Sebbene il tratto Burgio San Carlo sia stato realizzato proprio per questa linea, e sia stata la Palermo-San Carlo ad agganciarsi ad essa, non parlerò di questo tratto; se dovesse interessarti ciò che lo riguarda, Lettore, preferisco rimandarti alla descrizione che ne feci qui.
Assumiamo invece che l’Ipotetico Ciclista, arrivato alla confluenza, abbia deciso di percorrere i 57 km che lo separavano da Santa Ninfa.
Assumiamo invece che l’Ipotetico Ciclista, arrivato alla confluenza, abbia deciso di percorrere i 57 km che lo separavano da Santa Ninfa.
Questa sarà l’ultima volta che parlerò dell’Ipotetico Ciclista, il quale, comunque non avrebbe mai potuto percorrere i 57 chilometri sul tracciato ferroviario; se ne parlo un’ultima volta è per sottolineare che probabilmente si sarebbe stupito nel constatare come le parti ancora esistenti di esso, almeno nel primo tratto si sarebbero rivelate ben più agevoli da percorrere della “pista ciclabile” della Palermo San Carlo, e questo in assenza di qualunque trasformazione apportata a ciò che rimane delle strutture della linea. Con questo non intendo dire che il tracciato debba comunque risultare “ciclisticamente più facile”; voglio dire che, pur in assenza di qualunque forma di manutenzione esso nei tratti percorribili risulta privo di crolli e grossolane interruzioni naturali, almeno fino alla Valle del Belice.
Il primo tratto dopo la diramazione, infatti, presenta un fondo abbastanza regolare e costituito prevalentemente da terriccio, tanto da venire percorso con automobili; è, in pratica, usato come strada campestre per accedere ai terreni coltivati della zona. Vi si può rilevare ancora qualche residuo della massicciata.
Il primo tratto dopo la diramazione, infatti, presenta un fondo abbastanza regolare e costituito prevalentemente da terriccio, tanto da venire percorso con automobili; è, in pratica, usato come strada campestre per accedere ai terreni coltivati della zona. Vi si può rilevare ancora qualche residuo della massicciata.
In leggera discesa, si distacca progressivamente con andamento pressoché rettilineo dalla Palermo-San Carlo per circa 900 metri
Dopo una lieve deviazione
esegue un’ampia curva a sinistra
in corrispondenza di un ponticello
a 2 km da San Carlo, 150 m dopo il quale si trova una casa cantoniera, doppia come tutte quelle presenti sulla linea, in discreto stato di conservazione
100 metri più avanti il tracciato incrocia la SP 118
tuttavia la cantoniera non costituiva il casello del passaggio a livello; e questo non soltanto per la distanza, ma soprattutto perché non esisteva alcun passaggio a livello
Poco dopo l’attraversamento della provinciale, il tracciato può essere seguito solo per circa 250 metri
per perdersi più avanti lungo il confine del terreno annesso ad una casa
Il percorso può essere ripreso poco più avanti, accedendovi dalla SP 118, ripercorrendolo a ritroso fino al segmento cancellato
Proseguendo in direzione Castelvetrano
dopo un ponticello a 3,5 km da San Carlo
il fondo diviene fangoso
con uno strato di fango notevolmente spesso che rende il transito notevolmente difficoltoso anche nella stagione estiva, in quanto la superficie è resa notevolmente irregolare dal frequente transito di bovini
Questo segmento del tracciato è utilizzato per consentire alle mandrie di raggiungere i pascoli, ed è pertanto sbarrato in più punti da barriere elettrificate
Qui il tracciato esegue un’ampia curva a destra di circa 140°, nella concavità della quale si trovano i ruderi di una casa cantoniera, posta a 4,17 km dalla stazione di San Carlo
All’epoca delle foto era rimasto solo uno spigolo dei muri esterni
considerata la velocità, ricavabile dalla sequenza delle foto satellitari, con cui ha proceduto la distruzione, è possibile che attualmente anche l’ultimo residuo sia crollato.
Al termine di questo tratto poco praticabile (praticamente percorribile solo a piedi)
Al termine di questo tratto poco praticabile (praticamente percorribile solo a piedi)
nel quale è visibile qualche frammento di un muro di controripa
il percorso esegue una “S”dove, in corrispondenza della prima ansa, e a 5,27 km da San Carlo, si sarebbe trovato un sottopasso
Questo esiste ancora ma le strutture originali sono state sostituite con altre in calcestruzzo armato
Al sottopasso è possibile giungere dalla SP 118
in corrispondenza di esso vi è un altro accesso al tracciato che consente di procedere in direzione Castelvetrano. Il tracciato, con fondo talvolta fangoso, talaltra pietroso, è percorribile con maggiore facilità nella stagione secca.
Nella prima parte mantiene una direzione pressoché costante
Nella prima parte mantiene una direzione pressoché costante
con andamento sinuoso ma curve poco pronunciate
Dopo 500 m dal cavalcavia ci si imbatte in una cantoniera, la terza dalla stazione di San Carlo, e a 6,14 km da essa, nonché a poco più di due chilometri dalla precedente; su questa linea, come su molte altre, le cantoniere doppie erano distanziate da due chilometri circa. La cantoniera è in condizioni piuttosto cattive, anche se non come la precedente
Qui il tracciato è in lieve progressiva discesa con una pendenza media del 2,5%
A meno di un chilometro dalla cantoniera, e a 6,95 km da San Carlo, vi è un viadotto, in curva, a cinque luci, lungo un centinaio di metri
Esso può essere raggiunto sempre dalla SP 118; una strada di campagna che si dirama da essa vi passa sotto
E’ percorribile, ed appare in buone condizioni
Un altro, più breve, viadotto, si scorge dopo qualche centinaio di metri, con una cantoniera a breve distanza
Ad esso si può accedere dalla SS188. A tre luci, è anch’esso in buone condizioni e percorribile; quando lo si imbocca ci si trova a 7,94 km da San Carlo
Circa cinquanta metri dopo vi è la quarta cantoniera, a 8,03 km da San Carlo. E’ priva del tetto, ma i muri perimetrali appaiono ancora integri
Il tracciato esegue ancora una doppia curva, meno pronunciata
dopo ulteriori 500 m si giunge in vista di San Giacomo
a 9,23 km da San Carlo
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