mercoledì 15 giugno 2011

CORREZIONE D'ERRORE 8: dal viadotto di San Cipirello a Camporeale




Il ponte oltre il viadotto

E’ basato sullo stesso principio di quelli di Santa Cristina Gela o di via Matranga prima di Piana, ma è più grande, ed architettonicamente diverso



Poiché sembra gettato su uno specchio d’acqua


uno stagno ai lati del quale sono presenti da una parte una strada sterrata (che non può identificarsi con il tracciato) e dall’altra un terrapieno



avevo erroneamente ritenuto che fosse basato sullo stesso, altrettanto erroneo principio che avevo considerato per gli altri: mettere in comunicazione la strada sterrata con la linea ferrata

D’altra parte, non sembrava possibile che una linea ferroviaria potesse passare sotto il ponte, sia per la presenza di un imponente canneto


(dovuto alla presenza di qualche corso d’acqua che alimenta lo stagno) verso Nord, sia per la presenza di un evidente elevazione del terreno che delimita lo stagno verso Sud


Ma anche in questo caso, sebbene contrario ad ogni logica, le carte IGM indicano che il tracciato sarebbe passato sotto il ponte.

La motivazione di ciò è divenuta chiara dopo aver parlato con un anziano agricoltore del luogo, proprietario dei terreni circostanti.

Ciò che sembrava uno stagno oblungo, delimitato da due terrapieni, era in realtà quanto restava di una trincea nella quale sarebbe dovuto transitare il treno

essa era quindi, abbastanza ovviamente, in continuità con gli altri segmenti del tracciato, e veniva quindi usata come strada rurale. Il padre della persona con cui ho parlato, per evitare il continuo, fastidioso, transito di bestiame, riempì di materiale di sbancamento, con una pala meccanica, una delle estremità della trincea, ostruendo il passaggio. Venne ostruito anche il deflusso delle acque che così crearono lo stagno visibile oggi; ma originariamente era previsto che il treno passasse sotto il ponte.

Ho trovato inusuale l’assenza di muri di controripa sui fianchi della trincea, data la profondità di questa; in una piccola zona di uno dei fianchi si nota la presenza di diversi sassi


ma è improbabile che siano i resti di un muro di contenimento

Il tracciato oltre la fermata Balletto

Nel filmato che ho citato prima, i realizzatori delle riprese transitano con l’auto per il quarto viadotto, scendono lungo la livelletta e continuano lungo il tracciato fino ad incrociare, in corrispondenza del cavalcavia, la provinciale per Grisì.

Fino al cavalcavia, la strada at-tualmente asfaltata era sterrata (e con il fondo abbastanza sconnesso), nonché di larghezza compatibile con quella di una strada ferrata a scartamento ridotto. Tuttavia, come già specificato, poco prima della stazione di fermata, il tracciato doveva trovarsi a monte (ad Est) della strada, e proseguire così fino al cavalcavia.

Qualche centinaio di metri dopo la stazione, il tracciato cominciava a salire di livello rispetto alla strada


decorrendo su un terrapieno



in corrispondenza del quale, due anni addietro, erano stati fotografati i resti di un muro di contenimento. Adesso anche quel residuato non esiste più

e le pietre sono verosimilmente state utilizzate per altri scopi.

L’aspetto “moderno” del cavalcavia


diverso dall’architettonica delle altre opere d’arte visibili sul tracciato fino a questo punto, è comune ad altre opere presenti più avanti sulla provinciale per Grisì



Sono analoghi l’aspetto, la struttura, le sovrastrutture ed il principio di realizzazione. E’ verosimile che l’esecuzione dei lavori relativi alla provinciale ed a quest’ultima parte del tracciato sia stata affidata alla stessa ditta.

Oltre il cavalcavia, oltre il ponticello su uno dei rami del Belice, erano presenti una serie di altre strutture: diversi sottovia, muri di contenimento ed una trincea


I sottovia sono ancora presenti


ma il muro di contenimento già fotografato due anni fa non è più rintracciabile, per cui sembra aver fatto la fine del precedente.

La trincea con il relativo muro di controripa è sempre in buono stato

mentre però nel filmato più volte citato veniva percorsa con l’auto, adesso non è più percorribile. Le estremità sono infatti state ostruite, e l’interno è colmo di rifiuti



Circa cinquecento metri oltre la trincea, lo stato del tracciato è analogo a quello visibile oltre dieci anni fa nel filmato: una strada sterrata che corre su un rilevato, con diversi sottovia, e percorribile, con precauzione, in auto. E nel filmato veniva percorsa in auto, fino alla collinetta citata più volte all’inizio, e più avanti dove la strada sterrata sbocca nella provinciale.

Come più volte sottolineato, quest’ultima parte della strada sterrata non avrebbe mai potuto venire percorsa da un treno; l’unica possibilità sarebbe stata quella di curvare verso SudOvest per intersecare la collinetta. E ciò, come già specificato, avrebbe potuto essere realizzato solo in due modi: livelletta o galleria.
Eppure nulla di tutto ciò è visibile.
I viadotti, i sottovia, le case cantoniere appaiono sorgere isolati al di là della collinetta; al di qua di essa, tutto sembra cessare bruscamente di esistere. Torniamo così all’interrogativo iniziale: cosa mai potè accadere qui, a sessantadue chilometri esatti dalla Stazione Lolli?

Ritengo che tu, Lettore, abbia un unico modo per saperlo: continuare a leggere