giovedì 2 aprile 2015

LA VIA DEI BORGHI.39: L'ultima fase dei borghi rurali siciliani. Il comprensorio di Contessa Entellina



Il comprensorio di Contessa Entellina costituisce il trait d’union ideale tra la fase precedente e la presente; da un certo punto di vista si trova a cavallo tra le due fasi, e collega idealmente il post sulla valle del Tumarrano con quello sui borghi Schisina. Vi sono diversi motivi per questo: storia, epoca, progetti, stile e proprietari.

Anche i feudi di Contessa Entellina, al pari del feudo Sparacia e degli altri nella Valle del Tumarrano hanno una storia che affonda le sue radici nei progetti dell’Istituto VEIII per la bonifica della Sicilia, sebbene per motivi e con esiti affatto diversi. I latifondi del territorio ricadono infatti nel comprensorio del Consorzio del Medio e dell’Alto Belice; e già nei primi anni Trenta l’Istituto VEIII per la bonifica della Sicilia vi aveva pianificato con Il Consorzio la costruzione di due borghi o “centri rurali” (seguendo la nomenclatura cara all’Istituto) uno in contrada Vaccarizzo Coniglieri e l’altro in località Casalbianco, nei pressi della stazione Belice della linea “Burgio-Castelvetrano”. L’architetto La China riporta anche una progettata (e mancata) realizzazione in contrada Carruba di cui “nulla si sa”, ma che è probabilmente da identificarsi con il primo dei due centri summenzionati.

Tali precedenti non devono tuttavia essere considerati il segno di una particolare attenzione verso le necessità dei contadini, e non soltanto perché i centri non vennero mai realizzati; proprio Contessa Entellina sarà infatti il paese scelto da Anton Blok trenta anni più tardi per i suoi studi sui rapporti tra latifondismo, mafia e popolazione rurale ("La mafia in un villaggio siciliano 1860-1960".). Anton Blok vi dimorò per cinque mesi (nel 1961) per portare a termine il suo lavoro; in esso, egli si riferisce alla cittadina con lo pseudonimo di “Genuardo”. Sul blog “Reportage Sicilia” è riportato come tale scelta sarebbe stata motivata dalla volontà di “non creare malumori e difficoltà alle persone coinvolte nello studio”; scelta difficile da comprendere considerato il fatto che la descrizione che ne fa consente di identificare inequivocabilmente il luogo di cui parla.

Sempre sullo stesso blog è riportato come la designazione dell’ambiente di Contessa Entellina quale oggetto di studio sarebbe conseguita ad un colloquio avuto con “Papas” Di Maggio, sacerdote locale di rito bizantino, preferendo la cittadina a paesi che avevano dato i natali a noti esponenti mafiosi appunto per la condizione che vi vigeva, ancora vicina agli schemi del feudalesimo.

E furono proprio la persistenza della condizione feudale ed il fallimento della riforma agraria del 1950 a venire trattati in un suo articolo su Anthropological Quarterly (“Land reform in a West Sicilian latifondo village: the persistence of a feudal structure”). In esso Blok paragona brevemente la situazione del 1947 (anno in cui la Sicilia divenne regione a Statuto Speciale, e precedente la riforma agraria del 1950) a quella del 1961, asserendo che “ …the reform movement has proven largely unsuccessful in this village”. Ma sebbene egli, nell’analisi della situazione che precede la riforma agraria, si basi effettivamente sui dati relativi all’anno 1947, la condizione alla quale fa globalmente riferimento è quella secolare dell’area, nella quale i contadini della zona si trovavano dal Medioevo (per l’appunto, “the persistence of a feudal structure”). Egli sottolinea come il regime di gestione di tipo latifondistico, sebbene possa presentare dei tratti comuni con il capitalismo, non può essere a questo assimilato e soprattutto perché “The “exploitaton” of the peasants arises from the monopolization of the land, not from the monopolization of the means of production”.

Trattando dell’insuccesso della riforma, Blok cita specificamente la realizzazione di “due” borghi rurali (sono evidentemente Roccella e Piano Cavaliere ) per un totale di 74 case; in base ai suoi rilievi, delle 54 case di Piano Cavaliere, solo 10 sarebbero state abitate permanentemente (anche se il blog “CONTESSA ENTELLINA - hora e Kuntisës” in uno dei post dedicato ai borghi del comprensorio ne riporta, come abitate, 26)

Nel territorio di Contessa Entellina sarebbero in realtà presenti cinque borghi: due di servizio, due misti ed uno residenziale. Il fatto che l’antropologo olandese riporti l’esistenza di soli due borghi non sarebbe comunque una stranezza, considerato che la realizzazione dei centri del comprensorio non fu contemporanea, e quelli più vecchi sono coevi di quelli della fase precedente; risulterebbe strano, semmai, che essi siano Roccella e Piano Cavaliere, considerato che il primo ad essere realizzato fu Borgo Pizzillo.

Ma anche questo avrebbe una spiegazione, tenendo conto del fatto che la base del lavoro di Blok era antropologica, il fulcro della quale rimane comunque l’essere umano. Blok, così come d’altra parte Joshua Samuels, pone le persone e gli insediamenti umani alla base delle sue ricerche; e, contrariamente a Borgo Pizzillo (così come a Castagnola), Roccella e Piano Cavaliere sono pensati come borghi misti, nei quali è presente una popolazione residente costituita da contadini.

Ma nonostante la valutazione di Blok, e nonostante la relativa esiguità delle aree di riforma agraria all’interno del comprensorio, la pianificazione dell’edificazione di borghi desumibile dalla mappa aggiornata al 1 gennaio 1956 era ambiziosa




oltre ad un altro borgo “C” poco più a Nord di Castagnola, ve ne sarebbero stati altri due di tipo “C” ed uno di tipo “A”, tutti a carico del Consorzio. Ed in particolare uno dei borghi “C” ed il borgo “A” sono marcati come strutture da costruire nelle contrade Carruba e Cavallaro. Il primo quindi nei pressi di Vaccarizzo-Coniglieri, il secondo vicino alla stazione Belice. Tali centri potrebbero quindi essere il seguito che il Consorzio dell’Alto e Medio Belice avrebbe ritenuto di dare alla pianificazione avvenuta in “era pre-ECLS”.

Ma essi non vedranno mai la luce.

Pizzillo

Borgo Pizzillo si trova, appunto, in contrada Pizzillo, lungo la ex consortile nr 37




strada di bonifica che, diramandosi, dalla SP98 conduce in contrada Bruca, sulle sponde del serbatoio Garcia, ai tempi inesistente.

Il borgo sarebbe stato pianificato a servizio di un piano di ripartizione di un fondo in contrada Portone. Pare siano stati assegnati 8 lotti del piano, confinante con contrada Roccella, ma nessuna abitazione venne mai costruita. Sul blog CONTESSA ENTELLINA - hora e Kuntisës è riportato come i relativi terreni sarebbero stati conferiti dalla ditta Pecoraro Luisa per circa 44 ettari; appare improbabile però che questi siano stati i soli terreni conferiti in quanto ciò avrebbe implicato un estensione media dei relativi lotti di circa due ettari, troppo ridotta anche per gli standard della riforma del 1950. Le case per gli assegnatari, infatti, sarebbero state 22, cosa che avrebbe appunto implicato un’estensione media di due ettari per lotto.

Il progetto reca la data del 31 marzo 1953, un anno esatto dalla progettazione di borgo Pasquale, di cui costituisce chiaramente l’immagine speculare.




Su poco più di tre ettari si sarebbe dovuto costruire il borgo in contrada Portone, e le 22 case, che originariamente sarebbero state in contrada Petraro, il tutto appaltato all’impresa CEF (la medesima che circa un quarto di secolo prima aveva realizzato la ferrovia Palermo-Camporeale). Per “motivi tecnici” (sulla natura dei quali non ho reperito alcuna documentazione, e che quindi posso soltanto immaginare), non fu possibile realizzare le case nella designata contrada Petraro, ragione per la quale venne deciso di spostarle in contrada Portone, includendole nell’area del piano di ripartizione. I tre ettari si sarebbero dovuti ricavare espropriandoli ad alcuni assegnatari, ognuno dei quali avrebbe perso circa il 30% dell’estensione del terreno assegnatogli; essi, pertanto, presentarono un esposto con il quale richiedevano lo spostamento del borgo, e delle 22 case.

L’ERAS allora acquistò dalla ditta Pecoraro Carmela circa quattro ettari di terreno in contrada Pizzillo , per £ 1311670, sui quali costruire borgo e case.

Il progetto dell’edificio è firmato dall’Ing. Luigi Panico




Come già specificato sopra, il progetto di borgo Pizzillo è l’immagine speculare del progetto di borgo Pasquale e Montoni Nuovo




la tecnica di realizzazione è pertanto la medesima.

Il contratto fu stipulato con la CEF in data 11.10.1954, il borgo fu consegnato il 21 aprile 1955; è questo il motivo per il quale affermo nel precedente post come l’ing. Panico avesse avuto “modo di rifarsi” dal mancato completamento di Pasquale e Montoni Nuovo.

Il borgo non ha mai funzionato come tale; né avrebbe potuto essere altrimenti, considerato che gli assegnatari ai quali era diretto praticamente non esistettero mai. Pare che per un periodo sia stato utilizzato come caserma, ma evidentemente non nell’ambito dei servizi per cui era stato costruito, considerato che la caserma dei carabinieri non era prevista per i borghi di tipo C. Ne è riportato l’uso come deposito di attrezzi agricoli, probabilmente non autorizzato dall’Ente; in un periodo successivo l’ERAS ne  consentì l’uso in comodato a privati. Venne ceduto al comune di Contessa Entellina in data 19 aprile 1994, il quale pare lo abbia ceduto in proprietà all’Eparchia di Piana degli Albanesi (così è riportato su “CONTESSA ENTELLINA - hora e Kuntisës”), la quale a sua volta lo avrebbe dato in comodato alla comunità “Trinità della Pace”, la quale, però, ne aveva preso possesso già nel 1990.

Attualmente è quindi ancora usato da quest’ultima, completamente recintato, e parzialmente nascosto alla vista da una fitta alberatura




solo l’abbeveratoio, posto al di fuori della recinzione, è rimasto accessibile




Da ciò che si può vedere dall’esterno, i lavori di ristrutturazione eseguiti sull’edificio ne hanno parzialmente variato, se non l’architettonica, almeno l’aspetto esteriore, soprattutto quello della chiesa




A giudicare dalle immagini satellitari, potrebbero essere state aggiunte delle strutture sul retro prospetto




Probabilmente variazioni sono state apportate anche al sistema di viabilità interna ed agli accessi




La grande scalinata che conduce alla chiesa




il cui accesso è chiuso da un cancello




non è presente in planimetria, anche se questa si riferisce all’ubicazione originale, in contrada Portone




Qui è possibile vedere  una foto dell'aspetto originale di borgo Pizzilo, nonchè delle riprese eseguite all'interno dell'area inaccessibile, che documentano i particolari dell'aspetto attuale. Aspetto sul quale non esprimo opinioni; resta il fatto che, comunque stiano le cose, attualmente borgo Pizzillo tutto sembra fuorché un borgo rurale.


Roccella

Borgo Roccella si trova, abbastanza ovviamente, in contrada Roccella, a Sud di contrada Portone, lungo la ex consortile nr 30




la quale collega le provinciali 98 e 60. E’ classificato come Borgo di tipo “C”




ma è in realtà non è altro che una scuola




costruita sul limitare di un agglomerato di case coloniche




del tipo "A1" standard, con muri da 25 cm




Più che un borgo misto, sarebbe pertanto un borgo residenziale provvisto di scuola, soluzione analoga a quella di Baccarato e che, come si vedrà, in seguito, verrà frequentemente adottata dall’ERAS




Gli alloggi erano destinati a venti assegnatari di lotti dell’estensione di circa quattro ettari, ripartiti su un fondo di un’estensione di cento ettari circa, conferito dalla ditta Maiorca Maria; in pratica, la proprietaria era la contessa Maria Maiorca Mortillaro, così come suoi erano i terreni ceduti all’Ente nel territorio di Francavilla di Sicilia, ove vennero realizzati i villaggi Schisina.

La scuola pare abbia funzionato fino a metà degli anni Settanta; è stata ceduta in data 19 aprile 1994 al comune di Contessa Entellina in conseguenza dell’interpretazione data alla legge 890. Il progettista della scuola è l’ing Narzisi mentre il progetto della strada è firmato da Gramignani. I lavori dovrebbero essere stati condotti negli anni 1956-57, ed il collaudo avvenuto nel 1958; ma sempre il blog “CONTESSA ENTELLINA - hora e Kuntisës” riporta di una messa celebrata il 7 agosto del 1955 da "Papas" Jani Di Maggio (l’interlocutore di Blok che diresse la sua scelta su Contessa Entellina). Pertanto, o vi è un errore nel riportare le date, oppure qualcosa doveva essere preesistente alla costruzione del borgo. Comunque stiano le cose poiché presso il borgo non esiste chiesa, la celebrazione deve essere avvenuta avvalendosi di strutture da campo. Ciò mostra chiaramente, l’attaccamento che il ceto rurale siciliano ha sempre mostrato nei confronti del culto religioso; ciò che risulta meno chiaro è il motivo per il quale l’ERAS, pur continuando a pianificare la costruzione di borghi in tutta la Sicilia, abbia deciso di non fornirli più, in molti casi, di edificio ecclesiastico, senza tenere minimamente in conto ciò che la classe contadina vedeva, in fin dei conti, come un’esigenza. Come vedremo, vi saranno altri esempi di tale manifesta discrepanza tra richiesta e realizzazione.

Il borgo è costituito dalla scuola, e da 20 case, di cui 12 disposte lungo la strada d’accesso che si diparte dalla ex consortile nr 30




ed altre 8 lungo il margine della medesima strada




La scuola, su due piani, prevedeva un’aula singola più i relativi servizi al piano rialzato mentre l’elevazione superiore era riservata ad alloggio per l’insegnante




Attualmente è usata come fienile (destino comune a molte scuole costruite dall’ERAS come “borghi C”)




ed è in cattive condizioni di manutenzione, sebbene non sembri presentare danni strutturali




Diverse case sono abitate, utilizzate da contadini o pastori




Sul lato Sud della consortile 30 sorge un piccolo caseificio




Borgo Roccella è rimasto uno dei rari casi in cui gli edifici sono ancora utilizzati per l’uso per il quale erano stati realizzati. Con l’ovvia eccezione della scuola.


Piano Cavaliere

Ci si imbatte nelle case di Borgo Piano Cavaliere percorrendo la SP 12, che collega la SP 44 con l’abitato di Contessa Entellina




Analogamente a Roccella, Borgo Piano Cavaliere è un borgo di tipo misto, classificato come borgo di tipo “C”. E diversamente da Roccella, è presente l’edificio ecclesiastico, ma il fatto che non fosse previsto alcun ambulatorio medico lo rende comunque non conforme ai requisiti richiesti dal D.A. 295 del 1953 per un borgo “C”. Il borgo avrebbe costituito il nucleo servizi di 40 unità abitative




ad esso si sarebbe appoggiato anche il vicino Cozzo Finocchio, piccolo nucleo residenziale distante circa due chilometri, sulla medesima SP 12. Anzi, dal punto di vista progettuale un “borgo Cozzo Finocchio” non esisterebbe nemmeno: le quattordici case ivi costruite sono considerate parte integrante dell’agglomerato di Piano Cavaliere, in quanto edificate per il relativo piano di ripartizione




L’agglomerato è stato identificato come frazione dal comune di Contessa Entellina, ma non era considerato un nucleo a sé stante dall’ERAS.

I terreni furono conferiti da Pecoraro Carmela, per un totale di più di 220 ettari, ripartiti in 53 poderi da circa 4 ettari più le aree di servizio; le case costruite furono però 54.

Il progetto del nucleo servizi è sempre dell’ing. Narzisi, mentre la planimetria relativa alle unità abitative, identiche a quelle presenti a Roccella, è firmata dall’ing. Guido Ardizzone; quest’ultimo dovrebbe essere l’autore del progetto del famigerato edificio scolastico “Antonio Gramsci” di Bagheria. Prendi con il beneficio del dubbio, Lettore, questa affermazione riguardo alla quale non ho prove documentali.

Nella stesura originale del progetto, datato 30.6.1953, il borgo risulta diverso da quanto venne poi effettivamente realizzato, soprattutto per quel che riguarda la scuola




la quale apparirebbe in qualche modo ispirata a quella del centro rurale di tipo piccolo dell’istituto VEIII




Proprio lo stile di essa fu oggetto di critiche da parte del Genio Civile di Palermo, cosa che condusse all’annullamento degli elaborati originali ed alla progettazione di un nuovo edificio scolastico




con revisione delle aree destinate a verde pubblico




il progetto della chiesa rimase invece sovrapponibile a quello originario




Il nuovo progetto, datato 10.9.1954, venne realizzato tra il 1955 ed il 1958




E’ però evidente che anche l’edificio ecclesiastico poi effettivamente realizzato non risulta aderente a quello raffigurato nelle tavole di progetto. La torre campanaria si trova sul lato opposto del prospetto, e le fenestrature risultano ad altezze diverse da quelle previste; anche la cella campanaria, i particolari del prospetto e le aperture della canonica non corrispondono




Né è possibile ipotizzare che le modifiche ai prospetti siano state apportate in una fase successiva; sul blog “CONTESSA ENTELLINA - hora e Kuntisës” è visibile un’immagine, ripresa durante la costruzione, che mostra inequivocabilmente come notevoli differenze rispetto al progetto esistessero già all’origine.

Borgo Piano Cavaliere ha costituito la struttura i cui servizi sono rimasti attivi per un tempo maggiore. La scuola ha funzionato fino ai primi anni Ottanta, e la chiesa è tuttora aperta al culto, sebbene il parroco non risieda in loco.

Le abitazioni in origine erano uguali a quelle di Roccella; quelle di Piano Cavaliere hanno comunque subito notevoli modifiche divenendo per la maggior parte irriconoscibili




La stessa cosa è accaduta a Borgo Cozzo Finocchio.

Il borgo è stato ceduto al comune di Contessa Entellina in data 19 aprile 1994 ; pare sia stata ceduta solo la scuola, mentre la chiesa, come accadde per Borgo Pizzillo, venne ceduta all’Eparchia di Piana degli Albanesi. Ambedue gli edifici sono attualmente gestiti dalla parrocchia SS Annunziata e S. Nicolò.

Il borgo è abitato prevalentemente nel periodo estivo; ha perso (anzi, seguendo Blok, non ha mai posseduto) le caratteristiche di borgo rurale. D’altra parte, l’uso delle abitazioni come residenza di campagna per le vacanze è destino comune alla maggior parte delle case coloniche costruite dagli enti delle riforme (ECLS ed ERAS) ed ancora abitate; è borgo Roccella a costituire una delle rare eccezioni. Anche attualmente Piano Cavaliere esibisce un aspetto molto più vicino a quello di una località di vacanza di quanto non sia quello di un borgo rurale





Castagnola

La posizione di Borgo Castagnola risulta distante da quella degli altri borghi del comprensorio, e non solo in senso meramente fisico: Borgo Castagnola è diverso. E’ diverso nell’impostazione e nelle modalità di realizzazione. La sensazione della distanza geografica risulta ancora maggiore anche in ragione dell’ubicazione; sorge in una zona montuosa, più elevata, e boscosa, alla quale si giunge percorrendo la SP 35, provinciale che origina dalla SP 12 per terminare esattamente in corrispondenza del novantesimo chilometro della ferrovia Palermo-San Carlo, passando per l’Abbazia di Santa Maria del Bosco. Ma è molto prima di giungere all’abbazia che da essa si distacca la SP 90 che si dirige verso Sud passando ad Ovest della riserva di monte Genuardo; essa, prima di divenire SP 69, al confine con la provincia di Agrigento, decorre lungo il limitare del bosco, e dopo due chilometri e mezzo si trova, sulla destra l’imbocco della breve strada rettilinea che costituisce la viabilità interna del borgo




Insieme a Pizzillo, e a differenza dei rimanenti, Borgo Castagnola prevedeva tutti i servizi necessari in un borgo di tipo “C”, e cioè chiesa, scuola e ambulatorio.

Il progetto, a firma dell’ing. Angelo Imburgia, comprendeva quattro edifici: 1) chiesetta con sacrestia, 2) scuola con un’aula e alloggio per l’insegnante, 3) ambulatorio medico con alloggio per l’nfermiere, 4) alloggio per il custode del Borgo, oltreché la strada di accesso.

I progetti del borgo e della relativa strada di accesso, strutture che avrebbero dovuto servire ventiquattro assegnatari, vennero approvati il 23 aprile 1955 per un totale di £ 111 400 000. La somma sarebbe stata finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno.

Tutti gli edifici si sviluppano su singola elevazione, ma non ne conosco la relativa planimetria; le tavole di progetto non si trovano tra la documentazione attualmente presente in archivio. Neanche la planimetria del borgo è ivi contenuta, ma questa è facilmente ricavabile dalle fotografie satellitari




Tre edifici, e cioè abitazione del custode




ambulatorio




e scuola




si trovano allineati lungo il margine NordEst della strada di accesso




in fondo alla quale sorge la chiesa




il margine opposto della strada è completamente libero.

L’erogazione dell’energia elettrica al borgo è garantita da una cabina di trasformazione, posta ad Est del borgo a circa 50 m dalla strada, ma questa non è menzionata nella relazione tecnica tra gli edifici da costruire.




La realizzazione fu appaltata all’Impresa Clemente Cortese & Figli, che firmò il contratto in data 14.3.1956; quando già la consegna dei lavori era avvenuta due giorni prima, e cioè il dodici marzo.

I lavori furono sospesi una prima volta il 3.12.1956, ripresi il 6.5.1957, e nuovamente sospesi in data 8 agosto 1957. Ufficialmente, la motivazione delle sospensioni sarebbe da ricercare nell’attesa dell’approvazione di una variante di progetto, consistente nella sostituzione delle coperture a terrazzo previste in origine con coperture a tetto con manto di tegole, di realizzazione di solai in laterocemento piuttosto che in legno, della messa in opera di mattonelle diverse da quelle previste nel capitolato d’appalto, e dell’installazione di infissi di differente qualità. I lavori vennero quindi ripresi in data 10.1.1958, e portati a termine una settimana più tardi. E’ difficile immaginare come in una sola settimana si siano potuti realizzare solai, coperture, pavimentazione ed installazione degli infissi ; sta di fatto che l’avviso ad opponendum sulla Gazzetta Ufficiale relativa al completamento del borgo venne pubblicato il 9 maggio 1959.

Ma ancora più strani ed anomali sembrano gli eventi accaduti nei nove mesi a cavallo tra il 1954 ed il 1955. Nei fascicoli d’archivio, infatti, vi sono due diverse corografie relative ai progetti da realizzare nel comprensorio. Nella prima l’esistenza di Castagnola non è considerata, così come non vi è segnata alcuna area di riforma agraria in contrada Garcia, area che si sarebbe dovuta ripartire ed assegnare ma che, meno di trenta anni dopo verrà sommersa dall’invaso Garcia. Ed oltre a non esistere Castagnola, ovviamente non esistono aree di riforma al servizio delle quali Castagnola avrebbe dovuto essere. Tuttavia, borgo “Portone” è lì, e già in contrada Pizzillo, e quindi la prima corografia, sebbene priva di data, dovrebbe essere posteriore al 23 giugno 1954, data in cui si autorizzò lo spostamento del borgo dalla contrada Portone alla contrada Pizzillo.




La seconda corografia, nella quale compaiono Castagnola, l’area del relativo piano di ripartizione, nonché la zona di riforma in contrada Garcia, sembra (il timbro è poco leggibile) datata 8 settembre 1955




La data della lettera di incarico all’ing. Imburgia è del 30 settembre 1954, mentre il 3 maggio del 1955 il sottocomitato tecnico amministrativo per la riforma agraria l’assessorato decretava l’urgenza e l’indifferibilità dei lavori di costruzione di Castagnola e della relativa strada d’accesso




Quindi, a cavallo tra il 1954 ed il 1955 si passò dalla totale inesistenza di Castagnola, alla individuazione delle zone di R.A., con l’esecuzione del progetto, e la sua approvazione con decretazione d’urgenza.

Una volta esperite velocissimamente tali procedure, la costruzione venne condotta con i tempi usuali, e con la strana sequenza di sospensioni descritta sopra.

Cosa mai avvenne in quei sei mesi, nei quali improvvisamente diversi fondi vennero conferiti, e la costruzione di un borgo, molto più grande rispetto agli altri del comprensorio, venne progettata e decretata d’urgenza? Credo sia ormai impossibile stabilirlo con certezza; ma, per fortuna, Lettore, l’immaginazione, non soggetta al limite dell’inoppugnabilità, ma solo a quello della verosimiglianza, può consentire delle illazioni.

Non dobbiamo perdere di vista, infatti, quale sia il teatro degli eventi; è esattamente quello della realizzazione della diga Garcia e del relativo invaso, che come abbiamo visto sommergerà l’intera area di un piano di ripartizione. Non voglio dire con questo che vi sia un legame diretto tra la diga e la cessione dei terreni; il comprensorio è stato sempre affetto da una cronica carenza d’acqua, ragione per la quale i contadini speravano che un serbatoio venisse realizzato. Il progetto di una diga sul Belice Sinistro risale al ventennio fascista; ma, come afferma Mario Francese (che proprio a causa dei lavori della diga perse la vita) la presenza di Cesare Mori in Sicilia costituiva un motivo più che valido per inibirne lo sviluppo; così, fu solo nel dopoguerra che la realizzazione venne seriamente considerata. Ed i progetti presentati dall’ERAS vennero ultimati proprio nel 1955. Essi però prevedevano l’intercettazione del Belice Sinistro poco più a monte, in contrada Bruca; ma tali soluzioni vennero poi bocciate dal Consiglio Superiore dei LL.PP., scosso nelle fondamenta dalla tragedia del Vajont. Il progetto approvato alla fine era del Consorzio. L’aspetto “strano” risiede però nel fatto che la tragedia del Vajont avvenne nel 1963, mentre la Cassa del Mezzogiorno aveva già provveduto ad istruire il progetto nel 1957




E’ possibile che qualcuno “sapesse” che la diga sarebbe stata realizzata più a valle? Che il fondo in contrada Garcia alla fine sarebbe stato sommerso? Vero è che don Peppino Garda si arricchì non vendendo i terreni, ma con l’esproprio, quindi un conferimento sarebbe stato svantaggioso; ma è vero anche che la famigerata legge 865 che gli consentì di arricchirsi è del 1971. Probabilmente, quindici anni prima sarebbe apparso più conveniente sbarazzarsi di terreni che sarebbero stati in seguito sommersi, ma che al momento sarebbero stati pagati come terreni agricoli, ed il cui conferimento avrebbe evitato ulteriori espropri.

Ma queste, Lettore, sono le solite illazioni, non documentate, alla cui tentazione non riesco a sottrarmi. Il fatto reale ed incontrovertibile è che nel 2013 la diga venne intitolata a Mario Francese; lo stesso anno in cui venne riconosciuta la responsabilità del Comitato nella sciagura del Vajont. Un segno del destino.

Un altro fatto reale ed incontrovertibile è però che i servizi del borgo non sono mai stati attivi; né d’altra parte, all’interno del raggio di influenza di Borgo Castagnola, venne mai costruita alcuna casa colonica per alcun assegnatario.

Solo la chiesa è stata aperta al culto il 29 luglio del 1990 ma attualmente non vi vengono celebrati riti liturgici con regolarità. L’ex ambulatorio medico ospita, nel periodo estivo, il servizio antincendi boschivo




Anche Borgo Castagnola è stato ceduto al comune di Contessa Entellina in data 19 aprile1994.

Attualmente, la scuola appare in cattive condizioni




e così l’alloggio per il custode. Gli edifici meglio conservati sono ovviamente quelli utilizzati: ambulatorio e chiesetta.

Ma a prescindere da questa storia, Borgo Castagnola, ultimato all’inizio degli anni del c.d. boom economico, realizzato a servizio di case inesistenti per assegnatari mai individuati, e mai entrato in funzione, progettato solo per poi essere ceduto al comune di Contessa Entellina che mai lo utilizzerà, rappresenta un’altra delle evidenti incrongruenze che derivano dall’interpretazione data alla legge 890. Ma anche Borgo Pizzillo, sebbene progettato e realizzato ben prima, ha seguito un destino simile.

Il legame con la Valle del Tumarrano cui accennavo nella parte introduttiva risiederebbe quindi, oltre che nell’analogia del progetto con quello dei borghi Pasquale e Montoni Nuovo, nel nutrito numero di realizzazioni nella zona , pianificate, in parte realizzate ma mai utilizzate.

Invece, oltre il comune destino del mancato utilizzo, è soprattutto l’identità del proprietario che cedette il fondo di Roccella a costituire il tramite con il post seguente: quello sui borghi della serie Schisina