domenica 9 agosto 2009

Ricostruzione del tracciato della ferrovia Palermo-Camporeale. Parte seconda: dalla via Falconara all'ex ospedale di San Ciro


La sede del tracciato oltre la via Falconara può essere identificata dall'andamento delle costruzioni che compongono il "Conventino dei Frati Minori Rinnovati".




Esse infatti sorgono sul terreno dato in concessione dal Demanio alla confraternita; il caso volle che su di esso, oltre a venire eretto un prefabbricato, trovassero posto due vagoni ferroviari in disuso adibiti a dimora dei Frati. Nella pubblicazione presente in Bibliografia della citata voce di Wikipedia, viene menzionato esplicitamente "un tronco ferroviario mai andato in funzione". Dall'allineamento delle costruzioni attualmente esistenti ri può dedurre l'andamento del tracciato per 200m circa. Più oltre, si penetra in terreno attualmente annesso all'Istituto Zootecnico dove sembra che non vi siano tracce.
La voce, più volte citata, di Wikipedia, parla di punti non precisati all'interno dell'Istituto Zootecnico fino al cavalcavia di via Luparello. In realtà, prima del cavalcavia, al di sotto del Convento, esistono delle strutture che indicano precisamente l'andamento del tracciato in quella zona. Vi è infatti un muro di contenimento disposto secondo la pendenza necessaria a passare dal livello del terreno dell'Istituto Zootecnico a quello del cavalcavia.




Il muro, dipendentemente dalla stagione, è facilmente visibile dalla via Roccazzo




ed il primissimo tratto del piano che delimita (che doveva essere la piattaforma stradale) può essere individuato dalla via al Convento di Baida.




Probabilmente, un sopralluogo consentirebbe di rilevare altre strutture, o almeno di comprendere quale potesse essere l'andamento sul terreno annesso all'Istituto Zootecnico. Purtroppo, l'intera zona è chiusa, e numerose baracche vi sono state erette; vi è da nutrire qualche dubbio che anche questo possa essere accaduto in seguito a concessione demaniale.




Subito dopo il cavalcavia di via Luparello, il tracciato decorreva su un terrapieno che è in pratica "aggirato" dalla via Luparello, e del quale sono visibili i muri di sostegno originali






dopo una settantina di metri, piegando leggermente ad Est, entrava nel piazzale della stazione di Baida (7000m).






Questa è un edificio che ho precedentemente definito "stazione piccola", cioè con tre luci sul prospetto e magazzino merci. Quest'ultimo attualmente sembra essere usato come pollaio, mentre la stazione è abitata. In corrispondenza della stazione si dirama, dalla via Luparello, una strada sterrata che si dirige verso SudEst. Questa non costituisce il tracciato ferroviario, sebbene circa 100m più avanti si ricongiunge con esso. Il tracciato infatti decorreva ad Est della stazione, ed è accessibile dalla predetta strada per un breve tratto, indi è chiuso da un cancello. In pratica l'intera superficie del terrapieno dalla stazione al cavalcavia di via Luparello è stata chiusa da privati.

Oltre la stazione, il decorso del tracciato è stato interrotto da due costruzioni. Nel punto in cui la strada sterrata si ricongiunge al tracciato, questo può essere seguito per poco meno di trecento metri.




Sulla parete della scarpata è presente un muro di controripa dell'epoca




nell'ultimo tratto percorribile è visibile la terza cantoniera (7300m), abitata ed in ottime condizioni.






Oltrepassato questo punto, altre barriere impediscono l'ulteriore progressione. La sede stradale decorreva per altri duecento metri circa su una livelletta, che dopo cento metri circa è sostenuto da un'imponente opera muraria in condizioni praticamente perfette.




Il muro di sostegno è chiaramente visibile da via Roccazzo e da via Luparello




ma il sedime della sede stradale potrebbe essere raggiunto solo percorrendo il tracciato (possibilità preclusa) o dalle abitazioni soprastanti che in pratica hanno guadagnato un accesso esclusivo ad esso.




La livelletta porta il tracciato alla quota altimetrica della prima galleria, che si apre contro il fianco della collina, al termine del muro di sostegno (7500m).



Questa presenta il tipo di frontale comune alle prime quattro gallerie: frontale delimitato da struttura in pietra e ricoperto di mattoncini rossi, cornice e medaglione in pietra con il simbolo del fascio littorio e l'anno di realizzazione (anno III dell'era fascista). Il frontale appare perfettamente conservato, in stato migliore delle altre, e l'imboccatura sembra libera.




La galleria non risulterebbe però percorribile, non si capisce se a causa del crollo della volta (cosa che personalmente reputo una possibilità remota), o per l'ostruzione dello sbocco all'altra estremità.
La galleria è lunga poco meno di 200m e sbocca dalla parte opposta della collina, ad un'estremità del viadotto di Boccadifalco, lungo poco più di 100m. Lo sbocco è quasi completamente coperto da strutture realizzate sul piazzale della galleria, e da vegetazione.




Le uniche strutture ad essere attualmente visibili sono le parti più esterne della cornice che delimita il frontale; così, non è possibile avere un'idea dello stato del frontale stesso.





Il viadotto viene descritto nell'articolo, più volte citato, di Wikipedia. E' in condizioni perfette, ed in perfetto rapporto di continuità con le strutture che intende unire (condizione non verificata per quasi tutti gli altri viadotti della linea).


E' interamente percorribile a piedi fino all'imboccatura della seconda galleria (7800m).




Questa è scavata direttamente su un piano roccioso, e pertanto non presenta il frontale con i mattoncini rossi (che è, in pratica, un muro di contenimento). Sono presenti però medaglione e cornice dell'imboccatura. Questultima è stata murata e sigillata con del cemento; permane una minuscola apertura in basso.






Questa galleria è più lunga, quasi 350m, e sbocca a PoggioRidente (8100m), oltre il confine Nord della zona residenziale, in un'area in cui l'AMAP ha realizzato un impianto con vasche e motori di sollevamento.




Il frontale della galleria è in buone condizioni, anche se i mattoncini hanno assunto una tonalità "rosata". Anche questa estremità è stata sigillata.




Le strutture dell'AMAP hanno interrotto il tracciato, che è rilevabile poco più avanti come sentiero; dopo meno di 150m dalla galleria è visibile un canalone per lo scolo delle acque piovane delimitato da muri di contenimento.




Da questo punto in poi il tracciato presenta un andamento secondo la direttrice Nord-Sud per quasi duecentocinquanta metri, prima di venire cancellato dalla sovrapposizione della rampa che sale dalla portineria di Poggio Ridente verso la zona residenziale, e che ha un andamento NNE-SSW.




Sul bordo est della strada è possibile notare un rialzo del terreno, scavato artificialmente, che verosimilmente è attinente alla linea costituendo il probabile residuo di una trincea. Anzi è possibile che in quel punto, il tracciato curvasse leggermente verso SudOvest, con andamento quasi parallelo alla rampa asfaltata. Sotto quast'ultima, circa un centinaio di metri più avanti, sono visibili delle strutture che devono aver fatto parte della sede stradale ferroviaria, e che sono rimaste dopo la costruzione della rampa.





A tale livello il tracciato si distacca dalla strada, sia perchè esso punta un pò più a Sud, sia perchè la pendenza della rampa è molto maggiore di quella del tracciato.
Il sedime è così rintracciabile già prima del tornante della rampa




ma dopo di esso fa la sua comparsa un muro di sostegno del terrapieno, con sottostante canale di scolo delle acque piovane, che può essere seguito per duecento metri circa.




Per i successivi cinquanta metri, i resti del rilevato sono in qualche modo rintracciabili



mentre ancora più avanti se ne perde traccia, a causa di crolli e smottamenti; superando la zona accidentata, si giunge nell'area che avrebbe dovuto rappresentare il piazzale della galleria.



Sul piazzale si apre la galleria (9200m). Il frontale è in discrete condizioni; il medaglione con il fascio è stato asportato. E' singolare il fatto che l'interno della volta non appare completata; la roccia deborda in più punti dal profilo, e manca qualunque rivestimento della volta.




La galleria è breve, circa 140m, è libera (si vede lo sbocco dall'altra parte), ed è percorribile a piedi fino allo sbocco sopra l'ex Ospedale di S. Ciro; anzi, sarebbe percorribile a piedi, ma non è consigliabile giungere fino all'ex ospedale.



Lo sbocco è stato parzialmente chiuso con barriere improvvisate, roba di poco conto che sarebbe facile aggirare. Infatti, non è stato questo il problema.

2 commenti:

  1. Articolo interessantissimo!!! Come mai non è consigliabile percorrere tutta la galleria fino all'ex ospedale?

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  2. No, non era esattamente ciò che volevo dire. Intendevo asserire come non fosse consigliabile raggiungere l'ospedale, non percorrere la galleria. Il motivo viene chiarificato nel post successivo, ed è la presenza di un vagabondo con cani agggressivi che occupava la cantoniera. La descrizione è però riferita alla situazione di nove anni fa; successivamente il vagabondo è scomparso, come descritto in un articolo successivo ("CORREZIONE D'ERRORE 3: dall'ex ospedale di San Ciro all'AcquaPark (fermata Fiumelato)"); non so quale sia la condizione attuale, ma credo che la cantoniera sia ancora disabitata. Grazie per i complimenti.

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