Lo sperpero dell'eredità: prima metà degli anni Cinquanta
Progettati nel primo periodo dell’attività dell’ERAS, i borghi appartenenti al primo gruppo sarebbero coevi dei borghi descritti nei post relativi all’”eredità dell’ECLS”. In effetti presentano una serie di tratti comuni con Grancifone, Baccarato, Bruca e Portella della Croce: il progetto fu commissionato a progettisti esterni, in alcuni casi di “chiara fama”, la relazione tecnica appare accurata, e lo stesso può dirsi per il progetto. Le scelte progettuali sembrano adeguatamente motivate, così come quelle relative all’ubicazione; sono in linea, in pratica, con la tradizione ECLS. Condividono pertanto le caratteristiche che contraddistinguono le realizzazioni descritte nel post relativo all’eredità dell’ECLS; ma, a differenza di questi, non verranno mai realizzati.
Nel gruppo sono compresi quattro borghi, che, in ordine di data di progetto, sono Passarello, Dirillo, Tenutella Desusino e Dagala Fonda.
Nel gruppo sono compresi quattro borghi, che, in ordine di data di progetto, sono Passarello, Dirillo, Tenutella Desusino e Dagala Fonda.
Passarello
Passarello sarebbe stato un borgo di tipo “A” basato su un principio analogo a quello di Borgo Schisina o di Grancifone: un borgo misto costituito da un nucleo che avrebbe servito sei gruppi residenziali, posti a distanza, in linea d’aria, tra uno due chilometri dal borgo, e relativi ai piani di ripartizione 34 e 98 per complessivi 800 Ha circa.
Sulla mappa dei borghi aggiornata al 1 gennaio 1956 il complesso è infatti indicato come borgo misto
Le tavole di progetto sono datate 1953; anche in questo è rilevabile un’analogia con Schisina
Il progetto venne affidato all’ing. Domenico Lo Cascio, e prevedeva la costruzione di otto edifici separati. Gli otto edifici previsti erano chiesa e canonica, scuola, poste e carabinieri, un unico edificio per ambulatorio, delegazione municipale ed uffici dell’Ente, trattoria e locanda, botteghe artigiane, palazzina alloggi più un magazzino-sede di cooperativa, differenza consistente con gli altri borghi descritti qui (con l’eccezione di Baccarato, dove però la costruzione è successiva, non prevista nel progetto originale). Erano previsti degli spazi per futuri ampliamenti, tra i quali un’eventuale rimessa.
Passarello sarebbe dovuto sorgere sul fianco di un’altura esposto a SudOvest; la creazione del piazzale avrebbe richiesto movimenti di terra che il progettista, analogamente a quanto avvenne per Grancifone, tentò di minimizzare ricorrendo ad un’originale disposizione planimetrica. Questa è la descrizione che ne fa il progettista:
“La disposizione degli edifici sul terreno e la sistemazione delle strade interne e della strada di accesso sono state oggetto di molta cura. Si è scelta una soluzione che […] non obbliga, d’altro canto, a rilevanti movimenti di terra, per la sistemazione altimetrica.
[…]
In quanto alla concezione architettonica […] si è preferito movimentare le masse dei vari edifici adattandoli […] all’orientamento, alla viabilità…”
La geometria della piazza si discosta così dal solito rettangolo assumendo un profilo triangolare, con la pianta di alcuni edifici che in qualche modo ne segue le angolature.
“La disposizione degli edifici sul terreno e la sistemazione delle strade interne e della strada di accesso sono state oggetto di molta cura. Si è scelta una soluzione che […] non obbliga, d’altro canto, a rilevanti movimenti di terra, per la sistemazione altimetrica.
[…]
In quanto alla concezione architettonica […] si è preferito movimentare le masse dei vari edifici adattandoli […] all’orientamento, alla viabilità…”
La geometria della piazza si discosta così dal solito rettangolo assumendo un profilo triangolare, con la pianta di alcuni edifici che in qualche modo ne segue le angolature.
Simili soluzioni, se, limitate alla piazza, si erano viste ai tempi dei centri rurali dell’Istituto VEIII, risultano sconosciute alle realizzazioni degli architetti che progettarono per l’ECLS. Nel caso di Passarello, invece, gli assi della pianta degli edifici non sono più retti, ma si adeguano agli angoli degli assi viari.
Sebbene Passarello, nonostante nella relazione di progetto vengano menzionate case coloniche “la cui esecuzione andrà presto in appalto”, non verrà mai costruito, così come mai verranno realizzate le abitazioni previste dal piano di ripartizione; ma la peculiare “concezione architettonica” avrà probabilmente qualche riflesso sulla futura progettazione dell’ERAS.
Dirillo
Dirillo assumerebbe, tra i borghi, un’importanza particolare, in quanto è il primo progetto che riguarda provincia di Ragusa, che non venne mai interessata dall’”assalto al latifondo”.
Sarebbe stato un borgo “C”, a (parziale) servizio dei lotti del PR 474. La circonferenza determinata dal raggio di influenza in fatti include solo una parte dell’area interessata; è tuttavia possibile che le case coloniche fossero raggruppate in agglomerati interamente posti all’interno della circonferenza.
Sarebbe stato un borgo “C”, a (parziale) servizio dei lotti del PR 474. La circonferenza determinata dal raggio di influenza in fatti include solo una parte dell’area interessata; è tuttavia possibile che le case coloniche fossero raggruppate in agglomerati interamente posti all’interno della circonferenza.
Ciò rimane una supposizione in quanto non sono attualmente visibili case coloniche in contrada Dirillo o nel circondario; analogamente a quanto si osserva nelle altre zone della provincia di Ragusa interessate dalla RA, i terreni originariamente inclusi nei PR sono attualmente occupati da impianti industriali o da serre. La progettazione di borgo Dirillo venne affidata nel 1953 all’ing. Accascina, di Palermo; avrebbe compreso chiesetta con sagrestia, scuola, ambulatorio medico ed abitazione del custode. La documentazione è parziale, ma pare che esso dovesse constare di tre edifici separati.
La scuola sarebbe stata unita alla chiesa da un piccolo portico
La scuola sarebbe stata unita alla chiesa da un piccolo portico
mentre un terzo edificio avrebbe ospitato l’ambulatorio e gli alloggi
Nella planimetria di quest’ultimo vi sarebbero anche due locali, uno adibito a “spaccio”, e l’altro a “ufficio consulente”, servizi non presenti in un borgo di tipo “C” e che sembra non fossero menzionati nella lettera di incarico.
L’ing. Accascina fu, come è giusto, regolarmente liquidato; ma borgo Dirillo non verrà mai costruito.
L’ing. Accascina fu, come è giusto, regolarmente liquidato; ma borgo Dirillo non verrà mai costruito.
Tenutella Desusino
L’originario progetto di un borgo di tipo “A” in località Tenutella Desusino venne redatto dall’ing, GiovanBattista Santangelo nel 1954; esso prevedeva originariamente la costruzione di otto edifici: chiesa con canonica, scuola, delegazione comunale ed uffici dell’Ente,, caserma carabinieri con ufficio postale, trattoria e locanda, ambulatorio medico, botteghe artigiani, ed una palazzina alloggi. Il borgo, a servizio dei PR 301 e 365 e consistenti in ben 678 lotti e relative case coloniche, sarebbe stato l’asse portante di un più complesso sistema di servizi del quale avrebbero fatto parte anche un borgo “B”, all’estremo nord della circonferenza del borgo “A”, una scuola distaccata, e che avrebbe compreso anche un sistema, più a Nord, costituito da due scuole distaccate, una in contrada Gurgazzi, l’altra in contrada Quattro Finaìte, pianificati dal Consorzio del Salso Inferiore.
I lotti relativi ai PR più ad Ovest sarebbero stati coperti da due borghi di tipo “A” costruiti dal Consorzio Piana del Gela , ed uno di tipo “C” dell’ERAS, fino al limite territoriale tra il comprensorio del Consorzio Piana del Gela e quello di Caltagirone; subito oltre tale limite, il raggio di influenza sarebbe stato quello di borgo Dirillo . Tale descrizione risulta ancora consistente con quanto riportato nella mappa dei borghi del 1956; ma il sistema descritto non verrà mai realizzato.
Tenutella Desusino, comunque, sarà destinato ad avere una profonda influenza sull’attività progettuale negli anni a venire
Dagala Fonda
Il progetto per un borgo in località Dagala Fonda, sette chilometri e mezzo ad Ovest di Castelvetrano, venne originariamente affidato all’architetto Giuseppe Vittorio Ugo.
Il borgo avrebbe dovuto essere a servizio delle abitazioni dei piani di ripartizione 45, 891 ed in parte 489, le cui corrispondenti case coloniche si sarebbero trovate lungo le strade di bonifica dell’area. La circonferenza determinata dal raggio d’influenza avrebbe sfiorato la masseria Antalbo nei pressi della quale il Consorzio Delia-Nivolelli, quindici anni prima, avrebbe dovuto realizzare un centro rurale di tipo grande
Il borgo avrebbe dovuto essere a servizio delle abitazioni dei piani di ripartizione 45, 891 ed in parte 489, le cui corrispondenti case coloniche si sarebbero trovate lungo le strade di bonifica dell’area. La circonferenza determinata dal raggio d’influenza avrebbe sfiorato la masseria Antalbo nei pressi della quale il Consorzio Delia-Nivolelli, quindici anni prima, avrebbe dovuto realizzare un centro rurale di tipo grande
Nella documentazione d’archivio, la denominazione del borgo risulta sempre la medesima, sebbene originariamente la sua ubicazione fosse prevista in contrada Berlingeri
Il borgo, di tipo “B”, avrebbe compreso chiesa con canonica
ambulatorio con saletta di degenza
delegazione comunale
caserma dei carabinieri
ufficio postale
scuola
trattoria e rivendita
ed una palazzina alloggi
Era previsto anche il forno
Le abitazioni relative ai piani di ripartizione vennero costruite, così come la strada d’accesso; ma borgo Dagala Fonda non esiste, sebbene la descrizioni dei documenti d’archivio redatta dalla Sovraintendenza in fase di riordino menzioni la presenza di otto fotografie del borgo incollate sulla coperta di uno dei fascicoli.
Giuseppe Vittorio Ugo il quale, oltreché ingegnere ed architetto, era anche scenografo ed artista, eseguì otto, piccoli, disegni, a matita e su carta lucida, degli edifici del borgo, con tecnica quasi foto realistica. Essi devono aver generato l’impressione che si trattasse di fotografie; ma un più attento esame dei particolari mostra inequivocabilmente come essi siano dei disegni.
Giuseppe Vittorio Ugo il quale, oltreché ingegnere ed architetto, era anche scenografo ed artista, eseguì otto, piccoli, disegni, a matita e su carta lucida, degli edifici del borgo, con tecnica quasi foto realistica. Essi devono aver generato l’impressione che si trattasse di fotografie; ma un più attento esame dei particolari mostra inequivocabilmente come essi siano dei disegni.
Il progetto originale, datato 1954, venne rielaborato dall’ufficio borghi dell’Ente tre anni più tardi; ed è a tale rielaborazione che si riferiscono le tavole di progetto presenti in archivio
Vennero aggiunti asilo
e sede cooperativa con magazzino ed uffici dell’Ente
Il progetto venne ripreso ancora e ulteriormente rielaborato dagli uffici dell’Ente qualche anno dopo, rilelaborazione nel corso della quale dalla planimetria, a firma Giuseppe Valenti, furono eliminati casa artigiani e trattoria, nonché l’asilo e gli uffici dell’ente aggiunti qualche anno prima
Nonostante ciò, il borgo non verrà comunque realizzato; tuttavia, l’esistenza del progetto di Dagala Fonda in qualche modo condizionerà, insieme a Tenuitella Desusino, la successiva produzione progettuale dell’Ente.
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