Come ho accennato prima, Lettore, ho cercato di documentare quanto a tutt'oggi resta della linea affinchè resti memoria di essa. Ciò ha implicato la ricostruzione del tracciato, ed è questa che descriverò. Descriverò i luoghi, ed il modo per raggiungerli, cosicchè se tu, Lettore, desiderassi vedere in persona ciò che descrivo, potrai farlo senza difficoltà. Prima che si dissolva completamente e definitivamente.
Per la ricostruzione mi sono avvalso, oltre che delle ispezioni sui luoghi, anche di informazioni assunte in loco, delle immagini tratte da GoogleEarth, e delle descrizioni presenti nei siti Web menzionati sopra.
La ricostruzione è stata completa, con cinque zone di incertezza: una piccola parte in città, l'attraversamento dell'attuale istituto zootecnico, la zona di Pianetto, il tratto tra la stazione di San Cipirello ed il viadotto successivo e l'ultima parte nei pressi di Camporeale. Per ciò che riguarda la prima e la terza delle "zone di incertezza" ritengo comunque che la mia ricostruzione sua abbastanza attendibile. Per ciò che riguarda la quinta ho potuto fare delle ragionevoli supposizioni, mentre per la seconda credo che l'unica possibilità sia una verifica sulle mappe dell'Istituto Geografico Militare disegnate tra gli anni Quaranta e Cinquanta. La quarta, che è anche la più lunga, è anch'essa ricostuita sulla base di supposizioni che appaiono ragionevoli; ma la ragionevolezza si basa solo sull'attuale orografia della zona, comunque sconvolta dalla realizzazione della strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca. Anche per essa, quindi, si dovrebbe ricorrere alle mappe IGM
Tutte le foto mostrate sono state scattate tra il 1 maggio ed il 21 luglio 2009
In atto sono visibili sei viadotti, tredici stazioni, quattordici gallerie, ventinove case cantoniere, più un certo numero di sottovia, ponti e cavalcavia.
Delle quattordici gallerie, tre non sono percorribili, una sarebbe percorribile a piedi, le altre sono attraversabili in auto.
E' possibile, sebbene con qualche difficoltà, percorrere, a piedi, cinque dei sei viadotti.
Nel corso della realizzazione sono cambiati gli stili architettonici dei frontali delle gallerie, dei viadotti e dei muri.
Ciò vale anche per le case cantoniere, che fino alla nona erano di dimensioni 10x8 con una finestra piccola per piano sui muri laterali, mentre dalla decima in poi diventano 10x10 e presentano due finestre grandi per piano
Le stazioni sembrano essere state realizzate secondo tre differenti tipologie.
La prima (che chiamerò "stazione principale") comprende edifici di circa 18m x 12m, con quattro luci per piano sul lato più lungo e tre sul lato più corto, con annesso magazzino merci con base di circa 12m x 12m. Sono state erette nei centri maggiori
La seconda (che chiamerò "stazione piccola") comprende edifici di circa 16m x 8m, con tre luci per piano sul lato più lungo e una sul lato più corto, con annesso magazzino merci con base di circa 11m x 7m. Si trovano in corrispondenza di centri minori
La terza ("fermata") comprende edifici di circa 16m x 8m, con tre luci per piano sul lato più lungo e una sul lato più corto, ma senza magazzino merci. Sono le fermate delle zone rurali, allora lontane da centri abitati.
La stazione di Santa Cristina Gela non sembrerebbe rientrare in nessuna delle tipologie. Ha infatti tre luci sul prospetto, ma anche sui muri laterali, si ed è quindi più larga (più di dieci metri) ("stazione secondaria")
La descrizione dello stato attuale (maggio-luglio 2009) verrà articolata in otto parti. Così spero, Lettore, di non annoiarti troppo.
Per la ricostruzione mi sono avvalso, oltre che delle ispezioni sui luoghi, anche di informazioni assunte in loco, delle immagini tratte da GoogleEarth, e delle descrizioni presenti nei siti Web menzionati sopra.
La ricostruzione è stata completa, con cinque zone di incertezza: una piccola parte in città, l'attraversamento dell'attuale istituto zootecnico, la zona di Pianetto, il tratto tra la stazione di San Cipirello ed il viadotto successivo e l'ultima parte nei pressi di Camporeale. Per ciò che riguarda la prima e la terza delle "zone di incertezza" ritengo comunque che la mia ricostruzione sua abbastanza attendibile. Per ciò che riguarda la quinta ho potuto fare delle ragionevoli supposizioni, mentre per la seconda credo che l'unica possibilità sia una verifica sulle mappe dell'Istituto Geografico Militare disegnate tra gli anni Quaranta e Cinquanta. La quarta, che è anche la più lunga, è anch'essa ricostuita sulla base di supposizioni che appaiono ragionevoli; ma la ragionevolezza si basa solo sull'attuale orografia della zona, comunque sconvolta dalla realizzazione della strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca. Anche per essa, quindi, si dovrebbe ricorrere alle mappe IGM
Tutte le foto mostrate sono state scattate tra il 1 maggio ed il 21 luglio 2009
In atto sono visibili sei viadotti, tredici stazioni, quattordici gallerie, ventinove case cantoniere, più un certo numero di sottovia, ponti e cavalcavia.
Delle quattordici gallerie, tre non sono percorribili, una sarebbe percorribile a piedi, le altre sono attraversabili in auto.
E' possibile, sebbene con qualche difficoltà, percorrere, a piedi, cinque dei sei viadotti.
Nel corso della realizzazione sono cambiati gli stili architettonici dei frontali delle gallerie, dei viadotti e dei muri.
Ciò vale anche per le case cantoniere, che fino alla nona erano di dimensioni 10x8 con una finestra piccola per piano sui muri laterali, mentre dalla decima in poi diventano 10x10 e presentano due finestre grandi per piano
Le stazioni sembrano essere state realizzate secondo tre differenti tipologie.
La prima (che chiamerò "stazione principale") comprende edifici di circa 18m x 12m, con quattro luci per piano sul lato più lungo e tre sul lato più corto, con annesso magazzino merci con base di circa 12m x 12m. Sono state erette nei centri maggiori
La seconda (che chiamerò "stazione piccola") comprende edifici di circa 16m x 8m, con tre luci per piano sul lato più lungo e una sul lato più corto, con annesso magazzino merci con base di circa 11m x 7m. Si trovano in corrispondenza di centri minori
La terza ("fermata") comprende edifici di circa 16m x 8m, con tre luci per piano sul lato più lungo e una sul lato più corto, ma senza magazzino merci. Sono le fermate delle zone rurali, allora lontane da centri abitati.
La stazione di Santa Cristina Gela non sembrerebbe rientrare in nessuna delle tipologie. Ha infatti tre luci sul prospetto, ma anche sui muri laterali, si ed è quindi più larga (più di dieci metri) ("stazione secondaria")
La descrizione dello stato attuale (maggio-luglio 2009) verrà articolata in otto parti. Così spero, Lettore, di non annoiarti troppo.
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