Lo sperpero dell'eredità: fine degli anni Cinquanta
Tra il 1958 ed il 1959 furono redatti diversi progetti di borghi, costituiti da alcuni edifici-tipo, raggruppati in diverse disposizioni o combinazioni. Questo è il periodo nel quale si verifica la scomparsa delle chiese dai progetti; i borghi vengono così denominati “di tipo ridotto”, presumibilmente perché non sono più classificabili come borghi”C”. L’elemento di aggregazione, costituito dall’edificio ecclesiastico, viene in un certo modo sostituito, forse seguendo i dettami dell’articolo 2 della legge 104, dalla sede cooperativa.
E’ anche il periodo comincia a venire abbandonata la muratura portante, che ha fortemente caratterizzato le costruzioni della prima metà del secolo. Da questo punto in poi ci si rivolgerà spesso al cemento armato per realizzare le strutture di sostegno.
Gli edifici dei borghi oggetto del presente post sono riconducibili, con minime varianti, a cinque diverse tipologie fondamentali: un asilo , una scuola-ambulatorio, una scuola semplice, e due diversi progetti di cooperativa-magazzino; nella descrizione che segue essi saranno numerati da 1 a 5, in questo ordine.
1) L’asilo, su singola elevazione
E’ anche il periodo comincia a venire abbandonata la muratura portante, che ha fortemente caratterizzato le costruzioni della prima metà del secolo. Da questo punto in poi ci si rivolgerà spesso al cemento armato per realizzare le strutture di sostegno.
Gli edifici dei borghi oggetto del presente post sono riconducibili, con minime varianti, a cinque diverse tipologie fondamentali: un asilo , una scuola-ambulatorio, una scuola semplice, e due diversi progetti di cooperativa-magazzino; nella descrizione che segue essi saranno numerati da 1 a 5, in questo ordine.
1) L’asilo, su singola elevazione
avrebbe compreso due aule, e l’alloggio insegnante. Quest’ultimo risultava funzionalmente separato dal resto dell’edificio
esso è essenzialmente una variante di progetto dell’asilo che venne aggiunto a Dagala Fonda
In alcuni casi viene usata un’immagine speculare del progetto
2) La scuola si sarebbe sviluppata su due elevazioni
2) La scuola si sarebbe sviluppata su due elevazioni
con due aule al piano inferiore e due alloggi a quello superiore
3) La scuola-ambulatorio si basava essenzialmente sul progetto dell’edificio descritto prima
con un’ala addizionale, su singola elevazione che avrebbe ospitato l’ambulatorio
La planimetria della prima elevazione è evidentemente identica a quella dell’edificio 2).
I due edifici destinati a sede cooperativa e magazzino sono basati sullo stesso principio: due costruzioni distinte unite da un portico. Una delle due costruzioni, su due elevazioni, avrebbe ospitato una sala ricreativa e lo spaccio, l’altra due magazzini. La differenza tra i due edifici consiste nella posizione reciproca delle due costruzioni, e conseguentemente nel portico di unione
4) con pianta ad “L” in un caso
I due edifici destinati a sede cooperativa e magazzino sono basati sullo stesso principio: due costruzioni distinte unite da un portico. Una delle due costruzioni, su due elevazioni, avrebbe ospitato una sala ricreativa e lo spaccio, l’altra due magazzini. La differenza tra i due edifici consiste nella posizione reciproca delle due costruzioni, e conseguentemente nel portico di unione
4) con pianta ad “L” in un caso
5) e rettangolare nell’altro
Per il resto, gli edifici sarebbero stati analoghi, con magazzini identici e sede cooperativa delle medesime dimensioni (20 x 6 metri), anche se con una diversa suddivisione dei locali.
La differente disposizione del portico, così come la divisione dei vani, si risolve in un diverso prospetto, ed in ultima analisi, in un aspetto differente dell’edificio 5)
La differente disposizione del portico, così come la divisione dei vani, si risolve in un diverso prospetto, ed in ultima analisi, in un aspetto differente dell’edificio 5)
rispetto al 4)
ma la planimetria mostra come le costruzioni siano basate essenzialmente sullo stesso progetto, che è quello che venne redatto per Dagala Fonda.
Vennero progettati almeno nove borghi la cui composizione si basava sugli edifici suddescritti; solo quattro (Gurgazzi, Manfria, Runza, Badia) di essi verranno realizzati. Nell’elenco di Wikipedia la loro costruzione è datata “ 1941-43”.
Vennero progettati almeno nove borghi la cui composizione si basava sugli edifici suddescritti; solo quattro (Gurgazzi, Manfria, Runza, Badia) di essi verranno realizzati. Nell’elenco di Wikipedia la loro costruzione è datata “ 1941-43”.
Arciero
Borgo Arciero, in provincia di Enna, avrebbe dovuto costituire il nucleo servizi del borgo residenziale che attualmente costituisce Borgo Braemi, comprendente le case degli assegnatari dei PR 344 e 876; esso non è quindi un progetto dell’ultima ora, ma rientra nella pianificazione originaria.
Risulta infatti incluso nella mappa dei borghi aggiornata al 1 gennaio 1956, marcato come borgo “C”
Risulta infatti incluso nella mappa dei borghi aggiornata al 1 gennaio 1956, marcato come borgo “C”
La concessione è del 1958, ed il progetto è stato redatto tra il 1958 ed il 1960, a firma “Abbate Eustachio”.
Avrebbe dovuto comprendere tre edifici: asilo con alloggio, scuola con alloggio ed ambulatorio medico, ed ufficio ERAS con sede cooperativa e magazzino, corrispondenti ai tipi 1), 3) e 5) mostrati prima. Le tre costruzioni avrebbero circoscritto uno spazio adibito a campo giochi; il complesso sarebbe sorto subito a Sud di borgo Braemi, tra il nucleo residenziale ed il torrente Braemi
Avrebbe dovuto comprendere tre edifici: asilo con alloggio, scuola con alloggio ed ambulatorio medico, ed ufficio ERAS con sede cooperativa e magazzino, corrispondenti ai tipi 1), 3) e 5) mostrati prima. Le tre costruzioni avrebbero circoscritto uno spazio adibito a campo giochi; il complesso sarebbe sorto subito a Sud di borgo Braemi, tra il nucleo residenziale ed il torrente Braemi
Da notare che mentre la planimetria dell’asilo è identica all’edificio-tipo mostrato sopra, il profilo di essa sulla planimetria del borgo ne costituisce l’immagine speculare.
Borgo Arciero non verrà mai costruito, ma occorre precisare come vi siano state comunque almeno due gare d'appalto andate deserte, una in data 27.4.1961, ed una il 25.2.1962
Borgo Arciero non verrà mai costruito, ma occorre precisare come vi siano state comunque almeno due gare d'appalto andate deserte, una in data 27.4.1961, ed una il 25.2.1962
Borgo Badia
La prima stesura del progetto di Borgo Badia è datata 13 giugno 1958. Il borgo sarebbe stato a servizio dei 48 lotti di PR 347, 351, 372 e 558; ma esso non è riportato sulla mappa dei borghi, dove pure i piani di ripartizione sono già marcati
Sarebbe stato ubicato lungo quella che attualmente è la SP 22, discosto da essa di un centinaio di metri; una strada d’accesso, già progettata, avrebbe congiunto il borgo alla provinciale. Venne però richiesto uno spostamento più a Nord, e redatto un nuovo progetto datato 29.4.1959.
E’ difficile immaginare come lo spostamento che avrebbe avvicinato il borgo all’area del PR 347, ma lo avrebbe notevolmente allontanato da tutte le altre avrebbe potuto globalmente considerarsi un vantaggio; oltre a tale (presunto) vantaggio, nella relazione venne sottolineato come “il borgo […] verrebbe ad inserirsi in un complesso edilizio di notevole importanza, che sta già sorgendo, ad opera dell’iniziativa privata, nei terreni limitrofi”, motivazione che era probabilmente quella reale. Ipotesi ancor più plausibile in considerazione del fatto che il borgo, con lo spostamento, “guadagnò” anche una chiesa, progettata successivamente ed inserita nella nuova planimetria. Tale caratteristica rende unico Badia tra i borghi di questo gruppo; peraltro, esso sarebbe costituito dalla presenza dei tre edifici 1), 3) e 5), come borgo Arciero e molti altri. La presenza della chiesa, invece, ha consentito di creare una piazza quadrangolare , chiusa su tre lati e con accesso da Nord
E’ difficile immaginare come lo spostamento che avrebbe avvicinato il borgo all’area del PR 347, ma lo avrebbe notevolmente allontanato da tutte le altre avrebbe potuto globalmente considerarsi un vantaggio; oltre a tale (presunto) vantaggio, nella relazione venne sottolineato come “il borgo […] verrebbe ad inserirsi in un complesso edilizio di notevole importanza, che sta già sorgendo, ad opera dell’iniziativa privata, nei terreni limitrofi”, motivazione che era probabilmente quella reale. Ipotesi ancor più plausibile in considerazione del fatto che il borgo, con lo spostamento, “guadagnò” anche una chiesa, progettata successivamente ed inserita nella nuova planimetria. Tale caratteristica rende unico Badia tra i borghi di questo gruppo; peraltro, esso sarebbe costituito dalla presenza dei tre edifici 1), 3) e 5), come borgo Arciero e molti altri. La presenza della chiesa, invece, ha consentito di creare una piazza quadrangolare , chiusa su tre lati e con accesso da Nord
modificata successivamente creando un’altra strada di accesso, ortogonale alla prima che si sarebbe continuata verso Sud, descrivendo una curva in corrispondenza dell’estremità Est dell’asilo; quest’ultima variante fu quella poi effettivamente realizzata
La nuova sede del borgo era stata individuata lungo la SS 187; la strada d’accesso (attualmente via Sebastiano Bonfiglio), posta esattamente lungo la direttrice Nord-Sud, sbocca direttamente nella piazza, la cui quinta Sud è costituita dalla chiesa. A questa è quindi affidato l’impatto visivo all’ingresso, come nelle migliori tradizioni ECLS
Rispettivamente ad Ovest e ad Est si trovano scuola
ed asilo
L’asse maggiore della prima costruzione è in direzione Nord-Sud, quello della seconda lungo la direttrice Est-Ovest, lungo la seconda strada di accesso alla piazza.
La sede cooperativa con i magazzini si trovano in corrispondenza dell’angolo Nord-Ovest della piazza, con l’asse maggiore della costruzione principale disposto ortogonalmente a quello della scuola
La sede cooperativa con i magazzini si trovano in corrispondenza dell’angolo Nord-Ovest della piazza, con l’asse maggiore della costruzione principale disposto ortogonalmente a quello della scuola
l’accesso vi è garantito da una breve stradella che si dirama dalla strada d’accesso, allargandosi in corrispondenza dei magazzini
La chiesa, con torre campanaria
è a navata singola
Annessa alla chiesa vi è la canonica, con piccolo portico antistante
L’asilo avrebbe dovuto usufruire anche di un accesso diretto dalla statale; il borgo, tuttavia, in atto appare completamente circondato da una recinzione in muratura, interrotta solo in corrispondenza della strada d’accesso
Le tavole di progetto relative alle strutture della chiesa e dell’edificio di tipo 3) (scuola con ambulatorio) sono firmate dall’ing. Aurelio D’Amore, ma controfirmate da qualcun altro, che nei disegni esecutivi a volte compare come progettista
altre come direttore dei lavori. La firma, apparentemente chiara, è per me indecifrabile (potrei interpretarla come “Ing. Confinanti”)
La stessa firma si ritroverà in numerosi progetti di questo periodo, per borghi inseriti in questo o in altri gruppi; tuttavia in nessuno di essi viene mai apposto un timbro dal quale possa inequivocabilmente desumersi il nome.
Probabilmente i servizi del borgo, con l’eccezione degli uffici ERAS, vennero in qualche modo attivati. All’epoca in cui sono state eseguite le riprese fotografiche, la chiesa appariva aperta al culto (anche se non tutti i giorni) . La scuola era sede del servizio di emergenza sanitaria territoriale (118), mentre l’asilo sembra abitato. Un edificio non compreso in planimetria sorge sull’area originariamente adibita a verde a NordEst della piazza; ma non ho ben compreso quale sia la sua funzione.
Probabilmente i servizi del borgo, con l’eccezione degli uffici ERAS, vennero in qualche modo attivati. All’epoca in cui sono state eseguite le riprese fotografiche, la chiesa appariva aperta al culto (anche se non tutti i giorni) . La scuola era sede del servizio di emergenza sanitaria territoriale (118), mentre l’asilo sembra abitato. Un edificio non compreso in planimetria sorge sull’area originariamente adibita a verde a NordEst della piazza; ma non ho ben compreso quale sia la sua funzione.
Borgo Badia è stato ceduto al comune di Buseto Palizzolo in data 23 aprile 1975 in ossequio alla legge 890 del 1942.
Cuticchi
L'ERAS aveva costruito, nella zona ad Ovest di Libertinia, 96 case per assegnatari. Dalla mappa dei borghi è desumibile che vi sarebbero stati quattro borghi “C” a servizio dei PR 102, 1054, 295, 296, 241 e 120. Cuticchi avrebbe fatto parte di uno di essi (il primo più a Sud Est)
a servizio del PR 241, le cui abitazioni si trovavano accorpate in un borgo residenziale distante cinquecento metri dalla sede del borgo servizi
Il progetto di quest’ultimo, datato 5 novembre 1959, è firmato da Pietro Bonaccorso. Consta dei tre soliti edifici, di cui 1) e 3) sono disposti in modo da circoscrivere su due lati una piazzetta, mentre l’edificio 5), con l’asse maggiore ortogonale al terzo lato della piazza, avrebbe contribuito a delimitare un’area verde. Il quarto lato della piazza sarebbe stato demarcato dalla provinciale Pirato-Raddusa, attualmente SS192
Il decreto è del dicembre 1960, per una spesa complessiva di 51 216 500, da sostenere con fondi della Cassa per il Mezzogiorno. Anche per esso si fece ricorso alla decretazione d’urgenza, ma non venne mai realizzato
Desisa
Desisa, all’interno del raggio di influenza di Borgo Borzellino, avrebbe dovuto essere a servizio del Piano di Ripartizione nr 356
o almeno di parte di esso, considerato che molte delle case coloniche
si trovano al di fuori del suo raggio di influenza.
Il progetto, basato sempre sugli edifici del tipo 1). 3) e 5) è del giugno 1958; la firma non è ben comprensibile (arch. Antonio Barresi? Barreca? Barca? Barraco?). Per un costo di £ 42 966 844, sarebbe stato appaltato all'Impresa Camilleri Calogero nel giugno del 1960, ma nel settembre 1961 l'ubicazione venne spostata.
La nuova sede del borgo sarebbe stata individuata nella sommità di una collinetta, il proprietario della quale accettò, invece del compenso pecuniario per l’esproprio, una sorta di permuta con un terreno poco distante, considerato di valore equivalente. L’Ente tuttavia non si curò di dar corso all’attribuzione del nuovo terreno, e di conseguenza lo “scambio” non venne mai formalizzato; autorizzò però l’Impresa Camilleri Calogero ad iniziare i lavori nella nuova sede, su un terreno che era quindi rimasto all’originario proprietario. Questi, chiaramente, impedì ogni accesso al terreno che era ancora sua proprietà; così nel maggio del 1962 l’ERAS, semplicemente, risolse il contratto di lavoro con l’Impresa.
Tutto questo può essere desunto dalla documentazione; ma evidentemente chi avrebbe dovuto curarsi di conoscere lo stato dei lavori in corso si guardava bene dal consultarla, e non solo per quello che riguarda Desisa.
Nella relazione della Corte dei Conti in Parlamento, presentata nel 1964 ma relativa all’esercizio 1960-61 ,Desisa viene definito “semidiroccato” insieme tra gli altri a Grancifone e La Loggia (che come visto in un precedente post sono lo stesso borgo), e a Manfria ( che, come vedremo più avanti, all’epoca più che “semidiroccato” doveva essere ancora in costruzione)
Il progetto, basato sempre sugli edifici del tipo 1). 3) e 5) è del giugno 1958; la firma non è ben comprensibile (arch. Antonio Barresi? Barreca? Barca? Barraco?). Per un costo di £ 42 966 844, sarebbe stato appaltato all'Impresa Camilleri Calogero nel giugno del 1960, ma nel settembre 1961 l'ubicazione venne spostata.
La nuova sede del borgo sarebbe stata individuata nella sommità di una collinetta, il proprietario della quale accettò, invece del compenso pecuniario per l’esproprio, una sorta di permuta con un terreno poco distante, considerato di valore equivalente. L’Ente tuttavia non si curò di dar corso all’attribuzione del nuovo terreno, e di conseguenza lo “scambio” non venne mai formalizzato; autorizzò però l’Impresa Camilleri Calogero ad iniziare i lavori nella nuova sede, su un terreno che era quindi rimasto all’originario proprietario. Questi, chiaramente, impedì ogni accesso al terreno che era ancora sua proprietà; così nel maggio del 1962 l’ERAS, semplicemente, risolse il contratto di lavoro con l’Impresa.
Tutto questo può essere desunto dalla documentazione; ma evidentemente chi avrebbe dovuto curarsi di conoscere lo stato dei lavori in corso si guardava bene dal consultarla, e non solo per quello che riguarda Desisa.
Nella relazione della Corte dei Conti in Parlamento, presentata nel 1964 ma relativa all’esercizio 1960-61 ,Desisa viene definito “semidiroccato” insieme tra gli altri a Grancifone e La Loggia (che come visto in un precedente post sono lo stesso borgo), e a Manfria ( che, come vedremo più avanti, all’epoca più che “semidiroccato” doveva essere ancora in costruzione)
Evidentemente, chi aveva fornito tali notizie aveva “captato” quattro nomi che aveva riportato, e chi all’interno dell’Ente si sarebbe dovuto occupare della gestione dei borghi rurali non aveva nemmeno idea di cosa fosse stato realizzato e cosa no.
Allo stesso periodo può infatti essere ricondotta la vicenda dei lavori di manutenzione di Borgo Borzellino, riguardo ai quali si pensava non fossero mai stati condotti a termine, e che invece erano stati eseguiti.
La planimetria di borgo Desisa
Allo stesso periodo può infatti essere ricondotta la vicenda dei lavori di manutenzione di Borgo Borzellino, riguardo ai quali si pensava non fossero mai stati condotti a termine, e che invece erano stati eseguiti.
La planimetria di borgo Desisa
mostra i soliti tre edifici disposti a racchiudere una piazzetta, mentre la sommità della collinetta sulla quale tale planimetria avrebbe dovuto concretizzarsi
può continuare, solitaria, a guardare dall’alto le misere vicende umane.
Fargione
Il progetto, ancora una volta basato sugli edifici del tipo 1), 3) e 5), reca la data del 14 ottobre 1959 e la firma di “Abbate Eustachio”, come borgo Arciero
Il borgo, la cui realizzazione era già prevista nella mappa del 1956
sarebbe stato a servizio dei lotti del PR 230
Le espropriazioni sembra comunque siano avvenute, nel 1962; ma il borgo non vide mai la luce.
E non solo il borgo non fu mai costruito, ma non è chiaro nemmeno come siano andate le cose considerato che le aree dei piani di ripartizione, come avvenuto nella zona di Dirillo, sono state totalmente sconvolte e sono attualmente sede di numerosi impianti industriali.
E non solo il borgo non fu mai costruito, ma non è chiaro nemmeno come siano andate le cose considerato che le aree dei piani di ripartizione, come avvenuto nella zona di Dirillo, sono state totalmente sconvolte e sono attualmente sede di numerosi impianti industriali.
I terreni della zona, conferiti all’ERAS (ditta Formino), in atto quindi non sono più terreni agricoli. Anche a distanza di anni dalla caduta del fascismo, la provincia di Ragusa sembra continuare a conservare, in qualche modo, le proprie peculiarità.
Borgo Gurgazzi
Come già accennato nel post relativo al primo gruppo, le realizzazioni in contrada Gurgazzi avrebbero fatto parte di un complesso sistema di servizi di cui Tenutella Desusino avrebbe costituito l’asse portante. In questo sistema, i presidi in contrada Gurgazzi sarebbero consistite essenzialmente in edifici scolastici isolati.
E la mappa dei borghi del 1956 mostra ancora il vecchio assetto, con scuole (marcate come borghi “C”) realizzate dall’ERAS all’interno o al limite della circonferenza di un borgo “A” del consorzio
E la mappa dei borghi del 1956 mostra ancora il vecchio assetto, con scuole (marcate come borghi “C”) realizzate dall’ERAS all’interno o al limite della circonferenza di un borgo “A” del consorzio
Fu probabilmente la variazione del piano di Tenutella Desusino che condusse alla progettazione di un borgo in contrada Gurgazzi, lungo la SP 47 (che all’epoca della realizzazione era ancora la Regia Trazzera Licata-Barrafranca)
Concepito a servizio del PR 303, 152 lotti e 140 case
(alcune delle quali sicuramente realizzate), il progetto è del 30 settembre 1958, firmato dall’ ing. Pietro Bonaccorso, e basato sui soliti tre edifici, di tipo 1), 3) e 5)
Era prevista inoltre la costruzione di due scuole distaccate, una basata sul progetto dell’edificio di tipo 1) (asilo), l’altra sull’edificio di tipo 2) (scuola con alloggio, senza ambulatorio)
Il 5 febbraio 1959 ne venne approvata la realizzazione con decretazione d’urgenza e con i fondi CASMEZ.
Delle due scuole distaccate, almeno l’asilo venne realizzato; si trova sempre lungo la SP 47, 1600 metri più a Sud, appena fuori la circonferenza del raggio di influenza di borgo Gurgazzi
Delle due scuole distaccate, almeno l’asilo venne realizzato; si trova sempre lungo la SP 47, 1600 metri più a Sud, appena fuori la circonferenza del raggio di influenza di borgo Gurgazzi
Non sono invece riuscito a trovare tracce certe dell’altra. Così come non ho notizie certe riguardo alla data di realizzazione del borgo e dell’asilo distaccato.
Ritengo che i servizi non siano mai stati attivati; nonostante ciò, nel 1972 venne avanzata una richiesta di manutenzione straordinaria; ma non so se venne soddisfatta.
Di fatto, attualmente il borgo è fatiscente. I muri posteriori della scuola sono estesamente interessati da crolli
Ritengo che i servizi non siano mai stati attivati; nonostante ciò, nel 1972 venne avanzata una richiesta di manutenzione straordinaria; ma non so se venne soddisfatta.
Di fatto, attualmente il borgo è fatiscente. I muri posteriori della scuola sono estesamente interessati da crolli
ed anche l’asilo è in pessime condizioni
L’edificio meglio conservato (e parzialmente utilizzato) e la sede cooperativa
Anche l’asilo distaccato è ridotto ad un rudere
Borgo Gurgazzi stato ceduto al comune di Butera il 18 ottobre del 1988 , ma probabilmente un recupero a qualunque fine è impossibile. Confrontando le foto di Gurgazzi con quelle di Badia è difficile intuire, senza la documentazione, che essi siano basati, fondamentalmente, sul medesimo progetto.
Borgo Manfria
Venne costruito come borgo di servizio per i lotti del PR 47, ma nella mappa di pianificazione dei borghi del 1956 è segnato in una posizione diversa da quella nella quale realmente si trova
Il PR 47 sarebbe stato parzialmente servito da un borgo A del Consorzio, posto a metà strada tra Guttadauro e Tenutella Desusino, mentre borgo Manfria avrebbe avuto in carico solo le zone più a SudOvest nell’area del piano di ripartizione. E’ possibile che lo spostamento sia stato conseguente alla mancata realizzazione del borgo “A”; anche i confini del PR sembrano essere stati rivisti
Le case per gli assegnatari vennero comunque edificate, e così le strade; un buon numero di esse si trovano tra contrada Rabbito e contrada Bruca, relativamente distanti dal borgo. Una scuola distaccata era pertanto prevista in zona, ma non venne mai realizzata
La planimetria vede i soliti tre edifici disposti però in maniera un po’ più “originale”
Il borgo sorse all’incrocio tra una strada esistente ed una di bonifica
gli assi maggiori di scuola ed asilo sono allineati con l’asse stradale della prima
mentre lungo la seconda vennero costruiti sede cooperativa e magazzini
Tale “originalità” recherebbe la firma dell’ing. Salvatore Lauria.
Il borgo, costruito dall’Impresa ItalGamma, a metà degli anni 60, e collaudato quando l’ERAS era già divenuto ESA, non è mai stato funzionante.
Ceduto al comune di Gela il 19 maggio 1995 , è attualmente sede dell’AIAS per il recupero dei disabili. Gli edifici, oltre ad essere ovviamente in ottimo stato, hanno anche subito variazioni che contribuiscono ad incidere sull’estetica
Ceduto al comune di Gela il 19 maggio 1995 , è attualmente sede dell’AIAS per il recupero dei disabili. Gli edifici, oltre ad essere ovviamente in ottimo stato, hanno anche subito variazioni che contribuiscono ad incidere sull’estetica
ancor più di quanto accade per Badia, è difficile cogliere l’analogie tra esso e Gurgazzi.
Pasquasia
Il borgo ridotto di Pasquasia sarebbe stato null’altro che una scuola rurale, cui sarebbero stati aggiunti sede cooperativa e magazzini, posta all’interno del raggio di influenza di Borgo Cascino
la planimetria di Pasquasia, a firma Valenti (che non è il “Giuseppe Valenti” che ha redatto diverse planimetrie con effetto “tridimensionale”, quasi delle assonometrie), comprende pertanto due soli edifici
Qui probabilmente la firma del progettista, a differenza a quanto avviene per altri progetti del gruppo, ha un diverso significato, in quanto uno dei due edifici presenti, quello che avrebbe ospitato sede cooperativa e magazzini, consiste in una evidente rivisitazione dell’edificio 5 con marcate differenze architettoniche e strutturali. Sebbene in pianta si noti solo l’eliminazione dello spazio tra i magazzini ed il resto dell’edificio, con conseguente adeguamento del portico
l’elevazione superiore è stata completamente abolita, e la copertura della sala ricreativa è costituita da un tetto spiovente simile a quello dell’asilo
La scuola è l’asilo il cui modello di riferimento è costituito dall’edificio 1). Avrebbe dovuto servire i PR 100, 104 e 189 per un totale di 49 lotti, ma anche questo non venne mai costruito.
Borgo Runza
Borgo Runza sarebbe stato costruito a servizio dei lotti compresi nel PR 29; le relative abitazioni si sarebbero trovate in gran parte lungo la strada di accesso al borgo che unisce le strade di bonifica n. 1 Casale-Tre Cupole con la n. 2 Bucari-Tre Cupole.
Da una corografia datata 30 aprile 1954 il progettista dell'opera stradale risulterebbe l’ing. Cesare Barbera; la planimetria del Borgo reca l'indecifrabile firma di un architetto, mentre in archivio sono disponibili le tavole di progetto dei singoli edifici
La prima corografia, che riporta anche la precisa ubicazione del borgo, è datata 1954, mentre la seconda è del 1960; inoltre, borgo Runza compare nella mappa del 1956
pertanto si può desumere che la progettazione sia avvenuta poco prima del 1960, e la costruzione poco dopo, ipotesi consistente con la data del marzo 1958 apposta sulla planimetria.
Il borgo consta di tre edifici, scuola, asilo e sede cooperativa con magazzini.
La scuola
La scuola
è basata sul progetto di tipo 2) mostrato in fase introduttiva
L’asilo
è basato sul progetto dell’edificio 1), mentre sede cooperativa e magazzini sono riconducibili al progetto 4).
I magazzini ed il portico angolare che li unisce alla palazzina
I magazzini ed il portico angolare che li unisce alla palazzina
appaiono identici al progetto, mentre la palazzina sede della cooperativa
sembrerebbe una variante ; le dimensioni dell’edificio restano identiche.
Sebbene il presumibile periodo di costruzione sia a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, già nell’aprile del 1965 era stata approntata una perizia per manutenzione straordinaria, ed un'altra venne redatta quattro anni più tardi.
Ed il custode per il borgo venne regolarmente assunto , ma i servizi non vennero mai attivati; condizione usuale, questa, nelle politiche ERAS, e stigmatizzata in diverse forme nelle varie relazioni in parlamento.
Dal 1971 al 1975 l’edificio destinato a magazzino e sede cooperativa fu adibito a caserma dei carabinieri, comandata dal 1973 dal maresciallo Nicola Olivetta, sottoufficiale noto negli ambienti dell’Arma, nell’ambito della lotta al banditismo. Un mese dopo la soppressione della caserma, due allevatori della zona facevano istanza all’ESA per l’acquisto dell’intero complesso, da utilizzare come sede dell’azienda. Chiaramente la transazione non avvenne mai, e cinque anni dopo, il 19 maggio del 1980, la struttura venne ceduta al comune di Mazara del Vallo; ma il destino di borgo Runza come ricovero per animali sembra comunque segnato.
E’ il più affascinante tra i borghi di questo gruppo, Runza.
Ancor più affascinante in considerazione del fatto che, dagli archivi, manca l’intero progetto; per cui, quando mi recai sul luogo per le riprese fotografiche, non avevo idea di cosa avrei visto. E neanche era facile farsela, un’idea, avvicinandosi al sito; gli edifici, parzialmente schermati dalla vegetazione, si nascondevano a vicenda. In un paesaggio fondamentalmente caratterizzato da arbusti, il gruppetto di alberi con le costruzioni che si intravedevano appariva misterioso
Sebbene il presumibile periodo di costruzione sia a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, già nell’aprile del 1965 era stata approntata una perizia per manutenzione straordinaria, ed un'altra venne redatta quattro anni più tardi.
Ed il custode per il borgo venne regolarmente assunto , ma i servizi non vennero mai attivati; condizione usuale, questa, nelle politiche ERAS, e stigmatizzata in diverse forme nelle varie relazioni in parlamento.
Dal 1971 al 1975 l’edificio destinato a magazzino e sede cooperativa fu adibito a caserma dei carabinieri, comandata dal 1973 dal maresciallo Nicola Olivetta, sottoufficiale noto negli ambienti dell’Arma, nell’ambito della lotta al banditismo. Un mese dopo la soppressione della caserma, due allevatori della zona facevano istanza all’ESA per l’acquisto dell’intero complesso, da utilizzare come sede dell’azienda. Chiaramente la transazione non avvenne mai, e cinque anni dopo, il 19 maggio del 1980, la struttura venne ceduta al comune di Mazara del Vallo; ma il destino di borgo Runza come ricovero per animali sembra comunque segnato.
E’ il più affascinante tra i borghi di questo gruppo, Runza.
Ancor più affascinante in considerazione del fatto che, dagli archivi, manca l’intero progetto; per cui, quando mi recai sul luogo per le riprese fotografiche, non avevo idea di cosa avrei visto. E neanche era facile farsela, un’idea, avvicinandosi al sito; gli edifici, parzialmente schermati dalla vegetazione, si nascondevano a vicenda. In un paesaggio fondamentalmente caratterizzato da arbusti, il gruppetto di alberi con le costruzioni che si intravedevano appariva misterioso
Giunto sul posto, entrai nel primo edificio, la scuola; sui pavimenti delle stanze erano evidenti gli escrementi di bovini ed ovini
mentre un nutrito gregge di pecore stazionava all’esterno.
Era accudito da una sola persona, un pastore tunisino trasferitosi in Sicilia più di vent’anni addietro. Aveva sempre svolto il medesimo lavoro, con poche occasioni di contatti; parlava un misto di arabo e dialetto siciliano stretto, difficile da interpretare. Cercai di chiedergli qualche informazione sul borgo, e mi rispose, non senza difficoltà, che era sempre stato così, da quando era arrivato lui. Gli chiesi allora se sapesse quando fosse stato costruito; “Musoleni!” esclamò subito. Anche se solo per un istante, pensare che fosse uno dei redattori di Wikipedia fu istintivo; ma d’altra parte sarebbe stato troppo impegnato con il suo lavoro per potersi occupare della lista dei borghi su Wikipedia.
Continuai la mia visita, del sito e dei dintorni. Se gli edifici del borgo erano in pessime condizioni, ormai definitivamente consacrati alla funzione di ricovero degli armenti
Era accudito da una sola persona, un pastore tunisino trasferitosi in Sicilia più di vent’anni addietro. Aveva sempre svolto il medesimo lavoro, con poche occasioni di contatti; parlava un misto di arabo e dialetto siciliano stretto, difficile da interpretare. Cercai di chiedergli qualche informazione sul borgo, e mi rispose, non senza difficoltà, che era sempre stato così, da quando era arrivato lui. Gli chiesi allora se sapesse quando fosse stato costruito; “Musoleni!” esclamò subito. Anche se solo per un istante, pensare che fosse uno dei redattori di Wikipedia fu istintivo; ma d’altra parte sarebbe stato troppo impegnato con il suo lavoro per potersi occupare della lista dei borghi su Wikipedia.
Continuai la mia visita, del sito e dei dintorni. Se gli edifici del borgo erano in pessime condizioni, ormai definitivamente consacrati alla funzione di ricovero degli armenti
le case coloniche della zona sembravano risentire meno degli insulti del tempo
quelle completamente distrutte lo erano, evidentemente, per deliberata azione dell’uomo
Tale determinazione nel demolire le costruzioni, evidente anche dallo storico di GoogleEarth, avrà avuto, senza dubbio, un significato; pertanto è presumibile che tale sistematica distruzione debba, in qualche modo, continuare, conducendo ad una rapida riduzione delle case coloniche della zona . Mentre borgo Runza, invece, conserverà il suo fascino inquietante proseguendo da solo, lentamente, verso l’inesorabile declino, continuando, silente e paziente, a proteggere le greggi.
Nella mappa sottostante, in giallo sono indicati i borghi costruiti, in rosso è marcata l’ubicazione di quelli non realizzati
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