martedì 12 maggio 2015

Ricostruzione del tracciato della ferrovia Burgio-Castelvetrano: Parte Seconda: da San Giacomo a Sambuca di Sicilia



La stazione di San Giacomo, sebbene non segnata come “fermata” sull’orario, è una stazione minore; relativamente distante dai centri urbani, era probabilmente una di quelle pensata per gli agricoltori sparsi sul territorio. Il fabbricato viaggiatori è infatti del tipo più piccolo (modulo 3x1).




E’ ancora presente la costruzione che conteneva i cessi




più la struttura muraria




che sosteneva la vasca per il rifornitore.

L’edificio è a breve distanza dalla SS 188, dalla quale risulta agevole l’accesso al piazzale; lo stesso accesso consente di reimmettersi sul tracciato dopo la stazione. Così come risulta agevole percorrerne la prima parte




tanto che le immagini si trovano sulle StreetView di GoogleEarth. Dopo 700m circa da San Giacomo vi è un passaggio in trincea




e dopo ulteriori 300m ci si imbatte in una cantoniera




Questa, a 1,16 km da San Giacomo, sebbene da lontano possa apparire in discrete condizioni, è ridotta ad un rudere, conservando solo i muri laterali




il prospetto era ancora in piedi alla fine del 2013; probabilmente, anche le strutture residue sono destinate a rovinare in breve tempo. Alla cantoniera si può giungere anche dalla strada che dalla SS 188 conduce in contrada Taja, ed in corrispondenza della quale si accede alla stazione di San Giacomo.

Dopo la cantoniera il fondo comincia progressivamente a peggiorare, divenendo francamente cattivo dopo un altro chilometro




sebbene a tratti sembri agibile, larghe e profonde pozze di fango rendono poco consigliabile tentarne la percorrenza nella stagione piovosa, almeno con delle normali automobili o con motociclette stradali




Inoltre, questo tratto, per gli stessi motivi che ne sconsigliano l’accesso alle auto, è frequentato da fuoristradisti (soprattutto ciclisti). Oltre che dal fondo stradale adatto alla mountain bike, un’attrattiva notevole del percorso è costituita dall’aspetto paesaggistico




Questa parte del tracciato fino a Sambuca di Sicilia, che nella seconda parte si snoda, prevalentemente discosto dalla SS 188 lungo il versante Sud del vallone del torrente Rincione, ed è meravigliosa in primavera




Più avanti il fondo torna ad essere migliore




in quanto il tracciato viene utilizzato come strada di accesso ad alcune abitazioni, e ricompaiono alcuni residui di muri di controripa




fin quando, a due chilometri dalla cantoniera (e a 3,25 km da san Giacomo) il tracciato incrocia una strada asfaltata che si dirama dalla statale




Questo è un altro dei punti di accesso possibili. Subito dopo l’incrocio vi è una curva a destra al termine della quale si trova una seconda cantoniera




Qui siamo a 12,69 km da San Carlo. Anche questo edificio è ridotto ad un rudere, parzialmente crollato




La cantoniera si trova in corrispondenza dell’imbocco di una trincea. Questa non è percorribile




ma un sentiero sul margine Nord di questa consente di aggirare l’interruzione ritornando sul tracciato poco dopo




Oltre questo punto




il percorso segue una serie di curve




intervallate da un rettilineo




cui fa seguito un passaggio in una stretta trincea




per continuare poi con andamento sinuoso




seguendo grossolanamente le anse del torrente Rincione




che attraversa con un ponte




ad un chilometro dall’uscita dalla trincea; circa trecento metri prima del ponte vi è un’altra cantoniera, a 5,6 km da san Giacomo




in corrispondenza della quale si trova lo sbocco di un altro possibile accesso al tracciato dalla SS188




Il migliore stato di conservazione nel quale sembrerebbe trovarsi si rivela illusorio quando osservata più da vicino




In questo tratto vi sono diversi accessi dalla SS 188, ma non tutti presentano un fondo stradale praticabile




subito dopo il ponte si trova l’imboccatura di una galleria, la prima provenendo da San Carlo, ed a 15,13 km dalla relativa stazione




La galleria è breve (40m) e quasi rettilinea, percorribile quindi, di giorno, senza la necessità di luci




la cornice del portale già “inquadra” Sambuca di Sicilia




Dopo lo sbocco della galleria, le curve divengono ancor meno accentuate




Il tracciato continua discostandosi ormai dal torrente Rincione




con pendenza molto lieve, che non agevolando il deflusso delle acque determina una certa melmosità del fondo




il punto più basso viene toccato in corrispondenza di un sottovia a 930 m dall’uscita della galleria, dove il tracciato comincia la sua risalita verso l’abitato di Sambuca di Sicilia




accostandosi sempre di più alla SS 188, dalla quale si rendono visibili con facilità le opere della linea




mentre in lontananza si scorge l’invaso del Carboj, il Lago Arancio




A 550 metri di distanza da fondo valle e a 7,43 km da San Giacomo il tracciato incrocia la SS 188, attraversandola




In corrispondenza dell’intersezione vi era un passaggio a livello, ed il relativo casello vi si trova ancora, in condizioni relativamente buone




è forse uno tra quelli dell’intera tratta che ha patito i danni minori




Subito dopo l’attraversamento inizia un tratto percorribile agevolmente anche in automobile




La parte iniziale è in salita; dopo 200 m si imbocca il primo dei due viadotti che precedono la stazione di Sambuca




il viadotto, in ottime condizioni, è percorribile in auto




è peraltro ben visibile percorrendo la SS 188. Dopo di esso, il tracciato esegue un’ampia curva a destra di un centinaio di gradi




per dirigersi poi




curvando a sinistra, verso il secondo viadotto




ed anche questo, che descrive una curva verso sinistra, è percorribile




anzi viene regolarmente percorso, terminando poco prima della via Canalicchio, strada che fa parte della viabilità cittadina




La strada segue una salita relativamente ripida per giungere in via Crispi, nei pressi delle arcate dell’acquedotto romano




Essa non ha nulla a che vedere con il tracciato; questo poco più avanti della confluenza avrebbe imboccato una breve (160 m) galleria il cui sbocco avveniva in corrispondenza del piazzale della stazione, al di sotto della arcate dell’acquedotto. La galleria non esiste più, sepolta insieme al piazzale per una lunghezza di almeno 50 metri; lo sbocco della galleria si sarebbe trovato in questo punto, ma qualche metro più in basso




la parte “insepolta” del piazzale può essere raggiunta continuando a sinistra lungo via Crispi, ed imboccando, appunto, la “via Stazione”. Ma anche la stazione non esiste più


lunedì 11 maggio 2015

Ricostruzione del tracciato della ferrovia Burgio-Castelvetrano: Parte Prima: da San Carlo a San Giacomo



Sebbene il tratto Burgio San Carlo sia stato realizzato proprio per questa linea, e sia stata la Palermo-San Carlo ad agganciarsi ad essa, non parlerò di questo tratto; se dovesse interessarti ciò che lo riguarda, Lettore, preferisco rimandarti alla descrizione che ne feci qui.

Assumiamo invece che l’Ipotetico Ciclista, arrivato alla confluenza, abbia deciso di percorrere i 57 km che lo separavano da Santa Ninfa.




Questa sarà l’ultima volta che parlerò dell’Ipotetico Ciclista, il quale, comunque non avrebbe mai potuto percorrere i 57 chilometri sul tracciato ferroviario; se ne parlo un’ultima volta è per sottolineare che probabilmente si sarebbe stupito nel constatare come le parti ancora esistenti di esso, almeno nel primo tratto si sarebbero rivelate ben più agevoli da percorrere della “pista ciclabile” della Palermo San Carlo, e questo in assenza di qualunque trasformazione apportata a ciò che rimane delle strutture della linea. Con questo non intendo dire che il tracciato debba comunque risultare “ciclisticamente più facile”; voglio dire che, pur in assenza di qualunque forma di manutenzione esso nei tratti percorribili risulta privo di crolli e grossolane interruzioni naturali, almeno fino alla Valle del Belice.

Il primo tratto dopo la diramazione, infatti, presenta un fondo abbastanza regolare e costituito prevalentemente da terriccio, tanto da venire percorso con automobili; è, in pratica, usato come strada campestre per accedere ai terreni coltivati della zona. Vi si può rilevare ancora qualche residuo della massicciata.




In leggera discesa, si distacca progressivamente con andamento pressoché rettilineo dalla Palermo-San Carlo per circa 900 metri




Dopo una lieve deviazione




esegue un’ampia curva a sinistra




in corrispondenza di un ponticello




a 2 km da San Carlo, 150 m dopo il quale si trova una casa cantoniera, doppia come tutte quelle presenti sulla linea, in discreto stato di conservazione




100 metri più avanti il tracciato incrocia la SP 118




tuttavia la cantoniera non costituiva il casello del passaggio a livello; e questo non soltanto per la distanza, ma soprattutto perché non esisteva alcun passaggio a livello




Poco dopo l’attraversamento della provinciale, il tracciato può essere seguito solo per circa 250 metri




per perdersi più avanti lungo il confine del terreno annesso ad una casa




Il percorso può essere ripreso poco più avanti, accedendovi dalla SP 118, ripercorrendolo a ritroso fino al segmento cancellato




Proseguendo in direzione Castelvetrano




dopo un ponticello a 3,5 km da San Carlo




il fondo diviene fangoso




con uno strato di fango notevolmente spesso che rende il transito notevolmente difficoltoso anche nella stagione estiva, in quanto la superficie è resa notevolmente irregolare dal frequente transito di bovini




Questo segmento del tracciato è utilizzato per consentire alle mandrie di raggiungere i pascoli, ed è pertanto sbarrato in più punti da barriere elettrificate




Qui il tracciato esegue un’ampia curva a destra di circa 140°, nella concavità della quale si trovano i ruderi di una casa cantoniera, posta a 4,17 km dalla stazione di San Carlo




All’epoca delle foto era rimasto solo uno spigolo dei muri esterni




considerata la velocità, ricavabile dalla sequenza delle foto satellitari, con cui ha proceduto la distruzione, è possibile che attualmente anche l’ultimo residuo sia crollato.

Al termine di questo tratto poco praticabile (praticamente percorribile solo a piedi)




nel quale è visibile qualche frammento di un muro di controripa




il percorso esegue una “S”dove, in corrispondenza della prima ansa, e a 5,27 km da San Carlo, si sarebbe trovato un sottopasso




Questo esiste ancora ma le strutture originali sono state sostituite con altre in calcestruzzo armato




Al sottopasso è possibile giungere dalla SP 118




in corrispondenza di esso vi è un altro accesso al tracciato che consente di procedere in direzione Castelvetrano. Il tracciato, con fondo talvolta fangoso, talaltra pietroso, è percorribile con maggiore facilità nella stagione secca.

Nella prima parte mantiene una direzione pressoché costante




con andamento sinuoso ma curve poco pronunciate




Dopo 500 m dal cavalcavia ci si imbatte in una cantoniera, la terza dalla stazione di San Carlo, e a 6,14 km da essa, nonché a poco più di due chilometri dalla precedente; su questa linea, come su molte altre, le cantoniere doppie erano distanziate da due chilometri circa. La cantoniera è in condizioni piuttosto cattive, anche se non come la precedente




Qui il tracciato è in lieve progressiva discesa con una pendenza media del 2,5%




A meno di un chilometro dalla cantoniera, e a 6,95 km da San Carlo, vi è un viadotto, in curva, a cinque luci, lungo un centinaio di metri




Esso può essere raggiunto sempre dalla SP 118; una strada di campagna che si dirama da essa vi passa sotto




E’ percorribile, ed appare in buone condizioni




Un altro, più breve, viadotto, si scorge dopo qualche centinaio di metri, con una cantoniera a breve distanza




Ad esso si può accedere dalla SS188. A tre luci, è anch’esso in buone condizioni e percorribile; quando lo si imbocca ci si trova a 7,94 km da San Carlo




Circa cinquanta metri dopo vi è la quarta cantoniera, a 8,03 km da San Carlo. E’ priva del tetto, ma i muri perimetrali appaiono ancora integri




Il tracciato esegue ancora una doppia curva, meno pronunciata




dopo ulteriori 500 m si giunge in vista di San Giacomo




a 9,23 km da San Carlo