lunedì 30 luglio 2007
IDIOTI!
Tanto idioti che per anni ci siamo fatti propinare, senza accennare alla benchè minima reazione, una ignobile teoria: la velocità è la prima causa di incidenti. Ora, chiunque abbia un minimo di conoscenze di statistica sa bene che quando tra due variabili vi è un rapporto di causa ed effetto, vi è anche una correlazione tra le grandezze in gioco. Matematicamente misurabile. Ciò vorrebbe dire che all'aumento della velocità deve corrispondere un incremento degli incidenti. Nelle condizioni in cui sono massime le velocità, come ad esempio le gare di Formula 1, dovrebbero essere massimi gli incidenti mortali. E invece in Formula 1, c'è la più bassa percentuale di morti di tutti gli sport automobilistici. Mi correggo: non è necessario un minimo di conoscenze di statistica per portare a termine questo ragionamento, basta un minimo di intelligenza. Che solo degli idioti potrebbero non avere. E poichè siamo idioti, abbiamo dovuto sorbirci le idiozie che ci meritiamo da parte di quei gran furbi dei giornalisti di tutte le testate, televisive e non.
Fino a qualche settimana fa. Da quando il presidente...pardon, il Governatore (il fatto di cambiare nomi ai personaggi ed alle istituzioni, adottandone uno ogni volta più ridicolo è un'altra idiozia che ci meritiamo) della Regione Veneto è stato beccato dall'Autovelox, (definendo anacronistiche le attuali normative) , la velocità non è più la prima causa di incidenti. Verrebbe da pensare che non tutti i mali vengono per nuocere.
E invece no. Si è solo sostituita un'idiozia con un'altra, peggiore. La causa principale di morti sulla strada è da qualche tempo l'alcool. Tutti gli incidenti sono causati da ubriachi. Che sono come gli automobilisti: una categoria eterogenea. Giovani che escono dalla discoteca, vecchi delusi dalla vita, signori di mezza età che festeggiano...ma come mai vi sono tutti questi ubriachi? Semplice, perchè per la legge è "in stato di ebbrezza" chiunque abbia un tasso alcoolemico superiore a 0,5 grammi per litro misurato all'etilometro. Se l'etilometro misura questo e voi state guidando, commettete il reato di "guida in stato di ebbrezza". Il fatto che siate o meno ubriachi non ha alcuna importanza; ciò che è importante è il numero che fornisce l'etilometro.
Già, l'etilometro...ma cos'è questo benedetto etilometro? Vi diranno che è un apparecchio che ricava il tasso alcoolemico (la quantità percentuale di alcool nel sangue) dall'aria espirata. Questa è un'altra delle idiozie che ci vengono propinate. In realtà, l'etilometro è un apparecchio che pretende di ricavare il tasso alcoolemico dall'aria che avete in bocca quando vi viene chiesto di espirare. Chiariamo meglio questo concetto.
Negli alveoli polmonari avvengono gli scambi gassosi tra l'aria ed il sangue. L'ossigeno dell'aria può passare da questa al sangue, e l'anidride carbonica dal sangue all'aria. Queste non solo le sole sostanze volatili che vengono scambiate attraverso i polmoni. I fumatori assorbono nicotina attraverso i polmoni. Gli avvinazzati eliminano l'alcool disciolto nel sangue attraverso i polmoni. E' proprio quest'ultima caratteristica che viene sfruttata dall'etilometro. Vi è una correlazione (come la velocità...ricordate?) tra la percentuale di alcool nell'aria alveolare, e l'alcoolemia. L'etilometro è tarato in maniera da allarmarsi oltre misura se rileva una percentuale di alcool nell'aria alveolare che corrisponde ad un'alcoolemia superiore a 0,5 gr/l. Se poi un simile livello di alcoolemia (o uno superiore o uno inferiore) renda un individuo ubriaco o meno, è una cosa della quale non frega niente a nessuno. So far, so good.
Ma...c'è un ma. Per capire il "ma" occorre conoscere un minimo la fisiologia dello svuotamento gastrico, e dell'assorbimento di alcool. L'alcool viene assorbito nel duodeno, che è il primo pezzettino dell'intestino che sta al di là dello stomaco. Le sostanze grasse ritardano il passaggio del contenuto dello stomaco nel duodeno, e nel contempo riducono il tono dello sfintere esofageo inferiore, quella fascetta muscolare che dovrebbe impedire il reflusso del contenuto dello stomaco in esofago. Questa seconda caratteristica è un effetto collaterale, ma la prima è sfruttata nella formulazione degli aperitivi: bevande alcooliche e noccioline. Le noccioline (o le arachidi, o le olive o gli anacardi, o quello che volete voi) impediscono o ritardano il passaggio dell'alcool nel duodeno, e di conseguenza il suo assorbimento, e ne allungano il tempo di permanenza nello stomaco. E' questo il motivo per cui bevendo a stomaco pieno non ci si ubriaca, non perchè il cibo "assorba" l'alcool. E l'alcool, d'altra parte, favorisce le secrezioni gastriche e quindi la digestione. Questa è la funzione degli aperitivi offerti prima di un pranzo o di una cena
Ammettiamo quindi che io venga fermato dalla Polizia dopo aver bevuto un aperitivo. e mi si chieda di respirare nell'etilometro. Il mio tasso alcoolemico sarà vicino a zero, perchè gran parte dell'alcool sarà nello stomaco. E poichè il tono dello sfintere esofageo inferiore è ridotto, l'alcool che evapora nel mio stomaco potrà risalire in esofago e giungere in bocca. Facendo segnare valori record all'etilometro. Mi sbatteranno in gattabuia mentre chi avrà appena (da una decina di minuti) bevuto una quantità di alcool notevole a digiuno, lo avrà in duodeno, pronto per essere assorbito, ma non ancora assorbito. Il suo tasso alcoolemico sarà, ancora per poco, normale. Se dovrà fare ancora duecento chilometri in auto, si troverà ubriaco strada facendo.
Ma la cosa più stupefacente, quella che mi ha spinto a scrivere stasera, l'ho appena ascolatata a TG1 RAI. A sentir loro sembra che in Germania (dove per inciso non ci sono limiti di velocità in autostrada) abbiano trovato il modo (anzi "la chiave", è stato detto) per ridurre gli incidenti mortali. Hanno appena varato una legge che vieta ai neo patentati (al di sotto de 21 anni) di bere qualunque quantità di bevande alcooliche prima di mettersi alla guida. Multa di 125 euro a chi viene trovato positivo all'etilometro, con qualunque valore. Se sia effettivamente ubriaco o no, ha sempre meno importanza. Ma il punto non è questo. La fulgida gemma che ci propone TG1 è il fatto che "così sono riusciti a ridurre le vittime di incidenti del 40% progressivamente dal 2003 al 2006". Meraviglioso. La prima legge al mondo con effetto retroattivo. I tedeschi promulgano una legge nel 2007 e riescono a ridurre i morti dei tre anni precedenti. Gli unici due precedenti riportati (e neanche documentati) sono Lazzaro e Gesù. Che io sappia, non si avevano notizie di altre resurrezioni. Fino a stasera, almeno.
Forse siamo idioti, forse no. Ma che veniamo trattati da idioti è sicuro.
martedì 8 maggio 2007
IL RUMORE NELLE CHITARRE ELETTRICHE ED I "PROBLEMI DI MASSA"
Ho una chitarrina molto economica che comprai una quindicina d'anni fa (mi pare che allora sia costata meno di 90€); é una sorta di "superstrat" con HB al ponte ed al manico, e single coil centrale, ponte Floyd Rose licensed, e stessa circuitazione di una Strat classica (commutatore a cinque posizioni, un controllo volume duen controlli di tono che agiscono sul pickup al manico e su quello centrale. Ha sempre fatto rumore. Quando la acquistai cambiai subito i due humbucker lasciando il centrale; il suono migliorò ma il rumore no; credo che il ponte abbia un ruolo fondamentale nel captare le interferenze.
In "clean" resta abbastanza silenziosa; ma anche un basso livello di overdrive scatena, almeno nella stanza più rumorosa di casa, disturbi intollerabili.
Di recente (un mesetto fa) ho trovato un residuo di magazzino della stessa casa degli humbucker, un single coil in Alnico che non é più prodotto da anni; l'ho preso, e l'ho montato al posto dell'originale, giusto per una questione di "simmetria", cosicché la chitarrina ha i pickup tutti della stessa marca (peraltro stampigliata sulle coperture dei pickup). Vi é da precisare che il cavo di segnale del single coil é "braided": positivo all'interno rivestito di maglia metallica,
La scorsa settimana l'ho portata in sala prove, dove i disturbi sono decisamente inferiori rispetto a casa, ma premendo il pedale del distorsore risultavano comunque al limite del tollerabile per suonare.
Proprio poco fa, accarezzavo l'idea di riutilizzarla in sala prove, così ho deciso di aprire il vano potenziometri per vedere se muovendo qualcosa all'interno potesse cambiare la situazione.
Abbastanza ovviamente, e coerentemente con quanto descritto nel post, se prendevo tra le dita uno dei cavi di collegamento degli humbucker, il disturbo aumentava, perchè il disturbo captato dal mio corpo si sommava, anche attraverso l'isolante del cavo, a quello captato dagli humbucker. Prendendo tra le dita il cavo del single coil, invece, il disturbo diminuiva, perché il mio corpo, anziché trasferirlo al positivo (come accadeva nel caso degli humbucker) lo trasferiva alla massa.
Allora ho provato a tenere a contatto, in un punto, il cavo di un humbucker con quello del single coil: il disturbo é diminuito.
Con un pezzetto di nastro isolante ho quindi stretto i cavi dei due humbucker con quello del single coil (solo in un punto per non creare capacità parassite); ho chiuso tutto, e la chitarrina é senza dubbio migliorata.
Siamo comunque lontanissimi da una chitarra "silenziosa", ma considerando che tutto questo é stato fatto nell'ambiente peggiore, in assoluto, per i disturbi, martedì prossimo entrerà nuovamente in sala prove confidando nel fatto che così il disturbo sarà più che accettabile.
Ovviamente é un espediente che si é potuto usare solo per il particolare cablaggio della chitarra; ma é un'idea che può essere messa in pratica anche in altri modi, ad esempio collegando un pezzo di maglia metallica alla massa e rivestendo un pezzettino di cavo dei pickup. In questo modo, come accade per la mia chitarrina, il disturbo captato dei pickup viene trasferito alla massa, senza cortocircuitare il pickup. Il metodo é meno efficiente che il contatto diretto dta chitarrista e massa, ma é meglio di niente; forse vale la pena di provare.
venerdì 4 maggio 2007
Palermo, autobus, autisti ed ingiustizie
Sembra abbia destato un certo scalpore la notizia che a Palermo l'Azienda Municipalizzata AutoTrasporti abbia assunto cento nuovi autisti privi di patente D, che li abiliterebbe alla guida degli autobus.
Non si capisce perchè questo dovrebbe destare scandalo; un simile comportamento è assolutamente in linea con quella che è da sempre la gestione della cosa pubblica in Sicilia in generale ed a Palermo in particolare.
I nuovi assunti hanno avuto accesso ai posti non per concorso, ma perchè già adibiti a Lavori Socialmente Utili.
Qualcuno si è mai occupato di verificare come si viene adibiti a Lavori Socialmente Utili? Come vengono formate le graduatorie? Come avvengono le assegnazioni dei posti?
Uno degli impianti sportivi pubblici del capoluogo siciliano è lo stadio per l'atletica, denominato "Stadio delle Palme". Lo Stadio delle Palme è chiuso da quasi un anno, senza alcun motivo apparente. Neanche l'Assessorato del Turismo, dello Sport , delle Comunicazioni e dei Trasporti sembra essere esattamente a conoscenza delle motivazioni di ciò. Eppure, anche in questa faccenda sono implicati i Lavoratori Socialmente Utili.
L'Azienda Sanitaria Locale 6, che gestisce le strutture sanitarie non autonome di Palermo e provincia è la più grande d'Italia. Da anni vi è ormai un blocco delle assunzioni a più livelli, che parrebbe addirittura impedire la possibilità di rimpiazzare anche chi viene posto in quiescenza. Diversi LSU lavorano però ormai all'interno dell'Azienda, con contratto a tempo indeterminato, e senza avere sostenuto alcun concorso.
Queste situazioni sono di dominio pubblico. Non sono informazioni tenute nascoste ma fatti che avvengono sotto gli occhi di tutti. Perchè scandalizzarsi per gli autobus? Perchè un autista dell'AMAT dovrebbe essere costretto a lavorare, quando altri LSU allo Stadio delle Palme si godono il fluire delle stagioni all'aria aperta? Perchè un autista dell'AMAT dovrebbe possedere un titolo per svolgere un lavoro quando nessun titolo è stato richiesto dall'ASL 6 per svolgere diversi lavori?
Eppure i giornalisti sembrano avere un fatto personale proprio con chi deve fare l'autista. Cattivi! A questo mondo non c'è giustizia...
sabato 28 aprile 2007
LA DEFINITIVA SCOMPARSA DEGLI ULTIMI RESIDUI DEL CONCETTO DI "GIUSTIZIA" ovvero la condanna di Annamaria Franzoni
Ha un senso porsi questa domanda?
L'unico senso può essere dato dal fatto che la magistratura in Italia ha eliminato anche gli ultimi residui del concetto di giustizia.
Viste le risultanze delle indagini e le motivazioni addotte, anche il solo chiedersi se la madre di Samuele sia colpevole è un nonsenso logico.

In assenza di ammissione di colpa o di prove schiaccianti, servirebbero almeno tre elementi concordanti: il movente, l'arma e l'occasione.
Dei tre, solo l'occasione è valida per la signora Franzoni. Come è valida per chiunque altro potesse trovarsi da quelle parti a quell'ora.
Leggendo il testo dell'ordinanza di custodia cautelare del marzo 2002, sembrerebbe che uno dei motivi principali per escludere la colpevolezza di altri sarebbe costituita proprio dalla mancanza di movente.
Ma, ragionamo un momento. Un genitore responsabile e sano di mente (come è stata riconosciuta Annamaria Franzoni) cerca di proteggere la prole da aggressioni esterne. Se nessun altro aveva il movente per uccidere il bambino, a maggior ragione non lo aveva la madre.
L'arma del delitto, finora, non si trova.
Se ne deduce che in simili condizioni, l'ultima persona che dovrebbe venire imputata del delitto è proprio la signora Franzoni.
D'altra parte, chi ha ucciso i figli in preda ad un folle istinto, non resiste più di qualche giorno prima di confessare. Annamaria Franzoni invece resiste per anni. Prende in giro tutti i familiari che l'appoggiano incondizionatamente. Ipnotizza persino il marito che difende a spada tratta l'assassina di suo figlio. Una tale determinazione presuppone un movente fortissimo che, sottolineamo ancora una volta, la Franzoni è l'ultima persona al mondo ad avere.
Solo i magistrati, furbi, non si fanno prendere in giro. E tirano fuori delle articolate motivazioni della loro furbizia.
E' molto istruttivo leggere il testo della succitata ordinanza, perchè consente di comprendere meglio quali siano le basi della formulazione delle accuse. Gran parte della ricostruzione si basa sulle dichiarazioni della stessa Franzoni. Che a volte vengono recepite integralmente, altre invece vengono considerate false. Abbastanza ovviamente, la scelta riguardo a quali considerare vere e quali false viene effettuata sulla base del risultato pratico. Se Annamaria Franzoni ha rilasciato in tempi diverse dichiarazioni diverse riguardo alla stessa circostanza, è vera quella che la incastra e falsa quella che la scagiona.
Annamaria Franzoni non si è trovata nell'impossibilità materiale di commettere il delitto. Ma questo vale anche per migliaia di altre persone. Il problema è che tra queste migliaia si è scelto proprio lei, che non aveva alcun motivo plausibile per commetterlo, senza alcun motivo vero.
Quello che si rileva è solo un'incapacità di ricostruire senza ombra di dubbio i fatti di quel giorno. Questa incapacità può essere oggettiva (cioè, nessuno sarebbe mai stato in grado di farlo per oggettiva impossibilità) o soggettiva (cioè, gli investigatori ed i magistrati non sono stati capaci di farlo per personale incapacità). Comunque stiano le cose, si è deciso di far pagare tale incapacità ad Annamaria Franzoni con sedici anni di carcere.
Ah, dimenticavo...il bastardo che nel 2004 uccise, con suo figlio, un padre di famiglia a Palermo, colpendolo vilmente mentre era seduto dentro l'auto, è a piede libero...
lunedì 23 aprile 2007
OPERE DI INGEGNO 3: guida alle false Gibson cinesi
Questo è sicuramente successo in passato più di una volta; ma i colpevoli non erano mai i cinesi, bensì occidentali (di solito, ma non sempre, americani) che importavano le chitarre dalla Cina e le rivendevano come autentiche. I più "onesti" affermavano, al massimo, di non sapere con certezza che la chitarra fosse autentica.
Gibson ha sempre sostenuto che ciò accadeva perchè qualcuno si era fatto infinocchiare dai cinesi e provava a fare lo stesso per non perdere i soldi.
Personalmente, fino a poco tempo fa, non avevo mai avuto alcuna evidenza diretta che i cinesi spacciassero le loro copie per autentiche.
Era accaduto, in effetti, che ad una domanda diretta sull'autenticità della chitarra qualche venditore rispondesse affermativamente; ma questa non è disonestà.
Quando ero bambino, mia nonna mi comprava spesso dei piccoli giocattolini di plastica venduti da un ambulante ("il vecchietto"); tra di essi vi era una minuscola damigiana contenente un liquido colorato (acqua zucchero ed un colorante). Quando domandavo al vecchietto cosa fosse quel liquido egli rispondeva "liquore". La domanda era puerile, ma io ero un bambino, ed era giusto che facessi domande puerili; la risposta, d'altra parte, era quella giusta da dare ad un bambino. Certamente, non avrebbe mai risposto così a mia nonna.
Chiedere se sia autentica una Gibson venduta duecento dollari è una domanda puerile; pertanto, merita la risposta che verrebbe data ad un bambino.
Tuttavia, da qualche tempo hanno fatto la loro comparsa su eBay inserzioni di rivenditori cinesi che vendevano Gibson asserendo che fossero "nuove ed originali"..
Questo è fastidioso.
Sia su eBay, sia su vari forum, sono comparse delle "guide" che consentissero di riconoscere false Gibson. Tra di esse ve ne è una di un rivenditore americano, che denigra le chitarre cinesi, ma che vende chitarre costruite in Cina. E anche questo è fastidioso. Il dettaglio sul quale questo rivenditore (e non solo lui) si sofferma è la presenza di un truss rod cover tenuto da tre viti; gli altri elementi che consentirebbero di riconoscere il falso sarebbero relativi alla forma dell'inserzione, ai prezzi di spedizione, etc.
Vi è stata una polemica riguardo all'opportunità di scrivere simili guide in quanto esse indicherebbero ai cinesi come correggere gli errori; non so quanto ciò possa essere vero, ma di fatto i truss rod cover a tre viti sono divenuti rari.
Focalizzerò l'attenzione sui dettagli delle false Gibson Les Paul Supreme. La Les Paul Supreme sarebbe una chitarra difficile da imitare nei particolari e quindi riconoscibile. D'altra parte essa ha la particolarità di non presentare coperchi per l'elettronica nella parte posteriore del corpo e questo, quando riprodotto in una copia, colpisce particolarmente l'osservatore.
Vorrei spendere qualche parola su questa caratteristica. La motivazione dell'esistenza della Les Paul Supreme è proprio questa. Gibson voleva costruire una chitarra che oltre ad avere un "carved top" fiammato, avesse anche un "carved back". Quindi la motivazione era esclusivamente estetica. Per raggiungere questo scopo era evidentemente necessario eliminare i coperchi dei vani potenziometri e commutatore. Di conseguenza, l'assemblaggio dell'elettronica doveva avvenire per altre vie. Le uniche possibili erano il foro della boccola del jack ed i vani pickup; l'elettronica doveva venire assemblata all'esterno e poi inserita. Questo era estremamente disagevole da condurre attraverso un foro per la boccola di dimensioni usuali, e si rese necessario allargare il foro e renderlo rettangolare, e di dimensioni tali da consentire l'inserimento dei potenziometri; quindi le dimensioni del foro furono scelte in maniera che la diagonale di esso misurasse quanto la lunghezza di un potenziometro. Per consentire quindi un foro di dimensioni adeguate lo spessore del corpo venne incrementato; un corpo pieno di tali dimensioni avrebbe avuto un peso eccessivo, per cui esso fu alleggerito tramite due ampie cavità. Queste non sono quindi "camere tonali" presenti per scelta progettuale, ma costituirono una soluzione obbligata allo scopo di mantenere accettabile il peso. Il risultato fu una chitarra sorprendentemente leggera (per una solid body) in rapporto alle dimensioni, che venne presentata nel gennaio del 2003.
Tutto quanto fin qui descritto ha quattro importanti implicazioni:
Adesso vediamo quali sono i particolari, rilevabili in fotografia, che sono tipici della Les Paul Supreme e che spesso vengono riprodotti in maniera errata sulle copie.
1) del truss rod cover fissato da tre viti si è già detto. Non sono mai state commercializzate Les Paul (o SG, o ES, etc.) con truss rod cover con tre viti

da qualche tempo la maggior parte dei falsi è equipaggiata con truss rod cover fissato da due viti, ma ancora se ne vedono molti con tre viti.
2) le meccaniche della Les Paul Supreme sono Grover keystone (quelle a forma di tulipano) e non le Grover Kidney

3) le manopole dei potenziometri sono Speedknobs Gold, non nere, ed il pomellino del commutatore è bianco

4) i ring dei pickup sono neri, mai bainchi

Quanto fin qui elencato sono le caratteristiche più grossolane nel campo dei possibili errori, che non sempre vengono commessi. Vi sono altre caratteristiche che sembra non vengano mai rispettate.
5) le viti dei ring dei pickup sono sempre nere. Finora quelle delle copie cinesi sono state invariabilmente dorate
6) i fret sono dorati. Non ho mai visto copie cinesi che riproducano questa caratteristica.

7) il ponte della Supreme orignale è un Tune-o-matic tipo Nashville, e cioè largo, e sostenuto da thumbwheel ( viti sottili con una larga rondella zigrinata). Le chitarre cinesi usano ponti tipo ABR-1, più stretti e sostenuti da viti più larghe, con testa scanalata




10) la scritta "Supreme" sullo striscione sembra eseguita da un bambino di prima elementare

In realtà i punti 8) 9) e 10) sembrano dipendere dal fatto che il marchio sulla paletta è in realtà un adesivo verniciato
11) il binding frontale sul corpo della Supreme è a sette strati; le copie cinesi non ne hanno mai più di quattro

è difficile che sulle foto per la vendita possano distinguersi gli strati del binding, ma il risultato "macroscopico" sull'originale è comunque un binding molto largo e bianchissimo, che salta all'occhio e non viene riprodotto sulle copie cinesi
12) lo spessore del corpo è minore è la piastra del jack è diversa
anche per questo, sulle foto pubblicitarie non vi possono essere punti di riferimento per misurazioni, ma l'effetto globale è evidente
13) del numero di serie si è già detto; in più esso viene inciso in posizione errata (lettere troppo strette, scritta "made in USA" troppo in alto rispetto alle meccaniche)


Un'ultima cosa che può aiutare è il colore dell'imbottitura della custodia rigida; quella originale era nera negli anni 2003-2004, indi divenne bianca.
Questo è sicuramente successo in passato più di una volta; ma i colpevoli non erano mai i cinesi, bensì occidentali (di solito, ma non sempre, americani) che importavano le chitarre dalla Cina e le rivendevano come autentiche. I più "onesti" affermavano, al massimo, di non sapere con certezza che la chitarra fosse autentica.
Gibson ha sempre sostenuto che ciò accadeva perchè qualcuno si era fatto infinocchiare dai cinesi e provava a fare lo stesso per non perdere i soldi.
Personalmente, fino a poco tempo fa, non avevo mai avuto alcuna evidenza diretta che i cinesi spacciassero le loro copie per autentiche.
Era accaduto, in effetti, che ad una domanda diretta sull'autenticità della chitarra qualche venditore rispondesse affermativamente; ma questa non è disonestà.
Quando ero bambino, mia nonna mi comprava spesso dei piccoli giocattolini di plastica venduti da un ambulante ("il vecchietto"); tra di essi vi era una minuscola damigiana contenente un liquido colorato (acqua zucchero ed un colorante). Quando domandavo al vecchietto cosa fosse quel liquido egli rispondeva "liquore". La domanda era puerile, ma io ero un bambino, ed era giusto che facessi domande puerili; la risposta, d'altra parte, era quella giusta da dare ad un bambino. Certamente, non avrebbe mai risposto così a mia nonna.
Chiedere se sia autentica una Gibson venduta duecento dollari è una domanda puerile; pertanto, merita la risposta che verrebbe data ad un bambino.
Tuttavia, da qualche tempo hanno fatto la loro comparsa su eBay inserzioni di rivenditori cinesi che vendevano Gibson asserendo che fossero "nuove ed originali"..
Questo è fastidioso.
Sia su eBay, sia su vari forum, sono comparse delle "guide" che consentissero di riconoscere false Gibson. Tra di esse ve ne è una di un rivenditore americano, che denigra le chitarre cinesi, ma che vende chitarre costruite in Cina. E anche questo è fastidioso. Il dettaglio sul quale questo rivenditore (e non solo lui) si sofferma è la presenza di un truss rod cover tenuto da tre viti; gli altri elementi che consentirebbero di riconoscere il falso sarebbero relativi alla forma dell'inserzione, ai prezzi di spedizione, etc.
Vi è stata una polemica riguardo all'opportunità di scrivere simili guide in quanto esse indicherebbero ai cinesi come correggere gli errori; non so quanto ciò possa essere vero, ma di fatto i truss rod cover a tre viti sono divenuti rari.
Focalizzerò l'attenzione sui dettagli delle false Gibson Les Paul Supreme. La Les Paul Supreme sarebbe una chitarra difficile da imitare nei particolari e quindi riconoscibile. D'altra parte essa ha la particolarità di non presentare coperchi per l'elettronica nella parte posteriore del corpo e questo, quando riprodotto in una copia, colpisce particolarmente l'osservatore.
Vorrei spendere qualche parola su questa caratteristica. La motivazione dell'esistenza della Les Paul Supreme è proprio questa. Gibson voleva costruire una chitarra che oltre ad avere un "carved top" fiammato, avesse anche un "carved back". Quindi la motivazione era esclusivamente estetica. Per raggiungere questo scopo era evidentemente necessario eliminare i coperchi dei vani potenziometri e commutatore. Di conseguenza, l'assemblaggio dell'elettronica doveva avvenire per altre vie. Le uniche possibili erano il foro della boccola del jack ed i vani pickup; l'elettronica doveva venire assemblata all'esterno e poi inserita. Questo era estremamente disagevole da condurre attraverso un foro per la boccola di dimensioni usuali, e si rese necessario allargare il foro e renderlo rettangolare, e di dimensioni tali da consentire l'inserimento dei potenziometri; quindi le dimensioni del foro furono scelte in maniera che la diagonale di esso misurasse quanto la lunghezza di un potenziometro. Per consentire quindi un foro di dimensioni adeguate lo spessore del corpo venne incrementato; un corpo pieno di tali dimensioni avrebbe avuto un peso eccessivo, per cui esso fu alleggerito tramite due ampie cavità. Queste non sono quindi "camere tonali" presenti per scelta progettuale, ma costituirono una soluzione obbligata allo scopo di mantenere accettabile il peso. Il risultato fu una chitarra sorprendentemente leggera (per una solid body) in rapporto alle dimensioni, che venne presentata nel gennaio del 2003.
Tutto quanto fin qui descritto ha quattro importanti implicazioni:
Adesso vediamo quali sono i particolari, rilevabili in fotografia, che sono tipici della Les Paul Supreme e che spesso vengono riprodotti in maniera errata sulle copie.
1) del truss rod cover fissato da tre viti si è già detto. Non sono mai state commercializzate Les Paul (o SG, o ES, etc.) con truss rod cover con tre viti

da qualche tempo la maggior parte dei falsi è equipaggiata con truss rod cover fissato da due viti, ma ancora se ne vedono molti con tre viti.
2) le meccaniche della Les Paul Supreme sono Grover keystone (quelle a forma di tulipano) e non le Grover Kidney

3) le manopole dei potenziometri sono Speedknobs Gold, non nere, ed il pomellino del commutatore è bianco

4) i ring dei pickup sono neri, mai bainchi

Quanto fin qui elencato sono le caratteristiche più grossolane nel campo dei possibili errori, che non sempre vengono commessi. Vi sono altre caratteristiche che sembra non vengano mai rispettate.
5) le viti dei ring dei pickup sono sempre nere. Finora quelle delle copie cinesi sono state invariabilmente dorate
6) i fret sono dorati. Non ho mai visto copie cinesi che riproducano questa caratteristica.

7) il ponte della Supreme orignale è un Tune-o-matic tipo Nashville, e cioè largo, e sostenuto da thumbwheel ( viti sottili con una larga rondella zigrinata). Le chitarre cinesi usano ponti tipo ABR-1, più stretti e sostenuti da viti più larghe, con testa scanalata




10) la scritta "Supreme" sullo striscione sembra eseguita da un bambino di prima elementare

In realtà i punti 8) 9) e 10) sembrano dipendere dal fatto che il marchio sulla paletta è in realtà un adesivo verniciato
11) il binding frontale sul corpo della Supreme è a sette strati; le copie cinesi non ne hanno mai più di quattro

è difficile che sulle foto per la vendita possano distinguersi gli strati del binding, ma il risultato "macroscopico" sull'originale è comunque un binding molto largo e bianchissimo, che salta all'occhio e non viene riprodotto sulle copie cinesi
12) lo spessore del corpo è minore è la piastra del jack è diversa
anche per questo, sulle foto pubblicitarie non vi possono essere punti di riferimento per misurazioni, ma l'effetto globale è evidente
13) del numero di serie si è già detto; in più esso viene inciso in posizione errata (lettere troppo strette, scritta "made in USA" troppo in alto rispetto alle meccaniche)


Un'ultima cosa che può aiutare è il colore dell'imbottitura della custodia rigida; quella originale era nera negli anni 2003-2004, indi divenne bianca.
E a distanza di quindici anni da questo post, una particolare cautela é resa ancor più necessaria dalla maggior cura dei dettagli che le copie odierne presentano, come puoi vedere qui..
giovedì 19 aprile 2007
OPERE DI INGEGNO 2
Quando la presenza, all'interno di una nazione, di questo qualcuno non è fondamentale o determinante, l'andamento "naturale" vuole che non esista una legge che lo protegge, o se esiste, i controlli sono tutt'altro che rigorosi. E questo è uno dei motivi del fatto che la Cina è la capitale mondiale dei falsi.
Qual è il modo di ovviare a questo problema? Evidentemente, far divenire determinante la presenza dei "qualcuno" anche in Cina. Esistono fondamentalmente due modi per ottenere questo scopo. Il primo è quello di far acquisire potere, economico e politico, ai qualcuno, cosicchè possano pilotare l'operato dei governi, come avviene in Occidente.
Il secondo è, molto semplicemente, "fare amicizia". I capi di governo o i loro delegati si recano periodicamente in Cina, si fanno fotografare mentre stringono la mano per un'ora e mezza a Hu Jintao, parlano di investimenti, di accordi e di mercato internazionale. Spiegano che vi sono diversi interessi economici comuni, e che, all'infuori di qualche dettaglio senza importanza inerente ai diritti umani, Cina e Occidente sono simili ed hanno gli stessi interessi. Economici. Così quando qualche governo riceve lamentele da parte di qualcuno riguardo alla concorrenza dei "contraffattori cinesi", effettua una telefonatina dicendo: "Ma come, siamo amici e voi ci rovinate il lavoro interno?". E le autorità cinesi distruggono la merce "contraffatta".
Riflettiamo un momento: se alla differenza di prezzo corrispondesse una reale differenza di qualità, il proprietario del marchio contraffatto sarebbe ben lieto di come si mettono le cose: la cattiva qualità dei prodotti a basso costo sarebbe la dimostrazione inequivocabile che il costo dell'"originale" è pienamente giustificato. Ma se il proprietario vende marchi e non oggetti, la contraffazione del marchio diviene una concorrenza temibile. Quindi, il motivo di tutto questo accanimento risulta chiaro: è la concorrenza nel libero mercato. I produttori occidentali possono seguire tre strade. La prima è quella di offrire prodotti di vera qualità al prezzo attuale; ovviamente guadagnerebbero meno. La seconda è quella di abbassare i prezzi mantenendo gli standard attuali, anche in questo caso guadagnerebbero meno. La terza è eliminare la concorrenza facendo pressioni a livello governativo, e guadagnando lo stesso di adesso (e cioè tantissimo). Abbastanza ovviamente, scelgono la terza strada.
La cosa ridicola è la maniera in cui lo giustificano. Le giustificazioni che adducono sono essenzialmente due. La prima è che la concorrenza cinese porta fatalmente alla chiusura delle fabbriche con incremento della disoccupazione. La seconda è che le condizioni lavorative dei cinesi sono tali per cui si configura una violazione continuativa dei diritti umani.
Dal punto di vista logico, il discorso è ineccepibile. Dal punto di vista pratico lo sarebbe pure. Se i produttori occidentali non facessero produrre le loro merci in Cina. Quindi, la differenza tra gli sfruttatori cinesi e quelli occidentali è solo che i primi, almeno, non sono ipocriti.
Ora, vediamo un pò come funziona. Per la legge italiana (e credo per tutta l'Europa) l'origine di un prodotto può essere dichiarata relativamente all'ultima lavorazione che ha determinato una differenza sostanziale sul prodotto finito. Detto così sembra complicato. Un esempio lo chiarisce meglio. Ammettiamo che io sia un fabbricante di scarpe. Se faccio produrre le scarpe in Cina, e poi in Italia stampo solo un marchio, commetto un illecito, perchè le scarpe sono state prodotte in Cina, e quindi il loro ingresso in Italia è un'importazione. Però, una scarpa con la tomaia scucita è inusabile. Allora, se io faccio produrre in Cina le scarpe per intero, ma non faccio cucire la tomaia, porto le scarpe dalla Cina in Italia e faccio eseguire le cuciture, ho eseguito sulle scarpe una lavorazione che ha determinato una sostanziale differenza. Ora possono essere indossate. Ed io posso legalmente stampare sulla scarpa "Fabbricata in Italia".
Ciò che avviene in pratica è che io, industriale occidentale, commissiono all'industria cinese 40 000 scarpe con la tomaia scucita. I cinesi ne fabbricano 100 000. Indi, invio un addetto al controllo di qualità in Cina che effettua i controlli a campione sui vari lotti di produzione, sceglie i migliori e mi fa avere 40 000 scarpe con la tomaia scucita. Poichè i controlli sono fatti a campione è meno probabile che vi siano scarpe difettate tra le mie che non tra le 60 000 rimaste in Cina; ma questo non vuol dire che le mie saranno tutte perfette e le 60 000 rimaste ai cinesi facciano tutte schifo. La differenza è solo probabilistica. Qui in Italia io eseguo 40 000 cuciture, appiccico "Made in Italy" e vendo un paio di scarpe 250 euro. I cinesi eseguono 60 000 cuciture, portano le (stesse) scarpe in Italia come prodotto di importazione "Made in China" e le vendono 25 euro. Ok?
Sicuramente non tutti i prodotti sono di qualità pari a quella occidentale, ma la differenza di prezzo è tanto abissale da non poter in alcun modo rispecchiare una differenza di qualità
Ho comprato un binocolo cinese 12x70, per la cifra di...15 euro! Certamente non è uno Zeiss, e vi è un abisso tra uno Zeiss ed il binocolo che ho comprato; ma uno Zeiss costerebbe almeno cento volte tanto. Per 15 euro, alla Zeiss al più mi rivolgono la parola. Fa realmente differenza se sul binocolo c'è scritto "Zeiss" o "Nikula"?
Un altra categoria di oggetti di cui ho avuto esperienza personale sono le chitarre "contraffatte" e segnatamente le Gibson; riguardo a queste ultime, la polemica dilaga.Le chitarre cinesi con il marchio Gibson sono (e non sempre) tanto belline a vedersi, costruite con ottimi legni e ben rifinite. Ma non sono chitarre. Sono pezzi di legno ben rifiniti. Poichè però per le chitarre non ci si rivolge ai mobilieri bensì ai liutai, la cosa avrà il suo significato. Per rendere suonabile una "Gibson" cinese occorre spendere un altro pò di tempo e di denaro. Alla fine del percorso, però non ci sarà comunque una vera Gibson, ma solo una chitarrina che fa la sua figura.
Ho scritto alla Gibson dicendo che per loro questa è un'ottima pubblicità, la prova tangibile che solo Gibson è in grado di costruire una Gibson, e che il prezzo è giustificato. Mi hanno risposto con una serie di frasi fatte, dicendo che la politica Gibson è quella di assumere una posizione ferma e decisa nei confronti dei contraffattori, etc.
Una cosa sgradevole che recentemente ha cominciato a verificarsi con le Gibson è che qualcuno ha cominciato a venderle come prodotti realmente contraffatte, e cioè cercando di spacciarle per vere.
Ma di questo parlerò un'altra volta
martedì 17 aprile 2007
OPERE D'INGEGNO 1

Ma mi hanno spiegato che no, non c'è tutta questa differenza tra l'oggetto autentico e quello contraffatto. Che forse sì, l'oggetto autentico è di qualità lievemente migliore, ma non vi è modo di apprezzare la differenza. Che forse è possibile che un capo di vestiario con su scritto D&G da due tizi il cui cognome comincia per D e per G possa durare dieci anni, mentre un'altro identico a vedersi, ma con D&G scritto da due che magari si chiamano Fumagalli e Macaluso ne durerebbe non più di cinque; però dopo un anno ambedue vanno buttati via comunque, perchè fuori moda.
Se un tale che si chiama Louis Vuitton ha avuto l'idea di fabbricare delle borsette con su stampate una V ed una L (cosa che poi non è che sia tutta questa grande idea, ma più che altro una banalità. Si chiama Louis Vuitton e scrive V ed L. Già se avesse scritto, mettiamo H e C sarebbe stato più originale), questa è un'opera di ingegno un'idea originale e va protetta dalla legge. Ma se un altro vede che un tale fabbrica delle borsette vendendole un sacco di soldi solo perchè scrive VL, e si mette a farlo anche lui, non è ingegno anche questo? Non vi pare una buona idea? Perchè è un criminale?