti rispettivamente da 31
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhg49SujDQM-tWqavv0d0iVqXuALgbGpMhGUONNOoKz79JSJLqyG-_d9oOABxeEL9hERy2jmpOEa5prNjluW8TVKiwQojmIOR2BAAGpuM3wTAi3C_DYTUv-a5CvYoXcKv8Rcy9U5o0-8I/s1600/AquilaGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhg49SujDQM-tWqavv0d0iVqXuALgbGpMhGUONNOoKz79JSJLqyG-_d9oOABxeEL9hERy2jmpOEa5prNjluW8TVKiwQojmIOR2BAAGpuM3wTAi3C_DYTUv-a5CvYoXcKv8Rcy9U5o0-8I/s320/AquilaGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e 22
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVz-G6ro1hzo7AekkjHvmFc75gPAsZl4N9SfeRwTayiin2RLfn5fRehhXBdAmdvsH9T9yDIfC0FyU3gc0TX95jx30flZwCxfVMeCVD1NiGQHYucgspv0AHwpCQT-Oh4DQb5wJktA7OWMI/s1600/SaladinoGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="189" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVz-G6ro1hzo7AekkjHvmFc75gPAsZl4N9SfeRwTayiin2RLfn5fRehhXBdAmdvsH9T9yDIfC0FyU3gc0TX95jx30flZwCxfVMeCVD1NiGQHYucgspv0AHwpCQT-Oh4DQb5wJktA7OWMI/s320/SaladinoGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
case relative a lotti ricadenti nei Piani di Ripartizione 224 e 157, realizzate dalla I.Co.Ri. Avrebbero distato, rispettivamente, poco più di due chilometri e poco meno di un chilometro da <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">borgo Tagliavia</a>, che sarebbe stato il centro servizi (di tipo “A”) di riferimento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTJT_gqZhUmNmgfg7OVk2rZ4zVGBMKd6ZJLMPMeSTigWedPtjJeBvyAPus0YyM36qYiqdHXBI4YvUIIkQL6nHyHpXD984A1W2CrqK2D4yankH7NKwoFz4Q0nDAub97GDaiitDcKgdqN74/s1600/corografiaTagliavia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTJT_gqZhUmNmgfg7OVk2rZ4zVGBMKd6ZJLMPMeSTigWedPtjJeBvyAPus0YyM36qYiqdHXBI4YvUIIkQL6nHyHpXD984A1W2CrqK2D4yankH7NKwoFz4Q0nDAub97GDaiitDcKgdqN74/s320/corografiaTagliavia.jpg" width="230" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">Borgo Tagliavia</a> non venne mai costruito; e così sarebbe anche per le strade di accesso, in quanto quelle esistenti sono in realtà le strade di cantiere riadattate. Il tronco più a Nord, dal santuario a borgo Aquila, venne quasi completato, mentre quello più a Sud consisteva solo in una traccia, senza alcun accenno di manto di stradale, e priva di opere di presidio. Queste, senza neanche preventiva autorizzazione, vennero comunque pagate all’impresa che realizzò le abitazioni, sebbene fossero chiaramente ricomprese nell’onere che la ditta avrebbe dovuto assumere per portare a termine il lavoro di costruzione delle case. Un atteggiamento in linea con l’andazzo generale, seguendo il quale, come accennato <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi41-lultima-fase-dei.html">qui</a> e <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">qui</a>, le attività procedevano in un’afinalistica confusione, come peraltro confermato dal fatto che non era chiaro neanche quale fosse la numerazione dei piani di ripartizione, per cui veniva riportato come piano di ripartizione di Saladino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGw1MhvXbFOgPiN2EfAocCf3Ow6chM7aogxCAX5L9qRenQyel2-iU1j8aezrB9dN_GRsvz3rZkfjyI6_g5d6t_arNHkb4Fa7NQXxGibVI8dujoCir9sMWga_JiP6qmZjQrcYzkegKRyko/s1600/PRSaladino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGw1MhvXbFOgPiN2EfAocCf3Ow6chM7aogxCAX5L9qRenQyel2-iU1j8aezrB9dN_GRsvz3rZkfjyI6_g5d6t_arNHkb4Fa7NQXxGibVI8dujoCir9sMWga_JiP6qmZjQrcYzkegKRyko/s320/PRSaladino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
quello che in realtà era il piano di ripartizione di contrada Aquila
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5sht4JnGKLc0VwIzsEzw7kGBBOgjGmxCQWNBH9UGTvL1pjCkEfNHDILkmhONgP1GYWphd64BuY7TXwKGgQTIi8aq5ST84mZ1E5J0FDpYqgv-nkmNKsLJhKx_6zC-LHNj0FQ5Zjza4sqE/s1600/PRAquila.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5sht4JnGKLc0VwIzsEzw7kGBBOgjGmxCQWNBH9UGTvL1pjCkEfNHDILkmhONgP1GYWphd64BuY7TXwKGgQTIi8aq5ST84mZ1E5J0FDpYqgv-nkmNKsLJhKx_6zC-LHNj0FQ5Zjza4sqE/s320/PRAquila.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Fu così necessario provvedere, contestualmente al pagamento alla I.Co.Ri., alla redazione del progetto di completamento, per una cifra pari a tre quarti di quanto già liquidato all’impresa. Non è chiaro comunque se il completamento sia stato portato a termine, visto lo stato della strada di accesso a Borgo Saladino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsvpEy-5xd0TfnyhpkPxLpeBWbtbzIU96LZ0oxeoLcZWiKd-KBEu2Xm7V8jvT9lYT6jPiFB5grlhfEf5HB3BwfwEWGTrTT2cwyyrfj8LSFYNv3PucVrRnpAEyZ34vCUZrxOlOosIawnVY/s1600/stradaSaladino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsvpEy-5xd0TfnyhpkPxLpeBWbtbzIU96LZ0oxeoLcZWiKd-KBEu2Xm7V8jvT9lYT6jPiFB5grlhfEf5HB3BwfwEWGTrTT2cwyyrfj8LSFYNv3PucVrRnpAEyZ34vCUZrxOlOosIawnVY/s320/stradaSaladino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La costruzione fu iniziata tra il 1956 ed il 1957; sull’abbeveratoio di Saladino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJb4_0v_2aq7jNTKke27Cd7cCRFJkXoufAnc_Z8TYtr9HK39poaBfpR5jgb2OsH7OX2YdQzbXLDX_CM8VfwOtTGBaxiy9e_Uj_oSvcfXicRYKhvzyYzHsSsyC6F6j4q9FpFa_bn9SG7EM/s1600/AbbeveratoioSaladino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJb4_0v_2aq7jNTKke27Cd7cCRFJkXoufAnc_Z8TYtr9HK39poaBfpR5jgb2OsH7OX2YdQzbXLDX_CM8VfwOtTGBaxiy9e_Uj_oSvcfXicRYKhvzyYzHsSsyC6F6j4q9FpFa_bn9SG7EM/s320/AbbeveratoioSaladino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
il riferimento all’anno 1961 consente di individuare con precisione l’epoca di ultimazione del villaggio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2EvutNvtN3iA80fQ5m9VsUQTeD_NC-QwTPj-ngmQJI5cJN1u7oCJx2Yaciz5K3vcvoa8vuHByIGWv8iDykxV7tAQPzrQCPV2YuN3Upokmsr6Wk4dRwl481WB2hyphenhyphengqRaQIgkvdlQtHAF0/s1600/LaipideSaladino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2EvutNvtN3iA80fQ5m9VsUQTeD_NC-QwTPj-ngmQJI5cJN1u7oCJx2Yaciz5K3vcvoa8vuHByIGWv8iDykxV7tAQPzrQCPV2YuN3Upokmsr6Wk4dRwl481WB2hyphenhyphengqRaQIgkvdlQtHAF0/s320/LaipideSaladino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche Aquila ha il suo abbeveratoio, più grande di quello di Saladino, e con vasca per gli ovini
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepuItwHf3Nbby2d0o5p-WwMPmSWSxyWao7yelXWQd8IF1tHVF1_viIFk659qTx1g62JpJ_YIvAQsXNENd2FxKPAjEYjbekhzwGNFiKnavw-sBpRWhzj7Bjq_-R7-uowO-oiRZ84O5Dyg/s1600/aquila_abbeveratoio2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepuItwHf3Nbby2d0o5p-WwMPmSWSxyWao7yelXWQd8IF1tHVF1_viIFk659qTx1g62JpJ_YIvAQsXNENd2FxKPAjEYjbekhzwGNFiKnavw-sBpRWhzj7Bjq_-R7-uowO-oiRZ84O5Dyg/s320/aquila_abbeveratoio2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’illuminazione è invece presente solo a Saladino, sebbene sembrerebbe non funzionante. Le case di Borgo Aquila
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi536usPDf2aTx9bFDmBC4inQbUc_PCeIGvUFfQ3GcrtAByNS_vWx3zLxV7qsKqSOWNHqPyQGsOuauLPNJkv7NI7zR-6yD3LsD7D3vnzzHaajvN21YHEajWx3DmnTQF9Vos18SZDp5Ell8/s1600/aquila9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi536usPDf2aTx9bFDmBC4inQbUc_PCeIGvUFfQ3GcrtAByNS_vWx3zLxV7qsKqSOWNHqPyQGsOuauLPNJkv7NI7zR-6yD3LsD7D3vnzzHaajvN21YHEajWx3DmnTQF9Vos18SZDp5Ell8/s320/aquila9.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e Borgo Saladino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1mB9sqcq324kx9w2516nWrQ_JweCbjj54C8z7wznStlI2EtXnppCbhHA6bK_lcT7t8W_PL6W-QPb-j9qLrV4vQMxDNZn6zeelwuFTVgY57iC9e2c0ZTVvesb38xcsMI_V9lw8vOElFCU/s1600/casaSaladino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1mB9sqcq324kx9w2516nWrQ_JweCbjj54C8z7wznStlI2EtXnppCbhHA6bK_lcT7t8W_PL6W-QPb-j9qLrV4vQMxDNZn6zeelwuFTVgY57iC9e2c0ZTVvesb38xcsMI_V9lw8vOElFCU/s320/casaSaladino.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono identiche, basate su progetto analogo a quello di Desisa/Valdebelli. Appaiono essere in muratura portante, realizzata in conci di tufo, con l’eccezione dei porticati, ed un cordolo in cemento armato per l’attacco dei solai
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidu0X7Thd0Ms1yXdlDaNE4kFb2paMv6y33LAeHfjYEcBgA6ytuW7EbZCoBAQsbFIlehwsVl2Jd-tc80WCXFOgzAz4tJPlYcKYv2wX00aOhpdbKNChIHHOUNGmYmHtyBEaHI4vncyicBUY/s1600/aquila2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidu0X7Thd0Ms1yXdlDaNE4kFb2paMv6y33LAeHfjYEcBgA6ytuW7EbZCoBAQsbFIlehwsVl2Jd-tc80WCXFOgzAz4tJPlYcKYv2wX00aOhpdbKNChIHHOUNGmYmHtyBEaHI4vncyicBUY/s320/aquila2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma appaiono tutte in ottime condizioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_2xMAao6TLqZXmjIsWKv9ccby1zfcxccFGk8g9KfKezcImO2t9IX61leTpn3a7BEGkDHXS3JxvjinZMmAGG7sej_y90uZtu7GaV_b9UdGtzzzY1xsEDBrqlqxB5LS4NdzmHzs1BqWLTE/s1600/aquila4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_2xMAao6TLqZXmjIsWKv9ccby1zfcxccFGk8g9KfKezcImO2t9IX61leTpn3a7BEGkDHXS3JxvjinZMmAGG7sej_y90uZtu7GaV_b9UdGtzzzY1xsEDBrqlqxB5LS4NdzmHzs1BqWLTE/s320/aquila4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mentre molti poderi sono stati (s)venduti, consentendo ad alcuni di ampliare la loro proprietà, molte case sono invece rimaste in possesso degli assegnatari o dei loro eredi, e vengono quindi usate come case “di villeggiatura”. E d’altra parte, le proprietà “allargate” che avrebbero potuto essere destinati ad un’attività agricola proficua, ospitano invece parchi fotovoltaici.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Borgo ERAS A e B (Cammisini)</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT2svvwUE50iM3-Vkcju9aEHNkNckDIfG_xYZVUicc3Ng78JGw71BAMrSo1uzgQGlXsP2zA2ZLMIzbZziF9d4_USN7mcz1ztm8g-y0mlum5KEyctKD8lenIIxgvRuM0Aqi_O4Ll2IzaPc/s1600/CammisiniIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT2svvwUE50iM3-Vkcju9aEHNkNckDIfG_xYZVUicc3Ng78JGw71BAMrSo1uzgQGlXsP2zA2ZLMIzbZziF9d4_USN7mcz1ztm8g-y0mlum5KEyctKD8lenIIxgvRuM0Aqi_O4Ll2IzaPc/s320/CammisiniIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Posti tra Collesano e Scillato, sono due agglomerati di, rispettivamente, 33
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIfZz7_Bz3kIut8n_sh0vU-d8o56Y8rIfBD7-uM0ftfWDquTnKV6aHAHzl7mP1bBHNdgcR4sOppvgh2Dpk7qNvUtFKh9tf_Od5m1ANzPf8UiW2cOQcw4q7DndgodK6VlH724MYp-5inYI/s1600/CammisiniAmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIfZz7_Bz3kIut8n_sh0vU-d8o56Y8rIfBD7-uM0ftfWDquTnKV6aHAHzl7mP1bBHNdgcR4sOppvgh2Dpk7qNvUtFKh9tf_Od5m1ANzPf8UiW2cOQcw4q7DndgodK6VlH724MYp-5inYI/s320/CammisiniAmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e 34 case
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV2AyqqzqJaoYrmSYMK3EKTbJSEBVv-T0Q7bZT4cZdFn_02-TzqcRnVl1gt4Pr5K3I8yq-OI-_4E5r_gfzeRM2yE4FNFRwcPFXr0jS9Y7mSS9vL9YjYXrH-JxMzHmGsI7RJv9M2ZhIazY/s1600/CammisiniBmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV2AyqqzqJaoYrmSYMK3EKTbJSEBVv-T0Q7bZT4cZdFn_02-TzqcRnVl1gt4Pr5K3I8yq-OI-_4E5r_gfzeRM2yE4FNFRwcPFXr0jS9Y7mSS9vL9YjYXrH-JxMzHmGsI7RJv9M2ZhIazY/s320/CammisiniBmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
per i piani di ripartizione 891 e 291, che distano tra loro un chilometro. Il borgo di servizio, di tipo B, sarebbe stato ubicato circa un chilometro a SudEst di Cammisini B
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqepVlGQ-4VYgRByqe8U-N4ndFgn1jeDIIwUft-gh9fsYmqKAy5IKHu6HWi8nHc8foWJPnHTGn6H7Gjk_6ap4foLZfdkvhJWTiYwvXmqcuocyU_U91pGRtGQ7P4LdVnhplUwPIIU_pBnM/s1600/raggioCammisini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqepVlGQ-4VYgRByqe8U-N4ndFgn1jeDIIwUft-gh9fsYmqKAy5IKHu6HWi8nHc8foWJPnHTGn6H7Gjk_6ap4foLZfdkvhJWTiYwvXmqcuocyU_U91pGRtGQ7P4LdVnhplUwPIIU_pBnM/s320/raggioCammisini.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case, in condizioni variabili, sembrano costituite da una struttura in cemento armato e muri in laterizi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXspm2_L6MvdnyUAvZjbd1DogwjEQ_tl1af6onBymWk25VGpxuSzfY8IZrOWjrCkJQNGbVIfjOgN_q9H5RKkjrY_GaYLNzerN3DtJvmlFUP5TNSK9trzol6p6G4K9Q4M9DHC_T3ohiEN0/s1600/strutturaCammisini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXspm2_L6MvdnyUAvZjbd1DogwjEQ_tl1af6onBymWk25VGpxuSzfY8IZrOWjrCkJQNGbVIfjOgN_q9H5RKkjrY_GaYLNzerN3DtJvmlFUP5TNSK9trzol6p6G4K9Q4M9DHC_T3ohiEN0/s320/strutturaCammisini.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel borgo “A” parte delle abitazioni sono in cattive condizioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeAB8MOV4VrKIoguSp-uDQTOGkXzfIxZ409hPBUnvroaQ8O54hivkBjDZcLVuM0YJwefCXbcvixtVXy7ZBK9l10nSQ9x7teADeQwgoLrVW06I6IwrwBQMFexRuUrzWE5LB4HOxarZl43Q/s1600/CammisiniA1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeAB8MOV4VrKIoguSp-uDQTOGkXzfIxZ409hPBUnvroaQ8O54hivkBjDZcLVuM0YJwefCXbcvixtVXy7ZBK9l10nSQ9x7teADeQwgoLrVW06I6IwrwBQMFexRuUrzWE5LB4HOxarZl43Q/s320/CammisiniA1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
parte perfettamente manutenute
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnfJVAL5ckrK6OLI4qEr7BZUAAra_WBQshehm5bIXlMyqqeQeuLIP2QR5bhz82-t_CkxcQuSe1Q_HB2wDE0qAOdzEshIm2YqrMPV5PcaRoJlMWRQMs54Q2WIt-NSDCwxbbGjehD10fyJo/s1600/CammisiniA2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnfJVAL5ckrK6OLI4qEr7BZUAAra_WBQshehm5bIXlMyqqeQeuLIP2QR5bhz82-t_CkxcQuSe1Q_HB2wDE0qAOdzEshIm2YqrMPV5PcaRoJlMWRQMs54Q2WIt-NSDCwxbbGjehD10fyJo/s320/CammisiniA2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi è un abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Y9lERMWnPckKkLfQ7PRnNy3SApvZqIwk_18u0ZsrqfLtalL4_28l6xw-3_GQShG_l94g0mbyTK0kjUeIT1v-cZ4vFL-0w73mj1FUvpXcUEwlS3eQ6r2uGeOTkFb9OHrU2VFkWPA2f7U/s1600/CammisiniA3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Y9lERMWnPckKkLfQ7PRnNy3SApvZqIwk_18u0ZsrqfLtalL4_28l6xw-3_GQShG_l94g0mbyTK0kjUeIT1v-cZ4vFL-0w73mj1FUvpXcUEwlS3eQ6r2uGeOTkFb9OHrU2VFkWPA2f7U/s320/CammisiniA3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
illuminazione stradale, originariamente con schermi in alluminio ed integrata da elementi più recenti
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjIPa8o706joqVnYZiP0QZbJcKqdi_gRbyOXSyRArIIVRkQ-kHiJfrk5qXxSGONSxkgIiiaM-ct65qDToM5GavRHYhtzNb0dkBmDUS0dKfDIlsAxgOohIoXzbm4k1BVn1q9dbKkcjLyw0/s1600/CammisiniA4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjIPa8o706joqVnYZiP0QZbJcKqdi_gRbyOXSyRArIIVRkQ-kHiJfrk5qXxSGONSxkgIiiaM-ct65qDToM5GavRHYhtzNb0dkBmDUS0dKfDIlsAxgOohIoXzbm4k1BVn1q9dbKkcjLyw0/s320/CammisiniA4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
fontanella
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcgoaf5nx3ppxBax6Rg1QaEOKAYpFrfkxmhdwBeaZKXGNu7cN-w7la5zoE6pMV53q4KFdRhBB0B8m97HA5KnXtSZ3-CcqLnwcr6_n7yJfTfRDr0sqtuFVCngfeN3Vi4GUpEp3H9u6G4V8/s1600/CammisiniA5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcgoaf5nx3ppxBax6Rg1QaEOKAYpFrfkxmhdwBeaZKXGNu7cN-w7la5zoE6pMV53q4KFdRhBB0B8m97HA5KnXtSZ3-CcqLnwcr6_n7yJfTfRDr0sqtuFVCngfeN3Vi4GUpEp3H9u6G4V8/s320/CammisiniA5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Doppio accesso, con strada sterrata ed asfaltata. Le case hanno ormai un utilizzo prevalentemente residenziale.<br />
<br />
Anche nel borgo “B” parte delle abitazioni sono in cattive condizioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh57mAqKXp96yeCgokvpxI2I1iOblj9KbUA14782jPKUMdaGtJFsE7dSbv-zsS_3DazNsqjtPmz2OGu34LFGkHuT6iOYciFYLQHgkME1NpjDGIhj5itJuWgafkR4i9k_yfilXVBTUPXTm0/s1600/CammisiniB1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh57mAqKXp96yeCgokvpxI2I1iOblj9KbUA14782jPKUMdaGtJFsE7dSbv-zsS_3DazNsqjtPmz2OGu34LFGkHuT6iOYciFYLQHgkME1NpjDGIhj5itJuWgafkR4i9k_yfilXVBTUPXTm0/s320/CammisiniB1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e parte perfettamente mantenute
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWD0OiXbAuJYGyS8vT7z5o7Hcy6-NNK2waZ0lg7wkJj6WlPL_-DPqpM4C8Qgo0bKVMzc6jSz_LD3YEX4aaL72A0B7tEQnUl_Da5hdH7mbnte-EQkeZ07AsPVWCu4QZbjQpKbBIYumEYxY/s1600/CammisiniB2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWD0OiXbAuJYGyS8vT7z5o7Hcy6-NNK2waZ0lg7wkJj6WlPL_-DPqpM4C8Qgo0bKVMzc6jSz_LD3YEX4aaL72A0B7tEQnUl_Da5hdH7mbnte-EQkeZ07AsPVWCu4QZbjQpKbBIYumEYxY/s320/CammisiniB2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi è abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZD-oOGC2plzSH_PxToaV12YNgoRQGXhXHJe9W8Vw4Ue3NrxXoszGfDGYeDCnu0NhgKmclJTKHZXuumPklZMgivgKY7yXPLzleX2yj2U0hdutGPMaHV03sHZz8tDCGnD2c75xc1HM-_gU/s1600/CammisiniB3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZD-oOGC2plzSH_PxToaV12YNgoRQGXhXHJe9W8Vw4Ue3NrxXoszGfDGYeDCnu0NhgKmclJTKHZXuumPklZMgivgKY7yXPLzleX2yj2U0hdutGPMaHV03sHZz8tDCGnD2c75xc1HM-_gU/s320/CammisiniB3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
illuminazione stradale con schermi in alluminio, una cabina di trasformazione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZgf5n-QAnljOcRG0TL-Bk-6dCcwHEGq-jcYYzV6-zOfitStXV7PGLmzGeo22cJCfxvlibKwAGh95T0SwprKMXvEx8uw4DCH2ZIVcbXxsZUTtKazfiigHNemB4tmPC53_6V5Fy0MnYzmE/s1600/CammisiniB4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZgf5n-QAnljOcRG0TL-Bk-6dCcwHEGq-jcYYzV6-zOfitStXV7PGLmzGeo22cJCfxvlibKwAGh95T0SwprKMXvEx8uw4DCH2ZIVcbXxsZUTtKazfiigHNemB4tmPC53_6V5Fy0MnYzmE/s320/CammisiniB4.jpg" width="214" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed anche una cappelletta (un'edicola, più che altro)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhplk9HflrtwzZMmFuG82rTSvfaabHLqyOLtGCk6L1LkbaiJv7bxogq40IEz9ahulSjcXtn4hdol9oLcd5GyDj2kmvIQ5ojquBEOkDJwQM_PHcotkjFsnOVpri6hu0ccr5d-nH9dVllFv8/s1600/CamBcappella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhplk9HflrtwzZMmFuG82rTSvfaabHLqyOLtGCk6L1LkbaiJv7bxogq40IEz9ahulSjcXtn4hdol9oLcd5GyDj2kmvIQ5ojquBEOkDJwQM_PHcotkjFsnOVpri6hu0ccr5d-nH9dVllFv8/s320/CamBcappella.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche qui le case hanno ormai un utilizzo prevalentemente residenziale; alcune sono in fase di ristrutturazione, la ristrutturazione di una è stata sospesa.<br />
<br />
In considerazione dell’irregolare disposizione degli edifici e del vario aspetto di essi, CammisiniA
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTgygyeU5glY70k5926gCU5JmyyC25lHENsF3U76D66JNGVu1fs6GqX0r04a3-lwlYIgbPJrv_kkqdOrYvp42dXflNaYZIZqrGDtvtTPF8yjVvBpeMngQ1r0Vh0dBdZpmbw6ymsmlXczc/s1600/CammisiniApan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTgygyeU5glY70k5926gCU5JmyyC25lHENsF3U76D66JNGVu1fs6GqX0r04a3-lwlYIgbPJrv_kkqdOrYvp42dXflNaYZIZqrGDtvtTPF8yjVvBpeMngQ1r0Vh0dBdZpmbw6ymsmlXczc/s320/CammisiniApan.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
così come CammisiniB
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXy0PFcQwTjowPa_jfWmP3tCmB3WcAQKhjmBJbHmc1GGF5f83zp1EO4ElYUXinHv8v2LIZedeDx3lnaDDEI98KQATtiUKivbaot3iRbx9ozhnJsB7FpYj6nw3JQSnHGTda-T3CCbtOlRs/s1600/CammisinBpan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXy0PFcQwTjowPa_jfWmP3tCmB3WcAQKhjmBJbHmc1GGF5f83zp1EO4ElYUXinHv8v2LIZedeDx3lnaDDEI98KQATtiUKivbaot3iRbx9ozhnJsB7FpYj6nw3JQSnHGTda-T3CCbtOlRs/s320/CammisinBpan.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono probabilmente quelli che maggiormente richiamano l’immagine di “villaggio”.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Borgo Finocchio</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjntYWHuGmvGB4Re2pd_8sKjrhnAlIIAGK7fl0QCdWGCE_zSntpWLtQhpU4g3OumwRTfQBzEIxIHn4fNGAHT9wANAsY4480JJGsqV1bP1VH5oR4CNrSRuiEpwrtOTcl4cLe8MP1jDNfHc8/s1600/BorgoFinocchioIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjntYWHuGmvGB4Re2pd_8sKjrhnAlIIAGK7fl0QCdWGCE_zSntpWLtQhpU4g3OumwRTfQBzEIxIHn4fNGAHT9wANAsY4480JJGsqV1bP1VH5oR4CNrSRuiEpwrtOTcl4cLe8MP1jDNfHc8/s320/BorgoFinocchioIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Borgo Finocchio in realtà originariamente non sarebbe dovuto esistere come agglomerato a sé stante; sarebbe stato una sorta di “distaccamento” di borgo <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">Piano Cavaliere</a>, incluso nella planimetria di esso
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqZT7bBijBhqojHbphuXv5BPGmM6IKukx04N498DFum-eI0iVGx_rQhRC6rdOQ1yPdBsbuVhyphenhyphennstQimC3fZmsXwGDQEv9t9z6d3mIpYN3WgnzDe1FF5Fn_5DqFQm97tAkuFmga_Kms1os/s1600/FinocchioPlan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="76" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqZT7bBijBhqojHbphuXv5BPGmM6IKukx04N498DFum-eI0iVGx_rQhRC6rdOQ1yPdBsbuVhyphenhyphennstQimC3fZmsXwGDQEv9t9z6d3mIpYN3WgnzDe1FF5Fn_5DqFQm97tAkuFmga_Kms1os/s320/FinocchioPlan.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e con il quale condivide, evidentemente, il progetto delle case. Vi sono 14 costruzioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz_L6aGVlkwWXMyJeCKfvWX0LPV8LPbJfTVj4RUVhioICHAlhyphenhyphen_IIYXGaA8ApYnAW-dPYsBQ-WDRVHg5_hKuARYEBiqDqEmM8k8FEt-qF3KqGpF8_PQjFe4xnOFwJ03M61-mOfOgRGhPk/s1600/FinocchioGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz_L6aGVlkwWXMyJeCKfvWX0LPV8LPbJfTVj4RUVhioICHAlhyphenhyphen_IIYXGaA8ApYnAW-dPYsBQ-WDRVHg5_hKuARYEBiqDqEmM8k8FEt-qF3KqGpF8_PQjFe4xnOFwJ03M61-mOfOgRGhPk/s320/FinocchioGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
in gran parte marcatamente variate nell’architettonica originale. Le case sono di “tipo A1 modificato”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJoFTE3yQV_ITEacaXUiAexEcfM95wjNw7KmZ_mPJGjJUYZZcfmxiIvhupIFOKC9-Fe9uKKeVmwM_67_FplV9yiDP4AQfFwuySRnsGIwKxZ8HzL730woUKI4CFpZt23e8olQN-siWlR3E/s1600/casaA1modificato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJoFTE3yQV_ITEacaXUiAexEcfM95wjNw7KmZ_mPJGjJUYZZcfmxiIvhupIFOKC9-Fe9uKKeVmwM_67_FplV9yiDP4AQfFwuySRnsGIwKxZ8HzL730woUKI4CFpZt23e8olQN-siWlR3E/s320/casaA1modificato.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto dovrebbe essere dell’ing. Ardizzone, sebbene esso risulti redatto dai Servizi d’Ingegneria dell’Ente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX0I3ZCjwsh_E-XFAzmxsAx1hU0NFdJxiTkP_ieMtyDrIH2WYZcLebQcgNaLo0FohimsawTxcgA5w_0WOEyc9Qpb_OhVHUCeUbqejF_aXCV4XLnc6XgRHrzj293BONua3uVO2giwfGeV8/s1600/A1modificato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX0I3ZCjwsh_E-XFAzmxsAx1hU0NFdJxiTkP_ieMtyDrIH2WYZcLebQcgNaLo0FohimsawTxcgA5w_0WOEyc9Qpb_OhVHUCeUbqejF_aXCV4XLnc6XgRHrzj293BONua3uVO2giwfGeV8/s320/A1modificato.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ancor più di quanto accada per <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/04/la-via-dei-borghi39-lultima-fase-dei.html">Piano Cavaliere</a>, l’uso delle costruzioni è quello di abitazioni per la villeggiatura
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfOSEF3acbQv_QP4bpE6bXvpDG_Uw6Ip565gn1i7k9rUAHJpT-CTROtQ0GyjFbCZcb_ljl2psmy8OK3hRnnF1Wr418ZHLt9RuMJw34q94Lb3lIbjuCU79JVtXf-UQr2IDeEKRzwEeDBM8/s1600/CozzoFinocchio1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfOSEF3acbQv_QP4bpE6bXvpDG_Uw6Ip565gn1i7k9rUAHJpT-CTROtQ0GyjFbCZcb_ljl2psmy8OK3hRnnF1Wr418ZHLt9RuMJw34q94Lb3lIbjuCU79JVtXf-UQr2IDeEKRzwEeDBM8/s320/CozzoFinocchio1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi è l’illuminazione stradale, ed anche un abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqT9BMZ3NTWKVzlimKfrlUJQqQKtQdhDvjr19l5kVTD7LZ71ofzSM0Sp7XNS9VFCfycBshWivkpVD8lxjwTnkGHcmyrZ-6WeFPEcdFuBgKBhGAg4TBbHUqb7uSxOM5bAUw_OsLTzmvo84/s1600/CozzoFinocchio2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqT9BMZ3NTWKVzlimKfrlUJQqQKtQdhDvjr19l5kVTD7LZ71ofzSM0Sp7XNS9VFCfycBshWivkpVD8lxjwTnkGHcmyrZ-6WeFPEcdFuBgKBhGAg4TBbHUqb7uSxOM5bAUw_OsLTzmvo84/s320/CozzoFinocchio2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
A Sud del minuscolo agglomerato vi è una costruzione che sembrerebbe un serbatoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXZulXvl9yvGnN3GBrWgyejJUlQV_zoRuP0I-_Len8cDyuGjzHvp8clVwlEO_ucsIhTetx7lw7g_x6djguQCGk1nCweK79o8HcqG5ssi1nAzRhLJJwgDz87HNW44bd7ZYkOFKMCJR2jc0/s1600/CozzoFinocchio3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXZulXvl9yvGnN3GBrWgyejJUlQV_zoRuP0I-_Len8cDyuGjzHvp8clVwlEO_ucsIhTetx7lw7g_x6djguQCGk1nCweK79o8HcqG5ssi1nAzRhLJJwgDz87HNW44bd7ZYkOFKMCJR2jc0/s320/CozzoFinocchio3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma sulle carte IGM non vi è segnato alcun acquedotto che faccia capo ad esso
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>La Pietra – Coti</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh7i5-gUWXr4xEk0yAzjwLh5IU3HnS0_zA4cqaVf_IW67osLG0ghwnrnC_-SbBA0kBaLT_ZBqRG3UCSkv4O3RYNQ0w9WOcc2ocg2B9AqUkiQi7-aUclXuG7xe52A5q-mOvwf3vCctyofI/s1600/LaPietra-CotiIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh7i5-gUWXr4xEk0yAzjwLh5IU3HnS0_zA4cqaVf_IW67osLG0ghwnrnC_-SbBA0kBaLT_ZBqRG3UCSkv4O3RYNQ0w9WOcc2ocg2B9AqUkiQi7-aUclXuG7xe52A5q-mOvwf3vCctyofI/s320/LaPietra-CotiIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Indicati come Borgo ERAS “A” e Borgo ERAS “B” sulla cartografia IGM, sono due agglomerati di rispettivamente, 20
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYS9z8ch_aunVDMRDekDzsEPJapX2T_WozT1j3zWV0Ob94gIn3WIbjvbxo2c4_thOwxDnu0Ft2dr1mn5v3hJKD7UsCNtPnL5nxo7d93Qr5dwqr6ab_h1tcOBy35Cu6h0mwXD1vTHiVftw/s1600/LaPietraGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYS9z8ch_aunVDMRDekDzsEPJapX2T_WozT1j3zWV0Ob94gIn3WIbjvbxo2c4_thOwxDnu0Ft2dr1mn5v3hJKD7UsCNtPnL5nxo7d93Qr5dwqr6ab_h1tcOBy35Cu6h0mwXD1vTHiVftw/s320/LaPietraGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e 25
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIwG0T5p8l57Ezo27l-9l5ULi9I9giCR52IQgcHreUFFYsTTnryercNW63IamYXBh2sCL1q2Fs_dn8RgnU86l8LLtf6Z70x31R6qS0w0qxybFMvtqNsxfV1vbjBS2LeAs470uP_k3o7Ps/s1600/CotiGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIwG0T5p8l57Ezo27l-9l5ULi9I9giCR52IQgcHreUFFYsTTnryercNW63IamYXBh2sCL1q2Fs_dn8RgnU86l8LLtf6Z70x31R6qS0w0qxybFMvtqNsxfV1vbjBS2LeAs470uP_k3o7Ps/s320/CotiGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
case; altre 23 si trovano sparse
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSjvoooRe0wIPLZRlxjOJ96gq8R-xmC18L8wKnsBM3sf-fAeWKHxeS8GPl5hikDYMcgT7z100DURCFov8XgFY2UN4UbDrDSIaeYTXL0Ny-8m86dBCksQKZiemsPU8Bu9DTH1p6ECFcCvM/s1600/sparsiLaPietra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSjvoooRe0wIPLZRlxjOJ96gq8R-xmC18L8wKnsBM3sf-fAeWKHxeS8GPl5hikDYMcgT7z100DURCFov8XgFY2UN4UbDrDSIaeYTXL0Ny-8m86dBCksQKZiemsPU8Bu9DTH1p6ECFcCvM/s320/sparsiLaPietra.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
nell’area dei PR, ubicati circa 15 km a Sud di Alcamo, nonché 6 km a Nord del luogo ove sorgeva Gibellina (adesso Cretto di Burri). <br />
<br />
Come descritto <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">qui</a> essi avrebbero dovuto costituire un borgo misto, con i servizi di un borgo “ridotto” a La Pietra, ed una scuola a Coti.<br />
<br />
I relativi piani di ripartizione sarebbero il 349 ed il 142. Inizialmente, solo il primo sarebbe stato individuato come area di Riforma Agraria, per cui borgo ed agglomerato sarebbero stati ubicati leggermente più ad Ovest, con una strada d’accesso che si sarebbe dipartita dalla SS 119
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq8E0Tv_KLLJD7YuWgSYmaDmZpal0r-ve27GELz0_25BiBnm1MEC28YdeKeO8DquUwMTc4pbGizXGJEJdI68o9q1uqg_c55AD1lxpkWrLEiz7vWpIYNjEZS9yM84hG2P_OJqzSyJmN5uE/s1600/LaPietra_cor1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq8E0Tv_KLLJD7YuWgSYmaDmZpal0r-ve27GELz0_25BiBnm1MEC28YdeKeO8DquUwMTc4pbGizXGJEJdI68o9q1uqg_c55AD1lxpkWrLEiz7vWpIYNjEZS9yM84hG2P_OJqzSyJmN5uE/s320/LaPietra_cor1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto venne ultimato nel giugno del 1956; ma, probabilmente sempre per l’inesistenza di coordinazione e scambio di informazioni tra i vari uffici dell’Ente, già nella mappa aggiornata al primo gennaio 1956, il Piano di Ripartizione nr 142 aveva fatto la sua comparsa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJxTOFcb5Tcqag8N0g8RzpHZLAG0utqbFoDG59PMcIM2UQouKIU6x8PH9Q2AX0kHRJhLlFJFblSGIDY1nwBbTkxc5HPKjP7AzRaV6RSqZn-px5b6Hd61NSCR139fnInBOXprZaMTTFSwM/s1600/LaPietra_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJxTOFcb5Tcqag8N0g8RzpHZLAG0utqbFoDG59PMcIM2UQouKIU6x8PH9Q2AX0kHRJhLlFJFblSGIDY1nwBbTkxc5HPKjP7AzRaV6RSqZn-px5b6Hd61NSCR139fnInBOXprZaMTTFSwM/s320/LaPietra_raggio.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ambedue compresi nel raggio di influenza di borgo “A” che avrebbe dovuto realizzare il Consorzio. La zona di RA assume l’assetto definitivo nella corografia relativa al progetto di borgo Pietra
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVu0SRQmhw5YVu-ZY0aMnpJN60Ghl593mHyX62SOqqUIHN0WL1TXkpwRBawmMByL0Tafkg-_XCLePKTtm0DygQOvSNjntrtNL7nqtoa6Rno9GlhAJIEQlnfgrmXR1ZiSpZCRWLjUfkU7M/s1600/LaPietra_cor2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVu0SRQmhw5YVu-ZY0aMnpJN60Ghl593mHyX62SOqqUIHN0WL1TXkpwRBawmMByL0Tafkg-_XCLePKTtm0DygQOvSNjntrtNL7nqtoa6Rno9GlhAJIEQlnfgrmXR1ZiSpZCRWLjUfkU7M/s320/LaPietra_cor2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
dove borgo e scuola hanno sostituito il borgo “A” del consorzio, probabilmente per i motivi esposti <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi41-lultima-fase-dei.html">qui</a>. <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">Il progetto di borgo La Pietra e di Coti</a> è datato 1960, e all’epoca di redazione di esso le case risultavano già esistenti; quindi la loro costruzione può essere collocata tra il 1957 ed il 1959.<br />
<br />
Borgo La Pietra sorge lungo la SS119
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjef-2gTQEJ9isfdbxVKCJAMoYlA8r-L2ffM_xWEHocjUhDJxipMlNpnHGu7qgA-pNtY-LPzoVzlk_RykNgRkhFb1lWYKx1kzPt4pgpxtZzd3nypT4dBHiupQdYE_PakWEhXWZeB3K-Eao/s1600/LaPietra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjef-2gTQEJ9isfdbxVKCJAMoYlA8r-L2ffM_xWEHocjUhDJxipMlNpnHGu7qgA-pNtY-LPzoVzlk_RykNgRkhFb1lWYKx1kzPt4pgpxtZzd3nypT4dBHiupQdYE_PakWEhXWZeB3K-Eao/s320/LaPietra.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre Coti si trova lungo un’ex trazzera trasformata in strada di penetrazione agraria
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWlM0TDNEzWdaDOmoA33ZFsKCWQSZ1ygT2JixxavmeL-_WBBH0uenhjXVQBhsXRyeTnBebgVU9SwnCz6T-6TOLILuNt5Q4GZk-MXNjGP64M1nIEi9ohOb3U8abWGr_oBS-6WD6H6XVBdI/s1600/Coti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWlM0TDNEzWdaDOmoA33ZFsKCWQSZ1ygT2JixxavmeL-_WBBH0uenhjXVQBhsXRyeTnBebgVU9SwnCz6T-6TOLILuNt5Q4GZk-MXNjGP64M1nIEi9ohOb3U8abWGr_oBS-6WD6H6XVBdI/s320/Coti.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case sembrano essere fondamentalmente uguali a quelle di borgo Aquila e Saladino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbZeNGYTLkU3s11SuQY3O_7mYyI3E0wuVEs6FQZR-km9ZZb2HFtmCtMs32GFL8KMMehmkCbO38iSH57chJhCCSBIegEtw46AxbVr95RTbxhCCL2oDk_IpG9lLYhC5AbZz9KlnOzDbau1Y/s1600/casaLaPietra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbZeNGYTLkU3s11SuQY3O_7mYyI3E0wuVEs6FQZR-km9ZZb2HFtmCtMs32GFL8KMMehmkCbO38iSH57chJhCCSBIegEtw46AxbVr95RTbxhCCL2oDk_IpG9lLYhC5AbZz9KlnOzDbau1Y/s320/casaLaPietra.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con parte di tettoria/porticato chiusa per formare un ulteriore vano
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGnRqd7jwaJ8i9ZbRbzTyUMVFhTjMAA5qGIvQJSYqltUV1G0zAM8oRcW4-cJPlardu77HC-OEcIcc6rtShGBqbHp84MXYLj3pwtUtTspjAfcqHPXtXdy5towmqd3DyTzgmVL8MCoH2jfM/s1600/casaCoti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGnRqd7jwaJ8i9ZbRbzTyUMVFhTjMAA5qGIvQJSYqltUV1G0zAM8oRcW4-cJPlardu77HC-OEcIcc6rtShGBqbHp84MXYLj3pwtUtTspjAfcqHPXtXdy5towmqd3DyTzgmVL8MCoH2jfM/s320/casaCoti.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma nei dintorni sembra essere presente un’altra tipologia di casa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuo99IkxS33KEq_gLFLiCL50NSHu8lwzkw7Ms1LnO5YkdTkXHhyphenhyphent7gbImHfdPEHemtSHhaSKdwEgR8pSsXG3WgBSzIJxbyadD4CAQa39I4Ik-zwmfSySrTbp9UZ1hcjOd9g1nSvp07MYc/s1600/AltroTipo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuo99IkxS33KEq_gLFLiCL50NSHu8lwzkw7Ms1LnO5YkdTkXHhyphenhyphent7gbImHfdPEHemtSHhaSKdwEgR8pSsXG3WgBSzIJxbyadD4CAQa39I4Ik-zwmfSySrTbp9UZ1hcjOd9g1nSvp07MYc/s320/AltroTipo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
simile alla “casa rurale di tipo B” dell’ECLS
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGCdh7xbiMQNdedCYZd4A4S4HdWLGGyVhbreT3535uxq5hcKyHZfUCaWMhTfRznlOuUwAb1Lgh7aYCKZrNZd7ECvUyyd5oPbBsLiuufgSErYoy55pkAiDXjTotLCyVi-mZHwtfOaKaVYo/s1600/tipoB.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="130" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGCdh7xbiMQNdedCYZd4A4S4HdWLGGyVhbreT3535uxq5hcKyHZfUCaWMhTfRznlOuUwAb1Lgh7aYCKZrNZd7ECvUyyd5oPbBsLiuufgSErYoy55pkAiDXjTotLCyVi-mZHwtfOaKaVYo/s320/tipoB.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma su di esse non vi sono targhe.<br />
<br />
Anche la struttura appare analoga (muratura portante con cordolo in CA per l’aggancio del solaio e copertura a tetto soprastante)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8_0Qm6NLtz1AbrueuOSzYUDbpM2cpDmuZ9HmocXWbP7UtmvkqQQjSOdGMAr5FetY3BY6yKH3nNFsBHCgf-s4_Y0OAeZDScXMrZ2ARDZEOeIvOWq42osuea6R57bYcMMt2lrrXrAd1Jm0/s1600/strutturaLapietraCoti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8_0Qm6NLtz1AbrueuOSzYUDbpM2cpDmuZ9HmocXWbP7UtmvkqQQjSOdGMAr5FetY3BY6yKH3nNFsBHCgf-s4_Y0OAeZDScXMrZ2ARDZEOeIvOWq42osuea6R57bYcMMt2lrrXrAd1Jm0/s320/strutturaLapietraCoti.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Presso ambedue i nuclei vi sono abbeveratoi; a Coti sono addirittura due, di cui uno, uguale a quello presente a La Pietra, sembra precedente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAvRGVxS8qsySO6ol1dU8p7PQrx4laSzHcaQk5UD69pdOx_cf12N6DW629XZepu5SSWGSDzM0tu7yW0PetCL69Of-xRG1Iet1S2yZsOU75U6RCJPH172VxlX1rjsN4o4sMjtRs0a0Yj1k/s1600/abbeveratoioCoti1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAvRGVxS8qsySO6ol1dU8p7PQrx4laSzHcaQk5UD69pdOx_cf12N6DW629XZepu5SSWGSDzM0tu7yW0PetCL69Of-xRG1Iet1S2yZsOU75U6RCJPH172VxlX1rjsN4o4sMjtRs0a0Yj1k/s320/abbeveratoioCoti1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e l’altro più recente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3d8wXYigVNPmtlSeoVgQ5dnfU_yxB7Mkx0oNWaVKBpmN_LpN9LwF16WwyD_Tfmn2InvZWsQ7eMJSed9-Der7bEvLebGs7vOJzt4ZKIgXxqJFQywDSyeRUnUKiAOGXWswMPDg4ccoHP9M/s1600/abbeveratoioCoti2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3d8wXYigVNPmtlSeoVgQ5dnfU_yxB7Mkx0oNWaVKBpmN_LpN9LwF16WwyD_Tfmn2InvZWsQ7eMJSed9-Der7bEvLebGs7vOJzt4ZKIgXxqJFQywDSyeRUnUKiAOGXWswMPDg4ccoHP9M/s320/abbeveratoioCoti2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
A Coti vi sarebbe anche l’impianto per l’illuminazione stradale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepb_XUDYpJz3akG25rELRdhQFVkFbz7vFTksad_G9cM6c1DImKOllLnor_uLZlu9z-Av4SBnIc8wdfXwVjasxBHa0P6DpdS56eVuaedB0P-2N-7Mvd3fUROkDwxL20R-5PyhQSpAqbZM/s1600/illuminazioneCoti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhepb_XUDYpJz3akG25rELRdhQFVkFbz7vFTksad_G9cM6c1DImKOllLnor_uLZlu9z-Av4SBnIc8wdfXwVjasxBHa0P6DpdS56eVuaedB0P-2N-7Mvd3fUROkDwxL20R-5PyhQSpAqbZM/s320/illuminazioneCoti.jpg" width="212" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
verosimilmente non funzionante, e comunque privo di lampade
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Borgo Pala e Borgo Verdi</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieFj-ZQ7viwZs2y0s3HcAskSBxHHhWB5B5otTEg7_di5P9c76A2F1MtqFKBWOHypOJnflS3CTBOll0vaSe3er3yBJCQD_E5Sf1rHsUFS3qqI0BjAhsnf82cI3PZ9L1c0fgN2AFtm0fv-I/s1600/VerdiPalaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieFj-ZQ7viwZs2y0s3HcAskSBxHHhWB5B5otTEg7_di5P9c76A2F1MtqFKBWOHypOJnflS3CTBOll0vaSe3er3yBJCQD_E5Sf1rHsUFS3qqI0BjAhsnf82cI3PZ9L1c0fgN2AFtm0fv-I/s320/VerdiPalaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di Borgo Pala si era già parlato; 30 case disposte lungo un’unica strada rettilinea, di due tipi diversi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOLt5ZEvEGjcyxti2nRyLtI-QfFQSlT5JYtOcaWTEfNSZuaQZS9WHpT6grJwdMACqU_Rr74HQokMTxTxBbq3mv5u1b9jpVNrx12aLCfgdI8n2RV4_C3J1n22Yp5Cx6fQgFz7wKdMCSgA8/s1600/casePala.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOLt5ZEvEGjcyxti2nRyLtI-QfFQSlT5JYtOcaWTEfNSZuaQZS9WHpT6grJwdMACqU_Rr74HQokMTxTxBbq3mv5u1b9jpVNrx12aLCfgdI8n2RV4_C3J1n22Yp5Cx6fQgFz7wKdMCSgA8/s320/casePala.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La menzione di Borgo Pala nel post che introduceva una “fase parallela” di edificazione di borghi rurali durante il regime fascista, derivava da una serie di riferimenti indiretti, di interconnessioni, tra Borgo Pala e <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">Borgo Littorio</a>.<br />
Tali riferimenti facevano capo ad un articolo di Vincenzo Ullo su un numero delle Vie d’Italia del 1939, al più volte citato “<i>Viaggio tra le Città del Duce</i>” di Antonio Pennacchi, nonché ad una fonte “ufficiale” (una relazione stilata nel giugno del 1996 dalla “Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche della Provincia di Palermo”) che avrebbe individuato l’anno di costruzione di almeno alcune case di Borgo Pala nel 1949, e cioè quando ancora esisteva l’ECLS.<br />
<br />
Avevo tentato, Lettore, di immaginare una, più o meno fantasiosa, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi27-la-fase-parallela.html">ipotesi</a> che rispondesse agli interrogativi suscitati dalle affermazioni di Ullo, e che sarebbe stata imperniata sulla possibilità che parte delle case di Borgo Pala fossero state realizzate ben prima del 1949, e che la descrizione estremamente imprecisa di Ullo avesse condotto ad identificarle con Borgo Littorio.<br />
<br />
L’ipotesi sarebbe stata fantasiosa in quanto Borgo Pala avrebbe dovuto essere o un villaggio operaio, o far parte a tutti gli effetti della “fase parallela”; sarebbe infatti stato impossibile che venisse creato un “villaggio contadino” in quel periodo, contravvenendo ai principi già sanciti da Mangano, che vietavano categoricamente l’esistenza di villaggi rurali.<br />
<br />
Ho recentemente trovato una risposta verosimile e non “fantasiosa” alla questione; così, Lettore, desidero sottoportela qui, anziché variare il post precedente.<br />
<br />
Nel post, necessariamente generico ed incompleto, dei <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi2-i-borghi-rurali.html">borghi antecedenti al periodo fascista</a>, ne vengono citati alcuni presenti nel territorio di Petralia Soprana. E precisamente, a solo scopo esemplificativo, si parla di Verdi, Guarraia, Salerna e Fasanò; ma in realtà i borghi che risalgono al diciottesimo secolo presenti tra Petralia e Bompietro sono di più, molti di più. Dovrebbero essere trentaquattro, di cui molti sono frazioni di Petralia, altri di Bompietro (come ad esempio Salerna o Guarraia); mentre alcuni sono divenuti comuni a sé stanti. Tra questi vi è Blufi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5Mtbj8llFf3E3xCPNSWxygMSu-s3WedAZ4o6XzndBwbBBDoaORk8tU4nbBFgwAbzxeqOgo0VfYzjCE9soUGZXIRVliliwMchBiPhU48S-2XlDgCtldKE5DTErBl7BSd3FYPGrh-0Anbo/s1600/Blufi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5Mtbj8llFf3E3xCPNSWxygMSu-s3WedAZ4o6XzndBwbBBDoaORk8tU4nbBFgwAbzxeqOgo0VfYzjCE9soUGZXIRVliliwMchBiPhU48S-2XlDgCtldKE5DTErBl7BSd3FYPGrh-0Anbo/s320/Blufi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che, precedentemente frazione di Petralia Sopana, è divenuto comune autonomo nel 1972.<br />
<br />
All’inizio degli anni Trenta del secolo scorso, e fino alla caduta del fascismo, Blufi assunse la denominazione di “Villa Littoria”, “Villa Littorio” o, più semplicemente “Littorio”. Vincenzo Ullo, il quale, ribadisco, scriveva più per fare propaganda che per dare informazioni, avrà sentito parlare della realizzazione di Borgo Littorio e, per scrivere il suo articolo, avrà probabilmente raccolto qualche informazione superficiale ed approssimativa. Qualcuno gli avrà parlato dell’esistenza di un “Littorio” nel comune di Petralia, riferendosi a Blufi, ed ecco che Borgo Littorio, senza alcuna verifica, è stato collocato lì. La verifica, come abbiamo visto, in realtà arrivò, ad opera di Antonio Pennacchi, anche se una sessantina d’anni più tardi, cosicchè Ullo non lo seppe mai; ma quand’anche lo avesse saputo non credo che la cosa gli avrebbe provocato chissà quali malesseri.<br />
<br />
Riguardo poi alla datazione delle case di Borgo Pala, l’anno di costruzione (1949) era stato desunto dall’allegato A al III Capitolo della “STRALCIO DELLA RELAZIONE STORICO-TECNICA PROPOSTA DI VINCOLO PAESAGGISTICO LEGGE N. 1497 DEL 29 GIUGNO 1939” a sua volta allegato al DA del 1 aprle 1998, pubblicato sulla GURS nr 26 del 1998, avente come oggetto: “<i>Dichiarazione di notevole interesse pubblico di un'area a ridosso della perimetrazione del Parco delle Madonie, ricadente nei comuni di Alimena, Blufi, Bompietro, Castellana Sicula, Petralia Soprana e Petralia Sottana</i>”. Ma essa è, semplicemente, un’inesattezza. Analoga a quella che ha condotto a far risalire al 1942 <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi38-la-settima-fase-dei.html">Borgo Pasquale</a>. O al 1943 <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">Borgo Riena</a>. O a far etichettare come “borgo fascista” il <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">villaggio Santa Margherita</a>. E che, data la presunta attendibilità della fonte, aveva indotto me a cercare di immaginare ipotesi che potessero conciliare l’edificazione di un villaggio anomalo (raggruppamento ad esclusivo uso abitativo, e con case diverse) in un periodo altrettanto anomalo come il 1949 (non più periodo fasciata, ma non ancora periodo ERAS) con le affermazioni di Vincenzo Ullo.<br />
<br />
Ma non vi è alcuna stranezza, alcun mistero intorno a Borgo Pala ed alla sua duplice tipologia di edifici; solo un errore di datazione. Le case infatti vennero semplicemente costruite alla fine degli anni Cinquanta, insieme a quelle di Borgo Verdi.<br />
<br />
Gran parte delle case sono abitate, anche se saltuariamente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggoS7YX-2I6XeVxnYRVTZHGkGjcMLaZ3v-_OxWWUe1T-qZNHmeGeD1OFRt7UaN79IJMUpMV7YwPjBa0AA5T_8mBhHMvc5ThpvETNR-8i3Flu5vjTEEEjmRY20IgnLhlggycixGzW9tAM4/s1600/Borgo_Pala_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggoS7YX-2I6XeVxnYRVTZHGkGjcMLaZ3v-_OxWWUe1T-qZNHmeGeD1OFRt7UaN79IJMUpMV7YwPjBa0AA5T_8mBhHMvc5ThpvETNR-8i3Flu5vjTEEEjmRY20IgnLhlggycixGzW9tAM4/s320/Borgo_Pala_2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
qualcuna è in pessime condizioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsq3H2_vvWC-IJUTQyBuV1NJq89hdn77jOjuirrPrIW3g1TR-YiCXDTutwNtqGfQWU2KLd6b5dyLNJwvTQpf8HzB-P3k2rDn4g08dWLjcjKHVF9cr3Pp3yHYSg_iSe74vsQggDWbGTJF8/s1600/Borgo_Pala_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsq3H2_vvWC-IJUTQyBuV1NJq89hdn77jOjuirrPrIW3g1TR-YiCXDTutwNtqGfQWU2KLd6b5dyLNJwvTQpf8HzB-P3k2rDn4g08dWLjcjKHVF9cr3Pp3yHYSg_iSe74vsQggDWbGTJF8/s320/Borgo_Pala_3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi è un abbeveratoio, e l’illuminazione stradale, anche se quest’ultima è presumibilmente molto più recente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuJf7kjPjhuTyDZKPgPmEuZ4I2A3QN2OP6JAzDuvSH2U7dGY7qRQ06brkIg5Ku22TqgB4SRJVKh9NCcvRWsLyjQisD3KjcUvj5Oc9dGc-ZwvYmhYutYgdPvXjEZ3JhcAWQc9tHtTdiY5U/s1600/Borgo_Pala_1a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuJf7kjPjhuTyDZKPgPmEuZ4I2A3QN2OP6JAzDuvSH2U7dGY7qRQ06brkIg5Ku22TqgB4SRJVKh9NCcvRWsLyjQisD3KjcUvj5Oc9dGc-ZwvYmhYutYgdPvXjEZ3JhcAWQc9tHtTdiY5U/s320/Borgo_Pala_1a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nella relazione precedentemente citata, l’abbeveratoio di Borgo Pala, posto sotto il piano stradale ed a malapena visibile in questa immagine
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXZBI_E_501IpGL8QrsGRNVch-ffdV8xKb5EUqICxqRMrD4JcV81cHVmDqH-LUtv4myLbPEP9rqbpvGgSZhOqhzHKn4RHWWYCShwOycEk4C705sNZrxamFBM1QPrw5GtAE43BElJE8OXE/s1600/Borgo_Pala_5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXZBI_E_501IpGL8QrsGRNVch-ffdV8xKb5EUqICxqRMrD4JcV81cHVmDqH-LUtv4myLbPEP9rqbpvGgSZhOqhzHKn4RHWWYCShwOycEk4C705sNZrxamFBM1QPrw5GtAE43BElJE8OXE/s320/Borgo_Pala_5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è, invece, correttamente fatto risalire al 1960.<br />
<br />
Borgo Verdi, insieme a Borgo Pala, avrebbe fatto parte di un ampio “sistema” relativo alle aree di RA suddivise nei piani di ripartizione 15a, 15b, e 126, 258, 284 e 367, per un totale di 634 lotti. <br />
<br />
Borgo Pala e Borgo Verdi sono specificamente costituiti da case relative ai piani di ripartizione 15a, 15b, i quali comprendevano in tutto 128 lotti; quelli assegnati erano 109. Il progetto originario avrebbe previsto tre agglomerati abitativi: uno in contrada Verdi, un secondo in contrada Zimmara ed un terzo in contrada Pira. Il terzo non esiste, ed il secondo sembra essere stato sostituito da Borgo Pala
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm1KPhcsXJ8Z86WtgKiXxGtrKQCtq1z3O801khWmGr7bSAsLeVCBY9-_QIncJCf21d_rNov8V8qhf_aksbDcvud8XisuvGNGcRAs66sSeC9cqtzl2ft93yLo1dVoF5T7X4Xug5RR76KCA/s1600/PalaVerdi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm1KPhcsXJ8Z86WtgKiXxGtrKQCtq1z3O801khWmGr7bSAsLeVCBY9-_QIncJCf21d_rNov8V8qhf_aksbDcvud8XisuvGNGcRAs66sSeC9cqtzl2ft93yLo1dVoF5T7X4Xug5RR76KCA/s320/PalaVerdi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il corrispondente nucleo servizi sarebbe stato San Giovanni Verde, di cui si parla <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">qui</a>; anche se, il “sistema” avrebbe previsto anche un borgo “C” più a SudEst, la cui circonferenza di influenza sarebbe risultata tangente a quella di un borgo “B” appartenente ad un “sistema” viciniore, e che avrebbe compreso altri due borghi “C”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqneopXAh3TiSQsfitxy_lFEbbQTVWkdZY32-d0nqXGsIs_Z3atTjXwXOEd7lAvvRiQzs93o_THq_T-TT-2EiBHlPV5z2xKq7Zj8ifO3QaZNyTOWdT0wa4V7nNnild7rOsvGWE5KBP7dM/s1600/raggioPalaVerdi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqneopXAh3TiSQsfitxy_lFEbbQTVWkdZY32-d0nqXGsIs_Z3atTjXwXOEd7lAvvRiQzs93o_THq_T-TT-2EiBHlPV5z2xKq7Zj8ifO3QaZNyTOWdT0wa4V7nNnild7rOsvGWE5KBP7dM/s320/raggioPalaVerdi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case costruite, fra il 1958 ed il 1960, furono allora ottanta in tutto; 30 a Borgo Pala
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirZz1BAxw0LzAetDrfaOaZ5-7UwuHwe7a55sKQYrWNb6Aafq-G0hiIsMnR5bka37BriP4PoaVMUmG34nWiBJEX-w8W1_BLB87lU1hyphenhyphenBpKsIHJl7rn5bpyEYp39CCPicg8M74TXSQfYIaY/s1600/PalaGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirZz1BAxw0LzAetDrfaOaZ5-7UwuHwe7a55sKQYrWNb6Aafq-G0hiIsMnR5bka37BriP4PoaVMUmG34nWiBJEX-w8W1_BLB87lU1hyphenhyphenBpKsIHJl7rn5bpyEYp39CCPicg8M74TXSQfYIaY/s320/PalaGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e 50 a Borgo Verdi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8_GPycay3quaHlu3XnL5V1F2nOV0Z9YO7DRRRbb0WAlyIJ9bLYv5qndWbdPi1hmQYmfiv-C3uTrNV9gVry48Yy7T29bZ19mm2GKEASd4P106L36h_ZvxK5TpDTOkbo5Dopo0Lgydh2vc/s1600/VerdiGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8_GPycay3quaHlu3XnL5V1F2nOV0Z9YO7DRRRbb0WAlyIJ9bLYv5qndWbdPi1hmQYmfiv-C3uTrNV9gVry48Yy7T29bZ19mm2GKEASd4P106L36h_ZvxK5TpDTOkbo5Dopo0Lgydh2vc/s320/VerdiGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche a Borgo Verdi le case sono costituite da due tipologie diverse, basate su progetti identici a quelle di borgo Pala; le più piccole sono dei rifugi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqD_tmF8LkdC0zMxnd93ZiXp43TBQN4Ud-V-AxIjROuLBUeRwlGo_FsyT0BIxMeSeDmVbecnOIN34xZNXkWBGToqEY2ogEaUZnjZifoXw3zITYnO0E9Bj41j6G_oAv1M1-TxNcAiRTBnk/s1600/rifugioVerdi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqD_tmF8LkdC0zMxnd93ZiXp43TBQN4Ud-V-AxIjROuLBUeRwlGo_FsyT0BIxMeSeDmVbecnOIN34xZNXkWBGToqEY2ogEaUZnjZifoXw3zITYnO0E9Bj41j6G_oAv1M1-TxNcAiRTBnk/s320/rifugioVerdi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ancora più piccoli del progetto “tipo rifugio”, e che Antonio Pennacchi definì, a ragione “pollaietti”. Le più grandi, sono di“tipo 9”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXZ-yRXD6EAloddp9yx72wKtqaQebc2ib9iOoPTWpvYSE2mbx5Hal4lE-y2Jmzt7NZxoq5EgZtxUPydsEKMonYvpEndTLGrt4iC1SsgRZAyDysdSO9rwCI1vZa5BU81FSEwt_29SyFzHE/s1600/tipo9modificato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXZ-yRXD6EAloddp9yx72wKtqaQebc2ib9iOoPTWpvYSE2mbx5Hal4lE-y2Jmzt7NZxoq5EgZtxUPydsEKMonYvpEndTLGrt4iC1SsgRZAyDysdSO9rwCI1vZa5BU81FSEwt_29SyFzHE/s320/tipo9modificato.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
corrispondenti a quelle visibili in contrada Salioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgensJ4oZjixYbWYNrZxeOP1pjIt-p7Nn-KWtupZ99x7nkB4Viad63WlHIxF52uNGfS3pjLnrcRlp6MMNlNa98YctyQlQ_v5DPYdENjIqlJQMsYuC7Ap0zcYuVoq-50SGsYOHCdcj7rQvs/s1600/casaSalioni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgensJ4oZjixYbWYNrZxeOP1pjIt-p7Nn-KWtupZ99x7nkB4Viad63WlHIxF52uNGfS3pjLnrcRlp6MMNlNa98YctyQlQ_v5DPYdENjIqlJQMsYuC7Ap0zcYuVoq-50SGsYOHCdcj7rQvs/s320/casaSalioni.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e che compongono il nucleo residenziale del borgo “C” a NordOvest di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi36-la-settima-fase-dei.html">borgo Baccarato</a>. Esse sono in parte abitate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCCffESt4QBRVGCFODCmXBS4cyHJdF0EXmKTDkaEouYMDw3I61xRkSfa2GqN-5-twIKMhVzCsVw_sMPDdlVb6EOMfbndkSKh53ZYLUXnGQfkNHAscQUasT4ZBDCfE-sKUSgSqwa_0Kk3I/s1600/verdi1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCCffESt4QBRVGCFODCmXBS4cyHJdF0EXmKTDkaEouYMDw3I61xRkSfa2GqN-5-twIKMhVzCsVw_sMPDdlVb6EOMfbndkSKh53ZYLUXnGQfkNHAscQUasT4ZBDCfE-sKUSgSqwa_0Kk3I/s320/verdi1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
per lo più saltuariamente, ed in parte abbandonate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEino09Fe2Z8r4jh9Wfei6-07vspwURoPrc5bywNiZZCq8bVg2TYKzYOJeGeDVzez7ifcQstVs9lvdQW0APuzWSyBuK6iQjsnB-vH0PxUpJeeInyqQsTjuLsHfTXKInaIbRNeo7SXf9_dYk/s1600/verdi3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEino09Fe2Z8r4jh9Wfei6-07vspwURoPrc5bywNiZZCq8bVg2TYKzYOJeGeDVzez7ifcQstVs9lvdQW0APuzWSyBuK6iQjsnB-vH0PxUpJeeInyqQsTjuLsHfTXKInaIbRNeo7SXf9_dYk/s320/verdi3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Molte hanno subito evidenti modifiche
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXaWxa05sk9N956wC1eXqQ7h0HKuLxKT5LHYgpVyQDTvHHF1-DiP9TzlCpJCvvCSqurBkGLJQtlnjD2NLTZaVNtdy-Vaw1m3Xc_PnkCPV7_a0QwHCFVhGPfKgHEGz4SAvbOjr1cBO1_vo/s1600/verdi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXaWxa05sk9N956wC1eXqQ7h0HKuLxKT5LHYgpVyQDTvHHF1-DiP9TzlCpJCvvCSqurBkGLJQtlnjD2NLTZaVNtdy-Vaw1m3Xc_PnkCPV7_a0QwHCFVhGPfKgHEGz4SAvbOjr1cBO1_vo/s320/verdi2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Resta da chiedersi come si sia potuto prendere in considerazione l’idea di assegnare a famiglie di contadini, in luogo di case vere, delle costruzioni concepite come rifugio temporaneo, a Borgo Verdi così come a Borgo Pala
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfK0y0bY5m1tovgaLo-p8gZhxhBV9BgMgAYjMS7geGnh5LFBzoyE5p4peeUOw-dZeQFGwa1z6jJjasf1OSinc5VD5V1J8Bt_tN7mWYajaHnT-y4KmH2kMG4wZiqcNUxQeYppvvttYAtJ0/s1600/Borgo_Pala_4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfK0y0bY5m1tovgaLo-p8gZhxhBV9BgMgAYjMS7geGnh5LFBzoyE5p4peeUOw-dZeQFGwa1z6jJjasf1OSinc5VD5V1J8Bt_tN7mWYajaHnT-y4KmH2kMG4wZiqcNUxQeYppvvttYAtJ0/s320/Borgo_Pala_4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche a Borgo Verdi vi è un abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1Zj5nLY5i0_NskpG_UDW4smIuZpBZGWwUOMmEDWCg35KjtcevLozx8qpUsCjZL7RRTZN0oSl7U7TFLw7qAuNb3oPnkhu8hs_udlNvIIzjeVkPxOxsJ0C6lM46MdoGlb9SRRX9q363Nss/s1600/verdi7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="1024" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1Zj5nLY5i0_NskpG_UDW4smIuZpBZGWwUOMmEDWCg35KjtcevLozx8qpUsCjZL7RRTZN0oSl7U7TFLw7qAuNb3oPnkhu8hs_udlNvIIzjeVkPxOxsJ0C6lM46MdoGlb9SRRX9q363Nss/s320/verdi7.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e vi sono anche delle fontanelle
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigZLo7ltPr4deEyVR196wFFmMq5JNPMF4uZTrTBmJTMrKGRdCb7opA8MUW6kYfMCmglwOUwDQKqevx9IjQD35JK2SKXPH0sg6OBKBf4oVkBrAKMZK3x6mr1fG_YuDN8nkvpPw8yPxNSws/s1600/verdi4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigZLo7ltPr4deEyVR196wFFmMq5JNPMF4uZTrTBmJTMrKGRdCb7opA8MUW6kYfMCmglwOUwDQKqevx9IjQD35JK2SKXPH0sg6OBKBf4oVkBrAKMZK3x6mr1fG_YuDN8nkvpPw8yPxNSws/s320/verdi4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sulla collinetta a Nord di Borgo Verdi è presente un serbatoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0kGTeCwPJV8CMMLueA4SJurG5KZOYcTttrfWipLKE1BnYAwvSz6CB1W1NDg2YZ5EEz5zR1cQOZs4FujwO4vS-cGs_MiUDkknXwRx_c0T3bd5Qz28_8NmjUFnkOyXJ1INcAshxEPp_ucE/s1600/verdi5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0kGTeCwPJV8CMMLueA4SJurG5KZOYcTttrfWipLKE1BnYAwvSz6CB1W1NDg2YZ5EEz5zR1cQOZs4FujwO4vS-cGs_MiUDkknXwRx_c0T3bd5Qz28_8NmjUFnkOyXJ1INcAshxEPp_ucE/s320/verdi5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma né esso, né il relativo acquedotto compaiono sulle carte IGM; il serbatoio dovrebbe essere stato costruito negli anni Ottanta, ed in effetti, le relative strutture sembra non siano mai state completate. E’ presente una cabina di trasformazione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuFgwtA5D88BeJyxSN3o7BuNhDDtQK5ajawFMjo6jQHfGNJ6CL_-To8MqPFG-f30kh18O16kNOQWYV2yURfP6aAa9dEN_B-jFqQbtOzUCHqLtncGZ3euqExYAlmah9I1jv-xQTQoBPMw0/s1600/verdi6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuFgwtA5D88BeJyxSN3o7BuNhDDtQK5ajawFMjo6jQHfGNJ6CL_-To8MqPFG-f30kh18O16kNOQWYV2yURfP6aAa9dEN_B-jFqQbtOzUCHqLtncGZ3euqExYAlmah9I1jv-xQTQoBPMw0/s320/verdi6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e vi è anche l’illuminazione stradale; tuttavia quest’ultima appare posteriore alla costruzione, costituita da lampade al sodio.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Agrigento
</span></div>
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Falca1ª e Falca2ª</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgguJDgQDOczXNZ33aPHDjFCYOy95y_9iQDssLFNGGoOJL6WgmKqjVMOLccxce4o_IcSwYB0JEG2BBzHOelB7-ZLVVTNUFifGEP15UJfxEpaBw3UTljYbyGW7omNUmyHjIX7l1QV1JBuwU/s1600/FalcaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgguJDgQDOczXNZ33aPHDjFCYOy95y_9iQDssLFNGGoOJL6WgmKqjVMOLccxce4o_IcSwYB0JEG2BBzHOelB7-ZLVVTNUFifGEP15UJfxEpaBw3UTljYbyGW7omNUmyHjIX7l1QV1JBuwU/s320/FalcaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli agglomerati Falca1ª e Falca2ª sono costituiti dalle case relative al PR nr 13
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoGrGHqFrkypBiLR5eQx8YBHUMEVxCCf_OIjG8y-ouZWN8HB0QyXs6ZX6gr9SJBZRmuMk6iUAMkws-5DjfiH7rOufKY-kRi9YbconZggcPvVnYGZDGlKXaZE2vxu_64zLy5Dj5QkYj9Q4/s1600/raggioGrancifone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoGrGHqFrkypBiLR5eQx8YBHUMEVxCCf_OIjG8y-ouZWN8HB0QyXs6ZX6gr9SJBZRmuMk6iUAMkws-5DjfiH7rOufKY-kRi9YbconZggcPvVnYGZDGlKXaZE2vxu_64zLy5Dj5QkYj9Q4/s320/raggioGrancifone.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
una parte di esse si trova lungo le strade di accesso ai nuclei ed a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi37-la-settima-fase-dei.html">Borgo Grancifone/La Loggia</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfyCx562wMsYNDPwDjW_DhhdhK7yP0-OdZ5Akd0vlPLi1suHlAw1nvQbTdNejniekEj2XsDS958pkbyEHD7ZGlLCVUOvdSt4RhG9MFbpm2xldKsJwLh5XdbTZVcaoxg7yPYZ5zTLoMJyE/s1600/AccessoGrancifone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfyCx562wMsYNDPwDjW_DhhdhK7yP0-OdZ5Akd0vlPLi1suHlAw1nvQbTdNejniekEj2XsDS958pkbyEHD7ZGlLCVUOvdSt4RhG9MFbpm2xldKsJwLh5XdbTZVcaoxg7yPYZ5zTLoMJyE/s320/AccessoGrancifone.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dovrebbero essere 12 case per Falca 1ª
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_jU8737Ky68lwIzZXMUSdk8MfYN-joTumClpaEjebfMQOFKxzcPyZuULDO_NqN7n_KLzZNvH69HsK6cHG7rc0wthODvc6Tr48vUBKtcVAufh3pIyLC7TFh2BWFwZzl46lHrshVb6R_ZE/s1600/Falca1GEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_jU8737Ky68lwIzZXMUSdk8MfYN-joTumClpaEjebfMQOFKxzcPyZuULDO_NqN7n_KLzZNvH69HsK6cHG7rc0wthODvc6Tr48vUBKtcVAufh3pIyLC7TFh2BWFwZzl46lHrshVb6R_ZE/s320/Falca1GEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e 18 per Falca 2ª
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLw-j1Gq2K7rFVql4fS-1uyl99zAaDpdcnH0UpWWsR5_hN2tTKGEQIqbMYmyEWCyzJVPgKoXzjc22dxqSBQvC-azneFQ1bV2tmWe3yzH10vzBxeOJxoXPKbQhgCaDxBA88f5qss5KF5jE/s1600/Falca2GEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLw-j1Gq2K7rFVql4fS-1uyl99zAaDpdcnH0UpWWsR5_hN2tTKGEQIqbMYmyEWCyzJVPgKoXzjc22dxqSBQvC-azneFQ1bV2tmWe3yzH10vzBxeOJxoXPKbQhgCaDxBA88f5qss5KF5jE/s320/Falca2GEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le caratteristiche delle abitazioni sono chiaramente descritte da Salvatore Caronia Roberti nella relazione di progetto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCStIV3piw4PrH0OpATZ3peuyPxq6Qn3vpFaiPFLuwYh2sXBg40eIPKLbzWEnnT6-m5jd9-vBlnkoHOyKhp7k2S9H7kzKQWPE_eG4oZNRfpzx-ZpdArKSbDOgbYduJ8rTl7s4g0_xgBiU/s1600/CaseFalca.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCStIV3piw4PrH0OpATZ3peuyPxq6Qn3vpFaiPFLuwYh2sXBg40eIPKLbzWEnnT6-m5jd9-vBlnkoHOyKhp7k2S9H7kzKQWPE_eG4oZNRfpzx-ZpdArKSbDOgbYduJ8rTl7s4g0_xgBiU/s320/CaseFalca.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sebbene il progetto sembrerebbe quindi di Caronia Roberti, esse appaiono analoghe a quelle visibili a Runza o a Dagala Fonda
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcNqwIfcNqOyAXry-_jwNq_GSQ4yicf2kiHDTKRXT6wLOKMViDs5xi0ri2renJeFYpQteL7wAU5IO5VilAjhyk5mr9iYqFvV3QutArMV-XheO4p6FfzZqdIHNjBpJ1St9DYJ3BZcljS8E/s1600/Falca1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcNqwIfcNqOyAXry-_jwNq_GSQ4yicf2kiHDTKRXT6wLOKMViDs5xi0ri2renJeFYpQteL7wAU5IO5VilAjhyk5mr9iYqFvV3QutArMV-XheO4p6FfzZqdIHNjBpJ1St9DYJ3BZcljS8E/s320/Falca1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e corrisponderebbero dunque al “tipo 10 modificato”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3wUMO7gONCo6gaOateO6V4EKn29l0o4yk8ZSmwJxZaSujIf0BlQNxLGE6aUrESEywzEA3DtAVkN57Kb_qtVV0g0ZjTuFFRi7NdHOfqbBaert6DSzu605Z0A_UiodVGJcSQW2ekNmTe40/s1600/Tipo10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3wUMO7gONCo6gaOateO6V4EKn29l0o4yk8ZSmwJxZaSujIf0BlQNxLGE6aUrESEywzEA3DtAVkN57Kb_qtVV0g0ZjTuFFRi7NdHOfqbBaert6DSzu605Z0A_UiodVGJcSQW2ekNmTe40/s320/Tipo10.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono quasi tutte abitate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEc3iz-K0Gn9dGZL0_-iJdFXWpLWh_IwEWZpjaIrXIsucl_-xgZnmUeUmtTm32BWi7cqEvvDfCeVcjDXObyWaiYkLFp9eioqicaURlHvMNzBG5SrWeE6nqTB2-NO1JOL4N_wmA__n87nc/s1600/Falca3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEc3iz-K0Gn9dGZL0_-iJdFXWpLWh_IwEWZpjaIrXIsucl_-xgZnmUeUmtTm32BWi7cqEvvDfCeVcjDXObyWaiYkLFp9eioqicaURlHvMNzBG5SrWeE6nqTB2-NO1JOL4N_wmA__n87nc/s320/Falca3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anche se non tutte perfettamente manutenute
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh16pkFmT0hFcSWLg3n_cdXjLtWoGNSiv9sxNBB96X25NRo9fht9Gfeng0ELnZyvGGGJACQhCJJI-sqO8-DnXf0i3wDN5bv-QVWNM1y635-eaLkqXWcbLKQpCR6jDOHgd21aFDuBOCy4XU/s1600/Falca2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh16pkFmT0hFcSWLg3n_cdXjLtWoGNSiv9sxNBB96X25NRo9fht9Gfeng0ELnZyvGGGJACQhCJJI-sqO8-DnXf0i3wDN5bv-QVWNM1y635-eaLkqXWcbLKQpCR6jDOHgd21aFDuBOCy4XU/s320/Falca2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono presenti fontanelle
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghW_yrbeJs3oJy7VSDwRCo9d5f-ctRzBYkR0yPRzOpLvu8UeFTUhWDuaqKcMbmPGEULJhwMs4YDDQ8sOrxkxug06OUgS6kNa2yRsHDlucUim2iiNvhIssOIH9WhvCCU7h1M7XARmwPfoo/s1600/Falca4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghW_yrbeJs3oJy7VSDwRCo9d5f-ctRzBYkR0yPRzOpLvu8UeFTUhWDuaqKcMbmPGEULJhwMs4YDDQ8sOrxkxug06OUgS6kNa2yRsHDlucUim2iiNvhIssOIH9WhvCCU7h1M7XARmwPfoo/s320/Falca4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed illuminazione stradale.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Villaggio Stoccatello</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJ3A2B2N8pHPjZDuHqFzzDH8gPm0XsQ0jXe3v-IjqazRBhItX5lU3C2uHYX7dAfkfMoypu4NXokhNtK_eF5P9eLnhvYMGSSuVV9O4EOUMzeEl6sRmSem4igku7ST-1huW3B7g1uEM5fA/s1600/StoccatelloIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGJ3A2B2N8pHPjZDuHqFzzDH8gPm0XsQ0jXe3v-IjqazRBhItX5lU3C2uHYX7dAfkfMoypu4NXokhNtK_eF5P9eLnhvYMGSSuVV9O4EOUMzeEl6sRmSem4igku7ST-1huW3B7g1uEM5fA/s320/StoccatelloIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ubicato a NordOvest di Menfi, in contrada Stoccatello
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_V_jEJ8FKGRwOD5JlMWytfP5V76BGXYTbt1hxsBgHM_l55ExSBNxPYqxFBa_v72nPZ6fu-ErdSLP7QjIAb9wj2xoIgKspFPFGDF-_Z5s0yb8OfiVZAtTH82m0QV7BSMDyeOQXjEIOiH0/s1600/Stoccatello1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_V_jEJ8FKGRwOD5JlMWytfP5V76BGXYTbt1hxsBgHM_l55ExSBNxPYqxFBa_v72nPZ6fu-ErdSLP7QjIAb9wj2xoIgKspFPFGDF-_Z5s0yb8OfiVZAtTH82m0QV7BSMDyeOQXjEIOiH0/s320/Stoccatello1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è composto da 10 case raggruppate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA5wcVXaJMh489xhrS2mNoaO2I9BJ_8mjx47aWmxVpzicK0_QKwli0AevTOnKNRmw5f7VrfLrftMQZR8Usi9L94VQIWQuc_iakTWdSihZfmPaIJmb-2ullDbove4CQGzRmZuYYeEmHQl8/s1600/StoccatelloGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA5wcVXaJMh489xhrS2mNoaO2I9BJ_8mjx47aWmxVpzicK0_QKwli0AevTOnKNRmw5f7VrfLrftMQZR8Usi9L94VQIWQuc_iakTWdSihZfmPaIJmb-2ullDbove4CQGzRmZuYYeEmHQl8/s320/StoccatelloGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
(diverse altre sono sparse per il territorio) costruite per gli assegnatari dei PR 103 e 105. Il villaggio sorge al confine tra le province di Agrigento e di Trapani (sebbene il comprensorio fosse sempre quello del <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">Consorzio Delia-Nivolelli</a>), per cui il villaggio, in provincia di Agrigento, avrebbe avuto come centro servizi un borgo “C” in provincia di Trapani
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4DY7OUq1iwV6OkhftJXLk2xeJ8UVJRedSzjx_2aW8PbNWNwfbF23SkpUkiw3J0K3roKBoD2iSjgsYxUcKnZwBiOSLUCJQZII4zQvCInlZ39gx_9DbMS48Qu0gnrozt_3LL6xAV2Ay2RQ/s1600/raggioStoccatello.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4DY7OUq1iwV6OkhftJXLk2xeJ8UVJRedSzjx_2aW8PbNWNwfbF23SkpUkiw3J0K3roKBoD2iSjgsYxUcKnZwBiOSLUCJQZII4zQvCInlZ39gx_9DbMS48Qu0gnrozt_3LL6xAV2Ay2RQ/s320/raggioStoccatello.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case, molte delle quali ben manutenute, sono tutte occupate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZzZH9b-ncqGli66S5MB-AhYDucASJvIWX7sECpeqvWwHByxxOjoh_x-DL3fokehGVqZ1QvBuJwGfTV6px3T_x22_WBHPGD7HlRzqVdbMcAFK9IderqOXfpmWYTI-yAtyFGXrmOBCQuIQ/s1600/Stoccatello2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZzZH9b-ncqGli66S5MB-AhYDucASJvIWX7sECpeqvWwHByxxOjoh_x-DL3fokehGVqZ1QvBuJwGfTV6px3T_x22_WBHPGD7HlRzqVdbMcAFK9IderqOXfpmWYTI-yAtyFGXrmOBCQuIQ/s320/Stoccatello2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
quando non stabilmente abitate. Su di esse sono ancora visibili le decorazioni in maiolica originali
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4rZ7dtzfN1_gGMw-7PSiV9kNvi-G0CmtzTUIEbJnEKbGKFCROohjFdP92kZgojZVTq5kxUPrcwbm_ALrjxWgET6xn7bDFhusgMgsmaViC7ZT91YQmt_46J1lllE9_VnMqEVYtIYc6fJk/s1600/Stoccatello4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4rZ7dtzfN1_gGMw-7PSiV9kNvi-G0CmtzTUIEbJnEKbGKFCROohjFdP92kZgojZVTq5kxUPrcwbm_ALrjxWgET6xn7bDFhusgMgsmaViC7ZT91YQmt_46J1lllE9_VnMqEVYtIYc6fJk/s320/Stoccatello4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il villaggio è privo di abbeveratoio e di illuminazione stradale.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Enna</span></div>
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Cuticchi</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEgx9ChATx0RfODOGU1R4lq6oiN6riQ_qVAZuZeaOac1Bxi3dZYZm2Q2ZH8f4wcWln-kLCHynBtnHnGpB8Iybelad4TZdrTg2gXqPrOKBlNrM7DiSrwe7IyPYGs9K9vc0Oq4mgMLWHCz4/s1600/CuticchiIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEgx9ChATx0RfODOGU1R4lq6oiN6riQ_qVAZuZeaOac1Bxi3dZYZm2Q2ZH8f4wcWln-kLCHynBtnHnGpB8Iybelad4TZdrTg2gXqPrOKBlNrM7DiSrwe7IyPYGs9K9vc0Oq4mgMLWHCz4/s320/CuticchiIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ un agglomerato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6XeFgFB0SGZAEF21XV8Ed4zYz4W6xf4Xv_G6foSaEH6If-eTBLtBCT6ceYM_ULImrE2GvPag-GRBfj_ak8Fb2wbxUNxirHhMAvuN2mv8xM2gkPGmN_pe4QMBRQe-toqgDAOp-rX_WoMA/s1600/CuticchiGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6XeFgFB0SGZAEF21XV8Ed4zYz4W6xf4Xv_G6foSaEH6If-eTBLtBCT6ceYM_ULImrE2GvPag-GRBfj_ak8Fb2wbxUNxirHhMAvuN2mv8xM2gkPGmN_pe4QMBRQe-toqgDAOp-rX_WoMA/s320/CuticchiGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che raggruppa 15 delle 96 case costruite per l PR 241 e per le quali si sarebbe dovuto costruire <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">borgo Cuticchi</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS0FYaSf021qCBp-AkNNHeICAol0qjqetKx2qf7Uj9tFi3RBvaBqHMySI6EjUWMwcvOSfztqEln4t94EuiA3ktLRSxbtY2iGLRI11xsn1iLE3QaSm9GxmtsVzHJ37W-0gKUvCnhr-Oh-Q/s1600/corografiaCuticchi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS0FYaSf021qCBp-AkNNHeICAol0qjqetKx2qf7Uj9tFi3RBvaBqHMySI6EjUWMwcvOSfztqEln4t94EuiA3ktLRSxbtY2iGLRI11xsn1iLE3QaSm9GxmtsVzHJ37W-0gKUvCnhr-Oh-Q/s320/corografiaCuticchi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
le altre si trovano disseminate nell’area del piano di ripartizione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgos6quFcoejcBk_uLnDsCO3K78tygJn87iuPOYj0PdVXR-A6NdaB-ji_HvdEXIIoGn8wPcm938RhHGIWaj50mCh8ZmCGGjFgOQpojd7uekmi6pm3vPjHc8qJLhLhiou_fD7kxpGG_vYk/s1600/Cuticchi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgos6quFcoejcBk_uLnDsCO3K78tygJn87iuPOYj0PdVXR-A6NdaB-ji_HvdEXIIoGn8wPcm938RhHGIWaj50mCh8ZmCGGjFgOQpojd7uekmi6pm3vPjHc8qJLhLhiou_fD7kxpGG_vYk/s320/Cuticchi2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ ubicato a meno di un centinaio di metri dalla stazione di Raddusa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9thDDRjG6SJqvceau5P2XorZJ8_bJ8YdifcvDWNk2IZUP4chrLGjHFZsPXSbYDXhKbWeL3QW9Mgbf0GhDTXJzMXdXJY1Fr-Ql-SDqJ4uM-V3BG_HhQa1dlhAqFV8Edsglvg99XqSGyPU/s1600/Cuticchi1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9thDDRjG6SJqvceau5P2XorZJ8_bJ8YdifcvDWNk2IZUP4chrLGjHFZsPXSbYDXhKbWeL3QW9Mgbf0GhDTXJzMXdXJY1Fr-Ql-SDqJ4uM-V3BG_HhQa1dlhAqFV8Edsglvg99XqSGyPU/s320/Cuticchi1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case, identiche a quelle costruite a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi37-la-settima-fase-dei.html">Libertinia</a>, si sviluppano su due elevazioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirf3drqvYn7zfkK9VfjXeKyZ2CFaEquvCgqAFwsniGt4KoASY1M7KdkNjouSq_Di-Qkc2kMwVvGuasH9KwjcWNa5i-IniLUeCCsWUZP5sfAbQC22lc-48RkBaSkpj4SuIE9BSdH75A6cs/s1600/Cuticchi4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirf3drqvYn7zfkK9VfjXeKyZ2CFaEquvCgqAFwsniGt4KoASY1M7KdkNjouSq_Di-Qkc2kMwVvGuasH9KwjcWNa5i-IniLUeCCsWUZP5sfAbQC22lc-48RkBaSkpj4SuIE9BSdH75A6cs/s320/Cuticchi4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono in buone condizioni e praticamente tutte abitate. Vi è un sistema di viabilità interna, ma non un abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzCba1CfIB1Jdch__VLtr-CC960_fwhoaWOcujBdjTXctx8lYzZRTy2frfeWxF7z8UTe-FhjzR6e-iCELWdpGsbLwLqahvI1YrDfBhK-3qGf2Ph-x2bain-ZThU90oamM5hjhf0tyObTM/s1600/Cuticchi3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzCba1CfIB1Jdch__VLtr-CC960_fwhoaWOcujBdjTXctx8lYzZRTy2frfeWxF7z8UTe-FhjzR6e-iCELWdpGsbLwLqahvI1YrDfBhK-3qGf2Ph-x2bain-ZThU90oamM5hjhf0tyObTM/s320/Cuticchi3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’illuminazione è presente, costituita da moderne lampade al sodio
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Braemi</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI1SwhSSyK6JARe2QcH3QTePzGmzPMoz0oR5ioI1buSGzJBLLvUk6wkf9vJOX-urv8kqNZZNUG6APn2mnwP3JXvuQxwuB9xTtK61UkHun9sQ2gfEuOCgmnwJyiGV3hB2DEXKtzJfW2G2Q/s1600/braemiIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI1SwhSSyK6JARe2QcH3QTePzGmzPMoz0oR5ioI1buSGzJBLLvUk6wkf9vJOX-urv8kqNZZNUG6APn2mnwP3JXvuQxwuB9xTtK61UkHun9sQ2gfEuOCgmnwJyiGV3hB2DEXKtzJfW2G2Q/s320/braemiIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Borgo Braemi è il nucleo abitativo di quello che avrebbe dovuto essere <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Borgo Arciero</a>, il quale sarebbe dovuto sorgere a stretto ridosso delle abitazioni, trenta, per gli assegnatari di lotti compresi nel PR 344
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinUcsMMihmPbPczpJ_aRyhmDvr7P5yVJCm9Wq1FOB4pEbLxwmSsIRT89LHxgtBsNmGU7LLBSLwSTHD7jtZKJ4NtyxRJGFoeM16tt96TYdgnthl_80XK5mC4lPIFniGKUMeI6lH89JmBd8/s1600/BraemiMap2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinUcsMMihmPbPczpJ_aRyhmDvr7P5yVJCm9Wq1FOB4pEbLxwmSsIRT89LHxgtBsNmGU7LLBSLwSTHD7jtZKJ4NtyxRJGFoeM16tt96TYdgnthl_80XK5mC4lPIFniGKUMeI6lH89JmBd8/s320/BraemiMap2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Originariamente, i borghi del PR 344 sarebbero stati tre, denominati B’, B’’ e B’’’
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-9eeKpJoCoL3eH1DhrVfRDmLOfMPb9-9n8KsbHCCK05C96XdjL32bue1w_GNP4d2HfSLP_M_XTZx9VU4-jXLP1Ti9xnRyPUujcJiXhQK6b3j1UBnu545YAt4LfzIihk2P8dXuBAyLePc/s1600/BraemiMap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-9eeKpJoCoL3eH1DhrVfRDmLOfMPb9-9n8KsbHCCK05C96XdjL32bue1w_GNP4d2HfSLP_M_XTZx9VU4-jXLP1Ti9xnRyPUujcJiXhQK6b3j1UBnu545YAt4LfzIihk2P8dXuBAyLePc/s320/BraemiMap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’attuale borgo Braemi sorge nella sede designata per il borgo B’’’, ma ricomprendendo anche le abitazioni che avrebbero dovuto costituire il borgo B’’, non esistente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiavFUIQKyAgejUEl6isVIJDEGU-8DX8_CNl3Gds-ygyCbM7XuAcLgqUFE1cRONX7WPAhEbekeZyAZ4UZwbo618kFCv2MrLp4TC78Smfw5k3DvmG7yOHfbr7dPJXWwafzNIuemDaiiMkHg/s1600/BraemiGE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiavFUIQKyAgejUEl6isVIJDEGU-8DX8_CNl3Gds-ygyCbM7XuAcLgqUFE1cRONX7WPAhEbekeZyAZ4UZwbo618kFCv2MrLp4TC78Smfw5k3DvmG7yOHfbr7dPJXWwafzNIuemDaiiMkHg/s320/BraemiGE.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case vennero costruite nella seconda metà degli anni Cinquanta; nel 1959 erano già ultimate.<br />
<br />
Sorgono su un rialzo del terreno, parzialmente delimitato, a SudEst, da un muro di recinzione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsQ0PIAXYE6gzc18QweEf_vWQ1aulhm5d_4pCgozec_Blc2hei6QXTPHVCZp_Uc60ecrHSB573RpbTvKKXlXyWpdf6Pi-y0RT6DCYVXSywpBLcW8iHR6wVpFWkfn1P5qEFJffdiVhH4Hk/s1600/Braemi1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsQ0PIAXYE6gzc18QweEf_vWQ1aulhm5d_4pCgozec_Blc2hei6QXTPHVCZp_Uc60ecrHSB573RpbTvKKXlXyWpdf6Pi-y0RT6DCYVXSywpBLcW8iHR6wVpFWkfn1P5qEFJffdiVhH4Hk/s320/Braemi1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In origine le mura esterne erano dipinte di rosa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJPHgKUa0I454GIMEcWQdsVVvzvhPyVpzryxua47H837TzX9EEexHx4ZoFU6KPcr5Kqpw1JpccinzPjkjp1Xbe9wkw-cktatXnG8nfst7UtUtBeG5cCEwbZAZKedEH1dsmmHkuPFYr5pY/s1600/Braemi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJPHgKUa0I454GIMEcWQdsVVvzvhPyVpzryxua47H837TzX9EEexHx4ZoFU6KPcr5Kqpw1JpccinzPjkjp1Xbe9wkw-cktatXnG8nfst7UtUtBeG5cCEwbZAZKedEH1dsmmHkuPFYr5pY/s320/Braemi2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ocra
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm6lxSa4fA-tuEQZkXtKtveR381mhoywgG7hyphenhyphenNlNOcEP0-_zjw3PyKoITLo9EB7HONieFynaW33F8KuDspa-l7iFtr6cWYOzTb2S81OMYUPwsXvuvYfEFXH94Y6jDD1rwfJYKhbTmYZVY/s1600/Braemi3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm6lxSa4fA-tuEQZkXtKtveR381mhoywgG7hyphenhyphenNlNOcEP0-_zjw3PyKoITLo9EB7HONieFynaW33F8KuDspa-l7iFtr6cWYOzTb2S81OMYUPwsXvuvYfEFXH94Y6jDD1rwfJYKhbTmYZVY/s320/Braemi3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
o rosso scuro
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKPL0VfLgcjJAcSLcWiLVmZMoja9AFvxR34qqrWxtpnPY08jiHkfx1rhBu7VrlP554Nt4FUn-G-dJxQCT-nYyaKjOP51_4NJn46ePKIAhKPx_P7tV-Bjb-xhtsyfv5C4HsuqDvL8uhIS0/s1600/Braemi4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKPL0VfLgcjJAcSLcWiLVmZMoja9AFvxR34qqrWxtpnPY08jiHkfx1rhBu7VrlP554Nt4FUn-G-dJxQCT-nYyaKjOP51_4NJn46ePKIAhKPx_P7tV-Bjb-xhtsyfv5C4HsuqDvL8uhIS0/s320/Braemi4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Adesso il cattivo stato di conservazione di alcune abitazioni rende difficile persino comprendere quale fosse il colore originario
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGAWMA7hKPgUGhId5Cb0fMhaOPMy5rLOe3NyPmmcjnpIrs-VQuFz5JqJR72IFUZUbxbSerVvPK-qris4qwSqUGJlNDoZQfv2D0Q1xXL1fLu2PdOniW9VseT_8CMXhAW7qCxyCEZYofZ54/s1600/Braemi5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGAWMA7hKPgUGhId5Cb0fMhaOPMy5rLOe3NyPmmcjnpIrs-VQuFz5JqJR72IFUZUbxbSerVvPK-qris4qwSqUGJlNDoZQfv2D0Q1xXL1fLu2PdOniW9VseT_8CMXhAW7qCxyCEZYofZ54/s320/Braemi5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come si è detto prima, Braemi avrebbe dovuto costituire il nucleo residenziale di borgo Arciero, che non vide mai la luce nonostante fossero state indette due gare d’appalto, andate deserte. Così, nel 1963 veniva chiesto di realizzare nel borgo un distaccamento di una “squadra volante composta da sei agenti” ed uno sportello postale; è probabile che tale richiesta sia nata dalla consapevolezza che il centro servizi non sarebbe mai stato realizzato.<br />
<br />
La planimetria delle case è la medesima di Pionica
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpQNmbtafrBs7AXYBYYtTIuQggGg98gv2AWolHv9zGbqA0iXVlJ550Ml6QdviqLj7mNRkcTIfQ57IF5xGpxFQfdTKsJVIh7I4YxVD594FVMe2NIw8GmeDqLfLGHGB4I0-fSR7ffZislrM/s1600/Braemi7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpQNmbtafrBs7AXYBYYtTIuQggGg98gv2AWolHv9zGbqA0iXVlJ550Ml6QdviqLj7mNRkcTIfQ57IF5xGpxFQfdTKsJVIh7I4YxVD594FVMe2NIw8GmeDqLfLGHGB4I0-fSR7ffZislrM/s320/Braemi7.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
l’unica differenza, nonché l’aspetto più stupefacente, è rappresentata dai tetti, spioventi a Pionica ed a terrazzo qui. Nonostante il clima e la logica detterebbero, semmai, il contrario.<br />
<br />
Attualmente molte case sono occupate; alcune di esse sembrano utilizzate solo come residenza di campagna.<br />
<br />
Tra case in rovina, ridotte quasi ad un rudere, ve ne è qualcuna in perfetto stato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPa4Vlrk7kZSg8gLS-SPO2tc8qMXyfLI8JQVDWYs7dhRpM6QhLEFntKxTEpDbCiqePrBqafVAEpUkb4k-elB6wJu2N6IzMoWviTdxaWw2EosCK93StoPghTVIaEH07htIxBsm2jSIETko/s1600/Braemi6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPa4Vlrk7kZSg8gLS-SPO2tc8qMXyfLI8JQVDWYs7dhRpM6QhLEFntKxTEpDbCiqePrBqafVAEpUkb4k-elB6wJu2N6IzMoWviTdxaWw2EosCK93StoPghTVIaEH07htIxBsm2jSIETko/s320/Braemi6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
una di esse ha anche una piscina; e bisogna ammettere che la contiguità tra case coloniche diroccate e ville con piscina, per altro in una delle parti più profonde del centro della Sicilia, ha del surreale.<br />
<br />
Vi è un sistema di viabilità interna
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLZuFexDuYNk_IIwpE2V8e0P3gZdJAaQL73XhcXysvUL0_ivceFTL4x0tyz2d8iDaKqSlq7ORzkl7QMMizlL1R1h47d9mm_LQF5jPExcszYsqBDQe5rxc6Wbt1CtH1h4fIRhThTkxoAFw/s1600/Braemi8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLZuFexDuYNk_IIwpE2V8e0P3gZdJAaQL73XhcXysvUL0_ivceFTL4x0tyz2d8iDaKqSlq7ORzkl7QMMizlL1R1h47d9mm_LQF5jPExcszYsqBDQe5rxc6Wbt1CtH1h4fIRhThTkxoAFw/s320/Braemi8.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma non vi sono né illuminazione stradale né abbeveratoi
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Manda Tonda</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWQzw5q_7R_f_kdMF23EQFLtT4c2F7HurmO3gXwmRzjWLFBtAUXZmOzuj3sHg1GNy22FNMduuy30Zt2P4dSgHuclGc4ia5DXIIPK_j3x6czCi0TqP4OG7c5N0dFMCDbfLay3QgVd18eVg/s1600/MandaTondaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWQzw5q_7R_f_kdMF23EQFLtT4c2F7HurmO3gXwmRzjWLFBtAUXZmOzuj3sHg1GNy22FNMduuy30Zt2P4dSgHuclGc4ia5DXIIPK_j3x6czCi0TqP4OG7c5N0dFMCDbfLay3QgVd18eVg/s320/MandaTondaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Manda Tonda è l’agglomerato che originariamente avrebbe dovuto costituire il “Borgo B’ “ del PR 344. Si decise di variarne l’ubicazione, in quanto il nucleo originariamente avrebbe dovuto essere realizzato più a SudOvest, in una “<i>zona di fondovalle e pertanto poco salubre e soggetta ad ammollamenti nel periodo invernale</i>”. Pare siano stati gli stessi assegnatari a richiedere che il borgo sorgesse in una zona più elevata; la nuova ubicazione fu quella nella quale era già previsto che sorgesse un piccolo gruppo di otto case, più qualche altra sparsa intorno al raggruppamento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzuSqsYUkiKg0_Ok6SaCiBCVHUdKrGQDJuMUNzaYWL8QPXMiCV1S8U9UAMCPN4QXAwOl5vyt6gERClf-FahqhOvdNa7HMVAW2cNMiVdV4ddzyV_KY4r2vNTH8ckzxiEljie6o73hUQF0M/s1600/MandaTondaMap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzuSqsYUkiKg0_Ok6SaCiBCVHUdKrGQDJuMUNzaYWL8QPXMiCV1S8U9UAMCPN4QXAwOl5vyt6gERClf-FahqhOvdNa7HMVAW2cNMiVdV4ddzyV_KY4r2vNTH8ckzxiEljie6o73hUQF0M/s320/MandaTondaMap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
così Manda Tonda venne spostato sulla sommità di una collinetta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCjsw4E5ZJf9Bo16T8WUtlcvlOTJNAcRlNefjqQcOOkOVCSaRTzzaHjWkmy-FncDoif2Sg2ggPybAmbc9qeS3T9c71vTUr6Jd0OFgybFPg_P0oVIsL4m5dKZwhfUejHt98R9BrhekuVKo/s1600/MandaTondaGE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCjsw4E5ZJf9Bo16T8WUtlcvlOTJNAcRlNefjqQcOOkOVCSaRTzzaHjWkmy-FncDoif2Sg2ggPybAmbc9qeS3T9c71vTUr6Jd0OFgybFPg_P0oVIsL4m5dKZwhfUejHt98R9BrhekuVKo/s320/MandaTondaGE.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
a meno di 800 metri dalla SS 626 e ben visibile da essa, ma di fatto ubicato in un luogo impervio e sperduto. <br />
<br />
Accedervi dalla statale è infatti impossibile; il gruppetto di case si scorge bene in lontananza, ma appare disperatamente irraggiungibile. Per arrivare a Manda Tonda occorre giungervi da Nord; percorrendo la strada che conduce al borgo, il nucleo si appalesa improvvisamente alla vista in tutta l’assurdità della sua posizione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV6egbVoRO9nT7_G-D6F7lmJhAgYkf8D-KZ2yNNPYU3WFqoRZJBbB7UGqpoq-FKypqweCK2wlEo2ZfpnVO3wOW7C_XfoSrhm7bVSUoMNKvYkQC-oSfHGq5uEOrnx3nzvjux-eOQQQk9jU/s1600/MandaTonda1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV6egbVoRO9nT7_G-D6F7lmJhAgYkf8D-KZ2yNNPYU3WFqoRZJBbB7UGqpoq-FKypqweCK2wlEo2ZfpnVO3wOW7C_XfoSrhm7bVSUoMNKvYkQC-oSfHGq5uEOrnx3nzvjux-eOQQQk9jU/s320/MandaTonda1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Delle 13 casette ivi presenti, e delle altre sparse nelle immediate vicinanze, solo un paio sono attualmente usate come ricovero temporaneo, ma nessuna è abitata, neanche saltuariamente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4gZ8xqX8IQoUM7gArxM-TV3IW-b48koyu_dq9vp_cYeZpfTo7PT2RQYFdC1HYitLiOoKE6pLaAw-am1-BvmlPhGk_gqlDi0sefAgpmLq2UEIJ3AWS6SLoV0heef-oHxEFKC4YCux5EkI/s1600/MandaTonda2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4gZ8xqX8IQoUM7gArxM-TV3IW-b48koyu_dq9vp_cYeZpfTo7PT2RQYFdC1HYitLiOoKE6pLaAw-am1-BvmlPhGk_gqlDi0sefAgpmLq2UEIJ3AWS6SLoV0heef-oHxEFKC4YCux5EkI/s320/MandaTonda2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Né, vista l’ubicazione, potrebbe essere altrimenti. Tutte sono in pessime condizioni di manutenzione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV-AAZ7WD9-JNJKalHOh_nRZsKeYb-2BuZL_hDesjzajklVfEzeqLqNPmUiEWFJKfmG1Paf-1yocXqh7oqh2LxkpSYgEEo6xBTIzHJBVTTa6PBHyUtfaEyAmpuhDHGi3Mea6wckBQIIW0/s1600/MandaTonda6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV-AAZ7WD9-JNJKalHOh_nRZsKeYb-2BuZL_hDesjzajklVfEzeqLqNPmUiEWFJKfmG1Paf-1yocXqh7oqh2LxkpSYgEEo6xBTIzHJBVTTa6PBHyUtfaEyAmpuhDHGi3Mea6wckBQIIW0/s320/MandaTonda6.jpg" width="212" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
prive di tetto e fatiscenti
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidcnaqWOZjNX5j-bTnlV9_I8xbD_OHcfq9nDnXiEHGRLOQNBDjcvzQUPPFJWVW6234SmX37_YuNoqsxB4U_b_UR00bZ9ZHUqUUiLO0sjQemJkUsoLn9ldQEThQAWuJ4OAuwGf5pWaFUJY/s1600/MandaTonda3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidcnaqWOZjNX5j-bTnlV9_I8xbD_OHcfq9nDnXiEHGRLOQNBDjcvzQUPPFJWVW6234SmX37_YuNoqsxB4U_b_UR00bZ9ZHUqUUiLO0sjQemJkUsoLn9ldQEThQAWuJ4OAuwGf5pWaFUJY/s320/MandaTonda3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto su cui sono basate le case e la tecnica di costruzione sono le medesime di Borgo Braemi, così come la colorazione dell’intonaco esterno
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt4qYxqTR_rRkmlH19hLdaQhyphenhyphenXp7-yhinux7AuqJjYfmVhRmd1qqPdz2NikqD7giui2cUlP0JlNHlR2slSxunqWc6dUZCL49GW7ScI199jx-y_AC8t7Th2625sl6mX97qQmZtywrhZ924/s1600/MandaTonda4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt4qYxqTR_rRkmlH19hLdaQhyphenhyphenXp7-yhinux7AuqJjYfmVhRmd1qqPdz2NikqD7giui2cUlP0JlNHlR2slSxunqWc6dUZCL49GW7ScI199jx-y_AC8t7Th2625sl6mX97qQmZtywrhZ924/s320/MandaTonda4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non vi è il benché minimo accenno di sistemazione o viabilità interna
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4T-8rSQADWAxddMU2mia0jU3vdRSopqlRL5sm4uowAJpoTm-m5-RLKLdIHZp2GJXBMpUblpCOjAhYSGXHZUlwqM3iYyvQeuz6XYZnUFw-ejvaaGYi4jB4lHEOV8Zwvs_zolrPw8khcH0/s1600/MandaTonda5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4T-8rSQADWAxddMU2mia0jU3vdRSopqlRL5sm4uowAJpoTm-m5-RLKLdIHZp2GJXBMpUblpCOjAhYSGXHZUlwqM3iYyvQeuz6XYZnUFw-ejvaaGYi4jB4lHEOV8Zwvs_zolrPw8khcH0/s320/MandaTonda5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed ovviamente l’illuminazione stradale o l’abbeveratoio sono assenti.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Caltanissetta
</span></div>
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Gallitano</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi1A8dcHSHg4vVJFL0lKRLCi3einHHaGR-k-e50DMjHnTI7TPm0W9ifhLyzTU9hXFGFD3Si2Ppy1BWqAAgFWlcB6StXqGFD_fQ6Te5o6kwTM-IDlxmdO_AN0BL2FQV8QVbBTAhX5mJA0w/s1600/GallitanoIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi1A8dcHSHg4vVJFL0lKRLCi3einHHaGR-k-e50DMjHnTI7TPm0W9ifhLyzTU9hXFGFD3Si2Ppy1BWqAAgFWlcB6StXqGFD_fQ6Te5o6kwTM-IDlxmdO_AN0BL2FQV8QVbBTAhX5mJA0w/s320/GallitanoIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’attuale “Borgo Gallitano”, che come tale compare sulle carte IGM e sulle mappe di diversi navigatori satellitari, è un villaggio costituito da un gruppo di abitazioni per alcuni assegnatari dei lotti ricompresi nei piani di ripartizione 163
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLG9G5vN_z9th2zi13Ynhd662xbRwO-iKN00-rYRS8_mZYlra-WlbsLXGekExuLhyrtNI7tY3187katgXMunXydMKGi2F7sgT-b2OTjyvbbTXpbpXyXWQ3K7J2IOfY7bvgrvQYjAwhN00/s1600/raggioGalitano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLG9G5vN_z9th2zi13Ynhd662xbRwO-iKN00-rYRS8_mZYlra-WlbsLXGekExuLhyrtNI7tY3187katgXMunXydMKGi2F7sgT-b2OTjyvbbTXpbpXyXWQ3K7J2IOfY7bvgrvQYjAwhN00/s320/raggioGalitano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il PR avrebbe compreso 139 lotti, mentre le case che compongono l’agglomerato sono 27
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKFWg-w4vKmDhTWlJ02qI6Rh4HitoBGgF6zUIZYqbjT2j3uj3iP2qfjT8jCPP3F3KrcZTL_6hO2TD-vxQJP7VDE9ZXauImrF4q5E199TWCWb2MLtjpb_iWtRGIa6geCdotv6mWXsqGRA8/s1600/GallitanoGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKFWg-w4vKmDhTWlJ02qI6Rh4HitoBGgF6zUIZYqbjT2j3uj3iP2qfjT8jCPP3F3KrcZTL_6hO2TD-vxQJP7VDE9ZXauImrF4q5E199TWCWb2MLtjpb_iWtRGIa6geCdotv6mWXsqGRA8/s320/GallitanoGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sebbene nella relazione di progetto della strada di accesso al borgo si asserisca che le case siano “<i>già costruite ed in parte abitate</i>”, non sembrano potersi rilevare, nell’area del PR, altre abitazioni oltre quelle raggruppate nel villaggio.
<br />
<br />
Quest’ultimo sorge all’interno di una vasta area sottoposta a vincolo da parte della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Caltanissetta, ricadente nel bacino idrografico del Salso
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp9NSH5uUWLFVQOAYzKDLwAaFX3YgRdIGs_O7Nj5ZypWTcdsqlcQmUTMWUD0V3Fi9rgXZIVezUIFAjboUFFoyA0p7hP5Tp5fPiqSULOeeSqToQbFyNVzKSEr2mU_JoM0IY1jtjRDzxJfc/s1600/Gallitano1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp9NSH5uUWLFVQOAYzKDLwAaFX3YgRdIGs_O7Nj5ZypWTcdsqlcQmUTMWUD0V3Fi9rgXZIVezUIFAjboUFFoyA0p7hP5Tp5fPiqSULOeeSqToQbFyNVzKSEr2mU_JoM0IY1jtjRDzxJfc/s320/Gallitano1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anzi, il nucleo stesso del villaggio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtTXuwjnApaJ5GgrWWY55G77olib6UZ1sCwrpU193bdgS5SiQcWvhoZmJ7ZGt9lIoOycuiKeKiEF0HE8oljpp0cX4QZhsPZ9lM-1E-1hI-d7Qd90SBwDbigzYipc3FWLZlGz5F6htWZLI/s1600/Gallitano2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtTXuwjnApaJ5GgrWWY55G77olib6UZ1sCwrpU193bdgS5SiQcWvhoZmJ7ZGt9lIoOycuiKeKiEF0HE8oljpp0cX4QZhsPZ9lM-1E-1hI-d7Qd90SBwDbigzYipc3FWLZlGz5F6htWZLI/s320/Gallitano2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è menzionato tra i beni architettonici di maggior rilievo all’interno della bassa valle del Salso; così come la miniera Gallitano, della quale si vedono ancora, lungo quella che sarebbe stata <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">la strada di accesso al borgo</a>, gli edifici di servizio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBQ_blXae638X5DuFGRiPVyUYjMpimm-EYxw_KlFYbq29TQq6V8ajitOcHNG0VhSHV84lHyzXELBillUfnSgx-S8EMAQJz0ratw6R6iSuD_yu86vVUchTCcaUuyytozt4qEARY6GRN2EI/s1600/edifici+di+servizio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBQ_blXae638X5DuFGRiPVyUYjMpimm-EYxw_KlFYbq29TQq6V8ajitOcHNG0VhSHV84lHyzXELBillUfnSgx-S8EMAQJz0ratw6R6iSuD_yu86vVUchTCcaUuyytozt4qEARY6GRN2EI/s320/edifici+di+servizio.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
circa settecento metri prima del villaggio. In essi è possibile rilevare i medesimi elementi architettonici evidenti nel castelletto, il quale sorge esattamente di fronte al villaggio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR_XywicuLwbt4Ks8fm4QFB-dU6MtmYFcOPegTIA_EY-8vdqrmCZz4GE6PASDnYjGWbc9O-klitWcgKyf8aebd5akA4aQmsdQUiktyMuWKRI8FjVlJTd5x6kmkZosrbdgEs5swCWCI6iU/s1600/Gallitano5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR_XywicuLwbt4Ks8fm4QFB-dU6MtmYFcOPegTIA_EY-8vdqrmCZz4GE6PASDnYjGWbc9O-klitWcgKyf8aebd5akA4aQmsdQUiktyMuWKRI8FjVlJTd5x6kmkZosrbdgEs5swCWCI6iU/s320/Gallitano5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Appare ancora in ottimo stato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLrBiH-mzZpabcT4jo8VWXIlpDzDQLsbmIJ6l3TZSMSHiDTBi41rvq8HqmCuUHUZHJqsMoL89ba52s_Ocivdzw_4eGOZ8nPSuFFJdnsYFAQBI3P8nq6SVCF6dvik1kuJpdpDx0ZjEGPxM/s1600/castelletto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLrBiH-mzZpabcT4jo8VWXIlpDzDQLsbmIJ6l3TZSMSHiDTBi41rvq8HqmCuUHUZHJqsMoL89ba52s_Ocivdzw_4eGOZ8nPSuFFJdnsYFAQBI3P8nq6SVCF6dvik1kuJpdpDx0ZjEGPxM/s320/castelletto.jpg" width="212" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
al suo interno sono visibili addirittura resti delle strutture di sollevamento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtw-QIdw1BbLeScppz2zMAHXfs8Pczxe0PbtK5EDtj7tLc1oZhhi2pUW3tWwxz8jfCAkAVHpLPT4qFZjTDmMC9s05JiwtT9LTgkRywQamhD_LxccAjoxaLrh6pAp2gWGuJsB0ODQonFzQ/s1600/Gallitano6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtw-QIdw1BbLeScppz2zMAHXfs8Pczxe0PbtK5EDtj7tLc1oZhhi2pUW3tWwxz8jfCAkAVHpLPT4qFZjTDmMC9s05JiwtT9LTgkRywQamhD_LxccAjoxaLrh6pAp2gWGuJsB0ODQonFzQ/s320/Gallitano6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre il pozzo risulta ovviamente ostruito
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiczqOwANe-vDhm6UVhIcmMRIXIBMSrvNsU6SV5sDgEVccRkqq9Ensl4pEihcnocVg9JDPE2RnY38mWZr4VposxxvioE-RZJTOJLkTUYbPWzAIGBwR3yNjldtZBV9RYrehHkY0LzXnsN3A/s1600/Gallitano7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiczqOwANe-vDhm6UVhIcmMRIXIBMSrvNsU6SV5sDgEVccRkqq9Ensl4pEihcnocVg9JDPE2RnY38mWZr4VposxxvioE-RZJTOJLkTUYbPWzAIGBwR3yNjldtZBV9RYrehHkY0LzXnsN3A/s320/Gallitano7.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
All’agglomerato di case si accede tramite una breve stradella che si dirama diparte dalla SP 32 (già strada consorziale Canalotto-Galassi) la quale costituisce la strada che avrebbe consentito di giungere al <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">centro servizi</a>, mai realizzato, che avrebbe dovuto trovarsi un chilometro più avanti.<br />
<br />
Poco prima di essa può vedersi ciò che resta dei forni Gill
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOjrceEiIL0Ud87BJO-DJtYMuzBkbmNS50BLz6QlZDGIaE0eszVJc6XzGv6Qr2KT380u91LNw2vDXtMT9NjBU5FISR7avtFWzMekvUpvknOPcJaPTf3n2rhQ2tyAqkdYpyfHxF8pVovxQ/s1600/Gallitano8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOjrceEiIL0Ud87BJO-DJtYMuzBkbmNS50BLz6QlZDGIaE0eszVJc6XzGv6Qr2KT380u91LNw2vDXtMT9NjBU5FISR7avtFWzMekvUpvknOPcJaPTf3n2rhQ2tyAqkdYpyfHxF8pVovxQ/s320/Gallitano8.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il villaggio sorge su un’altura; la stradella di accesso, che lo circonda a Sud, in origine doveva essere lastricata
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwQb8BfrHS5ERoNiTiyOolTEW4t7M08vEea1DxzGSBGtrUlxhJtCkvsY1fS4p968eC5XhBag7lGdSwqETQx-5Z70HC0ptOGG5Nz5hX4jklCTGdXmZ4qfYhVm_aPb-gALdC6A-DXokk3Z0/s1600/Gallitano4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwQb8BfrHS5ERoNiTiyOolTEW4t7M08vEea1DxzGSBGtrUlxhJtCkvsY1fS4p968eC5XhBag7lGdSwqETQx-5Z70HC0ptOGG5Nz5hX4jklCTGdXmZ4qfYhVm_aPb-gALdC6A-DXokk3Z0/s320/Gallitano4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case, in muratura portante con architravi e cordoli del solaio in calcestruzzo armato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6xCiHS0CWGW62EzNv_D91icfhiYWQRhGHD3x2-st-iWd_77qj7clPjalbeKafs7S6QHp12aVYmP5cu1PpBc8gPQDyMk1O1CZ7q7ZIU0iiig7kDwRdhzYCQop8dMBBf09lDr3asqidS7g/s1600/Gallitano9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6xCiHS0CWGW62EzNv_D91icfhiYWQRhGHD3x2-st-iWd_77qj7clPjalbeKafs7S6QHp12aVYmP5cu1PpBc8gPQDyMk1O1CZ7q7ZIU0iiig7kDwRdhzYCQop8dMBBf09lDr3asqidS7g/s320/Gallitano9.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono dotate di magazzino separato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlbNMUp6uQI55sAFNrANmsj_StERl6u-_6t5LX-x_rVvvqNYyJ_T1Xh39GX8nR8aUfOzXZnQsuQ4u13eYRT6D5ihxKsRfjG8L8T2BN26cG4CXUQDhrzozS1C9Fb-LbgZMKhu3DxiM5pwE/s1600/Gallitano10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlbNMUp6uQI55sAFNrANmsj_StERl6u-_6t5LX-x_rVvvqNYyJ_T1Xh39GX8nR8aUfOzXZnQsuQ4u13eYRT6D5ihxKsRfjG8L8T2BN26cG4CXUQDhrzozS1C9Fb-LbgZMKhu3DxiM5pwE/s320/Gallitano10.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che in alcuni casi posto ad una certa distanza dalla costruzione principale; cinque di essi si trovano raggruppati al confine SudEst dell’abitato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkjo5BI4HFEbt3JsngZx7dD6mcOhNPvbmdlvjCRnDLFKblwL49PmXN2IEQH2uPYTGHhEzZopUCPsTQjFGC9tj-jWVjjlIHRjVg63Y8Isk6tLkyH4r4kPi3DGPzPhNkSydzI83NYpZAP-E/s1600/Gallitano11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkjo5BI4HFEbt3JsngZx7dD6mcOhNPvbmdlvjCRnDLFKblwL49PmXN2IEQH2uPYTGHhEzZopUCPsTQjFGC9tj-jWVjjlIHRjVg63Y8Isk6tLkyH4r4kPi3DGPzPhNkSydzI83NYpZAP-E/s320/Gallitano11.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alcune case sono abitate, continuando a conservare la funzione di casa rurale. Non vi è traccia né di sistema di viabilità interna né tantomeno di illuminazione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJE7lL2HQ4Kbl-18HabpttFPhEA88-v7hnqt2TUvTzrz0Ny__C7qQDI7nuotInsr3nIVcO-j_M7vhNqEar6diUgeqeXZX_IVUeAbOJ7Xy_AfCgEH_srn6H3pmpM7UGwg1inXfAKh0kgsU/s1600/Gallitano12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJE7lL2HQ4Kbl-18HabpttFPhEA88-v7hnqt2TUvTzrz0Ny__C7qQDI7nuotInsr3nIVcO-j_M7vhNqEar6diUgeqeXZX_IVUeAbOJ7Xy_AfCgEH_srn6H3pmpM7UGwg1inXfAKh0kgsU/s320/Gallitano12.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non vi è abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Ratumemi</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil3Tcyy_DHqpbVAv43eVk8aiqKQJilAVR2Jp3VYBcCVEq_PiVgbn4plJjLXIOtUyNINrG4tGYUxnOJ8nMNVR3kYVZhrNZmSzCIjC6dSNxnKCDNDqk4MI2-N3wKKhCoh11vBhF6xdXu1NI/s1600/RatumemiIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil3Tcyy_DHqpbVAv43eVk8aiqKQJilAVR2Jp3VYBcCVEq_PiVgbn4plJjLXIOtUyNINrG4tGYUxnOJ8nMNVR3kYVZhrNZmSzCIjC6dSNxnKCDNDqk4MI2-N3wKKhCoh11vBhF6xdXu1NI/s320/RatumemiIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il toponimo “Borgo Ratumemi” segnato sulle carte IGM non indica in realtà un borgo, né un villaggio, ma uno sparuto gruppo di case sparse; la condizione è simile a quella di Pionica ma contrariamente a questo, Ratumemi è stato classificato come “borgo”, probabilmente perché era stato esplicitamente previsto il relativo centro servizi. Quest’ultimo, mai realizzato, è stato trattato <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">qui</a>; sarebbe dovuto sorgere su questa collinetta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEn_-WYtAwH8dFMcFAdbPEYyEFcl5qWkKckKGz0cPxAjdWZReHBtkbgxkN4fReFdCb1laBavBe0_SVNs8B4C0hYuVozaqc50wDNmPShO2k1z1tf9-Sil-TjL_nNE1i5qaFy5QGlHeZ1LA/s1600/Ratumemi1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEn_-WYtAwH8dFMcFAdbPEYyEFcl5qWkKckKGz0cPxAjdWZReHBtkbgxkN4fReFdCb1laBavBe0_SVNs8B4C0hYuVozaqc50wDNmPShO2k1z1tf9-Sil-TjL_nNE1i5qaFy5QGlHeZ1LA/s320/Ratumemi1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Alla zona si accede da una strada il cui capo strada si trova sulla SP7, la provinciale lungo la quale, tre chilometri più a Nord, si trova Braemi.<br />
<br />
Le case di Ratumemi vennero costruite per gli assegnatari dei lotti compresi nel PR331
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpJG1DtxhstsCCikz_7BHU89OJ16vMZ3wi3RXBqvP-DqA46J7GN3zgVY2Ttl5UJUOyFEAX9bH_9HL49jnzVKuKug0sfZAQOrkxHMu8vN_jWzRXkwMcxzu2W2-Fwek3Z-UPeVzn1m80bMA/s1600/raggioRatumemi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpJG1DtxhstsCCikz_7BHU89OJ16vMZ3wi3RXBqvP-DqA46J7GN3zgVY2Ttl5UJUOyFEAX9bH_9HL49jnzVKuKug0sfZAQOrkxHMu8vN_jWzRXkwMcxzu2W2-Fwek3Z-UPeVzn1m80bMA/s320/raggioRatumemi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
non so quanti fossero, ma le case presenti nella vallata sono poco più di una decina, delle quali tre o quattro più vicine tra loro, ed all’area sulla quale avrebbe dovuto sorgere il borgo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs0JojWd2Cbpvhal96z0mtekEuqtnnsOpKIb-biPKVcyCrz5yCdZ6g2OEqIeo8E_o4hFD-hHvWZdR41w5WpjbZCZVggX07QNZZH7A7GuC9om0UIKXcgL7xENmKh_atM8j1GcrTUXkMhcU/s1600/Ratumemi2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs0JojWd2Cbpvhal96z0mtekEuqtnnsOpKIb-biPKVcyCrz5yCdZ6g2OEqIeo8E_o4hFD-hHvWZdR41w5WpjbZCZVggX07QNZZH7A7GuC9om0UIKXcgL7xENmKh_atM8j1GcrTUXkMhcU/s320/Ratumemi2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto sul quale sono basate le case è il medesimo di quelle presenti a Gallitano
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBSq7YA5nr__vE3Pr-MVWVeJgH7Wpua3o2UAbXXiT0zn6w4kBl_3HghLlrh5N94FjizxnlqqzznPzpVRYxIlJzbKRlb7rL2wiFDK5kvb604k9WrC0O87ZpQeBig7NEFe2Zpq2S5YC-wy0/s1600/Ratumemi3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBSq7YA5nr__vE3Pr-MVWVeJgH7Wpua3o2UAbXXiT0zn6w4kBl_3HghLlrh5N94FjizxnlqqzznPzpVRYxIlJzbKRlb7rL2wiFDK5kvb604k9WrC0O87ZpQeBig7NEFe2Zpq2S5YC-wy0/s320/Ratumemi3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con il caratteristico magazzino discosto dal resto della casa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8kJva2n8hGzzdiXDBQLVAqOKh7Qh0-YoVEh1oohC3y-tjf19wbaF8-FNz-ATm_wQ0nAoyXJ7hh9bs6_YKvweqOYG4zHQiA16XS_S_QAo2Q5A0iu0VYhZFx2wDyCpyP7oYcQ8GJ23SMfw/s1600/Ratumemi4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8kJva2n8hGzzdiXDBQLVAqOKh7Qh0-YoVEh1oohC3y-tjf19wbaF8-FNz-ATm_wQ0nAoyXJ7hh9bs6_YKvweqOYG4zHQiA16XS_S_QAo2Q5A0iu0VYhZFx2wDyCpyP7oYcQ8GJ23SMfw/s320/Ratumemi4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La maggior parte delle case è abitata ed ha subito notevoli modifiche
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkWbJ4PrPyrayRpbCTlXVKKqikjkn1Ll3hxbvgOv8VjHmPOBmk7qAxIE8BBY-BK3DXVVOLQr_GG_9jRfFbnaTfjQwFTW3DO72Jl1kkG3stLJemACbiO1BPpp-yiYuvBizOnzudc9hXsh8/s1600/Ratumemi5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkWbJ4PrPyrayRpbCTlXVKKqikjkn1Ll3hxbvgOv8VjHmPOBmk7qAxIE8BBY-BK3DXVVOLQr_GG_9jRfFbnaTfjQwFTW3DO72Jl1kkG3stLJemACbiO1BPpp-yiYuvBizOnzudc9hXsh8/s320/Ratumemi5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi sono due abbeveratoi lungo la strada, ma essi sono successivi, realizzati una quindicina d’anni dopo dal Consorzio di Bonifica del Salso Inferiore
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm6F4V_37_4xrWRNKZqY2nitBhjpvFUfv9TbJJa4Y9X-UsaeYMGHldn4Rkb6AfHJQsd_iS0fGzdhWH76zxaytTW9fcgwYiXDN3yoh2x0wuxUIeGxUYLSNgUBmjGpPjyQLX2CEG0Bh7348/s1600/Ratumemi6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm6F4V_37_4xrWRNKZqY2nitBhjpvFUfv9TbJJa4Y9X-UsaeYMGHldn4Rkb6AfHJQsd_iS0fGzdhWH76zxaytTW9fcgwYiXDN3yoh2x0wuxUIeGxUYLSNgUBmjGpPjyQLX2CEG0Bh7348/s320/Ratumemi6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La strada attualmente non è pavimentata
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU1kxlj3uI9lbyRWzP3rX7aPJ2St3PNG_qkAxo6a_StNWsnQOC60CDKrA4AjU5gQV0PYG_Vz76OCx2FvZBZ57Xl6Kl9er2ziaqufyhQRmP7Nc67yr5jXaTyuOqqshN7VKDfcKhKpwGAgY/s1600/Ratumemi7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU1kxlj3uI9lbyRWzP3rX7aPJ2St3PNG_qkAxo6a_StNWsnQOC60CDKrA4AjU5gQV0PYG_Vz76OCx2FvZBZ57Xl6Kl9er2ziaqufyhQRmP7Nc67yr5jXaTyuOqqshN7VKDfcKhKpwGAgY/s320/Ratumemi7.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma in origine sembrerebbe esserlo stata. Ovviamente non vi è illuminazione stradale
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Agrabona</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrkdg1siiLCcTqsQMUcYPUPpFRzlOA9IV_hWieOqRaQjlMwGyiSbieUVTmifTtQsgndtGDupk-AjALPsK34aqgajYfXGIq3T00MSx8p8rPVKsWAgQ5oDzQOm2KpfGSHBbICKz2u7H8Eow/s1600/AgrabonaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrkdg1siiLCcTqsQMUcYPUPpFRzlOA9IV_hWieOqRaQjlMwGyiSbieUVTmifTtQsgndtGDupk-AjALPsK34aqgajYfXGIq3T00MSx8p8rPVKsWAgQ5oDzQOm2KpfGSHBbICKz2u7H8Eow/s320/AgrabonaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per quanto Manda Tonda possa apparire un luogo surreale, non riesce ad assurgere agli stessi livelli di assurdità di Borgo Agrabona. Anche Borgo Agrabona si trova in un luogo remoto, difficile da raggiungere, e lontano da ogni forma di urbanizzazione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixy3lOCDvGQj0n4WBF8IyckZTvM6yJ0awKiddqZ0R3J2lKwPxydRjxbVMkpDwc_fS8b-UjDzx7hHtqwo4LK9UVdkaAvttlRwIiZ-vlahIv_QVhVavExo58QgxgefFW8CZXfb0QScair7A/s1600/Agrabona1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixy3lOCDvGQj0n4WBF8IyckZTvM6yJ0awKiddqZ0R3J2lKwPxydRjxbVMkpDwc_fS8b-UjDzx7hHtqwo4LK9UVdkaAvttlRwIiZ-vlahIv_QVhVavExo58QgxgefFW8CZXfb0QScair7A/s320/Agrabona1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
il relativo centro servizi sarebbe stato un borgo “C”, pianificato tra S. Marco della Palma ed il monte Agrabona, distante circa 1 km in linea d’aria
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioZZSgIg8Gxi-fxbyscEvPU2hS5vTy00KwKQ2gkWzZ2_mbpLgU2PlGrrDvffzLOsIHDF_kIdr0HNVMSOXlpqF1E9ZOA7IAnbcm5KXTL2ndvMK3dH4h824P-Bz_1Wb3cAyiRQ26JWneeWU/s1600/raggioAgrabona.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioZZSgIg8Gxi-fxbyscEvPU2hS5vTy00KwKQ2gkWzZ2_mbpLgU2PlGrrDvffzLOsIHDF_kIdr0HNVMSOXlpqF1E9ZOA7IAnbcm5KXTL2ndvMK3dH4h824P-Bz_1Wb3cAyiRQ26JWneeWU/s320/raggioAgrabona.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma soprattutto le 21 case, costruite per gli assegnatari dei PR 348 e 963, si trovano lungo una strada rettilinea che decorre sul fianco di una collina
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl3VQQ82-p3dXujKnW0dj6F6vn8zCXvR-2SOaVZsEIVS5Q4to8W6j52fnnnbOPbkGmUedsHALgmaOPXknCrZ4qa4zN4MOw20NqoZmgBQXxRyzdoM0KLvqp_ARGj2hMhcqpLB6-HuliqTk/s1600/AgrabonaGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl3VQQ82-p3dXujKnW0dj6F6vn8zCXvR-2SOaVZsEIVS5Q4to8W6j52fnnnbOPbkGmUedsHALgmaOPXknCrZ4qa4zN4MOw20NqoZmgBQXxRyzdoM0KLvqp_ARGj2hMhcqpLB6-HuliqTk/s320/AgrabonaGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con una pendenza che supera il 10%
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMUvii-D8jHU_4JNIQD0fkELhqUmhgr2QL9knEqet8u7e2dNGT063T1z1lA_m83Zvkb1nHG4D4l8YrjK00xw26coyAIQy8GZvW_gFUDrzMMkBil7Yv8SfrCK0zy85eJ4lFwzVVyAqmCHw/s1600/Agrabona2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMUvii-D8jHU_4JNIQD0fkELhqUmhgr2QL9knEqet8u7e2dNGT063T1z1lA_m83Zvkb1nHG4D4l8YrjK00xw26coyAIQy8GZvW_gFUDrzMMkBil7Yv8SfrCK0zy85eJ4lFwzVVyAqmCHw/s320/Agrabona2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
I contadini con attrezzi da lavoro, o i ragazzi con i libri di scuola avrebbero dovuto iniziare la giornata con una fatica improba per raggiungere la strada di accesso
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCSwuKEBgGup0kMsz21VgSyUJyOEYgBfYJ38m-onOHB9OrSO0OsW9RFUJVV9k5CTjj_yovy8niGDIRCudMznCkC_B6XOQgW8U1iclrC8wiNduE3rQ3XUmL8Z5KmG0M8Xp-XkereoK6CwI/s1600/Agrabona3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCSwuKEBgGup0kMsz21VgSyUJyOEYgBfYJ38m-onOHB9OrSO0OsW9RFUJVV9k5CTjj_yovy8niGDIRCudMznCkC_B6XOQgW8U1iclrC8wiNduE3rQ3XUmL8Z5KmG0M8Xp-XkereoK6CwI/s320/Agrabona3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
dalla quale recarsi al luogo di destinazione avrebbe poi rappresentato un secondo calvario.
<br />
<br />
A nessuno sarebbe mai venuto in mente di abitare queste case, che rappresentano senz’altro il massimo livello di inutilità e spreco raggiunto dalla riforma agraria. Non vi sono state occupazioni abusive, uso come ricovero animali, o altro. Le case sono disabitate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvStsJsENs8aIGgSRuJhU3RIoHBJMU93QddNMTOwLqWMHlTY9W8oJDtMKn4JG4Dvmt2knPOcFw2Oe9M3KGqSKLpQptsAGvKnZWuXBbqRjLbaPeMRlcDfP2Qw75NG_kDCBqWQq8WwEg14M/s1600/Agrabona4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvStsJsENs8aIGgSRuJhU3RIoHBJMU93QddNMTOwLqWMHlTY9W8oJDtMKn4JG4Dvmt2knPOcFw2Oe9M3KGqSKLpQptsAGvKnZWuXBbqRjLbaPeMRlcDfP2Qw75NG_kDCBqWQq8WwEg14M/s320/Agrabona4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed è verosimile che esse non siano mai nemmeno state ultimate, mancando degli accessori indispensabili come la cucina in muratura
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX9TA7ExTyCdpAnAHb2YLFrLAyNwHVDit-Br7IgX3a7rwFSegGYSVNHV0rPxPHjPxjiF7XJ7PVSrXILje7JCZrnimcUKYlVXyskmeCt3NUOyJs_zKczdxhLRVhStqv4_7VDapDj7OL2TA/s1600/Agrabona5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX9TA7ExTyCdpAnAHb2YLFrLAyNwHVDit-Br7IgX3a7rwFSegGYSVNHV0rPxPHjPxjiF7XJ7PVSrXILje7JCZrnimcUKYlVXyskmeCt3NUOyJs_zKczdxhLRVhStqv4_7VDapDj7OL2TA/s320/Agrabona5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
I resti delle maioliche ancora visibili su qualcuna delle costruzioni, simili a quelle presenti sulle case dei <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">borghi della serie Schisina</a>, (ma anche di Stoccatello) qui, se possibile, risultano ancora più beffardi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj169zx2v_RWBbDt9Rm3jqUhqKIhDMqT_NLevbpP14EA7nqdZYPsgMrdRcV6UpJdZYtzQWWWTX_wEtoRa1DYHK3GVI7_ELvm067f4DWcYd-ej9Djl48uTJvA3xzy9AmOoWshUoJRemaEYc/s1600/Agrabona6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj169zx2v_RWBbDt9Rm3jqUhqKIhDMqT_NLevbpP14EA7nqdZYPsgMrdRcV6UpJdZYtzQWWWTX_wEtoRa1DYHK3GVI7_ELvm067f4DWcYd-ej9Djl48uTJvA3xzy9AmOoWshUoJRemaEYc/s320/Agrabona6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La planimetria delle case è sempre basata sul “tipo A10”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwDkhUQvBnqlaovYuYG39-cl-VT3zIiyw4qYz_8kZjeTecujenwBXgvZPg-nGJ049HH7pW81g9kALHej30QcMNOBqpsBMBmgsK9KCXiM6I5or1NlSCoRKNkxO1JtwWwQeZvcn3063HlPg/s1600/Agrabona7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwDkhUQvBnqlaovYuYG39-cl-VT3zIiyw4qYz_8kZjeTecujenwBXgvZPg-nGJ049HH7pW81g9kALHej30QcMNOBqpsBMBmgsK9KCXiM6I5or1NlSCoRKNkxO1JtwWwQeZvcn3063HlPg/s320/Agrabona7.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma qui sembra essere presente una struttura in calcestruzzo armato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1RvamUghBXtEd8abVnJFAps12jMdVCt-QWGNU9tEPwEEwuFcq21nnnWH7b4LdVT1D6N8urpEaOvRnFAyFcgU0CIvD9AS0kRs2yV4snvCrYYAxeC6h7vY1j9kfSLCjDaTRlWgyQQhAqOM/s1600/Agrabona8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1RvamUghBXtEd8abVnJFAps12jMdVCt-QWGNU9tEPwEEwuFcq21nnnWH7b4LdVT1D6N8urpEaOvRnFAyFcgU0CIvD9AS0kRs2yV4snvCrYYAxeC6h7vY1j9kfSLCjDaTRlWgyQQhAqOM/s320/Agrabona8.jpg" width="212" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
In cima alla salita è presente un abbeveratoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxBVS5wDpOdEUDgAYTDlPgpAH1ZDKJepG40F-h-d7JHygWSjL3n_xR48gVVsnlNvItXan9tleZITViUiHqRb3NqwFrBvlFrwzBigkAvbIzUrDx6BVSQ19rpI29EvCHRxVayGmY7qEwxcE/s1600/Agrabona9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxBVS5wDpOdEUDgAYTDlPgpAH1ZDKJepG40F-h-d7JHygWSjL3n_xR48gVVsnlNvItXan9tleZITViUiHqRb3NqwFrBvlFrwzBigkAvbIzUrDx6BVSQ19rpI29EvCHRxVayGmY7qEwxcE/s320/Agrabona9.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma l’unica strada del villaggio, che in origine sarebbe stata lastricata, non presenta com’è logico aspettarsi, alcun impianto di illuminazione
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Messina
</span></div>
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Monastero/Bucceri – Malfitano – Pietrapizzuta</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI5SXjLDVQC6oRr2xTQnCRWAn9HXptTl4_fiZl-Xw4flz-WYAwwS_hLD4NuSJ55DAwiQJf5M7c-Sb43RStOVIhP4a7HLIbVBGQDxo0JSnwVX_6W1ShiblpKjQdozjnQwugdXpgY9Xp81U/s1600/SchisinaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI5SXjLDVQC6oRr2xTQnCRWAn9HXptTl4_fiZl-Xw4flz-WYAwwS_hLD4NuSJ55DAwiQJf5M7c-Sb43RStOVIhP4a7HLIbVBGQDxo0JSnwVX_6W1ShiblpKjQdozjnQwugdXpgY9Xp81U/s320/SchisinaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli unici borghi residenziali attualmente presenti nella provincia di Messina fanno parte della serie dei <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">villaggi Schisina</a>; e restano comunque i soli ad essere stati realizzati dall’ERAS in tale provincia. Per essi, l’unico centro servizi a non venire costruito fu quello di Monastero-Bucceri
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFDVo8bqloET0vI6r55Hi5zYB0wLrGF_hh_cG_d-kHVM66Kk6j4icRxZ9vREmA8nF_-347AqQ5o-Z_rYzpoWf8wcB-D5AlNvGL2IpfPiEuVhzuf4J1MvQJeCnwpdg2d0Y3Uwvtc7KLXEM/s1600/Monastero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFDVo8bqloET0vI6r55Hi5zYB0wLrGF_hh_cG_d-kHVM66Kk6j4icRxZ9vREmA8nF_-347AqQ5o-Z_rYzpoWf8wcB-D5AlNvGL2IpfPiEuVhzuf4J1MvQJeCnwpdg2d0Y3Uwvtc7KLXEM/s320/Monastero.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
costituito da una chiesa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaipXk7OPhZBPvb_juPUpC1vqz5o9nUI0uh_a4aZSb4iByFY6B0kY49ME3hCP1gPC1KfKPNSaWPaUmKDGEOyar3NgBHBliOGAkWIigcDnX_dP1y5VD-d703FLHRdc9L7mZiP7IuhDnt8s/s1600/MonasteroChiesa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaipXk7OPhZBPvb_juPUpC1vqz5o9nUI0uh_a4aZSb4iByFY6B0kY49ME3hCP1gPC1KfKPNSaWPaUmKDGEOyar3NgBHBliOGAkWIigcDnX_dP1y5VD-d703FLHRdc9L7mZiP7IuhDnt8s/s320/MonasteroChiesa.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed una scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4WRgXL9eELdP2CUhy0EB5-BInymGD0keWzKIVnyGr9GDo1ir0zYE5B4Q72RFncbr18B8hKRa8dn1nX2AOwCqhyphenhyphenbFBpm7DTB7cCDzrw1_gNxnJx39wg7PmHt9AZIQUhsexZn5W3zUgq8Y/s1600/MonasteroScuola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4WRgXL9eELdP2CUhy0EB5-BInymGD0keWzKIVnyGr9GDo1ir0zYE5B4Q72RFncbr18B8hKRa8dn1nX2AOwCqhyphenhyphenbFBpm7DTB7cCDzrw1_gNxnJx39wg7PmHt9AZIQUhsexZn5W3zUgq8Y/s320/MonasteroScuola.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
avrebbe trasformato il borgo residenziale in un borgo misto. <br />
<br />
Malfitano ("Malfitana" nella docunetazione ERAS)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpvy8yBPPwhKqmCG8bP4jekUZ5-QdH-cyTf0ygxrzOxm8-0KTxyh_oqnobu0tsTcaa_dk4gks9T33zU5On0Wlgtb2W-7T_SeVlrmvJJ5Of5mZ3hsRN712QojDYupTCzx2TdTFdjC-XaVQ/s1600/Malfitano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpvy8yBPPwhKqmCG8bP4jekUZ5-QdH-cyTf0ygxrzOxm8-0KTxyh_oqnobu0tsTcaa_dk4gks9T33zU5On0Wlgtb2W-7T_SeVlrmvJJ5Of5mZ3hsRN712QojDYupTCzx2TdTFdjC-XaVQ/s320/Malfitano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e Pietrapizzuta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6AlCP4G3J9E7M3si7XrkLozANQmEgaHaZPWDIPaoQARlyV_LIylCfdf_Gj40Rll813LsruEr9vRchOfymlCBYUmrRccWww1bJ9GA1o471pRsr5cXrORpzjxZzl4whGuXMUYUWnzY0y1Q/s1600/Pietrapizzuta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6AlCP4G3J9E7M3si7XrkLozANQmEgaHaZPWDIPaoQARlyV_LIylCfdf_Gj40Rll813LsruEr9vRchOfymlCBYUmrRccWww1bJ9GA1o471pRsr5cXrORpzjxZzl4whGuXMUYUWnzY0y1Q/s320/Pietrapizzuta.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
furono invece pensati come borghi esclusivamente residenziali ab origine; il centro servizi di riferimento sarebbe stato Borgo Schisina.<br />
<br />
Tutti e tre i villaggi di, rispettivamente, trenta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU0ZOhiR7WPcxQhd-V2AfL8_WUqAZLRZnec8k31pRUnvhWfYkwvA-TVaLbd1ROP-1OEhmqNKfIKQYqrXiliezvUv0SPxGdoXZCp-Q9pl-DpzVFiImDY4KqJx1rAv2zglyyrZEbKYJHJl0/s1600/MonasteroGEmap.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU0ZOhiR7WPcxQhd-V2AfL8_WUqAZLRZnec8k31pRUnvhWfYkwvA-TVaLbd1ROP-1OEhmqNKfIKQYqrXiliezvUv0SPxGdoXZCp-Q9pl-DpzVFiImDY4KqJx1rAv2zglyyrZEbKYJHJl0/s320/MonasteroGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ventiquattro
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX3EUA0wp57ruh_JaeiFbhkdm37GKskIpHTsgPi1N_v9YodrQ62LeI9wZSYWSJVt7025yHuZHEBGoSCL9EBLTxdo3mCMkp3dauc6OG_xPYDcG-F1akWduVN9_g9a-5w0EsfYJC1IRl5KA/s1600/MalfitanaGEmap.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX3EUA0wp57ruh_JaeiFbhkdm37GKskIpHTsgPi1N_v9YodrQ62LeI9wZSYWSJVt7025yHuZHEBGoSCL9EBLTxdo3mCMkp3dauc6OG_xPYDcG-F1akWduVN9_g9a-5w0EsfYJC1IRl5KA/s320/MalfitanaGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e quattordici
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilBuFPA86X-E3DlybxrcgPzDo1jLFan74SlT8eH9_YjIU_NCOp6Xx14m17EI1YyJSVjOBq8E18XtiLNEzxYztvMDdKhj0ZaqSi39L9-Pa9XCz_F4LrXxjp6orZMEjxqFYkbVAaFmuoD1U/s1600/PietrapizzutaGEmap.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilBuFPA86X-E3DlybxrcgPzDo1jLFan74SlT8eH9_YjIU_NCOp6Xx14m17EI1YyJSVjOBq8E18XtiLNEzxYztvMDdKhj0ZaqSi39L9-Pa9XCz_F4LrXxjp6orZMEjxqFYkbVAaFmuoD1U/s320/PietrapizzutaGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
case, condividono il medesimo progetto per le abitazioni: due stanze, con un forno alloggiato in un volume sporgente, nel quale trova posto anche la latrina
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvDOrs-qmSlSqREuidn_s0xI9RPUZCyWeoO-UCalhLoTI3DrOUUFqoHa70NxW6fYNXkuXUOx9bETfhsOxnnm4e9U6BloVskdptbxTfSxM0TR2UOA8PKVQsPtVFn4XAemuBtKPRqu4zgNA/s1600/Pietrapizzuta1.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvDOrs-qmSlSqREuidn_s0xI9RPUZCyWeoO-UCalhLoTI3DrOUUFqoHa70NxW6fYNXkuXUOx9bETfhsOxnnm4e9U6BloVskdptbxTfSxM0TR2UOA8PKVQsPtVFn4XAemuBtKPRqu4zgNA/s320/Pietrapizzuta1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e stalla
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglPnQ_-jjG6NryerL8IIkXRJbzB6PS_9SS_0wRadrbJb2PO0-226E2pT1mQKArXcXEkujerF-V5HX8mDvG8EKLcj2RCiqcyrox2-k7Q0LsnW5L3RqKl5GwjyguwgXd1kYJ3iXHFVoWFpg/s1600/Pietrapizzuta2.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglPnQ_-jjG6NryerL8IIkXRJbzB6PS_9SS_0wRadrbJb2PO0-226E2pT1mQKArXcXEkujerF-V5HX8mDvG8EKLcj2RCiqcyrox2-k7Q0LsnW5L3RqKl5GwjyguwgXd1kYJ3iXHFVoWFpg/s320/Pietrapizzuta2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
nonostante i villaggi siano ubicati sui Nebrodi, ad un’altitudine compresa tra i quasi 600 metri di borgo Monastero-Bucceri, ed i quasi mille di Pietrapizzuta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7urAOtNYWqAcQt1dYeTiHcMiSdy7d2x24-1AfYuR9vrC9mEjr-GBhjUBaScqpV3_OG0CwIWiDgSJ8x3ktpPFSUaDQ3jgE5dxnd0NFu-xbrm8yn6icJgayuNSU-DEx4iW1E61AR9lscT0/s1600/Pietrapizzuta3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7urAOtNYWqAcQt1dYeTiHcMiSdy7d2x24-1AfYuR9vrC9mEjr-GBhjUBaScqpV3_OG0CwIWiDgSJ8x3ktpPFSUaDQ3jgE5dxnd0NFu-xbrm8yn6icJgayuNSU-DEx4iW1E61AR9lscT0/s320/Pietrapizzuta3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
i tetti sono a terrazza
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjtKODsaSn1k0HJl8GZRl3JYGKF0RY8tkRt9EQZEEwjoQEffm7A6A7jMNcBNjO9yBU-Kupw0pD3csBpLPR9uT9yQzhn4fz_TEMQJjU9k9sYBJppn1HzeMQjrsGuPZoexDiNDmMKrzJ4Sk/s1600/Malfitano1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjtKODsaSn1k0HJl8GZRl3JYGKF0RY8tkRt9EQZEEwjoQEffm7A6A7jMNcBNjO9yBU-Kupw0pD3csBpLPR9uT9yQzhn4fz_TEMQJjU9k9sYBJppn1HzeMQjrsGuPZoexDiNDmMKrzJ4Sk/s320/Malfitano1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La viabilità interna è costituita da sentieri sterrati
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxj5dR2wQG8GaCtKAqfdpb4w_-P2HPHl0HqEZvrF_IzT1w4AHunCewfxudgDKBIZ_fsvoMk80bl0sC5s1frntgenkSfJgXrNb6I44wsjwCikv3CM39AQC6aYQ67A8T1tBRi7cLIyAxXh8/s1600/Pietrapizzuta4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxj5dR2wQG8GaCtKAqfdpb4w_-P2HPHl0HqEZvrF_IzT1w4AHunCewfxudgDKBIZ_fsvoMk80bl0sC5s1frntgenkSfJgXrNb6I44wsjwCikv3CM39AQC6aYQ67A8T1tBRi7cLIyAxXh8/s320/Pietrapizzuta4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
senza alcun impianto di illuminazione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPdR1_AiyqanAgH60YbVTaqIq1mBcnfhiuNF4pM6WXBbvIzC9WcJML4Yfl-XvnZdRamElnQzO3rXnwOxywOupc1gvlisD9OjcBliklTtdB53BpiDTkoNrvPln9HiUKY-TGCr6OFTxQVVM/s1600/Malfitano2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPdR1_AiyqanAgH60YbVTaqIq1mBcnfhiuNF4pM6WXBbvIzC9WcJML4Yfl-XvnZdRamElnQzO3rXnwOxywOupc1gvlisD9OjcBliklTtdB53BpiDTkoNrvPln9HiUKY-TGCr6OFTxQVVM/s320/Malfitano2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
non fu nemmeno prevista, in origine, la fornitura di energia elettrica.<br />
<br />
Ogni borgo è provvisto di abbeveratoio, Malfitano e Pietrapizzuta sembrano forniti di acqua tramite apposito acquedotto, le cui opere di captazione dovrebbero trovarsi sul monte Trefinaite; lo stesso impianto forniva gli altri villaggi della serie Schisina, con l’eccezione di Monastero-Bucceri. Fu proprio questa la causa della mancata realizzazione dei servizi a Monastero-Bucceri, come menzionato <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/07/la-via-dei-borghi40-lultima-fase-dei.html">qui</a>.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Cutò</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYuGoSvXpOdUATvBfekoZUg-UZ6LjvsnANqWUPzoyMgx-EzAdxOW4ZAOp_6OOZ7emiGLjVktkv7oNRXw4m1M1n77YnoCeRpwLPSuERPq-YOAW5qTB4pUSJC5oQ8Y2sulq_9KhJBzbd_bU/s1600/Cut%25C3%25B2IGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYuGoSvXpOdUATvBfekoZUg-UZ6LjvsnANqWUPzoyMgx-EzAdxOW4ZAOp_6OOZ7emiGLjVktkv7oNRXw4m1M1n77YnoCeRpwLPSuERPq-YOAW5qTB4pUSJC5oQ8Y2sulq_9KhJBzbd_bU/s320/Cut%25C3%25B2IGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mentre borgo Cutò non venne mai realizzato, il corrispondente nucleo residenziale venne costruito, ma successivamente distrutto, cosicchè nulla di esso è attualmente visibile
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKlqNlpSUjZvAL2kmFxhD9-zQ0NUzmraOzYElaFzK6l60D56AIdJFcnc-AiQbB3ZWLPXfnXtpj3jbMS3l_kDOfHeDwISdSityqEy11p3GSLMvjPQWFiqg1AUlVei88wBvN4DnUBiM4Tgw/s1600/Cut%25C3%25B23.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKlqNlpSUjZvAL2kmFxhD9-zQ0NUzmraOzYElaFzK6l60D56AIdJFcnc-AiQbB3ZWLPXfnXtpj3jbMS3l_kDOfHeDwISdSityqEy11p3GSLMvjPQWFiqg1AUlVei88wBvN4DnUBiM4Tgw/s320/Cut%25C3%25B23.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Puoi trovare <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">qui</a>, Lettore, una sintesi della vicenda, e del possibile significato di essa. L’agglomerato era costituito da venticinque costruzioni che gli abitanti del luogo definiscono “casette”, ma che poi tanto piccole non dovevano essere
</div>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKPd_9obKUJC8ZmIvab2M9o_AbDNRsdE18RU2PzLxIElQbx-rYNJ28f15FlzktRs_X7lUH7Lsg0PsVMwBCaq3uZBYdt1VwYcwoed3t_fEP2HLp5OM6rFK1QlD6leXh-ZNnmNjdHcH8Rjs/s1600/Cut%25C3%25B21.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKPd_9obKUJC8ZmIvab2M9o_AbDNRsdE18RU2PzLxIElQbx-rYNJ28f15FlzktRs_X7lUH7Lsg0PsVMwBCaq3uZBYdt1VwYcwoed3t_fEP2HLp5OM6rFK1QlD6leXh-ZNnmNjdHcH8Rjs/s320/Cut%25C3%25B21.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’immagine mostrata non consente di intravedere dettagli, ma dal paragone tra le dimensioni delle “casette” e quelle dei ruderi della costruzione indicata dalla freccia, ancora esistente, si desume che le abitazioni dovessero avere delle dimensioni paragonabili a quelle di Garbinogara, quindi tra le maggiori realizzate da ERAS/ESA, paragonabili, come superficie coperta, ad alcuni progetti di epoca ECLS.<br />
<br />
Dalla forma sembrerebbero però più simili a baraccamenti; sempre riferendosi alle testimonianze raccolte in loco sarebbero stati dei prefabbricati montati su basamenti in calcestruzzo armato. <br />
<br />
Dalla sovrapposizione della foto aerea del 1967 alle immagini successive, si può desumere come il canale di gronda abbia in qualche modo intersecato il nucleo del villaggio “intercettando” almeno 5 casette; dalla sovrapposizione si può verificare anche con quale precisione siano stati scaricati i detriti per occultare solo e tutte le costruzioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-3Gk9uMxY9oU47F7kedCgco8QEt9UkSsGSYbVdrgMUhP4yjLJxXnViLNYQR6vvZZy6JIiiFAEvJR2TcgOf9mgdus5GXwfWLVi3sRgUjBG0CBEQB22C3blRd_YGaEtJGe-2TULDoqxAf0/s1600/Cut%25C3%25B22.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-3Gk9uMxY9oU47F7kedCgco8QEt9UkSsGSYbVdrgMUhP4yjLJxXnViLNYQR6vvZZy6JIiiFAEvJR2TcgOf9mgdus5GXwfWLVi3sRgUjBG0CBEQB22C3blRd_YGaEtJGe-2TULDoqxAf0/s320/Cut%25C3%25B22.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Forse il motivo dell’eliminazione di ogni traccia dell’esistenza del villaggio sarebbe semplicemente da ricercare proprio qui, nel tentativo di occultare delle demolizioni non autorizzate. <br />
<br />
Rimane il fatto che, sempre riferendosi alle testimonianze locali, all’epoca della distruzione del villaggio molte “casette”, inadatte alle condizioni climatiche locali e sulle quali non era mai stata eseguita la benché minima manutenzione, erano ridotte a ruderi di cui alcune pareti esterne non superavano il metro di altezza.<br />
<br />
Ovviamente, in considerazione della <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">genesi di borgo Cutò</a> e del relativo villaggio, nessun riferimento può esistere nella mappa del 1956.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Catania
</span></div>
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Ficuzza</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisVE0IyTSJ0_o0WCfOF6PjCyvL3zBnP3OXZcPC0O3IfpRwB0e8dqG7rgW0UbS3wJhnMgKlKr09oqttDAxx1jH5gkpiKAsSCIY8FIb3EbfmKK8ya-c1sWEJOx2T5YR3Xdn4xGXGy0YzIGA/s1600/FicuzzaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisVE0IyTSJ0_o0WCfOF6PjCyvL3zBnP3OXZcPC0O3IfpRwB0e8dqG7rgW0UbS3wJhnMgKlKr09oqttDAxx1jH5gkpiKAsSCIY8FIb3EbfmKK8ya-c1sWEJOx2T5YR3Xdn4xGXGy0YzIGA/s320/FicuzzaIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’agglomerato segnato sulle carte IGM come “borgo Ficuzza” condivide con Ventrelli-Cugno e Mandre Bianche il medesimo progetto di casa colonica
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitBqrIU69aN_ViZtKzF6eBuacpoNMar5iuoA7aN9PK51todUp-9kW7pxpQA_PLpeu8S8SUP4GWORfrk57X79ZqELku4wu7t7zMCaoiiVymeTyyuWeIWjtEPYpbYh1h8iliMtX1ZdbXHAM/s1600/Ficuzza1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitBqrIU69aN_ViZtKzF6eBuacpoNMar5iuoA7aN9PK51todUp-9kW7pxpQA_PLpeu8S8SUP4GWORfrk57X79ZqELku4wu7t7zMCaoiiVymeTyyuWeIWjtEPYpbYh1h8iliMtX1ZdbXHAM/s320/Ficuzza1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma, a differenza degli altri due, sorge a meno di un centinaio di metri da una strada statale, la SS 288
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOde6tm26FXUwFWyu2yqCPVRRJFbN44BUi7TlYYxGbCp3N6T9aw9jQNDwWmHT1pk4Zi5XfHLrEwbd5ZQYStYaQRWIIJE0rFaSIGPS0ViiqrbuMckwzJ11y_kmo-2tC1fArIl-NwNPoWMw/s1600/Ficuzza2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOde6tm26FXUwFWyu2yqCPVRRJFbN44BUi7TlYYxGbCp3N6T9aw9jQNDwWmHT1pk4Zi5XfHLrEwbd5ZQYStYaQRWIIJE0rFaSIGPS0ViiqrbuMckwzJ11y_kmo-2tC1fArIl-NwNPoWMw/s320/Ficuzza2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case sono in gran parte abitate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitdXwbQ6Oszcd2yp-3VALhA-lcYVzuUvZ4zA9U4MlnQ9dmR5DK2gqwaIp94yr3zQhdQqXK-uZEkjCA0vzHdkxEeKQBGTLyJK2Q7o1Y9hgQelg2HU2EVC_BQFlaICL5T8tSX6JfwD3G4iY/s1600/Ficuzza4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitdXwbQ6Oszcd2yp-3VALhA-lcYVzuUvZ4zA9U4MlnQ9dmR5DK2gqwaIp94yr3zQhdQqXK-uZEkjCA0vzHdkxEeKQBGTLyJK2Q7o1Y9hgQelg2HU2EVC_BQFlaICL5T8tSX6JfwD3G4iY/s320/Ficuzza4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anche se, probabilmente, solo nel periodo estivo. Le abitazioni, in numero di 26
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirDze9PhQrfPxxu6is6LySj6vEpSlxywvex7iVhiz2X7nSY2HZH_a55nzg_0JFmtbZcfkP7vbptwlUBVg9IdBjphhdtMUST8m4O1F-VbBRR_XGbB2lQm9p6BSbd5IPYZrcabKfuVE6BB0/s1600/FicuzzaGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirDze9PhQrfPxxu6is6LySj6vEpSlxywvex7iVhiz2X7nSY2HZH_a55nzg_0JFmtbZcfkP7vbptwlUBVg9IdBjphhdtMUST8m4O1F-VbBRR_XGbB2lQm9p6BSbd5IPYZrcabKfuVE6BB0/s320/FicuzzaGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
vennero costruite per gli assegnatari del PR 395
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqS_3IJReKFAriMRHwK2m6Ir6AURKfuYMw0zBEAO0_gsxYJbQLcYLyt9ShKAMlJO3mWo4b2HSs82lZFTlkx81LlUPI-IKBOLwYu9Y5rUKDFAax3DEkhGKQ3uhkGdlK5uRT4YTGyWCHd8k/s1600/raggioFicuzza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqS_3IJReKFAriMRHwK2m6Ir6AURKfuYMw0zBEAO0_gsxYJbQLcYLyt9ShKAMlJO3mWo4b2HSs82lZFTlkx81LlUPI-IKBOLwYu9Y5rUKDFAax3DEkhGKQ3uhkGdlK5uRT4YTGyWCHd8k/s320/raggioFicuzza.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il relativo centro servizi sarebbe stato un borgo C, a circa 2,5 km a WSW, da realizzarsi a cura del Consorzio.<br />
<br />
La viabilità interna è costituita da strade non pavimentate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhubXbAibbKZIsBeaJKURlT_Odz3dUo7jPmsZRec9OF6VE7IWxUoL5hGIr8FCDW1eRCKzjnc3tTb1tcrZefAeA1qtF7NPR6K7FNryS1ZyOeWcomVcHtWo1L7Rq-vZlK3ZSsjaGV8kFcyNQ/s1600/Ficuzza3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhubXbAibbKZIsBeaJKURlT_Odz3dUo7jPmsZRec9OF6VE7IWxUoL5hGIr8FCDW1eRCKzjnc3tTb1tcrZefAeA1qtF7NPR6K7FNryS1ZyOeWcomVcHtWo1L7Rq-vZlK3ZSsjaGV8kFcyNQ/s320/Ficuzza3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
il cui impianto di illuminazione sembrerebbe essere più recente delle abitazioni.<br />
<br />
Non vi è abbeveratoio.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Mandre Bianche</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfzEAp3u3oc_YHfwnDLsi0DGLgrDl1xiHJx8vtMmsVYOkYKivhl-FhGv5m5owVSPq8hx2m2O85RPi6evfsR3Rk7zwvtmP2t25H7Rm8Zk7cO-asyCzJyDh6IxbQAojxIvtUEN_J6d6n014/s1600/MandreBiancheIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfzEAp3u3oc_YHfwnDLsi0DGLgrDl1xiHJx8vtMmsVYOkYKivhl-FhGv5m5owVSPq8hx2m2O85RPi6evfsR3Rk7zwvtmP2t25H7Rm8Zk7cO-asyCzJyDh6IxbQAojxIvtUEN_J6d6n014/s320/MandreBiancheIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche Mandre Bianche, così come Agrabona e Manda Tonda, sarebbe un luogo con un’ubicazione assurda
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2V2cM9FmsfHtHBVbg745HONoxFtI70BLda7PJX0-eRPavplHT6EOTTnVucD-lz_GRH6jNElc1KvbpkSZpUkvzvKCXIUUfrXkeajo9KEP5feM2BYxB-dscrDUrlTRtKg6uKGEgmo1MqYA/s1600/MandreBianche2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2V2cM9FmsfHtHBVbg745HONoxFtI70BLda7PJX0-eRPavplHT6EOTTnVucD-lz_GRH6jNElc1KvbpkSZpUkvzvKCXIUUfrXkeajo9KEP5feM2BYxB-dscrDUrlTRtKg6uKGEgmo1MqYA/s320/MandreBianche2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case del PR 261, identiche a quelle di Ficuzza
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghSZ-LDjGZjRARFt1CBj-A_dQ3SYG_l_Up_2pUaxzlSOoiLEXBQTyev75XMOAt2VAJAgLX809Gualgk875LpiW4uQJSY72r7nigZ5WQygPv704AjjAq44ouir13YXtJbE1SOoKm7svSnE/s1600/MandreBianche3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghSZ-LDjGZjRARFt1CBj-A_dQ3SYG_l_Up_2pUaxzlSOoiLEXBQTyev75XMOAt2VAJAgLX809Gualgk875LpiW4uQJSY72r7nigZ5WQygPv704AjjAq44ouir13YXtJbE1SOoKm7svSnE/s320/MandreBianche3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono sparse lungo le strade di accesso
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijw6Z9l7PaQZKW-F3hTe2N5DsV4vAjIIgYEGd3uihXVezymilBubXDRhQp7WipBL5Z_92aqLxII3Z4Z6aF2SLeDNhAvtwg7skWpt9YIbaUxNJhKxCnkzFT0PhjQvG-YPR9xxYflYWJZz4/s1600/MandreBianche1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijw6Z9l7PaQZKW-F3hTe2N5DsV4vAjIIgYEGd3uihXVezymilBubXDRhQp7WipBL5Z_92aqLxII3Z4Z6aF2SLeDNhAvtwg7skWpt9YIbaUxNJhKxCnkzFT0PhjQvG-YPR9xxYflYWJZz4/s320/MandreBianche1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre 19 di esse sono raggruppate a formare il villaggio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmkrnxMLoytieVsCfqvzpQiju4UU6Wxnk4VaVABb9mp7U_UD4HaNHKVVUrJ0BjhDHxtBxJ8i3JnAiLr7M7vnQn66qweo-aA6TKwYwoVQjZxrAhKrxo8gXXN9A3GQ4y9m1trB_cZWzscMo/s1600/MandreBiancheGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmkrnxMLoytieVsCfqvzpQiju4UU6Wxnk4VaVABb9mp7U_UD4HaNHKVVUrJ0BjhDHxtBxJ8i3JnAiLr7M7vnQn66qweo-aA6TKwYwoVQjZxrAhKrxo8gXXN9A3GQ4y9m1trB_cZWzscMo/s320/MandreBiancheGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il centro servizi di riferimento sarebbe stato Libertinia
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmPygDHtLRyPGStNpf0E2zVo5GpaFwiCc27V_9qsLqMZpA_pd6pDKldW1yJo1j1St9BnIXo-L58Kraxv5edxzIrggzUdzt1D3QdHcyZC8dkAn0Wnl7lOtbrCyP68a804RtOBvVulQY-9g/s1600/raggioMandreBianche.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmPygDHtLRyPGStNpf0E2zVo5GpaFwiCc27V_9qsLqMZpA_pd6pDKldW1yJo1j1St9BnIXo-L58Kraxv5edxzIrggzUdzt1D3QdHcyZC8dkAn0Wnl7lOtbrCyP68a804RtOBvVulQY-9g/s320/raggioMandreBianche.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
dal cui il villaggio dista 2700 metri in linea d’aria. Questo è visibile da più parti, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi37-la-settima-fase-dei.html">cimitero di Libertinia</a> compreso (o di ciò che ne resta, considerato che è stato praticamente demolito)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsxxrRdOjIXKz-dMo-kHmT-xI8sWx7mnTgHCC9_-0m1gS0Zyl_W6xv7HmaTkiVEy5k3lzPlMJ5Djui8uBazNwIQnfr7J-uNoY_CRbhGoYFpQP7ofE37MHZKypdvxDSDJF_2jESASacdfA/s1600/DaLibertinia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsxxrRdOjIXKz-dMo-kHmT-xI8sWx7mnTgHCC9_-0m1gS0Zyl_W6xv7HmaTkiVEy5k3lzPlMJ5Djui8uBazNwIQnfr7J-uNoY_CRbhGoYFpQP7ofE37MHZKypdvxDSDJF_2jESASacdfA/s320/DaLibertinia.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma vederlo è un conto, e raggiungerlo un altro
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrh59ETmVgLjcSyMsssMVWaFKcATwJxi2rjNxOuiyRnfJh__Q4xiW8ssGWQD5e1WVLVEHNf2uX_Ha3fogqB5b9KJ5IRRTRLTXaMMLaxcu9Jf2rpsonYCwvDi3UOeA7bBy6j-cBfr-isdo/s1600/MandreBianche6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrh59ETmVgLjcSyMsssMVWaFKcATwJxi2rjNxOuiyRnfJh__Q4xiW8ssGWQD5e1WVLVEHNf2uX_Ha3fogqB5b9KJ5IRRTRLTXaMMLaxcu9Jf2rpsonYCwvDi3UOeA7bBy6j-cBfr-isdo/s320/MandreBianche6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ed anche quando viene raggiunto, risulta attentamente “sorvegliato” per cui è impossibile accedere al villaggio senza venire almeno “accompagnati”.<br />
<br />
Nonostante l’ubicazione, pare infatti che esso, poco dopo la sua realizzazione, sia stato popolato. Attualmente le case sono in parte utilizzate, anche se non propriamente abitate, ed in discrete condizioni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJG9DWNfOtRhJXXUj-sxXu4fqTyVp0TzR6-xgE9T9LM7NLzo0ZpF2jaqHR3q8vVAMVR9pKE7MCIJaiLjt9HeAuVsVshOSvTbcn2jd13IieIQ4P-uJzDbCBAa2RUbtSi8HWpr35A5-MF6k/s1600/MandreBianche4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJG9DWNfOtRhJXXUj-sxXu4fqTyVp0TzR6-xgE9T9LM7NLzo0ZpF2jaqHR3q8vVAMVR9pKE7MCIJaiLjt9HeAuVsVshOSvTbcn2jd13IieIQ4P-uJzDbCBAa2RUbtSi8HWpr35A5-MF6k/s320/MandreBianche4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
solo una è stata demolita
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8glT0221A_Uix3RnqAA70_iHoN8rME_GE41Wrvp5roknqaggGZFwTnwrt3VPK04Z_e6wm5vyiSRN75k64yMEiygFC6c1XaSHWUIExoNBZur2diGPnur4Iq5L8nqZkljoC3NnyOETlS4M/s1600/MandreBianche5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8glT0221A_Uix3RnqAA70_iHoN8rME_GE41Wrvp5roknqaggGZFwTnwrt3VPK04Z_e6wm5vyiSRN75k64yMEiygFC6c1XaSHWUIExoNBZur2diGPnur4Iq5L8nqZkljoC3NnyOETlS4M/s320/MandreBianche5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Pare sia crollata in seguito ad una deflagrazione poiché al suo interno erano stati riposti degli esplosivi, evento che risalirebbe all’epoca in cui il villaggio era abitato.<br />
<br />
Non vi è abbeveratoio; è invece presente l'illuminazione stradale, nonostante la viabilità interna sia costituita da sentieri sterrati
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfRiTw5UNlBTjtL-hxcS6aEs2uSbhAtCbMp-2M85o4pdtBLsdbYmxrOYj8ozadscrmJl2gDJKgymJGSIhncN9CNfSJ6gERHppTcMIW18O44fYqwGoQVtntVRI1cfgnHfZUiu-GPUzcb6o/s1600/MandreBianche7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfRiTw5UNlBTjtL-hxcS6aEs2uSbhAtCbMp-2M85o4pdtBLsdbYmxrOYj8ozadscrmJl2gDJKgymJGSIhncN9CNfSJ6gERHppTcMIW18O44fYqwGoQVtntVRI1cfgnHfZUiu-GPUzcb6o/s320/MandreBianche7.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
c’è anche una cabina di trasformazione
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Ventrelli</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrt7zCjcBkomRlliYfftIki0uFbPf_FxCMcPG4Lk5rtQ0luyjZK5X_LCVRIrnp_9Dqw88nf_ktQvy3UYAy6XmQ66bnPKIGsw4NgPMdCM3cmQTtWqRDh6-NJJKnQzIgvLmY5ag5p-O79Lg/s1600/VentrelliIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrt7zCjcBkomRlliYfftIki0uFbPf_FxCMcPG4Lk5rtQ0luyjZK5X_LCVRIrnp_9Dqw88nf_ktQvy3UYAy6XmQ66bnPKIGsw4NgPMdCM3cmQTtWqRDh6-NJJKnQzIgvLmY5ag5p-O79Lg/s320/VentrelliIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ventrelli (anche questo chiamato “il villaggio” dagli abitanti del luogo), denominato “Case Cugno” nella cartografia IGM, si trova nei pressi della provinciale che da Raddusa conduce verso Borgo Lupo. La case del raggruppamento sarebbero state destinate agli assegnatari dei lotti compresi nei Piani di Ripartizione 27 e 27a. <br />
<br />
Ventrelli condivide diverse caratteristiche con Mandre Bianche. Oltre ad essere costituito dalla stessa tipologia di case
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc8toGc1LMVAKu4T0uX2FErHbOQblfWta_sYw72wRe7YbspI9f8McoW1tkkNOl3H0HzevBdNvHUKFLssaAEFgYMwdJKJm4VKZgEjMN0aBmPvIqk_aTYKU7eyBv_LgD2X81hVBmbKW8IAA/s1600/Ventrelli3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc8toGc1LMVAKu4T0uX2FErHbOQblfWta_sYw72wRe7YbspI9f8McoW1tkkNOl3H0HzevBdNvHUKFLssaAEFgYMwdJKJm4VKZgEjMN0aBmPvIqk_aTYKU7eyBv_LgD2X81hVBmbKW8IAA/s320/Ventrelli3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è anch’esso visibile con facilità
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmqUKmFZSvf_Wp-p4M-vM_njcO71nnb7ioCAUiu8hhhivZXjciFIxjvyL11lM3EEScuEqZBOYXMIP3RDv49Be6nAvGqwicwNvbtTrZKn0IUX1tV_OjxYwHHOifsjdWS9rSPaANRdVWx4U/s1600/Ventrelli1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmqUKmFZSvf_Wp-p4M-vM_njcO71nnb7ioCAUiu8hhhivZXjciFIxjvyL11lM3EEScuEqZBOYXMIP3RDv49Be6nAvGqwicwNvbtTrZKn0IUX1tV_OjxYwHHOifsjdWS9rSPaANRdVWx4U/s320/Ventrelli1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma raggiungibile con difficoltà maggiore di quanto non sia la sua individuazione dalla provinciale, con alcune case sparse sull’area del piano di ripartizione e lungo le strade di accesso
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoeCyyn5Ud2PVWetgULVsny6ch7AKykydPulZsvO_3qLSP33km1-YJ_1jI_dHFs9FXNT9vnnyMX7As9goL4V-FXYD7sJPLUnIU4nX939VHm5e2cSohfJY3FedHzTzEujmX8RzwL10gMTA/s1600/Ventrelli2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoeCyyn5Ud2PVWetgULVsny6ch7AKykydPulZsvO_3qLSP33km1-YJ_1jI_dHFs9FXNT9vnnyMX7As9goL4V-FXYD7sJPLUnIU4nX939VHm5e2cSohfJY3FedHzTzEujmX8RzwL10gMTA/s320/Ventrelli2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
prima di giungere al (piccolo) nucleo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_yUkrq0cxKb6XhliSlpqL738O_D1dX57eLdkNkvE5LnyLBT59_qSQcBNyETFOHwv6GPQVkJKVFYQbXPKYW6UTQwjJeU5OXD9J_uwnErAzQjr9VsEpYQkGB4XBLAfXGO8aemGJj0XnViA/s1600/Ventrelli4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_yUkrq0cxKb6XhliSlpqL738O_D1dX57eLdkNkvE5LnyLBT59_qSQcBNyETFOHwv6GPQVkJKVFYQbXPKYW6UTQwjJeU5OXD9J_uwnErAzQjr9VsEpYQkGB4XBLAfXGO8aemGJj0XnViA/s320/Ventrelli4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che ne raggruppa 13
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibF8rLXfj7OaARAhrNOcm-jlw3IGG-hRZ-oSvpszp3L-FIa51f3Ly1aRKk3iLDIFOuo1Zj4Wt2PTPOHns51_QxM85n0x-s7pLHeIA8mm0w1IQ4OX58vEajUbEj6i4dH6DSajYT3GlvF_o/s1600/VentrelliGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibF8rLXfj7OaARAhrNOcm-jlw3IGG-hRZ-oSvpszp3L-FIa51f3Ly1aRKk3iLDIFOuo1Zj4Wt2PTPOHns51_QxM85n0x-s7pLHeIA8mm0w1IQ4OX58vEajUbEj6i4dH6DSajYT3GlvF_o/s320/VentrelliGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ed anche le sue case sono parzialmente utilizzate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTOgVsvLhs739O-BxtuIYrGdFHGStomwk9sXi-EsGuulZqiUj9m5TUQEHPZ6CCoCTBGmtgm0TB7ONN-aC3f1nCg8cUvSzmgUjjEBln3SLJP89CQCfk0NkCpW99SVbXaa4nMv29pF1j-LY/s1600/Ventrelli5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTOgVsvLhs739O-BxtuIYrGdFHGStomwk9sXi-EsGuulZqiUj9m5TUQEHPZ6CCoCTBGmtgm0TB7ONN-aC3f1nCg8cUvSzmgUjjEBln3SLJP89CQCfk0NkCpW99SVbXaa4nMv29pF1j-LY/s320/Ventrelli5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come centro servizi era prevista la realizzazione, da parte del Consorzio, di un borgo “C”, la cui circonferenza determinata dal raggio di influenza avrebbe sfiorato quella di Borgo Lupo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxAu_jVAkSeul6XhISPKcUsBBt_20E6g0DElBMW4t4shm5y9e7RiBVIuUhmSZYEBiXlszX6pX0t4KEgmERQ8Y9QCphrK5dfNW3A2HIpoh2JfPpQGoT5V3lzqWFdzB7aNc5NW8gNtgw5cQ/s1600/raggioVentrelli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxAu_jVAkSeul6XhISPKcUsBBt_20E6g0DElBMW4t4shm5y9e7RiBVIuUhmSZYEBiXlszX6pX0t4KEgmERQ8Y9QCphrK5dfNW3A2HIpoh2JfPpQGoT5V3lzqWFdzB7aNc5NW8gNtgw5cQ/s320/raggioVentrelli.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’illuminazione stradale, presente, sembra di realizzazione più recente mentre un abbeveratoio si trova lungo la strada di accesso.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Ragusa
</span></div>
<br />
<div>
<span style="font-size: medium;">
<i><b>Borgo San Giacomo</b></i>
</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7-nSq3fC4EwLLi-fwmgl8P8wzBYNeO8u6uaP9YciWrf0X3ey9YYAMlePD6oEjTVspEbsjdujt5yG1nN4p2tsJy88RX3FXAZxuv6sOIR0wM3zWC1YYMw3-JqGmHmvvHN57Te0KMLQWk4w/s1600/SanGiacomoIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7-nSq3fC4EwLLi-fwmgl8P8wzBYNeO8u6uaP9YciWrf0X3ey9YYAMlePD6oEjTVspEbsjdujt5yG1nN4p2tsJy88RX3FXAZxuv6sOIR0wM3zWC1YYMw3-JqGmHmvvHN57Te0KMLQWk4w/s320/SanGiacomoIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ indicato come “Borgo san Giacomo” su Googleearth e le carte IGM, ma il nome della contrada sarebbe “Albaccara”, almeno a quanto si legge sull’indicazione posta all’imbocco della strada di accesso
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaboNatfVz0QbdXMw4b2QU9nOF4Ca2jMRen-5GnFQubXD63QpSvg981FA6WL0etfLMB4hKtLdKt__OdFmj_t6va9S7S4WEKlwRcrAuqKy8BEzJftJndPTZShtLDwwOWJK272yPvnVaQio/s1600/SanGiacomo1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaboNatfVz0QbdXMw4b2QU9nOF4Ca2jMRen-5GnFQubXD63QpSvg981FA6WL0etfLMB4hKtLdKt__OdFmj_t6va9S7S4WEKlwRcrAuqKy8BEzJftJndPTZShtLDwwOWJK272yPvnVaQio/s320/SanGiacomo1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Consta di 19 case rurali
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeKTNOd0vIkhHaRQFdb7X3kUtBvsk4VKA0dvZyV-TjbXx0IIWmhqrI3Uviw9BivsNql6pr5HxPLWWtDTOc9It8uiyyRnANZ5YQvrWesKICuo8W11v8WRRPE40ugFwYnDdSeUFpOFjbqZI/s1600/SanGiacomoGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeKTNOd0vIkhHaRQFdb7X3kUtBvsk4VKA0dvZyV-TjbXx0IIWmhqrI3Uviw9BivsNql6pr5HxPLWWtDTOc9It8uiyyRnANZ5YQvrWesKICuo8W11v8WRRPE40ugFwYnDdSeUFpOFjbqZI/s320/SanGiacomoGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
costruite a ridosso di una vecchia masseria
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAe3Bs5KxOJmkZcAKkE5edW55g1-fn-0CVyjog2DBL8EqnPUGZGyHX_rtdcpZagWfvyyJfi7616KRzwvgH_STWGDug6JtCGmUDeoEqCFtdVDs8o5m155DTVTMznlhnfYm6JFB0_i5gPrE/s1600/SanGiacomo2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAe3Bs5KxOJmkZcAKkE5edW55g1-fn-0CVyjog2DBL8EqnPUGZGyHX_rtdcpZagWfvyyJfi7616KRzwvgH_STWGDug6JtCGmUDeoEqCFtdVDs8o5m155DTVTMznlhnfYm6JFB0_i5gPrE/s320/SanGiacomo2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con un sistema interno di viabilità
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrFJKskG4RrBUpUFiFfj-cfLTwT5C6krdJSTYdxn-W8g5MMXpvul54VYk5wz_djZ4MGbAoLFauCIHi6kS8UTnarEV9s5bn5Sa6VEOTU2-i4fgL7xH_lsLI5S7oLh2CnoG35pf_KOzt5ck/s1600/SanGiacomo3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrFJKskG4RrBUpUFiFfj-cfLTwT5C6krdJSTYdxn-W8g5MMXpvul54VYk5wz_djZ4MGbAoLFauCIHi6kS8UTnarEV9s5bn5Sa6VEOTU2-i4fgL7xH_lsLI5S7oLh2CnoG35pf_KOzt5ck/s320/SanGiacomo3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Erano destinate agli assegnatari del PR 723, ma non era pianificato alcun borgo nelle vicinanze; il centro servizi più vicino sarebbe stato un borgo C distante 8 km in linea d’aria
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEgSnkqjHlESP0ZFD2_Wpe45skzNrYAW84nlwPld0Dghwh32tSr0AjRPh-0ICeJo4BpRWaQgW6A3znQOlf6lxnTXQZaD0PkYSvIh44wvmUSR0sZdAEUyjJXHtkG_-sz4Zd21hRaXKrK6M/s1600/raggioSanGiacomo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEgSnkqjHlESP0ZFD2_Wpe45skzNrYAW84nlwPld0Dghwh32tSr0AjRPh-0ICeJo4BpRWaQgW6A3znQOlf6lxnTXQZaD0PkYSvIh44wvmUSR0sZdAEUyjJXHtkG_-sz4Zd21hRaXKrK6M/s320/raggioSanGiacomo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case sono perlopiù in ottime condizioni, alcune ristrutturate
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR9FE8tw4U77xdoJ3sFVIXRVH47exyO_OVkZCbHNSSTsy-gEX3a_t2YpupZjXCjcasTVby_nJ2rn7CSAedt5tFGBzjihBfE-ZZGydESGt8G0JFZYck2DAkoGpSTXlxxbGG4wsnSVnXWwo/s1600/SanGiacomo4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR9FE8tw4U77xdoJ3sFVIXRVH47exyO_OVkZCbHNSSTsy-gEX3a_t2YpupZjXCjcasTVby_nJ2rn7CSAedt5tFGBzjihBfE-ZZGydESGt8G0JFZYck2DAkoGpSTXlxxbGG4wsnSVnXWwo/s320/SanGiacomo4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
quasi tutte in uso, in gran parte come residenza estiva. Esse sembrano essere basate su un progetto che non ha trovato applicazioni in altri villaggi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwLUmjyzgJVqnPhSmZLPbfFbAjGGgb1K9sGGa7YehL0EpN_piQsj7wBzfOghx6v9iELn-9M223bdlHYX602mmUeZVYT-hw9JPYtI-JjTNpPQ2zkNK16z3haF072funKmVtEFG837dZh0/s1600/SanGiacomo5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYwLUmjyzgJVqnPhSmZLPbfFbAjGGgb1K9sGGa7YehL0EpN_piQsj7wBzfOghx6v9iELn-9M223bdlHYX602mmUeZVYT-hw9JPYtI-JjTNpPQ2zkNK16z3haF072funKmVtEFG837dZh0/s320/SanGiacomo5.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Vi è un sistema di viabilità interna, non pavimentato, come la strada di accesso
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0VnE9Rh0tenFJK59pHbpVJq5Til5otSK7TcjFtHar8b8x4qAy3QNNRACmdLno7giiI9zuVvVnVxVy_tpQGVVkLgy29Zz9wPQc3EwgmbKVTyn0FV0LeW_Zu7j4xFT0P15or_BtN89YNn8/s1600/SanGiacomo6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0VnE9Rh0tenFJK59pHbpVJq5Til5otSK7TcjFtHar8b8x4qAy3QNNRACmdLno7giiI9zuVvVnVxVy_tpQGVVkLgy29Zz9wPQc3EwgmbKVTyn0FV0LeW_Zu7j4xFT0P15or_BtN89YNn8/s320/SanGiacomo6.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e privo di illuminazione. Non vi è abbeveratoio.<br />
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<br />
Sotto è riportata l’ubicazione dei villaggi descritti sopra. In verde i nuclei residenziali, in giallo le zone caratterizzate dalla presenza di case sparse, in rosso Cutò, non più esistente
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-x9kmzi49VlDp7aRtgZLKY0y5FVJ8fU8l_pZNPjkMzG4sClGyqrfzqXH_ODCk-vpZT843YEgvqG-P7PAJOQ_HzkwKw6O1WyDzJLJuqVkikAgijCixqfGEkVdqzN4viOhmPXoc3auJjqs/s1600/residenzialiGEmap.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-x9kmzi49VlDp7aRtgZLKY0y5FVJ8fU8l_pZNPjkMzG4sClGyqrfzqXH_ODCk-vpZT843YEgvqG-P7PAJOQ_HzkwKw6O1WyDzJLJuqVkikAgijCixqfGEkVdqzN4viOhmPXoc3auJjqs/s320/residenzialiGEmap.jpg" width="320" /></a></div>
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com24tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-81959961073664484592015-11-17T18:58:00.004+01:002022-02-22T06:32:09.507+01:00LA VIA DEI BORGHI.48: L'ultima fase dei borghi rurali siciliani. I BORGHI DEI CONSORZI<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Questo post è risultato, alla fine, molto più lungo del previsto. Probabilmente perché sono state inserite troppe informazioni banali, alcune poco attinenti, che hanno contribuito ad incrementarne le dimensioni. E, se così è, inevitabilmente anche la tediosità. Se lo ho mantenuto, è solo perché vi è un legame, tra ogni sezione e la successiva, che mi riuscirebbe difficile mantenere una volta suddiviso in più parti separate. Se qualche Lettore volesse postare commenti o consigli al riguardo, saranno ambedue ben accetti. </i>
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il concetto di borgo rurale di servizio, in Sicilia, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/02/la-via-dei-borghi32-la-fase-parallela.html">come abbiamo visto</a> nasce con l’Istituto VEIIII per la bonifica della Sicilia. E’ quindi un concetto “pre-colonizzazione”, che si sviluppa in un periodo in cui la gestione dei rapporti tra agricoltori e proprietari era affidata a questi ultimi, anche quando essi si fossero consorziati. La attuazione di opere di bonifica e di miglioramento fondiario, compresa la realizzazione di servizi, avrebbe dovuto essere quindi sostanzialmente privata, con l’assistenza dell’Istituto VEIII, la cui creazione, nel 1925, aveva appunto avuto questo scopo. La normativa che riguardava i consorzi, normativa che in pratica resta in vigore a tutt’oggi, venne invece riformata otto anni più tardi, con il Titolo V del R.D. nr 215. Sebbene con il supporto dell’Istituto VEIII siano state portate a termine opere di bonifica, nonché di miglioramento fondiario, così non fu per le strutture di servizio. L’Istituto iniziò tardivamente un’attività in questa direzione (il volume “<i>Centri Rurali</i>” è del 1937), poco prima della sua trasformazione in ECLS. L’unica attività “pubblica” dell’Istituto era quella che avveniva nella Valle del Tumarrano, ma anche in quella zona, nonostante una pianificazione in tal senso, nessuna edificazione di borghi rurali fu eseguita dall’Istituto. Nell’ambito delle progettazioni dell’Istituto per i Consorzi, gli unici casi in cui si sia tentata una realizzazione pratica dei progetti sembrano essere stati quella del Consorzio Delia-Nivolelli, con il centro rurale grande in contrada Antalbo, e l’altra del Consorzio di Caltagirone, con un altro centro rurale in località Mongialino.<br />
<br />
Come si è visto, il primo centro non andò oltre la realizzazione di un <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/02/la-via-dei-borghi32-la-fase-parallela.html">abbozzo della Casa Sanitaria</a>, mentre il secondo, dopo un primo cambiamento di sede, fu preso in carico dall’ECLS ed alla fine divenne <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/07/la-via-dei-borghi18-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Lupo</a>.
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<span style="font-size: large;">
Il consorzio Delia-Nivolelli
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<div style="text-align: justify;">
Come abbiamo già visto <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/02/la-via-dei-borghi32-la-fase-parallela.html" target="_blank">qui</a>, nella seconda metà degli anni Trenta dello scorso secolo, il Consorzio di Bonifica Delia-Nivolelli diede inizio alla realizzazione di ciò che l'Istituto Vittorio Emanuele III per la bonifica della Sicilia definiva "centro rurale di tipo grande", in contrada Antalbo
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjld4OX1XspwMhZeCnYOcidQNjkd48hvr1kG741P40-mEXVBVQ60sSzQQykd9xThCTiU6MuV-rla3g5QjhvObc1dj5BeBhBrViti0s6_29fAk_4St2oQEaRqVD1nTJULp373ig6rbd7V9k/s1600/CentroRurale.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjld4OX1XspwMhZeCnYOcidQNjkd48hvr1kG741P40-mEXVBVQ60sSzQQykd9xThCTiU6MuV-rla3g5QjhvObc1dj5BeBhBrViti0s6_29fAk_4St2oQEaRqVD1nTJULp373ig6rbd7V9k/s320/CentroRurale.jpg" width="286" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Da quanto esposto nella pubblicazione "Centri Rurali", curata dallo stesso Istituto, può evincersi come il <i>centro</i> rurale avrebbe sostituito, nei piani del Consorzio, ciò che in origine sarebbe stato un <i>villaggio</i> rurale; questo probabilmente in seguito alle malcelate pressioni esercitate dall'Istituto, per il quale la costruzione di un "villaggio" era un concetto che si poneva agli antipodi della concezione che l'Istituto aveva riguardo alle modalità con le quali la bonifica integrale avrebbe dovuto attuarsi. Come si è potuto verificare, infatti il concetto, messo in pratica dall'ECLS, di "centro rurale" a servizio dei contadini sparsi sul territorio precede l'istituzione dell'ECLS stesso ed affonda le sue radici nelle attività di pianificazione dell'Istituto in generale e, apparentemente, nella persona di Guido Mangano in particolare.
<br />
<br />
Originariamente, i "villaggi rurali" sarebbero stati due; ma fu lo stesso Consorzio a stralciarne uno, modificando, per motivi economici, la pianificazione e prevedendo solo la costruzione di un singolo villaggio in contrada Antalbo. Successivamente l'Istituto convinse il consorzio a riampiazzare con un centro rurale di tipo grande il villaggio in questione, ed eventualmente considerare la realizzazione di un centro di tipo minimo in luogo del secondo villaggio.
<br />
<br />
Il Consorzio cominciò, in effetti, l'edificazione del centro rurale, realizzando la strada d'accesso
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUmo4AvZysZK1fY0hDhofj4yvJo36XytFAD1eP09ZE6axGWqVAEjksUKCh6RQt9do0vgmRbpzaG8j6jMEtVxt0ULK1-KMSw3UwcTfAH4pdW3Mh6DlksWJl94r8CS7EcGFUVQtprTow10o/s1600/AccessoAntalbo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUmo4AvZysZK1fY0hDhofj4yvJo36XytFAD1eP09ZE6axGWqVAEjksUKCh6RQt9do0vgmRbpzaG8j6jMEtVxt0ULK1-KMSw3UwcTfAH4pdW3Mh6DlksWJl94r8CS7EcGFUVQtprTow10o/s320/AccessoAntalbo.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
il laboratorio larvicidi
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFL60P2oSx4NkdhgHVgZDbOnhjrLFSD-25sb8VKwJVegTr5FniFy2MOrpWBQNRMzpvRLJzdWUml6TNwSvr7Nc3pPpkj-uQgyx9SM5-nAttm_k8a14PdCRpbAb-dvDqosWwJz-sWYQK-h4/s1600/LarvicidiAntalbo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFL60P2oSx4NkdhgHVgZDbOnhjrLFSD-25sb8VKwJVegTr5FniFy2MOrpWBQNRMzpvRLJzdWUml6TNwSvr7Nc3pPpkj-uQgyx9SM5-nAttm_k8a14PdCRpbAb-dvDqosWwJz-sWYQK-h4/s320/LarvicidiAntalbo.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
e dando inizio alla costruzione della stazione sanitaria
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmgF35eiIvDzezlR3-eqyNkhxBQSk0O_1eXYC47OZKZ0p96_L-33TVIu9ZwvtkuCIgvpA3Mxq1ZDADibjJO8IMvqEw8I62_isvfXTWKU3zcZtrlwbblA0UfapjBS7X04fF-QV9DutkSTs/s1600/StazioneSanitaria3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmgF35eiIvDzezlR3-eqyNkhxBQSk0O_1eXYC47OZKZ0p96_L-33TVIu9ZwvtkuCIgvpA3Mxq1ZDADibjJO8IMvqEw8I62_isvfXTWKU3zcZtrlwbblA0UfapjBS7X04fF-QV9DutkSTs/s320/StazioneSanitaria3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
di cui questa è verosimilmente l'unica parte edificata
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPVQ4ISMl9QSia4do8N8cS8UqbBMUdqjPmNvQQq5O7I3Uba_48R1gKYNN4zAb74wlM9YKBLl2wN_OFsSQefJR3j_-SoUTEMFOZL-KA2hsFoba2HXMGBCxUstDwpKfvMGEfhudEkC-p2hI/s1600/SanitariaAntalbo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPVQ4ISMl9QSia4do8N8cS8UqbBMUdqjPmNvQQq5O7I3Uba_48R1gKYNN4zAb74wlM9YKBLl2wN_OFsSQefJR3j_-SoUTEMFOZL-KA2hsFoba2HXMGBCxUstDwpKfvMGEfhudEkC-p2hI/s320/SanitariaAntalbo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e poi notevolmente rimaneggiata e, con ogni probabilità, dell'annesso lavatoio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBTV51SKNGOg7zhzeK0xUCGLIet7Q7TWUdk8_WiN5SFW78SR2DqY1h876sH94QXFYLMbMEv1jCqG8TzL2qkKvSof4BNbKtgWaF_Zh7wP1ld-TYCbBEtqs5zDYqGnLuC0TUrHw1pFUIXnI/s1600/lavatoio1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBTV51SKNGOg7zhzeK0xUCGLIet7Q7TWUdk8_WiN5SFW78SR2DqY1h876sH94QXFYLMbMEv1jCqG8TzL2qkKvSof4BNbKtgWaF_Zh7wP1ld-TYCbBEtqs5zDYqGnLuC0TUrHw1pFUIXnI/s320/lavatoio1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mi ero chiesto cosa, effettivamente, fosse stato costruito della Stazione Sanitaria. Una sovrapposizione dell'immagine di Google Earth e della planimetria dell'edificio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5o3teh6fHs-tcKlEEXPrjp1DUFu2cvubdbgZg1X28NW4dOtlP8YHahR9XQ_Bf7HhLqsKHwn96gqOQ5-N-yvwfG9jNbNAa-AxO8mpoWg7ln2qJO_fquGn9cEHcAqhjctUQjKFyzX2diSI/s1600/sovrapposizione.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5o3teh6fHs-tcKlEEXPrjp1DUFu2cvubdbgZg1X28NW4dOtlP8YHahR9XQ_Bf7HhLqsKHwn96gqOQ5-N-yvwfG9jNbNAa-AxO8mpoWg7ln2qJO_fquGn9cEHcAqhjctUQjKFyzX2diSI/s320/sovrapposizione.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ottenuta facendo coincidere le misure ricavate da GoogleEarth e dal regolo accluso planimetria
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6TemutVt5kPx3m1W_wgnIExkz5-mOdK7X7zypYYQG8qboMqyAdnoyZF_e35ZrJMAi_D7o93zP9VG6BD6Junk_X9XLySvvLPfpVPbZZMmQugtTViMOs3-tK8fJx6dZDTLmcYBzeUnIfzA/s1600/misure.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6TemutVt5kPx3m1W_wgnIExkz5-mOdK7X7zypYYQG8qboMqyAdnoyZF_e35ZrJMAi_D7o93zP9VG6BD6Junk_X9XLySvvLPfpVPbZZMmQugtTViMOs3-tK8fJx6dZDTLmcYBzeUnIfzA/s320/misure.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
mostra che probabilmente la muratura fuori terra, all'atto della sospensione dei lavori, era limitata all'area celeste in figura
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOGEzYBAN6G84DDvvjOraXFgtOW59DG_8CWuJoWxLbzEcKUFpL-62bWF9hsTeOgNwSc_ikoDjUh5eYi_ZsESPZro3j5OL81Z7ZcZipbt7ci231gumYl80Vg43C62GHXaRAUs8yycdYi8E/s1600/realizzazione.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOGEzYBAN6G84DDvvjOraXFgtOW59DG_8CWuJoWxLbzEcKUFpL-62bWF9hsTeOgNwSc_ikoDjUh5eYi_ZsESPZro3j5OL81Z7ZcZipbt7ci231gumYl80Vg43C62GHXaRAUs8yycdYi8E/s320/realizzazione.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Questo è ciò che oggi rimane di ciò che venne realizzato
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIrVxEhvNYacAp75VPnGbxPFg0yk_emrV6-LoJ6VH_NQmR_Y7F9TOcHzCwvXTnht3dd55FamxmUN5B7o-EZXvL041IqhaxZ1R3oXuhZkgpq6Yfevo4cCnBP6YaGVtFItbRDeYLpm1-5_o/s1600/AntalboNow.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIrVxEhvNYacAp75VPnGbxPFg0yk_emrV6-LoJ6VH_NQmR_Y7F9TOcHzCwvXTnht3dd55FamxmUN5B7o-EZXvL041IqhaxZ1R3oXuhZkgpq6Yfevo4cCnBP6YaGVtFItbRDeYLpm1-5_o/s320/AntalboNow.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Abbastanza curiosamente, era previsto che il centro venisse fornito di energia elettrica dalla cabina primaria di Campobello di Mazara, in quanto era in progetto un elettrodotto che avrebbe connesso Campobello di Mazara a Mazara del Vallo. Una stazione di trasformazione AT/MT è in effetti attualmente presente a 500 metri dall'area nella quale il centro sarebbe sorto; ma fu realizzata con una quarantina d'anni di ritardo.
<br />
<br />
Non è possibile stabilire quali furono le cause della sospensione dei lavori; da come si evolse la vicenda, è logico supporre che alla base potessero esservi problemi di carattere economico. Ciò che appare meno probabile è una sorta di disinteresse riguardo alla realizzazione delle opere previste nel piano di bonifica. Il consorzio infatti fu relativamente attivo al riguardo, effettuando la bonifica della palude Nivolelli, l'inalveazione del Delia e di suoi affluenti e costruendo 22km di strade.
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<br />
E forse è proprio in relazione a queste ultime che venne realizzato, in contrada Bagliazzo, l'edificio mostrato nel post su <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/02/la-via-dei-borghi32-la-fase-parallela.html">Poggio Benito</a>
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG3o8SCSo8t4gOt1kRwR3evmj5Ynq6wbFus_XEM2_xFdTNimAAaRdAdZDIxA35cLi6YnwVzM_mpeJrf1E_21W5wUDC7FuQxCZ2PueIXZbScQsTr5cBywY77OoQcOGQN3mQQqflmAObmFo/s1600/Nivolelli1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG3o8SCSo8t4gOt1kRwR3evmj5Ynq6wbFus_XEM2_xFdTNimAAaRdAdZDIxA35cLi6YnwVzM_mpeJrf1E_21W5wUDC7FuQxCZ2PueIXZbScQsTr5cBywY77OoQcOGQN3mQQqflmAObmFo/s320/Nivolelli1.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
la cui funzione originale, e temporanea, era probabilmente quella di casa cantoniera, da trasformare poi in qualcos'altro.
<br />
<br />
Non ne conosco la planimetria, ma dalla pianta (intuibile dalle immagini aeree/satellitari) e dalla configurazione
generale esso sembra in qualche modo concettualmente ispirato alla casa cantoniera del centro rurale del tipo grande
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXwpDJ1uUO-_b1K_j0J0AUJ4XtHIMfXPNO4i4sbENQxopPHeyObZGBKFT5Hu2ap6IajEC-wG8DlJPHUPOUNb1wNKnCdnKbUs8MXGtwtwc-glCK36kaTAOtlg_NhdWi9Y_iQSoZxLRz7z8/s1600/CasaCantoniera.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXwpDJ1uUO-_b1K_j0J0AUJ4XtHIMfXPNO4i4sbENQxopPHeyObZGBKFT5Hu2ap6IajEC-wG8DlJPHUPOUNb1wNKnCdnKbUs8MXGtwtwc-glCK36kaTAOtlg_NhdWi9Y_iQSoZxLRz7z8/s320/CasaCantoniera.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sebbene il progetto sia palesemente diverso. Non saprei dire chi lo abbia redatto; sta di fatto che l'edificio risulta identico a quello costruito a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2013/02/la-via-dei-borghi8la-quarta-fase-dei.html">Domingo</a> dal Consorzio del Birgi, ed utilizzato come stazione dei Carabinieri
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizjQUqX49lzpDFeUMwroJoKrAJpetKc_yb9bPKkA9GaEDHowxppxKs8BMlLcoZd6WIvHzmWCvie0-bwK_NiGA3Ndq1tvYfNDcm-S9E8s3pBbGIOZqu1p0tMyt96jGNqiJLTAqFEhj374U/s1600/Domingo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizjQUqX49lzpDFeUMwroJoKrAJpetKc_yb9bPKkA9GaEDHowxppxKs8BMlLcoZd6WIvHzmWCvie0-bwK_NiGA3Ndq1tvYfNDcm-S9E8s3pBbGIOZqu1p0tMyt96jGNqiJLTAqFEhj374U/s320/Domingo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quest'ultimo, come specificato nel <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2013/02/la-via-dei-borghi8la-quarta-fase-dei.html" target="_blank">relativo post</a>, risale sicuramente al ventennio fascista, e precisamente al periodo compreso tra il 1937 ed il 1941.
<br />
<br />
Che la costruzione debba essere avvenuta in tale arco di tempo può essere desunto dal fatto che la sua presenza non è segnalata nelle carte topografiche della I serie AMS, utilizzate dall'esercito americano durante l'occupazione della Sicilia, mentre è rilevabile in una "versione provvisoria" della carta IGM del 1949. La prima è basata su rilievi del 1937, mentre la seconda su rilievi del 1941, ambedue condotti dall'IGM.
<br />
<br />
L'edificio di Domingo, quindi oltre a condividere con quello di Delia-Nivolelli il progetto, ne condivide anche il periodo di realizzazione, in quanto la costruzione del fabbricato in contrada Bagliazzo è databile con una certa precisione tra il 1937 ed il 1938.
<br />
<br />
Su uno dei pilastri che delimitano l'accesso all'area (attualmente chiusa da una sorta di cancello ed in uso a privati) è infatti visibile l'iscrizione "A XV EF"
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUxape8shTEIEoqaueuzYsuxf0sHa91E5w_3gNi6H4i1Toc4e5NveKdX-g7mkDN95OP7QhUYE4MxrdPgqJu9GhBh7nkMenPF0aGJyTji8yUqlZlEFYBeBbXEq59GpkYVrW9R-nxTltk_E/s1600/AXVEF.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUxape8shTEIEoqaueuzYsuxf0sHa91E5w_3gNi6H4i1Toc4e5NveKdX-g7mkDN95OP7QhUYE4MxrdPgqJu9GhBh7nkMenPF0aGJyTji8yUqlZlEFYBeBbXEq59GpkYVrW9R-nxTltk_E/s320/AXVEF.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L'anno XV dell'era fascista sarebbe compreso tra il 29 ottobre 1936 ed il 28 ottobre 1937. Le carte AMS I serie, basate su rilievi del 1937, non riportano la presenza dell'edificio; pertanto è verosimile che la sua costruzione sia iniziata in data successiva a quella dei rilievi, e cioè nella seconda metà del 1937. La seconda serie delle carte AMS, aggiornata al 1943, mostra invece l'esistenza della costruzione, come era logico aspettarsi.
<br />
<br />
Sebbene il progetto sia stato in qualche modo, "passato" al Consorzio di Bonifica del Birgi (ciò avveniva quando la fusione dei due consorzi era ancora lontana), è verosimile che esso sia stato originariamente redatto proprio dal Consorzio Delia-Nivolelli, poichè esso è stato utilizzato dallo stesso Consorzio in altre occasioni. Esisitono infatti nel comprensorio del Delia-Nivolelli almeno due altre costruzioni basate sullo stesso progetto. Una di esse condivide l'identica pianta con il fabbricato di Domingo e quello di contrada Bagliazzo; una variazione di progetto sta invece alla base della seconda, con l'evidente ampliamento in corrispondenza del retroprospetto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSMKHMW64joOdl5eYrMdXjIDFO4XdQr6HyFQIop_S9_O0mMdiT1NR1lXEcYkmDq9do5UvvPUSRAyZ3Arf8gm1RBI4UkRQQQSui3J-wjgXPO78g7DlAUsErIguTYZMOY54kbDNe4RPfDMM/s1600/comp.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSMKHMW64joOdl5eYrMdXjIDFO4XdQr6HyFQIop_S9_O0mMdiT1NR1lXEcYkmDq9do5UvvPUSRAyZ3Arf8gm1RBI4UkRQQQSui3J-wjgXPO78g7DlAUsErIguTYZMOY54kbDNe4RPfDMM/s320/comp.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non sono stato in grado di determinare quale sia l'epoca di realizzazione dei due fabbricati, poichè non sono in possesso, delle carte AMS II serie che riproducono la zona. E' possibile che la costruzione di essi sia posteriore di una ventina d'anni a quella dell'edificio in contrada Bagliazzo . Il fabbricato in contrada "tre Cupole"
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOLg7P-fL0RmTJIvfZbXt5dwLNZHI0q0cR7D9fIpROWUrj_sKZ6_xCy6lN8h1979Hy2e9ZlXozo3YnrVEe1IRXkMSojysWWHHvcLcDimqZDfixESxggeHrwY0xa-b4q2Ym3vTRucZ09n8/s1600/TreCupole1a.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOLg7P-fL0RmTJIvfZbXt5dwLNZHI0q0cR7D9fIpROWUrj_sKZ6_xCy6lN8h1979Hy2e9ZlXozo3YnrVEe1IRXkMSojysWWHHvcLcDimqZDfixESxggeHrwY0xa-b4q2Ym3vTRucZ09n8/s320/TreCupole1a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
che condivide la pianta con Bagliazzo e Domingo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRVTAQowCQfMcHNUnfbDtiCwtkP2YenAdcqNlToAA3agCuNSSt2PmqbfUcKmPGwLyuBRP9S9BhPwm22y-O7Mku_OgJpuEWmhcX-FqlJw3NOEyHQarDb_gW96NyTlZwrM9SWURA1t-2swQ/s1600/TreCupole2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRVTAQowCQfMcHNUnfbDtiCwtkP2YenAdcqNlToAA3agCuNSSt2PmqbfUcKmPGwLyuBRP9S9BhPwm22y-O7Mku_OgJpuEWmhcX-FqlJw3NOEyHQarDb_gW96NyTlZwrM9SWURA1t-2swQ/s320/TreCupole2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
infatti, non è individuabile sulla corografia di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html" target="_blank">borgo Runza</a>; non so a quando risalga la carta IGM utilizzata per Runza, ma non si rileva né la presenza dell'edificio e neanche quella della SP 40.
<br />
<br />
L'altro edificio, la cui pianta risulta lievemente diversa, sorge lungo la SP 42, in contrada Pilieri
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE3maunzW2lB6TILr8RB5imppqCALuOEzKW4DwZecDN3AfUHAY5m1pWHgNYtZmMvjPmymu_rN3Ie8L2CPUOikv6yP23jLJ4xR6KA3PMBn5CCK__GR4qzV642Bki_XX-S6ZpGPxI7NkzuQ/s1600/Pilieri1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE3maunzW2lB6TILr8RB5imppqCALuOEzKW4DwZecDN3AfUHAY5m1pWHgNYtZmMvjPmymu_rN3Ie8L2CPUOikv6yP23jLJ4xR6KA3PMBn5CCK__GR4qzV642Bki_XX-S6ZpGPxI7NkzuQ/s320/Pilieri1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sul ciglio della strada, proprio in corrispondenza del fabbricato, si trova un cippo sul quale si puà leggere come la strada, definita "di bonifica", sia stata realizzata nel 1958 con i fondi della Cassa per il Mezzogiorno
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji-r1YQLLEMEeGaMxhBU1QEUhKKSW5dPrxCaO95HEzKdE9bz90lwf-uOyaPrKwKlNAyqc5y-kvf51BRtX8bh0POI0ulh9c0EePy8zP2xBVM1T85QZytTFqvtL-raG4fZQ_vAANHZ-oJgg/s1600/Pilieri2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji-r1YQLLEMEeGaMxhBU1QEUhKKSW5dPrxCaO95HEzKdE9bz90lwf-uOyaPrKwKlNAyqc5y-kvf51BRtX8bh0POI0ulh9c0EePy8zP2xBVM1T85QZytTFqvtL-raG4fZQ_vAANHZ-oJgg/s320/Pilieri2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ciò costituirebbe un'ulteriore conferma dell'ipotesi che tali edifici nascessero come case cantoniere, da riutilizzare poi per altri scopi, e conseguentemente collocherebbe più avanti nel tempo (appunto, seconda metà degli anni Cinquanta) la costruzione degli edifici.
<br />
<br />
Anche quello di Domingo sarebbe nato per lo stesso motivo (costruzione della SP44), e poi riutilizzato come caserma; come abbiamo visto qui (case cantoniere), in base alla legge 3134 del 1928, le "strade provinciali" e le "strade di bonifica" potevano essere considerate delle entità del tutto equivalenti.
<br />
<br />
E' pertanto plausibile che l'edificio del 1937 sia stato edificato nell'ambito della costruzione di quella che oggi è la SP 25, mentre gli altri due, rispettivamente, durante la realizzazione della SP 40 e della SP (o strada di bonifica) 42, per avere una successiva, diversa, destinazione d'uso; la costruzione in contrada "tre Cupole" riporta ancora un numero civico
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJLQz3JkcNXOXs6lnkUnWLPGxxGUKbj32Ajfc37rbYCIRkCyhAi4KZLDbdg5aKkeWe3jdtCyNXS9a3gzUthj9VbjBXWbOK79paicon2iE3hvHIfHPasaBOvpoTz-QuLOwgwY5wyf6hY_Q/s1600/TreCupole3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJLQz3JkcNXOXs6lnkUnWLPGxxGUKbj32Ajfc37rbYCIRkCyhAi4KZLDbdg5aKkeWe3jdtCyNXS9a3gzUthj9VbjBXWbOK79paicon2iE3hvHIfHPasaBOvpoTz-QuLOwgwY5wyf6hY_Q/s320/TreCupole3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se così fosse, il principio, per certi versi non sarebbe troppo dissimile da quello che aveva ispirato la realizzazione delle case cantoniere nella provincia di Palermo; con la differenza che, mentre lì l'onere della realizzazione aveva gravato sulla Provincia, qui se ne fece carico il Consorzio. Ma sopratttutto, mentre allora venivano edificati interi, minuscoli villaggi (centro servizi e case); qui vennero costruiti soltanto singoli edifici; è possibile inserire nel novero dei borghi dei singoli edifici? Certo non meno di quanto possano essere considerati "borghi" le scuole di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Capparrini e Binuara</a>, o quella mai realizzata di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Coti</a>; probabilmente non è un caso il fatto che i due edifici costruiti nel corso della realizzazione delle strade di bonifica sorgano nelle stesse aree nelle quali la mappa del 1956 avrebbe previsto due borghi, uno di tipo "A" e l'altro di tipo "B", da realizzarsi da parte del Consorzio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXAeQEE51QU1XgYBeTskxh8S087zkMkUyKdvPH7jBRP7FoC8SdrNvAnhHHBjPUxziQi19P6v27Cxz8d9QEYlH9xo5TDT4qu5H3SSSNAHfmVVhVZeIZ9Jx-kKxUPV2SZPa03uFRMrWbH-Y/s1600/map.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXAeQEE51QU1XgYBeTskxh8S087zkMkUyKdvPH7jBRP7FoC8SdrNvAnhHHBjPUxziQi19P6v27Cxz8d9QEYlH9xo5TDT4qu5H3SSSNAHfmVVhVZeIZ9Jx-kKxUPV2SZPa03uFRMrWbH-Y/s320/map.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ufficialmente, comunque, non andrebbero ritenuti tali, considerato che della loro esistenza non risulta alcuna traccia all'Associazione Siciliana dei Consorzi ed Enti di Bonifica e di Miglioramento Fondiario.
<br />
<br />
Purtroppo, pare non sia rimasto un vero e proprio "archivio" relativo ai borghi rurali all'ASCEBEM; esistono vaghe tracce dell'esistenza di alcuni di essi, e tra questi pare non vi sia nulla che riguardi il Consorzio Delia-Nivolelli, Ci sarebbe invece qualcosa che riguarda il Consorzio della Piana del Gela. Ma cosa?
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">
Passarello?
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le testuali parole dell'allora direttrice dell'ASCEBEM furono, al riguardo:<br />
<br />
"<i>Sappiamo che anche il Consorzio Piana del Gela ne ha realizzati ma non ne abbiamo documentazione d'ufficio.</i>"
<br />
<br />
Ora, Lettore, il comprensorio del Consorzio di Bonifica della Piana del Gela era vasto quasi 135000 ettari; ciò voleva dire in pratica che io non avevo idea né di cosa cercare, né dove cercarlo, né quanti di questi "cosa" avrei dovuto cercare. Un'impresa improba.
<br />
<br />
Ho comunque "cercato di cercare" ugualmente; l'unica cosa che ho trovato è stato Passarello.
<br />
<br />
Non, evidentemente, il borgo di cui si parla <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">qui</a>, quello progettato nel 1953 dall'ing. Lo Cascio, e che sappiamo benissimo non essere mai stato realizzato; tra i toponimi IGM esiste un altro "Passarello", qui:
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbly9u4hw1xSgivHUHNZa7CE5_YO60JpRk597SU8mXWXVJOMUI6T0lrf1oF_4PH5XM0u4VXRJown9-IgWA-E463_Q70DafDLLuDnS2XjpKRP_LL1lZWqy41-qFRHbco4NrT5p93vS5Iog/s1600/PassarelloIGM.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="135" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbly9u4hw1xSgivHUHNZa7CE5_YO60JpRk597SU8mXWXVJOMUI6T0lrf1oF_4PH5XM0u4VXRJown9-IgWA-E463_Q70DafDLLuDnS2XjpKRP_LL1lZWqy41-qFRHbco4NrT5p93vS5Iog/s320/PassarelloIGM.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
tre edifici da una lato e due dall'altro tra i quali vi sono cinque costruzioni più piccole; ed una palazzina dal lato opposto della strada.
<br />
<br />
Se dovessi cercare su GoogleEarth le immagini satellitari della zona, Lettore, rimarresti deluso: nulla di tutto ciò e visibile
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirDuLFTfnGOkVv7kbSHv6548YfCzlgm7V1buqWWRBxKaMKXyANfFnXZt99_mfPvI__B29-oO49S1CHLzdDB6RTvNZYpvQ3L2DNFz-i818hc7Q3Ijn4nFvhr6VobOiCtqfDAV1RHqOL2pQ/s1600/PassarelloGE2014.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirDuLFTfnGOkVv7kbSHv6548YfCzlgm7V1buqWWRBxKaMKXyANfFnXZt99_mfPvI__B29-oO49S1CHLzdDB6RTvNZYpvQ3L2DNFz-i818hc7Q3Ijn4nFvhr6VobOiCtqfDAV1RHqOL2pQ/s320/PassarelloGE2014.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma più correttamente si dovrebbe dire che nulla di tutto ciò è <b><i>più'</i></b> visibile. Se infatti osservi le immagini anteriori al 2010, la palazzina ricompare
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj75Xijtw32PwQmKjQ5HTa3rP-Cm090N4QsrztnRBApqB9uBkYOsx-TNdn2iWGMoj3zb-gMreCpj8tNO875e466gwxcWFhduxQ13n9Y9FtOdrr8irv20gua38wTXF34ylA6I2tMWyWUvHA/s1600/PassarelloGE2007.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj75Xijtw32PwQmKjQ5HTa3rP-Cm090N4QsrztnRBApqB9uBkYOsx-TNdn2iWGMoj3zb-gMreCpj8tNO875e466gwxcWFhduxQ13n9Y9FtOdrr8irv20gua38wTXF34ylA6I2tMWyWUvHA/s320/PassarelloGE2007.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma per veder ricomparire altre costruzioni devi tornare indietro di venticinque anni
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8r5UURX8tkPtGLEYqT0qrMSqivXs8NiYaI1NjxAB9-FK5IcRrp-pwiByhD0IFmbsx7aC8o2h75gLcBRSGO5VCYuSyMfPXdlHkSbAtQi8HwPrwL4u_xOfrtPoqNJqkHUpGYIKf39nRFl0/s1600/Passarello89.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8r5UURX8tkPtGLEYqT0qrMSqivXs8NiYaI1NjxAB9-FK5IcRrp-pwiByhD0IFmbsx7aC8o2h75gLcBRSGO5VCYuSyMfPXdlHkSbAtQi8HwPrwL4u_xOfrtPoqNJqkHUpGYIKf39nRFl0/s320/Passarello89.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed anche in quelle non tutti gli edifici sono presenti; alcuni sono già stati demoliti. Purtroppo non ho immagini relative al sito completo. Però, le StreetView di GoogleEarth risalenti al 2009 possono mostrarci almeno la palazzina
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEickbYM0A7MRslnqCQxiabddcC8ytG3_RsgUDy3ZOu8pwLpD9fpbD4iXqbSxFHnlttkqkU20cBxm8L3hd-SMZTPREtYgW3XHx10oVgfNx8no1ivtwFv0kf6i399XP2lhiGQ0GdkVn5026Y/s1600/passarello1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEickbYM0A7MRslnqCQxiabddcC8ytG3_RsgUDy3ZOu8pwLpD9fpbD4iXqbSxFHnlttkqkU20cBxm8L3hd-SMZTPREtYgW3XHx10oVgfNx8no1ivtwFv0kf6i399XP2lhiGQ0GdkVn5026Y/s320/passarello1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
tre elevazioni, verosimilmente sei piccoli alloggi. Dallo stato generale sembrerebbe non sia mai stata abitata
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYeS-KGpeky-a9Tzbm2Nn5Cflaloy9DvDiavoAYjTvjXdnlga63aDOULs5s15aJAd0ZekFEZvg7SSDZRSawLkZVyPvq2qf4hrROmk3KAFCTEhHvI0ioLKp_yh4mv3SQGT57h8vAq3zc5c/s1600/passarello2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYeS-KGpeky-a9Tzbm2Nn5Cflaloy9DvDiavoAYjTvjXdnlga63aDOULs5s15aJAd0ZekFEZvg7SSDZRSawLkZVyPvq2qf4hrROmk3KAFCTEhHvI0ioLKp_yh4mv3SQGT57h8vAq3zc5c/s320/passarello2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
probabilmente gli altri edifici si trovavano in uno stato analogo. Ostacolavano l'agricoltura, togliendole spazio, anzichè favorirla; meglio un vigneto produttivo che non costruzioni inutili.
<br />
<br />
E così qualcuno le ha eliminate; e con esse la risposta alla domanda: era questo uno dei "borghi" realizzati dal Consorzio della Piana del Gela?
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Eh, purtroppo no... é di gran lunga più probabile che gli edifici fossero pertinenze della solfara, trovandosi tra l'altro abbastanza vicini al punto di primo soccorso della miniera, indicato in azzurro in questa immagine che risale alla metà degli anni Settanta del secolo scorso, e nella quale tutti gli edifici sono riconoscibili
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDcpw3c2v5kCh0-wpB4mLrZV44FAS1FgzGcBJgehX2G_uhQiRjU9S-fUiPV7XTJ2VqcJzD80J4Re7uPGD5cLHdVPAbDMiE_RJOyhtRe3fAq-K_FGZ41B9XnIm61DkIseDUYNdJzW8c4WE/s1024/passarello1975.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="703" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDcpw3c2v5kCh0-wpB4mLrZV44FAS1FgzGcBJgehX2G_uhQiRjU9S-fUiPV7XTJ2VqcJzD80J4Re7uPGD5cLHdVPAbDMiE_RJOyhtRe3fAq-K_FGZ41B9XnIm61DkIseDUYNdJzW8c4WE/s320/passarello1975.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
E' possibile comunque che l’attività progettuale esplicata dai Consorzi fu più intensa di quanto non venga comunemente ritenuto, ed è rimasta pressoché misconosciuta. Luigi Epifanio, ad esempio, nel 1939 aveva curato la progettazione di un borgo e di due sottoborghi, oltre a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/04/la-via-dei-borghi13-la-quinta-fase-dei.html" target="_blank">Borgo Fazio</a>; e non sembra che tali lavori siano stati commissionati dall’ECLS. E lo stesso può dirsi di Manetti Cusa; anche lui aveva progettato almeno un sottoborgo, mentre il progetto di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/03/la-via-dei-borghi11-la-quinta-fase-dei.html">borgo Schirò</a> nasce in origine come “borgo Patria” per il Consorzio dell’Alto e del Medio Belice.<br />
<br />
Di fatto, il concetto di borgo rurale di servizio venne quindi sviluppato per i Consorzi, ma questi ultimi sembrano essere quelli che meno lo hanno messo in pratica. L’impressione che se ne trae, soprattutto dalla vicenda di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/07/la-via-dei-borghi18-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Lupo</a>, ma anche da quelle di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi24-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Ventimiglia</a>, di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/03/la-via-dei-borghi11-la-quinta-fase-dei.html">borgo Schirò</a> o del <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2014/02/la-via-dei-borghi32-la-fase-parallela.html">centro del Consorzio Delia-Nivolelli</a>, è che l’ECLS abbia avuto un ruolo nell’inibire eventuali iniziative esterne all’Ente, tentando di monopolizzare la realizzazione di tali strutture, acquisendone la paternità o bloccandone l’attuazione. Esistono tuttavia diversi centri costruiti dai consorzi, ma ciò pare essere avvenuto soltanto in era post-ECLS; è quindi verosimile che la transizione da ECLS ad ERAS abbia avuto il suo ruolo in questo.<br />
<br />
E proprio dalla mappa dei borghi aggiornata al 1 gennaio 1956 e pianificata dall’ERAS è desumibile un’intensa attività progettuale da parte dei consorzi; anzi, la quasi totalità dei borghi “A” è costituita da borghi dei Consorzi, laddove l’attività dell’ERAS sembra quasi di supporto. Poi, come abbiamo visto in qualche post precedente, le cose dal punto di vista pratico andarono diversamente; fu l’ERAS a doversi sostituire in qualche modo all’inattività dei Consorzi, anche se lo fece riducendo notevolmente la dimensione dei centri. <br />
<br />
Nondimeno, e diversamente da quanto accaduto nelle fasi precedenti, alcuni borghi furono effettivamente realizzati ed esistono tuttora, ed è ad essi che il presente post è dedicato; pur con le limitazioni derivanti da una ricerca insoddisfacente. In epoca relativamente recente, infatti,i consorzi nati nella prima metà del Ventesimo secolo sono stati accorpati cercando di rispettare a grandi linee i confini delle province. Tale rispetto non è potuto essere rigoroso, in quanto molti consorzi gestivano territori che insistevano su province diverse, poichè di solito, si consorziavano i proprietari i cui latifondi, per la bonifica, facevano riferimento alle medesime sorgenti d’acqua. A tale riorganizzazione pare abbia corrisposto una perdita dei documenti di archivio, così è difficile ritrovare i dati presso le sedi consorziali. In un caso, il catasto comunale si è rivelato più fruttuoso della direzione dei consorzi. E’ il caso di Borgo Riena.
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<span style="font-size: large;">Riena
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Quando mi recai a Riena per la prima volta, avevo già letto il, più volte citato, libro di Antonio Pennacchi “<i>Viaggio tra le città del Duce</i>”. In esso, Pennacchi narra dell’ unico abitante del borgo all’epoca della sua visita, l’ex ergastolano Totò Militello. Era innocente, Totò Militello, ma non innocente come (quasi) tutti gli ergastolani si dichiarano; pare fosse innocente per davvero, tanto che ciò gli venne riconosciuto in appello. In contumacia. Perché fino a quel momento Totò Militello, evaso dal carcere di Agrigento durante l’occupazione alleata, avrebbe vissuto da latitante, tra i boschi delle alture che sovrastano Riena. Magari avrà sofferto il freddo, Totò Militello, magari avrà avuto qualche disagio; ma per altri versi la sua latitanza deve avere avuto degli aspetti indimenticabili. Le alture che circondano Riena infatti sono attualmente parte della riserva di Monte Carcaci, che si estende fin quasi a Filaga. Ma, contrariamente alla zona che si trova nei pressi di Filaga, i dintorni di Riena sono meravigliosi
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA9wD3Ryo8Fa8EMHBay2YH71m6bMe-2O6PM1V44aDbrbu4aiQi4u9BEYbTmtr8ZL4_sHRB5s1oD1MgxuTYYN5mmx7o7PCMcaeHMD58YQ84EFU3PZrTg_b3RFMhVHLsVfOwL2mb6AFDmLc/s1600/masseriaCarcaci.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA9wD3Ryo8Fa8EMHBay2YH71m6bMe-2O6PM1V44aDbrbu4aiQi4u9BEYbTmtr8ZL4_sHRB5s1oD1MgxuTYYN5mmx7o7PCMcaeHMD58YQ84EFU3PZrTg_b3RFMhVHLsVfOwL2mb6AFDmLc/s320/masseriaCarcaci.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
e nonostante vi siano delle strutture ricettive per gli escursionisti, la zona appare ancora incontaminata
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizEJPh5LbyeIuj84zWcn23ZS51xasuUFUggUnJQpDE3PcBBD9kZLdLcnucPmkE9NysMI-QQ4hSB8r5sOxbwnrwf2gG7OOUyFN3CBPSw6TIhGasFnckAdswdQJgleLyG1Gq_yddS7qMqfk/s1600/Carcaci.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizEJPh5LbyeIuj84zWcn23ZS51xasuUFUggUnJQpDE3PcBBD9kZLdLcnucPmkE9NysMI-QQ4hSB8r5sOxbwnrwf2gG7OOUyFN3CBPSw6TIhGasFnckAdswdQJgleLyG1Gq_yddS7qMqfk/s320/Carcaci.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
E se lo appare adesso, a maggior ragione lo sarà stata ai tempi dei fatti narrati da Totò Militello, e riportati da Antonio Pennacchi, il quale, così, sarebbe riuscito a ricostruire la storia di un sito peraltro misterioso. <br />
<br />
Perché, Lettore, una “città di fondazione <i>del 1941-‘43</i>”, come la definisce lo scrittore, “<i>parte dell’</i>«assalto al latifondo siciliano» <i>decretato dal Duce nel 1939</i>” ma che risulti sconosciuta allo stesso Ente che dell’assalto al latifondo avrebbe dovuto essere il primo attore, era sicuramente misteriosa. E, come ho avuto modo di ribadire in <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/06/ricostruzione-del-tracciato-della_11.html">altre occasioni</a> il <a href="https://wwwvoxhumana.blogspot.com/2022/02/il-mostro-di-firenze-ovvero-le-opinioni.html" target="_blank">mistero</a> affascina; molto di più di ciò che è ben conosciuto.
Era questo lo spirito che mi animava mentre salivo verso Riena, il 13 maggio del 2012. Speravo di poter trovare qualche prova, qualche traccia che mi consentisse di capire quale potesse essere la sua origine; dopotutto, se Antonio Pennacchi era stato in grado di identificare inequivocabilmente, tra gli edifici, la scuola, le poste, la caserma dei carabinieri, la casa del fascio, locanda ed il bar ed addirittura il dopolavoro, vi saranno state delle particolarità negli edifici, o delle insegne. E magari tra queste qualche indizio sulla genesi del sito, qualcosa che potesse indicare la strada da percorrere per arrivare a comprendere come mai un Ente che aveva “strappato” dalle mani Borgo Lupo al Consorzio di Bonifica di Caltagirone, avesse invece consentito l’esistenza di Riena, e per di più “<i>quando ormai Tobruk ad un tiro di schioppo cadeva</i>”<br />
<br />
E quando si cominciarono a delineare, in lontananza, campanile ed edifici, ricordo perfettamente quali fossero i miei pensieri. Non concordavo con Pennacchi riguardo alla descrizione della strada: “<i>un tratturo che si inerpica sulla montagna</i>”; la consideravo una descrizione esagerata. In Sicilia siamo in grado di fare ben altro, di creare percorsi di gran lunga più disagevoli. E non è vero neanche che si spacchi la marmitta, che anzi, al termine di questi percorsi è di solito l’unica parte dell’automobile rimasta integra. Abbiamo delle priorità, qui: coppa dell’olio, braccetti delle sospensioni, cerchi, pneumatici, supporti del motore…<br />
<br />
Concordavo appieno, invece, sulla descrizione; da una certa distanza, sembrava proprio il plastico di Pomezia. Ed è con questo miscuglio di compiacimento, curiosità ed aspettative nell’animo che giungevo alla curva dalla convessità della quale si diparte la strada di accesso al borgo
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-CZstsPueCEsgw9CFNu9QPnQJ8rYJPgQiMN-DNcvDMILSVhNmPyhMXbFih1-LAdNdyXFbfZ0N-0h5Cc8tRj65VYod3One33EYD-6SELjhxRqzmf_SkTZRataZDkFXpFSshRyiHQjvpx8/s1600/Riena1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-CZstsPueCEsgw9CFNu9QPnQJ8rYJPgQiMN-DNcvDMILSVhNmPyhMXbFih1-LAdNdyXFbfZ0N-0h5Cc8tRj65VYod3One33EYD-6SELjhxRqzmf_SkTZRataZDkFXpFSshRyiHQjvpx8/s320/Riena1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ma, appena chiusa la porta dell’automobile, mi trovai di fronte a qualcosa di inaspettato.<br />
<br />
Un sentiero rettilineo
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOlaSukcJ-Y2xwdZN35XUNbX3XS7WTA7wsxcJsTsoChVk7GkafUsDRQmn8Zdw5u4-tn8i1CY5Us7sAgDEUU02K8aWIcuA9jwXpEtYHAI5y3klwzHzyjhup6ayfL1IqN-85y7Q4bwmt7_s/s1600/Riena2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOlaSukcJ-Y2xwdZN35XUNbX3XS7WTA7wsxcJsTsoChVk7GkafUsDRQmn8Zdw5u4-tn8i1CY5Us7sAgDEUU02K8aWIcuA9jwXpEtYHAI5y3klwzHzyjhup6ayfL1IqN-85y7Q4bwmt7_s/s320/Riena2.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
con tre edifici a destra
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhtgIkwGtz-e4h0r-3cKjUKieBKxQqU2wkfDwnw6iul-ba_2bxSXZUfqTnybdroEw46mnKslrt3aSgwxpzaHxHrp_Bc13ROypSmVbrir9N1aWVyXj4xwi2GKeQZYzoFLHkgzbC_kriklo/s1600/Riena3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhtgIkwGtz-e4h0r-3cKjUKieBKxQqU2wkfDwnw6iul-ba_2bxSXZUfqTnybdroEw46mnKslrt3aSgwxpzaHxHrp_Bc13ROypSmVbrir9N1aWVyXj4xwi2GKeQZYzoFLHkgzbC_kriklo/s320/Riena3.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
e due a sinistra
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2HjoAMaQ-eephc1bcsItaJYkqTYMG1Jiv53nODK23gRKy90kZnzpaPGmUtQZ-a2l-bp8mid2kOY2TEAKVfU_rD8oP-K_oxeLmRgR1qDdK1BWuP35QdxxUHW1_FrGOvuvK9EoZ1z5KEBw/s1600/Riena4.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2HjoAMaQ-eephc1bcsItaJYkqTYMG1Jiv53nODK23gRKy90kZnzpaPGmUtQZ-a2l-bp8mid2kOY2TEAKVfU_rD8oP-K_oxeLmRgR1qDdK1BWuP35QdxxUHW1_FrGOvuvK9EoZ1z5KEBw/s320/Riena4.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
attraversava un piccolo spazio antistante la chiesa.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg743TyUh2lZZZ8YABMH0e7iMh8XtQOjX5cvnKrO1enXQAYce9UkU3GXAf0CjPm8_LYkiJYKAdXOAIzJfKd3JM7p0ZTVGW2cz-ghNhu3BYXhUNagkhHGbhgTEoBsvpWXwKCtfbBqlwPwyU/s1600/Rienaplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg743TyUh2lZZZ8YABMH0e7iMh8XtQOjX5cvnKrO1enXQAYce9UkU3GXAf0CjPm8_LYkiJYKAdXOAIzJfKd3JM7p0ZTVGW2cz-ghNhu3BYXhUNagkhHGbhgTEoBsvpWXwKCtfbBqlwPwyU/s320/Rienaplan.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La piazza con gli assi sfalsati? Dov’era? E gli altri edifici? Cos’erano? Chiesa e scuola
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoGdBcPu9kmtpbSR7-j3HtrosDo5DrAo6nkyxuEs5fRFKem0DbiFQZLTrlLTMdtj0Lde1bCO-u4F6_81kQrr-0OTOFPKSU_h5DfYbzXHljzihohNgo7BUGuTWfxpf8nOxUTZod50jv5rY/s1600/Riena_scuola1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoGdBcPu9kmtpbSR7-j3HtrosDo5DrAo6nkyxuEs5fRFKem0DbiFQZLTrlLTMdtj0Lde1bCO-u4F6_81kQrr-0OTOFPKSU_h5DfYbzXHljzihohNgo7BUGuTWfxpf8nOxUTZod50jv5rY/s320/Riena_scuola1.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
erano identificabili inequivocabilmente; ma gli altri? Dov’erano poste, caserma, casa del fascio, dopolavoro, locanda, bar, botteghe..? Solo le case sembravano riconoscibili; uno degli edifici era sicuramente una palazzina alloggi
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2OSbgqm9PnFzGWNBlvoWFuqp6_vmPgE0F67WS_8oZTvOPcT4KxLpi0EC9P1Z2zKIj2nSXTcFYYKYprxsmTiqECLrcxuIj9YQHffED0h8gONniHNg4Ku-WU3K_YGr_ClAEpmBcyP06YQU/s1600/Riena_alloggi1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2OSbgqm9PnFzGWNBlvoWFuqp6_vmPgE0F67WS_8oZTvOPcT4KxLpi0EC9P1Z2zKIj2nSXTcFYYKYprxsmTiqECLrcxuIj9YQHffED0h8gONniHNg4Ku-WU3K_YGr_ClAEpmBcyP06YQU/s320/Riena_alloggi1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ma i servizi? Come sarebbero stati divisi nei due edifici rimanenti?<br />
<br />
Dopo un primo istante nel quale sentimenti che mi avevano animato fino a qual momento mutarono in un unico stato d’animo, di delusione, la mia attenzione venne attratta da un particolare. Una vasca per l’acqua in Eternit, il fibrocemento considerato tanto dannoso per la salute, e che non lontano da lì veniva smaltito <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/06/ricostruzione-del-tracciato-della_67.html">nascondendolo nei capannoni</a>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3WMgqnKwN_wNkWZ53t1AVpeVPDYFuCHiTH81-58-dpwTRTWY8YbjBhIS3Cnht7pnFAMcnId5WygVYr7qcFXyaipuEqjddhhzlyZvUKhaqQe8zG60QZ6-2e4pFFGFK8sREYgirRWhFXno/s1600/Riena_alloggi2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3WMgqnKwN_wNkWZ53t1AVpeVPDYFuCHiTH81-58-dpwTRTWY8YbjBhIS3Cnht7pnFAMcnId5WygVYr7qcFXyaipuEqjddhhzlyZvUKhaqQe8zG60QZ6-2e4pFFGFK8sREYgirRWhFXno/s320/Riena_alloggi2.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Non solo la palazzina alloggi, ma anche la canonica
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidNcwXQ3VIEiHvw_F6RxCXRSqOEKS5OpAbIYPfjzJDCfJ_6HaBDY5dCuZA3xi1PBV_ct-eNtrrq8haMJXXvYvx0j9SXVEnEn3VyfK1grF7BTsLtmvORzFKva7k0HNSsvbg1k7lpWkQ0DI/s1600/Riena_canonica1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidNcwXQ3VIEiHvw_F6RxCXRSqOEKS5OpAbIYPfjzJDCfJ_6HaBDY5dCuZA3xi1PBV_ct-eNtrrq8haMJXXvYvx0j9SXVEnEn3VyfK1grF7BTsLtmvORzFKva7k0HNSsvbg1k7lpWkQ0DI/s320/Riena_canonica1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
e gli altri edifici
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqo72STHHLxt5iaMRiX_x2BOVSGNelkAhj4TbsuuMgBFK4qc9D6gzLuIZgmJuZ2EkDVX8C2FsfUNd8C3c9S43n9ejteO_xdQ4GJct3zi0AqazC9UQ9ugzGfqr1RgR9vUVuA6gPQ1hiUCs/s1600/Riena5.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqo72STHHLxt5iaMRiX_x2BOVSGNelkAhj4TbsuuMgBFK4qc9D6gzLuIZgmJuZ2EkDVX8C2FsfUNd8C3c9S43n9ejteO_xdQ4GJct3zi0AqazC9UQ9ugzGfqr1RgR9vUVuA6gPQ1hiUCs/s320/Riena5.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
avevano il loro serbatoio dell’acqua in Eternit. Una situazione inusuale per un borgo del regime; <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/03/la-via-dei-borghi10-la-quinta-fase-dei.html">come si è visto</a>, era espressamente previsto che i borghi ECLS fossero dotati del loro approvvigionamento idrico, con i serbatoi che in certi casi sembravano mausolei. Però Borgo Riena non era un borgo ECLS; e d’altra parte anche <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/10/la-via-dei-borghi20-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Bassi</a> prima che fosse completato il serbatoio dell’acqua, era costretto a servirsi di serbatoi posti sul tetto della scuola. Ma il problema non stava lì. Il problema stava nel fatto che, anche se Eternit è un brevetto di più di cento anni fa , non avevo mai visto vasche per l’acqua potabile antecedenti agli anni Cinquanta. Condutture, gronde, serbatoi nelle installazioni militari… ma non i serbatoi usati nell’edilizia civile.<br />
<br />
Certo, la mia cultura nel campo è praticamente nulla, pertanto era possibile che mi sbagliassi; ma un altro particolare destò la mia curiosità: la pavimentazione antistante la chiesa
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXuM9d2S0AzTis2_OCRqe5vFruZf6YYiYlF5KLuY2FGX0LsmV1GhYHkh0pwryXZGf692T-jUI-ie1ImVsV93rUNYoBCeY25K9tdEkmpMOIAUquuiWMto_Izn3bznP_wWegQxahBu8UUOQ/s1600/Riena6.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXuM9d2S0AzTis2_OCRqe5vFruZf6YYiYlF5KLuY2FGX0LsmV1GhYHkh0pwryXZGf692T-jUI-ie1ImVsV93rUNYoBCeY25K9tdEkmpMOIAUquuiWMto_Izn3bznP_wWegQxahBu8UUOQ/s320/Riena6.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Avevo già visto quel tipo di mattoni, usati per pavimentare marciapiedi negli anni Sessanta; ma, anche in questo caso, non potevo essere certo di quando, per la prima volta i mattoni fossero andati in produzione. Ma alzando il capo, vidi che nel soffitto del portico che congiungeva la chiesa al campanile era inglobato un tubo flessibile che avrebbe dovuto fare da traccia per l’alimentazione di una lampada, evidentemente mai installata
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtjI88tvHsatk2WBLKkr6WttsSGt0hprkjSBQrkLF0tchidtcglzB5mwQNxkQrCOEnJCTy1ifRTNLECXNep45ucwkYBNa5uI1jFsYszV6rKKe9gu5yRuMrxlzfoBDpNWJwcG73kktTPYY/s1600/Riena7.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtjI88tvHsatk2WBLKkr6WttsSGt0hprkjSBQrkLF0tchidtcglzB5mwQNxkQrCOEnJCTy1ifRTNLECXNep45ucwkYBNa5uI1jFsYszV6rKKe9gu5yRuMrxlzfoBDpNWJwcG73kktTPYY/s320/Riena7.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Mi diressi verso la seconda palazzina sulla sinistra, quella con la terrazza sostenuta da un portico ad archi
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl_3swrhFK4Yo4TXMyuHPA-oTzhuZr9pNW6g6fTcworF1KcRehOKdWFeh6BW2VCZyX_Mc2vpxejBZ8MQCPd4cmbrJYN5ND0zOJCOZqW-HlVK8D4ZXVPIUNYXBBHnQ3c87xbQ_cakWZPWQ/s1600/Riena8.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl_3swrhFK4Yo4TXMyuHPA-oTzhuZr9pNW6g6fTcworF1KcRehOKdWFeh6BW2VCZyX_Mc2vpxejBZ8MQCPd4cmbrJYN5ND0zOJCOZqW-HlVK8D4ZXVPIUNYXBBHnQ3c87xbQ_cakWZPWQ/s320/Riena8.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche lì, i mattoni della pavimentazione interna e del portico
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGcklycSD7Ij7-8eQOTIJcv3lRqLNwkZjcaitUxczM6ZIWqSspIaqpXbZ0VewKuAPupq4VagIiXqTHEDZEJm5Q70RbcarcLLFN543BpoGa_2A45tBR3WAXTG3-ieS-ygutCysEqLotVMQ/s1600/Riena9.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGcklycSD7Ij7-8eQOTIJcv3lRqLNwkZjcaitUxczM6ZIWqSspIaqpXbZ0VewKuAPupq4VagIiXqTHEDZEJm5Q70RbcarcLLFN543BpoGa_2A45tBR3WAXTG3-ieS-ygutCysEqLotVMQ/s320/Riena9.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
erano in un conglomerato che avevo visto posato in appartamenti costruiti nei primi anni Sessanta
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixYTBqvlqdeFhArtEO-kN51KgLDH7iMqR9UhPieXysGV1urI6sVbc31Hv-sAOgEB3Xu6F0Ha4hyphenhypheniKN4lkG0rDDzRkN8aVnmHK7saLpRzUwOgp0YCAAsp2wBy1YUn3fVAkcEXtJKdldjcE/s1600/Riena10.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixYTBqvlqdeFhArtEO-kN51KgLDH7iMqR9UhPieXysGV1urI6sVbc31Hv-sAOgEB3Xu6F0Ha4hyphenhypheniKN4lkG0rDDzRkN8aVnmHK7saLpRzUwOgp0YCAAsp2wBy1YUn3fVAkcEXtJKdldjcE/s320/Riena10.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E lungo i muri, diverse cassette di derivazione per interruttori e prese; non era certo il tipo di impiantistica dei borghi rurali degli anni Quaranta, questa. <br />
<br />
La delusione aveva lasciato ormai decisamente il posto alla curiosità. Mi diressi verso l’ingresso posteriore della scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEintAMJKNtRKQHh_5K9XAUuz6rHOpMDVMPUDE0w80TAMG6DyUv5dYy1muQ58Bkt8aiQn67dRdNK9XW9zZth1C0wasw6oKBxbQAIDS00p9VnSxTvQNXm8q29Elb_WCABlpPXMM6W-R8rxp8/s1600/Riena_scuola2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEintAMJKNtRKQHh_5K9XAUuz6rHOpMDVMPUDE0w80TAMG6DyUv5dYy1muQ58Bkt8aiQn67dRdNK9XW9zZth1C0wasw6oKBxbQAIDS00p9VnSxTvQNXm8q29Elb_WCABlpPXMM6W-R8rxp8/s320/Riena_scuola2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
dove, finalmente, vidi qualcosa di illuminante. Eccola qui:
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghghxyojm5t4kIMElxa-5vlGB1D33Hz-wQldjulVXg9ZzW9NTgDOctK-ZANsKTN9B4vImMLhXRY9nGgy9XseMhvpey1gonF_-30FHlVQfCkA5fjDEEgibSs7z_4eG8q2qNltwLAbTiVS0/s1600/Riena_scuola3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghghxyojm5t4kIMElxa-5vlGB1D33Hz-wQldjulVXg9ZzW9NTgDOctK-ZANsKTN9B4vImMLhXRY9nGgy9XseMhvpey1gonF_-30FHlVQfCkA5fjDEEgibSs7z_4eG8q2qNltwLAbTiVS0/s320/Riena_scuola3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente, Lettore, ti starai chiedendo cosa possa esservi di illuminante in una pensilina in legno e laterizi. Nulla, in effetti. Perché, illuminante non è la pensilina in sé. E’ il sostegno. E’ mai concepibile, Lettore, che in un periodo in cui l’Italia in guerra era costretta ad usare travi di legno per ogni struttura portante, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/08/la-via-dei-borghi19-la-quinta-fase-dei.html">pena la sospensione dei lavori</a>, si usasse una trave di ferro a “doppia T” solo per tenere in posizione una misera pensilina? <br />
<br />
I solai della scuola, subito dopo, confermarono l’impressione. Non c’era traccia dei solai tipo SAP, ma travi di ferro a profusione
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioVMrmLTt4dEMTAfluATSFh6io9A-x-vaYJdycUqDGQXdBepewYbxaUCKpFewpi5_ZY-If47SMPoPSSqRFk7oroU8GRiKMj5x9clMeHmuzizRpCfunrZHmmbU6H4xPb-B2JBgNqfpjRg4/s1600/Riena_scuola4.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioVMrmLTt4dEMTAfluATSFh6io9A-x-vaYJdycUqDGQXdBepewYbxaUCKpFewpi5_ZY-If47SMPoPSSqRFk7oroU8GRiKMj5x9clMeHmuzizRpCfunrZHmmbU6H4xPb-B2JBgNqfpjRg4/s320/Riena_scuola4.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo sì che collimava con vasche in Eternit, impianti elettrici sotto traccia, cassette di derivazione e pavimentazione in conglomerato. Lo stato d’animo si tramutò ancora una volta, mentre scendevo. Era una sorta di disappunto con una punta di stizza. E’ mai possibile, pensavo, che di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi2-i-borghi-rurali.html">Carcaci</a> si sappia praticamente tutto, date di fondazione, costruzioni e persino numero di famiglie, anno per anno, dal diciassettesimo secolo, e gli annali di Borgo Riena debbano consistere nei ricordi di Totò Militello?<br />
<br />
Il 13 maggio del 2012 era una domenica; il giorno dopo mi affrettai a telefonare al comune di Castronovo di Sicilia. Mi presentai. <br />
<br />
“<i>Scusi se disturbo, ma sto conducendo, a titolo esclusivamente personale, delle indagini sui borghi rurali siciliani. Chiamavo per Borgo Riena</i>…” <br />
“<i>E’ nostro</i>.” <br />
“<i>Sì, lo so, per questo chiamavo voi. Saprebbe dirmi orientativamente quando è stato costruito?</i>” <br />
“<i>Presumiamo sia di epoca fascista.</i>” <br />
“<i>Be’ molti lo presumono, ma io non sono tra questi. E converrà con me che presumere è un conto, sapere è un altro…</i>” <br />
“<i>Farò una ricerca. Mi chiami dopodomani e le darò notizie.</i>” <br />
<br />
Lo richiamai il mercoledì. Molte persone, in questi anni di ricerca, si sono rivelate gentili e disponibili. Ma pochissime realmente efficienti ed efficaci come l’architetto Orlando. <br />
<br />
<br />
<b>Costruito dal Consorzio di Bonifica Quattro Finaite Giardo con fondi della Cassa per il Mezzogiorno<br />
<br />
Attualmente appartenente al Demanio Regione Siciliana, ramo Agricoltura<br />
<br />
inizio pratiche anno 1966<br />
<br />
occupazione terreni anno 1968<br />
<br />
delibera fine lavori 24 febbraio 1977<br />
<br />
Edifici catastati nel 1981</b> <br />
<br />
<br />
Questo era assolutamente consistente con ciò che avevo visto. Feci allora ciò che avrei dovuto fare prima: controllare la mappa dei borghi aggiornata al primo gennaio del 1956. Eccolo qui, Riena
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<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoctuFqZVaUlxYkwdu-yd4P_r5sAyfrJ3BrBP7lHgKJhIeyM1zIgV9tKLGqn8YH_su50tYLKRAb40I7Gr7UA486WwcDad9rmRJ0IVUr4tvWUnmD3g9A1whnD4PJ8-1LoAaCVYM3tMBCJY/s1600/Riena_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoctuFqZVaUlxYkwdu-yd4P_r5sAyfrJ3BrBP7lHgKJhIeyM1zIgV9tKLGqn8YH_su50tYLKRAb40I7Gr7UA486WwcDad9rmRJ0IVUr4tvWUnmD3g9A1whnD4PJ8-1LoAaCVYM3tMBCJY/s320/Riena_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il quadrato vuoto significa che nel 1956 il borgo era pianificato, ma non costruito, mentre il colore nero della circonferenza determinata dal raggio di influenza indica che non sarebbe stato costruito dall’ ERAS.<br />
<br />
In effetti, la pianificazione di Borgo Riena risale ai primissimi anni Cinquanta, nell'ambito della costituzione di un Distretto di trasformazione integrale nel comprensorio del Consorzio di Bonifica "Quattro Finaite Giardo", finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno:
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkcA7Pu3fhsiqnQlNk8izus5ihuHDKGc_E4pVZPW0AjXBAVON7NLGwtoQ0XtcDjcGE4HQ7uyJy5QqjiAiGcFF_aR8G1i_mpT8VGJqNndJI6urWvwJ_VlBZ68vo4zVJoeKFqMKI1Os1M3s/s1600/Riena1953.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="528" data-original-width="1024" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkcA7Pu3fhsiqnQlNk8izus5ihuHDKGc_E4pVZPW0AjXBAVON7NLGwtoQ0XtcDjcGE4HQ7uyJy5QqjiAiGcFF_aR8G1i_mpT8VGJqNndJI6urWvwJ_VlBZ68vo4zVJoeKFqMKI1Os1M3s/s320/Riena1953.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le dimensioni del raggio di influenza indicano inoltre che si sarebbe trattato di un borgo “C”. Questi, come abbiamo visto, comprendevano chiesa, scuola, alloggio ed ambulatorio. Come detto sopra, chiesa e scuola sono identificabili inequivocabilmente; ma sulle altre costruzioni posso solo fare qualche illazione. Sulla palazzina a sinistra ho già detto: sembrano alloggi, quattro, per la precisione. <br />
<br />
L’edificio sulla destra avrebbe una planimetria adatta per un centro servizi: l’ambulatorio, richiesto per un borgo “C”, e probabilmente gli uffici del consorzio. La costruzione, infatti, consta di due parti distinte, una che si sviluppa su due elevazioni, con accesso separato per il piano superiore
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<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7pWm03ilqTFo451xhSh_d_w6OuWBDqwt5bYyKDJEBe4Afu2IYkN6Qm6X_96pqqTDTVEANw66WgJrwKRByAsvOOU0MBZBRB8QzaPX3fu10bE9y7pqtrqj9gMbrLFSEHod1Y-Ekq3KX0s8/s1600/Riena_servizi1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7pWm03ilqTFo451xhSh_d_w6OuWBDqwt5bYyKDJEBe4Afu2IYkN6Qm6X_96pqqTDTVEANw66WgJrwKRByAsvOOU0MBZBRB8QzaPX3fu10bE9y7pqtrqj9gMbrLFSEHod1Y-Ekq3KX0s8/s320/Riena_servizi1.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
l’altra su singola elevazione, e che racchiude un cortile
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSZC-WSO83KbFUCitZo_clJW9Yks9P7Qf3NJ8c5TQmae2pQF5FJW-nYXxpkTYCRk2OoySAkeqUMjZurYhYQf6LQ_S6_5J8qEkdC4le19GWRtC8OAaE3tylK1XGCGxdAE40hX-g_Fj6FVo/s1600/Riena_servizi2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSZC-WSO83KbFUCitZo_clJW9Yks9P7Qf3NJ8c5TQmae2pQF5FJW-nYXxpkTYCRk2OoySAkeqUMjZurYhYQf6LQ_S6_5J8qEkdC4le19GWRtC8OAaE3tylK1XGCGxdAE40hX-g_Fj6FVo/s320/Riena_servizi2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’accesso a quest’ultimo è carrabile, e su di esso si apre, tra l’altro, una rimessa le cui dimensioni indicano che fosse concepita per mezzi ed attrezzi agricoli.<br />
<br />
Sull’ultimo edificio a sinistra, che si sviluppa su due elevazioni e presenta il portico ad archi sul prospetto, non saprei nemmeno fare delle ipotesi. <br />
<br />
Ma non dispero di avere, a breve, una soluzione anche a questo.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>LE VIE DEL SIGNORE SONO INFINITE</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Elton John, in una delle sue più celebri (e belle) <i>ballads</i> dice. “<i>For there’s more way than one, and the ways of the world are a blessing</i>”; il che esprimerebbe concetti analoghi a “tutte le strade portano a Roma” e “le vie del Signore sono infinite”. <br />
<br />
Perché, Lettore, la realtà è che vi sono molte strade per giungere alla meta, molti modi di giungere allo scopo. Che l’essere umano che raggiunge l’obiettivo debba essere considerato uno strumento nelle mani di un essere superiore, oppure un mezzo usato dalla provvidenza per raggiungere i suoi scopi, o invece sia un essere pensante che agisce in piena libertà ed autodeterminandosi, dipende dalle credenze e dal temperamento individuale. <br />
<br />
Come avrai avuto modo di leggere, l’unico motivo per il quale queste pagine vengono scritte è quello di divulgare l’informazione, che, nella mia idea, deve essere libera per tutti. E come avrai avuto modo di constatare, qui questa affermazione è verificata fino in fondo: non vi sono affiliazioni da pagare, non iscrizioni cui consegue uno spamming sulla mailbox, non vi sono banner pubblicitari, né il blog è strumentale ad alcuna attività commerciale. <br />
<br />
Accade però che facendo tutto questo da solo, io possa non arrivare dappertutto; non avere la possibilità di completare tutto al meglio. Ma se qualcuno lo fa al posto mio, a me va bene comunque. Se la mia attività stimola qualcuno a trovare ciò che io non ho potuto cercare, ben venga: lo scopo sarà stato comunque raggiunto. <br />
<br />
E se questo, inoltre, stimola alcune persone a condurre una ricerca originale, personale, senza scopiazzare qui e là, insomma ad eseguire un lavoro vero, la soddisfazione è ancora maggiore. Vi sono delle persone che magari sarebbero apprezzabili, che sarebbero in grado di dare contributi, ma che ogni tanto hanno bisogno di qualche “spintarella” per rimanere in carreggiata. <br />
<br />
Pertanto, confido nel fatto, con ragionevole possibilità, che qualcun altro, una volta letto questo post, si precipiti a verificare, e scrivere ciò che non ho scritto io, così come è accaduto altre volte. <br />
<br />
E di conseguenza, nutro delle fondate speranze di veder comparire notizie più precise sull’ultimo edificio. Ma non solo.<br />
<br />
Vi è da dire che vi è una piccola inesattezza in quanto riferito dall'architetto Orlando: la delibera del 24 febbraio del 1977 non riguarda la fine lavori, bensì la rideterminazione della scadenza dei termini per gli espropri dei terreni Gli edifici del borgo vennero in realtà completati prima, molto prima; ma anche se le prime fasi della realizzazione dovettero avvenire con quelli che trenta anni prima si sarebbero definiti "tempi fascisti", probabilmente una delibera di "fine lavori" non giunse mai. <br />
In questa immagine ripresa a metà del 1968 si nota l'assenza dell'abbeveratoio (1), il tombino all'imbocco della strada del borgo in costruzione (2), la presenza dei cumuli di materiale di riporto per la realizzazione del piazzale del borgo (3), mentre devono ancora essere realizzate le delimitazioni delle piazzole degli edifici di SudEst (4), e sono in fase di realizzazione quelle di chiesa e canonica (5); ma gli edifici appaiono sostanzialmente ultimati.
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC1k4OONzuaY1NZh5ymxns27Y7UMCpKa2hjU2WXSaImGRfKGQCtwUMucy_UY0klDSyV7KhYkg_2rTT8rBxLB_Nbnsf8YFUE-zIm4jviHEQYzhxudA7sUW0z3u-RAi75YkWNXsa9pA9zNU/s1600/Riena1968.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC1k4OONzuaY1NZh5ymxns27Y7UMCpKa2hjU2WXSaImGRfKGQCtwUMucy_UY0klDSyV7KhYkg_2rTT8rBxLB_Nbnsf8YFUE-zIm4jviHEQYzhxudA7sUW0z3u-RAi75YkWNXsa9pA9zNU/s320/Riena1968.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quindi, qualcosa deve essere accaduto, qualcosa che appare aver bloccato la realizzazione di Borgo Riena poco prima del suo completamento. Quello che spero è che chiunque ritenga di voler sopperire alle mie "mancanze" si occupi anche e soprattutto di questo aspetto. Prima o poi.<br />
<br />
Nell’attesa, ciò che si può notare è che Borgo Riena non deve mai essere stato abitato, ufficialmente almeno. Se gli edifici sono stati ultimati alla fine degli anni Sessanta, è chiaro il motivo per il quale nelle foto aeree di venti anni dopo essi appaiono ancora integri
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoDwFZ1sjsAk1FlA26uwHJkAVSmDxvJn9-gBj4hXaL-7zv2oOCQNrDiCMjykHKgSIN_Gewgl__9RGTe1PCrZZgbC0KO9pbMZD2wCBvxF811a-ipcjGjcO9qRUfmGiYQ8Wk2KMRaV5Jp2M/s1600/Riena_aerea.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoDwFZ1sjsAk1FlA26uwHJkAVSmDxvJn9-gBj4hXaL-7zv2oOCQNrDiCMjykHKgSIN_Gewgl__9RGTe1PCrZZgbC0KO9pbMZD2wCBvxF811a-ipcjGjcO9qRUfmGiYQ8Wk2KMRaV5Jp2M/s320/Riena_aerea.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma già dopo ulteriori cinque anni, in assenza di qualsiasi manutenzione, cominciano a divenire evidenti i primi segni di deterioramento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirtmUik4b2DRelPRZBubLoAGu9iXiIB51MHMQrWEuGsxNTFJw3fHO8OeFvxEVwV84mjLRzw3DHQBHlFoEwwf6qI8XX_nQj0ej-kUaQERA9aHXrbZiTgL_EynSfAME7oxh94vV8l3CyK5s/s1600/Riena_aerea2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirtmUik4b2DRelPRZBubLoAGu9iXiIB51MHMQrWEuGsxNTFJw3fHO8OeFvxEVwV84mjLRzw3DHQBHlFoEwwf6qI8XX_nQj0ej-kUaQERA9aHXrbZiTgL_EynSfAME7oxh94vV8l3CyK5s/s320/Riena_aerea2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Così come è evidente che la chiesa non è stata spogliata degli arredi; semplicemente, non è mai stata usata. Non è neanche stata posata la pavimentazione dell’aula
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9FfyUhemYYRYEI-CEqbtlnar-GxB8m9riyC24M6YjH03dtZAbkBGwW-PgBbSEAbqzVG-R8W3ahmpQj2fy7LhTCZNNjOt81TXBLxbu68cxPDzOgdHPXiXuweFZlfdFo9RfjSTrA9V7PbY/s1600/Riena_chiesa2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9FfyUhemYYRYEI-CEqbtlnar-GxB8m9riyC24M6YjH03dtZAbkBGwW-PgBbSEAbqzVG-R8W3ahmpQj2fy7LhTCZNNjOt81TXBLxbu68cxPDzOgdHPXiXuweFZlfdFo9RfjSTrA9V7PbY/s320/Riena_chiesa2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E le rifiniture (interruttori, placche, porte, etc.) non sono mai state completate. E mai lo verranno, considerato lo stato delle strutture
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk4kXL1dNjTZLvQ2VD64lM4Gs5C0Z3rjvmqbZ7dSJl8YMct4VBCcLq8USRJwFTT34u2oTxsUTz_j9Dgj6kjUwXrvEhRRLSy9h_0FIcdWym2sYX2Nsv-MO34e-3o2u5UHZ8sZBcLHZMvdU/s1600/Riena_alloggi3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk4kXL1dNjTZLvQ2VD64lM4Gs5C0Z3rjvmqbZ7dSJl8YMct4VBCcLq8USRJwFTT34u2oTxsUTz_j9Dgj6kjUwXrvEhRRLSy9h_0FIcdWym2sYX2Nsv-MO34e-3o2u5UHZ8sZBcLHZMvdU/s320/Riena_alloggi3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Chiesa e torre campanaria sembrano avere ormai i muri fuori piombo
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVxn55iIDqo-i38Yyit_IVzVNOnzfdjh0abirhXS-uRUgiCuGbXmz7Uy1GPN-e6NKQe_39naRXeJdF_dfOi_A3f_ic8P6VhCRvdgXAb1KCveOf-eoG1QYfMJrz_k2wTfybLpNrYY7sJqk/s1600/Riena_chiesa3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVxn55iIDqo-i38Yyit_IVzVNOnzfdjh0abirhXS-uRUgiCuGbXmz7Uy1GPN-e6NKQe_39naRXeJdF_dfOi_A3f_ic8P6VhCRvdgXAb1KCveOf-eoG1QYfMJrz_k2wTfybLpNrYY7sJqk/s320/Riena_chiesa3.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
credo sia divenuto pericoloso persino passeggiarvi davanti. Borgo Riena, semplicemente, non è mai stato completato; è morto prima di nascere. Con buona pace di Totò Militello.
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Ma allora, Antonio Pennacchi sarebbe un mistificatore?
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Certo che no; non ho mai pensato che Pennacchi potese essere in malafede. Con ogni probabilità, é stato anche lui (inconsapevole) vittima di quello che ho chiamato "l'Errore"; e del sedicente Totò Militello, il quale, invece, é possibile che fosse in malafede. Ma da dove verrebbe fuori, alla fine, 'sto Totò Militello?
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Proviamo ad immaginare insieme, Lettore, una verosimile sequenza di eventi che alla fine abbiano condotto Pennacchi a scrivere dell'ergastolano che si nascondeva in borgo del 1943.
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In una bella giornata di inizio autunno (lo desumo dal fatto che l'informazione sull'ubicazione del borgo sia stata fornita da dei cacciatori), di inizio secolo, un anziano uomo, a Borgo Riena, sta guardando inerpicarsi su per la strada sconnessa un'automobile con due persone a bordo. Se di cognome l'uomo faccia realmente Militello non saprei dirlo, anche se é probabile (Militello é un cognome frequente in quella zona); ma del fatto che si chiami Totò, cioè Salvatore, sono ragionevolmente sicuro (ma per favore non chiedermi di svelarti, Lettore, come io faccia a saperlo).
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<br />
E' della zona, Totò, zona per altro un pò "fuori mano"; così non sono molte le automobili che percorrono quel tratto di asfalto disastrato, e Totò le conosce tutte. E quella che sta salendo su per la collina, non si era mai vista prima.
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<br />
La vettura si ferma presso il borgo, e ne scendono due persone, un uomo ed una donna. Due forestieri. E l'uomo sembra molto curioso, avido di apprendere la storia di quelle mura dipinte di rosso, di quegli edifici lesionati; e pare già ragionevolmente certo che le mura, gli edifici, risalgano al deprecato Ventennio.
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Ma dove abita Totò? Ai forestieri, egli indica una casupola con le galline; ed é una scelta ovvia. Non può certo trovare dimora tra mura pericolanti, all'interno di costruzioni con il tetto cadente, già parzialmente mancante. Né tantomeno, può ripararsi all'interno della casa cantoniera con le aperture murate, ché é più antica del borgo stesso; e allora?
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Allora, Lettore, la spiegazione risiede nella planimetria del borgo, che non sarebbe quella mostrata, ma in realtà questa:
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhft6jmv5UIRkMyQ5fAKauRQsvQBgnpgb9yY0GP1f-xMV53M6qjSNx8UXAIB6vwRkA-iYoEIRsC42j95XAmYoHpaN8RFnA4F2Q_2MQE5zxmGyuSU8uJtCp_3UDrpJUyN0l72TnbG3tK3u5JJCaFDnDlOtvnbSk0f93gZoRBBcgx0piGvCKa9eoqkUUU=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="602" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhft6jmv5UIRkMyQ5fAKauRQsvQBgnpgb9yY0GP1f-xMV53M6qjSNx8UXAIB6vwRkA-iYoEIRsC42j95XAmYoHpaN8RFnA4F2Q_2MQE5zxmGyuSU8uJtCp_3UDrpJUyN0l72TnbG3tK3u5JJCaFDnDlOtvnbSk0f93gZoRBBcgx0piGvCKa9eoqkUUU=s320" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
L'edificio in basso a destra é composto da due metà simmetriche, con ingressi separati per due metà; é quello che nei borghi rurali del secolo scorso, a partire dalle progettazioni dell'Istituto VEIII per finire a quelli progettati dall'ERAS, ospitava di solito "botteghe artigiane". Preferisco però, mostrarti un'immagine di GoogleEarth, anziché una personale
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgubOSZpMaBOyr6_nXKPT-yvaaddLiHiY2kPxQtRFowPc7mkg5-XdOa1yZc-i5X1Hm9BpKKnErFpScYhMbNewEpevVcnLeoS-7AoJ6Jww6_nugsSzQxWnB4_Y27EV3bjKzPY3BA4Orm9wDurjcxAa8ur7w0UQDeTPPGq8HeaL9hDNvPoBqS_HhX7hiN=s1024" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="677" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgubOSZpMaBOyr6_nXKPT-yvaaddLiHiY2kPxQtRFowPc7mkg5-XdOa1yZc-i5X1Hm9BpKKnErFpScYhMbNewEpevVcnLeoS-7AoJ6Jww6_nugsSzQxWnB4_Y27EV3bjKzPY3BA4Orm9wDurjcxAa8ur7w0UQDeTPPGq8HeaL9hDNvPoBqS_HhX7hiN=s320" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Come vedi, però, Lettore, l'edificio é perfettamente manutenuto e, soprattutto, abitato. Abitato da "Totò Militello", che con ogni probabilità non desiderava fornire, ad Antonio Pennacchi e consorte, alcuna informazione riguardo a tempi e modalità con i quali fosse venuto in possesso dell'immobile.
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Era molto più semplice raccontare la storia del 1943, dei Carabinieri che stavano al borgo,etc.; che d'altra parte era proprio ciò che Antonio Pennacchi desiderava ardentemente sentirsi raccontare.
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Tutti contenti dunque? Be', non proprio tutti. La vicenda ha generato un falso storico. E questa non é mai una bella cosa. Alla fin fine, non lo é stata neanche per Pennacchi che, a quanto mi risulta (ma tengo a precisare che non sono notizie di prima mano, né provengono da fonte certa) si sarebbe trovato a dover sospendere la produzione di un documentario cinematografico; ma che soprattutto é deceduto senza sapere, esattamente, come realmente stessero le cose.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoEnTYSRjbTtc-bg7vOBhp8YTkmTBH0KIx2Zkm9mR07Q608bI1Y-5v1nm3I1OZ3cWK0P3iek9XtBtZzygLu5Pt9wVkfbQHfuEJozcQvyxsypEschHRdxo9cYottPztXHlbUJVXO6fbtnk/s1600/Riena_end.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoEnTYSRjbTtc-bg7vOBhp8YTkmTBH0KIx2Zkm9mR07Q608bI1Y-5v1nm3I1OZ3cWK0P3iek9XtBtZzygLu5Pt9wVkfbQHfuEJozcQvyxsypEschHRdxo9cYottPztXHlbUJVXO6fbtnk/s320/Riena_end.jpg" /></a></div>
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<span style="font-size: large;">Sferro
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Abbiamo già avuto modo di incontrare un “borgo Sferro” a proposito dei <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">villaggi operai</a> riconvertiti in centri rurali. E borgo Sferro veniva descritto come uno dei quattro villaggi basati sulla planimetria generale che il Ministero dei Lavori Pubblici aveva redatto nel 1925. Sferro, insieme a Filaga, è uno dei due villaggi sopravvissuti fino ai nostri giorni, nel senso che ancora oggi costituisce un nucleo abitativo e non è abbandonato. Questa non è l’unica caratteristica condivisa dai due borghi. Come Filaga, Sferro ha una “notorietà” (nel bene e nel male) che prescinde dall’esistenza del villaggio operaio. Come Filaga, Sferro ha una stazione ferroviaria. E come <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi47-lultima-fase-dei.html">è accaduto per Filaga</a>, nelle immediate adiacenze di Sferro è stato costruito un borgo rurale “moderno”. Questo si trova a poco più di un centinaio di metri di distanza dal villaggio operaio del 1927. Venne costruito dal Consorzio di Bonifica della Piana di Catania
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVX5xBWeylUHK2MLx-aZ7Z__99vyqJxGGGY_3TnHwdanxsYKtg8Z96_mBu3VW9U0oQ3fVP-0YaLte5IW2liHE7RqtysE9u-2fjdTX30JVbUgoGIN1aky5ZLMgkGlhBWwHP6iW2iQGWdYI/s1600/SferroCB.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVX5xBWeylUHK2MLx-aZ7Z__99vyqJxGGGY_3TnHwdanxsYKtg8Z96_mBu3VW9U0oQ3fVP-0YaLte5IW2liHE7RqtysE9u-2fjdTX30JVbUgoGIN1aky5ZLMgkGlhBWwHP6iW2iQGWdYI/s320/SferroCB.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ma non ne conosco la data esatta; nella mappa dei borghi aggiornata al 1 gennaio 1956 risulta “in progettazione”
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrugwgBEgJ0bj5Y4gCydlHE4wrpUFFxsq6mIntCbITK03jlbeHvumnl2inTOWnoYvpMGRw1jR5YqWlS_lEYbeHuAwLpKFgNF8uokdH1QVyaS0eTjubHQRzaupKwLsg42HWUVKyjvwTDus/s1600/Sferro_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrugwgBEgJ0bj5Y4gCydlHE4wrpUFFxsq6mIntCbITK03jlbeHvumnl2inTOWnoYvpMGRw1jR5YqWlS_lEYbeHuAwLpKFgNF8uokdH1QVyaS0eTjubHQRzaupKwLsg42HWUVKyjvwTDus/s320/Sferro_raggio.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
mentre nella carta topografica IGM 1:100000 è presente
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6rJndPp5wnYK0_GlNW-_BykyYs3sb5JptUpYRvwsQpc1FTTFeV2wljgT_eGlYcf62a0TCJPKk0npATeUD1gT_fwskHvoQoP77sr55QKO7_01Q2gk9e3aBcMtkeYswsSWWh5ji8YKG9bo/s1600/Sferro_IGM1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6rJndPp5wnYK0_GlNW-_BykyYs3sb5JptUpYRvwsQpc1FTTFeV2wljgT_eGlYcf62a0TCJPKk0npATeUD1gT_fwskHvoQoP77sr55QKO7_01Q2gk9e3aBcMtkeYswsSWWh5ji8YKG9bo/s320/Sferro_IGM1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
per cui presumo sia stato costruito alla fine degli anni Cinquanta. Sempre dalla stessa mappa può desumersi come fosse un borgo di tipo “A”. Il sito è infatti molto vasto
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_F3DRZ7LDyRXLpmhq0H_7yQ8fs49D0RQkhai47xmIZ9lUcHecmJnO3Ax3hToko7A1V-Ep_fX8qWlPGXQNizl7ua37o3kmR-OjvCBIfz6NJS7qMokKmKxLloVLPyn_1th9CwVTByiAEnc/s1600/Sferro3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_F3DRZ7LDyRXLpmhq0H_7yQ8fs49D0RQkhai47xmIZ9lUcHecmJnO3Ax3hToko7A1V-Ep_fX8qWlPGXQNizl7ua37o3kmR-OjvCBIfz6NJS7qMokKmKxLloVLPyn_1th9CwVTByiAEnc/s320/Sferro3.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
con un sistema di viabilità interna che prevede addirittura i nomi delle strade
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_u6R6u2K-golQ-MSGdHCv7rJBZyFZWcwLoTIqTisX6qKgraGE0P9WMjn_HcWrX8XA_hXQwag4v87Ht_q9g_NIhqmTKS4-mz4NfYvu5IhJsczPrNJEQq5SVqwIwptp1M7DwrDEf26_uxg/s1600/Sferro1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_u6R6u2K-golQ-MSGdHCv7rJBZyFZWcwLoTIqTisX6qKgraGE0P9WMjn_HcWrX8XA_hXQwag4v87Ht_q9g_NIhqmTKS4-mz4NfYvu5IhJsczPrNJEQq5SVqwIwptp1M7DwrDEf26_uxg/s320/Sferro1.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Originariamente era composto da quattro grandi edifici, più la chiesa
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-217dF9nxRsKhGlcIKSftmulkcXlDLsvJhaf0HSqM4nqWxe69-q6YATidsqQGxkDqzlGP7twGVG3PKFaKiH-1dGi7fMlGh1fWZ9NAWOmc91GM1PMBVdwovlcu68R03o5RKHrlsWqwKXE/s1600/sferroplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-217dF9nxRsKhGlcIKSftmulkcXlDLsvJhaf0HSqM4nqWxe69-q6YATidsqQGxkDqzlGP7twGVG3PKFaKiH-1dGi7fMlGh1fWZ9NAWOmc91GM1PMBVdwovlcu68R03o5RKHrlsWqwKXE/s320/sferroplan.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Uno degli edifici e la chiesa furono demoliti tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Il sedime degli edifici demoliti è rimasto libero; la chiesa si trovava in corrispondenza di questo piazzale
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwmG6lM55rb9H9w5afhSSM2ESVdINM2jY2gMjTmnhrorqcQ7U4s9_scPNBQg_3HtHk29g6LQ_kQ5SnUpQMlyJoleOPn2aA16aCeiB4xpf3OGcWineOGtO4ctv_jM_VSPTAHfT_1bsdvDI/s1600/Sferro2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwmG6lM55rb9H9w5afhSSM2ESVdINM2jY2gMjTmnhrorqcQ7U4s9_scPNBQg_3HtHk29g6LQ_kQ5SnUpQMlyJoleOPn2aA16aCeiB4xpf3OGcWineOGtO4ctv_jM_VSPTAHfT_1bsdvDI/s320/Sferro2.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
E sempre analogamente a quanto accaduto per <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi47-lultima-fase-dei.html">Filaga</a>, non sembra ci si sia preoccupati eccessivamente del risultato in termini estetici. Dei tre edifici rimasti due hanno una pianta ad “L” con due corpi separati su due elevazioni, con portici costituiti da piattabande sul prospetto
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgo_7JNL9fAC_p5FgYHu5zcT3lN9WFZtgFlZupZ5Mc00idyJNNJjOuJlq6usSjbqkyJvaGO3f15reQ3RWh20KpIg_HJ2kw7Ucw_mOP42Z6PqEP5IxUoFGe-RNitd0khsxV0tbqFi8ZvTOI/s1600/Sferro4.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgo_7JNL9fAC_p5FgYHu5zcT3lN9WFZtgFlZupZ5Mc00idyJNNJjOuJlq6usSjbqkyJvaGO3f15reQ3RWh20KpIg_HJ2kw7Ucw_mOP42Z6PqEP5IxUoFGe-RNitd0khsxV0tbqFi8ZvTOI/s320/Sferro4.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Il terzo edificio ha una pianta ad “U”, con i corpi laterali costituiti da alloggi i cui fabbricati si sviluppano su singola elevazione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid340Qx2NNohY1vfxB7UGooNS9UTAz9poOmw6JsLR_yJ-uJKXbPQ4bVM3s5t6mj3fbVCH1UQlf2JdDM3AyTry17GZlQ8iHccMSSHaDz2akZpJusA38ep4YPQYIDIfUMbUIlsWGCJACQdQ/s1600/Sferro5.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid340Qx2NNohY1vfxB7UGooNS9UTAz9poOmw6JsLR_yJ-uJKXbPQ4bVM3s5t6mj3fbVCH1UQlf2JdDM3AyTry17GZlQ8iHccMSSHaDz2akZpJusA38ep4YPQYIDIfUMbUIlsWGCJACQdQ/s320/Sferro5.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
L’effetto d’insieme risultava di certo migliore quando tra tali edifici, indubbiamente imponenti, si ergeva la chiesa con l’alta torre campanaria
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<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjka-bhIfpN7f0ERHy90guKYhSJE5pBVefn3FgxMs64ZkxFPoYt1qAC9BisRNUtrl26gFsKZGQ3nIVUg2QbDkVqUDVUpoOwanGN_cdiPm1FICNFc4yXU0C2FhuFOmUZLoj7dvN_wejo46Q/s1600/chiesa+demolita.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="765" data-original-width="1024" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjka-bhIfpN7f0ERHy90guKYhSJE5pBVefn3FgxMs64ZkxFPoYt1qAC9BisRNUtrl26gFsKZGQ3nIVUg2QbDkVqUDVUpoOwanGN_cdiPm1FICNFc4yXU0C2FhuFOmUZLoj7dvN_wejo46Q/s320/chiesa+demolita.jpg" width="320" /></a></div>
</div>
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attualmente però, l’impatto estetico non appare superiore a quello di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi47-lultima-fase-dei.html">borgo Vicaretto</a>
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM_4wQMLVrB98Xu1tJ4DLBT97ee56dcyBXAQxEFRgKew5D5cqUlydebsd77IdvwBfZVO28oAslPGjgzNYJGSTJvMLuAZCVzgWIvDlH8RTQlExhLK8NHKVeE9fFOydOVeJaOjI6iKPG69I/s1600/Sferro6.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM_4wQMLVrB98Xu1tJ4DLBT97ee56dcyBXAQxEFRgKew5D5cqUlydebsd77IdvwBfZVO28oAslPGjgzNYJGSTJvMLuAZCVzgWIvDlH8RTQlExhLK8NHKVeE9fFOydOVeJaOjI6iKPG69I/s320/Sferro6.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
L’area, recintata, del borgo attualmente comprende altre costruzioni, marcate in azzurro nell’immagine satellitare, realizzate successivamente. Attualmente il complesso edilizio è utilizzato dal Consorzio
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghrFDuFaHWoGnzj17HALUVPno_YbIb4dx8aGJ3HIXQuVVoermEvXknGltzInZPm2aVB9vBhE1XnvQM7T5eXNazTfhNiLEyBd468ciLt1xzBXdVVef7Z84Gw97Laedcl7v9A2uqj1QQr6s/s1600/Sferro7.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghrFDuFaHWoGnzj17HALUVPno_YbIb4dx8aGJ3HIXQuVVoermEvXknGltzInZPm2aVB9vBhE1XnvQM7T5eXNazTfhNiLEyBd468ciLt1xzBXdVVef7Z84Gw97Laedcl7v9A2uqj1QQr6s/s320/Sferro7.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma l’area è chiusa ai privati; nessun servizio è attivo. Pare comunque che i servizi, attivi non lo siano stati mai; sono state attive le scuole, gestite però da suore. Sebbene, in assenza di elementi certi, sulla demolizione degli edifici non sono in grado di avanzare alcuna ipotesi, la mancata attivazione dei servizi potrebbe invece essere la conseguenza di una pianificazione non orientata alla Riforma Agraria. L’intera area del comprensorio del consorzio nella zona di Sferro e ad Est di esso appare ricoperta da cerchi di influenza di diversi borghi “A” i cui raggi si sovrappongono; ma a tale ridondanza non corrisponde una comparabile estensione delle aree di RA. Ovviamente, i borghi non progettati dall’ERAS non avrebbero necessariamente dovuto essere a servizio di aree interessate dalla Riforma Agraria; la finalità statutaria dei Consorzi, tra l’altro preesistenti alla legge 104, può andare ben oltre limiti e necessità strettamente attinenti alla riforma. Il fatto che in determinate aree non fossero presenti piani di ripartizione non indica l’assenza di popolazione rurale, anzi; è verosimile che le proprietà in aree agricole nelle quali non sia stato eseguito alcun piano di ripartizione fossero di estensione così ridotta da non rientrare negli obblighi di conferimento. Persino l’ERAS realizzò borghi (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi36-la-settima-fase-dei.html">Bruca</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi38-la-settima-fase-dei.html">Tumarrano</a>) volti a garantire la presenza dei servizi alla popolazione rurale prescindendo dall’estensione dei piani ripartizione, quando non si sottrasse a richieste in tal senso provenienti da assessorati (<a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">Tudia</a>, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">Cutò</a>). E’ pertanto possibile che il Consorzio di Bonifica della Piana di Catania abbia ritenuto di dover fornire servizi ai contadini ed ai piccoli proprietari esistenti, e non agli assegnatari dei lotti. Come probabilmente accaduto, anche se in modo ancor meno lineare, nella zona di monte Turcisi, nel comune di Castel di Iudica.
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<div>
<span style="font-size: large;">Franchetto
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<div style="text-align: justify;">
L’area del comune di Castel di Iudica giace proprio sul quello che una volta (prima dell’accorpamento) era il confine tra il comprensorio del Consorzio di Bonifica di Caltagirone e quello della Piana di Catania cosicché tutte le zone ad Est dell’abitato, ancorché prive di aree di Riforma Agraria, rientrano ampiamente all’interno dei confini del comprensorio del Consorzio di Bonifica della Piana di Catania. E nel comune di Castel di Iudica vi sono ben sei frazioni classificate come borghi rurali, ma non tutti intesi nel senso di centri di servizio progettati e realizzati per la popolazione rurale; quattro di essi, che si trovano ad Ovest di Castel di Iudica, sono agglomerati abitativi spontanei, ed anche relativamente recenti. <br />
<br />
I due rimanenti, molto vicini tra loro, si trovano ad Est, nella zona del monte Turcisi , tra questo e Castel di Iudica, ma in una zona che costituisce parte del comprensorio del Consorzio di Bonifica della Piana di Catania.<br />
<br />
Essi vennero realizzati tra la seconda metà degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta come borghi di tipo “C”. Ma nessuno dei due è riportato sulla mappa dei borghi del 1956, nemmeno come centro in progettazione; e ciò nonostante uno dei due dovesse essere, ai tempi di redazione della mappa, almeno in costruzione. <br />
<br />
Questo è Borgo Franchetto, una delle frazioni più “socialmente attive” di Castel di Iudica (vi si svolge una “sagra del pecorino pepato”, ha ospitato manifestazioni e raduni ed è regolarmente frequentato dal G.A.C., Gruppo Astrofili Catanesi); la sua presenza è chiaramente indicata nella carta che raffigura il comprensorio del Consorzio della Piana di Catania.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOBe2n-rZnAPvyaAoMBSkH-Kk8k564C_-DJzCouKF84t1GmUP8KhUhciIzKYXVRKMeVI2ACoQmWtxmVwiU41ysjG3ZJj1AfWM7wgAbScTxzPEteVo94KODxhm8Y0hmxxtq3o9MVJXfhQw/s1600/CB_Catania.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOBe2n-rZnAPvyaAoMBSkH-Kk8k564C_-DJzCouKF84t1GmUP8KhUhciIzKYXVRKMeVI2ACoQmWtxmVwiU41ysjG3ZJj1AfWM7wgAbScTxzPEteVo94KODxhm8Y0hmxxtq3o9MVJXfhQw/s320/CB_Catania.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Il nucleo del borgo si compone di tre edifici, chiesa
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpSXOe2vWknHbahu7T5OAQ8mm8vYMxGvYtF-sdiVmffAprM36_gnbjVrtQNfCGaWId8-SyZaZWYzoHLP_nJAN5vPOSjFALGHJ8eJqMJaPslX_7M2wAFnQIqL4AUK7E_TnIyKgYR0GFhY0/s1600/Franchetto_chiesa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpSXOe2vWknHbahu7T5OAQ8mm8vYMxGvYtF-sdiVmffAprM36_gnbjVrtQNfCGaWId8-SyZaZWYzoHLP_nJAN5vPOSjFALGHJ8eJqMJaPslX_7M2wAFnQIqL4AUK7E_TnIyKgYR0GFhY0/s320/Franchetto_chiesa.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
canonica e scuola con alloggio, collegati tra loro
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX5BSnOlBOXPKleeNMaIsOzO0Q9kUzqoLrbgjnBmxdVQDuuQz5ZqZSO9J7LpteJS7UmnFA17ylCGC_CUE2XgniMxvz_K2hEdPzVJH1177vOMTf5foHwCdZE5sUFlRE4YuF34eTIVQUDSE/s1600/Franchetto_canonica.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX5BSnOlBOXPKleeNMaIsOzO0Q9kUzqoLrbgjnBmxdVQDuuQz5ZqZSO9J7LpteJS7UmnFA17ylCGC_CUE2XgniMxvz_K2hEdPzVJH1177vOMTf5foHwCdZE5sUFlRE4YuF34eTIVQUDSE/s320/Franchetto_canonica.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
più un quarto edificio
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilbStLpjyLqhK5RHKXGwiKNIY90G4TYZRl7EH1GoJTaHSZdhPot4VSrPNX-LVwYo4FZnS_ygkzc6xUqzZEw99IyqYzY7tNzyC4aj-X-SleHsxCak4qQ8xjIaVdHi1E-bfNvdwpz_oPY4g/s1600/Franchetto_serv.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilbStLpjyLqhK5RHKXGwiKNIY90G4TYZRl7EH1GoJTaHSZdhPot4VSrPNX-LVwYo4FZnS_ygkzc6xUqzZEw99IyqYzY7tNzyC4aj-X-SleHsxCak4qQ8xjIaVdHi1E-bfNvdwpz_oPY4g/s320/Franchetto_serv.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
con pianta ad “L”
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQA-L_TnOXjyO7Kx1omWvTjHjC0IGCB19whl4pY16JYOxLf4J6AOU58m2_WC2sn5e4NCrJz2AUcAbWfH5tsIKegRBmvfbNMP-c9kAn6e1R1Btdds5lNkieMpLEQB2LjKRDl7gC7YQldic/s1600/Franchettoplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQA-L_TnOXjyO7Kx1omWvTjHjC0IGCB19whl4pY16JYOxLf4J6AOU58m2_WC2sn5e4NCrJz2AUcAbWfH5tsIKegRBmvfbNMP-c9kAn6e1R1Btdds5lNkieMpLEQB2LjKRDl7gC7YQldic/s320/Franchettoplan.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
In un articolo pubblicato su Limes nel 2009 e più volte menzionato (“<i>il Novecento narrato dalle pietre</i>”), l’arch. La China fa risalire al 1953 la costruzione di Franchetto. Dalle scarne notizie raccolte direttamente, invece, la sua costruzione sarebbe iniziata nell’anno 1955 ad opera dell’impresa Testa di Catania. Rimane il fatto che nel 1956, Borgo Franchetto sarebbe già stato esistente, o almeno in costruzione; mentre, come già affermato sopra, non vi è traccia di esso nella mappa dei borghi
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAOCQqRCejh5_ol9ruxBKUzqmUmEroC-URAko3Q8jO3zX94UYG8FqI83l-wFqbDMp8oysVMzhMCC9ZIYBSk3cgvWahXBUkvj_kIA1_FqqTGqaLCwDqGxq3Hr9Ko54sA-utFbheytAizz4/s1600/Franchetto_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAOCQqRCejh5_ol9ruxBKUzqmUmEroC-URAko3Q8jO3zX94UYG8FqI83l-wFqbDMp8oysVMzhMCC9ZIYBSk3cgvWahXBUkvj_kIA1_FqqTGqaLCwDqGxq3Hr9Ko54sA-utFbheytAizz4/s320/Franchetto_raggio.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ma questo non è l’unico aspetto inusuale tra quelli che lo riguardano.<br />
<br />
L’altro aspetto misterioso è quello relativo all’iniziativa della realizzazione. Sebbene Franchetto rientri pienamente nell’area gestita dal Consorzio di Bonifica della Piana di Catania, la sua costruzione sarebbe avvenuta su incarico del Consorzio di Bonifica di Caltagirone. Ciò, oltre ad essere riportato sempre nel succitato articolo dell’architetto La China, è esplicitamente dichiarato anche dal Consorzio di Bonifica di Caltagirone (ad esempio, nel “<i>Piano di classifica per il riparto della contribuenza</i>” del consorzio, relativo al 2009).<br />
<br />
Attualmente, oltre chiesa, canonica e scuola, che costituiscono il nucleo del borgo vi sono altri edifici
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgusux95dqcU8dPx6PMu95cECapDdlPAIXY-Ggx9qHrwBmAfTt2y95eO-D-jr8MKs2f1TkHunPcaT6VbPHwbyBbRc7jPQJLdkjj_dnmrOjjp6cLqfYFvG_SybuU_DVH3TQUVR718NHRJec/s1600/BorgoFranchetto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgusux95dqcU8dPx6PMu95cECapDdlPAIXY-Ggx9qHrwBmAfTt2y95eO-D-jr8MKs2f1TkHunPcaT6VbPHwbyBbRc7jPQJLdkjj_dnmrOjjp6cLqfYFvG_SybuU_DVH3TQUVR718NHRJec/s320/BorgoFranchetto.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
essi sono chiaramente abitazioni private, con l’esclusione dell’edificio all’angolo SudEst della piazza la cui funzione è più difficile da individuare inequivocabilmente. Come si vedrà più avanti l’impianto di Franchetto presenta delle analogie con quello di altri borghi realizzati dal Consorzio, e la palazzina potrebbe rappresentare un “omologo” di altri edifici. Purtroppo, a differenza di quanto è avvenuto per altri centri rurali, la raccolta di informazioni presso il comune o gli abitanti della zona, è stata poco fruttuosa; non si incontra un architetto Orlando ad ogni angolo di strada. Per tale motivo, unitamente all’assenza del centro sulla mappa, non sono stato in grado di stabilire praticamente nulla della storia del borgo. Di certo, la chiesa ha funzionato almeno fino a qualche tempo fa; uno dei sacerdoti che vi ha ufficiato è (o almeno lo era sicuramente fino al 2012) il parroco della parrocchia di san Pietro e Paolo, in Santo Pietro.
</div>
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<br />
<div>
<span style="font-size: large;">San Giovanni Bellone
</span></div>
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<div style="text-align: justify;">
Solo tre chilometri e mezzo di strada separano Franchetto da San Giovanni Bellone, che in realtà sono poco più di due in linea d'aria, sebbene i due siti siano reciprocamente nascosti alla vista da una collinetta
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV81WHosXgGxmFwcZf2eutxACgs0mMsoK1i2iWvACYUdRYBfk7mlMurWjFVBXgaRm7o1aheVW3WgeUMSQyUDhRUTlVw-gkBcV6lkVdlr_OgpLuV_14dkLc8Qr0DGHDTLimeWxiOdelwO8/s1600/SanGiovanniBellone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV81WHosXgGxmFwcZf2eutxACgs0mMsoK1i2iWvACYUdRYBfk7mlMurWjFVBXgaRm7o1aheVW3WgeUMSQyUDhRUTlVw-gkBcV6lkVdlr_OgpLuV_14dkLc8Qr0DGHDTLimeWxiOdelwO8/s320/SanGiovanniBellone.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
E' l'esatta immagine speculare di Franchetto
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg94HpPVQMqQcEG2zc2pHPG1AATELOgCjUtRsxfqdSlcd-6DBWJ36hsAnsdjN70Qy-inl1l8QUbLYYmwzXpi7Aw-dzQDZvd_8P2-QPONgJFKs_PoNr7zg8KOWYqRg5Mwrw7si-eIzrfJs8/s1600/Belloneplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg94HpPVQMqQcEG2zc2pHPG1AATELOgCjUtRsxfqdSlcd-6DBWJ36hsAnsdjN70Qy-inl1l8QUbLYYmwzXpi7Aw-dzQDZvd_8P2-QPONgJFKs_PoNr7zg8KOWYqRg5Mwrw7si-eIzrfJs8/s320/Belloneplan.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
a meno di qualche particolare decorativo di secondaria importanza, e delle apparenti differenze estetiche che sono in realtà frutto della manutenzione dell'uno, e di assenza di essa nell'altro.<br />
<br />
Esso, come accade per Franchetto, non è presente nella mappa dei borghi; sebbene, come afferma l’architetto La China nel già citato articolo su Limes, sarebbe stato costruito nel 1955. <br />
<br />
San Giovanni Bellone è sicuramente posteriore a Franchetto; e questo è desumibile anche dal fatto che in diverse carte topografiche si rileva la presenza del secondo, ma non del primo.<br />
<br />
Nella carta che mostra i limiti del comprensorio del Consorzio di Bonifica di Caltagirone, Borgo Franchetto è riportato (sebbene, per quanto detto sopra, al di fuori dei limiti), ma così non è per San Giovanni Bellone
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1rLoYsOCzkRQ43boiOeIWrVS_K9Hh29mhIyuPYiXr59dlzbRvPeN8hEbK5pvv6uBe6mF-hGuDA0A8BXfyLdvz0obTXSwplt1qKxFghQTlsqwz7ccP9Gl-Lj5eKPt6TnbqJ0X85BJOiQI/s1600/CB_Caltagirone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1rLoYsOCzkRQ43boiOeIWrVS_K9Hh29mhIyuPYiXr59dlzbRvPeN8hEbK5pvv6uBe6mF-hGuDA0A8BXfyLdvz0obTXSwplt1qKxFghQTlsqwz7ccP9Gl-Lj5eKPt6TnbqJ0X85BJOiQI/s320/CB_Caltagirone.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La topografia di tale carta è la riproduzione della carta topografica IGM scala 1:100000. <br />
<br />
Ma a quando risalgono i rilievi eseguiti per redigere la carta? Sul sito IGM le carte 100/V, in varie versioni hanno date variabili (dipendenti dalla versione) tra il 1955 ed il 1969, redatte però sui rilievi eseguiti per le carte 1:25000. Se quanto riportato sulle carte non è, in qualche modo, carente, San Giovanni Bellone è necessariamente posteriore al 1955; se si tiene presente che su qualcuna di queste carte è presente il Lago di Ogliastro, San Giovanni Bellone potrebbe anche essere stato realizzato nella prima metà degli anni Sessanta.<br />
<br />
Come già detto sopra, la zona in cui si trovano Franchetto e San Giovanni Bellone si trova al limite tra quelli che una volta erano i consorzi, adesso unificati, della Piana di Catania e di Caltagirone. Mi sono fatto l’idea che questo lembo di territorio costituisse, più che un lembo, un limbo, una sorta di terra di nessuno che non veniva presa in considerazione; persino dai confini tracciati sulla carta della mappa dei borghi non si capisce esattamente in quale comprensorio ricada. E nella zona non vi sono aree di riforma agraria.<br />
<br />
Gli edifici del borgo, chiesa compresa, sono attualmente occupati da privati, ed in parte utilizzati per il ricovero degli armenti
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4e2QEv6Q01yQ_lL9DzIf6XIrDYOGEwfCe_FOLR4dsrP79g_XtqXz8Qr4yeJ9KG_7W2MetM7fxJwTUJC2jiWLxwBflNmq8g-z6h2QKQQe_gCGysMktWGCT1KkcB-xVKD8pHiYFj5X5ekU/s1600/SanGiovanniBellone_chiesa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4e2QEv6Q01yQ_lL9DzIf6XIrDYOGEwfCe_FOLR4dsrP79g_XtqXz8Qr4yeJ9KG_7W2MetM7fxJwTUJC2jiWLxwBflNmq8g-z6h2QKQQe_gCGysMktWGCT1KkcB-xVKD8pHiYFj5X5ekU/s320/SanGiovanniBellone_chiesa.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La chiesa è stata comunque, in passato, aperta al culto; in particolare, mi è stata raccontata l’invasione dell’aula ecclesiastica da parte di un gregge di pecore, avvenuta proprio durante la celebrazione di una messa. L’aneddoto proviene sempre dalla stessa persona, che è stata almeno fino al 2012 parroco della chiesa di San Pietro e Paolo, a Santo Pietro; e sembra prefigurare quello che sarebbe stato il destino del sito.<br />
<br />
San Giovanni Bellone è infatti ormai null'altro che una grande stalla, in possesso di qualcuno del luogo. Da un lato fa rabbia che ciò che è stato costruito con i soldi di tutti, e che di tutti dovrebbe essere, sia in esclusivo possesso di chi non vi ha messo nulla. Ma dall'altro occorre prendere atto che questo non è altro se non il frutto della totale assenza dello Stato. Assente quando dovrebbe assistere che ne ha bisogno e diritto. Assente quando dovrebbe occuparsi dell'efficienza e della manutenzione di ciò che ha realizzato con i soldi della comunità, con la scusa di averlo fatto per la comunità. Assente quando dovrebbe far rispettare i diritti di chi si vede precluso ogni utilizzo del bene proteggendolo dalle prepotenze. E nel terreno sterminato senza Stato vige solo la legge del più forte. Lo sperimentarono i coloni americani nel diciannovesimo secolo; e lo sperimentiamo ancora oggi noi, che sui paesi anche mediamente civili viaggiamo con qualche secolo di ritardo.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">Santo Pietro
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ la seconda volta, Lettore, che ritroviamo questa località in questa serie infinita (solo apparentemente – tra breve scoprirai che non è così) sui borghi rurali. Sarebbe stata infatti il luogo nel quale trenta anni prima, sarebbe dovuta sorgere <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi28-la-fase-parallela.html">Mussolinia</a>.<br />
<br />
La costruzione di Santo Pietro, infatti, programmata all’inizio degli anni Cinquanta
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<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZAluikEJOM8Q7wi1i8lWl4H_JKqW2FHtyoDt06tb9QYxoYLXg_7UART6lBnlUvFIuB6V0H78Z_KaeERaPsad2YGAvOLvSpHtwFNPbvg55_SUgmoefv1l38bUMhRmbPIv015l4VJ8ZkVs/s1600/santopietro.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZAluikEJOM8Q7wi1i8lWl4H_JKqW2FHtyoDt06tb9QYxoYLXg_7UART6lBnlUvFIuB6V0H78Z_KaeERaPsad2YGAvOLvSpHtwFNPbvg55_SUgmoefv1l38bUMhRmbPIv015l4VJ8ZkVs/s320/santopietro.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
fu iniziata nel 1955 dal consorzio di bonifica di Caltagirone; nella mappa dei borghi del 1956 risulta, come è logico attendersi, in costruzione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikQjuszptTEFFH2N_cBz1u0B5gEHRvyeffcys9glcvKj18f4U975zb-rGmWo5GM4w2AMj3322tNhEMhPfM039PpRNQHtmAFUaVel5p_8bkel-zvfdh2OBh8dWkCD8vC_lcxJOxAMAszUk/s1600/SantoPietro_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikQjuszptTEFFH2N_cBz1u0B5gEHRvyeffcys9glcvKj18f4U975zb-rGmWo5GM4w2AMj3322tNhEMhPfM039PpRNQHtmAFUaVel5p_8bkel-zvfdh2OBh8dWkCD8vC_lcxJOxAMAszUk/s320/SantoPietro_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto, come d’altra parte può dedursi dal raggio di influenza, era per un borgo di tipo “A”; nel 1955 (quindi quando già il decreto nr 295 del 1953 era stato pubblicato in gazzetta) ciò avrebbe significato la realizzazione di chiesa, asilo, scuola, casa sanitaria, ufficio postale, caserma carabinieri, delegazione municipale, botteghe artigiane, uffici dell’ente, trattoria e rivendita, ambulatorio veterinario, stazione di monta e mulino, oltreché le palazzine alloggi per gli addetti ai servizi.<br />
<br />
Un elenco dei servizi previsti è riportato sul più volte citato articolo di Limes, del 2009, a firma Maria Lina La China; rispetto a quanto previsto dal decreto assessoriale solo i servizi veterinari (ambulatorio, mattatoio e stazione di monta) ed il mulino sembrano mancare. E d’altra parte esistevano (ed esistono tuttora) gli edifici di servizio preesistenti a Mussolinia, come la stazione sperimentale di granicoltura e l’asilo.
<br />
<br />
Ma come per Franchetto, escludendo la chiesa con la canonica
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG4W8vCZpq2K7j5A9BfA_EnOz6QAVmSgpmp4LZ6AF_h1Y-5JvUrcpsa8jb17wwmDJwfqO9cOo-4XjLkPkjEyAllz7X4h396lhFla68q6oqoPreKmNOgpxTXjHP5py_QyoZOZV2Ywl5Xyo/s1600/SantoPietro_chiesa1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG4W8vCZpq2K7j5A9BfA_EnOz6QAVmSgpmp4LZ6AF_h1Y-5JvUrcpsa8jb17wwmDJwfqO9cOo-4XjLkPkjEyAllz7X4h396lhFla68q6oqoPreKmNOgpxTXjHP5py_QyoZOZV2Ywl5Xyo/s320/SantoPietro_chiesa1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
la scuola con alloggio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtPTUtOWkh8YMldmgYT9zI3QIlmmOSQqsm17uBQ4h-ECZW2aZZJVlbdX8q6iGyQcqVRM5pE_DZBz1Befor_Ck77eR6Qhp0EPYcHWnfZJ8zMAn5-crE-nYu94hV0LkdR9yxIwuI8pPIgEQ/s1600/SantoPietro_scuola1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtPTUtOWkh8YMldmgYT9zI3QIlmmOSQqsm17uBQ4h-ECZW2aZZJVlbdX8q6iGyQcqVRM5pE_DZBz1Befor_Ck77eR6Qhp0EPYcHWnfZJ8zMAn5-crE-nYu94hV0LkdR9yxIwuI8pPIgEQ/s320/SantoPietro_scuola1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e la palazzina oltre la scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7JE5iLW-C89XfIEqKIqjxbrzf8j33xUnZBWjCqzDgeSCNd1T-_I0YANMjyAPAu0I8_M9dLYnECvvjMDcEZ_E_6xBIEVYi6Tl7k5xwYhtwGsybj0723tOXDwBnlJNZGk4GYNTxchGdlmU/s1600/SantoPietro_caserma1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7JE5iLW-C89XfIEqKIqjxbrzf8j33xUnZBWjCqzDgeSCNd1T-_I0YANMjyAPAu0I8_M9dLYnECvvjMDcEZ_E_6xBIEVYi6Tl7k5xwYhtwGsybj0723tOXDwBnlJNZGk4GYNTxchGdlmU/s320/SantoPietro_caserma1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
di cui sia le insegne
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQRkf2ReUc2eg3_oM09x8WG29l1Kx3zFqOkz6lOeZa4vvS9wzjm41nV8xIUG_yI274ziFFZhl3G_Uc_gzLP5Wct91sEgN9wbxL_wRoKDl5dxi4nH2qoU-XuTlRyQZAkJpY_VmV4hrVN2U/s1600/SantoPietro_caserma2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQRkf2ReUc2eg3_oM09x8WG29l1Kx3zFqOkz6lOeZa4vvS9wzjm41nV8xIUG_yI274ziFFZhl3G_Uc_gzLP5Wct91sEgN9wbxL_wRoKDl5dxi4nH2qoU-XuTlRyQZAkJpY_VmV4hrVN2U/s320/SantoPietro_caserma2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sia le inferriate rimaste alle finestre
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijhnpuiCiRWIGnMOslm2qYvvYINpGll1r5kqlFnY955i55QODl9_6IOFKlr_AhC54p8PTiTyQyuxpStPkh_ehN-vJgPFG1FNX8swv_Mv_4BNLWHTQ3r_kCLHBws2JdgYTaFf46Vix0cDg/s1600/SantoPietro_caserma3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijhnpuiCiRWIGnMOslm2qYvvYINpGll1r5kqlFnY955i55QODl9_6IOFKlr_AhC54p8PTiTyQyuxpStPkh_ehN-vJgPFG1FNX8swv_Mv_4BNLWHTQ3r_kCLHBws2JdgYTaFf46Vix0cDg/s320/SantoPietro_caserma3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ne denotano inequivocabilmente le pregresse funzioni, la destinazione d’uso degli altri edifici è desumibile con difficoltà.<br />
<br />
L’edificio su due elevazioni ad Est della chiesa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifhUEgRj4d6kW5eBSgFDymuGtjLWL0TKM4EQuT9pQ7giSaLb-NtOXFsyS9PR-bgSUqY41H3TkaQOipJ4k9KoQHXJJBvRRQPYPGeZhirQdig9Y92Y9SUwpHcIRvwXJUEzpvzSpQA-a66YA/s1600/SantoPietro_servizi1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifhUEgRj4d6kW5eBSgFDymuGtjLWL0TKM4EQuT9pQ7giSaLb-NtOXFsyS9PR-bgSUqY41H3TkaQOipJ4k9KoQHXJJBvRRQPYPGeZhirQdig9Y92Y9SUwpHcIRvwXJUEzpvzSpQA-a66YA/s320/SantoPietro_servizi1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
avrebbe potuto comprendere delegazione municipale ed uffici dell’Ente, anche se la lunga teoria di finestre tutte uguali sul retro prospetto evocherebbe più la funzione di una struttura ricettiva (locanda, albergo)
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgot6YB5AUI8ei_5UkN9U0xVmLprez_STb1jQXxorrbbHgGH-kBJQLSfa8lY0RzeMh528JHZ1RQEyCedTq8A0nczBhQbvJcA2n3ZUww5b-UFCZRsic0UACHWDyAJPQ0El4safxwdGWMl6M/s1600/SantoPietro_servizi2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgot6YB5AUI8ei_5UkN9U0xVmLprez_STb1jQXxorrbbHgGH-kBJQLSfa8lY0RzeMh528JHZ1RQEyCedTq8A0nczBhQbvJcA2n3ZUww5b-UFCZRsic0UACHWDyAJPQ0El4safxwdGWMl6M/s320/SantoPietro_servizi2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre la casa sanitaria avrebbe potuto essere ubicata nell’edifico adiacente, ad un solo piano
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkzXzL32N38AWoLDEu7I9SjGg8Vouqkr85vWTUmoeHkKHQ8mjUUBO5VG5ejnI5fDnyQiPYtvY2cviwGuRxBixqHz4fQLz-G-1ekcd9knnJ9AAcOArAWF_OVhjzRzLUMZAzv4JPNm438iQ/s1600/SantoPietro_ambulatorio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkzXzL32N38AWoLDEu7I9SjGg8Vouqkr85vWTUmoeHkKHQ8mjUUBO5VG5ejnI5fDnyQiPYtvY2cviwGuRxBixqHz4fQLz-G-1ekcd9knnJ9AAcOArAWF_OVhjzRzLUMZAzv4JPNm438iQ/s320/SantoPietro_ambulatorio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
magari con accesso al pubblico dal portico laterale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitQBce317T7DNpPG9Gb-vruAwEE-5DYu8EjyBTaAuO2Bx2VG22rKnhx76bYwg6ItTtVEP3YCSgcNm4Y_hyKHpFzYIHIVqryIZGUrY-bcxiwIkS6IrlO5xKINy47nLpCvWEodOIDzSCN3I/s1600/SantoPietro_portico.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitQBce317T7DNpPG9Gb-vruAwEE-5DYu8EjyBTaAuO2Bx2VG22rKnhx76bYwg6ItTtVEP3YCSgcNm4Y_hyKHpFzYIHIVqryIZGUrY-bcxiwIkS6IrlO5xKINy47nLpCvWEodOIDzSCN3I/s320/SantoPietro_portico.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’architettonica della costruzione ancora più ad Est, invece, con particolare riguardo alle caratteristiche del piano inferiore, farebbe pensare maggiormente alla possibilità di botteghe o negozi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9ROuftK5DodzfzNr2BS6IphpxY4D4dwY3yPmZ_1-Uwlqqu-25CIBn9BsHnUqfKysX5sKtmyLQveQ9jpnYHdkxEeQ10bHKn0GP-1Ldx1ueKRl6WlIZR8B8qHm1JDmOSGDSgo2-FO4Bp3M/s1600/SantoPietro_botteghe.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9ROuftK5DodzfzNr2BS6IphpxY4D4dwY3yPmZ_1-Uwlqqu-25CIBn9BsHnUqfKysX5sKtmyLQveQ9jpnYHdkxEeQ10bHKn0GP-1Ldx1ueKRl6WlIZR8B8qHm1JDmOSGDSgo2-FO4Bp3M/s320/SantoPietro_botteghe.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre ancora più difficile risulta avanzare delle supposizioni su altri edifici
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghIRgPg9HraOMBDXd49PF07weORbcOpmryn6lrQa_PbYkzVsehJuXYlqP9CLnJsIw1RfQm5LPPdhCixh0uz6wNo1Sbdfc4ZkffaAXSP4KjEE1sct-FfxeyAX1OstsoIF69Fy0wRBbIYok/s1600/SantoPietro_altri.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghIRgPg9HraOMBDXd49PF07weORbcOpmryn6lrQa_PbYkzVsehJuXYlqP9CLnJsIw1RfQm5LPPdhCixh0uz6wNo1Sbdfc4ZkffaAXSP4KjEE1sct-FfxeyAX1OstsoIF69Fy0wRBbIYok/s320/SantoPietro_altri.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Comunque sia, poiché, come già sottolineato, non ho preso visione di alcuna documentazione, ogni descrizione non supera i confini delle illazioni.<br />
<br />
Sempre nello stesso articolo dell’arch. La China del 2009, su Limes, viene riportato come il progetto del borgo risalirebbe al 1939, e fosse a firma Florestano Di Fausto; ciò viene ribadito anche in un articolo pubblicato sulla rivista “Agorà” nel 2013, dove viene anche mostrata la fotografia di un plastico tratta da un numero del “Popolo di Sicilia” del 1939
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2gIIYm7W7JasGZrvlGYQkDrb-wnSl-T2ciBQH4CdeckM1qTNDbcCJG8_ETxOoyA5acJmbeLLntpMeCPpC_y4GOqf5XuKmFPpv4zFea0TB5A1py31Jejn4AA7Oxb_oM2ylS8d_-Zps9ik/s1600/DiFausto1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2gIIYm7W7JasGZrvlGYQkDrb-wnSl-T2ciBQH4CdeckM1qTNDbcCJG8_ETxOoyA5acJmbeLLntpMeCPpC_y4GOqf5XuKmFPpv4zFea0TB5A1py31Jejn4AA7Oxb_oM2ylS8d_-Zps9ik/s320/DiFausto1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ciò è sicuramente possibile, in quanto anche se Di Fausto all’epoca era in Libia come Consulente Artistico in Materia Edilizia, continuava a mantenere uno studio professionale a Roma; pertanto non è impossibile che accettasse anche degli incarichi in patria, tanto più se essi avrebbero potuto risolversi nella presentazione di progetti già redatti per altre finalità.<br />
<br />
Vi è però da dire, onde evitare di ingenerare equivoci, che l’immagine riportata sul “Popolo di Sicilia” non ha a che fare con la costruzione di Santo Pietro, ma è uno studio relativo al “Villaggio Oberdan” realizzato in Libia l’anno precedente, per la seconda “ondata” della colonizzazione di massa. Il villaggio Oberdan ha una planimetria generale diversa, ma i singoli edifici sono i medesimi, solo diversamente disposti. <br />
<br />
Nella fotografia del centro in costruzione sono riconoscibili molti degli edifici presenti sul plastico
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOr20WECaxx6GxSpe5HdjX1rIwLD8tf7V2UDKVI2z0Z1iv5DOsQhXYAQ-J7LlCRrwgl_mN8EOAgL0gPa4h0KeAUGZBl8wnXcPA3EpQaHGpLVLGfnpLGlFGe_Xot2TrsTPvgYHVxbuvU_A/s1600/oberdan3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOr20WECaxx6GxSpe5HdjX1rIwLD8tf7V2UDKVI2z0Z1iv5DOsQhXYAQ-J7LlCRrwgl_mN8EOAgL0gPa4h0KeAUGZBl8wnXcPA3EpQaHGpLVLGfnpLGlFGe_Xot2TrsTPvgYHVxbuvU_A/s320/oberdan3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed anche il disegno prospettico che venne eseguito per la versione definitiva di Oberdan risulta poi comunque diverso da ciò che venne effettivamente realizzato.<br />
<br />
Tra l’altro, molti dei centri libici si basano su planimetrie che prevedono una piazza chiusa su tre lati, in cui i corpi di fabbrica, come a Santo Pietro
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgMiWsYtr2hV4sL8tcW7JmsqwsK_PXLOvgIqbDjCQcO2H_4ns8iwZoyYQYXDQA3w0tt5_OVGQK6Ecv9ejn9DeCIA7HSqU7NPvV-GYLvy3EknK4XkEXJBuQT4S13PTFSBETvFH8EPh3bEE/s1600/santopietroplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgMiWsYtr2hV4sL8tcW7JmsqwsK_PXLOvgIqbDjCQcO2H_4ns8iwZoyYQYXDQA3w0tt5_OVGQK6Ecv9ejn9DeCIA7HSqU7NPvV-GYLvy3EknK4XkEXJBuQT4S13PTFSBETvFH8EPh3bEE/s320/santopietroplan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
sono contigui o raccordati da portici ad arco
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhthIu3T5sYoi-8IVyW-gzi86hkRnjyQklW4Va9cZnNhXcrqAQ9DSl3-vxIj2xNwEfIus6xpJ1DyKAMEoNB32fA4bVHzHr6Qvo7xQPVpBUcAj8fzDduN5Q5RXd6U1-jhhAJzC7BAWWSaGk/s1600/SantoPietro_piazza.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhthIu3T5sYoi-8IVyW-gzi86hkRnjyQklW4Va9cZnNhXcrqAQ9DSl3-vxIj2xNwEfIus6xpJ1DyKAMEoNB32fA4bVHzHr6Qvo7xQPVpBUcAj8fzDduN5Q5RXd6U1-jhhAJzC7BAWWSaGk/s320/SantoPietro_piazza.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
invece le costruzioni di Oberdan non sono collegate tra loro, cosicché risulta possibile effettuare con facilità variazione della planimetria generale, come in effetti accadde nella realizzazione del villaggio.<br />
<br />
E’ fuor di dubbio che Santo Pietro si accosti molto, nello stile architettonico degli edifici, ai centri rurali libici della prima e della seconda “ondata” migratoria; se però, personalmente, dovessi ricercare delle analogie nell’impostazione planimetrica, considererei forse più il villaggio Maddalena, costruito per la prima “ondata”, oppure Mameli
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoKQOCFA7Opv5NmUa4Fs1xOgI1GLhKxuy3XBDDAiU5O-dZE6yJCNDPu5mnL4Z2Qf4LVskbhGZMTwK9wSeyNDW4TfYlHc8JaR50ZN0F3cSC2UhFg9va6XbIDqxrD3hjrlOv8Xd1mOD-gJg/s1600/mameli_GE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoKQOCFA7Opv5NmUa4Fs1xOgI1GLhKxuy3XBDDAiU5O-dZE6yJCNDPu5mnL4Z2Qf4LVskbhGZMTwK9wSeyNDW4TfYlHc8JaR50ZN0F3cSC2UhFg9va6XbIDqxrD3hjrlOv8Xd1mOD-gJg/s320/mameli_GE.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
per la seconda, che non Oberdan. Così come vi sono similitudini nell’opera di Pellegrini, anche se questi praticamente non operò mai in Italia; tra i progetti firmati (anche) da Pellegrini vi sono centri, come Baracca
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy4hVNGN2fgoOGigX17x_MycRvc_knFH5d2GGk85ImfvN7nTIuKvlPrQGjBeR0GO6YMJmotNh6AgMqvrpSnekDM3T1Cq13YCMde8bJ1TYMfrX1K-bxlfbxU-Gn40rS_zj-Jgpfa8os95s/s1600/Baracca_GE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy4hVNGN2fgoOGigX17x_MycRvc_knFH5d2GGk85ImfvN7nTIuKvlPrQGjBeR0GO6YMJmotNh6AgMqvrpSnekDM3T1Cq13YCMde8bJ1TYMfrX1K-bxlfbxU-Gn40rS_zj-Jgpfa8os95s/s320/Baracca_GE.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
o Crispi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl9pib_mpTtRxpxm7NoH0fFz-ef3pL8lThOPTguI5UZ8WV_L0GkRKG8P6QcTNVaEtoDBj_8tzaREfAuVszv7oTEVRUplgD8xqANPTQ6WIH_g7q1Suh3q3qbK0UEw295wzpq5nvr4s5Sfg/s1600/crispi_ge.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl9pib_mpTtRxpxm7NoH0fFz-ef3pL8lThOPTguI5UZ8WV_L0GkRKG8P6QcTNVaEtoDBj_8tzaREfAuVszv7oTEVRUplgD8xqANPTQ6WIH_g7q1Suh3q3qbK0UEw295wzpq5nvr4s5Sfg/s320/crispi_ge.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
la cui piazza risultava aperta su un intero lato, con un’impostazione simile a quella Santo Pietro.<br />
<br />
L’elemento dissonante in Santo Pietro è invece costituito dai tetti spioventi, inusuali nei centri libici; tra essi, l’unico a presentare tale caratteristica è D’Annunzio. Tuttavia, essi potrebbero essere un elemento aggiunto, per variare stilisticamente i componenti “presi a prestito” da progetto in qualche modo riciclato, secondo l’ipotesi ventilata dall’architetto La China. Anzi, devo dire che sebbene non saprei dire quanto l’ipotesi dell’arch. La China sia del tutto plausibile o comprovabile, che almeno su alcuni edifici archi e spioventi siano un’aggiunta è certo.<br />
<br />
Il nucleo centrale del borgo, infatti, e cioè quello composto da chiesa con canonica e scuola con alloggio dell’insegnante è il medesimo di Franchetto/San Giovanni Bellone
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb7buVwoihj7vAHvtJJVcsyZpI_XsOhK3rhxiYjkD2mdGsvT-Foio_RagO6jFmLbD-QUYNd5uwAadyyaB_xphfAs5GowCF3jKrGLABfvyKAqlM-APJuiCUOPTHT2IXGYLCCz34VRa8haM/s1600/compare1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb7buVwoihj7vAHvtJJVcsyZpI_XsOhK3rhxiYjkD2mdGsvT-Foio_RagO6jFmLbD-QUYNd5uwAadyyaB_xphfAs5GowCF3jKrGLABfvyKAqlM-APJuiCUOPTHT2IXGYLCCz34VRa8haM/s320/compare1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nonostante l’edificio ecclesiastico appaia diverso
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSDJdqompmb7ZgfK_e7YeDjpcup0yvqEzHMi4kpmoYKUPpzOvxI2xo1vrmpwwdSTmFHH6qcUV9B7qFxL6mIPivoiSHXcl8wvsDaPObyC8tkFHBbs308jr29yiNcGgbcMEW3rR5NvxX30A/s1600/SantoPietro_chiesa2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSDJdqompmb7ZgfK_e7YeDjpcup0yvqEzHMi4kpmoYKUPpzOvxI2xo1vrmpwwdSTmFHH6qcUV9B7qFxL6mIPivoiSHXcl8wvsDaPObyC8tkFHBbs308jr29yiNcGgbcMEW3rR5NvxX30A/s320/SantoPietro_chiesa2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
l’insieme chiesa-canonica-scuola è evidentemente lo stesso. I fabbricati di scuola e canonica sono quelli degli altri due borghi, con l’aggiunta di qualche elemento architettonico (arco-pensilina), per renderli stilisticamente omogenei agli altri edifici del borgo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoRXDrSWOJhKHa6gr2-dykNysKrsy5ARCD_SKZcBb4kJ7AwCZsnQI8BvFAbMLUDe3SGqVDNENLpwvbEzXbuouGZCrTnaFkWEupmjYhXlSNcvKODP5pea7J16ViGj2CBu1P6dWns3uC9qc/s1600/compare2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoRXDrSWOJhKHa6gr2-dykNysKrsy5ARCD_SKZcBb4kJ7AwCZsnQI8BvFAbMLUDe3SGqVDNENLpwvbEzXbuouGZCrTnaFkWEupmjYhXlSNcvKODP5pea7J16ViGj2CBu1P6dWns3uC9qc/s320/compare2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche misure e dimensioni sono uguali. La sovrapposizione appare perfetta, al limite della precisione delle immagini di GoogleEarth. Qui, in nero i contorni degli edifici di Franchetto, sovrapposti all’immagine satellitare di Santo Pietro
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRwVyqUQU2mqdyUCQ_bVr61nOZcVUrEU04Gwy04WUE4F0vIiYNieZF_ybvRNcLTIGL3S3of8f-ilN0Ag75wtRHbdLkxs2Vo_NvTc7tFKxl8n29F3aNix5b0SCIP1NOq1krGFOhPHhdJiA/s1600/compare3b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRwVyqUQU2mqdyUCQ_bVr61nOZcVUrEU04Gwy04WUE4F0vIiYNieZF_ybvRNcLTIGL3S3of8f-ilN0Ag75wtRHbdLkxs2Vo_NvTc7tFKxl8n29F3aNix5b0SCIP1NOq1krGFOhPHhdJiA/s320/compare3b.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E come si vede la caserma è omologa alla palazzina di Franchetto, sebbene sembrerebbe basarsi su un progetto non identico.<br />
<br />
Una possibilità da tenere in considerazione è che la costruzione si sia basata su due progetti diversi. Uno, in comune con Franchetto e San Giovanni Bellone, che abbia riguardato chiesa, scuola e canonica; l'altro, relativo al solo Santo Pietro, da identificarsi con quello che l'architetto La China fa risalire a Florestano Di Fausto.
<br />
<br />
Sempre nel succitato articolo su Limes, infatti, l'architetto La China scrive: "<i>Il progetto non venne portato subito a termine, tanto che ancora nel 1965 si operavano delle varianti alla chiesa</i>".
<br />
<br />
Ciò appare coerente con quanto visibile nell'immagine sottostante, che mostra Santo Pietro in costruzione.
</div>
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhULyxmire0B4WgoarQnRd6sk3xRkZ4UxKHhHICXIoB5buGZWzPHsxj5iTvZqrDfAkAEGIka8eNvdM0DLp6c5a6bayi5ZJwH5G2DqN0OyRAIrmZMjV6nbPF45sEjKjmJd8t2nGPw_jcd4/s1600/SantoPietro55.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhULyxmire0B4WgoarQnRd6sk3xRkZ4UxKHhHICXIoB5buGZWzPHsxj5iTvZqrDfAkAEGIka8eNvdM0DLp6c5a6bayi5ZJwH5G2DqN0OyRAIrmZMjV6nbPF45sEjKjmJd8t2nGPw_jcd4/s320/SantoPietro55.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono in fase di realizzazione praticamente tutti i fabbricati con l'eccezione di chiesa e canonica, e cioè gli edifici che presentano marcate analogie con gli omologhi di Franchetto e San Giovanni Bellone.<br />
E' plausibile che, per qualche motivo, non si sia dato luogo alla realizzazione di chiesa e canonica, per ricorrere, in una fase successiva, ad un progetto diverso (Franchetto), apportando qualche variente per cercare di uniformare lo stile dei fabbricati a quello degli edifici esistenti
<br />
<br />
Nonostante gli edifici a NordOvest abbiano definitivamente cancellato gli ultimi resti del turrito colonnato di piazza XXX Ottobre, prendendone il posto, sembra che Santo Pietro abbia conservato, nella viabilità, un indissolubile legame con la Mussolinia che doveva essere e che non fu
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidWItdCvnbjI2fj1WGGisRovFG81uJL1VC9ExU3zGjsCyZhr5cy3u9mgliUo6ok-MB_jBwuRVlgFtwqUaxMvdFFZ6OC2TA4mWiVpxBQ4_Ein5D-Xdm5vLRlom7lD88e3zKGiuwx5TSjNA/s1600/SantoPietro_piazza2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidWItdCvnbjI2fj1WGGisRovFG81uJL1VC9ExU3zGjsCyZhr5cy3u9mgliUo6ok-MB_jBwuRVlgFtwqUaxMvdFFZ6OC2TA4mWiVpxBQ4_Ein5D-Xdm5vLRlom7lD88e3zKGiuwx5TSjNA/s320/SantoPietro_piazza2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La piazza, intersecata dalla via Ozanam ha dei confini non ben definibili, specialmente nella zona Est, dove la chiesa di San Paolo ancora esiste; nondimeno, il baricentro della piazza attuale continua in qualche modo a coincidere con il centro di piazza XXX Ottobre.<br />
<br />
Quale che sia la reale origine del progetto su cui si basa Santo Pietro, il nesso con Franchetto e San Giovanni Bellone è comunque palese. Presumo pertanto che il nucleo dei tre borghi del Consorzio di Caltagirone, realizzati nello stesso periodo e su progetto analogo, possa esser fatti risalire alla stessa fonte.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">Sperone
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le esigenze che devono aver condotto alla realizzazione di Sperone appaiono analoghe a quelle di Franchetto e San Giovanni Bellone. Anche Sperone non è previsto nella mappa dei borghi, non serve aree di riforma agraria, e la realizzazione venne iniziata nel 1956 con la costruzione della chiesa; la costruzione venne quindi sospesa nel 1957. Nel 1963 Il Sottocomitato Tecnico Amministrativo diede parere favorevole al completamento del borgo, per l’interessamento attivo del direttore del Consorzio del Birgi. I lavori iniziarono nel settembre del 1964 e terminarono l’anno successivo. <br />
<br />
Il borgo consta di tre edifici, la chiesa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXgWMLIm54Gsz1DPvp-Va9vYK5_hvDAsMa38FaHsXy5Li2NVIaIiOixRkgoMry7XV4S-JsjGE-LUdovEHMg62p7xK2A8nrO77AcsSaTonX0bX7KarE_nWNdedjme2PnRr9tOLn8JpSXa4/s1600/Sperone_chiesa1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXgWMLIm54Gsz1DPvp-Va9vYK5_hvDAsMa38FaHsXy5Li2NVIaIiOixRkgoMry7XV4S-JsjGE-LUdovEHMg62p7xK2A8nrO77AcsSaTonX0bX7KarE_nWNdedjme2PnRr9tOLn8JpSXa4/s320/Sperone_chiesa1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
la scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaSk1vsxMVBWSLS4Nh-08nOQsyt6c0ORzn7Uw-fbi0ZNOLhXwtsnkzlvCG5r_OhWlgUZaHLke49tPDDIFWS3k-yld53ov17Cj5zbU36_SmMHTnPr1EQ_BCeQCFta722ZCf298iVoZsWhQ/s1600/Sperone_scuola.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaSk1vsxMVBWSLS4Nh-08nOQsyt6c0ORzn7Uw-fbi0ZNOLhXwtsnkzlvCG5r_OhWlgUZaHLke49tPDDIFWS3k-yld53ov17Cj5zbU36_SmMHTnPr1EQ_BCeQCFta722ZCf298iVoZsWhQ/s320/Sperone_scuola.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e l'ambulatorio medico
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFbzp9WL7eCTD_dSe6p9uBqE2q85ryQsArAnR56Oj6rh-XFsWGJWoxUopKPBIKnlB7kvnusZs68QnIgmvxvr_qqqfDHm5Frp6OfuZx9c-4tQ06CgkysKpQzDCrLRMHsdIThF1dtqTrsPM/s1600/Sperone_serv.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFbzp9WL7eCTD_dSe6p9uBqE2q85ryQsArAnR56Oj6rh-XFsWGJWoxUopKPBIKnlB7kvnusZs68QnIgmvxvr_qqqfDHm5Frp6OfuZx9c-4tQ06CgkysKpQzDCrLRMHsdIThF1dtqTrsPM/s320/Sperone_serv.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La chiesa (parrocchia San Giuseppe) è normalmente aperta al culto, mentre l’ambulatorio è chiuso e parte delle aperture appaiono murate. L’edificio scolastico è invece stato costruito a poche decine di metri da quello preesistente, costruito a metà degli anni Trenta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaxoM-cguIILcrvFTgQfquzMuydDSR5LcQZiSmUbC5GdpeuqRn7cSn_rypgwOIYe1Nzsqb8Mb7AQswhjbE5p9d6ErIutrKxEp_CiBjfzyZGwnjmvOnPMmwiej4-O7pfGFgIotn6loKdgo/s1600/Sperone_scuola2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaxoM-cguIILcrvFTgQfquzMuydDSR5LcQZiSmUbC5GdpeuqRn7cSn_rypgwOIYe1Nzsqb8Mb7AQswhjbE5p9d6ErIutrKxEp_CiBjfzyZGwnjmvOnPMmwiej4-O7pfGFgIotn6loKdgo/s320/Sperone_scuola2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il “borgo” risulta pertanto completamente inglobato nel tessuto urbano
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBGsszUxm-rsckOsjDuSBcCzMZWn291Sb_oKOKF5l8kVLRODR7i1ux6abC8vDBFevc1LqB7enP2sqAa9dLR1UwwVt-p58HpocwzIDTDU4mzdPvFjTYI1-87XxdW5zLQBqK_vnEpgfGv1Q/s1600/Sperone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBGsszUxm-rsckOsjDuSBcCzMZWn291Sb_oKOKF5l8kVLRODR7i1ux6abC8vDBFevc1LqB7enP2sqAa9dLR1UwwVt-p58HpocwzIDTDU4mzdPvFjTYI1-87XxdW5zLQBqK_vnEpgfGv1Q/s320/Sperone.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è difficile, sulle prime distinguere quali siano gli edifici appartenenti ad esso, e quali di altra origine
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCCPHy3duZojPk7JpP6KHGEzZJmgaXi_8KRE4D4Wi14LgI5YGbhyphenhyphenWAaFG5nYCwogkBL6ubIPcPSDYMwSwNGxyZRWLtNAJIkJkOlVhfUlVzv8ruZnkDI2tGzJKI9XemwqcKpEMhgThs3kY/s1600/speroneplan3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCCPHy3duZojPk7JpP6KHGEzZJmgaXi_8KRE4D4Wi14LgI5YGbhyphenhyphenWAaFG5nYCwogkBL6ubIPcPSDYMwSwNGxyZRWLtNAJIkJkOlVhfUlVzv8ruZnkDI2tGzJKI9XemwqcKpEMhgThs3kY/s320/speroneplan3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La sagrestia, l’aula per il catechismo ed il salone ricreativo annessi alla chiesa sono comunque di realizzazione molto più recente.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">Tangi
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Buseto Palizzolo, dell’esistenza del quale vi è stato modo di accennare a proposito di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Badia</a> e di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi36-la-settima-fase-dei.html">Bruca</a>, è un paesino con una peculiarità: non possiede un “centro” definibile. Non si è sviluppato accrescendosi intorno ad un nucleo. I suoi “quartieri” si identificano con le sue frazioni. Due di esse ospitano due borghi “C” costruiti dal Consorzio del Birgi.<br />
<br />
A Tangi è presente uno dei due borghi “C”; costruito al limitare Ovest dell’abitato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0vwy8SLvo6HVDRjv8tcK2Ppb1DECqqE7yQm7vgvSfcm5uMimKeLix6MlbzQEIcIG62Nq2pR9iJQGZswul2C1pY_XSSkR2WzVz-FW-Sy1oLfFlfPg-22D13UUUIjGFl8ShU3Crc8Ps9kg/s1600/tangiplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0vwy8SLvo6HVDRjv8tcK2Ppb1DECqqE7yQm7vgvSfcm5uMimKeLix6MlbzQEIcIG62Nq2pR9iJQGZswul2C1pY_XSSkR2WzVz-FW-Sy1oLfFlfPg-22D13UUUIjGFl8ShU3Crc8Ps9kg/s320/tangiplan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
consta di tre edifici: chiesa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRb5vdfq8u80VYs94HTd3sVzNw3r74kPmqlAW1cIqi8fr5vnnrciN90SJhUvAJB2FnBoTWqax1kaKK3KTheP-XQOSWI2Hf9Wbw_84zG-4CL7IU6f7UKaB5gJf1ZB1nlcxYNZayXJYfuKk/s1600/Tangi_chiesa1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRb5vdfq8u80VYs94HTd3sVzNw3r74kPmqlAW1cIqi8fr5vnnrciN90SJhUvAJB2FnBoTWqax1kaKK3KTheP-XQOSWI2Hf9Wbw_84zG-4CL7IU6f7UKaB5gJf1ZB1nlcxYNZayXJYfuKk/s320/Tangi_chiesa1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJSkn7sFZ63fN5lCIkZqzk9dUo0QSRowNJykCAT_PnUjOGWvLxfiHf2gGcn7pR0a_aCeFVWEhYnGPl1GUwp6wYHoWwDoezOwiC0ORPMd0xOzRiKKH2k3WWko86EuTHypTu7Dg2t1Me3_4/s1600/Tangi_scuola1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJSkn7sFZ63fN5lCIkZqzk9dUo0QSRowNJykCAT_PnUjOGWvLxfiHf2gGcn7pR0a_aCeFVWEhYnGPl1GUwp6wYHoWwDoezOwiC0ORPMd0xOzRiKKH2k3WWko86EuTHypTu7Dg2t1Me3_4/s320/Tangi_scuola1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed edificio di servizio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheocR5GyhOARuyFn6MxZSMC31LPIkSIBFXJ5uivmY58TcWLQWZ97MjIz5EY8H-WXLfeb2vrhDpWBfRUEHg1Hy-HW-P2ITA5t34xk6WX9BkbW-jv_dw2j6zVMIOu9FQ9Wg3b9rsCFxai-o/s1600/Tangi_serv.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheocR5GyhOARuyFn6MxZSMC31LPIkSIBFXJ5uivmY58TcWLQWZ97MjIz5EY8H-WXLfeb2vrhDpWBfRUEHg1Hy-HW-P2ITA5t34xk6WX9BkbW-jv_dw2j6zVMIOu9FQ9Wg3b9rsCFxai-o/s320/Tangi_serv.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ possibile che la sequenza di costruzione sia stata simile a quella di Sperone: prima la chiesa, poi il resto del borgo. Su un sito web non più esistente, si precisava infatti che la chiesa venne costruita con fondi raccolti dai residenti. Vale la pena di sottolineare che la denominazione originale di Tangi era “Città povera”; questo ad ulteriore riprova dell’importanza che l’aspetto religioso riveste nella vita contadina
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj59kqEmrX53Dx-r7sp6HeJoPyT2WJOetllHNouRPaAwZ3PYoM9lh02GzguxVG0QTGN2K4qeaxd8xNpZmsbZ4S7qBPq6OWJu8GXvmBerJfkANBXzFUtBRLPcIWTtA1GLM3FrJcOTa_QmiM/s1600/Tangi_chiesa2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj59kqEmrX53Dx-r7sp6HeJoPyT2WJOetllHNouRPaAwZ3PYoM9lh02GzguxVG0QTGN2K4qeaxd8xNpZmsbZ4S7qBPq6OWJu8GXvmBerJfkANBXzFUtBRLPcIWTtA1GLM3FrJcOTa_QmiM/s320/Tangi_chiesa2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Non sembra che i servizi, all’infuori della chiesa (parrocchia M.SS. Addolorata) siano mai stati attivi; in quella che avrebbe dovuto essere la scuola ha attualmente sede un museo di arte povera contadina
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipkxLIt4pEQcTRjEkHsmsJdJDHWasDMHgz0IW7t1dEvaBPvyuOZuOnBmSTizQyWKJzshg1XUP5eAt7XUdaPDj85iPoWBBAkYKfNDtVhAKvtBomT6v0p7eXQ982_WOqWwwHdP9UXjz-sbY/s1600/Tangi_scuola2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipkxLIt4pEQcTRjEkHsmsJdJDHWasDMHgz0IW7t1dEvaBPvyuOZuOnBmSTizQyWKJzshg1XUP5eAt7XUdaPDj85iPoWBBAkYKfNDtVhAKvtBomT6v0p7eXQ982_WOqWwwHdP9UXjz-sbY/s320/Tangi_scuola2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">Pianoneve
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’altro borgo delle frazioni di Buseto Palizzolo è a Pianoneve. Anche questo consiste di tre edifici, chiesa, scuola ed edificio di servizio, su due piazzali realizzati su terrazzamenti e separati dalla strada da muri di contenimento
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAX34rKIf4Kekz7rRS5INbtRIO9TpAvGJLhUDRfUMd_k5sNmAFPKucjIwr1krPhfFCrH9jg3RqZiOnwxOZneCImrtwy92Msc32ymMcVVA_GVdKPVz6OZnIIK8YuDcGti0KmFqZAeQoC-I/s1600/Pianoneveplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAX34rKIf4Kekz7rRS5INbtRIO9TpAvGJLhUDRfUMd_k5sNmAFPKucjIwr1krPhfFCrH9jg3RqZiOnwxOZneCImrtwy92Msc32ymMcVVA_GVdKPVz6OZnIIK8YuDcGti0KmFqZAeQoC-I/s320/Pianoneveplan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhVgtqo-OyBTaBC_zEMNs24VaxdAT_H30fo1ac_itAB0QWxsjeuAro23osxh26Gy9B8kto83H-YUvSjhG40LaMfgmDDZZmlA3aeejpqQQsTnVBXlX5OOv5MSbRA0c9yPweWQM2U-5Sing/s1600/Pianoneve_scuola.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhVgtqo-OyBTaBC_zEMNs24VaxdAT_H30fo1ac_itAB0QWxsjeuAro23osxh26Gy9B8kto83H-YUvSjhG40LaMfgmDDZZmlA3aeejpqQQsTnVBXlX5OOv5MSbRA0c9yPweWQM2U-5Sing/s320/Pianoneve_scuola.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
più grande di quella di Tangi, è attiva; così come la chiesa ( parrocchia Chiesa “Maria SS. Di Fatima”)
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_T5dx5T8iMdKryrnsZh9yOpBCe270kdoGqJFSKMZB3cnUQAqZu2nuMEDYmGKERFRzfF3S75Lt_jO1_pE7vVSw4COT9v0KLhDFv1nx9QqJ2eOq_deNPWwzwHUMpNm1Hmzto905CAzE05c/s1600/Pianoneve_chiesa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_T5dx5T8iMdKryrnsZh9yOpBCe270kdoGqJFSKMZB3cnUQAqZu2nuMEDYmGKERFRzfF3S75Lt_jO1_pE7vVSw4COT9v0KLhDFv1nx9QqJ2eOq_deNPWwzwHUMpNm1Hmzto905CAzE05c/s320/Pianoneve_chiesa.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
L’edificio che sarebbe stato destinato ad ambulatorio sembra sia abitato da privati
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgflYym_3gfieSuHfetczReE099vUltc2PuoD6hEuPxIUQ90U9cDKHMyZCXlBBNmXVVfwW7IyC666kMQPvVwh-hfafXxv9tGvu8o0XPwmbMqYxMrdh9CmCUPWKDui2bHFZ1BrvQB1qymzQ/s1600/Pianoneve_serv.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgflYym_3gfieSuHfetczReE099vUltc2PuoD6hEuPxIUQ90U9cDKHMyZCXlBBNmXVVfwW7IyC666kMQPvVwh-hfafXxv9tGvu8o0XPwmbMqYxMrdh9CmCUPWKDui2bHFZ1BrvQB1qymzQ/s320/Pianoneve_serv.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
esso è l’esatta copia di quello di borgo Sperone.
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<span style="font-size: large;">Santa Margherita
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<div style="text-align: justify;">
Per anni l’ERAS ha cercato di regalare ai comuni i borghi che costruiva, ed i comuni hanno sempre tentato di sottrarsi a tanta generosità. Ma gli stessi comuni hanno fatto di tutto per acquistare a caro prezzo dalla Regione Siciliana (i borghi sono costruiti su aree demaniali del ramo Agricoltura) i borghi costruiti dai consorzi. Così è stato per borgo Santa Margherita, costruito nella seconda metà degli anni Sessanta (inaugurato nel giugno del 1968) dal consorzio di bonifica Gagliano Castelferrato-Troina.<br />
<br />
Composto da un edificio con pianta ad “L” (sono in pratica due edifici uniti), e chiesa con canonica
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK83sqhgotT8CNoXB8owKp3l9YxIL1RcwNq0nsHECAV52JNvLyRsWaoFIINXQHwC1U3dlDkVwzoGAAQc2YSfIEFe4VlykMFue1q1RyZhI2J-PEdFSW46x31tIG5TNWy1wH8M4VVtmB870/s1600/SantaMargheritaplan.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK83sqhgotT8CNoXB8owKp3l9YxIL1RcwNq0nsHECAV52JNvLyRsWaoFIINXQHwC1U3dlDkVwzoGAAQc2YSfIEFe4VlykMFue1q1RyZhI2J-PEdFSW46x31tIG5TNWy1wH8M4VVtmB870/s320/SantaMargheritaplan.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
sorge sulle pendici di un monte a due chilometri e mezzo, in linea d’aria, da Gagliano Castelferrato. Ovviamente non è previsto nella mappa dei borghi del 1956; non vi sono aree di RA nei dintorni, e gli abitanti delle sporadiche case più vicine avrebbero probabilmente trovato meno disagevole recarsi a Gagliano Castelferrato.
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijw8wbphPMOrgs4iA9xg8Bk3GiNjHXtz0MaX2eLoRp_9KdpvJfMMHhFKFxARLzR2Jq7vP-fFbJpcTvPwxrt-3fG9keT724nTUzi4yXFQey3gKyK-W7ttdOIhRLZ-Qnx35XaPWOWTIHqkQ/s1600/raggio_SantaMargherita.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijw8wbphPMOrgs4iA9xg8Bk3GiNjHXtz0MaX2eLoRp_9KdpvJfMMHhFKFxARLzR2Jq7vP-fFbJpcTvPwxrt-3fG9keT724nTUzi4yXFQey3gKyK-W7ttdOIhRLZ-Qnx35XaPWOWTIHqkQ/s320/raggio_SantaMargherita.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ma perché, allora, quel borgo proprio lì? Perché lì, più di un secolo prima, esisteva una chiesetta edificata in onore di Santa Margherita Maria Alacoque. La motivazione non ha dunque nulla a che vedere con bonifica e miglioramento fondiario; come per Sperone, Tangi, Pianoneve, come per molti dei borghi ERAS, il “servizio” ritenuto maggiormente importante è quello religioso. L’unico edificio realmente fondamentale resta la chiesa
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqcKv3xIMSsobWstKRcelFhDEVplibUgHX4nsGwiBIfLIJQo7r7awdYHxrP39SdbnXEMAeOYQr2eyuSg0GGoYdL9SIDdc5kYQPK97XbMVh62a10IPLVFQg-We-SYKDgIGS4GQhL8GP0nU/s1600/SantaMargherita_chiesa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqcKv3xIMSsobWstKRcelFhDEVplibUgHX4nsGwiBIfLIJQo7r7awdYHxrP39SdbnXEMAeOYQr2eyuSg0GGoYdL9SIDdc5kYQPK97XbMVh62a10IPLVFQg-We-SYKDgIGS4GQhL8GP0nU/s320/SantaMargherita_chiesa.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
quello stesso edificio che l’ERAS aveva voluto eliminare nei borghi “ridotti”. Ed infatti, anche qui è l’unico servizio che abbia mai funzionato. Occorre dire che Santa Margherita è divenuto una delle sedi decentrate della Croce Rossa Italiana
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEins2jslEq3mqt2iscEPp5q1oJSWE5AtK3UF5ZOZpei5JObZYkEIGTIgYky2EbvQ7Hxdry90Uux-Q92UrwM-g7fqMkrzmboLrrb1e1yGwAG9psNgshYk8LVyRlGmBC7tK3HAq7mEQj62-4/s1600/SantaMargheritaCRI.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEins2jslEq3mqt2iscEPp5q1oJSWE5AtK3UF5ZOZpei5JObZYkEIGTIgYky2EbvQ7Hxdry90Uux-Q92UrwM-g7fqMkrzmboLrrb1e1yGwAG9psNgshYk8LVyRlGmBC7tK3HAq7mEQj62-4/s320/SantaMargheritaCRI.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ed il comune di Gagliano Castelferrato ha sempre fatto di tutto per acquisirlo definitivamente. La provincia di Enna è arrivata ad inserirlo nel Piano Territoriale Provinciale del 2009 come “borgo di fondazione del periodo fascista” (insieme all’eclettico Borgo Baccarato, che nei vari elenchi risulta talvolta borgo fascista, talatra borgo minerario, ma quasi mai borgo ERAS)
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH6f1603MwdllaFlSzg6DINiBjDMX8532Zhz7It-9naC4B0Qis_UJo6H1A1vgxi-cyQvH926Z9e5h9QwPo6TcNnZz-VVWu7n0jSJa0KMQKcp8u8JxkzmJSI2B2PNTVN229h-yqsnRsolo/s1600/PTP_ENNA2009.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH6f1603MwdllaFlSzg6DINiBjDMX8532Zhz7It-9naC4B0Qis_UJo6H1A1vgxi-cyQvH926Z9e5h9QwPo6TcNnZz-VVWu7n0jSJa0KMQKcp8u8JxkzmJSI2B2PNTVN229h-yqsnRsolo/s320/PTP_ENNA2009.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Finalmente, alla fine del 2011, il comune lo ha acquistato. Non so se ospiti ancora la CRI; il sito è comunque dotato di una recinzione impenetrabile che rende difficile persino fotografarlo
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf3f4WYnjYqn0M-mVPbfoCJPK3m2bH8kxm42epfao0dOIPwJoYMaIkNpUx-HG1_JfP2UUq95P9sUQbDiNxQ_go560pvyArYxSGo7hWug2tar7khyphenhyphenseJ1YznpXcV9Qn0ra5kZGEw872YNU/s1600/SantaMargherita_est.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf3f4WYnjYqn0M-mVPbfoCJPK3m2bH8kxm42epfao0dOIPwJoYMaIkNpUx-HG1_JfP2UUq95P9sUQbDiNxQ_go560pvyArYxSGo7hWug2tar7khyphenhyphenseJ1YznpXcV9Qn0ra5kZGEw872YNU/s320/SantaMargherita_est.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Le immagini riprese da me sono state mostrate solo per completezza
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizcULW8QYOWpYjyW1k-ze1TuFnl04hk9RX-d9xU_Q0ZIm4kcJHgKRhydvDcE6hJEKk7kyw4qmcMlIOdD5TmSXKZgmurycObOQAojVLVSvZyJX6qAGwfpFhkCCkVhapNRGzbnpnzy9XHDA/s1600/SantaMargherita.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizcULW8QYOWpYjyW1k-ze1TuFnl04hk9RX-d9xU_Q0ZIm4kcJHgKRhydvDcE6hJEKk7kyw4qmcMlIOdD5TmSXKZgmurycObOQAojVLVSvZyJX6qAGwfpFhkCCkVhapNRGzbnpnzy9XHDA/s320/SantaMargherita.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
sul sito del Consorzio di Enna, nel quale quello di Gagliano Castelferrato è confluito, vi sono delle fotografie che meglio illustrano composizione ed architettonica del borgo.<br />
<br />
Strano destino, Lettore, quello che contrappone i borghi ECLS a quelli dei consorzi di bonifica. Edifici progettati da grandi architetti, per anni rifiutati dai comuni, decadono o vengono abusivamente occupati; mentre anonime costruzioni, senza particolari connotazioni che ne denuncino origine o finalità, vengono acquistate dai comuni anche a prezzo di notevoli sacrifici economici.<br />
<br />
E’ evidente che non è il valore artistico dell’oggetto a contare. E’ evidente che sono altri i parametri che si sarebbero dovuti considerare nella pianificazione a lungo termine. Ribadisco qui la mia opinione, secondo la quale il governo fascista lo comprese, e promulgò la legge 890; ma la sua caduta rese tale legge uno strumento per perpetuare gli errori, piuttosto che per arginarli.<br />
<br />
Questo però, Lettore, è ormai un problema che appartiene al passato. Con Borgo Vicaretto da una parte, e Villaggio S. Margherita dall’altro, siamo giunti all’estremo terminale di questa lunghissima catena, lunga cinquanta post e durata solo tre anni sul blog, ma che ha avuto la presunzione di volerne coprire duemila di storia. E, di conseguenza. anche questa serie sui borghi ormai volge al termine
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQnnVAk8wVZJhH9PQCnaJusOCYVZdNbmJNbsbSjXBJGJo4qBcLvBWIBvp_ER4c2tx0Ibe4ko_hUVuz7c7aS2OH-qu0F24lzszpXTcOUcvx1PfD9rbEEiK8MluRY2HPkjWVibAezooetnQ/s1600/consorzi_end.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQnnVAk8wVZJhH9PQCnaJusOCYVZdNbmJNbsbSjXBJGJo4qBcLvBWIBvp_ER4c2tx0Ibe4ko_hUVuz7c7aS2OH-qu0F24lzszpXTcOUcvx1PfD9rbEEiK8MluRY2HPkjWVibAezooetnQ/s320/consorzi_end.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Sarebbe pertanto giunto il momento dei commiati; ma non prima di avere brevemente parlato dei borghi residenziali.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju4GvP1RuE8053iNW_wo5sRc8c2qtxtbQ_d3yh6a3ejuLHO2dList9wBD5ZWSQmxIfKOIsdaTipxEIiLUtzm92tQKKfchMeGr-viFxupVCO_w9wq-rMUpZbZ6UJ_lkQT3KWDC2lqUNjyo/s1600/map.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju4GvP1RuE8053iNW_wo5sRc8c2qtxtbQ_d3yh6a3ejuLHO2dList9wBD5ZWSQmxIfKOIsdaTipxEIiLUtzm92tQKKfchMeGr-viFxupVCO_w9wq-rMUpZbZ6UJ_lkQT3KWDC2lqUNjyo/s320/map.jpg" /></a></div>
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-61310015337031362272015-11-17T16:16:00.000+01:002015-11-17T19:03:27.728+01:00LA VIA DEI BORGHI.47: L'ultima fase dei borghi rurali siciliani. I BORGHI ESA<br />
<div style="text-align: justify;">
Le attività connesse all’attuazione della riforma agraria regolamentata dalle leggi 104 e segg. avrebbero necessariamente avuto, per loro natura, una scadenza naturale. La RA prevedeva , infatti, la cessione, da parte dei grandi proprietari terrieri, di aree, parte dei loro fondi, la cui estensione era determinata per legge. Una volta condotto a termine tale processo, la riforma sarebbe stata completamente attuata, e sarebbe conseguentemente venuta meno la funzione di organi ed Enti deputati all’applicazione pratica di essa. <br />
<br />
D’altra parte, per valido o meno che si fosse rivelato il risultato finale, ciò avrebbe comunque comportato un radicale cambiamento negli assetti relativi all’agricoltura, sia per quel che riguardava la proprietà, sia per le attività di gestione; si sarebbero dovuti, in qualche modo, raccogliere i frutti dell’azione che aveva condotto a questo epocale sconvolgimento. In altri termini, si sarebbe dovuto operare affinché la nuova situazione evolvesse nella giusta direzione, con conseguente incremento ed ottimizzazione della produzione, sostenendo e favorendo chi in tale produzione fosse parte attiva.<br />
<br />
In una tale nuova situazione, l’esistenza stessa dell’ERAS, così come era stato concepito, perdeva di significato; l’Ente si trasformò ancora una volta, assumendo una funzione di supporto per tutte le attività volte a favorire lo sviluppo delle attività connesse all’agricoltura. Da Ente per la Riforma Agraria in Sicilia, ormai conclusa, divenne Ente per lo Sviluppo Agricolo.<br />
<br />
Tale transizione avvenne nell’agosto del 1965, con la legge regionale nr 21. Sebbene l’articolo 1 recitasse “<i>L'Ente per la riforma agraria in Sicilia è trasformato in Ente di sviluppo agricolo (ESA) con le attribuzioni ed i compiti già dell'ERAS, nonché con quelli derivanti dalla presente legge</i>.” , le residue “funzioni” dell’ERAS erano, per forza di cose, messe definitivamente da parte. Lo scopo precipuo del nipote dell’ECLS era chiaramente dichiarato nell’articolo 2:<br />
<br />
“<i>L ‘Ente di sviluppo agricolo ha lo scopo di agevolare e promuovere nel territorio della Regione siciliana lo sviluppo dell'agricoltura, la riduzione e la progressiva eliminazione degli squilibri zonali e sociali, l'incremento della produttività, il miglioramento delle condizioni di vita e l'elevazione dei redditi di lavoro della popolazione agricola, l'ammodernamento delle strutture aziendali ed interaziendali, la diffusione e lo sviluppo della irrigazione, della viabilità agricola e delle reti di approvvigionamento idrico ed elettrico ed in genere qualsiasi iniziativa ed attività inerenti al progresso e allo sviluppo dell'agricoltura siciliana.<br />
<br />
L'Ente curerà in particolare l'estensione e lo sviluppo della proprietà coltivatrice contadina e delle sue forme associate, il rifornimento continuativo dei mercati cittadini con prodotti agricoli a basso costo e di qualità garantita mediante opportuni interventi nelle strutture fondiarie agrarie e di mercato.</i>”<br />
<br />
mentre l’articolo 3 ne enunciava dettagliatamente le funzioni.<br />
<br />
E tra di esse, la costruzione dei borghi non era contemplata. D’altra parte, quindici anni di fallimenti in tal senso, di realizzazioni di inutili edifici, costruiti per essere ceduti ai comuni senza aver mai espletato la loro funzione, mentre la popolazione rurale provvedeva alle proprie necessità con altri mezzi, dovevano pur aver insegnato qualcosa. <br />
<br />
Ma mentre, ormai, i contadini continuavano a spostarsi sulle strade, tramite il trasporto pubblico o con mezzi personali, per raggiungere i centri ove venivano erogati i servizi, l’ESA raccoglieva ancora una volta un’eredità, sia in termini pratici, sia concettuali. I termini pratici consistettero nel portare a termine qualcosa già iniziato dall’ERAS, quelli concettuali in un’attività di progettazione originale. Solo tre borghi, tre in tutto, di cui solo due verranno realizzati.
</div>
<br />
<br />
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<div style="text-align: left;">
<b><i>MOLTI PROGETTI E MOLTI BORGHI : FILAGA </i> </b>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Ci siamo già imbattuti in Filaga sulle pagine di questo blog, Lettore, ed in più di un’occasione. Se ne è parlato <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2012/12/la-via-dei-borghi7-la-terza-fase-dei.html">qui</a>, come villaggio operaio costruito per la realizzazione dell’acquedotto di Montescuro. Ma se ne è anche parlato <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/06/ricostruzione-del-tracciato-della_10.html">qui</a>, come stazione ferroviaria in corrispondenza della quale avveniva lo smistamento del traffico proveniente da Lercara, verso Magazzolo o verso Palazzo Adriano. Una stazione importante, dunque, come peraltro attestato dalle dimensioni dell’impianto.<br />
<br />
D’altra parte Filaga, per un motivo o per un altro, importante lo è stato sempre, di un’importanza che sembra trascendere dimensioni ed ubicazione, dalle origini fino a tempi molto recenti, quando ha ospitato, negli anni Novanta, la Libera Università della Politica.<br />
<br />
E le sue origini risalgono all’VIII secolo. Conquistata dagli arabi, venne liberata dai Normanni nel secolo successivo, passando nel XIII secolo ai monaci di San Cristoforo dipendenti da Fossanova e quindi, nel XVI secolo tra le pertinenze della baronia di Palazzo Adriano.<br />
<br />
Il sito, pertanto, aveva già attraversato diverse vicissitudini ed esisteva da un millennio quando il progetto di Carlo Chechi diede a Filaga l’aspetto odierno; il nucleo antico del borgo attualmente visibile risale infatti alla fine del Settecento
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiifMd0iKs-gPjT-NNRBwwGMGfd70xA7p6qd09LQvgWaXsvUCr6sAKX5ZgdYbYDZ_P1EV8HgBnigRpKPuQdRk3fJSh3aIOM9Fp8iqvqRThW9w7-o9MSAkPFkhVGe5DDxfO-ZHYWhAE32jo/s1600/sanFerdinando3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiifMd0iKs-gPjT-NNRBwwGMGfd70xA7p6qd09LQvgWaXsvUCr6sAKX5ZgdYbYDZ_P1EV8HgBnigRpKPuQdRk3fJSh3aIOM9Fp8iqvqRThW9w7-o9MSAkPFkhVGe5DDxfO-ZHYWhAE32jo/s320/sanFerdinando3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’ing Chechi inizialmente avrebbe dovuto valutare la possibilità di ampliare un piccolo bacino artificiale già esistente, che si trovava tra la chiesetta di S. Antonio ed il tracciato della Lercara-Filaga; ma il barone Rostagni trovò più remunerativo prosciugare il laghetto, e costruire un borgo rurale, San Ferdinando Bonriposo, la cui denominazione era, fino a poco tempo fa, visibile sulla targa lapidea posta sull’edificio all’imbocco dell’attuale via Marchese Arezzo
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4dXb_73hGsHCxdUrjapZL93eIr7H11dIaOtGMY3xna91o_el5evMMhfrQugHQmRoiZ94tWCWHflN-lLr5J0mzaPpRfhCk_VEPFhyphenhyphenibpz6B9qYOQ_Btl0TCiD-5j_j3Juj1HQRE-f0-zs/s1600/lapide.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4dXb_73hGsHCxdUrjapZL93eIr7H11dIaOtGMY3xna91o_el5evMMhfrQugHQmRoiZ94tWCWHflN-lLr5J0mzaPpRfhCk_VEPFhyphenhyphenibpz6B9qYOQ_Btl0TCiD-5j_j3Juj1HQRE-f0-zs/s320/lapide.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed ancora adesso lo è sulle immagini StreetView di GoogleEarth
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgXRNdWC6EQBaZVdgDV4B-_WHJ_YgSB2wiRFUhwMDIxsTc9mYrJAMe8D_gqiNng5OrL2E5_VHFBoAtOIU4tzQGCx9BarTi2VzDJVrsZ3XWo_2rtJSEC3yzbgFAtGPVQi8QDYoHxVWJyXY/s1600/bonriposo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgXRNdWC6EQBaZVdgDV4B-_WHJ_YgSB2wiRFUhwMDIxsTc9mYrJAMe8D_gqiNng5OrL2E5_VHFBoAtOIU4tzQGCx9BarTi2VzDJVrsZ3XWo_2rtJSEC3yzbgFAtGPVQi8QDYoHxVWJyXY/s320/bonriposo.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
San Ferdinando Bonriposo doveva quindi già essere provvisto, dall’ultimo decennio del diciottesimo secolo, di alcuni servizi; aveva così anche la sua chiesa, quando nel 1928 venne costruito il villaggio operaio. <br />
<br />
Sebbene sia solo un’illazione, questo potrebbe essere il motivo della differenza tra Filaga e gli altri villaggi basati sulla planimetria del Ministero dei Lavori Pubblici. <br />
<br />
L’impianto della piazza risulterebbe allora dimezzato rispetto al progetto-tipo del Ministero, anche se vennero costruiti numerosi alloggi ,in quanto gli edifici mancanti della piazzetta centrale avrebbero dovuto ospitare servizi che in realtà erano preesistenti.<br />
<br />
Invece, nella complementarietà con strutture già presenti potrebbe essere visto il motivo della differenza stilistica con gli omologhi Littorio, Sferro e Recalmigi; gli edifici con i muri in pietra viva ben si integrano con le costruzioni originarie
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxwOCJTGQ5MaSpw7Y8srK1YBiFc6rkI_xicH4OUxG5pnlpgejUOJaaXocZMxGqSy76APTDoxLMOdLZ3arGWttYfaLWj_iXLy3VCa4hjy02PB7MlqjNriczefRiPhEjoQx88jdcDCTXvPU/s1600/sanFerdinando2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxwOCJTGQ5MaSpw7Y8srK1YBiFc6rkI_xicH4OUxG5pnlpgejUOJaaXocZMxGqSy76APTDoxLMOdLZ3arGWttYfaLWj_iXLy3VCa4hjy02PB7MlqjNriczefRiPhEjoQx88jdcDCTXvPU/s320/sanFerdinando2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sembra che anche nella costruzione di un semplice villaggio operaio si siano volute rispettare almeno le caratteristiche stilistiche, se non quelle architettoniche, del sito.<br />
<br />
Minor riguardo per tale aspetto sembrò avere l’ERAS , quando costruì alla periferia NordEst
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU_NSIFMYRtis3uIhGwDCiotfzvFqNX29YPnWa5sF1tgdSoIqAz0rlZlSuFWL1DlRgrd3O173Uikf-aXqp3WZVV7zK_ywOjtkdgLsATKj0uYmNQFcFEG5ukKeE86w1osW9swohWYn-WOk/s1600/caseNord.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU_NSIFMYRtis3uIhGwDCiotfzvFqNX29YPnWa5sF1tgdSoIqAz0rlZlSuFWL1DlRgrd3O173Uikf-aXqp3WZVV7zK_ywOjtkdgLsATKj0uYmNQFcFEG5ukKeE86w1osW9swohWYn-WOk/s320/caseNord.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e SudOvest
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi63slXHpfdeR7QLA-tqlGd6WO4KJuTePPCSJjd3odBmpfnOjwKpe40qLKVfdfdqjZZYbbvrdUeKv3SrmyNCYdfg52vgghsc99qD_sGkAp7GzjGobQiGgLwhj4ctf0oIBej5CO7j6LoJeM/s1600/caseSud.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi63slXHpfdeR7QLA-tqlGd6WO4KJuTePPCSJjd3odBmpfnOjwKpe40qLKVfdfdqjZZYbbvrdUeKv3SrmyNCYdfg52vgghsc99qD_sGkAp7GzjGobQiGgLwhj4ctf0oIBej5CO7j6LoJeM/s320/caseSud.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
del villaggio le case coloniche per gli assegnatari del PR 285
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyHqNcnhajqkU_L8GB9BMA_pDRrkvGXQrTE-hWgoz-GA0eGMDAkO6Xs2jHZphU3vWVposgItD69fY0xF9zRcq9GOtvvFAvu8wUPFOz2UElmIY0ltNbkbC87LebW680I7l_dvL9iTj-i18/s1600/Filaga_corografia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyHqNcnhajqkU_L8GB9BMA_pDRrkvGXQrTE-hWgoz-GA0eGMDAkO6Xs2jHZphU3vWVposgItD69fY0xF9zRcq9GOtvvFAvu8wUPFOz2UElmIY0ltNbkbC87LebW680I7l_dvL9iTj-i18/s320/Filaga_corografia.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nella mappa dei borghi del 1956 era prevista anche la costruzione di un borgo “C”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEud1TwPohRnSA9UIVW1IYHNrrGEGoZFX6sfkaSO0A3lp1phRRfgq0whEXjlJuNWrFWT34BuMo0BzoZr4PDqQrU7deewL5wLniUIQFB5rdrYrZO-Ziv72aJFn3TsNAocmeEnD5Gz8aLAk/s1600/Filaga_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEud1TwPohRnSA9UIVW1IYHNrrGEGoZFX6sfkaSO0A3lp1phRRfgq0whEXjlJuNWrFWT34BuMo0BzoZr4PDqQrU7deewL5wLniUIQFB5rdrYrZO-Ziv72aJFn3TsNAocmeEnD5Gz8aLAk/s320/Filaga_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
il progetto di quest’ultimo, datato 1958, reca la stessa indecifrabile firma apposta su quello di Desisa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8KKdYS5Ej2VbhL0eoJS2gT15DBBB1wbu84jUAY50xUbt2GsYyA_HNF4Mxc9VCI6mRw2BnVwTHaUvCCVI7W7XqvpK6TiWZJcfT8zuTTc1lgQrNQQHInG3HsTMPYIU0lvhTF3HITwqAric/s1600/Filaga_old2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8KKdYS5Ej2VbhL0eoJS2gT15DBBB1wbu84jUAY50xUbt2GsYyA_HNF4Mxc9VCI6mRw2BnVwTHaUvCCVI7W7XqvpK6TiWZJcfT8zuTTc1lgQrNQQHInG3HsTMPYIU0lvhTF3HITwqAric/s320/Filaga_old2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Originariamente, esso non sarebbe stato altro che una scuola-asilo, basata sull’identico progetto delle scuole decentrate che si sarebbero dovute realizzare per il sistema di Tenutella Desusino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5yzcze87j3hdCvkUB6khUzOgVjUibuFF-sf8nwp0fy8ycxFs-6xk0f-aNDViQpSjH_7E6pLuK-DhqEJTUk4WV6zuiGfNOoc0Um301Io5ZnuunYqNbszDtYsijWkU-YYd0gI9LiBBb8rY/s1600/Filaga_old.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5yzcze87j3hdCvkUB6khUzOgVjUibuFF-sf8nwp0fy8ycxFs-6xk0f-aNDViQpSjH_7E6pLuK-DhqEJTUk4WV6zuiGfNOoc0Um301Io5ZnuunYqNbszDtYsijWkU-YYd0gI9LiBBb8rY/s320/Filaga_old.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La scuola avrebbe dovuto trovarsi al margine Ovest dell’abitato, lungo la via S. Ferdinando
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnO8DBDmES_C9MnzxuZzCEp25la7OqZYaGyhVr4EObSfESIBrxZ8O3HWcrTCsH3x-vrPLevHuTTf6BghM1AlBhCLlc43z3M3XGgrZ5RD3Kg-0e3mYecdLc8v76Vvy2tDWET3EkGsO8vPY/s1600/Filaga_old3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnO8DBDmES_C9MnzxuZzCEp25la7OqZYaGyhVr4EObSfESIBrxZ8O3HWcrTCsH3x-vrPLevHuTTf6BghM1AlBhCLlc43z3M3XGgrZ5RD3Kg-0e3mYecdLc8v76Vvy2tDWET3EkGsO8vPY/s320/Filaga_old3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nella prima metà degli anni Sessanta, il borgo “C”, da scuola, divenne un nucleo servizi composto da tre edifici: chiesa con canonica, scuola ed una palazzina alloggi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8pCbznMXNYTxfPj_f1Su14NsfwtL6b8TDZJ617DamV5iOJ-_RGyjOPJe-WLyMEXXB0-BYToc475yYV_xaDTlvGKVOeu-l62o2JEOD02kifHEgH-yKgOvunz8kqapZPHwsMevH-eOl1vk/s1600/Filaga_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8pCbznMXNYTxfPj_f1Su14NsfwtL6b8TDZJ617DamV5iOJ-_RGyjOPJe-WLyMEXXB0-BYToc475yYV_xaDTlvGKVOeu-l62o2JEOD02kifHEgH-yKgOvunz8kqapZPHwsMevH-eOl1vk/s320/Filaga_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto, a firma Imburgià (come l’ultima versione di San Giovanni Verde) fu redatto quando già l’ERAS era divenuto ESA. I servizi previsti, per quanto detto sopra, erano in qualche modo già presenti nel borgo: vi era una chiesa costruita (o ristrutturata – è possibile che l’edificio fosse preesistente) durante la realizzazione di borgo San Ferdinando Bonriposo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbjnH6GkgGDvrZ-B3-7rArV1Ir5YvOxGLXGEQ_PW_R0fOSaKgqz88UQubHcSk9GFt858LfKjfNzonO-sdObNYtCYIODxeRF2Rvyl6Q7lwXq7mbeKhrmeUZ35W822krw3FZmTGnzK7EwgM/s1600/sanFerdinando.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbjnH6GkgGDvrZ-B3-7rArV1Ir5YvOxGLXGEQ_PW_R0fOSaKgqz88UQubHcSk9GFt858LfKjfNzonO-sdObNYtCYIODxeRF2Rvyl6Q7lwXq7mbeKhrmeUZ35W822krw3FZmTGnzK7EwgM/s320/sanFerdinando.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e le aule delle scuole elementari erano ospitate negli edifici del villaggio operaio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpooHB4NcxD5Jm0czJwaD6WHpTDNtn0li0SoaiZy3ZrMOS5YrIRrGozWZHW04JyiLu8pwuST3wNaT582S78LUCeoBUE6tIxKIcpkufC8XZShmn4C5Znarta_J7P4cbIbJi5yjvesF4pq4/s1600/scuole_elementari.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpooHB4NcxD5Jm0czJwaD6WHpTDNtn0li0SoaiZy3ZrMOS5YrIRrGozWZHW04JyiLu8pwuST3wNaT582S78LUCeoBUE6tIxKIcpkufC8XZShmn4C5Znarta_J7P4cbIbJi5yjvesF4pq4/s320/scuole_elementari.JPG" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nello stile architettonico l’ing. Imburgià si uniformò più alle case coloniche che alle costruzioni più antiche; il risultato estetico così non appare dei migliori
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQtpi6liZftZg8Eg0IIajVj8NjRaessKHzyvVH5NepGVjZUDtZrb6k5DG0Z-VwOus9woL_IxavmFrk3rB0nxc1pv0bRdJcO4KGDxotH4HJojdhQckpleS7pKJIsZCh6_PEywXX6-yq8ak/s1600/Filaga_piazza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQtpi6liZftZg8Eg0IIajVj8NjRaessKHzyvVH5NepGVjZUDtZrb6k5DG0Z-VwOus9woL_IxavmFrk3rB0nxc1pv0bRdJcO4KGDxotH4HJojdhQckpleS7pKJIsZCh6_PEywXX6-yq8ak/s320/Filaga_piazza.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ed un risultato analogo vale per quello funzionale; le costruzioni del borgo cedute al comune di Prizzi in data 9 maggio 1987, ma sembrano non aver mai svolto le funzioni per le quali sarebbero state pensate. La chiesa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCWeZQsUt8xrR96_s-E_tfS0J5Sfelnb1qv0sFLJfbj1IkWBpBYxnyrYdDOyCIKGGQgvt6sHQNO7kLQUQxIoDZPW9MzXESy2KkaFHOBHdvQzCZ0vD94Lz5xUucORE71x8Kr_TvDDRhvG8/s1600/Filaga_chiesa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCWeZQsUt8xrR96_s-E_tfS0J5Sfelnb1qv0sFLJfbj1IkWBpBYxnyrYdDOyCIKGGQgvt6sHQNO7kLQUQxIoDZPW9MzXESy2KkaFHOBHdvQzCZ0vD94Lz5xUucORE71x8Kr_TvDDRhvG8/s320/Filaga_chiesa.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è menzionata tra le parrocchie di Prizzi, ma non è chiaro quali siano le modalità di apertura. La palazzina alloggi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRxqU3nFXx7VryS5T-LezRSSu_x0_6NcAnOvpE_XnR91728wdsa8uGePByl2Tu-2djrRfxUMJ7VOFwNeOX64L3Vqw5TILtVQE6E9xZ-s3az7zvJQPljourR34DPB4v8GY5q5IDWJPS2fY/s1600/Filaga_alloggi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRxqU3nFXx7VryS5T-LezRSSu_x0_6NcAnOvpE_XnR91728wdsa8uGePByl2Tu-2djrRfxUMJ7VOFwNeOX64L3Vqw5TILtVQE6E9xZ-s3az7zvJQPljourR34DPB4v8GY5q5IDWJPS2fY/s320/Filaga_alloggi.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è in uso in parte al servizio territoriale di emergenza sanitaria ed in parte all’associazione “Arcaverde”. La scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXNIjpzfDa8eXHKtE49LivOJRM1qyOzWXlv54TAFgc6Md3Sl4fd4U6h6pCaURxjPk_nM0HTJgPCntbwIn-WamILUl4HbANNoKvA3aABA-fWboWmevUc5l1UH9iDzifI-7nrZpkd1hd6go/s1600/Filaga_scuola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXNIjpzfDa8eXHKtE49LivOJRM1qyOzWXlv54TAFgc6Md3Sl4fd4U6h6pCaURxjPk_nM0HTJgPCntbwIn-WamILUl4HbANNoKvA3aABA-fWboWmevUc5l1UH9iDzifI-7nrZpkd1hd6go/s320/Filaga_scuola.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
attualmente è sede decentrata della SOAT di Prizzi, ed in passato ha ospitato una scuola di deltaplano; che obiettivamente sempre scuola è, ma che probabilmente in quelle che avrebbero dovuto essere le necessità delle popolazioni rurali non si trova ai primissimi posti nella lista delle priorità. Personalmente mi piace considerare questa utilizzazione come una sorta di omaggio; nel comprensorio di Prizzi ha operato per anni una delle prime scuole di deltaplano della Sicilia, quando questo sport era ancora a livelli pioneristici.<br />
<br />
Sul sito http://www.regionesicilia.rai.it si trovano diversi filmati documentaristici andati in trasmissione negli anni ( e nei decenni) scorsi. Ne è visibile uno del 1981, della serie “Occhio aperto sulla regione” e dal titolo”Alla periferia della storia – Filaga”. E’ un documentario della durata di circa ventotto minuti, che si rivela molto istruttivo; ma non per i contenuti, costituiti in massima parte da luoghi comuni e banalità. Lo è perché suo malgrado fornisce una palese conferma di tutto ciò di cui si è parlato in queste pagine relativamente ai borghi rurali del ventesimo secolo. L’unica parte realmente emblematica, che da sola avrebbe potuto costituire l’essenza delle realtà che traspaiono dal documentario, è l’intervista tra i minuti da 8:45 a 13:30. L’intervistato parla dell’abbandono del paese da parte degli abitanti (segno dell’inefficacia della RA), dello spreco di soldi pubblici risultante dalla costruzione dei borghi, inutilizzati e realizzati solo per essere trasferiti ai comuni che invece li rifiutano (si riferisce proprio a Filaga ed A Portella della Croce), della totale assenza dei servizi che simboleggiano l’assenza dello Stato. Dal canto suo, l’intervistatore insiste per fargli dire, cercando di suggerirlo prima, e affermandolo dopo in vece dell’intervistato, di come le promesse di Mussolini siano state una presa in giro. Gli suggerisce anche il termine da usare per questo, “sbruffone”; quando il resto del documentario si impernia sul fatto che sia a Filaga sia a MarcatoBianco, da anni si ricevono promesse in periodo elettorale, regolarmente non mantenute dopo le elezioni. Le aspettative disattese in sei anni (si parlava della venuta di Mussolini nel 1936) di governo dittatoriale sono valse a fargli guadagnare la qualifica di sbruffone; ma l’arguto intervistatore non è riuscito a dare una definizione adeguata riguardo a coloro che hanno promesso senza far nulla per trentasei anni, dalla nascita della repubblica alla data dell’intervista. E questa Lettore è la propaganda repubblicana di cui si è parlato tante volte qui, fatta di antifascismo spinto al punto di negare l’evidenza; l’intervistatore aveva davanti un villaggio costruito durante il periodo fascista, che aveva fruttato un acquedotto, una scuola e diverse abitazioni, senza, tra l’altro, intaccare l’aspetto originario del sito, ed un borgo che aveva procurato solo spese e spreco. Ma lo “sbruffone” resta colui il quale, nel bene e nel male, qualcosa aveva fatto.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>UN PROGETTO SENZA BORGO: FONDACO</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Fondaco è una contrada che si trova a due chilometri dal luogo ove sorgeva <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi23-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Caracciolo</a> (poco più di un chilometro in linea d’aria); fino al 1981, anno in cui Maniace divenne comune autonomo, era nel comprensorio del comune di Bronte
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgri4tOniYTXqH-AM5xXq8oBSB6EaV4trB7vMrFtRCj3J6OHR3QO8-EYa961w6cuOhqiS1I4aBFjbAHNTIKBjYUFVpfTRsPsCG88ZkXX_rpCLZ6GVDbSjY8XAq_JYHlsjhE1k1Zqfqq2Uk/s1600/Fondaco_corografia1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgri4tOniYTXqH-AM5xXq8oBSB6EaV4trB7vMrFtRCj3J6OHR3QO8-EYa961w6cuOhqiS1I4aBFjbAHNTIKBjYUFVpfTRsPsCG88ZkXX_rpCLZ6GVDbSjY8XAq_JYHlsjhE1k1Zqfqq2Uk/s320/Fondaco_corografia1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel 1968 venne completato il progetto di un borgo, difficile da classificare; può essere pensato come un borgo “B” nel quale quelli che una volta erano “servizi di competenza privata” e consistevano in trattoria, rivendita e locanda, sono sostituiti da una “palestra ginnica” ed una “sede ricreativa”. <br />
<br />
Il progetto pertanto prevedeva chiesa, scuola, caserma, ambulatorio medico, ufficio postale, delegazione municipale, palazzine alloggi, e le summenzionate palestra ginnica e sede ricreativa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpWxtBdT3prnUkz5ZX4f9KWPtijR5WuXBoSkIwof9YtSDQ7mwoZdIOZFb4_C_V0vHIH8tn7iqDODjpIrMu1fbp-w-HIEWnqBjPBVOt16qPujVIU3gVbGeVLiymBzXYOoynGGUogx-xE2c/s1600/Fondaco_plan1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpWxtBdT3prnUkz5ZX4f9KWPtijR5WuXBoSkIwof9YtSDQ7mwoZdIOZFb4_C_V0vHIH8tn7iqDODjpIrMu1fbp-w-HIEWnqBjPBVOt16qPujVIU3gVbGeVLiymBzXYOoynGGUogx-xE2c/s320/Fondaco_plan1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il borgo si sarebbe trovato all’incrocio tra quella che era la “regia trazzera Catenanuova-Centirupe” ed il raccordo con la SS120, cioè con la strada lungo la quale, due chilometri più avanti, vi era il castello Nelson ed i ruderi di borgo Caracciolo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIiIvqnwlSv5bQy02SSwXOxp2sQwBUKGmWBR69IQ4zLKUsuC1ifw7uGunO4NW3LbQT2lckGTN0QDmZ7QiidSTHgKGOeBlet7_YVAMUdsYMASIuU0sfqksnz85w220raxPm6mc1XKBmpzM/s1600/Fondaco_corografia2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIiIvqnwlSv5bQy02SSwXOxp2sQwBUKGmWBR69IQ4zLKUsuC1ifw7uGunO4NW3LbQT2lckGTN0QDmZ7QiidSTHgKGOeBlet7_YVAMUdsYMASIuU0sfqksnz85w220raxPm6mc1XKBmpzM/s320/Fondaco_corografia2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Venne redatto un particolareggiato piano di esproprio, che prevedeva cessioni di aree anche inferiori a 50 metri quadrati
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMReeJm3p2nlzStAr4ThVm7EFIrxK2B43Dwpb07r-l2gU37jwRp_dO49iU_iDqLtpUTXg0VXCsJf0_O8GOamvcrM7_DEmVCn4uUz6te41La7cgXL5h9VkwBUnbIczmChSjlwWcCmA8XxY/s1600/Fondaco_esproprio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMReeJm3p2nlzStAr4ThVm7EFIrxK2B43Dwpb07r-l2gU37jwRp_dO49iU_iDqLtpUTXg0VXCsJf0_O8GOamvcrM7_DEmVCn4uUz6te41La7cgXL5h9VkwBUnbIczmChSjlwWcCmA8XxY/s320/Fondaco_esproprio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ciò perché in realtà il borgo sarebbe sorto su un insediamento esistente, ed avrebbe integrato edifici già presenti.<br />
<br />
Nella planimetria generale del 1968, così come nelle tavole di progetto dei singoli edifici, non vi sono firme; solo timbri. D’altronde la metodologia usata nel redigere il progetto ricalca quella seguita nell’ultimo periodo: il progetto della chiesa è quello di borgo Castelluccio, la caserma dei carabinieri e l’ambulatorio sono quelli di Desusino/Floresta, mentre la palazzina alloggi è quella di Filaga. Solo scuola, palestra e sede ricreativa sono progetti originali, in quanto per la sede della delegazione municipale si sarebbe utilizzato, ristrutturandolo, un edificio esistente.<br />
<br />
Il progetto venne ripreso nel 1974; sulla “nuova” planimetria (in realtà identica a quella del 1968) compaiono delle firme, non inequivocabilmente interpretabili
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAOidpqVTeCEg8Ufe8ycgTiVCQnd_qFkjIECtnoHiumJov-G9wOkSKbdgun43fYHFramwpr1mWvTvghJWQ4WhfdbGoS_jdxDV-S-ReGHF9Ee_IG1-LxYbN_gUxdTJqPmiuokDXHKf_RP4/s1600/Fondaco_plan2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAOidpqVTeCEg8Ufe8ycgTiVCQnd_qFkjIECtnoHiumJov-G9wOkSKbdgun43fYHFramwpr1mWvTvghJWQ4WhfdbGoS_jdxDV-S-ReGHF9Ee_IG1-LxYbN_gUxdTJqPmiuokDXHKf_RP4/s320/Fondaco_plan2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E’ l’unica differenza con la versione precedente, oltre, chiaramente, l’adeguamento dei prezzi; ma nessuna delle due verrà realizzata.<br />
<br />
Resta l’edificio che si sarebbe dovuto adattare a delegazione municipale ed ufficio postale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBTYLAN2u6rXCcjWbNZJ5MNUOG_JPWnUCu-lM2XY-SfF64NkZlXz_SyWZj5lO4qXI7nmoi95bcQtD7vTk1oG5HRdQJmVDupdtUQR51N1dMk0GjatjC-Yk1i3TjvJ8Pju0Z0_s85O1xCjQ/s1600/Fondaco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBTYLAN2u6rXCcjWbNZJ5MNUOG_JPWnUCu-lM2XY-SfF64NkZlXz_SyWZj5lO4qXI7nmoi95bcQtD7vTk1oG5HRdQJmVDupdtUQR51N1dMk0GjatjC-Yk1i3TjvJ8Pju0Z0_s85O1xCjQ/s320/Fondaco.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nonostante esso sia stato realmente modificato
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge_IGJRRRARiagjgIiaR7ViLqt4lXH9pGHux4yYwS5OUcqCLsPB_PXigouIes4rpFr0TT-ltwbvskCRyRSypwBa1Cr7qfDPTGcQOkJb5ryCgroNhb-MAbnZuhkDpw7azuVrE-CyCX8x_o/s1600/Fondaco_municipio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge_IGJRRRARiagjgIiaR7ViLqt4lXH9pGHux4yYwS5OUcqCLsPB_PXigouIes4rpFr0TT-ltwbvskCRyRSypwBa1Cr7qfDPTGcQOkJb5ryCgroNhb-MAbnZuhkDpw7azuVrE-CyCX8x_o/s320/Fondaco_municipio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e nonostante esistano una chiesa, un grande impianto sportivo ed un’altrettanto grande plesso scolastico
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHgKKD9fQraBrC04GTNAkvx_jbEchdDmCzbNt5PxMCjtxYsNnja5I_T2f-B_zDCabmty9yJDD_F5SUVbdOEfoU_oGobBUNFFZNW6E6h2JYrOBY5RRTQwNxb-5vC2DXp3AQN24FY2w6gfg/s1600/now.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHgKKD9fQraBrC04GTNAkvx_jbEchdDmCzbNt5PxMCjtxYsNnja5I_T2f-B_zDCabmty9yJDD_F5SUVbdOEfoU_oGobBUNFFZNW6E6h2JYrOBY5RRTQwNxb-5vC2DXp3AQN24FY2w6gfg/s320/now.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
tutto ciò non ha a che fare con il borgo ESA. Chiesa ed impianto sportivo sono successivi alla scuola, realizzati negli anni Novanta; non sono ancora presenti in questa aerofoto del 1989
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilyWj7OgAFp6GiiFzkl1KFMfoU_HZkUFnmeow9Y72iN1cRWL-BOkh16aEMPyLSSxsHwy8JVSWDYZnbYRaT165IzQE1VWm9sWOVYeIVW-WEbhAGy7r0_oP7ZCuT8-3RnP6Xw9yakMTxWuw/s1600/aerea_1990.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilyWj7OgAFp6GiiFzkl1KFMfoU_HZkUFnmeow9Y72iN1cRWL-BOkh16aEMPyLSSxsHwy8JVSWDYZnbYRaT165IzQE1VWm9sWOVYeIVW-WEbhAGy7r0_oP7ZCuT8-3RnP6Xw9yakMTxWuw/s320/aerea_1990.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli abitanti di Maniace sembrerebbero notevolmente orgogliosi; orgogliosi soprattutto della loro autonomia. La piazza sulla quale si trova l’edificio che si sarebbe dovuto riadattare si chiama “Piazza dell’Autonomia”, e sull’edificio stesso vi è una lapide che commemora il giorno in cui Maniace si è staccato dal comune di Bronte.<br />
<br />
E sebbene l’”assalto al latifondo” si sia rivelato “una breve, strana, felice parentesi” per padre Galati, il comune di Maniace sul suo sito nemmeno menziona l’esistenza di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi23-la-quinta-fase-dei.html">Borgo Caracciolo</a>. Come i maniacesi sembravano non volere alcun borgo dal regime fascista, così non lo hanno voluto dal regime repubblicano; questo, almeno, traspare dalle parole di padre Nunzio Galati quando ricorda le proposte di “collaborazione” avanzate dai politicanti di turno per favorire la realizzazione del borgo ESA, e quindi della chiesa, come riportate sul sito Web del comune di Maniace:<br />
<br />
“<i>Reverendo, perché non pensiamo a costruire la chiesa?</i>” <br />
<br />
“<i>Onorevole, ma come farà poi la popolazione a venire nella chiesa nuova se mancano ancora i ponti e per le strade si affonda nel fango?</i>”<br />
<br />
L’orgoglio dei maniacesi sarà anche una mia illazione; ma l’esistenza di un borgo rurale a Maniace è forse sempre stato un progetto di difficile realizzazione
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>UN BORGO SENZA PROGETTO: VICARETTO</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Abbiamo avuto modo di incontrare più volte borgo Vicaretto. <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">Nel 1955</a> a proposito dei progetti commissionati all’ing. Barresi. <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">Nel 1958</a> come progetto dell’ing. Panico. E due anni più tardi a proposito di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">Tudia</a>, sebbene la sequenza dei post sia stata esattamente opposta alla linea temporale. Sarebbe giunto il momento di ripercorrere e sintetizzare gli avvenimenti per arrivare allo stato attuale.<br />
<br />
Nell’ottobre del 1955, l’impresa S.I.LE.S. di Roma vinse una gara d’appalto per la realizzazione, per conto dell’ERAS, di 338 case coloniche e diverse strade per un totale di 27 km. Le 338 case erano distribuite tra le province di Palermo, Enna e Caltanissetta; in particolare, 21 di esse sarebbero state destinate agli assegnatari dei 30 lotti compresi nel piano di ripartizione nr 80, in contrada Vicaretto. Nel contempo, si ventilava la possibilità di affidare all’ing. Barresi la progettazione di una scuola da inserire nel raggruppamento di case. <br />
<br />
Come visto <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi46-lultima-fase-dei.html">qui</a>, l’affidamento dell’incarico all’ing. Barresi fallì. Le case vennero però consegnate entro il primo semestre dell’anno 1958, parallelamente alla redazione del progetto di una scuola-asilo firmata dall’ing. Panico, e che avrebbe sostituito il progetto di Barresi. Il <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">progetto a firma Panico</a> (che poi è identico a quelli di Binuara e Capparrini) reca la data del 24 giugno 1958, e sulla planimetria generale sono già riportate le case coloniche della S.I.LE.S.<br />
<br />
Il contratto con la S.I.LE.S. venne stipulato nel dicembre del 1955, e registrato nel febbraio successivo; abbastanza curiosamente, nella mappa aggiornata al primo gennaio del 1956, borgo Vicaretto risulta già costruito, come borgo “C”, quando non avrebbe ancora dovuto esserci assolutamente nulla relativo alle strutture del borgo.
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEYdBA-ePNyfaaTEjm87sMKdQBkQ0ZiefEj0WNVKwwp3mhhbKqYsPItp2eR0xDgHyL1m8ZjwRT3gvy0GjZGhbSvbD7XAij0QxsII4kKEJ_w9u7gQMrjQAwvspogEg2tISzUtyABQxN4VQ/s1600/Vicaretto_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEYdBA-ePNyfaaTEjm87sMKdQBkQ0ZiefEj0WNVKwwp3mhhbKqYsPItp2eR0xDgHyL1m8ZjwRT3gvy0GjZGhbSvbD7XAij0QxsII4kKEJ_w9u7gQMrjQAwvspogEg2tISzUtyABQxN4VQ/s320/Vicaretto_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case furono consegnate agli assegnatari e da essi occupate in attesa del collaudo, nonché della realizzazione degli impianti per la fornitura di energia elettrica; ed è in tale fase che si inseriscono le vicende finali relative a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">Tudia</a>.<br />
<br />
In seguito al collaudo, però, undici delle ventuno case costruite risultarono dissestate e pericolanti, tanto che gli occupanti ricevettero l’ordinanza di sgombero. Si decise quindi di edificare undici nuove case, su progetto diverso, da consegnare agli assegnatari costretti a lasciare le loro abitazioni.<br />
<br />
Qui, Lettore, ci troviamo nel giugno del 1966, otto anni dopo il progetto firmato da Panico. Nella nuova planimetria generale, la scuola asilo è scomparsa, né sembra prevista un’area destinata alla costruzione di un edificio servizi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib7oqz89JCUfoC96W6REjRX6C5AKIpelXHXQ_dWwVXSczyFPuNBWRmXCw6m-PzC0IYxGvtlKN0e_QKOI-Bjxw-d2vB53NqYFohwJplNeS2fWxfDFKbaVoG5YVOC9FrOwcYZXijjvtCm4k/s1600/Vicaretto_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib7oqz89JCUfoC96W6REjRX6C5AKIpelXHXQ_dWwVXSczyFPuNBWRmXCw6m-PzC0IYxGvtlKN0e_QKOI-Bjxw-d2vB53NqYFohwJplNeS2fWxfDFKbaVoG5YVOC9FrOwcYZXijjvtCm4k/s320/Vicaretto_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Verranno però costruiti un edificio servizi, una chiesa ed una palazzina alloggi; un borgo “C” in piena regola, comprensivo di chiesa e quindi successivo al periodo che vide la scomparsa degli edifici ecclesiastici
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJz36dihxZKnPLY9L2fHv3a797JFMcnKwk-UKRfFwNWmaXLRIlIrNfwaX_oZ1J5pKwIX5NOOjg0ud0tkknUSsc0QbIBfO6U93ORgjsd6MdFlHgc4ObEGKysCA7AjP2DFb_6D08-4XxtNk/s1600/Vicarettoplan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJz36dihxZKnPLY9L2fHv3a797JFMcnKwk-UKRfFwNWmaXLRIlIrNfwaX_oZ1J5pKwIX5NOOjg0ud0tkknUSsc0QbIBfO6U93ORgjsd6MdFlHgc4ObEGKysCA7AjP2DFb_6D08-4XxtNk/s320/Vicarettoplan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come già accennato in questo ed in precedenti post, le tavole di progetto degli edifici attualmente esistenti non sono presenti in archivio; tralasciando le stravaganti affermazioni di Wikipedia, che colloca la costruzione di borgo Vicaretto tra il 1941 ed il 1943, quale potrebbe essere stata l’epoca di realizzazione?<br />
<br />
Sull’abbeveratoio, dove spesso vi sono targhe lapidee che riportano la data di costruzione, si legge solo “E.R.A.S.”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-bUzK6fcFcNsCoFK80k6H0Q6t47wkZlhvg7UIK-kiY4hDjM5aKPZqf6qU7vidC8JbZTwaef97duBPso93MXw2F1ajEuBfL28BacZO1j-YjePy_EfLmgV1M7Bad2EPQZk94jConT5Blxg/s1600/Vicaretto_abbeveratoio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-bUzK6fcFcNsCoFK80k6H0Q6t47wkZlhvg7UIK-kiY4hDjM5aKPZqf6qU7vidC8JbZTwaef97duBPso93MXw2F1ajEuBfL28BacZO1j-YjePy_EfLmgV1M7Bad2EPQZk94jConT5Blxg/s320/Vicaretto_abbeveratoio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sulla relativa scheda redatta dall’ESA per il programma, ormai soppresso, de “La Via dei Borghi”, viene asserito che sarebbe stato costruito “negli anni 1958-1962”, cosa che, come abbiamo visto, semplicemente non è possibile; una datazione più realistica è contenuta in un altro documento ESA, la “<i>RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA BORGO VICARETTO</i>” nella quale viene fatto risalire al 1970.<br />
<br />
Probabilmente borgo Vicaretto è ancora più recente. La cartografia IGM 1:25000, i cui rilievi sono stati eseguiti tra il 1970 ed il 1974, non riporta nemmeno tutte le undici case del progetto del 1966 né, ovviamente, gli edifici di servizio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioJ_xPbm94GgqZI79iG6BLNsANRJomVe2zmXQ_dWkqfUn8WbW8CPfZqdUgUdofPnbhgoLGkuNULeKPM4lVc-9WBN7gddQE14qAtpk3fML13yL2X6ax3DnhOTCiqRyqtIkFVUj-CVo9Qps/s1600/VicarettoIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioJ_xPbm94GgqZI79iG6BLNsANRJomVe2zmXQ_dWkqfUn8WbW8CPfZqdUgUdofPnbhgoLGkuNULeKPM4lVc-9WBN7gddQE14qAtpk3fML13yL2X6ax3DnhOTCiqRyqtIkFVUj-CVo9Qps/s320/VicarettoIGM.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se anche i rilievi della zona dovessero risalire al 1970, per quell’epoca non era ancora stata neppure completata la costruzione delle case. Una stima realistica porrebbe Vicaretto tra il 1972 ed il 1974, rendendolo così l’ultimo dei borghi della saga “Istituto VEIII-ECLS-ERAS-ESA”.<br />
<br />
Borgo Vicaretto appare in assoluto la più brutta tra le realizzazioni dell’Ente; non tanto nell’aspetto globale
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnLfCUxYGr-wVN9zlu9AfvJugtfSjiGAKh0fc5aU3OjaTL-RTsyp99d9ijyHuWaLtk__dHZ-8msdZpqac7y74rzJTywwG2n_6tUSTEzQEbwM1QkciU0-x57i2wBsPpIOgZOxeEALUp0eY/s1600/Vicaretto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnLfCUxYGr-wVN9zlu9AfvJugtfSjiGAKh0fc5aU3OjaTL-RTsyp99d9ijyHuWaLtk__dHZ-8msdZpqac7y74rzJTywwG2n_6tUSTEzQEbwM1QkciU0-x57i2wBsPpIOgZOxeEALUp0eY/s320/Vicaretto.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
quanto in quello dei singoli edifici di servizio. Verrebbe quasi da pensare che la sparizione delle tavole di progetto dagli archivi sia dovuta ad un rigurgito di pudore da parte di chi le aveva firmate. Il confronto con le realizzazioni dell’ECLS manifesta un contrasto stridente. Se la Accascina così<br />
<br />
“<i>Il borgo G. Schirò è stato architettato con il preciso intento di fare l’utile ed il pratico.</i>”<br />
<br />
si esprimeva riguarda a borgo Schirò, mi chiedo cosa mai avrebbe potuto dire di Vicaretto.<br />
<br />
Tralasciando l’abissale distanza estetica esistente tra la palazzina alloggi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDCTSYr_qWtylTJGvEhdtuO2T8g_y08U6xr4mTXCeaS2i2avu15uQsoStDdhlRjswOGoMFa6QBj8KM_IjSbnzHlgK_CwmozI1q3QFh1qXKI5Esrvz6UbFcdgWLFmctH1izTdrB0LQTEY0/s1600/Vicaretto_alloggi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDCTSYr_qWtylTJGvEhdtuO2T8g_y08U6xr4mTXCeaS2i2avu15uQsoStDdhlRjswOGoMFa6QBj8KM_IjSbnzHlgK_CwmozI1q3QFh1qXKI5Esrvz6UbFcdgWLFmctH1izTdrB0LQTEY0/s320/Vicaretto_alloggi.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e le realizzazioni ERP degli anni Sessanta, con il quale il confronto sarebbe impari (ma molte di quelle, ad esempio INA Casa, erano state progettate da Epifanio) , il centro servizi è assimilabile ad un magazzino
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtIAbNuSX-oEE6k-_42H9N3sjO2wtLNWnPRyt36vOmu8_eOl9VDrzXSeSXJZli0DgWtqkYkib5rR-XrUKUTBgnZ941NQTXvbUuTSthwPnXHgzPQ-q3oR3ddUNG9foHESIF2e5YGEChLF4/s1600/Vicaretto_centro1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtIAbNuSX-oEE6k-_42H9N3sjO2wtLNWnPRyt36vOmu8_eOl9VDrzXSeSXJZli0DgWtqkYkib5rR-XrUKUTBgnZ941NQTXvbUuTSthwPnXHgzPQ-q3oR3ddUNG9foHESIF2e5YGEChLF4/s320/Vicaretto_centro1.jpg" /></a></div>
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Ma, soprattutto, la chiesa sembra una rimessa per mezzi agricoli cui sia stata aggiunta una pensilina all’ingresso
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbmUN30ClzktDSw7pZyXm_Fj2oaKZcL0-TEiQ7mEfG2oYOEkhuzy5bfOA-uriCYyvaSaMGK8ilCTFshQ2WaNQX6VWVnM7BaJuYHC4UdBi8fFKG7F_k7-QAFgD5iWC8eAsRK95h5H09JqA/s1600/Vicaretto_chiesa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbmUN30ClzktDSw7pZyXm_Fj2oaKZcL0-TEiQ7mEfG2oYOEkhuzy5bfOA-uriCYyvaSaMGK8ilCTFshQ2WaNQX6VWVnM7BaJuYHC4UdBi8fFKG7F_k7-QAFgD5iWC8eAsRK95h5H09JqA/s320/Vicaretto_chiesa.jpg" /></a></div>
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Le case più recenti, invece, appaiono gradevoli
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDcixs8r3ZA7XdI7pEfT7dxZuDng9e-JIz_BvVfrTcpdJIpprf8QJVvseYn9NOtLN7Gim2dUlU-wo00QmOEa9OV8n8c6LiAgLTLZAY3GxtK7UbxZi4vR0AQg4P1IsrZzGznQ2wp4a0Jrg/s1600/Vicaretto_casenew1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDcixs8r3ZA7XdI7pEfT7dxZuDng9e-JIz_BvVfrTcpdJIpprf8QJVvseYn9NOtLN7Gim2dUlU-wo00QmOEa9OV8n8c6LiAgLTLZAY3GxtK7UbxZi4vR0AQg4P1IsrZzGznQ2wp4a0Jrg/s320/Vicaretto_casenew1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
più gradevoli che quelle realizzate nel decennio precedente
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6Np0WB4Zor6bb2GxO6HLUvWvQWIvq1FOFibbgnRAgFXMyh7kn9Rjbu5Ux1a0Aur_oQSKtWXOrNZTPOvLBcaeX9doZqnO6kZ42b5z69RrzyF1rPdNQmz47SEVulf4xrFewtOEgK71L2z0/s1600/Vicaretto_caseold.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6Np0WB4Zor6bb2GxO6HLUvWvQWIvq1FOFibbgnRAgFXMyh7kn9Rjbu5Ux1a0Aur_oQSKtWXOrNZTPOvLBcaeX9doZqnO6kZ42b5z69RrzyF1rPdNQmz47SEVulf4xrFewtOEgK71L2z0/s320/Vicaretto_caseold.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La loro convivenza però con quelle originarie, diroccate, contribuisce a peggiorare notevolmente l’aspetto del sito
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidJY4xo0e0BlcHGN5DkXvhZD2JWKa2QxI_0zqNpQGz-yhaA0r_VdnXqbtfDR5CKSzCS04juuj3gh2BiNFyGvYzv-8xFKynAtWlUGJPtGWlJx254j-fMnbZP8_33q1M2qu-jfB0B4a_R4U/s1600/Vicaretto_caseold1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidJY4xo0e0BlcHGN5DkXvhZD2JWKa2QxI_0zqNpQGz-yhaA0r_VdnXqbtfDR5CKSzCS04juuj3gh2BiNFyGvYzv-8xFKynAtWlUGJPtGWlJx254j-fMnbZP8_33q1M2qu-jfB0B4a_R4U/s320/Vicaretto_caseold1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Alla fine, il risultato dello stile degli edifici servizi associato all’aspetto delle vecchie case è triste; non certamente, almeno in tali condizioni, adatto ad un’attività di tipo turisitico, come quella che si sarebbe voluta favorire nell’ambito del programma “La Via dei Borghi”, attività per la quale l’ESA aveva stretto un accordo con il comune di Castellana Sicula, pur non avendo mai formalizzato alcuna cessione del borgo.<br />
<br />
Risulta così impossibile affermare che con borgo Vicaretto l’Ente che si era occupato dell’agricoltura in Sicilia per mezzo secolo chiudesse in bellezza. Ma, a prescindere dalle valutazione estetiche, siamo comunque giunti alla fine; non vi sono altri borghi realizzati dall’Ente, in qualunque periodo e con qualunque denominazione, all’infuori di questi. Con l’ovvia eccezione dei “borghi residenziali”, ai quali dobbiamo dedicare un ultimo post, prima di chiudere del tutto questa serie sui borghi.<br />
<br />
Ma non prima di aver brevemente parlato dei <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/11/la-via-dei-borghi48-lultima-fase-dei.html">borghi dei Consorzi</a>.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6OuHsoZHXYTGEd2d_6oKDhTJSgPT1QopL4s359qROIBhfkBV7HTJSatdzYkJEYo7kHwNC03w2dAthPr6XB06PTX_bY-W0lOymclF2y7D-2Ui8smtiyOdH5nZFMcBeRVrZb34eV0V4Xkc/s1600/map.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6OuHsoZHXYTGEd2d_6oKDhTJSgPT1QopL4s359qROIBhfkBV7HTJSatdzYkJEYo7kHwNC03w2dAthPr6XB06PTX_bY-W0lOymclF2y7D-2Ui8smtiyOdH5nZFMcBeRVrZb34eV0V4Xkc/s320/map.jpg" /></a></div>
Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-39332374703712406942015-10-30T16:52:00.001+01:002021-05-06T07:42:46.673+02:00LA VIA DEI BORGHI.46: L'ultima fase dei borghi rurali siciliani. I "FANTASMI" DELL'ERAS<br />
<div style="text-align: justify;">
In un certo modo, anche l’ERAS, come l’ECLS, ha i suoi “fantasmi”. I <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/12/la-via-dei-borghi26-la-quinta-fase-dei.html">fantasmi dell’ECLS</a> erano tali perché si riferivano a borghi riguardo ai quali, essendo stati pianificati, qualcuno pensava che esistessero, pur non avendoli mai visti. E ne esistevano, comunque, i progetti.<br />
<br />
Chiaramente, lo stesso concetto non può essere applicabile all’ERAS. Non ci sono borghi ERAS che si pensava dovessero esistere. e che invece non sono mai stati costruiti (tranne, forse, almeno per qualcuno, <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">borgo Desisa</a>).<br />
<br />
E neanche ci si può basare sui progetti. Borghi ERAS mai realizzati di cui esistono i progetti ve ne sono molti, troppi, tanto che questi sono già stati <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi41-lultima-fase-dei.html">divisi in gruppi</a> e, per sommi capi, descritti. Non è possibile basarsi su questo criterio.<br />
<br />
E d’altra parte, nemmeno è possibile fare riferimento alla carta dei borghi del 1956; se ogni “scheletro nell’armadio” ivi segnato avesse dovuto generare un fantasma, non basterebbero tutti i manieri scozzesi. Questa è comunque da considerare, almeno in parte, una battuta scherzosa. Come abbiamo visto, la pianificazione del 1956 era comunque in divenire; non solo la maggior parte dei borghi segnati non vennero costruiti, ma di contro ne vennero realizzati altri che non erano ivi previsti. E comunque, tra spostamenti di sede ed incertezza nella localizzazione dovuta alla bassa risoluzione della carta utilizzata, non ci sarebbe modo neanche di attribuire loro un nome.<br />
<br />
Esisterebbe invero della documentazione a cui fare riferimento: è una mappa che riporta l’intestazione “<i>E.R.A.S. terreni assegnati e borghi di servizio</i>”, e che riporterebbe anche dei nomi; ma neanche questa può essere considerata un riferimento E’ affetta dalle stesse problematiche della carta dei borghi. Sebbene di poco posteriore alla mappa del 1956, tra le due vi sono delle incongruenze che ne rendono i contenuti altrettanto inattendibili. Un esempio per tutti: mentre la pianificazione di un borgo in contrada Navurra è riportato in ambedue le mappe (come borgo “C” su quella del 1956), e sono evidenziate le aree di riforma che esso avrebbe dovuto servire, viene menzionato un borgo in contrada Draffù che non ha un corrispettivo nella mappa del 1956, e neppure esiste. Eppure, le aree dei piani di ripartizione sono comunque riportate
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="<div class=" separator="" style="clear: both;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBKeRVDiY92aPt1gGLH5bzkh8jsO2oGYhD379SckWhxg67H35Aya5S4TIetsKyiswJKOHWXq7ogoYWm5sUsCLlb1z-6Ij1uaGA2AAP-mhbFwwYxWBWEGsqh6sp6DXlo5qOMKEMDAwYBkA/s800/mappa+ERAS5.jpg" style="display: block; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="604" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBKeRVDiY92aPt1gGLH5bzkh8jsO2oGYhD379SckWhxg67H35Aya5S4TIetsKyiswJKOHWXq7ogoYWm5sUsCLlb1z-6Ij1uaGA2AAP-mhbFwwYxWBWEGsqh6sp6DXlo5qOMKEMDAwYBkA/s320/mappa+ERAS5.jpg" width="320" /></a></div>"
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Vorrei così menzionare qui qualcosa di più consistente di sfuggenti marcature su carte a grandissima scala. Qualcosa di realmente ed inequivocabilmente identificabile, con un nome, una sede e magari un progettista; ma che non ha avuto un seguito.<br />
<br />
E desidero iniziare riprendendo quanto accennato all’inizio della breve <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">descrizione di Polizzello e delle sue vicende</a>; nel relativo post, tali cenni risultano probabilmente abbastanza criptici, e vorrei così cogliere l’occasione per essere un po’ più chiaro.<br />
<br />
Come ribadito in diverse occasioni, l’ESA nel 2003 decise di recuperare i propri archivi, di grande valore tecnico e storico; per condurre una tale operazione, almeno approssimativa, si rivolse alla Soprintendenza Archivistica per la Sicilia.<br />
<br />
Devo dire sinceramente di non avere idea delle esatte modalità pratiche con le quali tale encomiabile iniziativa fu condotta; in particolare, non so esattamente né come, né da chi, coloro che materialmente portarono a termine i recupero fossero assistiti.<br />
<br />
So, perché mi è stato descritto, che la documentazione giaceva accatastata, e parzialmente danneggiata, presso i locali di Borgo Portella della Croce; devo però supporre che se neanche adesso vi è certezza su quanti borghi fossero stato pianificati, e quali anche progettati, a maggior ragione l’incertezza dovesse essere massima allora. In pratica, coloro che riordinarono l’archivio non avevano idea di cosa, esattamente, l’archivio dovesse originariamente contenere. E’ verosimile che un’idea se la siano fatta “strada facendo”, un po’ leggendo il contenuto dei documenti, ed un po’ instradati da chi aveva una conoscenza, seppur vaga, di ciò che i borghi sarebbero stati, o sarebbero dovuti essere.<br />
<br />
Il lavoro (deve comunque essere stato un lavoraccio) patì quindi qualche imperfezione: qualche denominazione errata o imprecisa, qualche fascicolo rimasto fuori elenco, qualche documento inserito nel fascicolo errato; tutto sommato, cose di ben poca importanza di fronte al risultato conseguito, e che si sarebbero potute rimediare con il tempo.<br />
<br />
Per i borghi realmente costruiti, inoltre, esistevano tracce anche in vari uffici dell’Ente; nella sede palermitana di via Libertà vi è una serie di fascicoli che contiene essenzialmente i documenti di tipo amministrativo, relativi a finanziamenti, gestioni, richieste di utilizzo, nonché le copie degli atti di cessione formalizzati in base all’applicazione della legge 890. Ovviamente, nessun fascicolo di tale tipo può esistere per un borgo che, quand’anche progettato, non sia mai stato costruito; quindi, per ogni borgo con una storia di gestione amministrativa dovrebbe esistere un corrispettivo nell’archivio “tecnico”, ma non viceversa. E’ possibile (lo è senz’altro, come abbiamo visto) che esista una documentazione tecnica relativa ad un borgo che non verrà poi realizzato; ma non è possibile che esista una documentazione gestionale di un borgo che non sia mai stato neanche progettato.<br />
<br />
Così, almeno, starebbero le cose in teoria; ma in pratica esiste un’eccezione a questa regola dalla logica ferrea. Questa eccezione è Polizzello.<br />
<br />
Come abbiamo visto <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html">qui</a>, il feudo Polizzello, comprensivo di borgo rurale, fu acquistato dall’ERAS nel 1952; e considerata la tormentata storia dell’acquisto e della gestione, l’esistenza di fascicoli amministrativi abbastanza “nutriti” è ciò che ci si aspetta. Ma qui il corrispettivo tecnico manca; il borgo rurale non è stato progettato né dall’ERAS né dai suoi predecessori. Il progetto è del diciannovesimo secolo. Nessuna documentazione tecnica può esistere presso l’ESA; la pianta del centro si trova presso il comune di Mussomeli. Ma per avere consapevolezza di ciò è necessario conoscere per sommi capi la storia di Polizzello, sapere cosa sia Polizzello; in assenza di tale conoscenza, aspettarsi l’esistenza di elaborati tecnici relativi ad un “borgo Polizzello” sarebbe normale.<br />
<br />
Il fatto che le motivazioni siano proprio queste, Lettore, è un’illazione personale; sta di fatto però che si è ritenuto di individuare una documentazione tecnica relativa ad un “borgo Polizzello” nella corografia che riporta le aree di riforma dei piani di ripartizione 404, 384 e 287 nel territorio di Gangi.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWn0616L4Zd0qkqf4NcLieWHbEIVIUAP_D-7fi86b6Pt4EePCLZFioFR3pr0do73v32hii9Xv0mYTdXhygzkAlIgQc92W_bayWUMMHqNboxQ0fR5sqH4IkYLFuFj02L7X1znPwg3inUZE/s1600/MassPolizzello1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWn0616L4Zd0qkqf4NcLieWHbEIVIUAP_D-7fi86b6Pt4EePCLZFioFR3pr0do73v32hii9Xv0mYTdXhygzkAlIgQc92W_bayWUMMHqNboxQ0fR5sqH4IkYLFuFj02L7X1znPwg3inUZE/s320/MassPolizzello1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come abbiamo visto precedentemente, le aree di riforma agraria a metà degli anni Cinquanta sembravano avere contorni proteiformi, erano in divenire. <br />
<br />
In una seconda corografia, i contorni delle aree sono lievemente diversi, e fa la sua comparsa il tracciato di una strada. La strada, tra l’altro appare collegare due borghi, uno in contrada Menta e l’altro in contrada Ficilino
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDsp7M3_Kts1rNRodH5qM8YT43U_7XBKcZB8dV4b5ajMJOuYwWnAVKbqf9g-3CEa8ghpHtT-mxKVhPcc5PXTNyRqcVZ1uSf0fCgs9Z7SfWpwFp0oYkCNQgIaI1hnobUIFJfN9NFnRbiAA/s1600/MassPolizzello2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDsp7M3_Kts1rNRodH5qM8YT43U_7XBKcZB8dV4b5ajMJOuYwWnAVKbqf9g-3CEa8ghpHtT-mxKVhPcc5PXTNyRqcVZ1uSf0fCgs9Z7SfWpwFp0oYkCNQgIaI1hnobUIFJfN9NFnRbiAA/s320/MassPolizzello2.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
nei pressi della “masseria Polizzello”
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3bhpRPAAjx5B4oe5B96YdyjySVxO8s4VbRlJ5PIfqbxNH9dI8f07jKuPdMxZgnanPzQJiHAwI69rwjlOZkwwb2VYzixn0uRd1a_OKUZi5tOj3Zm6oJrQQCpv0oymsEDG2MmZl4LZAhOg/s1600/MassPolizzelloIGM.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3bhpRPAAjx5B4oe5B96YdyjySVxO8s4VbRlJ5PIfqbxNH9dI8f07jKuPdMxZgnanPzQJiHAwI69rwjlOZkwwb2VYzixn0uRd1a_OKUZi5tOj3Zm6oJrQQCpv0oymsEDG2MmZl4LZAhOg/s320/MassPolizzelloIGM.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Se tali borghi non sono stati inseriti nel secondo gruppo dell’ultima fase è perché contrariamente a quanto accaduto per essi, la strada non è mai stata realizzata. Non esiste. Ed inoltre, i borghi del secondo gruppo del’ultima fase erano definiti; la loro pianificazione era, in un certo modo, già stata codificata. Dei borghi segnati sulla corografia, invece, non si sa praticamente nulla all’infuori della posizione; essi, però, come già visto per diverse altre zone in cui le aree di RA erano particolarmente estese, facevano parte di un “sistema”: quello che avrebbe fatto capo a Casalgiordano.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>CASALGIORDANO</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sulla mappa dei borghi del 1956 le aree di RA corrispondenti ai piani di ripartizione 404, 384 e 287 risultano ben visibili
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ANaBPTWcCCaiwsSWa75NAIK4qWiMEwYT-Fh1YB8EBsrVw64yzDCvslkir0FBX6B7-FQ5JLQr439zwKOwAU3ktSb30Yx2jKqwROz-JPMsff0CHzXDqaxrJfy6Sc8z6VxBqCp95bya3p4/s1600/Casalgiordano_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ANaBPTWcCCaiwsSWa75NAIK4qWiMEwYT-Fh1YB8EBsrVw64yzDCvslkir0FBX6B7-FQ5JLQr439zwKOwAU3ktSb30Yx2jKqwROz-JPMsff0CHzXDqaxrJfy6Sc8z6VxBqCp95bya3p4/s320/Casalgiordano_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono riportati anche i due borghi in contrada Menta e Ficilino, e dai raggi di influenza si desume che sarebbero stati due borghi “C”. Le aree interessate sarebbero state confinanti con quelle dei PR 258 e 284 (ambedue espropriate alla ditta Mocciaro Gioachino), e tutte accomunate dal fatto di essere servite da un’imponente rete stradale in progettazione. Il borgo “B” al confine tra il PR 404 ed il 284 sarebbe stato per l’appunto “borgo Casalgiordano”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg73hr0IxN_wyADy5FPSaF_WFIYrbDWjE2s4K6XmHbnzckoYh86e5eTDOx4Dh1eofC1Q1xITtGTpkbuOPwyyLK8tjdrUX5AMlR4i6_5s1_BTsjOn0cItan3EZid9OvFxHiYxrt9XPiVr_U/s1600/Casalgiordano.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg73hr0IxN_wyADy5FPSaF_WFIYrbDWjE2s4K6XmHbnzckoYh86e5eTDOx4Dh1eofC1Q1xITtGTpkbuOPwyyLK8tjdrUX5AMlR4i6_5s1_BTsjOn0cItan3EZid9OvFxHiYxrt9XPiVr_U/s320/Casalgiordano.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’incarico della progettazione di Casalgiordano venne conferito all’ing. Giovanni Barresi; la composizione del borgo “B”si sarebbe fedelmente attenuta ai contenuti del DA 295 del 1 aprile 1953.<br />
<br />
Avrebbe compreso ben otto edifici distinti: chiesa con canonica, scuola con alloggi per insegnanti, caserma carabinieri con ufficio postale e relativi alloggi, delegazione comunale con alloggio, ambulatorio medico con alloggi per l’ostetrica e l’infermiere, trattoria e rivendita con locanda comprensivi di stalla e forno, botteghe artigiane con relativi alloggi, e palazzina alloggi per gli addetti ai servizi.<br />
<br />
In una comunicazione dei Servizi di Ingegneria al Servizio Edilizia ed al Servizio Amministrativo lavori si legge testualmente: “<i>Per quanto riguarda invece l’approvvigionamento idrico, si fa presente che nella zona di cui trattasi non vi sono sorgenti da utilizzare.-</i><br />
<br />
<i>Per detta zona</i> […] <i>è in corso di studio da parte del Servizio Acquedotti la utilizzazione di un gruppo di sorgenti, in località Savochella</i><br />
<br />
[…]<br />
<br />
<i>Poiché detto studio potrebbe anche avere esito negativo, al fine di evitare che il borgo una volta progettato non venga costruito, questo Servizio propone di affidare all’Ing. Barresi, in luogo della progettazione di cui sopra, l’incarico di progettare un borgo rurale di tipo C da sorgere in località Rossella, territorio di Piana degli Albanesi-prov. di Palermo</i>…”<br />
<br />
Sulle prime, non risulta immediatamente comprensibile come il fatto di affidare degli altri progetti all’ing. Barresi riesca ad “<i>evitare che il borgo una volta progettato non venga costruito</i>”; ma forse l’espressione è da intendersi nel senso “al fine di evitare di far progettare all’ing. Barresi qualcosa che poi non verrebbe costruita, si potrebbe affidargli qualcos’altro, per la quale le possibilità di realizzazione siano più consistenti”. Se così è, appare evidente che esistesse qualche motivo per il quale l’ing. Barresi dovesse assolutamente progettare qualcosa per l’Ente.<br />
<br />
Ma la faccenda ancora più strana è che la proposta del servizio di affidare all’ing. Barresi qualcosa di diverso è datata 15 settembre 1955, mentre la lettera di incarico per Casalgiordano reca la data del 7 ottobre dello stesso anno. Sembrerebbe quindi potersi arguire che lo studio del Servizio Acquedotti fosse andato a buon fine, se veniva affidato all’ing. Barresi la progettazione di Casalgiordano. In realtà, questa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsC6elcJQTy-jOghOc74CsNPY7Zd0hBfZZRMiiFFuWHvEBPRr6droiebJy5Dxm4Fn82gVs4OOJuWMuKQgx4A8a-KblWa9kcSKJj6sZj9PRtxVERINJF0j-GgVGSJ4dpD1bYBTwMMNMIX8/s1600/Casalgiordano_risposta.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsC6elcJQTy-jOghOc74CsNPY7Zd0hBfZZRMiiFFuWHvEBPRr6droiebJy5Dxm4Fn82gVs4OOJuWMuKQgx4A8a-KblWa9kcSKJj6sZj9PRtxVERINJF0j-GgVGSJ4dpD1bYBTwMMNMIX8/s320/Casalgiordano_risposta.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
è la risposta del servizio. Anche qui, le incongruenze riguardo alle date sono notevoli: la risposta è datata “6 settembre 1957” con il “6” corretto manualmente in “5”, ma è protocollata in data “5 settembre 1956”. Certo, potrebbe essere una svista; ma rimane il fatto che viene in pratica opposto un rifiuto a rendere noti i risultati dello studio del Servizio Acquedotti.<br />
<br />
Il dato di fatto è che, alla fine, nessun borgo esiste a Casalgiordano, così come non esistono gli altri due in contrada Menta e Ficilino; e non esistono le strade. E borgo Rossella?
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>ROSSELLA</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sarebbe stato un borgo ”C” a servizio dei PR 60 e 162. E’ comunque riportato sulla mappa dei borghi del 1956; si sarebbe trovato a breve distanza, in linea d’aria, dall’insediamento di case cantoniere di Portella Sant’Agata, di cui si parla <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2013/02/la-via-dei-borghi8la-quarta-fase-dei.html">qui</a>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Hc2k3-0qDI7osDUo1SKKvFiUgV_69cVB21gEn4hoMJLfZpNIpoThRvBgHq_aiJdyBMAZBsAefC1aKT53_RpNhteApFMNYwIWnLrFFo_OFx_3pksieB8NvDMAyGbczI9zMPchQ7pBoFk/s1600/Rossella_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_Hc2k3-0qDI7osDUo1SKKvFiUgV_69cVB21gEn4hoMJLfZpNIpoThRvBgHq_aiJdyBMAZBsAefC1aKT53_RpNhteApFMNYwIWnLrFFo_OFx_3pksieB8NvDMAyGbczI9zMPchQ7pBoFk/s320/Rossella_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Neanche borgo Rossella esiste; eppure il calcolo del compenso da corrispondere all’ing. Barresi era già stato eseguito. Ed in calce è apposta la data del 13 settembre 1955, poi corretta a mano in “14/9/55”; quindi antecedente alla lettera di incarico di Casalgiordano, ed anche, precedente di un giorno, la relazione nella quale si suggeriva di affidare l’incarico di borgo Rossella all’ingegnere. Quindi, era tutto preordinato. Casalgiordano non sarebbe mai nato. E l’ing. Barresi, il quale doveva necessariamente progettare qualcosa per l’Ente, si sarebbe “accontentato” di Rossella, per il quale l’onorario sarebbe stato di £ 546480. O forse no.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>BORGO VICARETTO</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente, Lettore, se hai dato uno sguardo al post precedente, questa ti sembrerà una svista. Non lo è. Nel riportare, più sopra, quanto scritto nella relazione relativa alla costruzione di Casalgiordano, alla fine rimangono i puntini di sospensione:<br />
<br />
“<i>…questo Servizio propone di affidare all’Ing. Barresi, in luogo della progettazione di cui sopra, l’incarico di progettare un borgo rurale di tipo C da sorgere in località Rossella, territorio di Piana degli Albanesi-prov. di Palermo</i>…” <br />
<br />
ma la relazione continua così<br />
<br />
“… <i>ed un borgo rurale di tipo C (sola Scuola) da sorgere in località Vicaretto-territorio di Castellana Sicula-prov. di Palermo, che ricadono in una zona dove il problema dell’approvvigionamento idrico è di più facile soluzione</i>”.<br />
<br />
Ma come abbiamo visto, nonostante tutti gli sforzi tesi ad assicurare all’ing. Barresi una facile progettazione, scevra dalle problematiche relate all’approvvigionamento idrico, il <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi45-lultima-fase-dei.html">progetto della scuola di Vicaretto</a> risulterà firmato dall’ing. Panico. Ed alla fine, non sarà neanche quello a venire realizzato
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>SAN PIETRO</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Così come Casalgiordano avrebbe fatto parte di un sistema complesso, lo stesso è per San Pietro, che abbiamo già incontrato a proposito di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html">Tenutella Desusino</a>.<br />
<br />
Originariamente, quando Tenutella Desusuino era ancora in progettazione, il sistema di cui avrebbe costituito il cardine sarebbe stato di minori dimensioni; ciò era in relazione al fatto che le aree di riforma agraria interessati dai piani di ripartizione erano di minori estensioni, prevedendo in tutto 482 lotti, anziché 678 (come sarebbe stato più tardi). Pertanto, i borghi da realizzare a carico dell’ERAS sarebbero stati quattro: un borgo “A”, un borgo “B” e due borghi “C”. Il borgo “A” sarebbe stato Tenutella Desusino, il borgo “B”, per l’appunto, San Pietro, ed i due borghi “C”, Gurgazzi ed un borgo presso le case Milingiana
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-G1F9cBnmKWt1F5JWBufx5tOAaO997k_EeyDG-mGuOyosiiSVtdqECIS20n7tl4K8RcbRqgHCVz_U3nq-0IPdEecpNf3Lp1fK8qlvJZ73z-HuhCf0tFNajslH3f2UuKLs_pdt2fgGOj4/s1600/SanPietro1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-G1F9cBnmKWt1F5JWBufx5tOAaO997k_EeyDG-mGuOyosiiSVtdqECIS20n7tl4K8RcbRqgHCVz_U3nq-0IPdEecpNf3Lp1fK8qlvJZ73z-HuhCf0tFNajslH3f2UuKLs_pdt2fgGOj4/s320/SanPietro1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La situazione originaria sarebbe quindi stata questa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8icGqCdPQBh89CGPq9fS-GiwRgVahLOHTeR5kZqMs1pu9Ob9F26qvIUUqOQkg62wCBk0pay25laiWokp_-kEUURvQobJRb0EB9C2yx9aeNMHn9Mlm-CiCyyNnAJ2Pb3rKB0bwiBHmCGI/s1600/SanPietro_corografia1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8icGqCdPQBh89CGPq9fS-GiwRgVahLOHTeR5kZqMs1pu9Ob9F26qvIUUqOQkg62wCBk0pay25laiWokp_-kEUURvQobJRb0EB9C2yx9aeNMHn9Mlm-CiCyyNnAJ2Pb3rKB0bwiBHmCGI/s320/SanPietro_corografia1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Qui siamo a cavallo tra gli anni 1953 e 1954; oltre due anni più tardi, la mappa dei borghi riporterà una situazione intermedia tra essa e la successiva, che prevedeva due scuole, una in contrada Quattro Finaite, l’altra presso le “Case Saele”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQfiGxTzNDn5ezWP4KzrZFthAakT_MkGMIJJtU5sHhyVEmA9p_rYGN6Xqr9xpBr-5_YDHVTxGOJoiKp_Kq9Ae_ivo3WeVJ7nTwe5F2YGP2qJS_KT4C_wTNGWlYyBAmbKyAw22QXj_Anz4/s1600/SanPietro_corografia2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQfiGxTzNDn5ezWP4KzrZFthAakT_MkGMIJJtU5sHhyVEmA9p_rYGN6Xqr9xpBr-5_YDHVTxGOJoiKp_Kq9Ae_ivo3WeVJ7nTwe5F2YGP2qJS_KT4C_wTNGWlYyBAmbKyAw22QXj_Anz4/s320/SanPietro_corografia2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
nella mappa dei borghi si vede ancora il borgo di Milingiana, ma è già presente la scuola di “Case Saele”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvMRWh-vajXf958fdAe-vaZQs8L1EBJ0AShDNkfdlAPAKHDlCg-NR0o8mcLm9vUmuIVtdBBMJ9TTk4D6Wzou8fPDJWiRHMwU-fcbNSeC_QcVj06ujv343wS-DjQltAzfZuzHj_m913awg/s1600/SanPietro_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvMRWh-vajXf958fdAe-vaZQs8L1EBJ0AShDNkfdlAPAKHDlCg-NR0o8mcLm9vUmuIVtdBBMJ9TTk4D6Wzou8fPDJWiRHMwU-fcbNSeC_QcVj06ujv343wS-DjQltAzfZuzHj_m913awg/s320/SanPietro_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come abbiamo visto, nessuna di queste strutture verrà mai realizzata, con l’eccezione di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/10/la-via-dei-borghi44-lultima-fase-dei.html">Gurgazzi</a>; ed anche per esso, è improbabile che il progetto poi realizzato, firmato da Bonaccorso e basato sugli edifici “standard” progettati alla fine degli anni Cinquanta, possa rispecchiare le intenzioni progettuali originali.<br />
<br />
Se qui viene menzionato borgo San Pietro è perché, applicando il principio enunciato all’inizio, nel caso di San Pietro ci si spinse più avanti, fino ad individuarne con esattezza l’ubicazione, che sarebbe stata qui
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgblKW5Enp8uB-O7dtrUI8y96SLbNMS_IgqbOSdD4eaO4ZFey-kE4w6zPXET_WOyOxHHcFM6-UyGaBaWvQ9ya2Igde-MzFYUSjqVaV0FkcPN5nIya78bM96Gy-xec88JYV6ra3WZpfkvvE/s1600/SanPietro_IGM.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgblKW5Enp8uB-O7dtrUI8y96SLbNMS_IgqbOSdD4eaO4ZFey-kE4w6zPXET_WOyOxHHcFM6-UyGaBaWvQ9ya2Igde-MzFYUSjqVaV0FkcPN5nIya78bM96Gy-xec88JYV6ra3WZpfkvvE/s320/SanPietro_IGM.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e a stilare un rapporto geologico sulle condizioni del terreno e le possibilità di approvvigionamento idrico
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgrjZO6Y_0al3_V_IFeqlwwfbhtsx92UNM6xNe9xr2r_RPyapjrpbKTUe3te3u1fI02yAi86fl3I1K-AIbo4Mo8hFyjdJ0yra9riJGFbosEwZqQACFXAWTnkDRzh_higtyyac4fCMqyY8/s1600/SanPietro_rapporto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgrjZO6Y_0al3_V_IFeqlwwfbhtsx92UNM6xNe9xr2r_RPyapjrpbKTUe3te3u1fI02yAi86fl3I1K-AIbo4Mo8hFyjdJ0yra9riJGFbosEwZqQACFXAWTnkDRzh_higtyyac4fCMqyY8/s320/SanPietro_rapporto.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed un piano di ripartizione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBnfxvZnxbeBiPA-nvWTar1PYZ1gHgCvclIHejO6c7VnmDhrGBZbjkAQ-XKNYydh7D8qvz37a216tHngSdbkJiNgXXlxTXKcs41jHxsMvSOcvQtevvfBjOOVGvmCWRL80P-nl949uDzGg/s1600/PR1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBnfxvZnxbeBiPA-nvWTar1PYZ1gHgCvclIHejO6c7VnmDhrGBZbjkAQ-XKNYydh7D8qvz37a216tHngSdbkJiNgXXlxTXKcs41jHxsMvSOcvQtevvfBjOOVGvmCWRL80P-nl949uDzGg/s320/PR1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nondimeno, come visto precedentemente, San Pietro seguirà le sorti di Milingiana, e dell’intero sistema di Desusino. Comunque, il fatto che il depennamento di San Pietro e di Milingiana sia stato conseguente alle variazioni intercorse nella pianificazione dei borghi del Consorzio rimane, più che un’ipotesi, un’illazione. Probabilmente spesso erano cause molto più banali a provocare alterazioni radicali nella pianificazione, e cancellazioni. Come nel caso di “Case Scirino”
</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><i>CASE SCIRINO</i> </b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche il borgo C in località “Case Scirino” era previsto nella mappa del 1956
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTV4tMHzT90VGXV_340kARnT5emW2upFxWVBOEatyiz65ngbuq3Nbpk7zlEh8SUYki_Xd_fLz2fjBNdSKbTxVZvtBpLOOjVHGCbHtNiNujDGyD9Utt4JLOCdf5ALZWdUAdEibDcCpkL5Q/s1600/Scirino_raggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTV4tMHzT90VGXV_340kARnT5emW2upFxWVBOEatyiz65ngbuq3Nbpk7zlEh8SUYki_Xd_fLz2fjBNdSKbTxVZvtBpLOOjVHGCbHtNiNujDGyD9Utt4JLOCdf5ALZWdUAdEibDcCpkL5Q/s320/Scirino_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E lo era anche nella mappa relativa ai terreni assegnati ed i corrispondenti borghi di servizio; il che vuol dire che era stato pianificato, i terreni erano stati espropriati, i fondi ripartiti (PR 25 e 136) ed i lotti assegnati. Mancava solo il borgo, che sarebbe stato quindi utile; o avrebbe dovuto esserlo, viste le finalità di tali centri di servizio. Allora, quale fu l’impedimento? Semplicemente la mancata consegna degli elaborati da parte del progettista. <br />
<br />
I progetti di borgo e strada di accesso erano stati commissionati ad un ingegnere romano, Virgilio Nurchis. Esso non consegnò le tavole di progetto nei tempi richiesti. Ciò fu sufficiente a privare i lotti compresi nei PR 136 e 25 dei relativi servizi. E se bastò così poco, essi non dovevano essere poi così necessari.<br />
<br />
L’impressione che globalmente si ricava da tali vicende è che tutto fosse asservito a logiche che poco o nulla avevano a che vedere con la Riforma Agraria. E ciò risulta ancora più evidente nel caso di Borgo Cutò.<br />
<br />
Che è poi il motivo principale per il quale questo post è stato scritto.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">Borgo Cutò
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il 12 luglio del 1957, l’Assessorato Agricoltura e Foreste inviava una nota all’ERAS chiedendo di realizzare un borgo rurale in contrada Cutò, nel territorio del comune di Cesarò. Il 3 agosto successivo, prima che l’ERAS avesse preparato qualunque tipo di risposta, l’Assessorato “integrava” la nota con un’ulteriore richiesta, relativa all’esproprio “…<i>di una vasta zona da destinare provvisoriamente a piazza del centro rurale e sulla quale verrà esaminata la possibilità di costruire alcuni alloggi da parte dell’Assessorato Lavori Pubblici</i>”, ed esortando l’Ente a prendere contatti con il sindaco di Cesarò
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8q017yt8BVcYwa2ZnzXop2xyERdeBOMsRVZIu-zBnZbgc0QOe53OxgHRyadE8VWdzQ-j8UD3rQEo3SEBUSz5WeUs_6jzPOXLPRbH31LCpkxgk0IMs5p7BP62myVki8mJjQrOh-a296zQ/s1600/assessorato.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8q017yt8BVcYwa2ZnzXop2xyERdeBOMsRVZIu-zBnZbgc0QOe53OxgHRyadE8VWdzQ-j8UD3rQEo3SEBUSz5WeUs_6jzPOXLPRbH31LCpkxgk0IMs5p7BP62myVki8mJjQrOh-a296zQ/s320/assessorato.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di fatto, contrada Cutò si trovava a più di dieci km, in linea d’aria, dal piano di ripartizione più prossimo, il 447; e questo non solo sarebbe stato comunque compreso all’interno del raggio di influenza di Borgo Giuliano, ma per esso era anche stato previsto un borgo “C”, proprio all’interno dell’area di riforma
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhavopZkRJ3t8j8HVbpeaQwfN1rKU8078NXa4YVHaXbkyweyOm9pP15hPAFzrvWSmFfo3B39OCgZgVRZXnFZum7aS9rnTsQJfsF364iuo-8OrIFQK2OL-JxwrQOzsO0-rnkCfRUm6WfSeI/s1600/cutoraggio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhavopZkRJ3t8j8HVbpeaQwfN1rKU8078NXa4YVHaXbkyweyOm9pP15hPAFzrvWSmFfo3B39OCgZgVRZXnFZum7aS9rnTsQJfsF364iuo-8OrIFQK2OL-JxwrQOzsO0-rnkCfRUm6WfSeI/s320/cutoraggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sebbene una tale richiesta, e posta in questi termini, fosse quindi assolutamente al di fuori dei normali canali procedurali così come dei limiti imposti dalla normativa, l’Ente si fece comunque parte diligente inviando sollecitamente un proprio tecnico ad eseguire un sopralluogo. In data 28 agosto, a meno di quattro settimane dalla seconda “nota assessoriale”, l’ing. Panzera si recava in loco, accompagnato dal sindaco di Cesarò, come raccomandato dall’assessore.<br />
<br />
E nel novembre successivo, l’ing. Panico, responsabile della sezione borghi dell’ufficio tecnico di riforma agraria, provvedeva a redigere una relazione concernente i risultati del sopralluogo di Panzera. In essa dopo aver premesso come contrada Cutò si trovasse distante da qualunque area di RA, l’ingegnere identificava la zona nella quale si sarebbe potuto costruire il borgo “<i>contemplando future possibilità di ampliamento</i>”. Sottolineava quindi come, in termini economici, l’ostacolo maggiore alla costruzione fosse rappresentato dai costi da sostenere per la realizzazione della relativa strada d’accesso. Concludeva infine come si fosse potuto constatare la presenza “<i>di circa 100 famiglie di pastori (500 persone in tutto) che vivevano accampati in miseri pagliai in condizioni civili disumane</i>” ritenendo pertanto che fosse comunque opportuno “<i>operare in dette zone con apposite opere di bonifica</i>”. La relazione fu trasmessa con qualche modifica all’Assessorato dal Direttore Generale dell’Ente nel gennaio successivo; le “apposite opere di bonifica” erano divenute “i servizi pubblici richiesti”, e nella conclusione veniva precisato come fosse opportuno che l’Assessorato stanziasse i fondi per una tale realizzazione. <br />
<br />
Non è chiaro, dalla lettura della nota assessoriale del 3 agosto, quali fossero le motivazioni ufficiali di tale richiesta, e neanche ho avuto modo di prendere visione della nota originale del 12 luglio; ma dai contenuti della relazione che il capo dell’ufficio tecnico RA – Sezione Borghi stilò per il direttore generale, al fine di consentirgli di fornire una risposta all’assessorato, sarebbe possibile dedurre che esse consistessero proprio nelle condizioni di vita della popolazione stanziale (le “500 persone” menzionate nella relazione). In altri termini, sarebbero state “prese a cuore” le sorti della povera gente che popolava la zona.<br />
<br />
Appare quantomeno inusuale che l’assessore, che firma personalmente le comunicazioni, ad un tratto, a metà degli anni Cinquanta, consideri in maniera particolare una comunità di pastori dell’entroterra; e ciò quando la Sicilia era piena di rurali che vivevano in questo modo, come abbiamo visto bene nel <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">post su Tudia</a>. E pare ancora più strano che venissero presi in considerazione proprio quelli di contrada Cutò, considerato che nelle immediate vicinanze (Case Cuppani, meno di 1500 metri in linea d’aria) vi erano altre comunità che dimoravano in <i>pagghiari</i>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLJ5kWodqIl3Z39Bc2nAzH5G1ecJRbFCUwSYccyjsR4IGSqbjFxAvcx5uqrtUXWr3heV5Vq5ZZUYTkHV9_mlOzemZXvHf0a8iyn_ognPGErMSqer5tVefum9caMkl1s0iF6cxM2GcAaFg/s1600/PagghiariCuppani.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLJ5kWodqIl3Z39Bc2nAzH5G1ecJRbFCUwSYccyjsR4IGSqbjFxAvcx5uqrtUXWr3heV5Vq5ZZUYTkHV9_mlOzemZXvHf0a8iyn_ognPGErMSqer5tVefum9caMkl1s0iF6cxM2GcAaFg/s320/PagghiariCuppani.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E comunque le analogie con Tudia non si limitano ai <i>pagghiari</i>; anche lì vi furono “richieste” da parte dell’Assessorato, che in realtà miravano a far realizzare l’impianto elettrico per la masseria dei Di Salvo. A cosa miravano le richieste relative a Cutò?<br />
<br />
Perché, Lettore, esattamente come era accaduto per Tudia, le “richieste” dell’assessorato avevano un significato sottile. L’articolo 2 della legge 104 (“<i>Organi della riforma</i>”) dice infatti testualmente:<br />
<br />
“<i>All'attuazione della riforma agraria sovrintende l'Assessorato dell'agricoltura e delle foreste, presso il quale è istituito un ufficio regionale per la riforma avente il compito di indirizzare, vigilare e coordinare l'attività degli enti ed organi preposti alla esecuzione della presente legge, anche a mezzo dell'ispettorato agrario compartimentale, che assume la denominazione di ispettorato agrario regionale</i>.<br />
<br />
<i>Nei casi espressamente previsti, l'Assessorato si avvale dell'Ente di colonizzazione del latifondo siciliano, che assume la denominazione di Ente per la riforma agraria in Sicilia, e dei consorzi di bonifica</i>.<br />
<br />
<i>Al riordinamento dell'Ente per la riforma agraria in Sicilia e dei consorzi di bonifica sarà provveduto con decreto del Presidente della Regione, su proposta dell'Assessore per l'agricoltura e le foreste, di concerto con quello per le finanze, previa deliberazione della Giunta</i>.”<br />
<br />
Nell’articolo di legge vengono espressi due concetti fondamentali. Il primo è che l’ERAS costituiva un “organo della riforma”, cioè la conversione da ECLS ad ERAS era avvenuta espressamente per attuare la riforma agraria. Il secondo è che l’ERAS era alle dirette dipendenze dell’Assessorato, esattamente come l’ECLS lo era stato nei confronti del Ministero. <br />
<br />
In pratica, l’assessorato, in posizione gerarchica superiore all’ERAS, stava chiedendo all’Ente di compiere qualcosa che travalicava i limiti imposti dalla legge 104: usare le risorse, economiche ed istituzionali, esplicitamente destinate alla riforma agraria per finalità che con la riforma non avevano nulla a che vedere. Non è un caso che le richieste, sia nel caso di Tudia, sia in quello di Cutò, fossero state firmate direttamente dall’assessore, e non dall’ispettorato agrario regionale.<br />
<br />
Questo, Lettore, succede tutt’oggi nella pubblica amministrazione, specialmente al Sud. Chi si trova in posizione gerarchica preminente chiede a chi “sta sotto” di fare qualcosa che non dovrebbe; spesso, chi si trova in posizione subordinata, o nella speranza di guadagnare privilegi, o nel timore di ritorsioni, aderisce. Ed in quel momento, si assume la responsabilità dell’azione. Infatti la richiesta del superiore, posta in questi termini (nel caso di Cutò neanche esplicita – era una “nota assessoriale”) formalmente non costituisce un “ordine”; di conseguenza, l’azione pratica diviene “iniziativa” del sottoposto, anche se nella realtà egli sta eseguendo un ordine posto velatamente. Ed… ecco! La responsabilità dell’accaduto è passata dall’ideatore all’esecutore.<br />
<br />
Lo stesso era avvenuto nel <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">caso di Tudia</a>, in cui l’Ente aveva avuto qualche difficoltà a sottrarsi alle pressioni dell’assessorato; alla fine il borgo lo costruirono i Di Salvo, ma l’ERAS approntò comunque progetti, eseguì sopralluoghi, etc.<br />
<br />
Qui il comportamento dell’ERAS, forse anche avvalendosi della passata esperienza, fu diplomaticamente elegante, tatticamente impeccabile e legalmente irreprensibile.<br />
<br />
In pratica, l’Ente si dichiarava disponibile a fornire un supporto tecnico, per quanto non di sua pertinenza, ma il supporto economico sarebbe dovuto venire dall’Assessorato, e non dai fondi stanziati per la riforma agraria. E puntava il suo diniego soprattutto sui costi della strada, nonostante l’ERAS, sebbene più restia a costruire borghi, sembrasse di contro generalmente proclive a costruire strade. Se, come vedremo in un prossimo post, “le vie del Signore sono infinite”, neanche le strade dell’ERAS scherzano; ne costruì per tutto e per tutti, anche per i proprietari della <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi43-lultima-fase-dei.html" target="_blank">masseria Chiusa</a>. Quindi, come si vedrà più avanti, le difficoltà relative alla strada potevano anche essere una “comoda scusa”.<br />
<br />
Trascorse un anno, durante il quale l’Ente venne commissariato. Probabilmente per tale motivo l’Assessorato dovette tornare alla carica, ritenendo forse che con il cambiamento dell’interlocutore al vertice il dialogo avrebbe potuto sortire effetti diversi. Ma l’ing. Panico trasmise al Commissario Straordinario, nel marzo del 1959, una relazione assolutamente sovrapponibile alla precedente, che nella conclusione afferma “<i> l’On Assessorato avrebbe <b>dovuto</b> inoltre provvedere all’esecuzione di dette opere con apposito stanziamento in quanto la zona non era compresa tra quelle interessate dalla Riforma Agraria</i>”.<br />
<br />
La formula finale sembrava non lasciare spazio a repliche, e di Borgo Cutò all’Eras non si parlò più; ma quale poteva essere il reale interesse degli assessorati (Agricoltura e Foreste e Lavori Pubblici) in una simile realizzazione?<br />
<br />
Al fatto che qualcuno avesse preso a cuore le sorti dei poveri pastori, <i>di quei<b></b></i> poveri pastori, personalmente non credo. E non dovresti crederci neanche Tu, Lettore, ma non perché lo dica io.
Nella zona (così come in altre) i <i>pagghiari</i> erano sì ben presenti; si vedono persino sulle carte IGM, dove sono indicati con il simbolo di un cerchio barrato (un rettangolo barrato indica invece “baraccamenti”).
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinzfnGcU5OH4j1LmUbJBRH5apyAGciPK_fLkt5uwyw4A_PhEeteTIecT6hyphenhyphenpULzd71oF6xvQ1oIESOUAAiH_KX2EFpfbtazRERHeKBOxXv8yWzFICDwNGkYsraAFDfR83_kVQ-MAucDbE/s1600/PagghiariCut%25C3%25B2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinzfnGcU5OH4j1LmUbJBRH5apyAGciPK_fLkt5uwyw4A_PhEeteTIecT6hyphenhyphenpULzd71oF6xvQ1oIESOUAAiH_KX2EFpfbtazRERHeKBOxXv8yWzFICDwNGkYsraAFDfR83_kVQ-MAucDbE/s320/PagghiariCut%25C3%25B2.jpg" /></a></div>
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Ed i rilievi della più recente cartografia IGM risalgono ai primi anni Settanta, una quindicina d’anni dopo gli eventi narrati; se si fosse voluto migliorare le condizioni dei poveri pastori, si sarebbe comunque fatto. Le basi di pietra dei <i>pagghiari</i> sono invece visibili ancora oggi persino sulle foto satellitari di GoogleEarth
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4zLGytHVdDvbo1uvp3f1Zs6YbIr6NSiXUHy-ztx9FMuQ4I8ZvN0KY9bPdscn-o56JBd-gxuFqAGzsn0m_WsGGon039SpiUDJtq5Ut4xU9YZYNn0dEeq12JOYM0S_Puqp8ikeeAdoGDgQ/s1600/PagghiariGE.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4zLGytHVdDvbo1uvp3f1Zs6YbIr6NSiXUHy-ztx9FMuQ4I8ZvN0KY9bPdscn-o56JBd-gxuFqAGzsn0m_WsGGon039SpiUDJtq5Ut4xU9YZYNn0dEeq12JOYM0S_Puqp8ikeeAdoGDgQ/s320/PagghiariGE.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Ma altre informazioni possono essere desunte dalla topografia IGM.<br />
<br />
L’ing. Panzera aveva individuato “…<i>a q. 1010 m. apposita zona dove ubicare il borgo contemplando future possibilità di ampliamento</i>.”. Ora, Lettore, la quota 1010 è chiaramente marcata sulle carte IGM, in corrispondenza di un rialzo del terreno. Ivi, le carte IGM riportano la presenza di una costruzione, relativamente grande, comprendente anche qualche struttura attinente al culto (vi è la croce); è strano che l’ing. Panzera non ne faccia menzione. La costruzione è indicata come “S. Lucia” sulla cartografia IGM odierna, e come “Casa S. Lucia” su quella precedente; per la gente del luogo è “Case Santa Lucia”
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEKRIqqDHvEih5DW5M8hwTCVAIylh5noWR_mEyZiRbANeW9pGWlbXkQLd26bEDrpjv2v61FRnxsJv5kHrAzK7p1ncYz0utjLWT7Vd7372hfc2j5_nFBNojfAU0gvsNyECX_RgwV8oDOLg/s1600/SLuciaIGM.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEKRIqqDHvEih5DW5M8hwTCVAIylh5noWR_mEyZiRbANeW9pGWlbXkQLd26bEDrpjv2v61FRnxsJv5kHrAzK7p1ncYz0utjLWT7Vd7372hfc2j5_nFBNojfAU0gvsNyECX_RgwV8oDOLg/s320/SLuciaIGM.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Attualmente la costruzione è ridotta ad un rudere
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjorpTjxdgIAV-gtogRkyiBOItV2DcqKkqOb5hNWhVsKWQjza13Xh_VUoSWhxh4H5biOQfcVbm_Bls_bj3NzGeZQD5YLXD5T-2BaTwQOWrOg7xrZnrZuWiix5eI6WptOn-DGfKT6NSFPEw/s1600/SantaLucia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjorpTjxdgIAV-gtogRkyiBOItV2DcqKkqOb5hNWhVsKWQjza13Xh_VUoSWhxh4H5biOQfcVbm_Bls_bj3NzGeZQD5YLXD5T-2BaTwQOWrOg7xrZnrZuWiix5eI6WptOn-DGfKT6NSFPEw/s320/SantaLucia.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
ma già nelle foto aeree di venticinque anni fa le condizioni non appaiono altrettanto cattive, con solo qualche danno alle coperture
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX8ESx0ec-j9oy9pSGosdNh0qktJob-PZlfsPQZA3ok3nUBut96xqelNUG2DBSuRtybHKZI_OLNuYxA9ATQO2F6hiZJrEkxhGo4a_ColK9EApAeJFGV81vCe304ICs3ClPIc1v2Eh_WXE/s1600/SLucia1989_3.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX8ESx0ec-j9oy9pSGosdNh0qktJob-PZlfsPQZA3ok3nUBut96xqelNUG2DBSuRtybHKZI_OLNuYxA9ATQO2F6hiZJrEkxhGo4a_ColK9EApAeJFGV81vCe304ICs3ClPIc1v2Eh_WXE/s320/SLucia1989_3.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
E di gran lunga migliori dovevano essere nel 1957; la gente del luogo riferisce infatti come nella struttura trovasse posto, oltre che una chiesa, anche l’aula di una <b><i>scuola rurale</i></b>.<br />
<br />
In pratica, nella zona esisteva già una struttura che, all’infuori della presenza di un ambulatorio medico, espletava le funzioni di un borgo “C”, ubicata esattamente nel luogo individuato come ideale per la costruzione del borgo.<br />
<br />
Ma non solo.<br />
<br />
L’assessorato invita l’ERAS a realizzare un centro rurale che,come tale, sarebbe stato comprensivo di piazza (era proprio nella piazza che si materializzava il concetto di “borgo” inteso come centro rurale, già dai tempi dell’Istituto VEIII per la bonifica della Sicilia), ma subito dopo chiede di espropriare un’area per realizzare una piazza. <br />
<br />
In realtà l’assessore non sta chiedendo la costruzione di un borgo; che peraltro è come sia già in parte esistente. L’assessore sta chiedendo di espropriare un’area per costruirvi.<br />
<br />
Ma vi è ancora di più; molto di più. <br />
<br />
Questa è la zona adiacente alle case S. Lucia sulla cartografia IGM odierna. Si vede un piazzale delimitato da un muro di contenimento, ed una serie di costruzioni sul piazzale
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGxPvxPk6azIIqW-1I3OwVxzsqtYl7xGSJUT1bb2RlDMfRcCyiCsq57DQNPtO6VRRaLzXR0HxonmYRBNuplHDGD2NcX0PSRG3YZ9TP6TzFTdjPHJ6UtPPUAUIqJ1ytJeYY323nZSuS3kY/s1600/casetteCuto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGxPvxPk6azIIqW-1I3OwVxzsqtYl7xGSJUT1bb2RlDMfRcCyiCsq57DQNPtO6VRRaLzXR0HxonmYRBNuplHDGD2NcX0PSRG3YZ9TP6TzFTdjPHJ6UtPPUAUIqJ1ytJeYY323nZSuS3kY/s320/casetteCuto.jpg" /></a></div>
<br />
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Queste, Lettore, sono le venticinque casette costruite dall’assessorato LL.PP. Vennero costruite dopo gli eventi narrati sopra, quando ormai la contrada si era quasi completamente spopolata; per usare l’espressione di un pastore del luogo “<i>ficiru i’ casi quanno tutti si ‘nnavìano iutu</i>” (“costruirono le case quando tutti erano ormai andati via da qui”). E per fare case e muro, anche una strada d’accesso dovette venire realizzata; verosimilmente la strada percorsa da Superdavidone© e me per raggiungere il luogo. L’ostacolo maggiore posto dall’ERAS, e cioè la strada, sarebbe stato comunque aggirato, in seguito, dall’assessorato Lavori Pubblici.<br />
<br />
Le testimonianze raccolte sul luogo descrivono le venticinque case come prefabbricati in legno, con pareti esterne a camera d’aria, e fornetto esterno, anch’esso prefabbricato. Solo le fondazioni erano in cemento armato, come d’altra parte avviene per tutti i prefabbricati.<br />
<br />
Come accennato sopra, non furono mai abitate; una di esse, al margine Nord del piazzale, ospitò per qualche tempo l’aula scolastica che originariamente aveva sede nelle case S. Lucia. <br />
<br />
In assenza di manutenzione, le strutture in elevazione si deteriorarono velocemente.<br />
<br />
E neanche la funzione del muro di contenimento appare immediatamente chiara. Che sia un muro di contenimento si deduce dalla simbologia IGM; ma attualmente ha più l’aspetto di un muretto a secco, con funzioni di delimitazione.
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<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR9ljhDIVJ1CZzFVfE6i4d5EznVsrk6Fhor3KMRSznrVLoNJfIIX-WZMqRbjMdBz9vZ33n-Q7ldBCS1k1MJzxcssNSldZQsOVfgXMLncafcjvuQJ7joBOInRlXcwNLyAWRIjYJpS5kgO8/s1600/muro.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR9ljhDIVJ1CZzFVfE6i4d5EznVsrk6Fhor3KMRSznrVLoNJfIIX-WZMqRbjMdBz9vZ33n-Q7ldBCS1k1MJzxcssNSldZQsOVfgXMLncafcjvuQJ7joBOInRlXcwNLyAWRIjYJpS5kgO8/s320/muro.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ed inoltre è posto più a SudEst del bordo del terrapieno che costituiva il piazzale; non costituisce il muro di sottoscarpa del piazzale
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeB7FMR_6QpVKTy0LvaHLKbDyp8xiui5DLGBwxzS5mGiygVFD0asxjTld426DBVqtm5MScr26oAeAf2UPNhNgGz2lp54n1AZVZMAZ_DHdwJVemkrsBgFSmZqVla9PX0dzbbzaqcEs8IwY/s1600/piazzale.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeB7FMR_6QpVKTy0LvaHLKbDyp8xiui5DLGBwxzS5mGiygVFD0asxjTld426DBVqtm5MScr26oAeAf2UPNhNgGz2lp54n1AZVZMAZ_DHdwJVemkrsBgFSmZqVla9PX0dzbbzaqcEs8IwY/s320/piazzale.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente, Lettore, ti starai chiedendo come mai nessuna struttura riferibile alla presenza delle casette sia visibile nella fotografia del piazzale; magari, starai anche pensando che ti stia prendendo in giro. Ma non è così; in effetti, all’infuori dei resti di uno dei fornetti, completamente nascosto dagli arbusti, nessun’altra struttura è visibile.<br />
<br />
Tra il 1989 ed il 1990 tonnellate di materiale di risulta vennero scaricate nel piazzale per occultare irreversibilmente e definitivamente tutto ciò che rimaneva dell’operazione “borgo Cutò”; questa
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpZwQV8xiZh4Q374smtiYdHLsvmouNUKhcePeer1O3hVRjWW_isMwwJBzjajkX8CAmzXkBswpcvJzwlQ-vR9hEr59zCY4M-JEazD5wScjL8J_XqVKrVAIu8iaf86aR8pKaKtGGfPHJ_g4/s1600/FotoAreea1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpZwQV8xiZh4Q374smtiYdHLsvmouNUKhcePeer1O3hVRjWW_isMwwJBzjajkX8CAmzXkBswpcvJzwlQ-vR9hEr59zCY4M-JEazD5wScjL8J_XqVKrVAIu8iaf86aR8pKaKtGGfPHJ_g4/s320/FotoAreea1.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
è una foto aerea che documenta l’accaduto, mentre questo era l'aspetto del sito<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzfSKogYRUKJb2ZjynTGRUda2ilVOM-wcXSKOeXT6e_MDsmkjtd7Re2WV03mpwpI31YZzpzYwCzvnpnhCSptAkAJ2f563NSCmjzrLY1xkD5lTSVzKbmlXwNTmMh2rJ2EFlQ-ImoWPgeQ8/s1600/Cut%25C3%25B21967.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzfSKogYRUKJb2ZjynTGRUda2ilVOM-wcXSKOeXT6e_MDsmkjtd7Re2WV03mpwpI31YZzpzYwCzvnpnhCSptAkAJ2f563NSCmjzrLY1xkD5lTSVzKbmlXwNTmMh2rJ2EFlQ-ImoWPgeQ8/s320/Cut%25C3%25B21967.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
prima che le costruzioni venissero sepolte
<br />
<br />
Ed a questo punto, Lettore, probabilmente starai anche chiedendoti quali possano essere state le recondite motivazioni di tale assurdità.<br />
<br />
Me lo sono chiesto anch’io, per tanto tempo; ma la mia, per quanto irrefrenabile dietrologia,non è stata in grado di trovarne alcuna che fosse veramente soddisfacente. Ho potuto individuare un solo elemento che accomunasse strane richieste di tipo politico-gestionale, la necessità di mascherare l’accaduto, e Contrada Cutò: è la struttura lineare che si vede nell’immagine
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYwfjXsBFaI5Xgl0lZt5LxfNMtpo5jUqr7XFkS7NqGWbavjZHYbYUmeSxLHnbFexsgGQWjCaLobRX0NuYeEYHw2bXHxm81mkGBazZwyNf5ckKFPCD1SpVSf3nhq5mUHtSNtX0is2SWHyk/s1600/FotoAreea2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYwfjXsBFaI5Xgl0lZt5LxfNMtpo5jUqr7XFkS7NqGWbavjZHYbYUmeSxLHnbFexsgGQWjCaLobRX0NuYeEYHw2bXHxm81mkGBazZwyNf5ckKFPCD1SpVSf3nhq5mUHtSNtX0is2SWHyk/s320/FotoAreea2.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo, Lettore, è il canale di gronda del secondo ramo del viadotto Ancipa, l’“Ancipa nuovo”, i cui lavori vennero bloccati alla fine degli anni Ottanta. E per la precisione questi sono i lavori relativi al famigerato “secondo lotto”, i cui lavori iniziarono senza preventiva autorizzazione, sostenendo (falsamente) che essi fossero propedeutici alle altre realizzazioni ed asserendo (falsamente) che essi non avrebbero interessato il Parco dei Nebrodi.</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1uTfgKRQ0bNpwi5-lz8_UuDP8zh4oatCa_omu62cykEsY_o6Nm0IfIHFNP1wYhb7HXbHk3wEihiYx_t-Gv1clVR-OziRu5S1aa6aofsv_RMV4lvxH0n3IU9PRZ5Wl4wWJ9LiuMHcYdgY/s1600/gronda.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1uTfgKRQ0bNpwi5-lz8_UuDP8zh4oatCa_omu62cykEsY_o6Nm0IfIHFNP1wYhb7HXbHk3wEihiYx_t-Gv1clVR-OziRu5S1aa6aofsv_RMV4lvxH0n3IU9PRZ5Wl4wWJ9LiuMHcYdgY/s320/gronda.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
La diga Ancipa venne realizzata tra il 1949 ed il 1952 dall’impresa Lodigiani; è tristemente nota anche perché al sua costruzione, all’inizio, venne funestata da un incidente sul lavoro che costò la vita a 13 operai, di cui ben dieci periti nel disperato tentativo di salvare i compagni
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMEHmiL7KO5SJIOHdYKHpRvuZxUrb8x7vOExUIrMVKRamj2yXi0y4B2ock7KsKwxSKbvXAsjsr99t3tr_UoiT6UzIioLQ0xFXSu_Qutq6Rud5pJKmlAMlnzZCfy10I4TG4bF4WBJ-NUnE/s1600/diga.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMEHmiL7KO5SJIOHdYKHpRvuZxUrb8x7vOExUIrMVKRamj2yXi0y4B2ock7KsKwxSKbvXAsjsr99t3tr_UoiT6UzIioLQ0xFXSu_Qutq6Rud5pJKmlAMlnzZCfy10I4TG4bF4WBJ-NUnE/s320/diga.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Il bacino era principalmente destinato alla produzione di energia elettrica; le acque rilasciate dopo il salto sarebbero state destinate ad uso irriguo, essenzialmente (ma non solo) da parte del Consorzio di Bonifica della Piana di Catania. Anche gli usi a fini potabili erano previsti; sebbene senza titolo concessorio, le acque dell’invaso fornivano, nel 1969, ventiquattro comuni della provincia di Enna. L’impianto di distribuzione dell’EAS ultimato nel 1970 nel 1971 convogliava quasi due milioni di metri cubi d’acqua. <br />
<br />
Uno dei problemi dal quale è stato sempre congenitamente affetto il sistema dell’Ancipa è legato alla adduzione delle acque. Inizialmente, il lago artificiale era stato creato sbarrando il torrente Troina, ma già nel progetto originario erano previsti altri sistemi di adduzione, come, ad esempio, quello che avrebbe captato le acque dei torrenti Schicciomira, Cicogna, Bracalla, Finocchio, Tusa e S. Elia
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjq1Sun1GxbHk5bN0RBuplhl_KsqWZoxawk3UzuBl05opPb0B406X1bKilw4GEEKyE7Ke9c9zFOTE3lJPxvQ2A1FTKrkUTfpcjCyebAyfvj3rQVXytVWVmyhxBy_6AGwS_2tEI3_m2wUY/s1600/Ancipa1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjq1Sun1GxbHk5bN0RBuplhl_KsqWZoxawk3UzuBl05opPb0B406X1bKilw4GEEKyE7Ke9c9zFOTE3lJPxvQ2A1FTKrkUTfpcjCyebAyfvj3rQVXytVWVmyhxBy_6AGwS_2tEI3_m2wUY/s320/Ancipa1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e che venne poi realizzato, con canale di gronda che decorre in galleria
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyZA9k7ALWSSdrAj_IO3Tcdw5YX3oeB4gtW_yAHg2SqdYdeNiD6yIc3YMlV15bV5KUBF_HfSMR3Ljt_FW6xEgqSgX4ja2KrHcJ3SOnCx9fgoDbJLx-ipLPOxNdiEvKiHKviZaakOhnqtk/s1600/Ancipa1IGM.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyZA9k7ALWSSdrAj_IO3Tcdw5YX3oeB4gtW_yAHg2SqdYdeNiD6yIc3YMlV15bV5KUBF_HfSMR3Ljt_FW6xEgqSgX4ja2KrHcJ3SOnCx9fgoDbJLx-ipLPOxNdiEvKiHKviZaakOhnqtk/s320/Ancipa1IGM.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Un secondo ramo venne ufficialmente progettato nel 1979 (“Ancipa nuovo”); esso avrebbe dovuto captare le acque dei torrenti Cutò, Martello e Saracena, prima che essi confluissero nel Simeto, e convogliarle tramite un doppio canale di gronda, che si sarebbe sviluppato in piccola parte in galleria, ma in massima parte sospeso su piloni. <br />
<br />
Due anni più tardi i lavori di costruzione, suddivisi in tre lotti separati, vennero appaltati all’impresa Lodigiani-Cogei; in pratica, la medesima impresa che aveva curato la realizzazione di strutture ed impianti già dall’inizio. I lavori vennero sospesi nel 1989, e diverse persone rinviate a giudizio per una serie di illeciti e di reati, che spaziavano dalla corruzione al finanziamento illecito dei partiti. <br />
<br />
Ciò che riguardò il secondo lotto, in particolare, sembra essere quello per cui chiunque sia stato coinvolto in questa vicenda sia riuscito a mostrare il peggio di sé.<br />
<br />
Tuttavia, l’<b><i>ideazione</i></b> del progetto del 1979 non è contemporanea ad esso; risale a più di venti anni prima. La captazione dei summenzionati torrenti venne progettata una prima volta (progetto relativo alla c.d. “<i>Traversa Martello</i>”), guarda caso nel 1957, dall’ESE (Ente Siciliano Elettricità, poi confluito nell’ENEL), ed il progetto riceveva l'approvazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nella seduta del 17 gennaio dell’anno successivo. Ci troviamo quindi in perfetta contemporaneità con le richieste che l’Assessorato avanzava all’ERAS.<br />
<br />
Non sono però stato in grado di comprendere il meccanismo attraverso il quale la realizzazione di borgo Cutò avrebbe potuto influire, positivamente o negativamente, sulle vicende relative a quella che era stata la “Traversa Martello” alla fine degli anni Cinquanta, e che diveniva “Ancipa nuovo” negli anni Ottanta.
<br />
<br />
Da come si sono svolti gli eventi, resta comunque fuor di dubbio che l’esistenza di una sorta di “paesino” in contrada Cutò sarebbe stata funzionale alle operazioni che erano state pianificate; per qualche motivo, l'esistenza di una zona urbanizzata nell'area era necessaria. Infatti, in seguito all’elegante diniego dell’ERAS l’assessorato non insistette ulteriormente, ma l’(inutile) operazione relativa a borgo Cutò venne comunque condotta a termine. Probabilmente anziché tentare di coinvolgere ancora l’ERAS, preferirono sbrigarsela da soli, nel più totale silenzio, evitando di mettere a conoscenza di troppe persone la loro iniziativa.<br />
<br />
Poi, quando “borgo Cutò” non servì più, e lo scopo era stato raggiunto, si affrettarono a fare sparire le tracce fisiche dell’operazione. Furono sempre i mezzi della ditta Lodigiani a seppellire il piazzale di borgo Cutò con materiale di risulta. Certo, magari il problema relativo a venticinque casette era ben poca cosa rispetto ai contenuti della pentola scoperchiata dalle indagini sui tre lotti dell’Ancipa; ma non riesco a pensare ad alcun altro motivo per far giungere tonnellate di terra sul posto e riversarle <b><i>con estrema precisione e soltanto nel luogo esatto</i></b> in cui c’erano i resti delle casette, se non l’intento preciso di occultarli. <br />
<br />
Vale la pena di sottolineare che la foto aerea è stata ripresa quando i lavori erano già stati sospesi; pertanto, l’operazione avvenne o a cantiere già chiuso, o in prossimità della chiusura. <br />
<br />
Ma forse, Lettore, la cosa che ti sembrerà davvero inverosimile è che questa storia non fosse conosciuta da nessuno; da una parte ciò è sicuramente attribuibile all’estremo riserbo mantenuto dagli assessorati sulle loro iniziative.<br />
<br />
Ma d’altra parte è così anche perché le varie parti nel tempo coinvolte ne conoscono solo aspetti parziali, ma nessuno considera la vicenda nella sua globalità. L’ESA è a conoscenza dei rapporti intercorsi tra ente e assessorato, la magistratura dei fatti relativi all’appalto dell’acquedotto, la gente del luogo ricorda bene l’esistenza delle casette, ma la sintesi degli eventi non è mai avvenuta.<br />
<br />
Si è parlato e si continua a parlare dell’impatto ambientale che la vicenda ha avuto sul Parco, ma nessuno si è dato la pena di effettuare ricerche o sopralluoghi. Nel “<i>Piano di Gestione Monti Nebrodi – Carta delle presenze di insediamenti e infrastrutture</i>” le casette di borgo Cutò sono genericamente marcate come “insediamenti” e considerate esistenti, così come è riportata la presenza dell’edificio di S. Lucia
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5WT9wSxmfjxZyarA8suGKu7_uQfupSB6MLOzNQRcabuRl38rtHIcjIQqYyhGv_b2bjEZLr85wuvUeGKOuW4rWw0L2ZhyphenhyphenWSe-uTKGGhyphenhyphen75MGWdyOIM1w85jx1QWGCyx7mo2u-JtRXpx2Y/s1600/map2008.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5WT9wSxmfjxZyarA8suGKu7_uQfupSB6MLOzNQRcabuRl38rtHIcjIQqYyhGv_b2bjEZLr85wuvUeGKOuW4rWw0L2ZhyphenhyphenWSe-uTKGGhyphenhyphen75MGWdyOIM1w85jx1QWGCyx7mo2u-JtRXpx2Y/s320/map2008.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
questo perché la loro esistenza è semplicemente stata desunta dalla carta IGM, che ancora riporta la presenza delle costruzioni. E basta. Nessun riscontro reale è stato ricercato; nessuna verifica mai avvenuta. Così, nessuno sa.<br />
<br />
Ma tu Lettore, adesso sai. Come so io
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSUEN5HSZaDHyAGhtz5gOvc4KbPge6zeMnPg-0GHJ6uxsY4hTsyjgrKGYMpSs1Ilj28hOnpFeukG0-UdwZYp5feYKDtzS1Ic7QrI8RHTwV8XngrtV483MTowq9Ka8F9sIQCZpQn-l4_Ss/s1600/SantaLucia2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSUEN5HSZaDHyAGhtz5gOvc4KbPge6zeMnPg-0GHJ6uxsY4hTsyjgrKGYMpSs1Ilj28hOnpFeukG0-UdwZYp5feYKDtzS1Ic7QrI8RHTwV8XngrtV483MTowq9Ka8F9sIQCZpQn-l4_Ss/s320/SantaLucia2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<i>E come sa anche Superdavidone©. L’escursione a “borgo Cutò” è stata condotta insieme; e così desidero qui ringraziarlo per questo. La sua compagnia è stata, per me, un dono. Grazie, Davide!</i>Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5188116038128538940.post-59853715553012756082015-10-18T20:57:00.000+02:002017-01-25T21:40:20.747+01:00LA VIA DEI BORGHI.45: L'ultima fase dei borghi rurali siciliani. GLI ULTIMI TRE GRUPPI<br />
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<span style="font-size: large;">Lo sperpero dell'eredità: il quarto gruppo
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<div style="text-align: justify;">
Un’altra tipologia di progetto venne redatta tra il 1958 ed il 1959, anch’esso per un borgo definito ridotto, ma consistente in realtà in un singolo edificio, realizzato in muratura portante
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNtx1C8xoTV5dSxBvzP9ryF0fr-Ficxar9Fojng3Dq-dCaSUn3zGqqDxukfTzQxbCOOUcIs2an7B0KUXwK2qBwBJKYKv4L6-NWzwkx2Hud57e1eP54DVpONxvznAenNUq1SbJ0Lu3dQcw/s1600/GruppoIVdis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNtx1C8xoTV5dSxBvzP9ryF0fr-Ficxar9Fojng3Dq-dCaSUn3zGqqDxukfTzQxbCOOUcIs2an7B0KUXwK2qBwBJKYKv4L6-NWzwkx2Hud57e1eP54DVpONxvznAenNUq1SbJ0Lu3dQcw/s320/GruppoIVdis.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
la cui pianta appare ben riconoscibile, inconfondibile nelle immagini riprese dall’alto
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinsnBmcVEkJrgc6bimIdMiIoQ-_WO2SsCGermH9OWoJdNMogH5aK8x78geOwaC3oymAZVKBZVhOI7S3dO9jj7StVc8neSfDkLjAumywvbmh3wQGlyLyV5zBBhtc1XQf8API2YNNV_ctso/s1600/GruppoIVpianta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinsnBmcVEkJrgc6bimIdMiIoQ-_WO2SsCGermH9OWoJdNMogH5aK8x78geOwaC3oymAZVKBZVhOI7S3dO9jj7StVc8neSfDkLjAumywvbmh3wQGlyLyV5zBBhtc1XQf8API2YNNV_ctso/s320/GruppoIVpianta.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Una scuola, sebbene dotata di più aule
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh579EtxwZdD2iaF_0Eiz5EA2r-iuniR-reF_v4hlsnYy2oYtm-kFjJq1rXFZRL8pKI2saLrB7LUzJeBXwesFz83rDc0bIPocc60baXAIB1dToi9N42abuXsAJBBxvqx5p4GFjURCxZjn8/s1600/GruppoIVplan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh579EtxwZdD2iaF_0Eiz5EA2r-iuniR-reF_v4hlsnYy2oYtm-kFjJq1rXFZRL8pKI2saLrB7LUzJeBXwesFz83rDc0bIPocc60baXAIB1dToi9N42abuXsAJBBxvqx5p4GFjURCxZjn8/s320/GruppoIVplan.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
da inserire in un borgo residenziale. Il progetto riguardò tre “borghi”, ma esso venne realizzato solo due volte.
</div>
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<br />
<div>
<b><i>VILLAGGIO CAPPARRINI</i></b>
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Nell’elenco di Wikipedia viene riportato tra le “città di fondazione” (!) del 1941-43, ma non è altro che una scuola inserita nel contesto di un borgo residenziale
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjundS6qkqBBL01Be_wzwp99HbB-_WxrGstWePtKax0SEmgksiIlj-tqJs63SwbNNt4I8Hbgxm6_fwUTCrxQcbk8bWkkpCJidpFtpQoIZcDCeLcI2IyW0-Vb-pFgpE9PK-gknGIZRIgvHM/s1600/Villaggio_Capparrini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjundS6qkqBBL01Be_wzwp99HbB-_WxrGstWePtKax0SEmgksiIlj-tqJs63SwbNNt4I8Hbgxm6_fwUTCrxQcbk8bWkkpCJidpFtpQoIZcDCeLcI2IyW0-Vb-pFgpE9PK-gknGIZRIgvHM/s320/Villaggio_Capparrini.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto dovrebbe essere del 1958, anche se nei fascicoli di archivio non si trovano i disegni esecutivi; la planimetria resta ricavabile dalle immagini di GoogleEarth
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd0iWoksOCfRWmMxBxzZetlLSSkEBuaPaUgCnkOsBGa7TgurlqrIGX6R2w1UMXvXbcgpvHVr0Y0rs9Z3MQOG-MRfjkRmBLm0Kn9l1Wdq9Unfor51V0eld4Cw5AIbtsdd23zT0O9IApORs/s1600/VillaggioCapparrini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd0iWoksOCfRWmMxBxzZetlLSSkEBuaPaUgCnkOsBGa7TgurlqrIGX6R2w1UMXvXbcgpvHVr0Y0rs9Z3MQOG-MRfjkRmBLm0Kn9l1Wdq9Unfor51V0eld4Cw5AIbtsdd23zT0O9IApORs/s320/VillaggioCapparrini.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Il borgo residenziale sarebbe stato costituito da 40 abitazioni di assegnatari dei lotti compresi nel PR 18a
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx79jB6vn9rBifspOVpdUQmpu2xWw4O8geGGSaofelZP5Wk_xXmUyDmOSXqd-RPWoYfG5d-IuYsjp8yYcNS5QHVH0vFhPB_BEqUHSjtkJ4QaPPDd_lcdfAwr0r0DqQrgqaomipKGLkncM/s1600/capparrini_corografia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx79jB6vn9rBifspOVpdUQmpu2xWw4O8geGGSaofelZP5Wk_xXmUyDmOSXqd-RPWoYfG5d-IuYsjp8yYcNS5QHVH0vFhPB_BEqUHSjtkJ4QaPPDd_lcdfAwr0r0DqQrgqaomipKGLkncM/s320/capparrini_corografia.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Verosimilmente, Capparrini è una decisione dell’ultima ora. Esso infatti non compare nella mappa dei borghi del 1956, dove i PR sono compresi nella circonferenza di un borgo “A” da consorzio; la dicitura “CAPPARRINI” è apposta a mano, successivamente, nella zona in cui si trova il villaggio
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnRi_E4NPOtEJuQqHGtcTGbPqiQKDOzMjqnlgWg2ryj2477JzoQhU3K3RPxuy1COr-e85PWeKxBcv_yUQeKrwQcdoB4RvC9L80Dbr_Yb3lsXWY2I0dto1sde46Z_41orR6ln5gNuMdiPM/s1600/capparrini_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnRi_E4NPOtEJuQqHGtcTGbPqiQKDOzMjqnlgWg2ryj2477JzoQhU3K3RPxuy1COr-e85PWeKxBcv_yUQeKrwQcdoB4RvC9L80Dbr_Yb3lsXWY2I0dto1sde46Z_41orR6ln5gNuMdiPM/s320/capparrini_raggio.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Nella realizzazione, probabilmente avvenuta in tempi strettissimi,si trascurò di assicurare un adeguata fornitura idrica alle abitazioni, per cui il villaggio ha sempre sofferto di una gravissima carenza d’acqua che lo ha reso invivibile; la condizione venne riportata anche da Danilo Dolci nel suo “<i>Spreco</i>”. Qualche anno dopo l’ERAS tentò di rimediare con un progetto che avrebbe derivato le acque degli acquedotti di Camporeale-Roccamena e di Campofiorito-Bisacquino, in procinto di realizzazione, da parte dell’Ente Acquedotti Siciliani. Il progetto prevedeva la realizzazione degli appositi pozzetti, ed un serbatoio da 50 metri cubi, alimentati dalle condutture che, in pratica, decorrevano al centro dell’area interessata dal piano di ripartizione
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzxaeOjNKzofdskcKZTT4Go2dFLf6GsNRtAgarFt37vizXpS9-hTh06z4YTnFy2Lto-4RxSr6ngx3omInIMhxtULQ6h8GZ0pI2mp7BbwbQpO5QfaUAycpP_vBln-FUNCDpPjxOFzRtjKU/s1600/capparrini_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzxaeOjNKzofdskcKZTT4Go2dFLf6GsNRtAgarFt37vizXpS9-hTh06z4YTnFy2Lto-4RxSr6ngx3omInIMhxtULQ6h8GZ0pI2mp7BbwbQpO5QfaUAycpP_vBln-FUNCDpPjxOFzRtjKU/s320/capparrini_plan.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
L’acquedotto esiste (è riportato sulle carte IGM)
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT4tIFv1EhgYJz37EKqLDZZksN3w1Z02LiufMDBy8TOBntB26To1XAqg81AeybKOWeYiG9lI8-QJPDS9QONrnyrkqqw7hBUpUbqURQX5h-HVfEw5VUNtJFcb_8B5zxLITNjlElMqd5hIQ/s1600/CapparriniIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT4tIFv1EhgYJz37EKqLDZZksN3w1Z02LiufMDBy8TOBntB26To1XAqg81AeybKOWeYiG9lI8-QJPDS9QONrnyrkqqw7hBUpUbqURQX5h-HVfEw5VUNtJFcb_8B5zxLITNjlElMqd5hIQ/s320/CapparriniIGM.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
ma non so cosa sia stato effettivamente realizzato per Capparrini; almeno uno dei pozzetti è presente, così come l’abbeveratoio, che però non appare alimentato
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3uqZnDnrnnlBVA-ZSFjVkCJJz1wy2DtStv-TIdOFsHzMhJRtPe7gdGSpuI_e43ukEvMYx2RRfo2eqn8mt3wgb64EOokXtz_mbbHhthwNI2pyfaMS15IJxh4hqcNcDn5jy_mh3ErTAo3k/s1600/Capparrini_abbeveratoio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3uqZnDnrnnlBVA-ZSFjVkCJJz1wy2DtStv-TIdOFsHzMhJRtPe7gdGSpuI_e43ukEvMYx2RRfo2eqn8mt3wgb64EOokXtz_mbbHhthwNI2pyfaMS15IJxh4hqcNcDn5jy_mh3ErTAo3k/s320/Capparrini_abbeveratoio.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
ma del serbatoio sembra esistere solo parte dello scavo, forse successivamente colmato. Sta di fatto che, a metà degli anni Settanta, il sito venne praticamente abbandonato proprio per le difficoltà connesse all’insufficiente approvvigionamento idrico. Attualmente pare sia abitato solo saltuariamente, e parzialmente
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC6gULDLCdq7K5bIX2b_oxb4MJ069mwqWyWhoBW4BMY40T11JBJcvfEj2UiJVrWoDql-PSr4h5PuJQxTdcTTY2dk62i3YEwVbjt_zLbl-ap45rKvldSsWh-7Epy7-mo8PDCVLecNjoBo4/s1600/Capparrini_casa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC6gULDLCdq7K5bIX2b_oxb4MJ069mwqWyWhoBW4BMY40T11JBJcvfEj2UiJVrWoDql-PSr4h5PuJQxTdcTTY2dk62i3YEwVbjt_zLbl-ap45rKvldSsWh-7Epy7-mo8PDCVLecNjoBo4/s320/Capparrini_casa.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
lo stato di alcune delle case ne denota la totale assenza di manutenzione. La scuola (il “borgo”)
</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVP44ixh_H-yUvMu7b_qZl367odK6gt8psEeKYaYg7LsxsH1a4BawHdiZrjkeaf-e_dQInVDL7JqGleNPl6vJlXVh82k5SCLzf9NmGuWSyJLiydQ9F3GSPdBsOLnURft9bKDyjKB4hY2o/s1600/Capparrini1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVP44ixh_H-yUvMu7b_qZl367odK6gt8psEeKYaYg7LsxsH1a4BawHdiZrjkeaf-e_dQInVDL7JqGleNPl6vJlXVh82k5SCLzf9NmGuWSyJLiydQ9F3GSPdBsOLnURft9bKDyjKB4hY2o/s320/Capparrini1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ceduta al comune di Monreale in data 6 maggio 1969, viene attualmente utilizzata come fienile
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNe88dZ7O4DbGdEIGuGvrbu7zfYYqhlhHTOPlx_4aajmjsLvPYQfYYIiXkPspWe3xdBbnNttKklCgLl_a7ibwfo1eQabLL1GAiX9lESnBa4vAi0nIG4yJXLiz9VtMwvCbQN79FiX5wD6Q/s1600/Capparrini2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNe88dZ7O4DbGdEIGuGvrbu7zfYYqhlhHTOPlx_4aajmjsLvPYQfYYIiXkPspWe3xdBbnNttKklCgLl_a7ibwfo1eQabLL1GAiX9lESnBa4vAi0nIG4yJXLiz9VtMwvCbQN79FiX5wD6Q/s320/Capparrini2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>BORGO BINUARA</i></b>
</div>
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<div style="text-align: justify;">
Un borgo di tipo “C” era invece già previsto in contrada Binuara alla data del 1 gennaio 1956
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKKYN3GbkmkSeEDIQbuU80s4PPjNsgvINL0Mj3rc7OgPeydoyYWI_lA9jzkO4A_fiAXMFDrs1jJ3S6R0PS4iuK6MVNQLX2Okzf2cu3mgvAOBc-EBO86c_qZttx8ocl3jzWZn5gxp8C4zM/s1600/Binuara_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKKYN3GbkmkSeEDIQbuU80s4PPjNsgvINL0Mj3rc7OgPeydoyYWI_lA9jzkO4A_fiAXMFDrs1jJ3S6R0PS4iuK6MVNQLX2Okzf2cu3mgvAOBc-EBO86c_qZttx8ocl3jzWZn5gxp8C4zM/s320/Binuara_raggio.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
le tavole di progetto furono ultimate nel settembre 1958, e sono firmate dalla stessa persona che, a vario titolo, appose la firma su diversi progetti del periodo; l’ing. Panico firma come capo ufficio
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5mBK9HSbl-MlFKAdRaPStiJMPZU1p_Qn0K5jzTLyQoOR4nCzjeVgbAFNJZzpkrN9BWA7rBLMLSTkd7EDjx4-2EJMymJSjOEondAm7InvPchBsn0rubE98guIZbsuX674i4gbwkT2hNlE/s1600/Binuara_proj.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5mBK9HSbl-MlFKAdRaPStiJMPZU1p_Qn0K5jzTLyQoOR4nCzjeVgbAFNJZzpkrN9BWA7rBLMLSTkd7EDjx4-2EJMymJSjOEondAm7InvPchBsn0rubE98guIZbsuX674i4gbwkT2hNlE/s320/Binuara_proj.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Venne costruito tra il 1959 ed il 1962. Il principio sarebbe stato simile a quello del Villaggio Capparrini (tra la gente del luogo è noto come “Villaggio Binuara”), ma le case coloniche si trovano sparse sul territorio circostante, anziché raggruppate
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQHaCDz7fNrMFFDp-3qpX6vzK75DSLi-ihlP1zo1KD-J0ld298SBATJFine2OQY-LTeK1uSm5Rb12XpOW2P0oL2N69PzcEaucZZD00U7IwvCONMGL9PDD06Ck3uAlGvqzSQkihP4lRTUw/s1600/Binuara1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQHaCDz7fNrMFFDp-3qpX6vzK75DSLi-ihlP1zo1KD-J0ld298SBATJFine2OQY-LTeK1uSm5Rb12XpOW2P0oL2N69PzcEaucZZD00U7IwvCONMGL9PDD06Ck3uAlGvqzSQkihP4lRTUw/s320/Binuara1.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Esse avrebbero servito i lotti del PR 76
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRtr0A74iW6vXUHlzmFNd1YWgkmb0KQ3U6BIEgKqNTLY7PUUpkcBXb0j2VSnHyw2wFYCc9KuDVwFmRxp2hBiLlbl6Gzf29MCPUL57k3fS6lZm6cx9wWqVIYrm-I3DBAF6PgxweK1vp4XY/s1600/Binuara_corografia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRtr0A74iW6vXUHlzmFNd1YWgkmb0KQ3U6BIEgKqNTLY7PUUpkcBXb0j2VSnHyw2wFYCc9KuDVwFmRxp2hBiLlbl6Gzf29MCPUL57k3fS6lZm6cx9wWqVIYrm-I3DBAF6PgxweK1vp4XY/s320/Binuara_corografia.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Si rese necessaria la realizzazione di una strada lunga 2 km per poter accedere al piazzale dell’edificio
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVjcamvR_ME6yMGRdw_sKCVcEcyj0z1nd_ff3ltKLOhS5Ti7OuPDLqMqsZTIiTliFmjNAOmeuPQKtA7ZWNURMXgffXjYaYYYKSDKxTPBYQGYSrVeb-q2k2Eigrg2fNRQ8uigiUAx897RA/s1600/Binuara_accesso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVjcamvR_ME6yMGRdw_sKCVcEcyj0z1nd_ff3ltKLOhS5Ti7OuPDLqMqsZTIiTliFmjNAOmeuPQKtA7ZWNURMXgffXjYaYYYKSDKxTPBYQGYSrVeb-q2k2Eigrg2fNRQ8uigiUAx897RA/s320/Binuara_accesso.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
il quale si trova in aperta campagna
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMebwp7MhDY4TKaT49DWwLbuiXCOB8GW8g9Lell5jH4hXUHX6S3DtHHuk6xXwqCHzIchAnE3E5ocWhq29PfVnNT9DI4ZmpB7kc5ODy5jcMJ7qNR_xKmUH4JrP0qM6CxQUNyNF-DX90-F0/s1600/Binuara2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMebwp7MhDY4TKaT49DWwLbuiXCOB8GW8g9Lell5jH4hXUHX6S3DtHHuk6xXwqCHzIchAnE3E5ocWhq29PfVnNT9DI4ZmpB7kc5ODy5jcMJ7qNR_xKmUH4JrP0qM6CxQUNyNF-DX90-F0/s320/Binuara2.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Ed all’inizio degli anni Sessanta il senso di isolamento doveva essere ancora maggiore. E’ stato inevitabile chiedersi cosa sarebbe potuto passare per la mente ad un’eventuale maestrina di prima nomina, magari una ragazza poco più che ventenne, che si fosse trovata, in certe notti d’inverno, chiusa in un minuscolo appartamentino, in un luogo sperduto, senza neanche la luce elettrica e con la sola compagnia del custode.<br />
<br />
Domanda peraltro inutile, e che semmai si sarebbe dovuta applicare al solo custode.<br />
<br />
I terreni conferiti erano di cattiva qualità, e pare che nessun assegnatario abbia effettivamente abitato la relativa casa coloniche; le poche ancora abitabili continuano ad essere prevalentemente usate come abitazioni estive. La scuola così non entrò mai in funzione; anzi, l’edificio non venne mai completato
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7tngn7GosnKwuSqHCUus0agvyiONU9WWuN23vyaWfsNldpAB1qoZIaY8F7SeEf7BhZm0fIows2SJmDEMpLjuZJMnea0G-yR0YB0UHvlHJjGT_wuI1Zj2U8QVqfMXm7V8XlbFVK4Yg29Y/s1600/Binuara3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7tngn7GosnKwuSqHCUus0agvyiONU9WWuN23vyaWfsNldpAB1qoZIaY8F7SeEf7BhZm0fIows2SJmDEMpLjuZJMnea0G-yR0YB0UHvlHJjGT_wuI1Zj2U8QVqfMXm7V8XlbFVK4Yg29Y/s320/Binuara3.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
né l’impianto di approvvigionamento idrico realizzato. L’unico abitante del “borgo”, per anni, fu il custode, regolarmente incaricato, e stipendiato, per curarsi di qualcosa che mai avrebbe funzionato e mai sarebbe stato terminato; e che descriveva all’Ente per via epistolare i disagi derivanti dal dover andare ad attingere l’acqua a piedi.<br />
<br />
Era quindi il custode trascorrere le serate d’inverno in solitudine, forse preparandosi la cena in quella che una volta era la cucina
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbZvEvavMpV9mn_LhNdUqQVRqqEyZN-EzdXc54urAZUUAhqStcY_TevxYNqG4o8Z6gtiLoae72_06sbOhWaOTtjyIwPYk7O0pfkH6ai25NLBSPHwzF9GYFEO1J70WigEIZAVj82lQ0YWI/s1600/Binuara_cucina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbZvEvavMpV9mn_LhNdUqQVRqqEyZN-EzdXc54urAZUUAhqStcY_TevxYNqG4o8Z6gtiLoae72_06sbOhWaOTtjyIwPYk7O0pfkH6ai25NLBSPHwzF9GYFEO1J70WigEIZAVj82lQ0YWI/s320/Binuara_cucina.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
e che invece adesso è la dimostrazione di come Binuara abbai seguito quello che è il destino di molti edifici scolastici della riforma: essere trasformati in fienile
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPoQzY4Ua5DeTL9_K41m56Re1XWyHlfko2nq1oUf5wknmPo0o2rHjzNj4pWPbk05hrP2YEnqDn8XTbcVKP8mUDErLIMRwgm1laMAacYLxOKKrnIoM8gy4OIDqSIDSICCNhJxlDpmm60w0/s1600/Binuara_interno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPoQzY4Ua5DeTL9_K41m56Re1XWyHlfko2nq1oUf5wknmPo0o2rHjzNj4pWPbk05hrP2YEnqDn8XTbcVKP8mUDErLIMRwgm1laMAacYLxOKKrnIoM8gy4OIDqSIDSICCNhJxlDpmm60w0/s320/Binuara_interno.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
Sempre in ossequio alla legge 890, è stato ceduto al comune di Trapani in data 1 febbraio 1978 insieme a Borgo Fazio; e sempre insieme a Borgo Fazio, seguendo alla perfezione il disposto della legge 890, dal 2004 il comune di Trapani lo ha incluso nell’elenco degli immobili da alienare. In effetti, anche incassare dei soldi può costituire “fine di pubblica utilità”; se qualcuno dovesse essere tanto dissennato da acquistarlo, è probabile che il suo destino divenga più dignitoso di quanto non sia quello attuale.
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ64MiU2O_pgW7M39gjpfIBdL179OxD_OFYhdJDgyRuhILK5IUggey1_jm9IIw7WG2EfzuVyq49CeqzC0RPOeP0JEmSQZS4flT3QYzBKAFZTTYUQ2bW_-YHXUgkGhHPoK8JQHhMpVGra4/s1600/VillaggioBinuara.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ64MiU2O_pgW7M39gjpfIBdL179OxD_OFYhdJDgyRuhILK5IUggey1_jm9IIw7WG2EfzuVyq49CeqzC0RPOeP0JEmSQZS4flT3QYzBKAFZTTYUQ2bW_-YHXUgkGhHPoK8JQHhMpVGra4/s320/VillaggioBinuara.jpg" /></a></div>
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<br />
<div>
<b><i>BORGO VICARETTO</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi fu un periodo, e cioè la fine degli anni Cinquanta, nel quale borgo Vicaretto si sarebbe dovuto realizzare secondo uno schema simile a quello di Capparrini: borgo residenziale, e scuola basata sul progetto che caratterizza questo gruppo
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpYXAhEh14SvnLDE0J_6kyJP9EzNjhCqwoaBQSqC3gyP7Nbn6AIYQPicCgLwOTvEhq6C5ykQcWpEBhXHdC67ihB-OQb6lAYvVu4pUPMeeXwqGqe-lfpM0XUzUtJ4mXzIUUBEbNePatbtg/s1600/Vicaretto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpYXAhEh14SvnLDE0J_6kyJP9EzNjhCqwoaBQSqC3gyP7Nbn6AIYQPicCgLwOTvEhq6C5ykQcWpEBhXHdC67ihB-OQb6lAYvVu4pUPMeeXwqGqe-lfpM0XUzUtJ4mXzIUUBEbNePatbtg/s320/Vicaretto.jpg" /></a></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Come si vedrà più avanti, questa non fu la prima “versione” di Borgo Vicaretto, e non sarà neanche l’ultima. Anche questo progetto è datato 1958, e reca la firma di Panico. In considerazione delle date riportate sui documenti, dovrebbe essere proprio questo il progetto cui si riferisce, come “Borgo Turrumè” <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2014/02/la-via-dei-borghi34-la-fase-parallela.html">l’esposto dei “contadini” di Tudia</a>, datato 21 aprile 1960.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">Il quinto gruppo
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli edifici che avrebbero composto i borghi di questo gruppo sarebbero stati solamente due: una scuola-asilo-ambulatorio medico, ed un magazzino-sede cooperativa. <br />
<br />
Il primo edificio era composto da due ali con gli assi maggiori angolati; questa caratteristica, inedita per i borghi ERAS, sembra avere antesignani negli edifici di Passarello.<br />
<br />
Una delle due ali si sarebbe sviluppata su due elevazioni con tetto spiovente, l’altra su singola elevazione avrebbe avuto il tetto a terrazza, calpestabile
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_pV2X9Tsh8YBFs0q3G491WzNeBqXzfaNawbTsz2rt-lnufW7tn0YEjpPvDIRt5l3Ebtu224aVHlfwEgLudpLBb1WObJ9HE91IGOTQ-Ya07kXHZXrRpiTpCa_Vk8-I99F66L_nfHDCTcE/s1600/scuolamb_dis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_pV2X9Tsh8YBFs0q3G491WzNeBqXzfaNawbTsz2rt-lnufW7tn0YEjpPvDIRt5l3Ebtu224aVHlfwEgLudpLBb1WObJ9HE91IGOTQ-Ya07kXHZXrRpiTpCa_Vk8-I99F66L_nfHDCTcE/s320/scuolamb_dis.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’edificio avrebbe compreso tre aule, il refettorio, l’ambulatorio e, al piano superiore, tre alloggi
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVB45R-qn1_xE7LJ0EjeeQsFbIE3XC98NUeixpYrlT9UWHKtKGbC3aqsT2SzoN4chUNGNZ6tTpmNK5eUX70yFj-g2Kw_ysg-lYXubpYZidI3WoYg6R2TSo5xCGIG5gpQw2-AyM94htU08/s1600/scuolamb_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVB45R-qn1_xE7LJ0EjeeQsFbIE3XC98NUeixpYrlT9UWHKtKGbC3aqsT2SzoN4chUNGNZ6tTpmNK5eUX70yFj-g2Kw_ysg-lYXubpYZidI3WoYg6R2TSo5xCGIG5gpQw2-AyM94htU08/s320/scuolamb_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il secondo edificio sarebbe stato composto da due costruzioni distinte, unite da un portico
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4L9XATyz-5WSmKtitErGzOjnJdMw_GB8KZHqXEE1CFY3y4lia-CcL1qXyIsNa_6UwekiKr0QtXNnivp8xJIhP2vvXLJ772ZJAnCmyNsy-7v6ZlNE4ZnW4qdd241uEz21OQNuifY2O_YY/s1600/cooperativa_dis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4L9XATyz-5WSmKtitErGzOjnJdMw_GB8KZHqXEE1CFY3y4lia-CcL1qXyIsNa_6UwekiKr0QtXNnivp8xJIhP2vvXLJ772ZJAnCmyNsy-7v6ZlNE4ZnW4qdd241uEz21OQNuifY2O_YY/s320/cooperativa_dis.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La prima avrebbe ospitato spaccio, sede della cooperativa e due alloggi; la seconda una sala riunioni e due magazzini
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHh9fmdCHVtjTQGXkCV-s8J88ZK0zvKGtT5QoPxCmB5Le0STydflNV6gql7p3iRsBXJF7KzdiraSSt-G25UjXAK39RHoOGKe9AOceoLriM3O8GmCAnCGK3TVVywzV0C7qtveOLo03AJNE/s1600/cooperativa_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHh9fmdCHVtjTQGXkCV-s8J88ZK0zvKGtT5QoPxCmB5Le0STydflNV6gql7p3iRsBXJF7KzdiraSSt-G25UjXAK39RHoOGKe9AOceoLriM3O8GmCAnCGK3TVVywzV0C7qtveOLo03AJNE/s320/cooperativa_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche i borghi di questo gruppo sono definiti “di tipo ridotto”, e caratterizzati dall’assenza della chiesa; era però prevista una piccola cappella al piano terra della scuola-asilo, annessa al refettorio, verosimilmente ad uso degli alunni dell’asilo.<br />
<br />
Vi sono tre planimetrie che si basano sugli edifici descritti: Gebbiarossa, Giambra e La Pietra. Nessuno dei tre borghi venne mai costruito, ma ciò non sorprende; la loro esistenza, in almeno due casi su tre, non era prevista dalla pianificazione del 1956. E quand’anche essi rappresentino la manifestazione di una decisione tanto tardiva quanto frettolosa, le scelte sembrerebbero essere viziate da scarsa razionalità. Ciò appare particolarmente evidente nel caso di Gebbiarossa.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>GEBBIAROSSA</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto, del 1959 a firma geom. Antonino Piccione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN0dt7dEYeuGmYcD4z4PuflhG8ZS-Urg-Y13mFah-b5pRTUCg4KO2PB6OrZW5qKpCRmNpuoYFbfyzL97wrFHFHPGRZvlhkKmnid0-IxUIjyhhXLP4gcdFX7DuSASx1xymldeYRAHwQJoQ/s1600/GebbiaRossa_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN0dt7dEYeuGmYcD4z4PuflhG8ZS-Urg-Y13mFah-b5pRTUCg4KO2PB6OrZW5qKpCRmNpuoYFbfyzL97wrFHFHPGRZvlhkKmnid0-IxUIjyhhXLP4gcdFX7DuSASx1xymldeYRAHwQJoQ/s320/GebbiaRossa_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
avrebbe dovuto essere a servizio del PR 128, comprendente lotti per 53 assegnatari. <br />
<br />
L’area di riforma agraria interessata dal piano di ripartizione sarebbe stata interamente compresa tra i paesi di Delia e Sommatino, distanti in linea d’aria meno di sei chilometri
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzu3pB_RcpwqXR2E_JS80X7bCqLWWel2fFnKPxaj43jWroqwPlx_aoVBKyt__pxbYclN2yfMt3WVoRcatqU4xnaDFjqntqfQE77QuyC-VTai3KmlPUi9jAAF3PZKe2buLM3dCD9nnN_qg/s1600/GebbiaRossa_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzu3pB_RcpwqXR2E_JS80X7bCqLWWel2fFnKPxaj43jWroqwPlx_aoVBKyt__pxbYclN2yfMt3WVoRcatqU4xnaDFjqntqfQE77QuyC-VTai3KmlPUi9jAAF3PZKe2buLM3dCD9nnN_qg/s320/GebbiaRossa_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
pertanto, ogni assegnatario si sarebbe comunque trovato a poter usufruire dei servizi di un borgo “A”, sicuramente erogati nell’ambito urbano di ognuno dei due paesi, ad una distanza che non avrebbe potuto essere maggiore di tre chilometri, ben minore del raggio di influenza di un borgo di tale tipo, che era di cinque chilometri.<br />
<br />
L’ubicazione del borgo, poi, si sarebbe trovata a meno di due chilometri dal centro, e meno di un chilometro e mezzo dalla periferia di Delia
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKcA9Kw-c0JopEhmiaozypzbZJK-NTnJMIT3nUCf6_AiL4Q_mqflBs0_DQIA4_00XJ05Gad7NalAddjC-icEbunJmC33eJ58FzLkVIItYdOxXxSY6jX_HWqnCpTO2xb_eI3xZkLLTchlg/s1600/GebbiaRossaGE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKcA9Kw-c0JopEhmiaozypzbZJK-NTnJMIT3nUCf6_AiL4Q_mqflBs0_DQIA4_00XJ05Gad7NalAddjC-icEbunJmC33eJ58FzLkVIItYdOxXxSY6jX_HWqnCpTO2xb_eI3xZkLLTchlg/s320/GebbiaRossaGE.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
e precisamente sul lotto 29. Gli assegnatari la cui abitazione si fosse trovata sul limite Ovest dell’area interessata dal piano di ripartizione si sarebbero trovati ad una distanza molto più breve da Sommatino di quanto non lo fossero da Gebbiarossa; pertanto, è assolutamente razionale che nessun borgo fosse originariamente previsto a Gebbiarossa. Nonostante ciò, ci si premurò di ricorrere alla decretazione d’urgenza per (cercare di) realizzare una struttura praticamente inutile.<br />
<br />
Ma vi è di più. Il lotto 29, individuato quale sede del borgo, era già stato assegnato. Il lotto pertanto avrebbe dovuto venire espropriato all’assegnatario al quale sarebbe stato attribuito un lotto contiguo, di valore equivalente.<br />
<br />
Tale procedura non venne mai condotta a termine, per cui si ritenne di dover indennizzare l’assegnatario in forma pecuniaria, pagando il prezzo corrente della quota espropriata. <br />
<br />
Sinceramente, Lettore, mi sfugge la logica di un simile comportamento. I lotti assegnati in applicazione della legge 104 del 1950 erano già di estensione ridotta, e gli assegnatari avrebbero dovuto comunque scomputarli pagandoli con i frutti della terra ; quale poteva essere il senso nel comprare da un assegnatario qualcosa che non era ancora di sua proprietà, riducendone però, ulteriormente, la capacità produttiva e mettendolo così in condizioni di non poter pagare la quota rimanente? <br />
<br />
Non so Lettore quale sia stato l’epilogo della storia; sta di fatto che la costruzione del borgo non avvenne mai.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>GIAMBRA</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Sarebbe stato a servizio dei 99 lotti del PR nr 37 e dei 25 del PR 874, e situato lungo la SP45 di Siracusa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeH2K52O6aEtqEKXYCsKRmp9Xcq8JRpXuN3RavZqyIPZvURo7Hakuno8OXDLy7RXQ_Gg6QDKEd-zlh2YSqcZwBZkjgwhsXTVtRpx_rUM-r1LC35tTEDcD8ZAXWXEb6gi9b34kvY7d_X3s/s1600/Giambra_corografia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeH2K52O6aEtqEKXYCsKRmp9Xcq8JRpXuN3RavZqyIPZvURo7Hakuno8OXDLy7RXQ_Gg6QDKEd-zlh2YSqcZwBZkjgwhsXTVtRpx_rUM-r1LC35tTEDcD8ZAXWXEb6gi9b34kvY7d_X3s/s320/Giambra_corografia.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Originariamente in quella posizione era prevista la costruzione di un borgo “B”, come è desumibile dalla mappa dei borghi; un borgo “C” avrebbe dovuto invece trovarsi al limite Ovest dell’area interessata dal piano di ripartizione
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigpZV3rpBUCDuCJaasocHzd-NO7Z3OFAF6XOUmgD_EuVDprISfotsDqbYUFWMunzvvEn_5MAVpLrOCbrcxajzzRLqHwkpjsWW9S9pgW8d59nR9wq8YjyLjQBbGuuX6uB0AMhm9rD-p_CQ/s1600/Giambra_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigpZV3rpBUCDuCJaasocHzd-NO7Z3OFAF6XOUmgD_EuVDprISfotsDqbYUFWMunzvvEn_5MAVpLrOCbrcxajzzRLqHwkpjsWW9S9pgW8d59nR9wq8YjyLjQBbGuuX6uB0AMhm9rD-p_CQ/s320/Giambra_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto, del settembre 1959, appare firmato da “Abbate Eustachio” . I due edifici previsti sarebbero sorti su un piazzale di dimensioni relativamente ridotte; un’area antistante la scuola sarebbe stata adibita a “campo giochi ragazzi”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk-0gx4_VED-GACOU1z5J3cJ9ssgX2FWeWN6m7u8h2HGioFLOFGAsaCIlaKPD6aLai8pbRAcbadyViHk7AzbbyisRIdVXdghinlMIIgOUOp9uNrqZ5hJLaOWGIya3gY5fBDGhiq8QsDUc/s1600/Giambra_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk-0gx4_VED-GACOU1z5J3cJ9ssgX2FWeWN6m7u8h2HGioFLOFGAsaCIlaKPD6aLai8pbRAcbadyViHk7AzbbyisRIdVXdghinlMIIgOUOp9uNrqZ5hJLaOWGIya3gY5fBDGhiq8QsDUc/s320/Giambra_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La gara d’appalto venne esperita nel 1961 e vinta dall’impresa CA.SFI.R. di Catania; ma il borgo non venne mai costruito. Diverse case coloniche sono però visibili lungo la SP 45
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>LA PIETRA</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Borgo “ridotto” a servizio dei PR 349 e 142, avrebbe costituito un borgo misto in quanto il nucleo servizi sarebbe stato realizzato nel contesto di un agglomerato residenziale. <br />
<br />
L’assetto della zona subì un’evidente evoluzione nel volgere di un quinquennio. Nella mappa dei borghi aggiornata al 1 gennaio 1956, i PR 349 e 142 sono separati, ed una parte del PR 142 è marcata con il numero 169. Le aree, insieme al PR 715, appaiono comprese nel raggio di influenza di un borgo di tipo “A” del Consorzio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkGKY0AJarnEpE02B6zlf-GAbnPn-yMKHkwLPTLmlU07NYt-cJG1jNHI9ljAlpJc87PIom6vjIfklg9d8GMR1aj8AFD6AdgUdtjxX8D1cnuXGty8KDukUqMTWTGH1g_8g9hDfbxISgq3I/s1600/Pietra_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkGKY0AJarnEpE02B6zlf-GAbnPn-yMKHkwLPTLmlU07NYt-cJG1jNHI9ljAlpJc87PIom6vjIfklg9d8GMR1aj8AFD6AdgUdtjxX8D1cnuXGty8KDukUqMTWTGH1g_8g9hDfbxISgq3I/s320/Pietra_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il borgo non esiste nella mappa del 1956, nella quale non compare neanche il PR 142; il PR 349 sarebbe stato compreso nel cerchio di influenza di un borgo “A” da Consorzio. La pianificazione è dell’ottobre del 1956; nella relativa corografia continua ad essere presente solo il PR 349
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH39LArwckDB9w1gf6-ux4_TSWgWZEbUvS2ztbwjVMWnbJLutmd1y8U5Bn8V8q0wFlqVtsyrMHnSwBcii1QGLDMHDGNeFpVWvzMd77pkfOLs1vg9zWYvaCmbS2jIKNRXQNAR6tbNMISO4/s1600/Pietra_corografia1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH39LArwckDB9w1gf6-ux4_TSWgWZEbUvS2ztbwjVMWnbJLutmd1y8U5Bn8V8q0wFlqVtsyrMHnSwBcii1QGLDMHDGNeFpVWvzMd77pkfOLs1vg9zWYvaCmbS2jIKNRXQNAR6tbNMISO4/s320/Pietra_corografia1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto del borgo è del 1960; nella corografia acclusa compare anche il PR 142
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFqAhDugYyLzfAHRdH8iq0QZvhJNJYTah2xU28mnAZgCff-fBpFAHOM8MS0s7UvuIe7ekIk8pV9k9qJf9V_v2GzCzOz-Ilt2XJQrolMSh-W0OzdOAL31jTSydGs4ntRE0OLLk1ep1piBI/s1600/Pietra_corografia2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFqAhDugYyLzfAHRdH8iq0QZvhJNJYTah2xU28mnAZgCff-fBpFAHOM8MS0s7UvuIe7ekIk8pV9k9qJf9V_v2GzCzOz-Ilt2XJQrolMSh-W0OzdOAL31jTSydGs4ntRE0OLLk1ep1piBI/s320/Pietra_corografia2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le case coloniche relative ai PR verranno realizzate, sulla SS 119 e su una strada di penetrazione più ad Est di essa, come borghi residenziali, uno in contrada La Pietra e l’altro in contrada Coti. Sono gli agglomerati indicati come Borgo ERAS “A” e Borgo ERAS “B” sulla cartografia IGM. <br />
<br />
I due agglomerati distano in linea d’aria poco più di un chilometro; ma l’accesso alla strada di penetrazione dalla statale avviene solo in corrispondenza dei capostrada, con un percorso lungo almeno quattro chilometri per spostarsi da un borgo all’altro.<br />
<br />
Per tale motivo, nel 1960 verrà prevista, oltre al borgo ridotto in contrada La Pietra (Borgo ERAS “B”) una scuola in contrada Coti (Borgo Eras “A”), il cui progetto è quello dell’edificio 2) del gruppo precedente
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipAsv0NMT8IWV8kIuX_-9jtbwYLa0oOjULuLtImD7n-PKw_ZIPNG5kKBk6CVII4Fptc3v7LZMIEw1w8Y-guQMPFObFs7lq4cM9HbW14TN5VAbaVah2-sfmzVR-Opd4Yf8s6saKjP7ASic/s1600/Coti_scuola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipAsv0NMT8IWV8kIuX_-9jtbwYLa0oOjULuLtImD7n-PKw_ZIPNG5kKBk6CVII4Fptc3v7LZMIEw1w8Y-guQMPFObFs7lq4cM9HbW14TN5VAbaVah2-sfmzVR-Opd4Yf8s6saKjP7ASic/s320/Coti_scuola.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
I progetti del 1960 risultano firmati dal geometra Vincenzo LoCascio e dall’ingegnere dalla firma indecifrabile che sembra essere onnipresente in questo periodo
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguskVim7HI4VuZskYHtLrGZ-zGh9PUFL7vM6r97m5g2Uy8qyWYmQwWWg8dfTb8CsI182b1thnXZVvb1ATnRuL8UOLdOsQbXRlqw3xGDMgjeAVuOSJJ5mZA9RLszOgcQpTf-FTOcNCsDQo/s1600/Pietra_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguskVim7HI4VuZskYHtLrGZ-zGh9PUFL7vM6r97m5g2Uy8qyWYmQwWWg8dfTb8CsI182b1thnXZVvb1ATnRuL8UOLdOsQbXRlqw3xGDMgjeAVuOSJJ5mZA9RLszOgcQpTf-FTOcNCsDQo/s320/Pietra_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel 1961 verrà redatta una variante di progetto, nella quale, tra l’altro, alcune strutture in muratura portante vengono sostituite da cemento armato.<br />
<br />
E’ interessante la presenza, nei fascicoli di archivio, di un appunto scritto a mano riguardo alla richiesta della costruzione di una chiesa
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT3QAtyEnF5KBcp9s7-wN-AOScGXeowrPRNSvGETTWSshbAiUq8_yPaaVvTI87H1JjLhp4EVoaqBJo_i_kd8tUEJrBrk8UdrXiGd_33sPLIhc0KWA2CK3t2bE115Cvl-JP40ndx0HlWik/s1600/Pietra_istanza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT3QAtyEnF5KBcp9s7-wN-AOScGXeowrPRNSvGETTWSshbAiUq8_yPaaVvTI87H1JjLhp4EVoaqBJo_i_kd8tUEJrBrk8UdrXiGd_33sPLIhc0KWA2CK3t2bE115Cvl-JP40ndx0HlWik/s320/Pietra_istanza.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
verosimilmente un’istanza degli assegnatari non soddisfatti delle nuove politiche dell’ERAS il quale, per qualche motivo, aveva depennato dalle proprie pertinenze quei servizi che venivano allora definiti come“assistenza spirituale”. <br />
<br />
Né la chiesa, né alcuna altra struttura verrà mai realizzata: un capannone attualmente sorge ove avrebbe dovuto trovarsi la scuola
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH4JVshZyT7NAEi8jBwoinnnwwV-TK5wkosrjoguDn0QD6X8lxon7R1p02YfrFyJ_mDU48OWeUTV42Mov3ODwSGFtpeaWi9CKNMzMZtU21yuff6SarM2__7LDnK99Wh0CxeJRsIajiuMU/s1600/LaPietra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH4JVshZyT7NAEi8jBwoinnnwwV-TK5wkosrjoguDn0QD6X8lxon7R1p02YfrFyJ_mDU48OWeUTV42Mov3ODwSGFtpeaWi9CKNMzMZtU21yuff6SarM2__7LDnK99Wh0CxeJRsIajiuMU/s320/LaPietra.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<span style="font-size: large;">Il sesto gruppo
</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Agli inizi degli anni Sessanta sembrò verificarsi un ulteriore cambiamento in quella che era la struttura dei borghi. Si verificò la ricomparsa della chiesa tra gli edifici di servizio, con la contemporanea scomparsa delle delegazioni municipali e di quelli che una volta erano servizi di competenza privata (trattoria, locanda, rivendita, botteghe artigiane) dai borghi che altrimenti sarebbero stati classificabili come “A” o “B”. La rivendita tabacchi avrebbe dovuto avere sede presso l’ufficio postale. La ricomparsa delle chiese potrebbe indurre a pensare che essa abbia segnato il ritorno ad un tipo di progettualità più “classica”, con uno stile più originale,e diverso per ogni borgo. Ma, come vedrai, Lettore, l’originalità è più apparente che reale; e nessuno dei progetti verrà comunque realizzato.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>SAN GIOVANNI VERDE</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
San Giovanni Verde riveste una particolare importanza nell’ambito di questo gruppo, nonché dell’intera “fase”. Da un lato costituisce il tramite tra i primi tre gruppi, ed il presente, interessando trasversalmente la “fase dello sperpero dell’eredità”; dall’altra rappresenta un esempio paradigmatico del motivo per il quale avrei adottato, appunto, il vocabolo “sperpero” per caratterizzare la fase.<br />
<br />
L’originario progetto di Borgo San Giovanni Verde è infatti quello di un borgo “B”, concepito a servizio di 109 lotti nel territorio delle Petralie, quattro km ad Est di Bompietro
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-F2TDS4yZEEz_j4F-9aCwjDDFYqgLeuEHh4ugm6dGgImsG3VangS7Po79gOUxf_eMWJ1fRL6WptXcGC3T6_sEbNpcMHH6qBEhR5jzp_ehcMvbyDxYuWOOJU1tli6ISbTkhVO-4jYlEN4/s1600/SanGiovanniVerde_corografia1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-F2TDS4yZEEz_j4F-9aCwjDDFYqgLeuEHh4ugm6dGgImsG3VangS7Po79gOUxf_eMWJ1fRL6WptXcGC3T6_sEbNpcMHH6qBEhR5jzp_ehcMvbyDxYuWOOJU1tli6ISbTkhVO-4jYlEN4/s320/SanGiovanniVerde_corografia1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Firmato dall’ing. Melchiorre Natoli, era datato 31 maggio 1953; era quindi coevo di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Passarello e Dirillo</a>, ed antecedente a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Dagala Fonda</a>, nonché alla versione originale (ing. Santangelo) di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Tenutella Desusino</a>.<br />
<br />
Come specificato nell’introduzione alla presente fase, il D.A. 295 che (ri)definiva la composizione dei borghi in relazione alla tipologia è datato 1 aprile 1953, ma fu pubblicato sulla GU nr 33 del 10 luglio 1954; pertanto, alla data del 31 maggio del 1953, il riferimento relativo alla tipologia dei borghi rurali restava il Decreto Interministeriale del 3 Gennaio 1941, nr 11255, il quale metteva in relazione la tipologia di ogni borgo con il raggio di influenza e, conseguentemente adottando un criterio in qualche modo correlato all’estensione territoriale della zona da servire. Il DA 295 avrebbe dovuto variare il criterio per identificare la tipologia dei borghi, che avrebbe considerato invece ”<i>la presumibile densità demografica dei singoli settori della colonizzazione”</i>, e non più “raggi di influenza”, avvalendosi quindi di un parametro relativo alla popolazione e non al territorio; tuttavia nei fatti, come chiaramente desumibile dalla mappa dei borghi, il criterio che continuava ad essere adottato era quello del raggio di influenza. <br />
<br />
Da un certo punto di vista, i due criteri sarebbero correlabili; ma è proprio a motivo di una tale correlazione che il continuare ad adottare tale criterio avrebbe comunque condotto a risultati largamente insoddisfacenti. Infatti, come visto qui, i contratti dell’”assalto al latifondo” avrebbero previsto poderi di estensione non inferiore a 20 Ha, mentre i lotti assegnati dalla Riforma Agraria del 1950 risultavano, nella migliore delle ipotesi, estesi 6 Ha, meno di un terzo dei poderi previsti dalla legge fascista. Di conseguenza, se, per ipotesi, un borgo di tipo “A” si fosse trovato al centro di una zona totalmente e completamente appoderata, il suo raggio di influenza avrebbe dovuto garantire i servizi ad una superficie estesa 7854 Ha circa, che seguendo il disposto della norma fascista sarebbe stata suddivisa in non più di 392 poderi, mentre secondo i criteri della Riforma Agraria del 1950 in non meno di 1309 lotti. Un calcolo analogo per un borgo di tipo “B” indica che questo, nella peggiore delle condizioni, sarebbe stato a servizio di 98 poderi, e delle relative famiglie; ma che nelle medesime condizioni, seguendo le assegnazioni conseguenti all’applicazione della legge nr 104 sarebbero stati equivalenti a 327 lotti (ed altrettante famiglie).<br />
<br />
Pertanto, già all’origine il borgo apparirebbe “sottodimensionato” rispetto al compito che sarebbe stato chiamato a svolgere.<br />
<br />
Il progetto, comunque, sembrò non ricevere l’approvazione dell’assessorato; ma nella mappa del 1956, continua a comparire in contrada San Giovanni, sempre un borgo “B” a servizio dei PR 15° e 15b, anche se nel raggio di influenza ricade anche parte del PR 367
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2ql1aK6_gu8iHOFXE5PLayjxjiwFIYwj0S6nyIsSDLnlJnwd1lhpAStf7X8nI5VPPIDzNm0To_4J1Tbgjvd4ZrA6hM8BX7lsLT8Nu3DftUl6G9-Cwvu30yd9XDVkN1F2v5zgEGdnT9mo/s1600/SanGiovanniVerde_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2ql1aK6_gu8iHOFXE5PLayjxjiwFIYwj0S6nyIsSDLnlJnwd1lhpAStf7X8nI5VPPIDzNm0To_4J1Tbgjvd4ZrA6hM8BX7lsLT8Nu3DftUl6G9-Cwvu30yd9XDVkN1F2v5zgEGdnT9mo/s320/SanGiovanniVerde_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
così, nel novembre 1956, una nuova versione progetto venne compilata dall’ing. Natoli, per essere trasmessa all’assessorato nell’aprile dell’anno successivo. Il progetto venne respinto, ancora una volta, nel luglio seguente; ma nel frattempo altri 19 lotti si erano aggiunti al numero di quelli da servire. Ed ottanta delle relative case erano già state costruite.<br />
<br />
Fu redatto allora il progetto di un “borgo ridotto”, a firma “ing. Giovanni Imburgià” (almeno, così interpreto la grafia) e datato 25 settembre 1958
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk7V2J05OGLfZMJF7gj1SDlXwBthWGmJqpJqRywpJ2Dm9qPPocrDSsKZavZUiPG63aeAwz4jY5zEss7BOHnmw0QIbqXjih3Orp53PtjesfYBDFLFXceGZ-u4M3VYw9Tg-K7-2zHp5LObo/s1600/SanGiovanniVerde_planimetria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjk7V2J05OGLfZMJF7gj1SDlXwBthWGmJqpJqRywpJ2Dm9qPPocrDSsKZavZUiPG63aeAwz4jY5zEss7BOHnmw0QIbqXjih3Orp53PtjesfYBDFLFXceGZ-u4M3VYw9Tg-K7-2zHp5LObo/s320/SanGiovanniVerde_planimetria.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il nuovo borgo condivide con quelli del secondo gruppo il fatto che ne vennero progettate e realizzate le strade di accesso; ma, alla fine, scuola con ambulatorio ed asilo con alloggi risultano uguali a quelli adoperati nell’ambito del “terzo gruppo” (l’asilo, per la precisione, è quello di <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Dagala Fonda</a>).<br />
<br />
Il progetto fu esaminato dal Sottocomitato Tecnico Amministrativo nel gennaio del 1959, ed ancora una volta rinviato, per l’adeguamento dei prezzi unitari.<br />
<br />
Nel frattempo, San Giovanni Verde era divenuto l’unico borgo previsto in zona, per sei Piani di Ripartizione; un “borgo ridotto” si sarebbe trovato allora a dover servire 634 lotti (e le relative famiglie di assegnatari). Quasi il doppio di quelli che un borgo “A” del periodo fascista avrebbe servito nella peggiore delle ipotesi.
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<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDHQZRQ1iLzv03s5QbgavGrru08-YWAnLL362kG-DV3PzmD_A4JdgejVMA1fZBTYS666zo12FcwNC6CN5GY-nym8xcMt5oewmsmOYNBWz_UPJwdew5rpSl6zQWtR2dc17kECRmjvfgvNk/s1600/SanGiovanniVerde_corografia2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDHQZRQ1iLzv03s5QbgavGrru08-YWAnLL362kG-DV3PzmD_A4JdgejVMA1fZBTYS666zo12FcwNC6CN5GY-nym8xcMt5oewmsmOYNBWz_UPJwdew5rpSl6zQWtR2dc17kECRmjvfgvNk/s320/SanGiovanniVerde_corografia2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quest’ultima versione, pur avendo due edifici in comune con i borghi del terzo gruppo, include però una sede cooperativa con magazzini basata su progetto inedito
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGhiU8M-fu4Zk1AlJzi2CxkFvQUpij-ebrl8tXj67Y3ovRwDuWqrz30oYVzEq5rFoCM0kNfzCcrv6GpiWU4KN-D1nLu-6JuaUEhfOvP2JVe6YCpQyY2lpp2DEvvbt__3C8GLvJdabw6gk/s1600/SanGiovanniVerde_ERAS.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGhiU8M-fu4Zk1AlJzi2CxkFvQUpij-ebrl8tXj67Y3ovRwDuWqrz30oYVzEq5rFoCM0kNfzCcrv6GpiWU4KN-D1nLu-6JuaUEhfOvP2JVe6YCpQyY2lpp2DEvvbt__3C8GLvJdabw6gk/s320/SanGiovanniVerde_ERAS.jpg" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
ed una chiesa
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXdAylEO1yh__OO1aYoXhsJ3PCQoM8Wtgcg43oV1GZ1UTn6MFyxUNEdB-c925jnWfsonGW231rryNrkoXK1OWdFkqaeJ6fLuSExYaj3u1xgs0F2jaID3pK4Tstfm7XFsX7S08yO-Pcp9c/s1600/SanGiovanniVerde_chiesa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXdAylEO1yh__OO1aYoXhsJ3PCQoM8Wtgcg43oV1GZ1UTn6MFyxUNEdB-c925jnWfsonGW231rryNrkoXK1OWdFkqaeJ6fLuSExYaj3u1xgs0F2jaID3pK4Tstfm7XFsX7S08yO-Pcp9c/s320/SanGiovanniVerde_chiesa.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
come i borghi del gruppo attuale. E come i borghi del gruppo attuale, data 1960 e non è mai stata realizzata; quindi un eventuale problema relativo alle dimensioni del borgo non si pose mai. Né avrebbe avuto senso porselo, in considerazione del fatto che, sempre “in ossequio” alla legge 890, l’Ente lo avrebbe poi comunque ceduto al comune di Petralia. <br />
<br />
Questo, come dicevo all’inizio, è l’esempio più eclatante dello “sperpero” dell’eredità dell’ECLS. Si parte dagli stessi principi (che però probabilmente con la <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/03/la-via-dei-borghi36-la-settima-fase-dei.html">legge 890</a> il governo fascista era sul punto di rivedere), per sprecare denaro e risorse in qualcosa che non serviva, e la cui alienazione al comune sarebbe comunque già stata preventivata. E probabilmente il governo fascista aveva già compreso come la necessità di tali strutture stesse venendo meno, da cui la legge 890. Infatti, se borgo San Giovanni Verde fosse stato davvero necessario, si sarebbe dovuto costruire comunque; come avrebbero potuto ovviare, altrimenti, gli assegnatari delle case?<br />
<br />
Perché le case relative ai PR che il borgo avrebbe dovuto servire, così come strade ed impianti idrici, vennero invece realizzate; ma per tali realizzazioni, debordiamo nel periodo ESA.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>TENUTELLA DESUSINO</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come visto prima il <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">progetto originale</a> reca la data del 1954, ed era inserito in un ampio piano che prevedeva un vasto sistema residenziale e di servizio per 678 lotti, sistema che si sarebbe basato su realizzazioni congiunte dell’ERAS e del Consorzio del Salso Inferiore; dalla mappa del 1956 il sistema sembrerebbe allargarsi anche a realizzazioni del Consorzio della Piana del Gela (I due Consorzi si unificheranno più tardi come Consorzio di Gela). Era incluso nel piano anche il progetto delle case coloniche.<br />
<br />
Il fallimento di detto piano, senza realizzazioni da parte del Consorzio (delle quali resterebbe comunque una traccia presso l’ASCEBEM), fu ciò che determinò verosimilmente la variazione di del sistema di Gurgazzi e lo spostamento di Manfria, allo scopo di assicurare comunque un minimo di servizi a dei lotti che erano stati assegnati.<br />
<br />
E fu probabilmente nell’ambito di tale rivisitazione che il progetto fu ripreso, compensando, anche qui, le mancate realizzazioni con la pianificazione di sei scuole rurali
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg90SfpU72aKAnTDi0CndY8Fy2zJkmyt9lxprN2493R4vlXWZ0sqBx3bVb4oa25bgYO_xaQuB9O8nIzt9Hkwv2OdnVrjij6wjTq9gV6AjHtR8ogqwMho0QwHhEmCo_jXn0oWzz3bS-676M/s1600/desusino_scuola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg90SfpU72aKAnTDi0CndY8Fy2zJkmyt9lxprN2493R4vlXWZ0sqBx3bVb4oa25bgYO_xaQuB9O8nIzt9Hkwv2OdnVrjij6wjTq9gV6AjHtR8ogqwMho0QwHhEmCo_jXn0oWzz3bS-676M/s320/desusino_scuola.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La composizione del borgo venne variata; perse trattoria, botteghe artigiani e delegazione comunale e guadagnò sede cooperativa e magazzini
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGB7m62Hz0Ehm3JpyVk7ScpP5NlbM5HgvyHMHV_e3YqBuKZ-zx7wOVQndzG17_tBBsni2HqxAYCq2QG67yo7aWQ5j1Uk-vl4K2ZRRrvl61EabiNexqnHIn3HEmD-1s5YVaY0F_ZhDjWWs/s1600/Tenutella_plan2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGB7m62Hz0Ehm3JpyVk7ScpP5NlbM5HgvyHMHV_e3YqBuKZ-zx7wOVQndzG17_tBBsni2HqxAYCq2QG67yo7aWQ5j1Uk-vl4K2ZRRrvl61EabiNexqnHIn3HEmD-1s5YVaY0F_ZhDjWWs/s320/Tenutella_plan2.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il borgo venne spostato 2 km verso Ovest, mentre nei pressi dell’ubicazione originaria sarebbe sorta una delle sei scuole
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyNoHMBz7I1KmWhom1gkfHBSknBsFVdsmLh6pd71yBI0f0qieahurxDj0tk4msySjpB3zNw9vo3olpNwosgXotxR0HxsbwuKolCzsl9XDMC8f2vL6S6f_EuH3wHp43Tmroa0jFysG1kso/s1600/Tenutella_corografia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyNoHMBz7I1KmWhom1gkfHBSknBsFVdsmLh6pd71yBI0f0qieahurxDj0tk4msySjpB3zNw9vo3olpNwosgXotxR0HxsbwuKolCzsl9XDMC8f2vL6S6f_EuH3wHp43Tmroa0jFysG1kso/s320/Tenutella_corografia.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Si ebbe così un “nuovo” progetto, del settembre 1960
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgad5hDm3jVZH53-6ofk9phOeNMvDqDJq79eyacZcjlKdLaD53osEZlK6GtiD8dOveld6ko4eU2SAwkTcG3PZdb_AkfHwERxQm9GOF0_ibnKEC8A2ztY4Gc2FpBNg_dPk_S-53DmHwt4_o/s1600/Tenutella_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgad5hDm3jVZH53-6ofk9phOeNMvDqDJq79eyacZcjlKdLaD53osEZlK6GtiD8dOveld6ko4eU2SAwkTcG3PZdb_AkfHwERxQm9GOF0_ibnKEC8A2ztY4Gc2FpBNg_dPk_S-53DmHwt4_o/s320/Tenutella_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ma che d’altra parte nuovo non era, essendo comunque stato redatto sei anni prima. <br />
<br />
Originale o meno che fosse, esso non venne comunque mai realizzato; vennero realizzate invece, almeno in parte, le case coloniche, in parte disperse sul territorio, in parte agglomerate in un borgo residenziale; almeno queste ultime, non saranno mai occupate. Anche l’evoluzione della vicenda è simile a <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Dagala Fonda</a>, con una ripresa del progetto originale ed una sua variazione.<br />
<br />
Sebbene mai realizzato, Tenutella Desusino dovette essere considerato un progetto ben valido, se si ritenne di doverlo riesumare a distanza di tempo, nonostante la variazione nella pianificazione; tanto più valido se si considera che il semplice recupero a distanza di tempo non fu l’unica occasione in cui si ritenne di riutilizzare il progetto.
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>FLORESTA</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L’altra occasione fu borgo Floresta, verosimilmente a servizio dei PR 632 e limitrofi, sempre in provincia di Caltanissetta, ma situato più a Nord. Probabilmente la decisione di pianificare borgo Floresta fu sempre una conseguenza della variazione relativa al sistema di Tenutella Desusino. Borgo Floresta infatti non era previsto nella pianificazione del 1956. Il PR 632 sarebbe rientrato in gran parte nella circonferenza di influenza di un borgo “A” del consorzio, la cui mancata realizzazione avrà senz’altro variato gli assetti. Le zone al di fuori del raggio di influenza di detto borgo sarebbero state servite da un borgo “C”, da realizzare da parte dell’ERAS, che però si sarebbe trovato circa tre chilometri e mezzo ad Ovest-NordOvest della posizione individuata per Borgo Floresta
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKXCFBtUj-utuNQAsHZ9RU0I9cUd4NpKtj4uhKotIHoNiOrTds7ckJWjSNqAJyzbnNPp5zkuy9m-dAs9TtxN7rKJLFUK4rSTlt81T6rabey86Z6-oa6oEK7OWG78OtfzvI5zeoXetefUU/s1600/Floresta_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKXCFBtUj-utuNQAsHZ9RU0I9cUd4NpKtj4uhKotIHoNiOrTds7ckJWjSNqAJyzbnNPp5zkuy9m-dAs9TtxN7rKJLFUK4rSTlt81T6rabey86Z6-oa6oEK7OWG78OtfzvI5zeoXetefUU/s320/Floresta_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Borgo Floresta, invece, se non fosse per l’assenza della delegazione municipale, sarebbe stato un borgo “B”, con sede designata al km 14 della provinciale Mazzarino-Simia, attualmente SP 13, nelle immediate adiacenze della cantoniera Finocchio
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5Hgn86iBBxFYlwAABJ76kQjQjyn4XxmnkxLdHeNQAMfD2_Otbzs_QEgfO08Oq4e32C_bgi_sCDtvz_b_CtR5UCpUG1dG7ZRER0E9hweLJr4hpVPjUf9rngW-sIJwYH0qJ26HxQaeToro/s1600/Floresta_lotto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5Hgn86iBBxFYlwAABJ76kQjQjyn4XxmnkxLdHeNQAMfD2_Otbzs_QEgfO08Oq4e32C_bgi_sCDtvz_b_CtR5UCpUG1dG7ZRER0E9hweLJr4hpVPjUf9rngW-sIJwYH0qJ26HxQaeToro/s320/Floresta_lotto.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il progetto di Borgo Floresta, a firma illeggibile (qualcuno vi ha visto “ing. S. Lodato”, ma la firma apposta dall’ing. Lodato è di solito diversa), e datato 1960, è praticamente uguale alla versione riveduta di Tenutella Desusino, ove si eccettui l’assenza dei “fabbricati artigiani”
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWS6kpP9g41eOBIupq2V-awtFpjFlBTLHDANh17H9ZYVRobZN3Wo59rWOSy1bHnBAU8Uu6LiaO0luk-ZsfuLyz3vpxZbE_eKbWUdmWntM9-MXXCe13wGOWuSSZCvV9rd2PEJJrh66Wci0/s1600/Floresta_botteghe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWS6kpP9g41eOBIupq2V-awtFpjFlBTLHDANh17H9ZYVRobZN3Wo59rWOSy1bHnBAU8Uu6LiaO0luk-ZsfuLyz3vpxZbE_eKbWUdmWntM9-MXXCe13wGOWuSSZCvV9rd2PEJJrh66Wci0/s320/Floresta_botteghe.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
con una conseguente, diversa, disposizione degli altri edifici nella zona Ovest
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnJzOMjpV1UeFjnNw0Uu6MnPsaNZDGEHCvmgIQ1zQOSsRzk6bOV3NBSG0OeQwcEi3zCfcjAAm2aPgz6BzSUHsZZDjFyPMHZRCiyDTec99jEg7DvuED6Qm722Ws_VWN4-f8v0ogQGDIgTU/s1600/Floresta_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnJzOMjpV1UeFjnNw0Uu6MnPsaNZDGEHCvmgIQ1zQOSsRzk6bOV3NBSG0OeQwcEi3zCfcjAAm2aPgz6BzSUHsZZDjFyPMHZRCiyDTec99jEg7DvuED6Qm722Ws_VWN4-f8v0ogQGDIgTU/s320/Floresta_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per il resto i due progetti sono assolutamente sovrapponibili; anche nella mancata realizzazione. Ma Floresta non fu l’unico esempio di riciclaggio del progetto di Tenutella Desusino
</div>
<br />
<br />
<br />
<div>
<b><i>RATUMEMI</i></b>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Borgo “B” già pianificato nel 1956
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhlesVXJIkrKDr-U3yzkF6lUCYSWrPl84EXz-8JWBxUoLfshmEeHLW3d2q1aCtyoiXUZ0wlIJ8zeGuNtWLmtZV1lwbcXkhFcmTPiXf_JpZeS-1sLw3Dj6-RvpQ70__5LQotuizISHL7EE/s1600/Ratumemi_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhlesVXJIkrKDr-U3yzkF6lUCYSWrPl84EXz-8JWBxUoLfshmEeHLW3d2q1aCtyoiXUZ0wlIJ8zeGuNtWLmtZV1lwbcXkhFcmTPiXf_JpZeS-1sLw3Dj6-RvpQ70__5LQotuizISHL7EE/s320/Ratumemi_raggio.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
anche Ratumemi sarebbe sorto a Sud di Caltanissetta, a servizio dei PR 331
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPvnMYvwPnlzpn9McIL0T3VNb5khvknky3p3BjpKxG7Ew5m7NzWc9mlhX35UEV5sJysn0FzmgvF2ghu2KQkiJhLRp1rew-oxo_s2DjyjrIfaJXWWdiBXzOTu1wsPrlpyJH29C2tiqNr1o/s1600/Ratumemi_corografia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPvnMYvwPnlzpn9McIL0T3VNb5khvknky3p3BjpKxG7Ew5m7NzWc9mlhX35UEV5sJysn0FzmgvF2ghu2KQkiJhLRp1rew-oxo_s2DjyjrIfaJXWWdiBXzOTu1wsPrlpyJH29C2tiqNr1o/s320/Ratumemi_corografia.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
ed in questo avrebbe avuto una certa analogia con Arciero. Ed anche nel fatto di costituire un borgo misto, sebbene le case di Ratumemi, anziché raggruppate in un unico agglomerato, sarebbero state sparse sul territorio. Ratumemi adotta, con una lieve variante, il progetto della scuola che fu redatto dall’architetto Ugo per <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.it/2015/09/la-via-dei-borghi42-lultima-fase-dei.html" target="_blank">Dagala Fonda</a>
</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWttUzmDMsP6U8JL84xoK8BsiKVZRI73gGUT-tzmTx7LH9BnWepBA5EOOtRjXo-kPhtMBUeQJta5HyYSbcDlqVA1wfhcxltpKq6jfXcO9U0Y1O_ALKak9sW8M4FlKwTh2Z8x_73hb3K10/s1600/Ratumemi_scuola1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWttUzmDMsP6U8JL84xoK8BsiKVZRI73gGUT-tzmTx7LH9BnWepBA5EOOtRjXo-kPhtMBUeQJta5HyYSbcDlqVA1wfhcxltpKq6jfXcO9U0Y1O_ALKak9sW8M4FlKwTh2Z8x_73hb3K10/s320/Ratumemi_scuola1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
mentre gli altri edifici, all’infuori della chiesa, sono condivisi con Tenutella Desusino e Floresta. <br />
<br />
La lettura della relazione tecnica del borgo, e della relativa valutazione del Comitato Regionale per la Bonifica risultano si rivela esemplificativa della situazione che il presente post vuole illustrare.<br />
<br />
Il progetto, che reca la stessa firma del geometra che firmò la perizia di manutenzione di Manganaro nonché il progetto di Castelluccio, è datato 28 settembre 1960; ed è interessante vedere con quale dovizia di particolari vengono motivate le scelte progettuali, che in realtà erano state operate sei anni prima da altre persone (l’arch. Ugo e l’ing. Santangelo). Vengono anche descritte <b><i>due</i></b> palazzine alloggi una delle quali non ha riscontro in planimetria
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwFXatJzGfo2dvmx4aqOFEHPZda-Qo4Va-DSsJPyvI62wHVK3Ny9bMTM0XneDPoLGrUjvjLii9pfLUT_KF_E1kiFv70HYpRcfqX07jrL8fx1KcRyBWQvQFoHjWIzXUc3XUUf8nykCNWiY/s1600/Ratumemi_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwFXatJzGfo2dvmx4aqOFEHPZda-Qo4Va-DSsJPyvI62wHVK3Ny9bMTM0XneDPoLGrUjvjLii9pfLUT_KF_E1kiFv70HYpRcfqX07jrL8fx1KcRyBWQvQFoHjWIzXUc3XUUf8nykCNWiY/s320/Ratumemi_plan.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ad onor del vero, nella scuola il geometra aveva messo del suo, trasformando gli alloggi del primo piano in aule e chiudendo la terrazza.<br />
<br />
Dal canto suo, il comitato muove una serie di critiche, una delle quali è riferita proprio all’assenza di una delle due palazzine alloggi; ma le critiche vengono estese anche a planimetrie e disposizione dei locali, che si riferiscono in realtà a progetti risalenti a quasi un decennio prima, e che probabilmente il sottocomitato aveva già valutato. E viene inoltre sottolineato come “<i>…ad eccezione di quelli relativi a Chiesa e Canonica,</i>“ (gli unici edifici originali) “<i>tutti gli elaborati grafici presenti mancano di qualsiasi indicazione di quote, sia nelle planimetrie che nelle sezioni</i> […] <i>Si nota inoltre la mancanza di qualsiasi particolare costruttivo e decorativo con cosequente (sic) gravi difficoltà di interpretazione dei troppo schematici disegni presentati.</i>”<br />
<br />
E ciò non sorprende, in quanto le planimetrie altro non erano che la pedissequa riproduzione di disegni altrui.<br />
<br />
Il borgo avrebbe dovuto originariamente avere un’ubicazione diversa; pare che essa sia stata variata per favorire qualcuno, espropriando a prezzi maggiori di quelli correnti un terreno limitrofo e variando conseguentemente l’ubicazione del borgo. Questo è, almeno, ciò che viene riportato nel memoriale del PCI sulla mafia dei feudi del 1964; da un certo punto di vista, l’episodio avrebbe un corrispettivo nella lunga disquisizione presente in fase introduttiva, nella relazione tecnica, per giustificarne l’ubicazione. Per reale o meno che sia l’episodio riportato, Borgo Ratumemi non vide mai la luce.
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<b><i>CASTELLUCCIO</i></b>
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Era già previsto, come borgo “C”, nella mappa dei borghi del 1956; nel suo raggio di influenza appaiono comprese alcune aree appartenenti ai PR 89 e 275. Nella premessa della relazione tecnica però, redatta quasi sei anni più tardi, vengono menzionati non solo i 96 lotti PR 89 e 275,si afferma che il borgo “<i>potrà servire anche i vicini piani di ripartizione nn° 550, 551, 552 e 816</i>”, ubicati decine di chilometri più a Sud.
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6w1-SYyF0GutmI1Fmnr3hLZtKD5PuOfQGLPWjwaYZmFIluAzD55n8W_rUVc80T96hqpyFxaEB4pttT8pJedB1cOZN1WUAchEHy5GOS0dxl0VTojJvVRyszkzAhzkvi22GdCi4k_DmiVk/s1600/Castelluccio_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6w1-SYyF0GutmI1Fmnr3hLZtKD5PuOfQGLPWjwaYZmFIluAzD55n8W_rUVc80T96hqpyFxaEB4pttT8pJedB1cOZN1WUAchEHy5GOS0dxl0VTojJvVRyszkzAhzkvi22GdCi4k_DmiVk/s320/Castelluccio_raggio.jpg" /></a></div>
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La relazione, così come il progetto, è datata 26 settembre 1961; la firma del redattore, apposta su tutte le tavole di progetto è di “Quattrocchi”, mentre il “progettista” sembra essere il medesimo che ha formato i progetti di Ratumemi, e la perizia di manutenzione straordinaria di borgo Manganaro che, come il presente progetto, è del 1961.<br />
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Lo stile degli edifici infatti ci riporta direttamente al funzionalismo degli anni ’60.
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq1CaR3KuqyWTsKceg5RvQ6IxnFy_If_oKYg5o4J2NlYSADikJMyRxzEuMrTokASWaE2GOmiDaZAQNuMJfxG27vMuvlCa-DrPIn1Lu7dvWygpX7oOUSAT17YnDvEDJ1frNSUZhHrKtj0U/s1600/Castelluccio_scuola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgq1CaR3KuqyWTsKceg5RvQ6IxnFy_If_oKYg5o4J2NlYSADikJMyRxzEuMrTokASWaE2GOmiDaZAQNuMJfxG27vMuvlCa-DrPIn1Lu7dvWygpX7oOUSAT17YnDvEDJ1frNSUZhHrKtj0U/s320/Castelluccio_scuola.jpg" /></a></div>
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Solo il progetto di uffici ERAS, sede cooperativa e magazzini resta quello comune alla maggior parte dei borghi di questo gruppo; in pratica, quello redatto per Tenutella Desusino.<br />
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Appare architettonicamente gradevole la chiesa e non solo a me, considerato che il progetto di essa, come vedremo, verrà riciclato
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidhG8MB0yYuiGdbum0AovoSX9sW-Va0sP2nHcbRSeAmPMHDWBRffjYSb-JYuMh-8KBRtI8eigjutaZia36wMJ6PIG61OSZMy0KXbKpZTf7siIEVj7lCpN-hzx3-nrrWSWjtKXpclr6FYo/s1600/Castelluccio_chiesa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidhG8MB0yYuiGdbum0AovoSX9sW-Va0sP2nHcbRSeAmPMHDWBRffjYSb-JYuMh-8KBRtI8eigjutaZia36wMJ6PIG61OSZMy0KXbKpZTf7siIEVj7lCpN-hzx3-nrrWSWjtKXpclr6FYo/s320/Castelluccio_chiesa.jpg" /></a></div>
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Il principio non sarebbe dissimile quindi da quello che ha governato l’ultima versione di San Giovanni Verde: un borgo “C”
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpzQTIOQe7tLxgOm2MXCVWDhOrbq6kpud2YDNrXunMh8LYbif2V71sDRDatDdeAyY5FXK-zLVI114PS9SC-R2RgnHqOhglWOT8QMLl9L5ZQzqxRaSuWlN0GHkbvHQ_Z8Ro3WRly2wk3E0/s1600/Castelluccio_plan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpzQTIOQe7tLxgOm2MXCVWDhOrbq6kpud2YDNrXunMh8LYbif2V71sDRDatDdeAyY5FXK-zLVI114PS9SC-R2RgnHqOhglWOT8QMLl9L5ZQzqxRaSuWlN0GHkbvHQ_Z8Ro3WRly2wk3E0/s320/Castelluccio_plan.jpg" /></a></div>
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a servizio di un’area che si sarebbe dovuta coprire con due borghi “A”. E se è analogo il principio, debbono essere analoghi anche criteri ed epiloghi; nonostante un’articolata relazione volta a giustificare la motivazione per cui il terreno sul quale il borgo sarebbe sorto veniva pagato meno del dovuto, borgo Castelluccio non vedrà mai la luce.
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<b><i>SIGONA</i></b>
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E probabilmente, resisi conto del fallimento della riforma agraria ovvero, per usare le parole della Corte dei Conti “…<i>non si può non concludere che le finalità della riforma agraria in Sicilia non sono state raggiunte, non ostante il notevolissimo importo delle somme impiegate</i>.” si continuò comunque fino alla fine sulla stessa falsariga. Il progetto di Sigona, firmato “Abbate Eustachio” (Arciero, Fargione) reca la data del giorno immediatamente successivo a quella del progetto di Castelluccio, oltre ad essere pianificato basandosi su identici principi. Dalla mappa dei borghi aggiornata al 1 gennaio del 1956 è possibile verificare come la genesi del progetto dovesse essere simile a quella di altri borghi del gruppo. Infatti nella sede designata era originariamente prevista la costruzione di un borgo di tipo “A” a cura del Consorzio; l’ERAS avrebbe curato la realizzazione di un borgo “C” in contrada Cuccumella, un paio di chilometri ad Est di Sigona</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5IF0MYfv8sZnsJm_j6b6IDboSRTyseP7OiZe_2KfE3PyRBVenw_gjZurYowTSDv5dCnLIvU2YwHtmz1VWfeWj04gm_pMIhP8JKZdOOHNgJM5kCDIZV1PXaxsSJgi54JLjGgrbK6fTJ4s/s1600/Sigona_raggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5IF0MYfv8sZnsJm_j6b6IDboSRTyseP7OiZe_2KfE3PyRBVenw_gjZurYowTSDv5dCnLIvU2YwHtmz1VWfeWj04gm_pMIhP8JKZdOOHNgJM5kCDIZV1PXaxsSJgi54JLjGgrbK6fTJ4s/s320/Sigona_raggio.jpg" /></a></div>
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Ed anche qui, fu probabilmente un cambiamento di orientamento da parte del Consorzio a costringere l’Ente a subentrare ad esso; ma lo fece sostituendo il borgo “A” con il progetto di un borgo “C”.
Ma con il nuovo assetto, Sigona, pur essendo un borgo di tipo “C”, sarebbe stato comunque a servizio di ben 285 lotti ripartiti in nove aree distinte. Nella relazione tecnica, relativamente alla scuola-asilo è, tra l’altro, scritto: “<i>due aule per la Scuola ed una per l’Asilo</i> […] <i>Le aule</i> [… ] <i>hanno dimensioni planimetriche capaci di accogliere 30 ÷ 35 alunni ciascuna</i>”. <br />
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Tre aule da 30 ÷ 35 posti ciascuna significano 90 ÷ 105 posti, in totale; approssimativamente, un centinaio. Ora, Lettore, per favore non perdere di vista il fatto che la classe contadina rientra a pieno titolo nel “proletariato”e nel senso più stretto del termine; intendo dire che la classe contadina della metà del ventesimo secolo era abbastanza “prolifica”, e cioè produceva prole. Se i 285 lotti fossero stati assegnati ad altrettante famiglie, ciò si sarebbe tradotto in almeno <u><b>un migliaio</b></u> di ragazzini; come sarebbero potuti mai bastare <u><b>un centinaio</b></u> di posti a scuola, tra asilo e le cinque classi elementari? Ma considerate le politiche dell’ultimo periodo, viste a proposito di Castelluccio o con l’evoluzione di San Giovanni Verde, ciò non stupisce.<br />
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Qualcosa su Sigona che invece mi ha sempre stupito è l’episodio citato nel <a href="http://wwwvoxhumana.blogspot.com/2013/11/la-via-dei-borghi25-la-quinta-fase-dei.html">post di borgo Fiumefreddo</a>, relativo ad un messaggio di qualcuno che chiedeva notizie di “borghi fascisti nel Lentinese”, con particolare riferimento a Bardara di Lentini, Fiumefreddo e Sigona. Il fatto di considerare strutture costruite anche a distanza di decenni dalla caduta del regime come realizzazioni fasciste è ciò che ho denominato “l’Errore”; pertanto ciò non mi dovrebbe stupire. Ciò che mi lascia interdetto, invece, è il fatto che sia stata considerata “borgo fascista” una struttura che, in effetti, era stata progettata, ma mai realizzata; come faceva colui che richiedeva le informazioni a sapere che esisteva un progetto per un “borgo Sigona”? <br />
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Un'ipotesi era quella che il piano di esproprio (tra l’altro presente in archivio) fosse in effetti stato avviato, e come era stato per la Valle del Tumarrano e tanti altri luoghi, nel corso dei decenni il fatto, tramandato oralmente, fosse divenuto opera “di Mussolini”. <br />
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Ma vi era un’ipotesi alternativa, più affascinante. <br />
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Avevo supposto (sperato?) che qualcosa in realtà si fosse iniziato a costruire e, come accaduto in tanti altri casi analoghi, le strutture realizzate ed abbandonate fossero poi state attribuite al governo fascista.
Dalla corografia è immediatamente deducibile quale sarebbe stata l’area designata per la costruzione del borgo (che in relazione tecnica viene genericamente indicata con “<i>terreni privati vicini alla strada consorziale Sigona IIª</i>”): è l’area adiacente alle “Case Attardi”
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-LhNoJJ_YYiB32PDW5FDT-GLKKOBHldp97CU4aQcXh42Pj_0oLQwCl59zBE0kbQ5fwFFCUqxZr0m_nDD8bEvr6Q3eY2qDQhQSAsNcoJyIYEz7DsRrDpybNce9sdEXz7jualQQuuQVmm8/s1600/Sigona_corografia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-LhNoJJ_YYiB32PDW5FDT-GLKKOBHldp97CU4aQcXh42Pj_0oLQwCl59zBE0kbQ5fwFFCUqxZr0m_nDD8bEvr6Q3eY2qDQhQSAsNcoJyIYEz7DsRrDpybNce9sdEXz7jualQQuuQVmm8/s320/Sigona_corografia.jpg" /></a></div>
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riportate in cartografia IGM. Sulla medesima cartografia non sembrano riportate strutture riconducibili alla strada di accesso o al piazzale, né tantomeno edifici
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4EXUUbNtbAQo0ft0zllkgQDY_xc0bJTd0BvN5dCn2umS7K24uzKXB2j-aEgueXsHgbrlCYWS2EcMM2Am0PrAri_1BKfya37AYcBfFcYs0DibuXYOY0lgQh-RE7xMMJM4gLSYQBx0H6nc/s1600/SigonaIGM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4EXUUbNtbAQo0ft0zllkgQDY_xc0bJTd0BvN5dCn2umS7K24uzKXB2j-aEgueXsHgbrlCYWS2EcMM2Am0PrAri_1BKfya37AYcBfFcYs0DibuXYOY0lgQh-RE7xMMJM4gLSYQBx0H6nc/s320/SigonaIGM.jpg" /></a></div>
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E neanche qualche realizzazione potrebbe essere successiva ai rilievi dell’IGM. Questa è infatti la planimetria del borgo
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxs5sFP3NQqORSGeBAIV5gTEJjYZbM6IqQcsGvPga9VYlTJ_fdtzPxvvwhCcNdrbgRc04C1-oXcpoEycSBppF7phiNSvxPqIxT21Rxci83vyyL5Q0tc_s_CwRFh44Fo0UcqHkFXvtYPY0/s1600/Sigonaplan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxs5sFP3NQqORSGeBAIV5gTEJjYZbM6IqQcsGvPga9VYlTJ_fdtzPxvvwhCcNdrbgRc04C1-oXcpoEycSBppF7phiNSvxPqIxT21Rxci83vyyL5Q0tc_s_CwRFh44Fo0UcqHkFXvtYPY0/s320/Sigonaplan.jpg" /></a></div>
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perimetro del piazzale e strada presenterebbero una conformazione inequivocabile, ma nulla di tutto ciò è visibile nell’area interessata. Non ho avuto bisogno di verificare sul posto; la risoluzione delle immagini di GoogleEarth è ormai così elevata da consentire di rilevare anche strutture di dimensioni ridotte
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghMLqg6LmtIT1cKeSCty4_z20B3OIfxGBULYVbra0lUPqy5e-Ml3OKPksZ3c8TGePx7mOPZ3OZZjwJVWMwBycYmYHUTvJv8MADwh8EOubk7hs0TMrN5W-PLKAnhr8LRLMBlLVJfkWfkTU/s1600/GE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghMLqg6LmtIT1cKeSCty4_z20B3OIfxGBULYVbra0lUPqy5e-Ml3OKPksZ3c8TGePx7mOPZ3OZZjwJVWMwBycYmYHUTvJv8MADwh8EOubk7hs0TMrN5W-PLKAnhr8LRLMBlLVJfkWfkTU/s320/GE.jpg" /></a></div>
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Pertanto, tale interrogativo è destinato a rimanere senza risposta; a meno che non vi siano delle strutture così poco appariscenti da non essere rilevabili nelle foto. E tali strutture non dovrebbero essere state rilevate dall’IGM, il che le collocherebbe negli anni Settanta, e quindi in periodo ESA, e non ERAS. <br />
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In effetti, arrivati alla fine del 1961, siamo proprio a ridosso della transizione ERAS-ESA; è giunto il momento di abbandonare i borghi ERAS e parlare brevemente dei borghi ESA. Ma non prima di aver dedicato un ultimo post ai “fantasmi dell’ERAS”.
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<br />Vox Humanahttp://www.blogger.com/profile/10569696865814433730noreply@blogger.com2