giovedì 23 giugno 2011

La fornace Penna

Qualunque sia stato, Lettore, l'insieme delle magiche intersezioni del Web che ti ha condotto qui, è improbabile che tu non conoscessi già l'esistenza della fornace Penna.


E' difficile che in Italia qualcuno non ne conosca l'esistenza. E questo non tanto perchè essa costitutisce probabilmente il monumento di archeologia industriale più rappresentativo dell 'Italia Meridionale, quanto perchè la sua esistenza è stata pubblicizzata in molti modi.

E' la "mannara" di Montalbano nella trasposizione televisiva della "Forma dell'acqua" .

E' la "cattedrale laica in riva al mare" di Sgarbi.

Pertanto, scrivere qualcosa di originale o di inedito su di essa, non è alla portata di tutti. Sicuramente, non alla mia, Lettore, così eviterò di tediarti con inutili ripetizioni; la storia puoi trovarla qui: www.sciclinews.com/documenti/1207rg03.pdf

La fornace si trova a Sampieri, paesino costiero in provincia di Ragusa, che è in pratica la marina di Scicli, paese che non sorge sulla costa. Sampieri si trova all'estremità ovest di un golfo sulla costa dell'estremo sud della Sicilia; la fornace Penna si innalza in corrispondenza dell' estremità Est



Pertanto, chi si trova,al centro del golfo, sulla spiaggia, al mattino, vede sorgere il sole in direzione della fornace, dietro di essa. Le arcate e la ciminiera che si stagliano scure contro il cielo chiaro costituiscono un'immagine suggestiva ed inquietante. Un'immagine che colpisce profondamente ma che, in tali condizioni di illuminazione, è difficile da associare a quello di una "cattedrale", seppur laica



Eppure. quando nel 1912 la sua costruzione venne ultimata, l'aspetto della fornace era profondamente diverso.
Uno stabilimento industriale in stile neoclassico, e costruito con muri a secco era inusuale; era un impianto all'avanguardia, e non solo dal punto di vista architettonico. Per la cottura dei laterizi usava un forno Hoffmann a ciclo continuo.

Fino alla metà dell'Ottocento, il funzionamento delle fornaci era a ciclo intermittente: all'interno del forno, in una camera unica, il materiale di cottura veniva prima preriscaldato, poi la temperatura veniva innalzata ed il materiale cuoceva, infine il forno veniva spento e si attendeva il raffreddamento del materiale prima di estrarlo dalla camera

Il forno Hoffmann fu brevettato nel 1858 dall'architetto Friedrich Hoffmann. Era a pianta circolare, suddiviso in camere disposte ad anello, separabili con diaframmi mobili manovrabili dall'esterno. Ogni camera era dotata di una porta comunicante con l'esterno, per il carico e lo scarico dei materiali. Le camere venivano tenute in comunicazione, ed un diaframma separava l'ultima (che conteneva i laterizi da preriscaldare) dalla prima, che conteneva il materiale già cotto e più freddo. Il fuoco veniva mantenuto in una camera intermedia, dove era posto il materiale che subiva la cottura. Ogni camera aveva uno sbocco, regolabile da valvole azionate dall'esterno, in un canale centrale, concentrico, in comunicazione con il camino

Il tiraggio del camino richiamava aria fredda dall'esterno che entrava nella prima camera, raffreddando il materiale cotto e riscaldandosi al suo contatto, fincè giungeva calda nella camera ove vi era il fuoco. L'aria calda ed i fumi prodotti dalla combustione preriscaldavano il materiale da cuocere prima di fuoriuscire dal camino. Ogni quattro ore circa, il fuoco passava alla camera successiva, il contenuto dell'ultima camera, ultimato, veniva rimpiazzato con materiale da lavorare, ed il diaframma veniva spostato, cosicchè l'ultima camera diveniva la prima.

Questo disegno esplicativo è tratto dal sito del comune di Castelvetro di Modena; spero di violare alcun diritto nel pubblicarlo
Con questo sistema i tempi morti venivano azzerati.

Nel 1864 Hoffmann brevettò un forno con camere sempre disposte ad anello, ma a pianta ovale, anzichè circolare.

Il forno della fornace Penna, era ovale, a sedici camere. E' ancora presente, quasi completamente integro, all'interno dei ruderi dello stabilimento.

E' possibile vedere le porte di carico e scarico dei laterizi





e le curve alle estremità dell'ovale



ma è nelle riprese dall'alto che è più facile apprezzarne forma e dimensioni.

L'impianto non comprendeva solo lo stabilimento, ma anche una serie di altri edifici.

L'ingresso si trovava sul lato Nord. Tra l'ingresso e lo stabilimento vi erano costruzioni ad un piano, disposte a "V" asimmetrica o ad "L", con il vertice rivolto a Nord.

Esse sono ancora presenti, ed in buono stato di conservazione ove si escludano i tetti.
All'infuori del fatto di essere state edificate un secolo fa, esse non presentano alcuna peculiarità architettonica





L'edificio in cui avveniva la lavorazione è posto più a Sud. E' a pianta rettangolare, con il lato maggiore lungo 86 m e disposto grossolanamente lungo la direttrice Est-Ovest



La parte centrale del piano terra, l'unico rimasto, è suddivisa in tre locali





In quello più ad Est aveva sede il forno Hoffmann





mentre quelli ad Ovest costituivano il vano motore e la sala macchine


In corrispondenza del punto di mezzo del lato Sud del locale che contiene il forno si innalza la ciminiera, originariamente alta 41 metri . Nel piazzale Sud possono vedersi ancora le tracce degli essiccatoi, come strisce longitudinali perpendicolari al lato maggiore dello stabilimento; in essi venivavo fatti essiccare i lavorati pieni prima della cottura


Lo stabilimento venne distrutto da un incendio doloso la notte del 26 gennaio del 1924; riguardo a chi ne sia stato l'artefice vi sono due teorie contrapposte, la prima delle quali fa risalire ai socialisti, e la seconda ai fascisti la responsabilità dell'incendio. In ogni caso, dunque, motivazioni politiche.

L'incendio distrusse tutte le parti lignee dello stabilimento, facendo crollare i piani superiori dell'edificio, e lasciandone integre solo le parti in pietra. Ed è proprio questo scheletro in pietra viva che rende così affascinante ciò che rimane dello stabilimento

Se nelle riprese aeree è più facile rendersi conto della situazione e della struttura dell'impianto, è nelle riprese da terra, invece, che i ruderi riescono a sprigionare tutto il loro fascino













Per finire, Lettore, due informazioni raccolte da un abitante del luogo, nativo di Sampieri.

La prima è che il forno Hoffmann costò, allora, duecentocinquantamila lire.

La seconda riguarda le reali cause dell'incendio; riporto la vicenda così come mi è stata raccontata.

Allora, come adesso, i terreni confinanti con l'impianto erano coltivati a viti


Gli operai che lavoravano nello stabilimento portavano da casa qualcosa da mangiare durante la pausa pranzo; spesso però la frutta era costituita da grappoli d'uva asportati senza il consenso dei mezzadri dai vigneti confinanti. L'incendio venne appiccato dai mezzadri per spaventare gli operai, per sottolineare in qualche modo come non fosse gradito il fatto che essi varcassero senza preventiva autorizzazione i confini dei terreni coltivati. Chi appiccò l'incendio però non fu poi in grado di controllarlo, ed il fuoco si propagò all'intero stabilimento, distruggendolo.

Un incidente, insomma

Riguardo alla prima informazione, non ho alcun elemento per valutare se la cifra di duecentocinquantamila lire per un forno all'avanguardia fosse, per quell'epoca, verosimile.

Per ciò che concerne la seconda, occorre considerare che l'incendio avvenne a gennaio. L'impianto funzionava solo nei mesi caldi, da maggio a settembre, e chiudeva nei mesi invernali, in quanto, a causa delle piogge, l'estrazione dell'argilla dalla vicina cava diveniva impossibile.

Quindi, a gennaio, da un lato non potevano esservi operai nello stabilimento. Dall'altro, non potevano esservi grappoli d'uva nei vigneti.

Questa è comunque la storia che mi è stata raccontata a Sampieri; ma come sempre, il giudizio ultimo, Lettore, spetta a te.



2 commenti:

  1. bellissimo,stupendo a come si vede tutt'oggi la struttura,io l'ho visto di persona,meraviglioso,specie con la spiaggia e il mare cosi' limpido.

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  2. posto molto bello,ci sono stato proprio qualche ora fa....dopo aver letto questo articolo adesso ne so molto di piu'!

    grazie!

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